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Camilla

By 26 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi trovavo in quella fase transitoria della vita che superato l’adolescenza e si entra prepotentemente nella giovinezza. In quei giorni,ci eravamo lasciati con la ragazzina senza rimpianti da ambo le parti. Le mie giornate scorrevano nella massima tranquillità. La sera mi vedevo con gli amici ma maggior parte della giornata la trascorrevo a casa. Fu proprio in quel periodo che accadde quel fatto che, quando avviene, cambia la vita dell’individuo sia esso uomo o donna. Persi la verginità.
Nella palazzina dove abitavamo, al piano terra avevamo affittato un appartamento ad una giovane coppia. Lui un colosso di uomo, lei una bellissima ragazza mora, Camilla. Era una ragazza di 22 anni, due figli, nera di carnagione, capelli corvini, occhi nerissimi piccoli e vivaci, un corpo sodo dal quale emergeva un seno che gli dava un portamento ardito.
Pur abitando nella stessa palazzina, io non avevo alcuna confidenza con questa giovane coppia, quando li incontravo, salutavo per educazione ma nulla di più. C’è da dire che Camilla occupava uno spazio abbastanza ampio nei miei sogni e, quando ero certo di non essere visto mi soffermavo a guardarla, in particolar modo quando accudiva alle faccende domestiche con la porta aperta sul pianerottolo.
Un giorno mentre passavo, aprì, con fare furtivo, la porta e, sussurrando, mi chiamò e mi fece entrare nel suo appartamento. Il mio imbarazzo era palpabile, mi aspettavo qualche rimprovero anche se ero certo di non aver mai mancato nei suoi confronti. Subito mi tranquillizzò assicurandomi che a casa non c’era nessuno, eravamo soli io e lei. Entrò immediatamente in argomento dicendomi di aver notato come la guardavo: alle sue parole, diventai rosso come un pomodoro maturo, bruciavo. Mi sentii scoperto, sembrava mi leggesse dentro. Come negare se anche in quel momento stavo guardando quel pezzetto della gamba sopra il ginocchio che era scoperto? Era vero la guardavo e ne facevo oggetto dei miei sogni e delle mie attenzioni solitarie. Camilla era bellissima perciò la ritenevo irraggiungibile. Malgrado la mia timidezza, questo gli dissi, anche se non ricordo se parole furono esattamente quelle ma la sostanza era quella. Di rimando lei mi chiese se avevo mai fatto l’amore con una donna. Pur nell’estremo imbarazzo riuscii ad essere sincero e gli risposi di no, che non l’avevo mai fatto, anche perché mi rifiutavo all’idea di dover andare in una casa di tolleranza. Si congratulò per questo mio modo di pensare, non sarebbe stato giusto rovinare una cosa così importante e bella nello squallore di un postribolo. Mi disse poi che lei non era così irraggiungibile come io avevo immaginato, potevo sperare. Anche lei era un pò di tempo che mi stava osservando e, pur rendendosi conto della differenza di età e del suo stato di donna sposata, non gli ero indifferente. Mi disse che quel giorno non poteva trattenermi perché era già tardi e poteva rientrare il marito, poi, il nostro incontro, proprio perché per me sarebbe stata la prima volta, non poteva essere rovinata dalla fretta; mi disse che lei mi avrebbe insegnato come comportarmi, dovevo stare attento e prudente, non dovevo farmi scoprire dal marito e dai miei, al momento opportuno sarebbe stata lei a far si che potessimo stare assieme come lei desiderava e come il particolare momento richiedeva.
Vissi giornate di intensa attesa e nervosismo, a volte pensavo di aver tutto sognato, altre ero preso dallo sconforto, stentavo a credere che fosse vero e che questo potesse capitare a me: mi sentivo troppo insignificante per meritare una simile bellezza. Forse mi stava prendendo in giro. Avrei tanto desiderato potermi confidare con qualcuno ma, la cosa era troppo delicata quindi assolutamente dovevo tenere tutto il fardello per me. Spesso mi ripetevo che l’unica casa da fare era aspettare con pazienza, poi tutti i dubbi mi tornavano alla mente e cadevo ancora in uno stato di scoramento. Quando ormai avevo perso le speranze, questo anche perché non riuscivo più ad intravedere Camilla, giunse il giorno fatidico. Come per la volta precedente, mentre uscivo mi chiamò e mi introdusse furtivamente nel suo appartamento. In silenzio per non fare il minimo rumore, mi prese per mano e mi portò nella sua camera da letto, li si concesse ad un lungo bacio, poi, senza dire nulla iniziò a spogliarsi quindi si diresse verso il bagno dove volle essere accompagnata da me, li, senza alcun imbarazzo si fece completamente nuda e cominciò a farsi una doccia. Fu a quel punto che si rivolse a me per chiedermi se ero incantato come se non avessi mai visto nulla di simile. Confermai appunto che avevo si visto donne nude in foto ma mai nulla che potesse in nessun modo reggere il confronto con quanto stavo ammirando ora. Lei rise del mio complimento e mi invitò a raggiungerla. Con grande imbarazzo iniziai a spogliarmi, ero già al massimo dell’eccitazione e questo accresceva il mio disagio, lei si accorse del mio stato, uscì dalla doccia e mi aiutò. Quando fui nudo, andammo entrambi sotto la doccia e li iniziai a prendere conoscenza con il suo