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Racconti erotici sull'Incesto

Una monella intraprendente 5

By 15 Luglio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mara e Lucia rientrarono a casa stanche, ma soddisfatte dall’incontro che avevano appena avuto, il loro ex professore era stato un piacevole inizio di vacanza, il fine settimana si presentava bene.
Appena arrivate a casa si recarono nella doccia per togliere gli ultimi residui di sale e sabbia dalla pelle, Lucia fece la doccia per prima, poi toccò a Mara.
Mentre Mara si lasciava abbracciare dal tocco tiepido dell’acqua Lucia sul letto seduta sul bordo del letto si carezzava piano con l’asciugamano, Quando Mara uscì dalla doccia la vide che si osservava con un aria critica;
-Cosa ce che non va?-
Lucia sembrò accorgersi in quel momento della sua presenza;
-Niente, stavo pensando che ho un cespuglio troppo folto in mezzo alle gambe, non ti sembra?-
Mara si sedette accanto a lei, la sua mano si posò piano in mezzo alle gambe dell’amica, passando le dita tra i peli del pube e carezzando maliziosa la fessura dell’amica;
-Forse…, ma hai sempre una bellissima fichetta-, continuò a muovere le dita prima di continuare, -e mi sembra che si stia anche bagnando-
-Scema, stavo pensando che per questa estate mi conviene accorciare i peli, ho comprato un costumino molto mini, e rischio di non poterlo mettere-
-Vuoi che provvediamo adesso? Voglio vedere come stai con la passerina depilata-
-Si dai, vediamo se mio zio ha lasciato qualche rasoio…-
Gasate dall’idea si fiondarono in bagno frugando negli armadietti, ben presto trovarono i rasoi dello zio di Lucia, frugarono ancora cercando la bomboletta con la schiuma, ma rimasero sorprese, lo zio di Lucia preferiva usare il vecchio pennello da barba, lo trovarono con una confezione di schiuma che profumava di mentolo;
-Direi che abbiamo tutto, dove ci mettiamo per cominciare tutto?-
-Riempi una bacinella d’acqua, e andiamo sul letto, staremo più comode…-
Lucia prese un asciugamano e uscì, quando Mara arrivò con l’acqua la trovò già sul letto.
Mara aveva preso anche un paio di forbicine, con attenzione iniziò a tagliare i peli del pube dell’amica, sentiva il corpo di Lucia teso sotto il suo tocco, sorprendendola si chino verso il suo viso dandole posando un bacio sulle sue labbra;
-Tranquilla, sarò delicatissima-
Lucia sembrò rilassarsi, Mara aveva finito con la forbicina, iniziò a muovere il pennello sul sapone creando una soffice schiuma, l’odore del mentolo si fece più intenso, quando la schiuma montò iniziò a passare il pennello sul pube dell’amica, al primo contatto con la schiuma Lucia soffocò una risata, le setole del pennello le facevano il solletico, con un gesto improvviso Mara le passò il pennello sul naso lasciandoglielo pieno di schiuma;
-Dai… stai un po’ ferma, adesso devo iniziare con il rasoio…-
Lucia si irrigidì nuovamente, quando sentì la fredda lama del rasoio posarsi sulla sua pelle, anche Mara si fece più attenta, era una zona più delicata delle gambe, iniziò a radere l’amica con piccoli movimenti precisi, sciacquando speso il rasoio per controllare il lavoro.
L’operazione venne condotta in silenzio il tempo sembrava essere rallentato, ma finalmente Mara posò il rasoio passando la mano sul pube liscio dell’amica;
-Finito. Che te ne sembra?-
Lucia si passò una mano in mezzo alle gambe, sentendo la pelle liscia, nel frattempo si mise davanti allo specchio guardandosi meglio;
-Sembra un albicocca, la mia fessura spicca in maniera incredibile…-, Mara aveva depilato l’amica fin nel solco delle natiche, adesso la sua pelle era libera da ogni peletto;
-Hai una bellissima albicocca, quasi quasi te la mangio… o vuoi che ci metta del dopobarba?-
-Scema… hai fatto un bel lavoro. Che stai facendo?-
Mara si era messa sull’asciugamano dove era stata seduta lei, e aveva iniziato a preparare nuovamente la schiuma con il pennello, stette qualche istante a montare la schiuma prima di rispondere;
-Voglio fare una sorpresa al mio papà, ti immagini la sua faccia quando la troverà in bella mostra?-
Lucia immaginò per un attimo il viso eccitato di Marco, il padre di Mara, la cosa lo avrebbe fatto eccitare, al pensiero del suo cazzo duro, che affondava nella fica depilata dell’amica sentì una fitta di eccitazione in fondo alla vagina.
Con la solerzia che aveva usato prima Mara, si dedicò a depilare la fica dell’amica, fu un operazione più rapida, Mara aveva una rada peluria, e ben presto tutte e due si ritrovarono a rimirare la fica dell’altra.
Il sole era ormai tramontato, avevano perso più tempo di quello che credevano, ma non volevano rinunciare a uscire, dopo essersi rinfrescate, si vestirono per uscire, la vacanza era troppo breve per trascorrerla a casa, cercarono nelle borse i vestiti per uscire, non fu una ricerca lunga, avevano portato pochissimi vestiti, in fin dei conti dovevano rimanere solo due giorni, Lucia aveva portato un vestito corto tenuto su da due spalline sottili, lo indossò senza mettere il reggiseno, i suoi capezzoli tendevano la stoffa quasi volessero bucarla, indossò un piccolo perizoma e studiò l’effetto allo specchio.
Mara aveva optato per una gonna e una maglietta aderente, che le lasciava scoperto l’addome, l’effetto era molto eccitante, anche lei aveva messo un minuscolo slip, ma niente reggiseno, indossarono un paio di sandali con un leggero tacco e uscirono.
