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Chi semina vento

By 29 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Chi semina vento raccoglie tempesta. Non mi era andato tanto giù il fatto che
non avessi ricevuto la busta con il denaro. Del resto stavo cedendo il mio
corpo a delle persone e in cambio avrei voluto quanto mi era stato promesso. E
come nel migliore esempio del bastone e della carota, per rievere almeno quanto
mi era stato ventilato avrei dovuto tendere la trappola a Tonia e Rosalba.
Arrivata a casa constatai i danni: il buco allargato a dovere e dei segni vari
sul corpo, opera questi ultimi della forza usata per bloccarmi,pancia sotto,
sul letto. Un bagno rilassante e dopo mi addormentai. La notte sognai di
bloccare quelle due streghe anche se il mio pensiero era sopratutto alla busta:
avevo un disperato bisogno di denaro e avrei fatto qualsiasi cosa per
procurarmelo. Ma bloccare sopratutto Rosalba non sarebbe stato così facile. E
arrivò finalmente il mattino: decisi di vestirmi con un completo “pantalone e
giacca”. Non dovevo fare chissà cosa quel giorno, le mie carte le dovevo
giocare nel primo pomeriggio. Ero così concetrata che il tempo passò assai
velocemente e mi ritrovai davanti alla porta di casa di Tonia in perfetto
orario. Lei aprì e mi saluto con un sorriso smagliante, appagata forse del
risultato della sua riuscita del giorno prima.
Tonia: beh, come stai oggi?
Io: bene grazie?
Tonia dopo avermi fatta entrare e accomodare in cucina, dove già c’era anche
Rosalba, continuò e aggiunse:
pensavo che non venissi, sai dopo quello che abbiamo visto ieri…
E Rosalba incalzò: in effetti pensavamo che ti fosse servita da lezione,
perch&egrave non vogliamo che il menage qui sia
cambiato. Soddisfare il capriccio di suo marito e del mio doveva chiudere
questo gioco. Come si dice , hanno avuto ciò che volevano e ora si torna alla
normalità, con semplici scambi di coppia , qualche trasgressione e tutto
gratis. Invece a te ti hanno pure pagata.
Tonia: con oggi si chiude , &egrave questo che vuol dire Rosalba.
Io: ok ,non mangio neppure allora, vado di là nella stanza e aspetto gli
uomini…a men che tu rosalba non voglia che magari ti lecchi le figa nel
frattempo.
Tonia: “vai pure con lei a farti leccare, così qui sistemo un po’ il tavolo
visto che questa qui non vuole mangiare”.
E così precedetti la donna giusto in tempo per cominciare a spogliarmi e
confidando che lei, una volta entrata e chiusa la porta facesse altrettanto: le
cose andarono come avevo previsto e mentre lei era nuda come me, attuai il mio
piano.
Pensavo di stancarla un po’,di distrarla quel tanto da allentare la tensione,
farla rilassare, così che abbassasse la guardia. E così fu che mentre era a
cosce aperte con la mia bocca intenta a succhiare e leccare il suo sesso,
riuscii a recuperare le manette e a mettergliele prima a un polso e poi
all’altro. Così bloccata non mi fu difficile bendarle gli occhi e chiuderle la
bocca. Le sue grida attirarono l’attenzione di Tonia che quando arrivò mi trovò
mezzo nuda, con un asciugamano che mi copriva le intimità, fuori dalla porta.
Io: stava godendo e le ho detto di continuare un attimo da sola. Senti andiamo
un attimo nella tua camera dovrei dirti una cosa riservata, non voglio che lei
senta e nemmeno farmi vedere dagli uomini in cucina.
Lei mi invitò a seguirla e appena entrate cercai di confonderla con una serie
di scuse sul mio comportamento, spiegandole che non avevo intenzione di rubare
“l’uomo” a nessuna di loro e promettendole che non mi sarei più fatta vedere. E
mentre lei,seduta sul bordo del letto , era intenta ad ascoltarmi, mi curvai
per prendere qualcosa che sapevo avrei trovato sotto il letto:erano delle
manette a bloccaggio veloce che erano state lasciate lì perch&egrave le trovassi al
momento giusto. E il momento della mia vendetta poteva cominciare.
