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Buongiorno tesoro

By 9 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ieri sera mi sono infilata nel lettone, come spesso mi capita quando papà fa il turno di notte.
Mi è sempre piaciuto dormire su quel letto enorme, anche quando con noi c’era ancora la mamma e papà ha sempre apprezzato questa mia abitudine; gli piace trovare il letto sfatto e caldo dove infilarsi appena io esco, e svegliarmi per dare inizio alla mia giornata con un cornetto caldo preso da Piero, il fornaio sotto casa.
Sono già cosciente quando sento il rumore della chiave nella serratura, ma aspetto che sia lui a destarmi dal sonno, come una principessa aspetta il suo principe azzurro.
è entrato in casa, sento forte nell’aria il profumo di cornetti appena sfornati (quelli di Piero sono inconfondibili) mentre mi giro e rigiro nel letto fino a mettermi a pancia sotto.
Percepisco la sua presenza sulla porta della stanza, ho gli occhi chiusi ed la testa voltata dall’altra parte, ma sono sicura che sia lì immobile a fissarmi mentre dormo.
Controllo il respiro per far sembrare il mio un sonno ancora profondo.
Non so perché sia ancora lì fermo e perché non mi abbia ancora svegliata; forse è ancora presto, o forse, come dice sempre lui, quando dormo sembro in pace col mondo e non vuol rompere l’incantesimo.
Si avvicina e si siede sul letto accanto a me.
Lentamente sento sollevare prima la coperta e poi il lenzuolo che mi coprivano fin sotto le spalle fino a poco fa.
Indossando solamente una canottiera e gli slip comincio a sentire freddo ma continuo a fingermi profondamente sopita.
Per un po’ non succede nulla, io sono stesa sul letto scoperta ed infreddolita e lui è vicino a me; ignoro cosa stia facendo, non sento rumori, o movimenti, ma avverto forte la sua presenza ed il suo sguardo fisso su di me.
Lo stallo è rotto dalla sua mano che dolcemente accarezza i miei lunghi capelli castani.
Con un movimento dolce e lento li raccoglie tutti a se, come a formare un coda, e li scosta lateralmente abbandonandoli sul cuscino.
Un dito ora sfiora appena il mio collo rimasto nudo e dalla nuca comincia a seguirne il profilo.
Ora sul collo, ora sulla schiena, ora sulla natica lasciata scoperta dallo slip, ora sulla coscia e fin giù sul tallone, come se fosse una matita disegna la linea del mio corpo attraversato da un brivido improvviso che tradisce il mio inganno.
Il mio gioco è scoperto, sono stata smascherata ma non è ancora finita.
Mi giro sulla schiena, sbadigliando e stiracchiandomi come appena svegliata.
Gli dico ‘ciao pà, sei già qui? è ora di alzarsi allora’ rimanendo lì stesa accanto a lui.
Papà è steso sul letto, poggiato sul fianco e voltato verso di me; non dice nulla e continua a fissarmi tanto intensamente da farmi rimanere lì , sdraiata ed immobile quasi ipnotizzata.
Ho la pelle d’oca ed i capezzoli inturgiditi dal freddo, vorrei coprirmi ma non posso, sono rapita da una volontà superiore, la sua.
Cerco, senza riuscirci, di reggere il suo sguardo ed allora mi abbandono a lui chiudendo gli occhi in attesa degli eventi.
La sua mano forte si poggia sui miei occhi quasi voglia assicurarsi che essi realmente non vedano cosa sta per accadere.
Lentamente scende sul collo e poi sul seno, stringendo forte una mammella come fosse la metà di un’arancia da cui spremere tutto il succo per poi gustarne il sapore.
Deve essere la smorfia, quasi di dolore, che compare sul mio volto a farglielo lasciare.
Ora la sua mano è tutta aperta sul mio ventre per sentirne il calore.
è tutto vero o sto sognando? Penso rimanendo sempre immobile e con gli occhi chiusi, per non far si che un mio movimento od una parola possano interromperlo o peggio ancora farmi scoprire che non tutto quel che accade, accade per davvero.
La sua mano si infila sicura dentro i miei slip, accarezza il pelo riccioluto e folto e giunge al mio sesso lasciando che un dito vi si intrufoli dentro.
Non bastasse l’umido della mia passerina, anche un improvviso riflesso delle mie gambe a contrarsi per intrappolare dentro il gradito visitatore rivela il mio stato di eccitazione.
Senza indugiare si libera della mia presa.
Che sia già tutto finito? Il dilemma dura poco.
Sento mio padre cambiare posizione, afferrare i miei slip e tirarli via.
La mia fica è nuda davanti a lui e lo vuole.
Cerco di assecondare ogni suo movimento, e così mi apre le gambe senza trovare resistenza nei miei muscoli.
Quanto vorrei che mi penetrasse, che mi scopasse fino a farmi godere; vorrei scoprire che effetto fa averlo dentro.
La mia attesa non è certo delusa, ma certamente rimango sorpresa sentendo che a farsi largo la le mie gambe è la sua testa e non il suo pene.
La sua lingua lambisce l’interno delle mie cosce, in un lento corteggiamento che alimenta ancora la brama di piacere.
Finalmente eccola lambire le labbra della mia fica, assaporare le prime gocce che essa le dona e poi giù fino al clitoride.
è un continuo alternarsi di piccoli tocchi ed affondi decisi che mi scuotono provocandomi brividi di piacere.
Mi aggrappo con le unghie al lenzuolo per restare ferma e mi mordo le labbra per non urlare, finché esplodo in un orgasmo che mi libera dalla forza che fino a quel momento mi aveva bloccata.
