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diventareschiavo

By 12 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Mario Rossi, &egrave un nome di fantasia, il più comune fra i nomi utilizzati in Italia. Con regolarità guardavo le inserzioni nei siti BDSM cercando di soddisfare le mie fantasie di sottomissione ed umiliazione, ma al dunque, trovavo sempre qualche scusa per giustificare il fatto che non rispondevo. Un giorno lessi:’coppia di ‘. (solo 30km da me), Lei 42 e Lui 45, particolarmente severa e perversa con cane, cerca schiavo da trasformare in cagna per chiudere il cerchio. Siamo medici entrambi e quindi le pratiche sono estremamente sicure, non accettiamo limiti di nessun genere, sei schiavo e quindi obbedirai sempre. Ti umilieremo pubblicamente, sarai il ns.cesso e quello dei ns.amici. Verrai inanellato e marchiato come oggetto di ns.proprietà e femminilizzato.
La fantasia galoppava, era l’inserzione che avevo sempre fantasticato di trovare, ma la fantasia &egrave ben lontana dalla realtà ed avevo paura. Certo di scuse non ne trovavo, la distanza che in passato era stata la scusa preferita adesso non mi veniva in aiuto, e se nelle mie fantasie avevo sempre desiderato essere marchiato’.. in realtà avevo il terrore di ciò che questo realmente comportava. Ma leggere quest’inserzione mi mise in agitazione. Nella giornata tornai più volte a leggerla, e mentre lo facevo avevo una erezione fortissima e mi masturbavo. La notte dormii agitato fantasticando sull’essere uno slave senza legami sentimentali, solo uno schiavo usato ed umiliato. Mi masturbai almeno 3 volte nella notte fantasticando ed immaginando la mia condizione di schiavo. Il giorno successivo non fu diverso. Seppure stanchissimo, anche nella seconda nottata non riuscivo a prendere sonno, e così pensai che il mio corpo aveva deciso e risposi all’inserzione.
Per qualche giorno non successe nulla, io andavo ogni tanto a sbirciare la posta, a vedere se la mia mail era stata inviata. Rileggevo l’inserzione, ma a poco a poco l’eccitazione iniziale lasciava il posto alla delusione ma anche al sollievo per non essere stato scelto.
Un pomeriggio, mentre mi trovavo al lavoro una telefonata, una voce d’uomo autoritaria mi chiede se possiamo vederci per conoscerci tutti e 4 e fissa l’incontro in un bar piuttosto grande ed affollato della sua città per il giorno seguente.
I dubbi e la paura riprendono nuovamente, la notte non riesco a dormire eppure sono eccitatissimo e non posso non masturbarmi almeno 2 volte. Mi faccio una doccia e mi preparo chiedendomi se devo indossare qualcosa di speciale, e se voglio veramente fare colpo.
Arrivato al bar, non &egrave difficile riconoscerLi, piuttosto eleganti e sicuri, con a fianco un grosso mastino napoletano. Mi avvicino un po’ impacciato, saluto con timidezza e mi siedo. Lui ordina per me una coca-cola e poi iniziamo a parlare del più e del meno. Appena consegnata la coca-cola però i discorsi si indirizzano su quello che loro faranno e pretendono dal loro schiavo. Lo schiavo in casa starà sempre nudo ed a disposizione, verrà femminilizzato, i suoi buchi saranno sempre a disposizione. Essere trasformato in cagna non &egrave un eufemismo, ma un concetto reale. Bruto, Il mastino napoletano &egrave nelle gerarchie superiore allo schiavo che dovrà soddisfarlo regolarmente di culo e di bocca. Ribattono il concetto che non ci sono limiti se non quelli legati alla mia sicurezza e integrità fisica, per il resto dovrò ubbidire a qualsiasi ordine senza replicare e senza tentennamenti, perché in caso contrario verrò punito molto duramente. Verrò usato come latrina e come sborratoio e come specificato nell’inserzione verrò marchiato e inanellato. Quando finiscono di spiegare scendono alcuni minuti di silenzio. Io dovrei fare delle domande ma non ne ho la forza. Sono travolto dalle emozioni e dalla paura e riesco solo a dire che non ho esperienze con uomini e che questo mi eccita, in quanto mi fa sentire schiavo e troia, ma allo stesso tempo mi spaventa e mi fa schifo. Che merda e piscio mi fanno vomitare. Che se’ Loro interrompono le mie lamentele dicendomi che questo &egrave ciò che cercano, io posso accettare o rifiutare ma che se accetterò, dalla prossima volta, dovrò chiamarli Padrone/a sempre, anche in pubblico; che mi verrà dato un collare da indossare sempre anche quando loro non sono presenti; che per salutarli dovrò come uno schiavo inginocchiarmi e baciare i loro piedi in qualsiasi luogo ci si trovi. Mi viene chiesto peso taglia e nr di scarpe, poi la Signora, mi dice:’ora vai in bagno e togliti gli slip, non li indosserai più. Capisco che mi sta mettendo alla prova, mi alzo e mi reco in bagno, mi sfilo gli slip, torno a sedermi e li appoggio sul tavolo. Lei mi guarda e sorride. Nel salutarci il Signore mi comunica che forse’. mi chiamerà tra qualche giorno. Poi mentre bacio la mano, alla Signora, Lei mi sussurra all’orecchio:’da adesso non ti &egrave più permesso toccarti e godere se non sono io a dirtelo’.

E’ dura non indossare l’intimo, lo sfregamento con la stoffa del pantalone mi mette in uno stato di continua eccitazione. Sapere e sentirmi col culo nudo mi fa sentire una troia. Ho la sensazione che tutti sappiano e questo mi porta ad un livello di eccitazione incredibile; vorrei masturbarmi, spesso la mano scende sull’asta eretta, ma poi mi ricordo le parole di Lei ed interrompo. Ma dopo 5gg in quello stato non ressi più, mi masturbai e ripresi ad indossare gli slip. Erano passati troppi giorni ed ero sicuro che ormai avessero trovato qualcuno più giovane e disponibile. Passarono circa 2settimane poi una sera mentre guardavo la televisione rispondo al telefono e sento la voce del Signore:’ciao cagna, hai deciso? Ti abbiamo lasciato del tempo per pensarci. Se vuoi ancora diventare il ns. schiavo vieni venerdì sera alle 18 a questo indirizzo’.

Rimasi sorpreso, adesso non sapevo veramente più cosa fare e pensare. La realtà avrebbe superato di gran lunga la fantasia, mi aspettava un percorso duro e difficile di vere umiliazioni e di vere sevizie, non come quelle dei miei sogni. Mancavano ancora 2gg al Venerdì e cercai di non pensarci, sperando quasi che il fato mi desse la risposta che cercavo, ma il pensiero e la mia mente correvano inevitabilmente all’incontro di venerdì .

I giorni trascorrono lentamente e venerdì si avvicina inesorabilmente ed io devo decidere. Sono in preda al caos quando imposto il navigatore del mio cellulare per recarmi da loro. Giro per le strade intorno all’abitazione per fare trascorrere il tempo, poi quando mancano 8min. suono il campanello.
Una voce al citofono mi dice:’secondo piano, spogliati e mettiti in ginocchio dinnanzi alla porta dell’interno 4′. Neanche il tempo di pensare di adeguarmi al mio stato di schiavo. Mi tolgo la maglia ed il jeans, e rimango completamente nudo, non indosso l’intimo, forse Lei non lo ricorda. Io dopo la telefonata del Padrone me li sono nuovamente tolti. Se si aprisse la porta davanti cosa penserebbero o direbbero i loro vicini. Il tempo trascorre lentissimo, ho il terrore che qualcuno possa vedermi in quelle condizioni, passano esattamente gli 8min di anticipo quindi Lei apre la porta, faccio per alzarmi ma Lei mi mette un piede in testa e mi dice:’a 4 zampe cagna’ e saluta prima la Padrona. Le bacio i piedi poi il più rapidamente possibile prendo i miei abiti e mi infilo in casa lasciandoli in un angolo. La seguo, ammirando i suoi bellissimi piedi. In salotto mi aspetta anche il Padrone, mi reco immediatamente a baciare i suoi piedi.
‘Allora hai deciso! lo sapevamo che eri profondamente Troia. Prima di ogni altra cosa ti ricordiamo cosa significa diventare il nostro schiavo.
Ci apparterrai. Questo significa che, salvo mantenere la tua incolumità fisica, noi faremo di te qualsiasi cosa e fra pochi mesi sarà difficile nascondere la tua trasformazione, avrai dei seni che saranno l’invidia di molte donne, porterai almeno una 5. Come ti avevamo anticipato porterai anelli al culo al cazzo, sulla lingua, al naso, sui capezzoli ed alle orecchie. Sarai marchiato a fuoco e porterai tatuaggi. Vederti soffrire e piangere sarà uno dei nostri divertimenti maggiori. Soddisferai ogni desiderio sessuale nostro, e di chi diremo noi, ma anche di Bruto perché sarai trasformata in una cagna. I tuoi buchi sono nostri e li useremo come meglio crediamo, sarai il nostro cesso. Con te e di te parleremo sempre in modo volgare, prenderai cazzi in bocca e nel culo, berrai piscio e mangerai merda, leccherai piedi, culi e fiche. Hai capito? Risposi un si appena udibile. Il Padrone si alza mi tira uno schiaffo e urlandomi in viso:’&egrave così che si risponde ai tuoi Padroni? Devi chiederci per favore, implorarci di diventare il nostro schiavo, anzi la nostra schiava’. ‘Vi prego Padroni, prendetemi come vostra schiava, fate di me la vostra cagna’.
Si guardano negli occhi e poi il Padrone mi chiede se ho ubbidito all’ordine che mi aveva dato la Padrona: Niente slip e divieto di toccarmi e godere?’ Cercai di giustificarmi con la stupida scusa che credevo/pensavo non mi avrebbero chiamato. Un moto di rabbia scuote la Padrona:’ mi hai delusa e verrai punita ma soprattutto mi hai fatto fare una brutta figura con il Padrone’. Si alza e dopo poco torna, ha una gabbietta trasparente in mano, mi fa avvicinare mi aggancia l’anello dietro i testicoli, poi la chiude con un lucchetto di cui tiene la chiave. ‘Visto che non sei capace di controllarti e sei una cagna in calore, porterai sempre la Cintura di castità. I dentini all’interno vedrai ti faranno passare rapidamente l’eccitazione’, inoltre visto che sarai femminilizzato &egrave perfetto, perché per pisciare dovrai stare seduta o accucciata come una cagna.
A questo punto prende un collare di cuoio alto 2 dita e me lo allaccia al collo. Nel frattempo Il Padrone prende a spiegarmi alcuni dettagli del mio stato e le regole a cui mi dovrò abituare ed attenere.
Conferma che verrò femminilizzato e quindi dovrò sempre parlare al femminile, e pensare a me come ad una femmina. Che quando sono in attesa, dovrò stare in ginocchio con le gambe leggermente dischiuse e le braccia allacciate dietro la testa, in modo da offrire il petto alle eventuali sevizie. Che siccome sono una cagna, berrò e mangerò solo dalle ciotole, ma poiché nella scala gerarchica sono l’ultima, mangerò dalla ciotola di Bruto quando Lui non ne avrà più voglia, quindi esclusivamente cibo per cani. Che come per Bruto potrò espletare i miei bisogni solo 3 volte al giorno; infine che durante le punizioni o torture non dovrò mai urlare, pena un inasprimento del supplizio.
La Padrona intanto si allontana ed al ritorno mi porge un foglio, &egrave un contratto di schiavitù che devo leggere e firmare.