Bloccate entrambe una su un letto e una sull’altro, entrambe con gli occhi
bendati, un cuscino sotto ogni pancia, le gambe ben aperte, pronte per il
sacrificio, erano in attesa dei loro carnefici. Muovevano la testa per cercare
di liberarsi, quando suonò il campanello. Andai ad aprire, e parlai con gli
uomini, e dissi loro in maniera che le donne non sentissero:
Sono di là , pronte come le volevate, legate e bendate, pronte per essere
sodomizzate. Se avete un po’ di crema o qualcosa di simile , se no usate un po’
di saliva.
Franco: no, Monica, &egrave meglio che ci prepari sia i cazzi che i loro buchi.
Io: se proprio volete saperlo sarà un piacere. Anche se c’&egrave una cosa che
vorrei che vooi faceste. Vorrei sentirle anch’io gridare un po’, quindi sarebbe
bene liberarle la bocca.
Il marito di Tonia, un vero porco ,invece disse: per abbreviare i tempi, noi
ci faremo succhiare il cazzo e tu le preparerai il posteriore, e se occorre
Monica dai anche qualche sculacciata.
Io: ok, andiamo.
Uno di loro, Luca aggiunse: un’ultima cosa Monica: &egrave bene che sia tu a
dirigere le operazioni, quindi parla tu e dai gli ordini così come li abbiamo
studiati. Andiamo prima da Rosalba.
Una volta entrati dissi a Rosalba: cara amica mia, ti ho preparata così in
modo tale che,come avrai capito, riceverai qualche visita nel tuo ano ancora
vergine. E per farlo a dovere adesso ti toglierò il bavaglio, tu leccherai
prima il cazzo della tua amica Tonia e poi via via gli altri.Nel frattempo ti
leccherò il tuo buchino e così prima uno poi l’altro riceverai anche tu la tua
parte. A me &egrave toccato ieri e a Tonia e a te oggi. Non urlare o fare cazzate,
sennò &egrave peggio per te.Prima ero sola ,ma ora ci sono quattro uomini che mi
possono aiutare a rimetterti la benda e a incularti come tu hai fatto fare a
me, a secco.Sei pronta? Se sì fai sì con la testa e ti tolgo il bavaglio.
Lei fece sì con la testa e ,nemmeno in tempo a respirare e aprire bocca che
già questa veniva occupata dal cazzo del marito di Tonia. E mentre aprivo,
delicatamente con le mani il suo deretano, vedevo la sua testa piegata di lato
e la sua bocca aperta e intenta a ricevere il pur modesto cazzo del marito
dell’amica. Gli amici la incitavano a insalivarlo per bene, e a me chiedevano
di fare altrettanto con il suo culo. Io giusto per abbreviare i tempi e per
evitare ripensamenti dell’ultimo minuto,o che Rosalba ricorresse al vecchio
trucco di farsi venire in bocca.E così con fare autoritario dissi: mi pare
pronta, avanti il primo.
E mentre il marito lasciava le fauci di Rosalba per posizionarsi dietro di
lei, pronto per violare quelle carni molli ma belle e ricettive, quel deretano
che aveva sempre rifiutato quel tipo di penetrazione e di rapporto.Intanto
Mauro prendeva subito il suo posto trovando la bocca ancora spalancata : infilò
il suo cazzo nello stesso tempo in cui il culone della loro amica veniva
sverginato.
Un lungo mugugno di dolore , sorpresa e paura, riempì la stanza e il resto
della casa.
Questo strano suono, che doveva essere un “ahahahha ahhahahi ” era diventato
come un lamento, un gemito sordo e cupo. Nell’aprire la bocca per mostrare il
suo dolore , Rosalba non faceva altro che permettere a Mauro di entrare ancora
di più nella sua bocca ma contemporaneamente aveva stretto le sue chiappone e
quando me ne accorsi dissi : qui occorre provvedere.
E così cominciai a sculacciarla con forza e rabbia al punto che lei gemeva
ancora di più e Franco ,suo marito, mi invitò alla calma. Avevo perso il
controllo, e non mi era mai successo. Però l’effetto fu raggiunto e un affondo
più deciso permise al primo cazzo di raggiungere le intimità più segrete della
donna e a depositarvi un buon quantitativo di sperma. Il marito con un
lunghissimo aahhhahah di gioia si coricò sulla groppa della donna aggrappandosi
al suo grosso seno: diede un colpo più deciso scaricando tutto il suo piacere e
,alla fine, estrasse il suo cazzo oramai moscio.
Io: avanti Mauro tocca a te e tu,Luca prendi il suo posto.
