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15_ Il vento non sa Leggere ( le Cronache della Strega)

By 16 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Non cantarmi canzoni del giorno
perch&egrave il sole &egrave nemico degli amanti.
Cantami invece delle ombre e del buio
e dei ricordi di mezzanotte…’
Saffo

Alla fine &egrave il sesso che conta. E anche all’inizio.
Siamo nati perché i nostri genitori hanno fatto sesso. E’ un dato di fatto.
Ci innamoriamo di persone e poi ci facciamo sesso.
A volte non rispettando nemmeno quest’ordine e a volte trascurando pure il dettaglio dell’innamoramento.
Per me &egrave diverso perché mi innamoro sempre. In modo più o meno grave, quello sì ma bene o male ci casco sempre.
Non riesco a capire come si possa fare sesso senza amore perché una piccola parte di me si innamora sempre. O prima o dopo’a volte anche durante.
Ci sono diversi gradi di innamoramento per me :
1) la Cotta: situazione poco grave e dalla quale mi riprendo facilmente
2) la Sbandata : situazione mediamente grave che mi lascia sempre qualche livido sul cuore.
3) La Testata : situazione molto grave che al culmine della propria gravità può diventare anche Nucleare ovvero una Testata Nucleare. Da questa &egrave dura ripigliarsi, le conseguenze sono nefaste e lasciano sempre un post-it nella location dove stava il mio cuore, con la scritta ‘ sono in riparazione torno appena possibile’.
La parte peggiore &egrave che spesso le cotte e le Sbandate si trasformano anche nottetempo in Testate, spesso Nucleari, senza che mi venga preavvisato alcunché. Così si trasformano come i gremlins’da una cosina simpatica, tenera e buffa in una roba pericolosa, mordace, e soprattutto totalmente ingovernabile.
Perciò conoscendo tutto questo &egrave difficile navigare fra i flutti della vita senza timore di essere trascinati a fondo da pesi che noi stessi applichiamo alle nostre cinture’cinture ovviamente di NON-Castità.
Passiamo l’infanzia all’insegna del gioco. Forse come per i felini &egrave una sorta di preparazione ai giochi che faremo da adulti? I rapporti d’amore sono una partita a scacchi? Strategia, mosse e contromosse il cui scopo &egrave tenere in sospeso l’avversario fino a quando non riusciamo a vincere? A volte veramente &egrave difficile capire quando &egrave ora di ritirarsi dal gioco. Per me il momento &egrave adesso.
Marco, forse giocando, o forse credendosi innamorato mi aveva fatto credere di essere innamorato e peggio di tutto ci stavo credendo anche io’prima o poi anche i cacciatori come me vogliono diventare una preda ed essere felicemente catturati. Ero stanca di giocare a guardie e ladri, e mi ero lasciata catturare’la Sbandata era diventata in breve tempo una Testata Nucleare di Immani dimensioni. Il cuore che un tempo avevo avuto era tornato al suo posto, e si era illuso di essere finalmente sazio di dolore.
Ma &egrave proprio quando ci si ferma e ci si rilassa che le cose iniziano ad andare a scatafascio.
Quando le cose sono troppo facili siamo portate a sospettare, devono diventare complicate per poter credere che siano reali? Ma cosa succede se non ci sono ostacoli? Significa che ci manca qualcosa? Ci serve il dramma per far funzionare una relazione?
Era un sabato sera come molti’le cose che un tempo erano eccitanti erano divenute quasi una calda abitudine in cui rifugiarsi, perciò le cenette fuori eran diventate cenette cinesi take away consumate a letto a casa di lui, fra una coccola ed un bacio’Entrai serena con circa una mezz’oretta di anticipo, avevo le chiavi’tanto valeva usarle..Vì era serenamente acquattata dietro al mio ventricolo destro in attesa di un eclatante quanto oramai classica notte di passione’
Infilai la chiave e girai seranemente, ma la porta era aperta. ‘Strano’ mi dissi. Sono quelle piccole cose che non dovrebbero suonare strane ma noi donne abbiamo un sesto senso’ per alcune cose’ma non vediamo le persone morte, vediamo le relazioni camminare lentamente sul filo del rasoio già prima che il rasoio venga affilato’
Marco era sotto alla doccia, c’era un’atmosfera strana e non sapevo perché’cosi mi sedetti un attimo sul piccolo divano’levandomi la giacca’
Vì : ‘ Opium’
‘ no magari dopo ora sto bene cosi”
Vì : ‘ Opium’il profumo’
La cosa odiosa di avere una vocetta interiore &egrave che ti fa notare anche quei piccoli particolari che la tua mente razionale non avrebbe notato, ed il fatto stesso di non notarli a volte aiuta a vivere più sereni’ignoranti ma sereni !