Oggi, in data xx/xx/xxxx Io Mario Rossi’nato a Milano il 15 agosto del 19′..e residente a Milano in via”..con piena facoltà di intendere e di volere accetto di essere femminilizzata e di divenire quindi ‘schiava’ con il nome di lilly.
Sottoscrivo quanto sotto riportato e lascerò che tutto quello che i miei Padroni desiderano e vorranno sarà parte di me e io ne sarò esecutrice in tutto e per tutto. Imploro fortemente la costrizione e la dominazione sul mio io e sul mio corpo e desidero che siano i miei Padroni a formulare e a decidere cosa dovrò fare. Loro potranno disporre del mio corpo senza limitazione alcuna . Il mio consenso si estende anche a terze persone cui potrò essere da loro ceduta e pertanto:

1-Comprendo pienamente il mio stato di schiava di proprietà esclusiva dei Sig.ri Bianchi e di essere consapevole delle possibili condizioni che ne potranno scaturire.
2-Accetto di essere sempre nuda in presenza dei miei Padroni
3Accetto la completa e immediata obbedienza per qualunque comando mi sarà dato.
4Accetto qualunque tipo di costrizione per la durata che i Padroni mi vorranno dare.
5Accetto di essere considerata una bestia: cagna, vacca, troia o puledra a seconda dei desideri dei miei Padroni e di essere trattata di conseguenza
6Accetto di vestirmi e portare vestiti di qualunque tipo per l’ordine e il piacere dei miei padroni.
7Accetto di presentarmi sempre pulita e in maniera rispettosa.
8Accetto di essere ceduta, secondo le modalità che i padroni riterranno opportune
9Accetto fin d’ora le punizioni che i miei Padroni decideranno in conseguenza di mie negligenze o solo per il piacere loro o di chi loro decideranno, con l’unico limite di non provocare sul mio corpo cicatrici permanenti.
10-Accetto con entusiasmo di essere marchiata ed inanellata con piercing in modo permanentemente ribadendo così concretamente di essere solo un oggetto di proprietà esclusiva dei miei Padroni

PERTANTO

Non Imbarazzerò mai i miei Padroni
Non avrò diritto alla mia privacy
Non espleterò nessun bisogno corporale senza il loro permesso
Non sarò mai titubante nell’eseguire i loro ordini
Non potrò mai avere rapporti con altri senza il consenso dei miei Padroni
Non mi toccherò, n&egrave ricercherò il mio piacere senza l’autorizzazione dei Padroni
Ringrazierò sempre dopo una punizione
Mi inchinerò sempre ai voleri sessuali dei miei Padroni
Non mentirò mai ai miei Padroni in nessun caso, né gli nasconderò eventi della mia vita passata presente e futura
Nella mia qualità di schiava non avrò mai alcuna pretesa economica.
Che il mio compito principale in qualità di schiava &egrave la soddisfazione totale dei miei Padroni, quindi m’impegno a soddisfarLi nel miglior modo possibile ponendo il loro piacere e soddisfazione prima di ogni altra cosa al mondo, accettando la completa ed immediata obbedienza a qualunque comando da loro impartito.

Infine la schiava dichiara che: s’impegnerà, dalla data odierna ad accettare qualsiasi ordine impartito dai suoi Padroni, tra i quali anche quelli relativi al suo abbigliamento, al suo stile di vita e alle frequentazioni di luoghi, persone e situazioni che i Padroni vorranno imporgli.

Data e firma

Voglio che ci chiedi di essere la ns. schiava, voglio sentirti implorare e pregare di diventare la ns.schiava.. Chinai il capo e con un filo di voce ‘Vi prego Signori fate di me la vs.schiava’. Non ho sentito disse il Padrone. Ripetei ad un tono di voce più alto:’Vi prego Signori fate di questo schiavo la vs,cagna il vs cesso; poi Lessi ad alta voce e firmai, e mentre leggevo la paura attanagliava lo stomaco. Stavo rinunciando alla mia libertà in favore di 2 sconosciuti, che avrebbero fatto di me ciò che a loro più sarebbe piaciuto, ed io avrei obbedito solo perché’.già perché? Avrei provato dolore ed umiliazione molto oltre la mia immaginazione.
Non temere, imparerai cosa vuole dire essere una schiava, imparerai ad offrirti come una schiava, imparerai l’obbedienza e la sottomissione fisica e soprattutto mentale

I preliminari erano finiti, Il Padrone mi fece alzare mi legò i polsi dietro la schiena e poi con un gancio mi appese i polsi al soffitto ed incominciò a tirare. Mi alzai sulle punte temendo di slogarmi le spalle, ma poi dovetti cedere e incominciai a piegarmi a 90 gradi. Quando fui perfettamente piegato mi si mise davanti, impugnava una bacchetta di bambù molto flessibile, mi guardò e mi disse:’conta ogni colpo. Visto che &egrave il primo giorno te ne darò solo 20′
Sentii il fischio nell’aria ed il colpo quasi mi tolse il respiro. ‘conta mi sentii dire’, ed io cominciai a contare. Cercai di non urlare, ma le lacrime cominciarono a scorrere copiose sulle mie guance. Ad ogni colpo mi spostavo in avanti strappando le articolazioni delle spalle. Poi la gravità mi faceva tornare in posizione. Quando finì, venni slegato e crollai in ginocchio, ma quando udii la sua voce:’ringrazia il Padrone se non vuoi che continui’ strisciai fino ai suoi piedi, li baciai e ringraziai. Grazie Padrone.
Quelle 2 semplici parole bastavano a farmi eccitare a farmi sentire come avevo sempre voluto essere

Si era fatto tardi, I Padroni si misero a tavola e noi cani ci mettemmo ad aspettare un boccone, che ogni volta Bruto prendeva prima che io arrivassi. I Padroni ridendo si misero a discutere sul fatto che andavo addestrata alla corsa.
La cena prosegue, la Padrona ogni tanto lancia un boccone a Bruto mentre il Padrone mi chiama vicino a se e dopo averci sputato sopra, me lo getta in terra. Devo sbrigarmi se però voglio mangiare qualcosa. Finita la cena mi permettono di alzarmi e di camminare normalmente perché così posso mettere in ordine e lavare i piatti.

E’l’ora della passeggiata serale, Bruto deve fare i suoi bisogni, ed anche io. Il Padrone mette il guinzaglio a Bruto e poi mi lancia uno spolverino leggerissimo e molto corto e mi indica un paio di sandali alla schiava. Mi preparo anche io, sotto allo spolverino sono completamente nudo e pur essendo le 21 c’&egrave ancora luce. Sarò io a portare a spasso Bruto, cammino a piccoli passi per evitare che lo spolverino si apra ad ogni movimento, ma sono costretto ad accelerare il passo per seguire Bruto, e così spesso mi accorgo di essere in mostra. Non vedo l’ora di rientrare a casa. Appena varcata la soglia e rimessomi nudo chiedo di potermi liberare anche io. Mi avevano detto che non avrei mai avuto la privacy, infatti mi viene data una specie di insalatiera nella quale dovrei urinare. Mi vergogno a farla stando accucciato nel centro della stanza con i Padroni che mi guardano, proprio non riesco e così dopo qualche minuto ripongo il mio pitale.
La serata scivola via tranquilla, lecco i loro piedi, più facile &egrave farlo con quelli della Padrona, mentre leccare il piede di un maschio, del Padrone mi da un po’ fastidio, se ne accorgono e così finisco la serata leccando solo quelli del Padrone. Nel frattempo mi &egrave tornato lo stimolo di urinare e quindi chiedo il permesso di farla, ma la Padrona mi dice che avrei dovuto farla prima. Passa un po’ di tempo e mi inizio a lamentare, non so se riuscirò a trattenermi fino al mattino. Il Padrone imbestialito si alza mi fa rivestire con lo spolverino e i sandali, mi mette il guinzaglio e mi porta fuori. Per fortuna ormai &egrave calata la sera, ma quando qualche rara persona ci sfiora non può fare a meno di notare il guinzaglio e come sono vestito. Il Padrone sembra non curarsene e mi dice: ‘adesso falla! Che poi a casa sarai punita cagna’. Non ci posso credere, devo farla li in mezzo alla strada, ma il bisogno &egrave troppo forte, mi accuccio come una donna ed incomincio a pisciare cercando di non bagnarmi. Non voglio ammetterlo, ma sono eccitato e i denti nella gabbietta mi fanno piangere di dolore

Al rientro a casa però i Padroni sono stanchi e decidono di andare a letto, ma prima mi conducono nel bagno mettono il tappo alla vasca e mi ci fanno entrare, poi il Padrone si tira fuori un cazzo di tutto riguardo ed incomincia a pisciare cercando di bagnarmi tutto, appena finito mi prende per i capelli e se lo pulisce sulla mia testa; subito dopo &egrave il turno della Padrona che però preferisce usare la mia lingua come carta igienica. Resto li a mollo nel loro piscio caldo per un po’, passati un 10min mi vengono a recuperare ma non mi permettono di lavarmi, hanno notato lo sguardo di disgusto mentre mi pisciavano addosso e quindi vogliono che mi abitui al fatto che sono una latrina. Vengo legato ai piedi del letto con abbastanza catena per poter andare da entrambi in funzione delle loro richieste ed esigenze. Vorrei masturbarmi, sto impazzendo per la voglia ed il dolore.
Non riesco a dormire bene, il culo mi fa male per i colpi ricevuti, passando dinnanzi ad uno specchio, lo vedo completamente viola con qualche traccia di sangue, tastandomelo lo sento tutto bitorzoluto.

