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Racconti erotici sull'Incestosenza censurasorella

É tornata mia sorella – Capitolo 6

È tornata mia sorella

Capitolo 6

Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, scrivete a william.kasanova@hotmail.com. Il mio profilo Telegram è @williamkasanova

Il muscoloso prende il posto dell’anziano. «Adesso tocca a me questa zoccola». Si avvicina, il grosso cazzo che sembra lo sperone di una nave pronta a colpirmi. Mette le mani sulle mie ginocchia e mi apre le gambe. Guarda la mia figa e fa una smorfia di disgusto. «Ve la siete spassata questa, vedo».
Sì, se la sono spassata con la mia figa: sborra e desiderio colano tra le cosce e all’interno è piena. Probabilmente il mio culo è messo anche peggio. Brucia come non mi ha mai bruciato.
[E la cosa che ti sta disgustando è che questo lo ferma dallo scoparti, vero?]
Ho un tuffo al cuore. Cazzo, è vero… Ho qualcosa che sembra un languorino, ma invece di essere in gola è molto più in basso, e solo essere scopata da quel bastardo lo soddisferebbe.
Borio smette di segarsi guardandoci. «Che spina nel culo che sei, Matteo». Assesta una pacca sul sedere di mia sorella, che sta aspettando il prossimo. «Tu, pulisci la figa alla troia, o non se la scopano ‘ste mezzeseghe».
[La cosa si fa interessante!]
Non sono sicura di aver capito. O non voglio crederci.
Patrizia si volta verso di me. Il suo viso splende sotto la sborra che sta seccando.
Ho un turbine di pensieri nella testa che rimbalzano da una parte all’altra e non riesco ad afferrarne nemmeno uno. «Cosa…»
Patrizia non risponde, si sposta più vicina a me, mi sovrasta con la testa, mi accarezza una guancia con la mano e poi m- Ogni tensione lascia il mio corpo, i muscoli perdono resistenza e un’ondata di puro piacere spazza via i pensieri. I miei polmoni si svuotano, chiudo gli occhi e mi abbandono al bacio di Patrizia. Le mie mani si trovano a tenere la testa e le spalle di mia sorella per grattare via il bisogno di godere che è esploso nella mia figa, le sue labbra sanno di cazzo, sborra, sanno di buono… Non posso trattenermi, e la mia lingua scivola fino a stuzzicarle, a leccarle.
Bacio la mia gemella.
La mia figa si allaga. Prude come se ci fossero dentro le formiche.
[E una delle voci nella lista segreta da fare prima di morire è fatta. Mancano solo fare l’amore con Patrizia e farti distruggere da Manuele. Ma anche una delle due potrai considerarla completata a breve, ho da credere…]
Il bacio dura troppo poco, maledettamente, fottutamente troppo poco. Le labbra di Patrizia si allontanano dalle mie, scommetto che è come quando sei appesa ad una corda e quella si spezza sul vuoto.
Mi accarezza di nuovo il volto, sorride. Si passa la lingua sulle labbra. «Hai un buon sapore», poi guarda verso il mio inguine, «chissà se hai il mio stesso, laggiù».
Cazzo, succede davvero! Non ero così eccitata nemmeno quando vedevo Manuele a 16 anni e mi chiudevo nei bagni della scuola a smorzare il bisogno di lui dentro di me.
Il branco di uomini attorno a noi non fiata, ci fissano con una soddisfazione che quasi sfiora la mia. Stiamo per dare spettacolo ad una massa di pervertiti e la cosa mi…
[Dillo.]
mi rende orgogliosa! Guardatemi mentre la mia copia mi lecca la fica, contemplatemi mentre godo! Tributatemi la vostra sborra, godete per me!
Patrizia si volta. Mette una gamba alla mia sinistra e una alla mia destra, la sua fica è sopra di me, gocciola sborra da lì e dal culo. È come la mia, ma il profumo è diverso. Mettimela in faccia, ti pre-
Le mie labbra si aprono, i miei polmoni si riempiono dell’aria piena di feromoni, odore di sudore, sborra e desiderio. L’unico suono che sento è il battere del mio cuore. Due dita stanno scivolando nella mia fica. Due dita con delle unghie ben curate.
Patrizia è dentro di me. La mia adorata gemella mi sta ditalinando.
Non smettere, ti prego.
Le dita sprofondano nel mio sesso, la sborra fuoriesce coprendo le mie piccole labbra. Le dita si arcuano, strisciano sulla parete del mio utero, si muovono verso l’esterno.
Un gemito roco, lungo, animalesco, sfugge dalla mia bocca. Non mi è mai successo nulla con Saverio. Non ho mai provato nulla di simile con lui. È una sensazione che non ho mai provato prima nella mia esistenza.
Cosa cazzo ho vissuto fino ad ora a fare, porca troia?
Non riesco a chiudere le labbra, il fiato entra a boccate ed esce sibilando, mi gira la testa. Le tette sembrano di roccia, mi fanno male come se dovessero partire come dei razzi.
