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Racconti erotici sull'Incesto

La confessione di una esibizionista

By 26 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia psicanalista mi dice che è colpa della mia gioventù passata all’interno di una campana di vetro, la mia amica del cuore dice che è la troppa lontananza dal sesso che mi fa comportare in questo modo ma io, credetemi, sono una donna esibizionista più per natura e per piacere che non per tutte quelle cose che si dicono tra studi medici e ricercatori neurologici’

Ho 42 anni e sono di Savona. Vivo in un bell’appartamento fronte mare, al quarto piano, e posseggo uno dei più bei terrazzi fioriti che la mia via possa vantare. Sono abbastanza alta e ho ancora un corpo piacente’al di là di una lieve ‘fetta di pancetta’ ho due chiappe ancora sode e un seno che, nella sua abbondanza, non ha avuto le ripercussioni del passare del tempo’quindi niente smaliature o segni di cedimento: una terza bel portata.
Mi occupo di botanica e vivo con mio figlio Matteo, un sedicente ometto di 18 anni che fa impazzire le sue compagne di classe.

Vi dicevo che sono un’esibizionista convinta, nel senso che mi piace farmi vedere, farmi guardare, mettere in mostra quel poco che ho di sensuale ma con classe ed eleganza’insomma’mi piace farmi osservare, vedere gli occhi degli uomini che cadono sulle mie scollature, sulle mie gambe, sui miei fianchi e, perché no? Sui miei piedi.

Un giorno però ho capito che questa sorta di malattia era divenuta più perversa del solito. Perché? semplicemente perché ho notato che anche agli occhi di mio figlio il mio corpo nutriva di emozioni insospettabili. E’ vero, avrei dovuto notarlo ma, giuro, pensavo di essere solo una mamma con lui, una donna limitata a coccole, parole dolci e’soldi a fine settimana! Insomma’credevo che tra me e lui non sarebbe potuto scattare mai un nesso perverso come quello del provare piacere ad avere anche i suoi occhi addosso al mio corpo. Eppure’

Sono romai giorni e giorni che ho abbandonato l’idea di trattenermi. In fondo, che male c’è? Mio figlio mi guarda il seno, mi osserva le natiche mentre cucino e mi sfiora il seno mentre preleva qualcosa dall’armadietto? Ben venga, sono sua mamma, non una troia da marciapiede, non una puttana a pagamento dei film, solo sua madre, la donna che lo ha messo al mondo, una signora che ha finalmente riassaporato l’odore di gioventù’anche gli occhi del mio cucciolo erano per me.
Sudavo e palpitavo quando iniziai a scoprire che i suoi sguardi finivano sul mio corpo e la cosa che mi eccitava di più fu proprio il sapere che quegli atteggiamenti erano ancora più perversi ed eccitanti di uno sguardo perso di uno sconosciuto su un bus di linea.
Il mio bambino provava erezioni a dismisura per le mie tette, per il mio culo, per le mie gambe’sì, mi sono sentita sporca, peggio delle troie di cui vi parlavo ma’e chi se ne frega? Potrà ben rifarsi gli occhi con mamma sua? Che male c’è?

Solo pensavo che sarebbe terminato tutto lì e invece’invece le cose cambiarono a poco a poco’oltre ai suoi sguardi desideravo ardentemente il suo sudore addosso alla mia carne, la sua lingua sui miei capezzoli e le sue mani nelle mie intimità’e’il suo cazzo nella mia bocca golosa.

Ero in cucina a chattare con una sgualdrinella di 21 anni. Avevo indosso una camicia di jeans coi bottoni a clips e indossavo una gonna di lino bianca. Occhiali rossi sul volto e matitone nei capelli per tener raccolti i miei lunghi e ricci capelli castani.
L’afa era mortale e il ventilatore non bastava, in più, oltre alla calura estiva, si aggiungeva l’eccitazione che questa smorfiosa, lanciava nei miei riguardi. Era peccaminosa come lo ero io ai suoi tempi e l’idea che mio figlio avesse potuto vedermi semi nuda o in posizioni innaturali, la eccitava!
Abbiamo quindi iniziato una sorta di spogliarello virtuale sfiorandoci di tanto in tanto le nostre vulve poi, a un bel tratto, mio figlio giunge in cucina a prendere un bicchiere di thè freddo. Io, ricomposta e seria, cerco di non guardarlo negli occhi per la vergogna di essere quasi stata beccata in un gioco squallido che non si addice certo ad una donna come me’eppure, la ragazzina, eccitata da quella situazione, insisteva affinché io provocassi mio figlio facendo finta di avere ancora più caldo per sbottonare di più la camicia’quella stronza aveva capito sino in fondo come diavolo era facile smuovermi proprio sul mio esibizionismo e così riuscii, non so ancora come,a dare inzio a quella che si scatenò poi in una serata rovente.
Mi slacciai altre due clips della camicia e si notavan ormai abbondantemente le mie tette rigonfiate dal push up aggiuntivo’mio figlio guardò, ammirò, scrutò nello spacco dei miei due seni che sembravano due meloni’erano sudati e sembrava quasi un sedere’Matteo li guardava esterrefatto e faceva finta di sorseggiare goccia dopo goccia facendo finta di niente’ma la mia previsione non si avvicinò minimamente a ciò che feci.
Spinta dal caldo, dalla passione, dalla voracità, dalla porca 21enne e dalla mia oscena depravazione mentale lanciai il mio sguardo su mio figlio e gli chiesi come mai era ancora lì in cucina’

‘Teo, cucciolo, come mai sei ancora qua?’
Glielo chiesi con due occhi da gatta.