Nonostante le vacanze non fossero ancora iniziate lungo la passeggiata del lungomare cerano già molte persone, Mara e Lucia, mano nella mano, si lasciarono prendere dal flusso di persone che passeggiavano, le loro figure non passavano certo inosservate mentre camminavano, alcuni fischi di ammirazione furono lanciati al loro indirizzo, ma avevano visto che si trattava di ragazzi della loro età, entrambe si mostravano molto più interessate alle attenzioni di uomini più maturi, a tutte e due piaceva godere dell’eccitazione che sapevano suscitare in loro.
Continuarono a passeggiare pigramente per qualche tempo, il progetto originario di mangiare fuori venne abbandonato, non avevano voglia di una cena completa, mentre passeggiavano una gelateria attrasse il loro interesse;
-Che dici, lo prendiamo un gelato?-
-Perché no?, qualcosa di fresco ci vuole, non mi pare ci siano persone interessanti in giro, quasi speravano che il supplente si facesse vedere, sarebbe stato interessante continuare il discorso di oggi-
-Maniaca. Dai avviciniamoci-
Presero ciascuna un cono e si allontanarono, di fronte alla gelateria cerano alcune panchine, dove non cerano persone si sedettero per finire il gelato con calma.
Mentre stava gustando il gelato Mara si accorse che Lucia la fissava con uno sguardo ironico, la fissò cercando di capire cosa non andasse;
-Che ce? Ho il gelato sul naso?-, istintivamente si strofinò il naso per pulirlo, l’amica rise;
-No, stavo pensando che da come lo lecchi sembra che tu stia facendo un pompino, però da vera imbranata-
Mara si mise a ridere con lei;
-Se stessi facendo un pompino farei così…-
Alle parole fece seguire un gesto eloquente, girò la lingua sul cono, per poi andare a succhiarlo sulla punta con un piccolo risucchio;
-Hai tralasciato questo…-
La lingua di Lucia leccò il lato del cono fino a raggiungere la punta per poi scendere dall’altro lato, mentre con l’altra mano carezzava piano la cialda;
Le ragazze iniziarono a mimare gesti sempre più espliciti, come se facessero una sfida, non si accorsero che non erano più da sole.
Dall’altra parte della strada un uomo si era fermato a guardarle mentre leccavano i gelati, e sembrava incantato dallo spettacolo che vedeva, quando se ne accorsero le ragazze dapprima cercarono di darsi un contegno, cercando di studiare l’uomo, non era male, trentacinque forse quarantanni, il fisico atletico di chi fa sport, non era vestito come i classici playboy di mezz’età, probabilmente era solo uscito per una passeggiata, ed era rimasto stupito dello spettacolo a cui aveva assistito.
Rimasero a fissarsi per qualche istante, poi l’uomo incoraggiato dal fatto che le ragazze non accennavano ad andarsene ne a ignorarlo si avvicinò, quando fu vicino lo poterono osservare meglio, aveva un viso gradevole, maturo e con uno sguardo divertito, prima di parlare il suo sguardo indugiò sui loro corpi, segnati dai vestitini che avevano indossato;
-Buonasera ragazze, spero di non avervi distolto da qualcosa di importante…-
Il tono era calmo, quasi divertito, la frase suonò un po’ canzonatoria alle orecchie delle ragazze, credeva forse di avere a che fare con due ragazzine,
-No per niente, in mancanza di meglio stavamo ripassando alcune nozioni…-
Mara aveva risposto cercando di far trapelare tutto il sarcasmo che poteva, l’uomo non diede l’impressione di accorgersene, o se colse il sarcasmo non diede segno di farlo vedere;
-Strano che due ragazze come voi non abbiano qualcuno che le aiuti, forse che i vostri amichetti non sono usciti questa sera?-
Mara e Lucia non capivano se l’uomo le stesse prendendo in giro o se non avesse capito il doppio senso, si sentivano spiazzate e irritate, erano abituate a vedere gli uomini che cercavano di rimorchiarle;
-Gli amichetti sono rimasti a casa…-
-Ma non vediamo molta gente in giro che possa sostituirli-
Il tono delle due ragazze era leggermente piccato, l’uomo non rispose subito, si sedette prima sulla panchina accanto a loro;
-Attente il gelato sta gocciolando-
Istintivamente portarono le labbra a raccogliere le gocce di gelato che stavano cadendo, subito pensarono di essersi rese ridicole, infatti l’uomo le stava guardando con un sorriso sornione, finirono quello che rimaneva del gelato in fretta, l’uomo porse loro un fazzolettino per pulirsi, quando si pulirono le dita lo fissarono;
-Volete un altro gelato?-
Quel trattarle da ragazzine le stava irritando, ma al tempo stesso erano affascinate dalla sicurezza che l’uomo ostentava, in fin dei conti era interessante;
-No, forse ci vorrebbe qualcosa di più sostanzioso…-
-Si, chissà se il signore ha quello che cerchiamo-
Questa volta fu l’uomo a essere sorpreso, non si aspettava una risposta così sfacciata dalle due ragazze, ma fu lesto a prendere la palla al balzo;
-Forse ho quello che cercate, ma non mi sembra il posto adatto…-
Le ragazze si guardarono un attimo, l’uomo era stato abbastanza esplicito, dovevano decidere se volevano continuare o congedarlo, fu Mara a rompere gli indugi, con un vocina mielata si rivolse all’uomo;
-Possiamo fare una passeggiata nel parco, mi sembra abbastanza tranquillo…-
In silenzio si diressero verso il vicino parco che a quell’ora era deserto, Mara e Lucia si tenevano per mano, più che per farsi coraggio per suggellare la loro complicità, arrivarono a un panchina solitaria, da lontano si vedevano le luci della strada, le ragazze non fecero in tempo a sedersi che sentirono le mani dell’uomo posarsi sui loro sedere e palparle pesantemente.
Stettero ferme, lasciando che l’uomo palpasse i loro corpi, dopo qualche istante si girarono verso l’uomo, questi spinse le sue mani sotto il bordo delle loro gonne, le sue mani andarono a cercare i loro slip, quasi insieme Mara e Lucia si sedettero sulla panchina, tenendo larghe le gambe, e lasciando che l’uomo le carezzasse.
