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Passione proibita – capitolo 1

By 17 Giugno 2024No Comments

Capitolo 1

Io e mia sorella Anna eravamo cresciuti praticamente da soli. Nostra madre, sempre impegnata con il lavoro fuori casa, ci lasciava spesso nella nostra grande casa, immersi in un mondo tutto nostro. Questa situazione ci aveva uniti in modo indissolubile. Condividevamo tutto: i pasti, le risate, i segreti. Eravamo inseparabili, ma quel legame speciale nascondeva un segreto che non osavo confessare.

Io, Ale, timido e goffo, trovavo conforto nella presenza di Anna. Era il mio mondo. I miei sentimenti per lei erano cresciuti lentamente, trasformandosi in un amore profondo e, con il tempo, in qualcosa di più oscuro e ossessivo. Anna, con il suo sorriso dolce e il suo sguardo compassionevole, sembrava non accorgersi di quanto io fossi perso per lei.

Anna era una giovane donna dalla figura sinuosa e avvolgente, con un’aria dolce e affascinante che catturava lo sguardo di chiunque incrociasse il suo cammino. Bassina di statura, i suoi capelli castano scuro corti arrivavano appena alle spalle, spesso legati in una semplice coda. Nonostante la sua naturale bellezza, preferiva sempre un look comodo e pratico.

I suoi occhi castano chiaro riflettevano una tranquillità apparente, ma nel profondo nascondevano una pigra indolenza. La sua pelle leggermente scuretta dal sole era punteggiata da dolci lentiggini, e il suo sorriso, sebbene luminoso, rivelava una certa noncuranza nei riguardi della perfezione esteriore.

Anna amava vestire comoda, optando per abiti larghi e informi che non mettevano in risalto la sua figura. Tuttavia, non potevo fare a meno di notare il suo seno grande e sodo e il suo fondoschiena mozzafiato, che accentuavano la sua femminilità anche nei vestiti più semplici. Preferiva la praticità alla moda, e i suoi abiti erano spesso un mix di colori tenui e tessuti morbidi.

Non sono sempre stato ossessionato da lei, ricordo che prima provavo semplicemente un grande affetto fraterno e nient’altro. Eppure, tutto cambiò una sera in quarantena. Ricordo che uscivo dalla mia stanza per andare in bagno e difronte a me passò Anna, che tornava nella sua stanza dopo una doccia. Indossava un asciugamano che copriva tutto il suo corpo ad eccezione del suo didietro, messo in evidenza da delle mutandine nere che valorizzavano perfettamente le sue forme.

Furono solo un paio di secondi eppure rimasi incantato, non era la prima volta che la vedevo in intimo, ma fu la prima volta in cui la considerai come una ragazza e non come mia sorella.

Quella sera mi diedi piacere pensando a lei e a quello che avevo visto e piano piano in me cresceva una vera e propria ossessione, io volevo assolutamente vederla nuda.

Passò un po’ di tempo e quel desiderio continuava a crescere in me. Decisi di provare a soddisfare questo bisogno, acquistai una micro-videocamera e dopo vari ripensamenti dovuti alla paura decisi finalmente di nasconderla in bagno. Sapevo che quella sera sarebbe andata a farsi una doccia e avrei potuto godere della vista del suo corpo grazie alla videocamera che riprendeva il riflesso dello specchio.

Mentre aspettavo il momento tanto atteso l’ansia mi divorava, sapevo di star oltrepassando il limite e che se fossi stato scoperto non avrei rovinato tutto con una persona qualunque, ma con la mia sorellona.

Le paure continuarono a crescere e allo stesso tempo a rendere il tutto più eccitante e proibito. Poi, finalmente arrivò il momento tanto atteso.

La vidi lì difronte allo specchio, canticchiava una canzone e nel mentre si sfilava la maglietta, non indossava niente sotto e subito potetti ammirare il suo enorme seno.

A quel punto smisi di pensare alle conseguenze e mi concentrai sullo spettacolo. Mentre io fissavo quel meraviglioso seno lei si sfilò anche il pantalone, mostrando quel meraviglioso fondoschiena anche questa volta avvolto in delle mutandine nere.

Non resistetti, finalmente stavo guardando il suo corpo e stavo provando un piacere mai provato prima, Mentre osservavo ogni sua curva, ogni movimento sinuoso, sentivo il mio cuore battere furiosamente nel petto.

Anna, ignara della mia presenza, continuava la sua routine serale. Si girò di lato, mostrandomi il profilo del suo corpo, le curve del suo lato B perfettamente delineate dalle mutandine aderenti. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, ero affascinato dalla sua bellezza.

Poi, con un gesto fluido, si sfilò anche le mutandine, rivelando il suo corpo completamente nudo. Ero ipnotizzato, ogni mio pensiero era assorbito dalla visione di Anna. La luce soffusa del bagno accarezzava la sua pelle, creando un’aura di sensualità che mi avvolgeva completamente.

Il mio desiderio aumentava ad ogni istante, sentivo il bisogno impellente di toccarla, di sentire la sua pelle sotto le mie mani. Ma sapevo di essere intrappolato in un gioco pericoloso, eppure non riuscivo a fermarmi.

Sfortunatamente quel momento meraviglioso finì quando lei entrò nella doccia, persi completamente la visuale su di lei e quando la vidi di nuovo indossava già l’accappatoio.

Registrai tutto quello che vidi quella sera e credevo che aver visto il suo corpo calmasse la mia ossessione, ma non fu così. Avevo bisogno di andare oltre e toccare quel suo seno.

Qualche sera dopo presi coraggio e, mentre lei andava a dormire, decisi di entrare nella sua stanza e provare a fare qualcosa sfruttando il suo sonno pesante. Mentre aprivo la porta silenziosamente, il mio cuore batteva all’impazzata; ero riuscito a oltrepassare ancora di più il limite e la paura di essere scoperto mi terrorizzava.

Arrivai difronte a lei. Notai che indossava solo una maglietta oversize e delle mutandine. Con solo quelle cose addosso, fu tutto un po’ più facile. Con le mie mani tremolanti alzai delicatamente la maglietta e scoprii quel seno enorme. Quasi non ci credevo, rimasi incantato, ma non potevo restare lì a fissarlo per sempre. Feci un sospiro e allungai le mie mani su di lei, iniziai a strizzarle delicatamente il seno e in quell’istante provai una delle sensazioni più belle mai sperimentate. L’eccitazione era alle stelle, ma dopo qualche palpata il suono della chiave che entrava nella serratura mi bloccò.

Era nostra madre di rientro dal lavoro. Ero davvero spaventato e temevo il peggio. Sistemai la maglietta ad Anna di fretta e furia e appena sentii la porta del bagno chiudersi, feci uno scatto verso la mia stanza.

Nonostante il rischio e il senso di colpa che mi pervadevano, l’ossessione era diventata più forte di ogni ragionamento. Avevo bisogno di soddisfare quel desiderio proibito che mi consumava giorno dopo giorno.

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