La mattina dopo sento tirare la catena, &egrave la Padrona che mi ordina di andarle a leccare i piedi. Le mie leccate sono lente, sotto tutta la pianta del piede partendo dai talloni. Non dimentico di passare la lingua in mezzo alle dita e di succhiarle una ad una come fossero dei piccoli cazzi. Nel frattempo si sveglia il Padrone, si avvicina alla Padrona ed iniziano a fare all’amore. A me viene ordinato di avvicinarmi ed iniziare a leccare il culo del Padrone. Per mia fortuna non vedono le mie smorfie di disgusto quando mi avvicino. La minaccia di essere frustato a sangue abbatte le mie ultime resistenze e mi convince a leccargli l’ano. Quando entrambi appagati si distendono uno accanto all’altro mi viene ordinato di ripulirli. Affondo la mia faccia nel sesso fradicio di Lei e lecco e bevo il suo piacere e lo sperma di Lui, poi passo al Padrone. Mi fermo a guardare il suo cazzo moscio avvicino le labbra, lo scappello e lo pulisco come farebbe una vera troia.
La Padrona stacca la catena dal letto, mi mette il guinzaglio, e conducendomi a 4 zampe mi porta in bagno. Si siede sul Water e inaspettatamente mi carezza il capo come si fa con il proprio cane, poi con dolcezza mi dice:’Ieri &egrave stato solo un assaggio, oggi inizia la tua vera vita da schiava e da cagna, verrai punita per alcuni errori che hai commesso e sarai frustata con la frusta lunga. Visto che non sei maso, imparerai a temere le punizioni arriverai a pisciarti addosso sapendo che ti faremo male, e questo ci piace. A noi piace vederti soffrire, piace vederti piangere ed &egrave per questo motivo che sei stata scelta. E visto che non siamo insensibili, e che non hai mai avuto rapporti con uomini né bevuto piscio o mangiato merda, ti addestreremo gradualmente. Stamane hai assaggiato per la prima volta un cazzo, ma entro stasera imparerai a succhiarlo e diverrai una vera succhia cazzi, adesso berrai per la prima volta del piscio e poi mi pulirai il culo in modo da incominciare a conoscere anche il sapore della merda. Anche con il Padrone sarà lo stesso, aspetteremo la fine del mese prima di trasformarti in un cesso completo. Imparerai a desiderare che i Padroni ti usino come un cesso, e imparerai a chiedere di essere usata perché in realtà sei nata per questo ed &egrave questo che vuoi’.
Le parole mi escono naturali ‘grazie Padrona’.

La Padrona si siede sul Water e mi fa disporre dinnanzi alla sua passerina, quindi piano piano incomincia con piccoli getti a riempirmi la bocca. ‘Non perderne neanche una goccia o sarai punita’. Il sapore acre, acido e la temperatura mi mettono in subbuglio lo stomaco. Quando il getto finisce mi prende per la nuca, mi strofina la faccia e mi ordina di leccare e di pulirla, intanto si svuota anche gli intestini. L’odore in questa posizione non &egrave gradevole e già tremo e mi eccito per l’umiliazione, al pensiero che presto quella diventerà la mia colazione.
Si alza si gira e mi mette il culo davanti alla faccia e mi ordina di leccare. Guardo ha fatto una merda morbida e marrone chiaro e per questo il suo culo &egrave rimasto sporco. Sono combattuto, lo schifo e l’eccitazione, mi avvicino con la lingua ma mi assalgono i conati di stomaco. La sua voce mi riporta alla realtà:’cosa aspetti cagna? Lecca e pulisci o devo chiamare il Padrone e incominciare a frustarti?’. Affondai il viso nel suo culo chiudendo gli occhi ed incominciai a leccare. Lei mi incitava ad entrare con la lingua e pulire bene. Quando ritenni di avere finito, la Padrona prese un pezzo di carta igienica e lo passò sull’ano per controllare se avevo fatto un buon lavoro. Mi fa lavare la bocca con un po’ d’acqua e poi mi dice di aspettare il Padrone al quale dovrò fare lo stesso servizio.
Con il Padrone le cose vanno meglio, mi mette in bocca il suo cazzo ed incomincia a pisciare, e quando si gira per farsi pulire il culo chiudo gli occhi ed incomincio a leccare. Ho un erezione ma il mio uccello costretto dentro la gabbietta con le punte fa un male cane. Quando finisco di svolgere il mio compito ed il Padrone si gira, se ne accorge mi tira un calcio sui testicoli dicendomi:’verrai punita zoccola, ti ecciti come una cagna’.
Ma prima di ogni altra cosa devo andare a preparare la loro colazione e poi, come la sera prima, praticamente nudo devo portare a spasso Bruto. Quando rientro i Padroni mi aspettano, mi mandano a prendere il pitale e mi permettono di svuotarmi. La lezione della sera prima mi &egrave bastata, mi accuccio su quella specie di ciotola e mi svuoto la vescica e gli intestini, quando finisco la Padrona mi ordina di passare la mano sul culo e poi di leccarmela. Una cagna per pulirsi farebbe con la sua lingua ma tu non ci arrivi e quindi farai così. E’ una cosa schifosa ed il loro sguardo mentre eseguo l’ordine mi fa sentire umiliato, ma il dolore del mio cazzo nella gabbietta mi ricorda che nonostante tutto, mi piace essere trattato in questo modo.
Finito di pulire e svuotare la ciotola, stendo un asciugamano sul tavolo da cucina e poi mi ci fanno stendere sopra, così inizia la mia preparazione. Con l’uso di strap o cera calda vengo completamente depilato, dal collo in giù divento liscio come un bimbo. L’operazione &egrave dolorosa soprattutto nelle parti intime, più volte mi verrebbe da gridare. Ad operazione completata, i Padroni mi fanno rimettere in piedi per ammirare la loro creazione e mi fanno notare che ormai mi sarà impossibile andare con una donna, ma anche recarmi in palestra. Con difficoltà potrei giustificare il fatto di essere completamente depilato e di portare una cintura di castità.
La mattinata sta per finire, la depilazione &egrave durata circa 3 ore, ma per me le novità non lo sono. La Padrona mi porta un paio di scarpe da donna con un tacco vertiginoso, dove il piede &egrave costretto a stare in punta come se fossi una ballerina, le guardo con incredulità e stando seduto per terra le indosso, ma al momento di alzarmi in piedi mi &egrave assolutamente impossibile. I Padroni mi si avvicinano e mi aiutano. ‘Mai usate scarpe da donna prima d’ora?’ mi chiede il Padrone. Non le ho mai usate e passare da una snakers ad una scarpa di questo tipo &egrave come andare al circo. Per un’ora circa alternandosi al mio fianco, mi obbligano a camminare per casa, fino a quando la mia andatura diviene più stabile. ‘Qui le indosserai 24ore al giorno, neanche di notte le potrai togliere, allo stesso modo farai quando sarai a casa tua. La tua andatura diverrà ancheggiante e sculetterai come una troia. Ti si formeranno vesciche enormi, ti faranno male i piedi, le gambe, la schiena ma sei una schiava e quindi &egrave giusto sia così. Non credi?’ Si Padrona, grazie.
Ormai &egrave ora di apparecchiare e preparare il pranzo. Poi mangerà Bruto ed infine anche io, così potrò mettermi a 4zampe e scendere da questi trampoli, non ne posso già più e dovrò indossarli per 2gg di fila. Quando Bruto smette di mangiare &egrave il mio turno, guardo con disgusto quella ciotola dove &egrave stato messo il mangiare per cani, dove Bruto ha già leccato. Il Padrone mi guarda, poi mi dice:’la voglio vedere pulita, datti da fare con quella lingua’. Mi fa schifo mangiare nella ciotola di Bruto, mi fa schifo il cibo per cani ma mangio e pulisco tutto, ho fame e temo le punizioni che potrebbero arrivare.
Per fortuna sono stato impegnato e non ho potuto pensare, ma dopo avere portato a spasso Bruto e aver fatto anche io i miei bisogni &egrave arrivato il momento atteso e temuto. Vengo appeso per i polsi al gancio del soffitto, sono scalzo e la catena non &egrave in tensione, sento che il Padrone si dispone alle mie spalle. Il primo colpo giunge all’improvviso, e non trattengo un urlo, come una lama rovente lo sento abbattersi sulla mia schiena. Il Padrone mi si avvicina, mi prende per i capelli e guardandomi negli occhi:’Cagna non hai il permesso di urlare, devi solo contare. Questo ti costerà 3 colpi in più’.
I colpi si succedono con regolarità, Lui cambia sempre la parte da segnare e ben presto sono una ragnatela di strisce rosse,nessuna parte viene risparmiata, il ventre la schiena, le cosce. La catena lasca mi permette un certo movimento, così mi sposto, ruoto su me stesso cercando di evitare le frustate, presentando in realtà sempre parti diverse del mio corpo. Sempre più difficile &egrave contare, le lacrime ormai scendono copiose. Mi chiedo perché sono qui. Quando ha finito mi libera dalla catena ed io cado a terra sfinito, ma sento chiaramente la sua voce:’ringrazia e poi dimostrami la tua riconoscenza cagna’. Ecco, adesso so perché sono qui. Sono qui per questo. Per strisciare e ringraziare con quel lieve filo di voce che mi rimane, per baciargli i piedi, per diventare una cagna. Sotto il pantalone &egrave evidente il rigonfiamento, so cosa devo fare, ma &egrave la prima volta e sono ancora titubante. In queste poche ore l’ho già preso in bocca, ripulito e ho bevuto il suo piscio, ma questo &egrave il mio primo bocchino. ‘cosa aspetti cagna?’. Le mani mi tremano mentre gli apro i pantaloni e lo tiro fuori, l’odore d’ eccitazione e di maschio &egrave forte. Comincio col succhiare la punta e solleticarla con la lingua e con le labbra, lecco per bene tutta l’asta fino ad arrivare alle palle. Le succhio una ad una, due o tre volte mentre con la mano gli massaggiare il pene. Poi lo prendo tutto in bocca e incomincio a succhiarlo andando avanti ed indietro con la bocca. A questo punto il Padrone mi afferra la nuca e me lo infila fino in gola, soffocandomi. ‘Non mi stai soddisfando cagna! Succhia bene! Cercai di concentrarmi sul suo cazzo ma la vergogna e l’umiliazione non me lo permettevano. Si alza si sfila la cinghia ed incomincia a colpirmi. Poi mi rimise in ginocchio e me lo infila con forza, con violenza. E’ Lui adesso che usa la mia bocca, io non riesco quasi a respirare, un filo di bava mi esce lateralmente. ‘Guarda Francesca, questa troia faceva la ritrosa ed invece hai visto come le piace succhiare cazzi? E’ nata per questo, diventerà una vera cagna.’ Quando finalmente viene, un getto enorme mi soffoca, so che devo ingoiare e poi ringraziare per essere stato usato.

