Era un caldo pomeriggio d’estate e Isabella si addormentò all’ombra della veranda sul divanetto tra i morbidi cuscini. Le vacanze estive a casa dei nonni erano una delizia per quella ragazzina appena diciottenne dai lunghi capelli scuri.
Il nonno la raggiunse sulla veranda, sperando che la nipotina si unisse a lui per una partita a scala quaranta, ma la trovò già addormentata. Si sedette su una sedia accanto al divanetto, prese un libro e iniziò a leggere.
Il profumo della ragazza si univa all’aroma dei fiori del giardino e gli riempì le narici. Alzò gli occhi dalle pagine che stava leggendo e la guardò. Dalla scollatura della camicetta si intravedevano i giovani seni e lui immaginò i piccoli capezzoli rosati che vi stavano in cima. Con stupore e un po’ di vergogna sentì il pene inturgidirsi nelle mutande, il glande premere contro la zip dei pantaloni. Deglutì e continuò a guardarla. La corta gonnellina era leggermente sollevata e lui potè intravedere il delizioso perizoma rosa che portava, talmente risicato che le grandi labbra della sua vagina, glabra e nuda come quella di una bimba, lo avvolgevano in parte. Osservò il suo culetto, tondo e sodo, la piega dei suoi fianchi, le labbra giovani e rosee e si chiese se la sua bella nipote che stava diventando donna fosse ancora vergine.
Sentì che il battito del suo cuore era accelerato, la fronte imperlata di sudore e il pene sempre più voluminoso, che pulsava dolorosamente rinchiuso nei pantaloni. Slacciò il bottone e tirò giù la zip, prese in mano il grosso membro e lo tirò fuori dalle mutande, per avere un po’ di sollievo.
La nipote sembrava profondamente addormentata e lui decise di spingersi un po’ oltre il limite, d’altronde non era certo colpa sua se lei era così deliziosa e desiderabile.
Con estrema attenzione avvicinò la mano ai bottoni della camicetta, piano piano slacciò il primo, poi il secondo e il terzo. La nipote non si mosse. L’uomo scostò il lembo della camicetta svelando i piccoli seni tondi e annusò profondamente il dolce aroma che proveniva da quel corpo in boccio. Senza più pensare al pericolo allungò la mano, che si chiuse intorno al seno sinistro. La nipote non si mosse, ma il piccolo capezzolo gli si irrigidì sotto il palmo. Tolse la mano e avvicinò le labbra rugose, tirò fuori la lingua e dolcemente glielo leccò. La ragazza ansimò nel sonno e si mosse leggermente, porgendogli ancor più il capezzolo duro. Lui lo prese in bocca e succhiò, facendola gemere.
La mano del nonno si mosse lentamente verso il ventre di lei, si infilò sotto la gonna e raggiunse la sua vagina calda e succosa. Percependo nel sonno quella mano ignota che frugava vicino al centro del suo piacere, la giovane allargò le gambe, ansimando. Lui la accarezzò delicatamente, esitò un attimo poi scostò il perizoma e lentamente infilò un dito nella deliziosa fessura. La vagina era umida e calda e il suo dito vi affondò. La ragazza inarcò leggermente la schiena e mugolò e lui spinse più a fondo. Il dito del nonno cominciò ad entrare e uscire energicamente dalla stretta vagina della nipote, mentre il suo dolce succo grondava impregnando i cuscini a fiori del divanetto.
Ficcò dentro un altro dito, con delicatezza, e la fighetta si dischiuse come un fiore. Affondò vigorosamente. No, quella vagina non poteva essere ancora vergine, le due dita si infilavano agilmente nei suoi meandri e nel sonno la ragazza accennava movimenti con i fianchi che non erano certo quelli di una bambina pura e innocente.
Ansimò più forte. I suoi movimenti invitavano le nodose dita del vecchio ad affondare sempre di più in lei e lui la accontentò. La sentì gemere e sentì attorno alle sue dita i muscoli della vagina che si contraevano ritmicamente e il succo fuoriuscire più copioso, i capezzoli erano duri e eretti. Era venuta, ma non si era svegliata.
In compenso il suo cazzo era così duro e lo era da così tanto che gli faceva male e il sangue gli batteva sulle tempie. Osservò il viso estatico di lei. L’aveva fatta godere di brutto, quella troietta. Tirò fuori le due dita fradice, le annusò e se le infilò in bocca: che profumo divino! Che sapore delizioso! Mentre le ciucciava avidamente si soffermò un attimo a pensare a quello che avrebbe dovuto fare adesso. Aveva deciso di farsi una bella sborrata come ai bei vecchi tempi, ma ancora non aveva scelto tra la bocca e la figa.
Alla fine scelse: decisamente la figa. In fondo chi più di lui aveva diritto di fotterla? Già altri, chissà quanti altri, l’avevano avuta, perché non lui? Non era più vergine, mai nessuno se ne sarebbe accorto.