Le dita dell’uomo si muovevano esperte sui loro sessi, sentiva le due fichette bagnare le sue dita, insistette ancora a lungo, adesso le ragazze sentiva un fuoco in mezzo alle loro gambe, quando l’uomo smise lo guardarono con disappunto.
Videro che l’uomo slacciava i pantaloni, e tirava fuori il suo cazzo già duro, all’unisono si avvicinarono iniziando a leccarlo, replicavano quello che avevano fatto poco prima con il gelato, ma adesso la sensazione di freddo era sostituita dal caldo che emanava l’asta che leccavano, Mara aprì la bocca lascinado che entrasse dentro di lei, mentre la sua testa iniziava a muoversi, Lucia stringeva l’asta con la mano in una lenta sega, poi quasi di prepotenza tolse il cazzo dalla bocca di Mara facendolo sparire nella propria.
Le ragazze iniziavano ad alternarsi, l’uomo vedeva l’asta sparire nelle loro bocche che iniziavano a muoversi frenetiche, cercando di superarsi, l’uomo sentiva che poteva venirsene in qualunque momento, si ritrasse, chinandosi in mezzo alle gambe di Mara, lei lo fisso con gli occhi carichi di desiderio, sentì la punta dura strofinarsi sulla sua fessura, poi un movimento deciso, e si sentì invadere da un palo rovente che iniziò a muoversi dentro di lei.
Lucia non rimase a guardare, la sua lingua iniziò a muoversi veloce sul suo clitoride, adesso Mara sentiva il fiato mancarle, i colpi che riceveva si sommavano alle sensazioni che le regalava l’amica, non resistette neanche un minuto, un orgasmo inteso invase ogni fibra del suo corpo, urlò il suo piacere incurante che qualcuno potesse sentirla, l’uomo si mosse ancora più velocemente dentro di lei prolungando quell’attimo, smise solo quando lei smise di agitarsi sotto quei colpi.
Si sfilo da dentro di lei, il cazzo era lucido degli umori dell’orgasmo, incurante Lucia lo pompò con la bocca, adesso voleva sentirlo dentro lei, si girò porgendo la schiena all’uomo e si appoggiò alla panchina, il cazzo puntò verso la sua fichetta sparendo dentro di colpo, ad ogni affondo Lucia sembrava quasi sfuggire, le mani dell’uomo la tennero per i fianchi mentre la pompava con forza, usciva piano da dentro di lei per poi rientrare con forza, sentiva le pareti della vagina avvolgerlo come una guaina, il calore dentro si propagava al suo cazzo ad ogni affondo.
Lucia gemeva per il piacere, quell’amplesso fugace la eccitava in maniera particolare, Mara si era ripresa, e adesso stava succhiando i suoi capezzoli, sentiva la lingua dell’amica mentre avvolgeva i capezzoli e poi li succhiava con forza con le labbra.
Le due ragazze erano uno spettacolo dirompente, l’uomo sentì l’orgasmo arrivare, con un colpo più forte degli altri affondò dentro Lucia, poi la ragazza sentì uno schizzo caldo invaderla dentro, seguito da altri, la cosa le fece avere un orgasmo, si tenne a Mara per non cadere,mentre sentiva le gambe farsi molli.
Il suo corpo era ancora percorso da brividi quando sentì l’uomo sfilarsi da dentro di lei, un liquido caldo le colo dalla vagina lungo la gamba. ne approfittò per sedersi.
Stette seduta finché riprese fiato, poi guardò l’uomo che si stava ricomponendo;
-Ragazze, spero che fosse quello che cercavate…-
-Non possiamo lamentarci…-
Le ragazze scoppiarono a ridere, poi accettarono dei fazzolettini dall’uomo e si ripulirono alla bell’e meglio, l’uomo rimase con loro finché non si ricomposero e le riaccompagnò alla passeggiata.
Quando cercò di avere un loro recapito le ragazze furono molto vaghe, non erano sicure di volerlo rivedere, ormai stanche decisero di tornare a casa.
La giornata successiva volò via senza nessuna scossa, ormai il fine settima era finito, lo zio di Lucia le venne a prendere per riportarle a casa.
Quando arrivarono davanti a casa di Mara per un attimo sperarono che a riceverle ci fosse solo Marco, il padre di Mara, ma la speranza svanì subito, la figura della madre di Mara apparve alla porta rivolgendo un sorriso alle due ragazze.
Lucia pensò che non riusciva a trovarla antipatica, e quasi le dispiaceva di essere l’amante del marito, ma poi pensò a Mara, e al piacere perverso che provava quando la vedeva avvinghiata al padre, e quella punta di dispiacere le passò.
Mara diede un bacio sulla guancia a Lucia, e rimase a guardare la macchina finché non svoltò l’angolo.
-Allora Mara, com’è stare senza i genitori?-
Prima di rispondere Mara diede un bacio sulla guancia alla madre;
-Bello, ma mi siete mancati, a proposito, papà non ce?-
-Viene più tardi, non ha ancora finito al lavoro, entra dentro, cosa avete combinato, avete fatto le brave?-
-Certo mamma, siamo state due bambine giudiziose, pensa che avevamo deciso di andare in discoteca, ma abbiamo rinunciato, abbiamo fatto tardi sul lungomare…-
Ovviamente tralasciò di dirle cosa avevano fatto sul lungomare;
-Già con qualche giovanotto a pomiciare…-
-Giurin giuretta mamma, non siamo state con nessun ragazzo- Infatti quelli con cui erano state non erano ragazzi da un pezzo, ma non era il caso di entrare in particolari.
-Cammina, faccio finta di crederci…-
Mara andò in camera sua, svuotò la borsa che aveva portato per lavare i vestiti, mentre si spogliava per fare una doccia, sua madre entrò in camera;
-Devo arrivare la supermercato, tanto tra un po’ arriva tuo padre, avvertilo…-
Mara finì di spogliarsi in fretta, era una bella notizia, sperava che il suo paparino si sbrigasse, aveva voglia di vederlo, ma soprattutto di sentire le sue braccia che la stringevano, il solo pensiero le fece stringere le cosce per l’eccitazione, si trattenne dal masturbarsi, e si infilò nella doccia, l’acqua era piacevolmente tiepida, le dispiacque uscire, avvolse i capelli bagnati in un asciugamani, e ne prese un altro per asciugarsi.