Sono passate le 17 e mi dicono di prepararmi che dobbiamo andare a fare la spesa. Questa volta mi fanno indossare dei pantacollant neri quasi trasparenti, una maglia leggermente lunga che a malapena copre le mie intimità, senza collo così che il collare &egrave in evidenza, e ovviamente le scarpe col tacco vertiginoso.
Il tragitto &egrave faticoso, stare seduto in macchina con il culo ancora in fiamme dopo la battuta di ieri risulta un po’ difficile. Appena scesi dall’auto, un po’ a causa delle scarpe, un po’ per rispetto seguo i miei Padroni all’interno dell’Ipermercato, tranne quando, per divertimento mi chiedono di prendere questo o quel prodotto posti in basso nelle scansie, costringendomi così a mettermi a 90. Si divertono a vedere il mio viso che va a fuoco per la vergogna. Quando ci mettiamo in fila alla cassa, la Padrona estrae dalla borsa il guinzaglio, me lo aggancia e mi fa cenno di inginocchiarmi ai suoi piedi. Cagna a tutti gli effetti. La gente mi guarda, alcuni ridono, tutti commentano. Io vorrei non essere mai nato, ma incredibilmente il dolore all’inguine mi ricorda che mi sto eccitando.
Rientriamo a casa e dopo aver messo al loro posto tutte le cose, mi appresto a portare a spasso Bruto. Al rientro &egrave il mio turno, mi spoglio e mi accuccio sul mio pitale e mi svuoto. La cosa mi mette in imbarazzo ma nell’umiliazione trovo la risposta a ciò che sono.
Si cena e stare in ginocchio ai piedi dei miei Padroni mi permette di riposare. Ho i muscoli e i piedi a pezzi per la costrizione di queste scarpe, mi fa male tutto, dai muscoli delle gambe ai reni e la schiena. Non oso pensare a come possano essere ridotti i miei piedi. Sotto al tavolo l’unico mio compito &egrave di leccare i piedi dei Padroni fino a quando non vengo chiamato per fare qualcosa, come portare via i piatti o portare l’altra pietanza. Dopo cena, capisco che &egrave loro intenzione giocare. Vengo messo a 90 sul cavalletto. Non vedo cosa succede alle mie spalle. Poco dopo due mani mi accarezzano il culo, regalandomi piacere sulle mie chiappe martoriate e ancora doloranti, poi una mano si insinua e mi accarezza l’ano, un dito prova a forzarlo. Un lamento esce dalle mie labbra, &egrave stretto ancora vergine. Poco dopo La Padrona si concretizza dinnanzi ai miei occhi, ha un fallo enorme attaccato alla vita, me lo indica:’succhialo e bagnalo il più possibile perché non ti lubrificherò il culo, voglio sfondarti, farti male, sentirti urlare. ‘ Sono terrorizzato, succhio e lecco cercando di lubrificarlo, provo ad impietosirLa ma Lei si dispone dietro le mie spalle, sento quell’oggetto mostruoso che si appoggia alla mia rosetta scura ed incomincia a spingere. MI sembra di essere spaccato in due, il dolore &egrave pazzesco. Sento la sua voce dirmi di spingere e poi rilasciare. Non sento neanche la mia voce uscire e pregare di smetterla. Piango senza potermi fermare, mentre quel palo inesorabilmente si fa strada in me. Quando penso sia arrivata in fondo si sfila con un colpo solo per ripiantarmelo immediatamente. Ripete questo gioco infinite volte mentre dal mio culo esce sangue ed io ormai incapace di piangere sono scosso dai singhiozzi. Quando Lei ha finito &egrave il Padrone che si mette dietro e mi riempie della sua sborra poi si fa pulire dalla mia bocca.
Quando hanno finito, mi lasciano li a piangere con sangue e sborra che mi scendono in mezzo alle cosce. Vagamente sento la voce della Padrona che come fosse in lontananza, parlando con il Padrone dice che entro 6 mesi il mio culo sarà completamente sfondato e dovrò girare sempre con un tappo per non avere perdite imbarazzanti. Non so quanto tempo sia passato, li sento arrivare. Sento versare del gel, poi un paio di dita che a poco a poco aumentano fino a diventare l’intera mano, incominciano a stantuffare il mio culo martoriato. Poi sento appoggiare un oggetto duro che viene spinto dentro a forza, sempre più in fondo. Una cintura mi viene allacciata in vita, una serie di cinghie vengono agganciate ad essa per bloccare, in modo che non possa muoversi, un dildo enorme. Quando mi slegano dal cavalletto non sono neanche in grado di camminare, quel palo enorme mi esce dal culo come una coda e non riesco a stare in piedi sui miei trampoli. Seguo i Padroni camminando a 4 zampe come la cagna che sono. Per stasera &egrave finita, mi accuccio ai piedi del letto, appoggiandomi sulla pancia, &egrave l’unico modo in cui riesco a stare a causa di quel palo che Il culo tenta inutilmente di espellere o di risucchiare. Non riesco a dormire, mi agito in un dormiveglia che solo al mattino, quando sono ormai sfinito si trasforma in sonno.

Domenica mattina. Il Padrone mi fa salire sul letto e mi ordina di succhiarlo, in modo da prepararlo per la Padrona. Con la mano e poi con la bocca cerco il suo membro che rapidamente si gonfia nella mia bocca. Poi mentre i Padroni fanno all’amore, mi viene ordinato di leccare il culo del Padrone.
Due giorni possono essere molto lunghi’.appena hanno finito mi viene ordinato di ripulirli. Ormai questo sarà uno dei miei compiti. In solo circa 30h sono diventato una vera cagna.
La mattinata &egrave dedicata alle pulizie di casa. Faccio fatica a muovermi ma ogni tanto una frustata mi raggiunge sul corpo nudo e mi convince a farlo nel migliore dei modi.
Sono le 16,30 quando si svegliano dopo un riposino pomeridiano nel quale fanno spesso all’amore e io vengo chiamato sempre a ripulirli. La loro attenzione si sposta su di me, capisco che anche oggi il pomeriggio si rivelerà faticoso. Mi viene sfilato il palo per essere sostituito da uno speculum d’acciaio. Sento che lo aprono gradualmente, una corrente di aria fresca entra nel mio sfintere. Incomincio a sentire dolore, inutilmente prova a contrarsi, &egrave troppo dilatato e l’anello &egrave in tensione. Mentre i Padroni si divertono, s’avvicina Bruto, ed &egrave evidente il suo stato d’eccitazione. La Padrona mi ordina di masturbarlo. Faccio finta di non capire ed una sberla mi ricorda che devo obbedire. Allungo la mano e lo afferro, il contatto con il pene dell’animale mi riempie di disgusto. Cerco di ritirare la mano ma la Padrona mi afferra il polso e me la tiene saldamente imprimendole un odioso va e vieni , su e giù. Su!… Fagli una sega!…Non te ne sei mai fatta una? …Beh con lui &egrave uguale.’La piccola punta rossa, acuminata, scivolata fuori dalla sua guaina sta nella mia mano, stillante di umori. Il cane si agita come impazzito e il suo bacino incomincia a vibrare freneticamente, con le zampe posteriori rigide cerca di montare la mano. La Padrona continua a guidarmi la mano, facedola andare su e giù sul pene del cane ingrossato , incitandomi:’ Brava… cara! …Brava.!.. Continua così!..Fai il servizietto al nostro Bruto’ ‘ Inveendo poi : ‘Su, masturbalo , troia!!… Sì, così!… Come se fosse un uomo… dai!!’ Sento salire la vergogna , l’umiliazione, il disonore ,mi sentii veramente una cagna, ma la sensazione era eccitante. Per fortuna quel va e vieni non durò a lungo. Il cane prese ad uggiolare e con un guaito finale, con pochi tratti convulsi , emesse stille di seme riempiendomi la mano di un liquido vischioso e filante. La Padrona mi spinse a continuare a masturbarlo a carezzargli il ventre mentre il membro a poco a poco tornava normale. La Padrona allora mi prese la mano e me la portò vicino alla bocca dicendomi:Su pulisci come fanno le cagne ! ‘..Perché tu sei una cagna no?…Lecca su!…Lecca!!’ Provai ad allontanarmi, ad evitare di leccare quel liquido schifoso, ma la Padrona con il dito agganciato al collare mi tirò con forza.’Avanti, non fare storie’lecca zoccola!… Mi avvicinò la mano alle labbra che tenni sigillate, ma inutilmente,sentii l’odore acre dello sperma del Bruto , provai ancora a resistere e cercai di non aprire la bocca Allora la Padrona mi strofinò con forza la mano sul viso spalmandomi il volto con tutti gli umori del cane. Lecca cagna!!…Ubbidisci! ‘ …Mi ordinò autoritaria. Ubbidii’.leccai la mia mano sporca dello sperma di Bruto , sentendone l’odore , assaporandone il gusto e assaggiandone la viscosità. ‘Brava ! Sei diventata ubbidiente , hai visto non era poi così difficile’.
La giornata ormai volge al termine, mi sfilano il plug enorme dal culo e lo sostituiscono con uno di dimensioni inferiori, anche se sempre grande. ‘Ti dobbiamo consentire di indossarlo continuamente, anche durante la giornata normale , e con questo non ti sarà possibile’. Mi viene consegnato il pitale, solo questo utilizzerai per i tuoi bisogni e quando torni qui ricordatelo se non vuoi farli per strada come Bruto. Poi mi rivesto per tornare a casa ma non sarò più la stessa persona ed &egrave bastato un week end.

