Giuliano C. è un giovane imprenditore marchigiano che ha fatto una rapidissima fortuna nel campo delle costruzioni, riprendendo e rilanciando l’impresa paterna semifallita dopo la prematura morte del genitore. Molti si sono interrogati sul segreto di tanto successo, qualcuno ha avanzato congetture maligne circa relazioni equivoche e finanziamenti occulti. Certo è che, a 34 anni, Giuliano guida una società di costruzioni che da qualche anno comincia ad affacciarsi sul mercato extracittadino, con una capitalizzazione di tutto rispetto. A suggello della sua condizione di giovane rampante e vincente, si è costruito sul litorale adriatico una villa sontuosa nella quale trascorre week end goderecci a base, si mormora, di alcol e coca. Voci generate dall’invidia le ha sempre giudicate lui, che non si è mai preoccupato di smentirle.
Ma per questo week end, un po’ per l’orgoglio di ostentare anche in famiglia il simbolo del suo successo, un po’ per un gesto di affetto fraterno, Giuliano ha invitato a trascorrere quattro-cinque giorni in villa sua sorella maggiore Mirella, la quale è da poco venuta fuori da una burrascosa separazione. Burrascosa, perchè il marito l’aveva sorpresa a letto con altro uomo ed aveva immediatamente troncato il rapporto coniugale. D’altro canto Mirella, una 38enne formosa e tipicamente mediterranea, non è mai stata una santarellina e il marito aveva sempre sospettato che si concedesse delle licenze amorose. Per fortuna non ci sono figli di mezzo e la separazione è avviata a risolversi senza troppe complicazioni.
In realtà, quell’invito nasceva anche da un certo senso di colpa. Per seguire i suoi affari Giuliano aveva ampiamente trascurato i problemi dei suoi familiari. Mirella ha accettato di buon grado questa inaspettata vacanza ed è arrivata alla villa accompagnata dalla madre Wilma, una 60enne ancora molto piacente, della quale la figlia aveva presa la prosperosità, anche se ovviamente le forme della madre erano ancora più generose, con due tettone 6^ misura, due coscione arrotondate dalla cellulite e un culone largo e sporgente.
Giuliano accoglie con grande calore le due donne, mostra loro le amenità del luogo e della casa, cerca in ogni modo di farle sentire a loro agio. E’ una rimpatriata di famiglia che ispira in tutti, specie nella madre, un senso di pace e di serenità.
Ma già dalla prima sera si crea un’atmosfera un po’ strana. Mentre cenano a bordo piscina, Giuliano non riesce a staccare lo sguardo dal prosperoso seno di sua sorella, che la generosa scollatura della canotta aderente mette in bella mostra. Il bello è che Mirella sembra molto compiaciuta da quelle attenzioni, mettendo a disagio la madre alla quale non erano sfuggiti né gli sguardi del figlio, né il comportamento sin troppo accondiscendente della figlia.
Oltre a quegli sguardi un po’ impertinenti, non accadde più nulla, anche se Giuliano se ne va a letto particolarmente turbato ed eccitato. La mattina seguente, quando Giuliano si alza e, con addosso una vestaglia di seta tipo orientale, scene al piano inferiore per prepararsi la colazione, trova la sorella che seduta su uno sgabello del banco sorseggia un caffè. Mirella indossa come unico indumento una ampia camicia bianca da uomo che le scopre completamente le cosce e, dai bottoni troppo slacciati, buona parte del prosperoso seno.
E’ inevitabile che lo sguardo di Giuliano si appunti nuovamente sul corpo di sua sorella, e altrettanto inevitabile che gli effetti più immediati si rendano visibili, con la vestaglia sollevata dall’asta in tiro e addirittura dalla cappella gonfia e violacea che vi fa capolino.
A quel punto, con un malizioso sorriso da puttana, Mirella glielo sfiora con le dita dicendo:
‘Cosa c’è fratellino? Notte agitata? Hai fatto sogni particolari?’
Lui, dopo un attimo di riflessione, sospira e risponde:
‘Ma se è da ieri che mi metti in faccia queste tette! ‘ e poi mi chiedi cosa ho’. Sono tuo fratello, ma sono pur sempre un uomo!’.
Fingendo meraviglia Mirella esclama afferrando quella mazza ormai durissima:
‘Ah, sono io a farti quest’effetto? Allora sei un porcellino!…. e dimmi, ti vorresti divertire con queste tette? ‘. ti piacciono le tette grosse, vero? se è così, che aspetti a toccarmele?’