Mentre si asciugava sentì aprire la porta di casa, nel dubbio che sua madre fosse ritornata, si avvolse l’asciugamani attorno al corpo e uscì dalla stanza, fece appena in tempo a vedere suo padre che entrava nella sua stanza, non si era accorto che lei era tornata, .
Con passo felpato lo seguì, lui si stava spogliando e le dava le spalle, non si era accorto che lei si avvicinava alle sue spalle, lasciò cadere a terra l’asciugamano, e si avvicinò all’uomo, le sua mani lo cinsero cogliendolo di sorpresa;
-Chi’ Tesoro, sei a casa, tua madre starà tornando’-
-Non preoccuparti, abbiamo ancora qualche minuto’-
Le labbra di Mara cercarono quelle del padre, mentre le loro lingue si univano in un vorticoso bacio, le sue mani carezzarono il torace dell’uomo, scendendo fino al bordo degli slip.
Mara scivolò davanti al padre trovandosi all’altezza del suo sesso, le dita scostarono la stoffa degli slip, stette a guardare il cazzo che già stava diventando duro, poi iniziò a dare piccoli baci all’asta.
Mara fece sedere suo padre sul brodo del letto, la sua lingua iniziò a percorre l’asta , sentiva che diventava sempre più dura sotto il tocco della sua lingua, la sua lingua diede piccole leccate sulla punta, poi iniziò a scendere, in una lenta carezza.
Mara indugiò con la lingua sulle palle, il suo sguardo andò a cercare quello del padre, mosse la lingua mentre,o fissava negli occhi, lo sentiva fremere per l’eccitazione, per un istante pensò di salirci sopra per farsi scopare, ma avevano poco tempo, scivolò con la lingua fin sotto le palle, andando a leccare fino al culo del padre, un sussulto di piacere sorprese l’uomo, Mara aumento il movimento della sua lingua.
Adesso voleva sentirlo in bocca, ripercorse l’asta per tutta la sua lunghezza, poi aprì la bocca facendoselo scivolare tra le labbra, la testa di Mara iniziò un movimento di su e giù, ogni volta che lo tirava fuori, la sua lingua saettava sulla punta, per poi tornare a farselo scivolare fin quasi alla gola, i suoi movimenti si erano fatti più decisi, più di una volta Mara credette di soffocare, ma non smise il suo movimento, la sua mano carezzava il cazzo ormai durissimo.
Mara sentì il corpo di suo padre irrigidirsi, capì che stava per venirsene, tirò fuori il cazzo dalla bocca aumentando il movimento della mano, non dovette aspettare troppo, un getto caldo le schizzo in faccia, lei continuò a muovere la mano, dirigendosi sul viso gli schizzi successivi, quando la pioggia calda cessò Mara aprì la bocca succhiando gli ultimi residui, continuò a succhiare finche sentì il cazzo che perdeva consistenza nella sua bocca.
Quando Mara si alzò il viso era percorso da strisce bianche, maliziosamente lei raccolse alcune gocce che le colavano sulle labbra con un dito, che poi succhiò piano;
-Grazie papà, spero che avremo più tempo dopo’-
Il rumore della porta che si apriva la interruppe, prese l’asciugamano che era per terra, sparendo velocemente nella sua stanza, quando fu da sola pensò che si era quasi fatta sorprendere, tirò un sospiro di sollievo, e si preparò per un’altra doccia.

La sera dopo cena Mara era in camera sua, quando il telefono suonò;
-Ciao Mara, come sta Marco?-
-Ciao Lucia, sta bene, siamo potuti stare assieme solo per poco, ma devo dirti che ne è valsa la pena, mi sono divertita a succhiare il suo cazzone, anche se avrei voluto sentirlo dentro, ma mia madre stava per rientrare, e ci siamo dovuti accontentare-
-Spero di riuscire a vederlo presto, mi è mancato in questi giorni-
-Senti, se vuoi andiamo domani a trovarlo in ufficio, io ho le chiavi, se andiamo verso mezzogiorno, dovremmo trovarlo da solo…-
-Non prendertela, Mara, ma io volevo averlo per me per un po’…-
-Non preoccuparti, vi lascerò soli, tanto io lo acchiappo a casa. Allora ti va bene?-
-Sei un tesoro, saprò sdebitarmi, passo a prenderti domani verso le undici-
Le due ragazze si salutarono con una risatina, Mara si addormentò pensando all’indomani.
La mattina Mara si svegliò tardi, i suoi genitori erano già usciti senza svegliarla, era ufficialmente in vacanza, diede un occhiata alla sveglia, erano già le dieci passate, saltò giù dal letto, doveva prepararsi Lucia sarebbe passata tra non molto.
Dopo una doccia veloce si vestì, stava per vestirsi quando le venne un idea, prese dall’armadio una camicetta bianca e una gonna di sua madre, e le indossò, dopo aver raccolto i capelli sopra la testa, si guardò allo specchio e rise, poteva passare per una segretaria ‘particolare’, o per una studentessa di collegio, telefonò a Lucia dicendole di vestirsi come lei, sarebbe stata una sorpresa per il suo paparino, quando Lucia sentì la proposta si mise a ridere, ma accettò con entusiasmo, anzi le raccomandò di mettere una paio di scarpe con i tacchi alti.
Quando riattaccò Mara saccheggiò nuovamente l’armadio di sua madre, e ne prese un paio di scarpe con un tacco non troppo esagerato, i due giorni di mare avevano donato alle sue gambe una doratura naturale che le faceva risaltare.
Mentre Mara faceva colazione suonarono alla porta, quando aprì la studiò un attimo, il fisico di Lucia era più pieno del suo, e la gonna e la camicetta mettevano in risalto il seno e i fianchi dell’amica, Mara non si seppe trattenere salutandola con un bacio sensuale, a cui lei rispose avvinghiando la lingua con la sua;
-Sei splendida, appena ti vede a mio padre diventa duro immediatamente…-
-Grazie Mara, andiamo? è da ieri che ho voglia di vedere Marco-
Le due ragazze si avviarono verso l’ufficio del padre di Mara, sull’autobus gli sguardi degli uomini sembravano volerle spogliare, insieme formavano una coppia dirompente.