Appena arrivato a casa mi metto nudo come mi hanno ordinato. Una bella doccia calda per togliermi il sudore, l’odore d’eccitazione e la sensazione di sporco; mi faccio un breve pediluvio con acqua calda e Sali di bicarbonato. I piedi mi fanno male. Sono pieni di vesciche. Subito dopo reindosso le scarpe con tacco da 17cm. Mi avvicino ad uno specchio e mi guardo.
Non &egrave facile riconoscere quel corpo completamente depilato, sul quale risaltano i segni rossi della frusta. Il collare, la gabbietta entro cui &egrave rinchiuso il mio pene, le cinghie che tengono fissato il plug nel mio culo, e quei trampoli che mi costringono ad una posizione innaturale, a tenere sempre contratto l’ano. Eppure mi piaccio, e nel guardarmi, nel ripensare a questi 2gg inizio ad eccitarmi, ma il dolore &egrave fortissimo, cerco quindi di pensare ad altro per riportarlo alla posizione di riposo.
Poi preparo tutto come mi &egrave stato ordinato: dispongo 2 ciotole in terra, ne riempio una d’acqua. Porto in bagno il pitale ed infine invio un messaggio:’Grazie Padroni. La vostra cagna’.
Dormire &egrave difficilissimo il plug nel culo, i ricordi di questi 2gg mi si ripropongono dinnazi agli occhi. Mi dibatto, ho paura ad ammettere che mi &egrave piaciuto essere usato ed umiliato e questo mi sconvolge. Sono solo il loro oggetto di piacere, una cosa da usare, una bestia da addestrare.
La mattina dopo mi alzo. Sono completamente stonato, mi sento la testa pesante. Invio il buongiorno ai miei Padroni e mi reco in bagno, mi lavo, mi sfilo il plug, &egrave completamente ricoperto di merda, lo guardo, mi si rivolta lo stomaco e poi tanto loro non lo saprebbero mai, non possono vedermi qui a casa mia. Lo tengo in mano a lungo, lo giro lo guardo, lo schifo &egrave forte, chiudo gli occhi e me lo infilo in bocca. Conati di vomito, il sapore amaro e disgustoso. Mi ritrovo presto a succhiarlo, a fare un bocchino e quando lo tiro fuori &egrave ormai pulito. Mi accuccio sul pitale e mi libero la vescica e gli intestini, poi come mi &egrave stato insegnato, mi pulisco il culo con la mano.
Togliermi i trampoli da una sensazione stranissima, sembra di camminare volando, il corpo fatica a ritrovare il suo equilibrio, i polpacci ed i muscoli delle gambe a rilassarsi.
Sono pronto per andare a lavoro e mi chiedo se qualcuno si accorgerà che sono diverso, che sotto i pantaloni indosso delle autoreggenti. Al collo, il collare &egrave ben visibile, ma sembra un semplice girocollo d’acciaio con un gancio.
Durante la mattinata i Padroni mi inviano qualche sms per farmi sentire che ci sono, che io ormai gli appartengo. E’ durissima lavorare in perenne stato di eccitazione, con il plug piantato nel culo, vorrei masturbarmi ma la cintura me lo impedisce e sono perennemente bagnato. Finalmente la giornata termina e rientro a casa, mi spoglio indosso le scarpe mi svuoto la vescica come fosse la mia passeggiata serale e invio l’sms ringraziando i Padroni. Poco dopo un messaggio di risposta:’per domani organizzati. Verrai a dormire da noi e rientrerai in ufficio mercoledì partendo da qui. Metti in un trolley il cambio da cagna e non dimenticare nulla’.
Preparo il trolley stando molto attento a metterci tutto, poi già agitato provo a dormire.
Il giorno dopo, come sempre vado a lavoro, lascio il trolley in auto e mi viene da pensare che forse non mi abituerò mai alle autoreggenti, a girare senza mutande. Al solo pensiero di tutto questo, sento il dolore fortissimo del mio cazzo che si sta ingrossando. Cerco in tutti i modi di non pensare, di farlo rilassare.
La giornata sembra lunghissima, le ore non trascorrono mai, I Padroni non si fanno sentire fino alle 16,00 quando un sms mi ordina di andare in bagno e di mettere le clips ai capezzoli. Mi do dell’idiota, ho messo tutto nel trolley senza fare distinzioni tra ciò che mi era stato detto di portare sempre con me e quello che devo portare a casa Loro. So di aver sbagliato e mentre sono indeciso su cosa fare, un secondo sms mi chiede di farmi vedere come sempre in video. Non posso che ammettere la mia sbadataggine inviando a mia volta un sms. Forse non si sono arrabbiati, il loro sms successivo mi ordina solo di avvisarli nell’attimo stesso in cui lascerò l’ufficio.
Alle 17,30 invio il mio sms, probabilmente vorranno avere un idea dell’ora in cui arriverò; un altro sms da parte Loro:’prendi dalla valigia gli abiti da troia, ed indossali, poi vai sotto la targa della strada così vestita e fatti vedere in video’. Sono terrorizzato, non so cosa fare e come farlo; se qualcuno che mi conosce mi vedesse, e poi come faccio a cambiarmi e dove. Potrei farlo in auto, ma le contorsioni sarebbero incredibili, e poi qualcuno nel passare potrebbe vedermi. Non mi resta che infilarmi nel bagno di un bar in una via laterale e cambiarmi. Quando esco ancheggiando sui miei tacchi vertiginosi, cerco di non guardare nessuno, di nascondere il viso fra i capelli della parrucca e posizionandomi sotto la targa della via chiamo i miei Padroni in una video telefonata.
Finalmente entro in auto, mi sfilo le scarpe perché non mi &egrave possibile guidare con un tacco da 17cm e spero che nessuno mi abbia visto e riconosciuto.
Sono quasi le 19,00 quando arrivo a casa dei Padroni e dopo averLi salutati inginocchiandomi e baciando il loro inguine e poi i loro piedi esco per portare a spasso Bruto. Al mio ritorno mi fanno spogliare mi consentono di fare i miei bisogni, poi mi ripiantano il palo nel culo. Quindi il Padrone prende 2 coccodrilli regolabili e me li aggancia ai capezzoli stringendo quasi a farmi piangere e poi ci attacca un peso da 200gr. I denti si piantano nella carne delicata dei capezzoli e i pesi che si muovono li martoriano in continuazione. In queste condizioni, vado a preparare la tavola e cucinare.
Sono ormai 2ore, i capezzoli mi fanno male, il palo nel culo mi rende difficile ogni movimento, i Padroni mi chiamano so che verrò punita per essermi dimenticata le clips.
Mi tolgono i coccodrilli ed il dolore &egrave pazzesco, quando poi con la mano sfiorano appena la carne martoriata, una smorfia di dolore distorce il mio viso. Mi fanno distendere con la schiena sul tavolo, e poi afferrare con le mani dietro le ginocchia in modo da offrire completamente l’interno delle mie cosce e il mio buco del culo. Quando sfilano il palo, inutili ed incontrollate contrazioni del mio ano cercano di richiudere quella voragine spalancata.
Adesso verrai punita perch&egrave devi imparare a non pensare ma solo ad ubbidire a qualsiasi ordine ti venga impartito, per quanto stupido o umiliante o doloroso possa sembrarti. Tu sei la ns.cagna, esisti solo per il ns. piacere ed il ns. piacere &egrave vederti soffrire e trasformarti.
Adesso verrai frustata nell’interno cosce e sulla tua rosetta, ad ogni colpo ti rimetterai in posizione offrendoti alla frusta. Compare nel mio campo visivo la Padrona con un frustino molto flessibile che fa fischiare nell’aria un paio di volte, non faccio in tempo a pensare che mi farà molto male, che arriva il primo colpo ed un urlo esce dalla mia bocca. Non ti &egrave permesso di urlare, devi solo contare, tutto questo ti costerà 5 colpi in più. Ogni tanto, la mano della Padrona mi carezza il viso, asciuga le mie lacrime, mi infila le dita in bocca e mi permette di leccarle, succhiarle e questo mi eccita, mi eccita sentire l’eccitazione dei Padroni nel colpirmi. Dopo ogni colpo mi rimetto in posizione offrendo il mio buco a quello successivo. Con fatica riesco a trattenere le urla, solo dei lamenti strozzati, e conto ogni frustata riportando ogni volta il mio corpo in posizione vergognosamente in offerta. Quando arriva l’ultimo colpo mi raccolgo in posizione fetale ma l’ordine del Padrone mi riporta immediatamente alla realtà. Ringrazia cagna!
Scendo dal tavolo e quasi strisciando bacio i piedi al Padrone e ringrazio, ma subito mi viene ordinato di succhiarlo.
Poi &egrave la volta della Padrona, la lecco e per fortuna viene quasi subito.
Quando credo di aver finito &egrave la Padrona che afferrandomi per il collare mi porta vicino a Bruto, devi abituarti a ringraziare anche Lui. Non so se mi abituerò mai, il cane mi fa schifo, ma ho paura possano frustarmi ancora, quindi prendo in mano il suo cazzo ed incomincio a segarlo. Quando sta per venire il Padrone mi prende per i capelli e mi mette in modo che la sua sborra mi schizzi direttamente in faccia. Il getto &egrave copioso ed ho il viso completamente impiastricciato.
Il culo mi viene lasciato libero, la rosetta &egrave troppo infiammata ed ingrossata a causa dei colpi ricevuti. Mi vengono dati gli ormoni femminili e mi vengono fatte le punture ai capezzoli, il trattamento per trasformarmi in vacca. La mattina dopo vengo svegliata molto presto per poter andare al lavoro.
Sedermi in auto per guidare &egrave dolorosissimo, vado via ma vorrei che fosse già giovedì. Viaggio come sotto l’effetto della droga, con alti e bassi incontrollati tra la ragione che mi porterebbe a chiudere tutto e tornare alla mia vita precedente, il desiderio di scendere sempre più in basso, e la paura per ciò che sto diventando.