‘Perché di qua fa più fresco, di là in salotto si muore’con chi stai chattando?’

‘Oh nulla’una ragazzina super eccitata’sai com’è il caldo”

‘Mamma ma’scusa se mi permetto ma tu’invece che chattare con gli uomini chatti con le ragazzine?’

‘E tu piccolo impiccione invece che guardare le tette delle tue amichette guardi le mie, eh?’
Crollò nell’imbarazzo più totale e questo mi esaltò in particolar modo. Le mie brame di sesso osceno non avevano più limiti e scaricai tutta la tensione alzando il mio piede sinistro incastonato in un sandaletto color oro. Lo smalto rosso sulle mie unghie rendeva i miei piedi fascinosi e eccitanti. Portai il mio piede sul suo pacco e iniziai a tastare il suo cazzo duro.
‘Piccolo guardone’ti piacciono le tette della mamma eh? Vedo che il cazzo ti è venuto duro in un battibaleno altroché storie di calura nel salotto”

‘Ma mamma’che’che stai facendo?’
Appoggiò il bicchiere e guardava il mio piede accarezzargli il pacco.

‘Fa troppo caldo’ti infastidisce se mi tolgo la camicia?…o magari la sbottono ancora un po”tanto le tette sono coperte dal mio reggiseno, no? non è un probelam credo, vero?’
Non rispose. Mi slacciai la camicia e allargai le gambe.
Alzai la gonna ripetutamente per farmi aria e feci così notare a mio figlio l’assenza degli slip.
La mia fica curata con un triangolo nero sopra e niente pelo sotto sembrava averlo colpito amaramente. Non proferì più parola.
Allargai completamente le gambe, divaricandole al limite umano, coprendomi giusto la fica. Mi misi a petto in fuori e il mio seno sembrava esplodere all’interno delle mie coppe. Il sudore mi copriva letteralmente e i miei occhi non si staccavano dal suo pacco abominevole che aveva sotto i suoi boxer arancioni.
Smisi di guardare la chat e smisi i panni della mamma giovane e buona. Era tempo di agire, di sfogare le mie più recondite voglie. Lo avvicinai e gli dissi di starmi a guardare.
Alzai le mie gambe e appoggiai i piedi al tavolo tenendo divaricate le gambe come fossi da un ginecologo. Mi tolsi il matitone dai capelli e lasciai la mia chioma scorrere sulla parte destra del mio volto. Lui, alla mia sinistra, mi osservava dall’alto del suo metro e ottanta, rosso, imbarazzato ma con un cazzo che ormai era pronto ad esplodere.
Infilai la matita in bocca, la succhiai guardandolo neglio occhi e poi, sorridendo come una gattina ruffiana, me lo infilai nella mia vulva bagnata, aiutandomi con la mano a stuzzicare il clitoride.
Che sballo. Ormai la mia esibizione aveva raggiunto l’epico momento. Niente e nessuno mi eccitò come in quel momento. La mia fica pulsava e le mie mani tremavano tanto era l’emozione che avevo in corpo.
Aprii la bocca e il mio sorriso venne smorzo da un passaggio della mia lingua sulle labbra’

‘Che ne dici Teo’com’è vedere la mamma in questa posizione?’

‘E”è’stimolante’molto”

‘Dovresti immaginare che stimoli ho io piccolo amore’la tua mamma si sta masturbando’non pensare male amore mio’voglio solo godermi in santa pace il superamento di un tabù meraviglioso’essere un po’ troia davanti ai tuoi occhi’ti va porcellino mio?’

‘S-sì’c-continua pure’io’io’posso toccarmi?’

‘Certo piccolo mio. Toccati in libertà’basta con questi sguardi fugaci e maliziosi’da oggi divertiamoci di più’ti piace vedermi così? Sono abbastanza puttana come quelle dei film o vuoi che sia più troia amore mio?’

‘N-no, no’vai benissimo”

Aveva intanto tirato fuori l’uccello che sapeva di cazzo mal lavato ma aveva una cappella violacea gigantesca e un membro decisamente nodoso. Se lo menò con energia e aveva sempre il suo sguardo fisso che passava dal mio seno alla mia fica sbattuta dal matitone’

‘Masturbati Matteo’guarda la mamma com’è porca? Ti piaccio così, vero piccolo amore? Dimmelo che ti piaccio così porca, dimmelo pure amore’dai”

‘S-sì mamma’sei’sei veramente porca”

‘Chiamami pure con parole più pesanti amore mio’voglio che tu venga bene e che io possa finalmente’godere con te’aahh’

‘mamma’sei una cagna esagerata’io’io sto per sborrare”

‘Amore mio’sborrami in faccia’riempi la mia faccia di sborra’dai’dai che vengo anche io’dai’daaaAAAIII!’

Venemmo come due porci assatanati di sesso.
La sua sperata mi coprì viso, collo, capelli, tette e pancia. Non avevo mai visto fiotti di sperma così potenti. Lui rimase lì in piedi appoggiandosi con un sorriso ebete al muro mentre io raccoglievo lo sperma dal mio corpo per gustarmelo tutto in bocca’

Da quel momento, ho smesso di essere un’esibizionista ma’sono diventata un’incestuosa’ora dovrò trovare il modo di pagarmi le sedute dalla nuova psicoanalista!

commenti e critiche a: anticosmeraldo@yahoo.it

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