Rosalba ancora mugolava, triste, e non vedendo i suoi occhi la immaginavo
piangente: al contrario il viso degli uomini era raggiante, e i loro desideri e
sogni si stavano avverando.
Mauro invitava la donna a rilassarsi, perch&egrave se no sarebbe stato peggio.
Intervenni io che mostrando un lato a me sconosciuto dissi: sculacciala per
bene mentre mi darò da fare con le sue ciliegine. E infilando le mani tra i
suoi morbidi seni acchiappai ,prima uno poi l’altro dei suoi capezzoli
torcendoli e tirandoli senza pietà.
Io: vedrai che adesso collabora.
Rosalba: aarragg ahhahah ahahhahaahhhhhhhhhhhhaaahhhhhh maledettaahahaha
Vidi che Franco era un po’ preoccupato e agitato ma poi andò a controllare se
l’amico aveva aperto per bene il culo di sua moglie. Forse la sua era una
sorpresa, piacevole: sapere che sua moglie avrebbe potuto essere sodomizzata
anni prima e che con un po’ di aiuto, con qualche forzatura . E dopo alcuni
minuti di va e vieni anche Mauro lasciò traccia del suo passaggio scaricandosi
nell’interno della donna. Rosalba appariva un po’ spossata ma non era ancora
finita, doveva ricevere ancora due cazzi, e i più grossi per giunta. Non volevo
che si perdesse tempo e invitai subito Luca a venire dietro la donna ,
facendogli presente che aveva l’ano ancora socchiuso. Franco lo spedii subito a
farsi succhiare e preparare per il grande evento. Luca non perse tempo e con un
colpo solo, deciso e preciso, fu dentro per metà. Rosalba non ebbe nemmeno
tempo per dire ah che con un secondo colpo fu penetrata per intero. Era ferma,
immobile, con la bocca aperta e con il cazzone del marito che cerca di
strusciarlo tra le morbide labbra della moglie. Invitai Luca a darsi da fare e
a far sentire la potenza del suo arnese.
Io: avanti, aprila per bene questa vaccona.
E tornai a tormentarle le tettone giganti, accompagnando il tutto con qualche
sculaccione e anche qualche graffio. Volevo stimolare gli uomini e riuscii nel
mio intento, dato che Luca estrasse il suo cazzone per tutta la sua lunghezza e
lo piantò,sempre per intero, nel culone della donna . Rosalba ora sì che
cominciava a lamentarsi e a gridare come non aveva fatto prima: ogni volta che
Franco estraeva il suo grosso sesso dalla sua bocca uscivano dei forti aahha
ahaha ahahai ohoo nooooo . Erano i soli suoni che poteva emettere dato che
Franco toglieva e rimetteva il suo cazzo nella bocca di lei. Ma anche Luca,per
quanto resistente e laborioso , dovette porre fine alla sua impresa e attirando
a se,per quanto poteva la donna , scaricò anche lui il proprio piacere,
liberando così la bocca della donna che urlò “basta basta bastaaaaaaaaaa”.
Io: dai Franco, tocca a te. Non vogliamo perderci questo momento. E per
godermelo meglio mi farò leccare la figa che ,per l’occasione ho ben depilato.
Dai forza.
Ero con le gambe aperte, la testa che svettava per vedere il sesso bello
lucido di Franco che stava indirizzandosi nel buco ben dilatato che Luca aveva
appena abbandonato. Posò prima una mano su un fianco, poi con l’altra scostò un
poco il gluteo giusto per vedere l’apertura, per godersi con gli occhi quel
momento magico; con l’altra mano prese il suo grosso cazzo, che era il più
grande tra quelli presenti, e l’unico davvero ancora in tiro, e lo guidò verso
il buchino tremante di lei, Rosalba, sua moglie e compagna, da sempre restia a
quel tipo di rapporto. Con quella stessa mano spinse e la sua cappella violò
per la prima volta quel passaggio finora ,per lui, proibito. Forse Franco
soffriva per non essere stato il primo a sverginare la propria donna, ma da
buon cuckold, come lo sono tanti uomini, aveva il cazzo ancora più duro del
solito e grazie allo spettacolo cui aveva assistito ma sopratutto si ingrossava
di più per ciò che stava facendo. Finalmente possedeva sua moglie da dietro e
davanti a degli amici: amici che avevano desiderato anche loro di possederla, e
che lo avevano fatto davanti ai suoi occhi.Con una mossa improvvisa passò anche
un altro pezzo del suo cazzo che dilatava, ancora di più, quello che una volta
era stato uno stretto passaggio e che ora diveniva un tunnel di piacere.