Mercoledì e Giovedì i Padroni mi lasciano stare, mi chiamano solo un paio di volte, ma per chiedermi come sto. Sentire che si preoccupano per me fa svanire anche gli ultimi miei dubbi. Gli appartengo anima e corpo, ma soprattutto &egrave la mia mente.

Venerdì mattina mi sveglio prestissimo. Sono emozionato e già eccitato, stasera tornerò dai Padroni. Il trolley &egrave già pronto. La mia rosetta &egrave ancora gonfia e dolorante e nel controllarmi allo specchio vedo che i segni non sono andati via. Mi tocco con delicatezza, ma al solo passaggio della mano provo ancora dolore. Mi chiedo come potrò sopportare altre frustate, eppure non vedo l’ora di essere in ginocchio ai loro piedi.
Anche oggi i Padroni sono premurosi e solo verso le 16,30 mi ordinano di attaccarmi le clips ai capezzoli. Questa volta non le ho dimenticate, le aggancio e poi mando il filmato ringraziando come sempre.
Alle 18,00 sono a casa dei Padroni, i capezzoli quasi non li sento più. Suono e salgo quasi di corsa. Voglio inginocchiarmi e baciare i piedi dei Padroni, voglio vivere ai loro piedi.
Mi spoglio, mi inginocchio, saluto i Padroni e mi metto in posizione d’attesa. La prima cosa che vogliono da me &egrave ispezionarmi il buco del culo per verificare se &egrave utilizzabile oppure se le mucose sono ancora gonfie per i trattamenti subiti. Lo palpano, accarezzano poi mi penetrano con una,due, tre dita per stabilire che &egrave ancora troppo martoriato. Mi vengono tolte le clips ed il Padrone gioca un po’ con i miei capezzoli, facendomi sussultare ad ogni tocco. Indosso leggins, top ed i miei tacchi 17 per portare a spasso Bruto. La vergogna &egrave ancora dominante, ma mi eccita da impazzire andare in giro in queste condizioni. Quando rientro mi viene vietato di urinare. E’ tardi i Padroni giocheranno con me dopo cena e poi ci saranno 2gg interi.
Finito di cenare rimetto in ordine, lavo i piatti e quando ho finito i Padroni mi allungano lo spolverino e mi dicono di vestirmi che usciamo.
Poco dopo che sono in auto La Padrona mi dice di togliermi lo spolverino e di restare completamente nudo. E’ notte e spero che nessuno mi veda. Non ho idea di dove mi stiano portando, entriamo in autostrada e poco dopo entriamo in un parcheggio affollato di camions. Mi dicono di scendere dall’auto, provo ad oppormi, sono completamente nudo e non vorrei mi arrestassero; mentre cerco di argomentare queste cose una sberla da parte del Padrone mi fa uscire una lacrima, viene agganciato il guinzaglio al collare e poi con uno strattone mi costringe ad uscire.
Il guinzaglio passa nelle mani della Padrona che incomincia a tirarmi verso i camions parcheggiati facendomi camminare nel fascio di luce prodotto dai fari dell’auto. Come non bastasse un colpo di clacson a svegliare anche i pochi camionisti che cercavano di riposarsi. Sono sicuramente tutti a guardare e quando giungiamo nei pressi del più vicino, la Padrona mi fa inginocchiare accanto a Lei. La vergogna, l’umiliazione &egrave indescrivibile così come &egrave incomprensibile il fatto che sono eccitato. Un primo camionista si avvicina e ben presto sono circa 20. Solo allora la Padrona incomincia a parlare.
‘Questa troia ha voglia di cazzi e noi, i suoi Padroni, abbiamo deciso di farla contenta. Datemi 20 euro a testa e potete riempirla quanto volete e come volete. L’unica cosa che vi chiedo, &egrave che alla fine la laviate con una bella pisciata. Pisciatele addosso, fategliela bere, insomma fate ciò che volete. Pagate e poi &egrave vostra. Se dovesse rifiutarsi usate pure la cinghia dei vs. pantaloni.
Noi la riprenderemo tra 3h, credo vi bastino per farvi svuotare le palle. Eccola &egrave tutta vostra. E tu troia devi ancora pisciare mi sembra’. Accucciati li e falla come una cagna ‘. Mi sento avvampare dalla vergogna e dall’umiliazione, il cazzo prova a gonfiarsi per l’eccitazione, ma &egrave solo dolore. La Padrona stacca il guinzaglio e si allontana un po’ da me. Io mi accuccio come una donna, ed incomincio a pisciare davanti a tutti quegli uomini che si eccitano a vedermi. Incassati i soldi la Padrona si allontana, lasciandomi li, circondato da camionisti eccitati dopo ore passate sul camion, sono sudati, sporchi e con una gran voglia di fottere. Mi afferrano per i capelli e mi trascinano dietro ai camions dove qualcuno ha pensato di stendere un materasso vecchio e sporco, forse usato da qualche puttana. Mi ci sbattono sopra. Non si preoccupano che io sia un uomo, cercano solo un buco da usare.
2 cazzi mi si avvicinano ed incomincio a segarli; immediatamente dopo, uno mi forza la bocca. Un altro si avvicina da dietro, vengo messo a pecora e mi sento allargare le chiappe da un cazzo enorme che mi forza il culo. Se non avessi la bocca impegnata urlerei, il mio ano &egrave asciutto ma il camionista non si crea problemi. Quando i primi vengono riempendomi completamente, sborrandomi in faccia, nei capelli altri prendono il loro posto. Sembra non finiscano mai. Il loro ritmo rallenta ma non si fermano e quando ad certo punto chiedo un po’ di tregua, una cinghiata mi ricorda che sono solo un buco. Da come entrano ed escono con facilità dal mio culo capisco che mi hanno completamente sfondato.
I Padroni arrivano insieme e per fortuna sono in auto. Io non riesco neanche ad alzarmi e a camminare. La Padrona ricorda che sono passate le 3 ore e che ora devono pisciare. Mi lasciano in mezzo a loro in ginocchio ed incominciano a pisciare cercando di centrare la mia bocca. La Padrona mi ordina di aprire la bocca. Bevo quello schifo e sento colare il liquido caldo lungo tutto il mio corpo; mentre dal mio culo sento uscire lo sperma misto al sangue. A poco a poco si allontanano e rimaniamo soli. I Padroni mi agganciano il guinzaglio e mi trascinano scaricandomi nel portabagagli che &egrave stato rivestito di carta di giornale. Il loro sguardo di disgusto mi fa capire che faccio veramente schifo, puzzo, sono completamente ricoperto da sperma e ho inghiottito tanta di quella sborra che mi sento la pancia gonfia. Arriviamo a casa mi fanno uscire dal portabagagli e poi trascinandomi completamente nudo per il garage mi portano nella cantina, per l’occasione completamente svuotata. Una serie di cartoni sono stati stesi in terra. Un gancio con una corta catena pende dal muro e a questa viene agganciato il mio collare. I bracciali vengono agganciati al collo. Non posso allontanarmi dal muro che pochi centimetri. Questa sera mi fanno ingoiare 3 pasticche, la mia solita dose di ormoni femminili e anche altre pasticche ”. Mi accorgerò presto a cosa servono.
Poco dopo, lo stomaco si torce e non riesco a trattenermi, mi libero gli intestini e la vescica e non potendo allontanarmi finisco per rotolarmi in mezzo ai miei liquami.

Passano alcune ore e la porta si spalanca, si accende la luce, entrambi i Padroni mi guardano con disgusto e storcono il naso, l’odore deve essere nauseabondo. Puliamo questa troia, guarda come gode a rotolarsi nella sua merda e nel suo piscio, starebbe bene in una porcilaia. ‘Verrai punita per tutto questo schifo, non ti era stato dato il permesso di fare i tuoi bisogni’ dice la padrona. Hanno al seguito un secchio pieno d’acqua fredda ed una spugna con i quali mi danno una pulita sommaria, poi mi agganciano il guinzaglio e mi conducono a 4 zampe e completamente nudo verso l’ascensore.
Quando arrivo in casa mi consentono di fare una doccia, mi strofino con forza ma l’odore mi resta nelle narici, mi sembra di non riuscire a togliermelo di dosso. Poi mi fanno vestire:microgonna (25cm circa) elasticizzata, autoreggenti ed un top, come una troia per dare spettacolo mentre facciamo la spesa. Non so se mi abituerò mai ma mi eccito sempre ad essere umiliato ed esibito. Dopo pranzo sembra si siano dimenticati della punizione, mi ordinano di fare le pulizie e mi controllano continuamente. Quando poi vengo chiamato ad aiutare la Padrona per preparare la cena capisco che ci saranno ospiti a cena. Non sono pronto, verrò mostrato ed usato da chiunque lo desideri.
Alle 19,30 la Padrona mi controlla e mi prepara: le unghie di mani e piedi vengono ripassate con uno smalto rosso cremisi, un rossetto molto forte mi evidenzia le labbra ed i capezzoli, mi vengono disegnati gli occhi. Il risultato &egrave che sembro una puttana. Un campanellino mi viene appeso al gancio del collare; un anello mi viene messo al naso quasi fossi una vacca, poi la Padrona prende 2 coccodrilli e me li pinza ai capezzoli, il dolore &egrave fortissimo quando molla la pinza, attacca un peso da 200gr ad ogni coccodrillo. Ogni movimento mi strappa lacrime di dolore. Infine mi fa mettere a 90 e con forza mi pianta un plug in acciaio, di grosse dimensioni nel culo, da cui pende una coda.