Prima di arrivare a destinazione dovettero rifiutare diversi inviti, ma tutte e due, presero nota mentalmente di quanto quel’abbigliamento le rendeva sexy.
Come Mara aveva previsto, quando arrivarono da suo padre gli uffici erano quasi deserti per la pausa pranzo, si recarono verso l’ufficio del padre per fargli la sorpresa.
Quando arrivarono videro che la segretaria era già andata via, ma doveva essere occupato in quanto si sentiva parlare, la porta dell’ufficio era socchiusa, e poterono sbirciare dentro, stava parlando al telefono con qualcuno, e il tono della voce sembrava di disappunto.
Aspettarono che finisse di telefonare prima di entrare, quando entrarono dentro l’uomo fece uno sguardo meravigliato, il suo sguardo andava da Mara a Lucia e gli occhi gli brillavano, per l’eccitazione;
-Ciao Papà, Lucia voleva venire a salutarti, non ti dispiace vero se siamo venute a trovarti…-
nel dire questo si era avvicinata all’uomo salutandolo con lungo bacio.
Mentre Mara lasciava che la lingua dell’uomo frugasse nella sua Lucia aveva slacciato i bottoni della camicetta scoprendo il reggiseno ricamato che aveva indossato, non voleva perdere tempo;
Marco si staccò da Mara, che continuò a stargli con le mani al collo;
-Mi spiace ragazze, ma sta per arrivare un cliente, e non ce neanche la segretaria, è stato una cosa improvvisa, non poso stare con voi…-
-Ma come…, Lucia non vedeva l’ora di stare con te….-
-Mi spiace, ma questa persona doveva arrivare domani, invece ha anticipato ad oggi, e mi trovo impreparato, tra l’altro ho dato anche il pomeriggio libero alla segretaria, capirete che sono incasinato-
-Povero papà, senti ho un idea, posso restare io, a farti da segretaria, non credo che ti serva molto, e magari ti sbrighi prima di quanto pensi; Mi spiace Lucia, se vuoi ti chiamo quando ho finito…-
-Resto anch’io, faremo le segretarie per un giorno, ti va bene Marco?-
-Grazie ragazze, ma, non mi serve molto, posso fare da solo-
-Ormai abbiamo deciso, cosa dobbiamo fare?-
-Quando Il cliente arriva lo annunciate, e poi se vi chiamo portate qualcosa da bere dal mobiletto lì-
Rimasero qualche minuto in attesa, mentre l’uomo preparava alcuni documenti che gli sarebbero serviti di li a poco, finalmente il cliente bussò, Lucia andò a riceverlo, mentre Mara era andata un attimo in bagno, Marco le fece cenno di farlo accomodare.
Lucia lo accompagnò e uscì seguita dallo sguardo dell’uomo, che la guardava con concupiscenza.
-Ho sentito una voce, è già arrivato?-
-Si, lo fatto entrare, sembra un tipo abbastanza simpatico, una cinquantina d’anni, portai benissimo, devo dirti che se ci provasse non farei molta resistenza…-
-Magari ci prova quando esce…-
L’interfono le interruppe in quel momento, Marco le stava chiamando;
-Lucia può portarci due caffé?-
-Si subito-
Le ragazze si diedero da fare preparando due caffé a cui aggiunsero una bottiglietta d’acqua, messo tutto sul vassoio Mara si preparò a portarlo;
-Voglio vedere se è come dici-
Bussò leggermente alla porta, la voce di suo padre la invitò ad entrare, l’ospite era seduto di fronte alla scrivania e le dava le spalle, si avvicinò posando il vassoio sulla scrivania, e dando le spalle all’uomo, maliziosamente fece in modo che il suo sedere, fasciato dalla gonna fosse in bella mostra, i due uomini smisero di parlare in attesa, che lei uscisse.
Mara versò i caffé, e ne porse uno a suo padre, poi si girò verso l’ospite;
-Quanto zucchero?-
Quando lo vide in faccia per poco non le venne un colpo, si trattava dell’uomo a cui aveva fatto un pompino al convegno dove aveva accompagnato suo padre, e dove si era fatta passare per la sua segretaria ed amante, e adesso era lì nell’ufficio di suo padre.
-Uno grazie-
Mentre Mara preparava il caffé l’uomo si rivolse a suo padre;
-Complimenti Marco, se non sbaglio questa deliziosa fanciulla è quella che ti ha accompagnato al convegno, e penso che l’altra splendida ragazza all’ingresso sia una sua collega, comunque adesso continuiamo. Mia cara ci può lasciare soli?-
Mara uscì rapidamente dalla stanza, quando Lucia la vide si accorse della sua espressione turbata;
-Cosa è successo, mi sembri strana-
-Ti ricordi cosa ti avevo detto del convegno? quando avevo fatto un pompino quel’uomo nel parco.
La persona che si trova nell’altra stanza è proprio quella, spero che papà non si faccia sfuggire niente. Quello mi credeva una squillo, e adesso credo che pensi la stessa cosa di te…-
-Certo che questa mattina ci siamo vestite un pò da troiette, vediamo cosa succede, se chiamano di nuovo vado io, comunque cosa vuoi che succeda. E poi non mi avevi detto che ti era piaciuto?-
-Hai ragione, certo che non credevo di ritrovarmelo davanti nell’ufficio di mio padre,-
La riunione non durò ancora molto, Marco e il cliente uscirono con un espressione soddisfatta, Mara e Lucia come due brave segretarie aspettavano in silenzio dietro la scrivania.
ara iniziava a pensare che i suoi timori erano infondati, in fin dei conti il cliente di suo padre non aveva detto niente, e stava andando via, adesso sarebbe andata via anche lei per lasciare Lucia sola con suo padre, era intenta in questi pensieri quando venne richiamata alla realtà dalla voce dell’uomo;
-Allora signorina, io resto in città un paio di giorni, spero che lei sia libera e possa farmi compagnia-
-Mara vide suo padre che stava per rispondere, prima che dicesse qualche parola di troppo, si affretto a parlare;
-Sa, siamo impegnate con il signor Marco, non possiamo deluderlo, magari una prossima volta…-
Nuovamente suo padre cercò di parlare, ma questa volta fu Lucia a impedirglielo dandogli un piccolo bacio sulle labbra.