La mano di Giuliano si infila nella camicia di sua sorella e comincia a palpare quelle tette belle sode, mentre lei ormai ha preso a masturbarlo senza pudore. Glielo ha prima scappellato, poi lo mena ritmicamente passando il pollice sulla punta per aumentare il piacere. Giuliano si mette in bocca un capezzolo turgido di sua sorella mentre con la mano le accarezza le cosce polpose risalendole, fino ad arrivare alla fica.
Mirella si accorge che il fratello è ormai vicino all’orgasmo e si china a prendere in bocca tutto quel cazzo fremente. Bastano un paio di sapienti ciucciate e copiosi schizzi di sborra le si schiantano sul palato, mentre Giuliano grugnisce come un maiale. Mirella ingoia avidamente fino all’ultima goccia e risolleva la testa giusto in tempo per non essere beccati dalla madre che in quell’istante entra nel salone.
In realtà la signora Wilma capisce al volo quel che era successo e fulmina la figlia con lo sguardo. Ma, superando un momento di percepibile imbarazzo, tutti fanno finta di nulla e il resto della giornata trascorre nella normalità. Anzi l’allegria torna a regnare, anche perché Giuliano porta le due donne a fare una bella escursione lungo la costa, a bordo del suo yacht di 12 metri all’ancora proprio di fronte alla villa.
Arrivata la sera, dopo aver cenato in un lussuoso ristorante della costa, si soffermano a bere qualcosa e a chiacchierare a bordo piscina, fin quando Wilma, stanca della giornata di mare, saluta i figli e si ritira nella sua stanza al piano superiore. Fratello e sorella restano da soli, uno accanto all’altra sul dondolo. Mirella appoggia maliziosamente la testa sulla spalla di Giuliano tenendogli una mano sulla gamba, e lui risponde alla sollecitazione mettendole una mano tra le cosce.
Di lì a poco si ritrovano a baciarsi con le lingue in bocca frugandosi i rispettivi corpi. Un dito di Giuliano viola l’intimità di sua sorella, la quale si impossessa nuovamente del suo cazzo. Preso da un impulso irrefrenabile, Giuliano si inginocchia tra le gambe di sua sorella e, dopo averle leccato la figa, appoggia il glande e, tenendosi sulle ginocchia, la penetra. Cambiano più volte posizione, in quella che diventa una scopata lunga e sfrenata.
I due non possono immaginare che la madre li sta guardando dalla finestra, nascosta dall’oscurità della sua stanza, e continuano a darsi piacere come due amanti perversi e insaziabili. Giuliano viene dentro sua sorella, ma il suo cazzo non conosce riposo, in quanto Mirella glielo riporta subito in tiro usando stupendamente la bocca.
A questo punto lui la spinge a girarsi; senza fare obiezioni, lei si mette alla pecorina e il fratello la penetra di nuovo. La fotte con vigore stringendole le tette, e quando estrae il cazzo per puntarlo al buco posteriore, lei non oppone la minima resistenza, anzi lo incita:
‘Dai, fratellino, sfondami, rompimi il culo’. fammi sentire troia!!!’
Giuliano sodomizza sua sorella sbattendola come una cagna, mentre Wilma che li guarda dall’alto non resiste allo spettacolo e si masturba furiosamente. Tant’è che, quando Giuliano raggiunge di nuovo l’orgasmo, anche la madre Wilma viene versando sulla mano i suoi liquidi.
Il giorno seguente la storia si ripete, fratello e sorella si comportano normalmente di giorno, per poi trasformarsi in amanti perversi e incestuosi di notte. Giuliano scopre che Mirella è più arrapante e porca delle donne che di solito allietano i suoi week end. La natura trasgressiva del rapporto aggiunge un ingrediente ulteriore alla miscela del suo impazzimento erotico.
La madre Wilma vive la situazione con grande disagio. E’ intimamente contrariata da quell’insano rapporto; ma, al tempo stesso, ne è turbata e si sente sempre più morbosamente attratta, eccitata, tentata in cuor suo di unirsi a quella festa peccaminosa.
Il caso vuole che Mirella venga all’improvviso richiamata in città dal suo avvocato per alcuni adempimenti legali non procrastinabili connessi con la causa di separazione. Wilma propone subito di anticipare tutti il rientro, ma Mirella si oppone e prega il fratello di far godere alla madre ancora qualche giorno in santa pace.