Suonano il campanello, vado ad aprire ancheggiando sui miei tacchi da 17cm con il campanellino che accompagna ogni mio passo. Apro la porta e lo sguardo sorpreso mi fa capire che non sapevano nulla di me. Li accompagno e mi inginocchio in posizione di attesa. Sento lo sguardo dei nuovi venuti che mi valuta e mi soppesa, le parole e la curiosità aleggiano nell’aria. Ben presto arrivano anche gli altri ospiti e solo allora il Padrone mi si avvicina,aggancia il guinzaglio e mi conduce verso gli ospiti. Lo seguo a 4 zampe come una vera cagna. Quindi mi ordina di salutare ad 1 ad 1 gli ospiti. Mi avvicino al primo ospite e bacio entrambe le scarpe e poi la patta, e così faccio con tutti, per rimettermi immediatamente in posizione d’attesa. Il Padrone incomincia a parlare, e spiega che sono il loro schiavo e che mi stanno trasformando in cagna anche per soddisfare Bruto. Che in 7gg la mia trasformazione &egrave già evidente. L’uso intensivo di ormoni femminili e le dolorose iniezioni che mi fanno ai capezzoli stanno già ingrossandomi il petto. Che tra 6 mesi farò fatica a nascondere il seno, anche perché il loro obbiettivo &egrave quello di portarmi almeno ad una 6.
Indicandomi dice:’&egrave nata per tutto questo, non aveva mai preso un cazzo in bocca e faceva la schizzinosa, ma dopo il primo sembrava non avesse mai fatto altro nella vita, &egrave una vera succhia cazzi’, quindi richiama la mia attenzione e mi dice di dire ai signori cosa sono. Sono pieno di vergogna a sentire parlare di me in questi termini, spaventato per ciò che diventerò e quando parlo la voce trema:’sono la schiava dei Padroni Bianchi e di Bruto, la loro cagna, sono solo un buco da riempire’.
Ridono di gusto mentre mi viene ordinato di servire l’aperitivo. Sculettando in equilibrio precario porto salatini ed olive e verso da bere. I più coraggiosi mi allungano una sculacciata o mi palpano il culo, qualcuno usa il frustino che i Padroni hanno de liberamente lasciato a portata di mano, fino a quando decidono di sedersi a tavola.
Con lo sguardo basso servo ogni pietanza e riempio i bicchieri, sono preoccupato su come si evolverà la serata, l’alcool sta scaldando gli animi e liberando la libido. Quando finiscono, si riuniscono nuovamente in salotto. la Padrona spiega che devo essere punita e mi ordina di dire quale sia il motivo. In mezzo alla sala, in ginocchio travolto dall’umiliazione incomincio a spiegare: ‘Sono una cagna ed i Padroni mi stanno insegnando l’educazione, posso quindi fare i miei bisogni corporali solo quando li fa Bruto, 3 volte al giorno, invece questa notte non sono riuscita a trattenermi e così ho dormito e mi sono rotolata fino a questa mattina nella mia merda e nel mio piscio’.
Portami il cane e poi mettiti in posizione sul cavalletto, mi ordina la Padrona.
Mi avvicino in ginocchio tenendo il cane fra i denti, immediatamente dopo mi posiziono sul cavalletto, le gambe leggermente larghe ed il culo in fuori, come mi &egrave stato insegnato ed aspetto. E’ il Padrone che si avvicina e per umiliarmi ulteriormente mi ripete le regole. Vietato spostarsi, vietato urlare, devi solo contare ogni colpo ricevuto, pena una punizione di 3 colpi aggiuntivi.
1, già il primo colpo &egrave dolorosissimo, il Padrone ci mette tutta l’energia. 2, le gambe si piegano ed &egrave solo l’inizio. 3-4-5′.. le lacrime scorrono sul mio volto. I colpi sono fortissimi ed il culo si segna rapidamente, qualche striscia di sangue &egrave ben evidente, ma continuano in sequenza ad arrivare uno dopo l’altro i colpi. Il colore diviene rapidamente viola, ogni colpo fa più male del primo, quando dicono che ci si abitua’.. mentono non ci si abitua mai al dolore, ma so di meritarmele, so che queste lacrime mi redimono, mi consentono di giustificare il piacere che provo nel farmi umiliare, nel desiderare di scendere sempre più in basso.
Quando arrivo a 50, &egrave un grido di liberazione, mi accascio per terra mentre il petto sussulta sconquassato dai singhiozzi. Con fatica mi trascino ai piedi del mio Padrone per ringraziare, ma Questi, mentre gli sto baciando i piedi mi ordina di chiederne altre. In un soffio escono le mie parole, perfavore non’. Ma il suo sguardo &egrave sufficiente, chino la testa ‘la prego Padrone me ne dia altre, le merito’ e mi riposiziono. Il Padrone si gira verso i suoi amici ed invita una bella Signora. Con calma le spiega quali parti colpire perché più dolorose e perché non pericolose, poi la invita ad usare tutta la sua forza e a dare altri 20 colpi sulle mie carni già martoriate. Ricomincio a contare, i colpi sono sempre più cattivi e dolorosi mano a mano che la Signora acquisisce sicurezza. Sempre più spesso dopo il colpo perdo la posizione e mi accartoccio su me stesso soffocando un grido di dolore e poi mi riposiziono aspettando il colpo successivo, richiamato anche dal Padrone. ‘In posizione Troia’
Non so che colore possa ormai avere il mio culo, so che fa male, e quando finisce non ho neanche più lacrime. Mi avvicino alla Signora che con tanta energia mi ha frustato e la ringrazio baciandole i piedi e poi leccandole le intimità completamente zuppe, solo dopo che il Padrone le ha chiesto di togliersi gli slip. Questa cagna ha una lingua fantastica, e Francesca poi le sta facendo fare degli esercizi in modo che si allunghi. Presto mi ritrovo il viso inondato, mentre il corpo e squassato da grida di piacere della Signora.
Io e Stefano avevamo pensato di aspettare il fine mese ma vista l’occasione, crediamo che possa essere uno spettacolo eccitante e piacevole per i nostri ospiti vedere la consacrazione di questo schiavo in ‘cagna’. Da stasera avrà 3 Padroni da soddisfare non solo 2. Sarà a completa disposizione anche di Bruto. Sentendosi chiamare Bruto si avvicina, il Padrone afferra il mio anello al naso e porta il mio viso vicino al suo, in un sussurro mi dice:’Fammi fare brutta figura con i miei amici e ti tolgo la pelle a frustate’. La Padrona avvicina Bruto a me che in ginocchio sono in posizione di attesa. Forza cagna incomincia a segarlo! Prendo nella mia mano il membro di Bruto e quasi istantaneamente il membro si irrigidisce, Bruto incomincia ad ansimare. Mettiti a pecora cagna! Con un colpo secco e doloroso mi sfilano il plug dal culo che resta dischiuso. La Padrona porta Bruto alle mie spalle e lo spinge verso di me, ‘allargati che deve incularti’. Il mio volto &egrave verso gli ospiti, tengo gli occhi bassi per la vergogna di quanto sta avvenendo. Nella stanza l’eccitazione &egrave al max, tutti gli occhi sono rivolti verso di me. In un colpo Bruto affonda nel mio culo, sento il suo membro ingrossarsi, mentre incomincia a stantuffarmi. Mi sconvolge sempre quanto mi ecciti essere umiliato, e come mi stia trasformando in troia. Poi non mi importa più di chi &egrave presente, sento solo un mormorio soffuso, mentre sconvolto tra dolore e piacere nonostante la costrizione ed il dolore esce un liquido vischioso dal mio uccello costretto nella gabbietta. Mi piace sentirmi piena, vorrei masturbarmi, ma il dolore dei denti della cintura mi ricordano che sono solo un buco. Mi sento inondare il culo, Bruto resta un po’ dentro di me per consentire al suo arnese di tornare a misure normali, quando ne esce il Padrone mi afferra per i capelli, mi sbatte la faccia vicina al cazzo e mi ordina di pulirlo. Questo mi fa veramente schifo, ho dei conati di vomito che fanno divertire gli ospiti. In un soffio ‘questo no, vi prego’ mentre le lacrime mi rigano le guance per la vergogna e l’umiliazione, mentre sento colare fra le gambe e uscire dal culo la sborra di Bruto. Senza preavviso Il fischio nell’aria della bull che mi segna la schiena. Grido non riesco a trattenermi, un’altra frustata, la mia bocca va a cercare il cazzo di Bruto ed incomincio a leccare baciare e succhiare come ormai so fare bene.
Sono ormai una vera cagna e quando sborra copiosamente so che devo ingoiare tutto senza sprecare nulla e poi ripulirlo nuovamente.
L’eccitazione si può respirare nell’aria, vedo i rigonfiamenti nei pantaloni ma anche lo sguardo delle Signore lascia capire che la libido &egrave al max. Per la mia bocca e la mia lingua non ci sarà tregua, solo quando tutti vanno via mi viene concesso di riposarmi.

La mattina dopo ci svegliamo ed alziamo tutti tardi, ma appena sento i Padroni muoversi so già che dovrò ripulirli, il ricordo della serata appena trascorsa ha lasciato strascichi di eccitazione non ancora sopiti.

La Padrona prende il guinzaglio e mi conduce in bagno, quando mi porge il culo da ripulire’. Non so, la puzza il suo culo sporco da pulire, non mi abituerò mai e mentre penso questo il mio viso riproduce esattamente tutti i miei pensieri, solo che lo specchio riflette la smorfia di disgusto e Lei mi vede. ‘Cagna schifosa! Devi essere fiera di essere il nostro cesso, devi ringraziare per l’onore che ti viene concesso’. M’impegno oltre misura sperando che tutto questo non sia causa di una punizione, che in realtà desidero e voglio per aver deluso la mia Padrona.
Porto a spasso Bruto ma a me viene concesso di liberarmi solo la vescica, e solo dopo la passeggiata delle 14 posso finalmente svuotare anche gli intestini.
La mia merda &egrave nel pitale, la Padrona prende un mio paio di collant e indicandomene un bel pezzo, mi ordina di metterlo nel piede della calza, poi lo chiude con un nodo. Vengo fatta inginocchiare nella vasca bloccandomi i polsi alle caviglie e quindi mi viene ordinato di aprire la bocca.’Prendi questo succhiotto, e fai in modo che quando io ed il Padrone ci svegliamo sia finito.’ Il piede del collant con il pezzo di merda mi vien infilato in bocca e poi legato in modo che non sia possibile sputarlo. Disgusto e schifo ma so che questa &egrave probabilmente l’ultima chance, devo imparare che sono un ‘cesso’ e devo essere grata ai miei Padroni per ciò che mi stanno insegnando e per ciò che sto diventando.
Attraverso il nailon la merda si scioglie lentamente ed il sapore amaro diventa parte di me. Il disgusto con il passare delle ore diventa assuefazione.
Quando si svegliano vengono in bagno a controllare ‘finito di succhiare Troia?’, al mio cenno di assenso mi tolgono dalla bocca la calza ormai completamente ‘vuota’. Ringrazio per la lezione impartitami.
Il We volge al termine, alla solita ora dopo qualche bocchino ai miei Padroni, anche a Bruto, e qualche leccata alla Padrona, mi rivesto e torno a casa. Eppure’.. vorrei restare.