Già il cuore mi balzava in gola ancora prima che la mente avesse fatto germogliare l’amaro seme del dubbio’
‘ deve esserci una spiegazione”
Vì : ‘ sì come le sigarette col rossetto rosa ciclamino che tu non usi nel posacenere accanto al letto’.
Le avevo viste ma non le avevo forse volute vedere?
Ancora prima di sentire qualche spiegazione già la mia mente era infuriata. Ma con chi?
Con lui o con me stessa per esserci cascata di nuovo con un uomo che sapevo non essere portato per la monogamia?
E’ come chiedere al vento di non strapazzare i fiori’.c’&egrave scritto ‘vietato calpestare le aiuole’ ma il vento le può scompigliare perché il vento’non sa leggere!
Marco uscì dalla doccia, &egrave un luogo comune se scrivo bello come un dio greco, quindi scriverò bello come un guerriero vichingo. I lunghi capelli bagnati, il fisico bellissimo nella sua malcelata imperfezione che lo rendeva cosi sexy’. E già sapendo che forse non era più mio, era ancora più desiderabile, come se ci abituassimo alle cose che diamo per scontate ma desiderassimo sempre quelle che non possiamo ( forse ) avere.
Dovevo vomitagli addosso miriadi di domande come un interrogatorio in un poliziesco o dovevo fare finta di nulla e buttare lì qualche domanda casuale nel corso della serata?
La mia ansia mi suggeriva di seppellirlo di domande, la mia naturale insicurezza mi indicava di andarci moderatamente cauta. Se sai di camminare su una strada fatta di uova non puoi mica saltare’devi procedere con cautela.
Vì disapprovava seduta con le lunghe gambe accavallate dietro alla mia coscienza, mentre il mio amor proprio mi comunicava le proprie dimissioni con effetto immediato, sfoderai un gran sorriso, proprio di quelli da pubblicità del dentifricio, e dissi ‘ wow sei bellissimo !’
Mentre artigli di tenebra scrivevano a lettere di fuoco sul mio cuore la frase ‘ FRAGILE’.
Lui si mosse con la sicurezza di sempre, insinuando dubbi nella mia mente scossa da turbamenti’ mi stavo immaginando tutto? Oppure era proprio come immaginavo e chiudevo gli occhi per non vedere?
Le mie lettrici donne staranno inorridendo’sono certa che loro parteggiavano per Marco’e che in fondo al loro cuoricino assetato di sesso, sono felici quando leggono racconti a lieto fine’e sono semisicura che ci credono cosi tanto al lieto fine che sperano che veramente io mi fossi immaginata tutto’
Suspence’leggete e lo scoprirete.
Lui sorrise, uno di quei sorrisi che possono fare male al cuore, c’era come un velo di tristezza, o forse ero solo io che lo volevo vedere, perché non potevo credere che lui potesse ingannarmi con tanta leggerezza’e poi mi si avvicinò, velocemente, prendendomi fra le braccia e sussurrandomi fra i capelli ‘ mi sei mancata’.
Che gli ero mancata era chiaro’.oppure nascondeva una banana sotto all’asciugamano? A voi la risposta.
Chiusi la mente ai dubbi, o almeno cosi volevo fare, in quell’istante.
Perché a volte un istante può scorrere lento come una vita intera, e a volte &egrave fuggevole come passettini d’elfo?
La me stessa razionale voleva dargli una sberla e interrogarlo piantandogli l’abat jour in faccia, vederlo mentire o forse dire la verità, calmare le mie paure, consolare le mie ansie’la me stessa irrazionale voleva solo sentirlo ancora una volta mio’forse come una gatta in amore che segna il territorio volevo dargli ancora una volta tutta me stessa per mostrargli ‘ quello che sapevo fare”? O semplicemente, umanamente volevo solo sentirlo dentro di me per l’ultima volta di sapere la verità?