Non è un sogno ne sono sicura, è tutto vero.
Apro gli occhi ed incrocio lo sguardo del mio amante, tolgo la canottiera e sono nuda davanti a lui.
Con lo sguardo fisso sul mio mi bacia sulla fica, poi sul ventre, sull’ombelico e tra i seni; cerca con la bocca un capezzolo, lo bacia, lo sugge e lo lecca facendo poi lo stesso con l’altro.
La sua bocca si avvicina alla mia, io dischiudo leggermente le labbra ed appena le sue si poggiano sulle mie le nostre lingue fuggono una nella bocca dell’altra.
Il bacio è appassionato e lunghissimo.
Ci stacchiamo, gli faccio capire che lo voglio e lui manifesta la stessa intenzione.
Si sdraia supino sull’altro lato del letto ancora tutto vestito.
Salgo in ginocchio su di lui in modo da averlo tra le mie gambe.
Gli sbottono lentamente la camicia, avvicino il viso al suo baciandolo; sul suo petto alterno colpi di lingua e piccoli baci, lo stesso faccio sulla sua pancia fino al confine coi pantaloni.
Il bozzo che questi nascondono è sintomo evidente della sua eccitazione.
Con un colpo secco lo libero della cintura e uno ad uno estraggo i bottoni della patta dalle asole.
Tolte le scarpe posso liberarlo anche dai calzoni, tirandoglieli via dai piedi e gettandoli a terra.
Mi rendo conto che sto per vederlo nudo ed eccitato per la prima volta in vita mia; dalla ‘tenda’ che il suo pene eretto ha ricavato nei boxer sembra molto dotato il mio papà.
Rimosso anche l’ultimo indumento anche lui è nudo.
Ancora sopra di lui mi avvicino per baciarlo, ma giunta a pochi centimetri dal suo volto la sua mano si intromette tra le nostre bocche bloccandomi la testa e spingendomi verso il pene eretto.
La presa è decisa e la forza della spinta non ammette repliche.
Ora sono faccia a faccia col suo cazzo, lo prendo con la mano accennando una piccola masturbazione, estraggo la lingua dalla bocca e con la punta ne assaggio l’estremità.
La lingua diventa sempre più audace e alterna movimenti rotatori attorno alla cappella a decise leccate lungo tutto l’asse del pene fino a titillare i testicoli.
Dalla base risalgo verso la punta e a giunta lì, aprendo la bocca, lo ingoio per gran parte.
Ora che il cazzo è nella mia bocca la mano che mi ci aveva condotta e che aveva poi trovato pace si pone di nuovo sulla mia testa per guidandarne il movimento.
L’asta scorre su e giù nella mia bocca molto lentamente in modo che io ne possa godere appieno del sapore.
La mano, sempre lei, interrompe la mia azione ed io obbedisco muovendomi verso la bocca di mio padre come essa vuole.
Stavolta il mio tentativo di baciarlo è bloccato dal suo movimento repentino e veloce che lo porta ad essere, anche lui in ginocchio, dietro di me.
Dalla sua nuova posizione mi afferra i seni stringendomi a se, una mano va poi tra le mie gambe premendo fortemente sul mio sesso madido di umori.
Mi bacia sul collo e mi fa poggiare le mani sul letto.
Mi afferra un fianco con una mano e con l’altra guida il suo cazzo nelle mie carni vogliose.
Ora è dentro di me, afferra anche l’altro fianco e comincia a muoversi, prima piano poi più intensamente, facendo si che l’asta scorra tutta nella mia fica.
Ad un passo dal piacere lui si ferma, poggia un cuscino sotto la mia pancia e mi fa stendere a pancia sotto.
Impregna un dito dei miei umori nella mia passera e comincia a titillare il prossimo buchino.
Il mio irrigidimento è testimone della verginità del mio culetto e della paura che ho che questo venga violato.
Prima però che io possa dire o fare qualcosa mio padre avvicinandosi mi scosta i capelli e nell’orecchio destro mi sussurra semplicemente ‘SHHHHH’, poggiando il dito che sa di me sulla mia bocca ed introducendolo dentro di essa.
La mia saliva è ora il lubrificante del dito che si introduce nel mio ano.
Appena questo si abitua alla presenza esterna ed i muscoli si rilassano, mio padre lo toglie cominciando a premere sullo stesso con il suo sesso.
Benché più rilassati i muscoli del mio culetto fanno fatica ad accogliere l’ingombrante arnese e quando con un colpo deciso il mio culo è penetrato, avverto delle fitte di dolore lancinanti.
Con i denti mordo le lenzuola per non urlare mentre mio padre comincia a muoversi dentro la stretta cavità.
Più mi abituo a questa insolita presenza, minore è il dolore e maggiore il piacere; ora ogni colpo mi provoca un senso profondo di piacere mai provato prima, percepisco l’azione del cazzo nelle mie viscere e mi sento posseduta nel profondo.
Vengo come non sono mai venuta prima, l’orgasmo è totale e sembra provenire da ogni cellula del mio corpo.
Proprio mentre questa sensazione sembra svanire un’onda calda e impetuosa mi invade dandole nuova linfa.
Il seme di mio padre che 20 anni fa diede vita a me ora da nuova vita al mio piacere.
L’onda iniziale è succeduta da altre tre, quattro piccole onde che si spengono come la prima dentro di me.
Mio padre, il mio amante, crolla esausto su di me, le nostre mani si incrociano e si stringono mentre lui mi sussurra nell’orecchio ‘buongiorno tesoro’.

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