Aikeem voleva scrivere una poesia sul cuore della sua
terra, ormai presente solo nei ricordi sparsi chissa’
dove nell’etere : l’India. Una poesia che facesse
sentire l’odore della miseria, quando il cuore batte
accellerato insieme ai crampi dello stomaco che ha
fame, una poesia che facesse penetrare nella mente il
colore rosso dell’amore e dei vestiti delle donne, una
poesia che facesse sentire l’odore della paura quando
i monsoni spazzano la sua terra, una poesia che
facesse penetrare nella mente e nel cuore le nenie
cantate, trascinate, lamentose, monotone, ripetute
mentre gli uomini si purificano nel Gange, una poesia
che facesse sentire l’odore acre del corpo defunto e
della legna che brucia sulla pira .. La terra lontana,
la terra del cuore. Ma non ricordava piu’ nulla, era
passato cosi’ tanto tempo, e cosi’ dovette cercare di
scrivere un racconto sul cuore dei suoi amici. Poteva
tentare di scrivere del cuore di Luca che in ogni
donna cercava un nome dell’amore non solo un corpo, ma
si illudeva di poter amare solo attraverso l’orgasmo
del corpo e allora scopava tutte le donne per sperare
di provare qualcosa. Lo eccitava la conquista di poter
avere Emanuela, Sabrina, Laura, Sofia, poteva donare
il suo corpo ad ogni donna, ma loro erano solo un
guscio, un guscio di uovo senza albume o pulcino,
erano solo labbra umide e vagina bagnata ; lo eccitava
la confusione dei loro cuori, il poterle portare al
parossismo del desiderio per poi scoparle, il cuore di
Luca batteva ogni giorno per un’avventura diversa. Ma
poi la notte si ritrova solo nel letto. Il suo cuore
vagava, a piedi, nudo, nel deserto dell’amore, faceva
finta di essere forte, di non provare nulla se non
desiderio fisico, eccitazione, ma Luca voleva una
donna accanto. Voleva una donna che fosse solo sua.
Poteva cercare di ricordare il cuore di Mauro, che ad
ogni incontro si illudeva di trovare l’amore perfetto,
dopo che il suo amore Elis l’aveva abbandonato per un
altro uomo, un uomo sposato, preferendo fare l’amante
piuttosto che la moglie. E da allora Mauro passava da
una donna all’altra, incontrandole, adulandole in
chat, o sui siti di incontri o nei caffe’ del centro o
alle feste tra amici. Aveva una bella voce, Mauro,
profonda, come il timbro di un tamburo, e con quella
si illudeva di conquistare il cuore delle donne. Ora
aveva incontrato Lucia e per un attimo il suo cuore
aveva smesso di pensare all’amore. Il cuore non aveva
importanza in quel momento. Viveva alla giornata i
loro incontri amorosi, cucinava per lei, si preparava
per lei, in attesa di sentire il suo corpo strusciarsi
contro il suo. Era felice di farla godere.
Aikeem poteva tentare di scrivere un racconto sul
cuore falso di Andrea che amava la sua ragazza ma
sognava il pene di Francesco dentro di lui e una volta
alla settimana cercava sesso con i gay nei giardinetti
del parco. Il corpo di Andrea gemeva di piacere al
solo pensiero di Francesco che lo penetrava, il solo
immaginarlo dentro di lui lo faceva fremere di
desiderio. E cosi’ amava la sua ragazza. Pensando ad
un altro uomo. Quando Andrea penetrava la sua ragazza,
la sua fantasia si rivolgeva a Francesco, immaginava
il pene del suo amante entrargli dentro , immaginava i
muscoli dell’ano stringersi di dolore per poi
allargarsi al piacere e quando godeva, gridando, si
mordeva la lingua per non urlava il nome del suo
amante uomo. Il cuore falso di Andrea, chissa’ per
quanto tempo avrebbe retto.