Wilma è ancora turbata da quelle scene di sesso incestuoso cui ha assistito. Ora, restare da sola col figlio le mette addosso una trepidazione imprevedibile. Certo è che, inconsapevolmente o no, Wilma la sera si agghinda in maniera particolarmente ricercata, anzi volutamente attraente: indossa un abitino nero corto e stretto che le fascia sin troppo il corpo prosperoso, con una scollatura ardita sul davanti da cui tracimano abbondantemente e con le larghe spalle quasi interamente scoperte.
Giuliano resta quasi folgorato da quell’abbigliamento. La madre gli si presenta per la prima volta come una bella gnoccona, matura sì, ma desiderabile. E’ una situazione inedita, si sente piuttosto confuso e comunque non osa sbilanciarsi. Non può sapere cosa si muova nella testa della madre, la quale peraltro, sedendogli accanto, avvia un discorso un po’ tendenzioso:
‘Questa sera ti vedo un pò giù. Sbaglio o senti la mancanza di tua sorella?’
Giuliano sgrana gli occhi intuendo benissimo l’allusione della madre, che difatti continua in maniera ancora più esplicita:
‘Certo, tua madre non è più giovane. Ma, se vuoi, posso sempre cercare di alleviare un po’ la tua tristezza ‘ non credi?’
Wilma pronuncia lentamente queste parole, mentre la sua mano accarezza la gamba del figlio sempre più su, fino ad arrivare alla patta. Qui sente subito il cazzo indurito e, senza alcuna incertezza, comincia a massaggiarlo aggiungendo:
‘Eh sì, vedo che hai proprio bisogno di sfogarti’. Tua sorella non c’è’. Vuoi che ci pensi la mamma?’.
Giuliano è come paralizzato, chiude gli occhi e trattiene il respiro. Senza aspettare la risposta Wilma comincia ad aprirgli la patta avvicinando nel contempo il suo seno debordante al volto del figlio. Giuliano riapre gli occhi dinanzi a tanta magnificenza, fa uscire dalla scollatura quelle tettone opulente, sorprendentemente ancora piene e sode. Le soppesa, le strizza dolcemente, poi si attacca ai capezzoloni ritti e li ciuccia con avidità. Poi affonda una mano nelle coscione della madre e infila due dita nella sua ficona già umida.
I due si ritrovano presto a masturbarsi a vicenda, fin quando Wilma lo prende per mano e, tirandolo in direzione della camera da letto, gli dice:
‘Vieni piccolo mio, andiamo di là’. adesso la mamma ti fa fare tutto quello che desideri’.
Giuliano si lascia guidare sul letto e assiste rapito al più inatteso strip tease della sua vita. Wilma si libera in un baleno del suo abitino ed espone alla vista del figlio un corpo matronale voluminoso, ma ancora abbastanza tonico, con due tettone pendenti verso la pancia ma ancora elastiche, i fianchi avvolgenti e le chiappe pesanti, un pube pronunciato con una folta peluria ancora scura.
E, mentre lui giace ancora imbambolato sul letto, la madre si cala su di lui, allarga le sue coscione e si impala su quel cazzo vibrante, facendogli una memorabile sega con la figa ed offrendo di nuovo alla sua bocca famelica i suoi capezzoloni scuri.
Una scopata fantastica che Giuliano vive come un sogno. Ad un certo punto il giovane ribalta la madre supina e la cavalca all’impazzata facendola venire ripetutamente. Affondare nelle carni materne dà a Giuliano una sensazione indescrivibile di estasi; e spingere il suo cazzo in fondo all’utero della madre gli sembra come essere risucchiato nelle viscere della terra.
Quando sente che è vicina l’eiaculazione, il giovane tira istintivamente fuori il cazzo, lo posiziona in mezzo alle tettone materne e sborra divinamente con una stupenda bolognese che la madre le pratica con una perizia insospettabile.
Dopo qualche minuto di obnubilamento, a Giuliano pare di uscire da un incantesimo. Ed ora che si sono ritrovati come non immaginavano mai, i due non si risparmiano, dando sfogo ad una foga possessiva incontenibile. Dopo una brevissima pausa di rilassamento riprendono a scopare come due indemoniati, in tutte le più diverse e ardite posizioni. Wilma ne aveva di tempo e di piacere da recuperare!