Ci sono domande destinate a restare senza risposta’almeno per me. Voi potete immaginare quello che desiderate’
La mia camicia volò via, dimenticata da qualche parte fra i divano e le mie insicurezze’le scarpe erano già state eliminate, la gonna scese lentamente accarezzandomi le cosce nude, ultimo baluardo di una mia presunta ribellione. Sotto non indossavo nulla, ero nuda come lo era la mia anima.
Vì gioiva del fatto che avremmo nuovamente goduto con il nostro vichingo, sbattendosene le balle di qualsivoglia implicazione sentimentale. Mentre Marco scendeva a baciarmi il seno e la pancia io ancora mi ponevo domande’ma per il momento l’unica risposta era ‘ lo voglio adesso non mi frega niente di niente’. Scese ancora spostando la sua bocca sul mio sesso già umido, gli piaceva scrivere cose.
Con la punta della lingua scriveva cose, piccole brevi frasi nella mia intimità ed io dovevo indovinare cosa diavolo stesse vergando con la sua lingua calda ‘ il più delle volte sparavo cose a caso, provateci ragazze’non &egrave semplice, ma c’&egrave da dire che questo gioco, seppure difficile &egrave comunque mooooolto divertente ed appagante; ma non era il tempo dei giochi, spostandomi mi avviai verso il grande letto, domandandomi se anche alla fantasmagorica ‘ altra’ avesse scritto frasi con linguaggi ( e quando dico linguaggi intendo proprio LINGUAGGI) da sms nella figa e soprattutto se nel letto ci fosse ancora l’odore di lei’ma a volte, come detto all’inizio &egrave il sesso che conta. In quel momento per me contava quello, una parte di me voleva essere ‘brava’, come se dimostrando la mia bravura potessi in qualche modo scacciare via in fantasmi, e un’altra parte di me voleva invece dimostrare superiorità e godersi solo la scopata. Ma io non so scopare. So soltanto fare l’amore!
Così presi fra le labbra il suo membro turgido, leccandolo e baciandolo con tenerezza e arroganza al tempo stesso. Come un cane col suo osso? O forse come una ragazza disperata? Lo feci scorrere fin giù in fondo nella mia gola, godendo dei suoi sospiri, in quei piccoli momenti era tutto mio, fuggevoli momenti, piccole vittorie.
Il suo membro mi soffocava, mi entrava nel profondo della gola, violava il mio palato, la mia lingua, il mio cuore. Piccole calde lacrime presero a scendermi lungo le gote’se le vide le scambiò per una conseguenza meccanica dell’atto in sé. Almeno credo.
Poi mi fu sopra, il suo peso che mi allargava le cosce, la sua bocca sulla mia. L’odore dei suoi capelli le sue mani dappertutto.
E’ strano come quando amiamo qualcuno diventiamo quasi tutt’uno col suo corpo. Conosciamo tutto, la grana della pelle, la disposizione dei nei, impariamo a riconoscere piccole costellazioni intime nella loro disposizione, ed ora i miei pensieri erano rivolti al fatto che un’altra donna probabilmente aveva navigato in quella galassia.
‘Mirta sei fantastica’ mi sussurrava nell’orecchio mentre entrava prepotentemente dentro di me.
Era come una dolce violenza perché il mio corpo lo voleva, il mio bacino seguiva i suoi movimenti cadenzati, mentre la mia mente urlava.
Dentro , a fondo, più in fondo, giù, tutto dentro, più forte, con forza, più veloce, ansima, stancati, sfogati, fammi male, godi e fammi godere ma sii solo mio! tutto! adesso!
Godetti all’improvviso, come se i sensi ed i corpo si fossero scordati di comunicare alla mente che avevano intenzione di entrare in un travolgente orgasmo. E anche se mi immaginavo lui che faceva le stesse cose con un’altra non mi fregava un cazzo. Assolutamente nulla’ero quasi fiera di me.
Riempiendomi il collo di baci e piccoli morsi mi fece girare mettere a carponi, e poi fu di nuovo dentro di me. Questa volta con furia, come se volesse farmi male’ma era un dolce dolore in confronto a quello che stava per piombarmi nel cuore. Le sue mani sui fianchi a guidarmi a sottomettermi ai suoi voleri, e io, donna senza faccia vedevo piccole lacrime bagnare il cuscino.