C’era poi il cuore imperfetto di Sabrina che batteva,
batteva, sembrava volesse scappare dal petto, per poi
fermarsi a tratti all’improvviso, come le lancette di
un orologio, per una aritmia congenita e riprendere a
battere chissa’ fino a quando. Aspettava un trapianto.
Aspettava che si fermasse per un momento il cuore di
un altro per poterlo fare suo. E vivere ancora.
Non poteva tralasciare il cuore di Roberto, il suo
pompare lento, come un rintocco di campana, ogni volta
che sperava di incontrare la donna giusta. Lentamente
studiava la persona che aveva davanti, la analizzava,
razionalizzava il sentimento e sperava. Ma Roberto
aveva paura delle donne, della vita, troppo
controllato il suo sentimento per poter amare. Roberto
sperava di unire passione ed amore ma aveva paura di
ogni cuore che batteva per lui. E allora scappava
preferendo rifugiarsi nell’amore effimero delle
prostitute. Li’ non doveva domandare per chi batteva
il loro cuore. E c’era poi il cuore di Marco, il suo
convincersi di amare Tania, perche’ la passione e’
solo senza amore e la cercava in altre donne mentre
lei era il suo amore ma non facevamo piu’ sesso da
tanto tempo.
E chissa’ cosa provava il cuore di un moribondo,
quando il respiro diventa sottile e il cuore sta per
fermarsi per sempre. Il cuore non vuole lasciare i
suoi cari e si attacca agli ultimi istanti di vita
mentre gli occhi cercano la luce e le mani un
conforto. Aikeem cercava di scrivere un racconto sui
pensieri del cuore e quelli del corpo, ma il cuore
estremizza, si suicida ogni volta che ama.
E c’erano poi i cuori dei bambini, piccoli cuori nelle
minuscole casse toraciche, i cuori che pompavano
sangue veloci sperando di crescere, di vivere, i cuori
che hanno fretta di imparare ad amare. E il cuore di
un uccellino caduto dal nido dopo un temporale che un
bambino ha raccolto sotto un albero. Un minuscolo
cuore che trema, batte di paura all’impazzata, smuove
le piume del petto, impazzisce di paura, scoppia e si
placa solo se sente i cinguettii acuti della mamma che
lo cerca. Solo se la madre riuscira’ a riportarlo al
sicuro nel nido il suo cuore cessera’ di tremare. E il
cuore del cacciatore che insegue la preda. Cuori
accelerati entrambi. Il cacciatore che insegue e la
preda che fugge a nascondersi. Hanno entrambi paura:
l’uomo di fallire e il cuore pompa l’adrenalina, la
scarica d’energia, la preda paura di morire e il cuore
pompa il terrore nei muscoli. Il cuore accelera i
pensieri, tutto sembra velocizzato cosi’ come nel
momento del piacere ogni carezza deve essere lenta,
ripetuta, in modo che il cuore rallenti il tempo del
desiderio.
Ed infine c’era il cuore dei poeti, quel cuore che non
e’ mai slegato dalla parola amore. E’ il cuore delle
parole che diventano reali in sogno, dove l’amore non
muore mai, dove si ride e si piangono lacrime di
rugiada, dove la luna si regala all’amata, dove i
corpi si uniscono in un piacere eterno, dove la
gelosia non esiste ed ogni bacio ci fa precipitare
nell’oscurita’, nella dissoluzione del piacere, dove
la disperazione, la solitudine si possono cancellare
con un tratto di matita.
Ma Aikeem non poteva piu’ scrivere. Il suo cuore non
gli apparteneva piu’. Era rinchiuso dentro una scatola
di metallo tra ghiaccio fumante. Freddo il suo corpo.
Tra poco sarebbe entrato nel corpo di Sabrina, avrebbe
sentito i suoi pensieri, letto i suoi sentimenti,
ascoltato i suoi gemiti.
Era il cuore del trapianto.
Scritto il 28/1/2002
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…