Quella stessa notte Wilma concede a suo figlio anche il culo. A differenza di Mirella che ce l’aveva letteralmente sfondato, il buco di Wilma è piuttosto stretto. Ma la sua voglia di godere è tale che non emette nessun lamento quando Giuliano glielo trapana violentemente, prima di allagarlo e lubrificarlo di sperma.
Una notte di goduria sfrenata. Verso le 3 piombano esausti nel sonno e vengono svegliati verso le 9 di mattina da una telefonata di Mirella che, non appena sente la voce ancora roca e impastata della madre, intuisce, per il sesto senso puttanesco che hanno certe donne, che qualcosa è successo:
‘Ehi mamma, a quest’ora sei ancora a letto? ‘. Ci siamo dati ai bagordi, eh? ‘. Giuliano è lì con te? ‘. Me lo passi?’
Wilma trasalisce, farfuglia qualche monosillabo, cerca di chiudere in fretta la telefonata:
‘Ah sì’ scusa’ no’ ci sentiamo dopo, ti faccio chiamare”
Nel frattempo Giuliano si sta risvegliando e, stringendosi con rinnovata passione a sua madre, le domanda:
‘Che c’è? chi era?’
‘Tua sorella!… Mi sa che ha capito tutto!’
Giuliano nota che la madre era un po’ rabbuiata, l’accarezza, cerca la sua bocca e intreccia la sua lingua con quella di lei; poi le sale sopra, le allarga nuovamente le cosce e penetra dentro di lei con una certa forza, facendola gemere e delirare:
‘Godi mamma! ‘ goditi il cazzo di tuo figlio!… è carne della tua cane! ‘. E non stare lì a preoccuparti di Mirella … figurati se è una che si scandalizza!’
Wilma, mentre risponde col bacino ai vigorosi colpi che il cazzo del figlio le assesta nella fica, gli confessa:
‘Non mi preoccupa il suo giudizio ‘. Ma ho paura che si crei un conflitto tra di noi ‘. Ho visto come eravate belli mentre facevate l’amore ‘.. A parte che non posso reggere il confronto con lei, non vorrei essere una rompiscatole pere voi’.’.
Giuliano, senza interrompere la cavalcata, anzi accelerando i colpi e portandola al primo orgasmo mattutino, le risponde sardonico:
‘Mamma, ma quale conflitto?! Quale rompiscatole?!… Ci siamo ritrovati e stiamo bene insieme tutti e tre’. Io non voglio rinunciare né a lei né a te’.
Le parole di Giuliano trasmettono alla madre un senso irrefrenabile di gioia, che lei prudentemente trattiene chiedendogli sospettosa:
‘Ma tu hai la tua vita’ le tue amiche. Devi pensare al tuo futuro, a farti la tua famiglia’.’
Giuliano è al culmine della chiavata, ancora due colpi dentro la ficona della madre e poi, con un grugnito liberatorio, una possente sborrata, accompagnata da parole strozzate dal piacere:
‘La mia famiglia ‘ sì ‘ aaahh ‘ e non siete voi la mia famiglia?…. con una puttanona come Mirella ‘ e con una splendida madre come te ‘ chi sta meglio di me?…..’
Wilma geme di piacere nel sentire le sue viscere inondate dal caldo seme del figlio, ma trova ancora la forza di obiettare:
‘Sì, ma anche Mirella deve rifarsi la sua famiglia’.’
Giuliano ha finito di scaricare i suoi coglioni, tira fuori dalla fica della madre il cazzo ancora gocciolante e si distende supino al suo fianco, quindi, dopo un sospiro a pieni polmoni, conclude:
‘Mah, non so se, dopo le disavventure del primo matrimonio, avrà voglia di pensare ad un altro ‘ comunque mi resti tu ‘ e so che tu non mi lascerai!….’
Alle ultime parole Wilma si sente scossa da fremiti di commozione e di voglia, i suoi occhi si inumidiscono, istintivamente le sue mani si posano sul corpo del figlio che giace al suo fianco e scorrono giù fino a raccogliersi intorno al suo cazzo ed ai suoi coglioni, che stringe con spirito di possesso. La sua bocca si ferma su un capezzolo del figlio che bacia e succhia con bramosia, poi quasi singhiozzando gli sussurra:
‘Certo, amore, su tua madre puoi contarci sempre!’
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roki_rae@hotmail.it
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…