corpo. Volle che la aiutassi ad insaponarsi. Mi condusse per mano verso i suoi angoli più segreti nel frattempo anche lei prendeva contatto con la mia nudità, più che lavarmi mi massaggiava il membro, io ormai non capivo più nulla di cosa stesse accadendo. Mi baciava sul collo sulla bocca mi sussurrava di fare anch’io ciò che stava facendo lei finché decise che era tempo di passare oltre. Ci asciugammo in contemporanea poi tornammo in camera da letto e li mi fece sdraiare e lei mi venne sopra. Sentivo tutto il suo corpo aderire al mio: non sapevo cosa fare, iniziai a baciarla sulla bocca, le nostre lingue saettavano una contro l’altra cercandosi aggrovigliandosi tra loro, quella era una cosa che sapevo fare, l’unica. Lei iniziò a baciarmi e leccarmi sul collo, poi più giù, ed ancora giù finché non arrivo sul membro turgido, fu così che per la prima volta conobbi l’immenso piacere che si prova ad essere baciati’da una bocca di donna. Dopo un po’ di questa magnificenza, tornò su da me, mi baciò e mi fece sentire dalla sua lingua il sapore dei miei umori, quindi mi sussurrò che anche lei voleva che facessi lo stesso percorso sul suo corpo. Si distese ed attese: anche se un po maldestro mi avviai verso il meraviglioso seno, li guidò la mia bocca verso i capezzoli che trovai spaventosamente duri. Mi disse che dovevo succhiarli con dolcezza, ne provai un piacere immenso, avevo la sensazione di essere uomo e figlio, non avrei mai voluto staccarmi da quella dolcezza ma lei mi fece proseguire: mi condusse verso il suo monte di venere che era ricoperto da una fitta peluria morbida, nerissima, sollevò le ginocchia aprendo al massimo le gambe e fu allora che per la prima volta vedevo il paradiso dal vero. Mi apparve una rosellina appena sbocciata di un meraviglioso colore rosato, spostato in alto un pistillo eretto dello stesso colore: mi lasciò un attimo ad ammirare tanta bellezza che mai avrei immaginato tale, poi mi spinse la bocca verso di lei e iniziò a muoversi come in una danza, ruotando il bacino in modo che la Rosellina aderisse alle mie labbra, ad un certo punto mi disse che dovevo tirar fuori la lingua e seguire con lei il suo movimento. Io stavo provando un piacere immenso, si mi piaceva. Di mia iniziativa iniziai a leccare, notai che questo piaceva tanto anche a lei che si era messa a sospirare fortissimo, mi disse di continuare così che stavo facendo bene che la stavo facendo godere. Sempre di mia iniziativa, diressi le labbra verso il pistillo, lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo così come avevo fatto con i capezzoli: lei iniziò a dire parole sconnesse, io continuavo a leccare e a succhiare finché non fui travolto da una ondata di umori dal sapore dolce. Allora non sapevo di cosa si trattasse, lei aveva delle convulsioni che la prendevano tutta. Questo durò per qualche attimo, io avevo bevuto quel nettare senza sapere che cosa era avvenuto.
Quando si riprese mi tirò su verso di lei, mi baciò prima con passione, poi con riconoscenza, mi spiegò che aveva avuto un orgasmo fantastico che mai avrebbe potuto immaginare che uno che lo faceva per la prima volta potesse essere così bravo. Venne così il premio finale. M’introdusse in lei e in quel mondo meraviglioso che possedeva. Sprof.ondai nel paradiso. La sensazione di potermi perdere, nulla poteva essere più bello che muovermi dentro il corpo di Camilla, anche se avessi voluto non sarei mai riuscito ad immaginare quale fonte di piacere fosse, ed io ero li, non sognavo. Lei mi assecondava nei movimenti che erano diventati spasmodici e scoordinati. Non ero più io nella mia pelle.
Non so quanto tempo passo senza che mi rendessi conto del piacere che stavo assaporando poi prese di nuovo in mano lei la situazione e, pian piano mi condusse sull’orlo della vetta facendomela raggiungere assieme a lei in un orgasmo incantevole che ci perse entrambi mandandoci in estasi. Io volavo sulla mia nuvoletta inconsapevole di quanto era accaduto. Quando tornai in me, lei mi stava accarezzando.
Volle sapere se mi era piaciuto, io non avevo parole per descrivere quale piacere celestiale avevo provato. Mi disse che ora potevo ben dire di essere uomo sotto tutti gli aspetti, avevo brillantemente superato la prova ed ero stato all’altezza della situazione; mi disse che, se glielo avessi permesso avrebbe smussato qualche piccolo angolo poi sarei stato perfetto per rendere felice qualsiasi donna. Azzardai anch’io a chiedergli se gli era piaciuto: mi confesso che ero stato superlativo nel baciarla, nessuno prima di me era riuscito a trasportarla allo stesso stadio di piacere. Chiesi a Camilla di non lasciarmi, la volevo ancora tanto. Mi rassicurò dicendomi che non avrebbe rinunciato a me per nessuna cosa al mondo, ci baciammo ancora teneramente poi andammo a lavarci, mi fece vestire e, baciandomi ancora mi mise alla porta. Ero felice, la barriera costituita dalla mia verginità era stata superata ed io vivevo questa mia nuova condizione in uno stato semiconfusionale.
Ci furono tantissime altre volte, vivevamo il nostro momento con intensità. Ogni nuovo incontro era sempre più bello finché un giorno’..

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