L’uomo lo guardò con invidia, non aveva certo intenzione di lasciar cadere l’invito, si rivolse direttamente al padre di Mara;
-Non sarai così egoista da volerle tenere tutte e due per te, perché non usciamo questa sera, in quattro? Allora Marco che ne dici, sarebbe un ottimo modo per siglare l’accordo-
Marco apparve titubante, non poteva impegnarsi per le due ragazze, e poi come avrebbe giustificato con sua moglie il fatto che usciva con Mara di sera,;
-Non so se le ragazze possono venire con noi questa sera, probabilmente hanno già altri impegni…-
La scusa suonava debole, Mara scambiò una rapida occhiata con Lucia, un lampo divertito e complice attraversò i loro occhi, volevano accettare quell’invito;
-Non si preoccupi Marco, non abbiamo impegni, accettiamo con piacere il vostro invito-
-Perfetto Marco, vi aspetto questa sera alle otto al mio albergo, penso che sarà una serata divertente.-
Il cliente uscì, quando furono soli rimasero in silenzio qualche istante, poi Marco si rivolse alle due ragazze;
-Si può sapere cosa vi passa per la testa? Perché avete accettato l’invito di quel tipo, non avete capito che quello pensa di avere a che fare con delle squillo?-
-Lo abbiamo capito, ma non volevamo crearti problemi con il lavoro, e poi mi ha già visto con te al convegno, pensa già che sono una squillo…-
-Ha ragione Mara, e poi sarà divertente fare un uscita a quattro, non siamo mai usciti assieme, dai non ti faremo fare brutta figura…-
-Cosa racconto a tua madre Mara? Le dico che questa sera esco con te?-
-E dai papà, io le dico che dormo da Lucia, e Lucia dice a casa che dorme da me. Non è la prima volta che tu esci la sera per lavoro, non mi pare così difficile…-
-Dai Marco, eravamo venute per farti una sorpresa…, mi sei mancato in questi due giorni sai?-
Lucia aveva iniziato a strofinare il suo corpo su quello dell’uomo, un rigonfiamento della stoffa in mezzo alle gambe mostrava che era riuscita già ad eccitarlo.
La mano della ragazza scese in una lenta carezza sul corpo dell’uomo, fino a toccare la cintura dei pantaloni, mentre armeggiava con la cintura, porse le sue labbra all’uomo che avidamente si chinò su di lei cercando la sua lingua.
Mara stette a guardarli per qualche istante, tentata di partecipare a quel gioco, poi memore della promessa fatta a Lucia uscì dalla stanza lasciandoli soli, l’ultima cosa che vide era Lucia che si inginocchiava davanti a suo padre.
Mara fece un giro dell’isolato, non avevano molto tempo, la segretaria di suo padre sarebbe ritornata in ufficio entro breve, quindi Lucia non aveva molto tempo.
Un fischio di ammirazione la distolse dai suoi pensieri, si diresse a recuperare l’amica.
Quando arrivò vide che la segretaria non era ancora arrivata, suo padre e Lucia stavano parlando davanti alla porta dell’ufficio, quindi si avvicinò;
-Allora Mara, stavamo discutendo di questa sera, Marco ci telefona più tardi per dirci l’orario, dovremo vestirci eleganti, i porteranno a cena e poi in qualche locale, mi sembra un bel programma-
-Io continuo a pensare che dovremmo lasciare perdere…-
-e dai papa… sarà divertente, vedrai che non succederà niente-
Un rumore nell’altra stanza li distrasse, era rientrata la segretaria, quindi la discussione finì lì, Mara e Lucia si congedarono, quando passarono davanti alla segretaria, questa le guardò con uno sguardo strano, ma conosceva Mara, e quindi non avrebbe avuto pensieri strani sulla visita di due ragazze vestite da zoccolette.
Quando arrivò a casa Mara aprì subito l’armadio per cercare il vestito da indossare quella sera, aveva poco da scegliere, l’unico veramente elegante era un vestito nero con un taglio asimmetrico che aveva comprato l’anno prima per il matrimonio della cugina, sarebbe dovuto bastare, per le scarpe aveva un paio di sandali neri con tacco alto che le stavano divinamente.
per la biancheria aveva meno problemi, anzi ebbe l’imbarazzo della scelta, decise che non era il caso di mettere il reggiseno, quindi scelse solo un piccolo slippino striminzito.
Mentre sistemava i vestiti in una borsa, le telefonò Lucia;
-Ciao Mara, ci cambiamo da me, i miei genitori questa sera escono, quindi dalle sette avremo la casa libera, io ho già detto che sarà a casa tua, ti aspetto qui-
Perfetto, tutto filava per il meglio, sua madre rientrò poco dopo, e non obbiettò quando le disse che avrebbe dormito da Lucia.
Suo padre rientrò in anticipo, e questa volta sua madre fece qualche storia quando gli disse che sarebbe uscito a cena con un cliente, e ancora di più quando seppe chi era il cliente, evidentemente lo conosceva, ma si arrese , sapeva che era un cliente importante.
Mara uscì di casa e si recò da Lucia, quando arrivò i suoi genitori stavano già preparandosi per uscire, la salutarono frettolosamente;
-Ciao Mara, è carino che tu sia venuta a prendere Lucia, altrimenti stasera doveva rimanere da sola a casa, spero che i tuoi genitori non si disturbino-
-Non si preoccupi signora, i miei genitori neanche si accorgeranno che è in casa…-
Appena sole le due ragazze iniziarono a prepararsi, il padre di Mara sarebbe passato a prenderle prima delle otto, e poi si sarebbero recate a prendere il cliente in albergo, tutte e due si sentivano molto eccitate dalla situazione in cui si erano messe, era come se fossero in film giallo, dove tutti credevano che loro fossero qualcos’altro.