Patrizia estrae le dita, ha catturato della sborra e se la porta alla bocca. La lecca dai polpastrelli come farebbe se gli si porgesse qualche goccia di latte. Le tette a penzoloni incorniciano il suo spuntino, sorride emettendo un suono di gradimento.
Borio, il cazzo ancora in tiro, mette una mano sulla testa di Patrizia e la spinge contro il mio pube. «Non siamo ad una degustazione: muoviti a pulire quella figa, puttana».
Ansimo alla nuova penetrazione delle dita, la figa che si apre a mia sorella. Scende fino in fondo, anche dove non c’è sborra. La sua lingua scivola sulle mie piccole labbra, mi strappa un nuovo gemito.
«Va la troia come sta godendo».
«Se la fai venire ti do 100 euro!» dice qualcuno, poi assesta una pacca sul culo di Patrizia.
Voglio implorare mia sorella di non smettere, ma riesco ad emettere solo gemiti strozzati. La punta della sua lingua s’insinua in ogni pieghetta, pulisce con cura ogni singola molecola di sborra.
[Anche dove non ce ne sono, eh… Chissà se Manuele gliel’ha leccata così bene, ai tempi.]
Caldo, sempre più caldo, il sudore mi pizzica la schiena, un forte bisogno di pisciare mi esplode nella figa. Ancora, ti prego, Patrizia!
Non riesco a muovere le braccia, è come se non le avessi mai usate. Mi serve uno sforzo di… di coso… di volontà per appoggiarle sul culo di mia sorella. Faccio forza, o forse no. Dove sono… cosa… Abbassa la figa, così… Le labbra della figa di… Cazzo, cosa sta succedendo… chi…
L’inguine sporco di sborra di mia sorella si abbassa sulla mia faccia, le labbra sulla mia bocca, il naso tra le sue cosce. Passo la lingua sulla sua passera, è calda, è collosa per il seme. Sto leccando la fica di Patrizia! Non posso crederci. Mi riempio l’anima del profumo del sesso di mia sorella.
[Manuele si è scopato quella figa, lo ricordi.]
Quel ricordo mi fa bagnare ancora più. Fottimi Patrizia fottimi sono la tua troia! Fammi godere come hai fatto godere il mio amore!
La testa mi gira, sto per svenire? Il caldo mi sta bruciando, ho un vulcano in mezzo alle gambe, le dita di mia sorella stanno aizzando il fuoco, la sua lingua mi sta uccidendo, la… le sue labbra si chiudono sul mio clitoride. È un’esplosione che distrugge la mia mente, la mia colonna vertebrale è ghiaccio bollente che bolle mentre ghiaccia.
Succhia. Succhia. Patrizia fa il vuoto nella sua bocca e il mio clitoride mi assesta scudisciate di un piacere così forte da essere dolore. Urlo nella figa di mia sorella.
[Tua sorella ti sta spompinando…]
I miei occhi sono spalancati più della mia bocca. Rantolo. Cosa cazzo ho vissuto fino ad ora a fare, puttana troia? Perché quella merda di Saverio non sa fare queste cose? Perché mi sono messa in testa di sposare quella mezza sega?
Le dita di Patrizia si fermano, premono contro il mio utero. Un’ondata di calore mi travolge, le mie gambe sono attraversate da una scossa. Sto soffocando, non riesco a respirare, rantolo, sta calando la mia coscienza… Cosa… cazzo… sta…
Un grido sfugge dalle mie labbra. La mia figa è in fiamme, è un lago, si strizza e si rilassa, il buco del mio culo si stringe, le mie membra bruciano, si contraggono, sembrano strappare le mie ossa…
Cado senza muovermi, la mia testa è vuota, il mio cuore è impazzito, la stanchezza mi avvolge, un senso di benessere mi rinfresca. Ho la bocca spalancata tra le cosce di mia sorella.
Mia sorella mi ha dato un orgasmo.
Patrizia è stata la prima persona a farmi godere…
Amo mia sorella…
Anni di dolore, di pentimenti, di occasioni mancate affiorano dalla mia anima e si concentrano nei miei occhi. Mi bruciano, la gola mi si chiude. Devo trattenermi dal mettermi a piangere davanti a tutti perché ho scoperto cos’è davvero un orgasmo…
Patrizia si muove, si solleva dalla mia faccia e si gira verso di me. Mi stringe una tetta. Ha il viso tutto sporco di sborra e della mia ambrosia. È bellissima, la leccherei, e non so se prima in faccia o in qualsiasi parte del suo corpo. «Tutto bene?»
Sorrido. Non so se piangere o ridere. Voglio ancora godere, mio amore.
Un dito passa sulle mie piccole labbra. È Borio. «Bene, la figa della puttana adesso è abbastanza pulita, Matteo?»
«Tirata a lucido», sogghigna Matteo.
Qualcuno, uno dei nuovi, indica Patrizia. «E la sua la lasciamo sporca? Mica solo a Ferrari piace la fregna pulita da fottere».
«Eh, ha ragione!» ribatte qualcun altro.
Le narici di Borio fremono mentre sospira rumorosamente. «Che branco di mezze seghe…»

Continua…

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