Conscia che era suo marito quello che la stava aprendo del tutto il didietro,
Rosalba subiva in silenzio questi ultimi assalti.
Con mia sorpresa Franco mi disse: Monica, liberala del tutto, voglio godermela
per bene e a lungo. Solo ora mi accorgo che avrei dovuto incularla da tempo.
E così, quando Rosalba fu libera dalle manette e dalla benda, potei vedere il
suo volto solcato dalle lacrime, la smorfia di dolore ancora presente nella sua
bocca, la rabbia che mostravano le sue mani con i pugni chiusi. Non temevo
nulla da lei ma la cosa mi lasciò,al momento, un po’ sorpresa. Mi ripresi
subito andando di fianco a suo marito per assistere alla sua completa apertura.
Ora anch’io ,insieme ai suoi amici , lo incitavamo a sfondarla a dovere e io
facevo loro segno con le mani di alzare la voce ,così che Tonia sentisse cosa
l’aspettava. Completata la lunga penetrazione Franco ci invitò a vedere come
aveva aperto la propria compagna e ,rivolgendosi al marito di Tonia, disse: se
fossi in te e se vuoi bene a Tonia, visto che appena riprendiamo le forze
toccherebbe a lei, ci ripenserei . Tutto sommato abbiamo Monica e possiamo
divertirci con lei.
E fu in quel momento che sentii prendermi per le spalle, e vidi una mano che
mi stringeva un polso e fui scaraventata sul letto.
Rosalba, con voce debole ma decisa disse: vedrai che cosa ti succederà mia
cara.
I due uomini mi tennero ferma, bloccata pancia sotto sul letto, mentre era lei
che ora dava le istruzioni invitando il marito di Tonia ad andare a liberare la
propria compagna. Quando Tonia arrivò disse ai due: lasciatela a noi un attimo
e andate a rifocillarvi. Ma loro non se ne andarono e così assistettero a una
cosa che non si aspettavano.
Rosalba andò via un attimo e tornò con due falli di lattice ,di quelli che si
indossano e si bloccano in vita, e ne diede uno a Tonia dicendole: ora ci
divertiamo un po’ anche noi.
Mi misero un bavaglio e mi bloccarono pancia sotto e prima una e poi l’altra mi sodomizzarono con
forza e violenza. Uscivano dalla mia bocca solo dei mmhmm di dolore.Dopo ,non ancora appagate e contente mi colpirono con delle cinghiate dappertutto, e arrivarono a colpirmi il
culone che era rimasto aperto a causa delle penetrazioni: ma anche il grosso
seno non era stato risparmiato. Intanto agli uomini il cazzo era ritornato duro
e così, dirigendo le operazioni le donne invitarono Luca a sdraiarsi mentre io
fui obbligata a impalarmi e a cavalcare,a suon di cinghiate quel grosso palo.
Fui poi costretta ad abbracciare l’uomo, strusciando il mio seno, martoriato
dalle frustate, sui suoi peli, e così facendo e avendo il culone ben esposto
fui presa proprio lì dal cazzone enorme di Franco che ringraziò la moglie per
quel regalo inaspettato. Tonia e Rosalba dissero: “levatele il bavaglio, vogliamo sentire la sua voce”. Fu una doppia penetrazione molto dolorosa e per evitarla, dato che era tempo che non praticavo sesso,
inutilmente mi ero offerta per evitare l’umiliazione delle frustate e della
sodomizzazione di rinunciare al compenso in denaro e di sparire dalla loro vita. Le mie grida riempivano la casa e mentre
gli altri due uomini, Luca e Mauro si masturbavano alla vista di quello spettacolo : terminata la “farcitura di sperma” le donne non
ancora paghe della loro vendetta , mi sputarono addosso e anche nei buchi ancorra aperti e
grondanti di sperma dei loro uomini. Fui lasciata nel letto mentre loro si
ritirarono altrove per rivestirsi e lavarsi. Dopo un po’ di tempo, non saprei dire quanto, Tonia entrò e mi disse,mentre mi
consegnava la busta: spero che ti sia servita questa lezione e che abbia
imparato e sopratutto che sparisca.
Lanciò la busta sul letto e un lembo di questa mi colpì il grosso seno già
segnato dalle cinte usate dalle donne. Aprii e dentro c’erano 500 euro. E un
foglio in cui c’era scritto “non farti più vedere”.

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