Dopo aver fatto una veloce doccia le ragazze iniziarono a vestirsi, Mara aveva pochi vestiti, e fu pronta in un attimo, Lucia aveva preso un leggero vestito rosa simile a quello di mara, il colore pallido lo rendeva molto elegante, dapprima aveva pensato di indossarlo senza reggiseno, ma il seno più abbondante di quello di Mara la fece desistere, indossò un reggiseno ricamato dello stesso rosa del vestito, a cui abbinò un minuscolo slip dello stesso colore, adesso il vestito le stava molto meglio.
-Lucia, come lasciamo i capelli? Li leghiamo o sciolti?-
-Sciolti, soprattutto a te stanno benissimo-
dedicarono alcuni minuti a sistemare i capelli con la spazzola, e poi si dedicarono al trucco, optarono per un trucco leggero, appena un velo di rossetto e un filo di bronzo sulle palprebe, che quasi non si vedeva, stavano ancora rimirandosi quando il cellulare di Mara suonò, era suo padre che le avvertiva che era già arrivato e che potevano scendere, di corsa si infilarono le scarpe e scesero.
Quando Marco le vide rimase senza fiato, sentì un erezione spingere prepotente la stoffa dei pantaloni, si sentì trafiggere da una fitta di gelosia, quelle erano le sue donne, perché avrebbe dovuto dividerle.
Le due ragazze lo salutarono con un bacio sulla guancia, e finalmente partirono.
Arrivati all’albergo del cliente scesero tutti e tre, erano attesi al bar, il passaggio delle due ragazze non passava certo inosservato, gli occhi maschili guardavano Marco con invidia, mentre le donne cercavano un difetto nelle due ragazze, appena il cliente di Marcò le vide gli occhi gli si illuminarono, si diresse verso di loro salutandole calorosamente;
-Ho proprio fatto bene ad insistere, altrimenti mi sarei privato del piacere di vedere queste due splendide fanciulle, che tu Marco volevi tenere nascoste. Volete prendere un aperitivo o preferite che andiamo subito a cena? Ho prenotato da ‘Salvo’ vedrete che il posto vi piacerà-
-Forse è meglio andare a cena, ho l’impressione che lei non veda l’ora di farci bere…-, la voce di Lucia era bassa e sensuale, Mara sentì un brivido lungo la schiena sentendola parlare, e si strinse al braccio di suo padre;
-Toccato, andiamo allora..-
L’uomo offerse il braccio a Lucia e il gruppo uscì dalla sala.
Arrivati al ristorante Valerio, questo era il nome del cliente di Marco, si dimostrò un ottimo conversatore, le ragazze si sentivano a loro agio, contrariamente a quanto si aspettavano non fece avance per il proseguo della serata.
Finita la cena Mara ebbe l’impressione che Valerio si fosse dedicato molto più a corteggiare Lucia che lei, l’impressione divenne certezza quando lui diede il braccio all’amica per aiutala ad alzarsi, poco male, aveva il suo papà tutto per se.
Il locale dove si recarono per terminare la serata era un Nightclub club particolare, bisognava essere soci per entrare, Mara fu stupita quando vide che suo padre tirò fuori una tessera da socio, che li fece entrare senza problemi, si ripromise di chiedergli da quanto tempo lui andava in quel locale.
Si accomodarono in un piccolo separé, da cui potevano vedere un palco illuminato da una luce fioca, la luce era molto bassa e on si distinguevano gli altri avventori.
Mentre ordinavano da bere la luce sul palco salì di intensità, e una splendida ragazza iniziò una lenta danza, man mano che la musica proseguiva la ragazza sul palco si toglieva gli indumenti, Mara e Lucia capirono che il locale doveva essere molto ‘particolare’, quella starna eccitazione che le aveva accompagnate per tutta la sera si stava trasformando in frenesia, adesso avrebbero voluto appartarsi con i loro cavalieri, per dare sfogo alle loro voglie.
Valerio era seduto accanto a Lucia, mentre la ragazza era intenta a bere il suo drink la sua mano s era posata sulla sua gamba iniziando a risalire in una lenta carezza, lei dapprima trasalì al tocco, per poi rilassarsi completamente, si sistemò meglio sul dvanetto dove era seduta per permettere alle mani dell’uomo di esplorare meglio il suo corpo, adesso il bicchiere giaceva dimenticato sul tavolo.
Intenta a guardare lo strip Mara non si accorse subito di quanto succedeva accanto a lei, la sua attenzione venne attirata da un gemito di Lucia, si girò e vide suo padre rapito dalla scena della sua amante carezzata da un altro uomo, dapprima una fitta di gelosia la colse, la sua vanità era ferita dal fatto che Valerio si dedicasse all’amica anziché a lei, aveva dimenticato quanto avevano fatto nel parco?
Poi la sua mano cercò quella di suo padre stringendola forte, lui si girò verso di lei, e le loro labbra vennero a contatto, la mano libera di Mara andò a carezzare l’uomo in mezzo alle gambe, il trovare il sesso già duro la fece inorgoglire, aderì con il corpo ancora di più a quello di suo padre, ormai incurante della coppia accanto a loro.
-Non sarebbe il caso di spostarci in un posto più appartato?-
Lucia si era staccata un attimo dall’uomo, la sua voce era resa roca dall’eccitazione, e tradiva la sua impazienza;
-Nessuno fa caso a quello che succede nei separé, ma se vuoi possiamo spostarci in una delle salette interne…-
Lucia assentì con la testa;
-Voi restate qui?-
Mara e suo padre si staccarono, e si fissarono, poi seguirono l’altra coppia in un piccolo corridoio, qui entrarono ognuno in una stanza separandosi.
Finalmente Mara era da sola con suo padre, sentiva la testa ribollirle per l’eccitazione, con pochi gesti fece scivolare a terra il suo vestito, anche gli slip lo seguirono, restò nuda con solo i sandali davanti a suo padre, voleva che lui potesse osservarla bene, poi si avvicinò a lui iniziando a spogliarlo, in breve entrambi furono nudi e si ritrovarono abbracciati sul letto che arredava la stanza,.
