– No, no! Nel culo no ! Giovanni, così mi farai diventare ricchione!
– Ma dai, Lelio! Abbiamo fatto quasi tutto, ci manca solo questo. Vedi, non volevi prenderlo in bocca e poi ti è piaciuto, sei diventato bravissimo col pompino. Voglio solo darti di più.
– No! Tu vuoi sverginarmi. E se mi dovesse piacere anche questo? Non voglio diventare ricchione e se mi inculi sarà come se lo fossi diventato.
– Ma è solo un gioco tra amici, che c’è di male?
– E perché devo essere sempre io a fare la femmina? No, nel culo non voglio.
– Dai, Lelio, ci vuole un minuto. Poi se non ti piace smettiamo, ma almeno voglio fartelo provare.
– Sicuro che smetti se non mi piace?
– Certo. Però lo vuoi fare anche tu, me ne accorgo. Dai , mettiti in ginocchio così entra meglio.
– Mi romperai?
– Un po’ si, ma non molto. Solo per fare entrare almeno il glande. Bravo, così e tieniti le natiche larghe.
– Giovanni!! Mi fai maleee!!
– Resisti solo un attimo, oramai è quasi fatto, devo solo spingertelo dentro. Che bel culo che hai, più bello di una ragazza!
Eravamo ragazzi quando avvenne e per me fu come una rivelazione; mentre me lo faceva, e nonostante il dolore, ero durissimo e venni senza neppure toccarmi. Lo sentivo vivo nel mio corpo, sentivo il suo movimento indietro aspettando la nuova dilatazione, ed avanti, quando lo spingeva di forza nel mio corpo. Mi venne nel culo; mi bruciava, sentivo un taglio sull’ano, ma mi emozionava sapere che ero capace di farlo venire. Aspettai che passasse il gonfiore all’ano e fui io a chiedergli di farmelo di nuovo.
Il treno partiva alle nove di sera. Avevo preso una cuccetta del wagon ligth, una cabina a due posti. Volevo arrivare riposato, avevo un colloquio di lavoro importante. Il treno sarebbe arrivato alle sei del mattino, avevo tempo per dormire. Conobbi il mio compagno di cabina, un uomo maturo, poco più che cinquantenne, cordiale, simpatico. Alle dieci avrebbero spento le luci per farci dormire, mi infilai il pigiama ed attesi in cuccetta. Poi lui si cambiò, vidi che aveva belle cosce ed un bel fisico, nonostante un accenno di pancetta. Abbassò le tendina del finestrino e quelle del compartimento ed a bordo cambiarono le luci bianche con quelle violette . Avevo gli occhi chiusi, cercavo di prendere sonno, ma gli occhi sembravano abituarsi a vedere nel semi-buio violetto della cabina. Lui stava disteso sopra la coperta della cuccetta e notavo il movimento della sua mano sopra il pigiama, sul cazzo. Mi faceva venire in mente quello che avevo vissuto quella estate con Giovanni e mi eccitava. Mi voltai verso la parete e finsi di dormire. Sentii le sue dita sulla mia coscia, una carezza lievissima fatta sulla mia coscia che era fuori dalla coperta. Era eccitante, ma lui non si fermava; spinse la mano oltre e toccò il mio cazzo e vide che era duro. Allora mi sussurrò:
– Ti piace questo gioco? Dai, lasciamelo fare, vedo che ti piace.
Mi misi bocconi e lui continuò; gli piaceva toccare le mie cosce, stava in piedi fra le due cuccette e sentivo che aumentava l’intensità delle carezze. Poi si avvicinò verso la testa, prese la mia mano e mi fece toccare il suo cazzo. Per istinto lo strinsi e mossi un pò la mano per masturbarlo lievemente.
– Bravo – disse – vieni tu da me.
Si distese sulla sua cuccetta col cazzo duro fuori. Mi eccitava da morire vederlo e lui, carezzandomi la nuca, mi spingeva ad abbassarmi. Capii cosa voleva e lo lasciai fare; e quando le mie labbra furono in contatto con il suo glande, aprii la bocca. Volevo farglielo, avevo nostalgia di quei giochi con Giovanni e glielo feci con passione, lentamente, facendo passare il glande sul ruvido del mio palato, spingendolo fino in gola e deglutendo per dargli più piacere, e succhiando forte quando andavo indietro. Sentii che stava per venire, ma non cambiai ritmo; mi venne in bocca e non lo lasciai finché non perse l’erezione. Sputai su un fazzoletto di carta e lui mi soprese; mi prese il viso nelle mani e mi baciò in bocca, con ancora tracce di sperma.
– Sei troppo bravo – mi disse – Mi hai incantato. Se resti a M….rivediamoci. Voglio di più da tee chiedimi quello che vuoi.
– Non voglio niente, ma mi piacerebbe rivederti. Resterò due giorni, ma posso trattenermi un altro giorno se vuoi che ci vendiamo.
Feci i miei colloqui ed andarono benissimo; quella cosa in treno mi aveva rasserenato e tolto la paura delle prove. Il secondo giorno tornai in pensione, sarei dovuto ripartire la sera stessa, ma spostai la partenza. Avevo il suo biglietto da visita e lo chiamai.
– Sono libero da adesso fino a domani sera quando riparto. Vorrei lasciare la pensione.
– Ti vengo a prendere – disse – Stanotte dormi da me.
Venne con una grossa macchina di lusso. Mentre guidava mi chiese:
– Vuoi toccarmi? Hai ansia di farlo con me?
– Vorrei – dissi – ma stai guidando.
– Sai cosa vorrò da te? Devi essere mio, completamente.
– L’ho pensato, se sono qui è per farti contento.
– Dovrai fare molto di più. Sto ospitando un amico e credo che piaccia anche a lui farlo con te. Ci stai?
– Vedi, io l’ho fatto questa estate e solo con un amico. Tu sei il secondo uomo con il quale….sono imbarazzato.
– Non preoccuparti. Appena vedrai il suo cazzo vorrai farlo anche con lui.
– Com’è questo tuo amico?
– Bello, ha la mia età ed ha un cazzo bellissimo, molto grosso. Ti piacerà di sicuro. Il tuo amico ti ha già inculato?
– Si. Mi ha fatto male ma mi è piaciuto, nonostante il dolore.
– Ti capisco, è sempre così la prima volta. Fai tutto quello che il tuo desiderio ti suggerisce e chiedi ciò che vuoi. Devi venire mentre l’uomo ti incula, devi venire col suo cazzo duro nel tuo corpo, così avrai e darai maggiore piacere. Ti aiuteremo noi a venire così.
(continua)
Buongiorno. Ottimo inizio del tuo racconto. Aspetto di leggere il tuo prossimo racconto in qui tu e il tuo amico…
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…