Il mio corpo mi tradiva. Come poteva godere e piangere al tempo stesso mentre la mente doveva decidere ancora da che parte schierarsi?!
La sua mano sul mio sesso a stimolarmi il suo bel cazzo piantato a fondo dentro di me, e quel fuoco caldo liquido, quella sensazione che appaga i nervi ed i sensi, come buttare giù un bicchiere di brandy in un sol sorso’
‘ Ti amo Mirta’. E poi il suo sperma caldo che mi arriva sulla schiena’.come se fossi una cosa da marchiare, e il senso di vuoto che lascia dentro di me quando esce’si butta sul letto e mi dice ‘ vieni qua, non dici nulla?’ se fosse tutto normale mi rifugerei fra le sue braccia aspettando il secondo round’ma ora voglio litigare’e non posso farlo con il suo marchio cocente sulla mia pelle’cosi mi divincolo e scappo nella doccia’
Mi dice qualcosa mentre me ne vado’ma io ho già acceso l’acqua’e mi rifugio in un mondo che mi monda dai pensieri e dai marchi a fuoco.
Quando uscii una strana calma mi pervase’Vì mi fece notare che era solo la conseguenza dell’appagamento sessuale’io mi sentivo forte perché in qualche modo avevo ottenuto qualcosa’forse di effimero, ma in quel momento mi serviva sapere di poter avere un minimo di controllo. Uscii dalla doccia, mi asciugai con calma, raccolsi i capelli in una crocchia scomposta sul capo e poi cosi nuda, come una dea guerriera mi accinsi a combattere una battaglia che avrei perduto.
La differenza tra i litigi fra innamorati e gli incontri di boxe &egrave che non c’&egrave un arbitro. Nessuno ti dice quali colpi sono sotto la cintura o quando andare nei rispettivi angoli e di conseguenza qualcuno solitamente si fa male.
Non sapevo come iniziare, non volevo cadere nemmeno nelle frasi fatte, nei luoghi comuni di dire ‘ mi tradisci’.
Così ricacciando indietro le lacrime mormorai con voce ferma ad un uomo nudo che mi guardava sorridendo: ‘ Lei passa sempre prima di me? Oppure ora se me ne vado torna subito?’
Mi resi subito conto che gli avevo un po’ bloccato ogni scappatoia. Gli uomini non sono mai capaci di nascondere bene le tracce dei tradimenti, dimenticano sempre qualchecosa’forse lo fanno apposta inconsciamente o forse sono semplicemente fatti cosi.
Marco si alzò a sedere e si coprì parzialmente con il lenzuolo, come se la discussione necessitasse di occultare il corpo del reato. Poi mormorò ‘ ma che dici?’. Probabilmente non riusciva a capire i sottili meccanismi che si erano susseguiti nella mia mente.
Feci un gesto nell’aria e poi dissi ‘ il profumo’le sigarette nel posacenere accanto al letto”una pausa strategica, anche perché quelle due cose dette cosi a parole, sembravano non incriminare più nessuno se non la mia insicurezza’e cercavo qualcos’altro un’altra prova per incastrarlo’e poi arrivo” e’la tua faccia!’
Se non fosse stato vero avrebbe sorriso, ed invece era pallido, si era coperto, non aveva parlato ma l’aveva ammesso. Le lacrime odiose, bastarde, traditrici, scesero giù inattese, stupide come me.
‘ Non capisci fammi spiegare”
Mi rivestii mentre l’atmosfera si faceva cupa, pesante, ad un tratto non volevo più essere lì. Non volevo più essere io!
‘ non dire niente perché almeno di sentirmi dire altre balle non lo merito’.
La mia voce incrinata mi faceva incazzare, più di tutto!
Si prese la testa fra le mani. Avrei voluto che facesse mille altre cose ma non fece nulla.
Se ne stava lì con la testa fra le mani come se una disgrazia gli fosse piovuta addosso’
Ed uscii, lasciando al porta aperta, e in un istante, ma di quelli brevi ero seduta in macchina, un istante dopo ero sulla strada del lago’
Spezzoni, come se la mente si prendesse delle piccole vacanze.
Seduta sul cofano a fumare una sigaretta mentre il vento accarezzava le acque nere del lago. Lo stesso vento che non sa leggere.

Graditi commenti come sempre a ghostofwinter@hotmail.it
E non scordatevi di leggere anche i racconti precedenti!!
Mirta

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