Mara voleva impossessarsi del cazzo dell’uomo per sentirne la consistenza nella bocca, ma le forti braccia del padre la sdraiarono supina, non fece in tempo a protestare, che sentì la sua lingua muoversi veloce sulla sua fessura, mentre un dito forzava l’apertura della sua fichetta, una fitta piacere le attraversò la testa, allargò ancora di più le gambe, lasciando che la lingua frugasse dentro di lei.
Mara sentiva la lingua mentre si muoveva veloce sul suo clitoride per poi scendere a leccare l’ingresso della sua vagina, sentiva un fuoco divorarla dentro, mentre liquidi di piacere la bagnavano.
non ci volle molto perché un orgasmo la facesse gemere, ma suo padre continuò ancora a lungo a divorarle la fica.
-Dentro… ti prego, mettimelo dentro…-
L’uomo afferrò Mara come fosse priva di peso, si era sdraiata e adesso lei stava sopra, il cazzo duro svettava verso di lei, la mano di Mara lo strinse per guidarlo verso l’apertura della sua vagina, quando lo sentì forzare l’ingresso si lasciò cadere sopra, per sentirlo tutto, l’asta che entrava dentro di lei le diede l’impressione di aprirla in due, un urlo di paicere le uscì dalla bocca, stette un attimo per abituarsi a quella presenza, poi iniziò a muovere il bacino, sempre più forte, iniziando una furiosa cavalcata.
Ogni volta che si alzava le sembrava di svuotarsi, mentre quando si lasciava cadere sentiva il fiato mancarle, continuò a muoversi con un ritmo forsennato, finché sentì le forze mancarle.
Non fece in tempo a riprendere fiato che si ritrovò supina, mentre il cazzo affondava nuovamente dentro di lei, adesso non era lei a comandare il ritmo di quella cavalcata, l’asta scavava dentro di lei con forza togliendole il fiato, si strinse a suo padre abbracciandolo, le sue dita lasciarono lunghi graffi sulla sua schiena, mentre esplodeva nuovamente in un orgasmo violento.
Mara cercò di alzarsi, ma il corpo scosso dai fremiti del piacere rifiutò di obbedirle, si sentiva stanca, ma non ancora appagata, voleva che quei momenti non cessassero.
Con uno sforzo si sollevò, afferrando il cazzo ancora duro, lo sentì bagnato al tatto, ma non vi badò, lo fece scivolare dentro la sua bocca stringendolo tra le labbra, ne assaggiò la consistenza, poi prese a muovere la testa facendolo scorrere tra le labbra.
Suo padre mugolava ad ogni affondo nella sua bocca, i suoi sospiri di piacere faceva aumentare l’eccitazione di Mara, la mano di suo padre inizio a carezzarla in mezzo alle gambe, invadendo la sua vagina con le dita, Mara sentiva le dita muoversi tra i i succhi che le colavano tra le gambe, strinse le gambe per sentirlo ancora di più, un dito scivolò fino a sfiorare il suo culetto.
Il dito bagnato non fece fatica ad entrare dentro il suo buchino, la cosa faceva godere ancora di più Mara, che tirò fuori il cazzo dalla bocca per poter emettere un gridolino di piacere, poi continuò con la lingua a percorrere l’asta che stimgrva tra le mani.
Il cazzo che stringeva nella mano iniziò a sussultare, Mara capì che stava per venirsene, il movimento della sua mano diventò più veloce mentre teneva la punta stretta tra le labbra, un getto caldo le invase la bocca, lei succhiò con forza per non perderne neanche una goccia, stette per lunghi istanti a ricevere il liquido caldo, ingoiandolo tutto.
Mara e suo padre rimasero abbracciati a riprendere fiato, mara averebbe voluto continuare, ma suo padre le fece vedere l’ora che si era fatta;
-Quando esco per cene di lavoro rientro al massimo verso l’una, e non voglio che tua madre sospetti qualcosa. Del resto anche Valerio deve partire domattina presto, e credo che anche lui e Lucia tra un po’ saranno pronti per andare-
Riluttante Mara dovette riconoscere che suo padre aveva ragione, fece una doccia veloce e si rivestì, nel sistemarsi allo specchio vide che aveva un aria stanca, dopo si recarono al bar.
Lucia e Valerio erano già lì che li aspettavano, anche la sua amica aveva l’aria stanca, anche se soddisfatta, presero un ultimo drink ed uscirono.
Quando accompagnarono Valerio al suo albergo questi diede una busta a Lucia prima di lasciarli;
-Ragazze, questo è un piccolo extra, spero di potervi rivedere la prossima volta che ripasso in città-
-Chi può dirlo? Noi non facciamo mai piani a lunga scadenza…-
Lucia diede un bacino a Valerio e si avviarono.
-Andiamo a casa tua Lucia?-
-Non so Marco, devo vedere se i miei sono già rientrati, loro sanno che io dormivo da Mara… cazzo…-
Mentre parlava Lucia aveva aperto la busta, conteneva dieci biglietti da cento euro, rimase per un attimo a guardarli, anche Mara si girò e rimase senza parole, sapevano tutte e due che quella sera interpretavano due squillo, ma non credevano che ci avrebbero preso dei soldi, e soprattutto tanti.
-Valerio è sempre molto generoso, ha voluto darvi un extra, pensa che io vi abbia già pagato la serata…-
Rimasero in silenzio fino a casa di Lucia, quando arrivarono Lucia si accertò che i suoi non fossero ancora rientrati, ma erano già arrivati;
-Senti, vieni a casa mia, mamma sta dormendo, se non facciamo rumore non si accorgerà che siamo in casa, e lei domani uscirà presto-
Cosi si diressero a casa di Mara, furono fortunati, Marco tenne impegnata la moglie, Mara e Lucia stanche si rintanarono in silenzio nella stanza di Mara, dove si addormentarono appena si spogliarono.

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