Alzò un po’ di più la gonna e accostò il membro alla sua vagina, ancora grondante. Sfiorò la fessura umida con la punta, lei la schiuse e lui capì che era pronta ad accoglierlo.
Non voleva svegliarla, quindi dovette fare piano, un cazzo non era certo come un dito e il suo, nonostante l’età, era piuttosto voluminoso. Aveva anche paura di venire subito, era da un secolo che non scopava, quindi rallentò ancora un po’.
Infilò piano la punta, poi tutta la cappella. La figa, giovane e turgida, si strinse subito intorno al glande, facendolo godere come mai prima, ma riuscì a resistere. Quando ormai tutto il membro era scivolato dentro di lei di nuovo ansimò, accennando movimenti del ventre che fecero impazzire il vecchio, all’apice dell’eccitazione. Ma lui voleva di più, non poteva venire adesso, voleva fotterla come si deve, farglielo sentire tutto, spingerglielo giù fino a far battere le palle contro il suo bel culetto. Voleva regalarle la più bella scopata di sempre, lui con tutta la sua esperienza era certo meglio di quei ragazzetti inesperti che frequentava.
Si rilassò un attimo, deciso a godersela.
Quando fu pronto iniziò a penetrarla per bene, ficcando dentro il suo cazzone e tirandolo fuori vigorosamente e ripetutamente fino a farla gemere di piacere. Focalizzò l’attenzione sul suo pene che entrava e usciva dalla vagina della nipote e spinse più forte, nuovamente in preda alla frenesia dell’eccitazione. La ragazza inarcò la schiena in preda ad un nuovo, più forte orgasmo e lui non ebbe nemmeno il tempo di decidere se venirle dentro o fuori, perché stava già sborrando. Dentro.
Ma proprio mentre lo sperma fuoriusciva caldo e copioso dal suo membro per mischiarsi agli umori della nipote, lei aprì gli occhi e lo guardò. Il vecchio si immobilizzò dal terrore e dalla vergogna, e intanto sentiva i loro liquidi colare sul divano, inzuppandolo.
Era stupito: lo sguardo della ragazza non era inorridito o colmo di disprezzo, ma malizioso. Fu lei la prima a parlare ‘Nonno, non vuoi che te lo pulisca per bene adesso?’
Lui spalancò la bocca esterrefatto e lei si passò la lingua sulle labbra, guardandolo vogliosa. Scivolò sul divanetto, gattonando nella sua direzione, finchè non gli fu davanti. Lui, ancora paralizzato dallo stupore, non si era mosso e non aveva detto nulla. Lei gli afferrò il pene ormai molliccio, tirò fuori la lingua e iniziò a muoverla, con sapienza. Slinguazzava e succhiava alternativamente, mentre con la mano libera si sfregava il clitoride. Da sopra lui vedeva il giovane corpo della nipote che ondeggiava, i lunghi capelli che strusciavano sul divano e le labbra, che tante volte gli avevano baciato la guancia, strette attorno al suo cazzo, che lentamente si stava drizzando.
Sentiva il suono delle dita della nipote che si agitavano nella fighetta fradicia e questo lo fece sobbalzare. Mosse le mani avide in direzione dei suoi seni e li strinse entrambi. La nipote, gemendo, iniziò a succhiare più forte. Lui le strizzò i capezzoli induriti. Sentiva di nuovo il cazzo gonfiarsi, questa volta nella bocca di lei e anche lei lo sentì. Alzò lo sguardo verso il vecchio, gli occhi lucidi dall’eccitazione e le pupille dilatate ‘Voglio la tua sborra, vienimi in bocca!’. Questo gli diede il colpo di grazia, non resistette più e spingendole il membro in gola con tale forza da farla quasi soffocare inondò la bocca della ragazza col suo sperma, svuotandosi fino all’ultima goccia.
Lei inghiottì tutto con gratitudine ed entusiasmo e gli diede un’ultima leccata, per lavarglielo.
Infine si sdraiò sul divano e a gambe larghe finì di farsi davanti a lui, con due dita di una mano nella figa e un dito dell’altra che le sgrillettava il clitoride. Lui osservò compiaciuto, constatando che la sua nipotina era proprio una brava troietta.
Quel pomeriggio d’estate fu solo il primo di tanti in cui l’esperto nonno e la giovane nipote si godettero qualcosa di meglio di una partita a scala quaranta.
Ti ringrazio, sono questi commenti che danno valore ai sei mesi passati a sviluppare e scrivere la storia. Della serie…
Se lo leggete, mi farebbe piacere un commento, m scuso per alcune ripetizioni, l'ho riletto velocemente. Gazie
Hai letto bene e sentito bene la sensazione. Ultimamente sto dando spazio all'oscurità per alcuni dei personaggi che a mio…
La serie che ho apprezzato finora più di tutte, dove i personaggi sono parsi più "vicini" al lettore a mio…
Questa era... intensa. Sì, eccitante, ma a tratti quasi oscura, come se la naturale carica erotica di Fleur fosse stata…