E’ mercoledì questa settimana c’&egrave il ponte, domani &egrave festa e Venerdì quindi non lavoro, starò con i miei Padroni per 4gg pieni.
Entro nel bagno del solito bar, dovrò cambiarlo la prx volta, non vorrei mi dicessero qualcosa. Qui mi trucco, mi risistemo, indosso il collare, mi metto il plug nel culo, indosso le mie scarpine con tacco 17cm e dopo aver tolto la fascia che mi comprime il petto, mi guardo allo specchio. Esco trainando il mio trollei, Sembro una vera troia, con la mia mini inesistente, le autoreggenti, il top ridottissimo ed il trucco pesante.
Sono felice di tornare dai miei Padroni, &egrave diventata una droga. Desidero sempre più essere degradata, umiliata sentirmi ed essere una cagna.
Entro in casa e subito devo indossare unicamente lo spolverino, vengo messa a 90 gradi ed il plug viene sostituito con uno di dimensioni ragguardevoli; il Padrone mi porta un paio di zoccoli ‘questi sono zoccoli olandesi completamente in legno, normalmente si portano con calzettoni di lana piuttosto spessi per evitare vesciche dolorose ai piedi, ma nel tuo caso credo che sarà piacevole sapere e vedere i tuoi piedi sanguinare’; il guinzaglio viene agganciato al mio collare e subito dopo usciamo. Nel palazzo ormai mi hanno già visto condotta a guinzaglio, mi chiedo cosa pensino
In auto La Padrona mi fa togliere lo spolverino e restare completamente nuda. Dopo poco più di un ora di viaggio arriviamo ad una grande fattoria. Scendo dall’auto sempre a guinzaglio, ci vengono in contro 3 persone. Due di loro le ho viste sabato a cena dai miei Padroni, l’altra sembra essere una contadina, porta un grembiule azzurro di stoffa resistente e un paio di calosce. Il mio guinzaglio viene affidato a Lei che mi trascina verso un caseggiato basso che presto identifico come una porcilaia. Prima d’entrare mi fa togliere gli zoccoli, la seguo scalza. Dinnanzi ad un box con 3 maiali si ferma apre e mi fa cenno di entrare. I miei piedi affondano fino al polpaccio nel liquame. ‘Adesso soddisferai i 3 maiali come mi hanno detto sai fare bene, e farai così ogni volta che ti verrà ordinato. Delle telecamere riprendono ogni cosa. I filmati migliori verranno postati su Youtube oppure venduti. Adesso entra, datti da fare e fammi vedere Troia!’ Mi spinge giù a 4 zampe e mi toglie il guinzaglio. Provo a ribellarmi, non erano questi i patti, come farò dopo a girare per strada e guardare negli occhi la gente? Un colpo della corta frusta che impugna nell’altra mano mi convince immediatamente. Non devo neanche andare a cercare i maiali, tutti e 3 mi si avvicinano per annusarmi. Chiudo gli occhi e cerco di non pensare, poi butto la testa sotto il ventre di quello che mi sta più vicino ed incomincio a leccare e succhiare, fino a prenderlo tutto in bocca. Con la coda dell’occhio vedo su un display posto in alto sul box, il ripetersi della scena. Mi impegno a succhiare questo cazzo che s’ingrossa fino a non riuscire più a contenerlo nella mia bocca, cercando di farlo venire nel più breve tempo possibile. Non riesco quasi a respirare, &egrave enorme ma finalmente lo sento vibrare. La mia bocca, il mio viso si riempiono di sperma. Le ultime leccate per ripulirlo come mi &egrave stato insegnato e poi passo al secondo. Sullo schermo le immagini non lasciano nulla all’immaginazione, il mio volto si vede bene, presto non potrò più nascondermi, chiunque collegandosi in rete mi identificherà’.. per ciò che in realtà sono.
La notte trascorre agitata, qualche volta mi sveglio sentendo un maiale che mi annusa o mi gira troppo vicino ed al mattino quando la Matrona viene a prendermi sono sveglia da ore. Mi avvicino a 4 zampe e le bacio gli stivali e la patta come mi &egrave stato insegnato, Lei mi aggancia il guinzaglio e mi fa cenno di alzarmi, poi mi pinza i capezzoli con un coccodrillo a cui &egrave attaccato un campanellino quindi mi tira ed io la seguo camminando normalmente ma a capo chino, sottomessa. Appena uscita alla luce del mattino mi fa rimettere gli zoccoli di legno, e quando gli occhi si abituano, vedo intorno molti braccianti che mi guardano incuriositi, sento apprezzamenti e giudizi volgari. Spero di venire condotta rapidamente in casa dai miei Padroni, ma non &egrave così. Giunti in mezzo al piazzale ‘allargati le gambe e togliti il tappo dal culo, poi accucciati e caca e piscia come la cagna che sei’. Tiro il plug che ormai, se non fosse per la base più larga sarebbe stato risucchiato dal mio sfintere, il rumore che fa quando lo sfilo mi sembra sia udibile a km di distanza. Lo succhio e ripulisco con la bocca dai pezzi di merda che ci sono rimasti attaccati come fosse un cazzo. Mi accuccio e cercando di non vedere tutti quegli uomini che mi guardano, mi libero vescica ed intestino. Cercando di essere il più veloce possibile, per togliermi da quella situazione umiliante, la mia mano aperta passa sul culo sporco per essere immediatamente ripulita dalla mia lingua, non faccio neanche caso al sapore, all’odore cerco di essere il più veloce possibile, e quando credo di avere finito mi rimetto il plug nel culo. Voglio solo togliermi dal centro del piazzale, dagli sguardi di quei braccianti. E’ illusione, la Matrona mi conduce proprio dove sono 4 di loro. ‘datele una pala, una cariola e fatele vedere dove trovare la paglia pulita da mettere nei box della porcilaia e dove scaricare i liquami, i suoi Padroni mi hanno detto che le piace vivere nella merda. Se poi volete, &egrave una succhia cazzi fantastica, chiedetelo ai 3 maiali a cui ieri sera ha svuotato le palle. E in fondo che sia donna o uomo, se questo volete chiamarlo uomo’. La bocca &egrave sempre un buco ‘. Mi stacca il guinzaglio che appende ad un gancio li vicino. Quando hai finito aspettami in ginocchio in mezzo alla merda. Si allontana lasciandomi li. ‘Allora sei uno schiavo? Schiava fa eco un altro. Guarda dove le hanno messo il cazzetto, non può neanche rizzarsi’. E ridono di gusto. ‘Sai fare i pompini dice la vecchia befana. Vediamo dice un altro! succhia’ Mi inginocchio apro i pantaloni, l’odore di urina &egrave terribile. Lo afferro con la mano ed incomincio a segarlo. ‘usa la bocca troia!’. Piccoli colpi di lingua, poi me lo infilo in bocca ed incomincio a succhiarlo continuando nel frattempo a segarlo per accelerare la sua eiaculazione, ma lui mi afferra la nuca e mi impala con violenza. Il suo cazzo mi arriva in gola e mi toglie il respiro. Lo schizzo mi colpisce in viso e sul corpo e quando si toglie subito un altro prende il suo posto. Quando anche l’ultimo &egrave venuto, un getto caldo mi colpisce in viso. ‘Bevi e lavati la faccia, cagna’. Subito dopo anche gli altri mi pisciano addosso cercando di centrare la mia bocca. Mi alzo quando hanno finito e mi indicano dove trovare la paglia, gli attrezzi necessari a pulire la porcilaia e dove svuotare la carriola dal letame, ci dovrò necessariamente camminare in mezzo.
Sono quasi contento di iniziare il mio lavoro, così mi nasconderò allo sguardo dei braccianti e potrò restare isolato nel mio mondo, fatto di fantasie ed eccitazione per ciò che sto diventando e voglio essere. Tutto questo mi spaventa eppure mi eccita enormemente, sto scoprendo un lato di me che non conoscevo. Ogni giorno scendo più in basso e’. mi piace.
Sono quasi le 13, e sono circa 7 ore che lavoro, mi inginocchio e aspetto. La Matrona non tarda ad arrivare, mi aggancia il guinzaglio, e mi trascina verso la casa padronale. Prima di entrare mi fa togliere gli zoccoli. Finalmente posso liberare I miei piedi martoriati. Mentre muovo un po’ le dita e cerco di distendere il piede controllando le vesciche che mi si sono formate, un getto di acqua gelata mi colpisce. ‘Lavati cagna! puzzi come una fogna ed i Signori stanno per mangiare. Non voglio che passi loro la fame’.

Mi strofino con forza cercando di togliermi di dosso l’odore di merda che ormai fa parte di me. Mi viene la pelle d’oca e s’arrossa per il continuo strofinare e per l’acqua gelata. Quando il getto finisce vengo trascinata nella sala da pranzo dove sono i miei Padroni, la coppia che ci ospita, veri sadici, e un’altra coppia che non conosco che tiene a guinzaglio un’altra slave. Mi getto ai piedi dei Padroni, sono felice di vederLi e bacio con foga i loro piedi e la loro patta e subito dopo quella degli altri presenti.
La Padrona mi fa avvicinare, alzare in piedi e mi toglie la gabbietta liberando il mio uccello raggrinzito e rimpicciolito per il getto d’acqua gelata. ‘Sei stata brava, e quindi meriti un premio. Segati’. Ci provo ma sono solo intirizzito, e non riesco ad eccitarmi. Le loro risa di scherno accompagnano il movimento della mia mano. Ma l’umiliazione per la mia condizione a poco a poco supera il limite, e l’astinenza di queste 3 settimane fa il resto e d’un tratto sborro senza poter controllare il getto.
‘Stupida Cagna, devi sempre chiedere il permesso per venire.’ Con una mano afferra dei cubetti di ghiaccio dal cestello del vino, mi massaggia il cazzo facendolo immediatamente tornare a dimensioni ridotte e mi rimette immediatamente la gabbietta, poi con la lingua pulisco il pavimento della mia sborra. Durante il pranzo lecco e massaggio piedi e qualche volta mangio gli avanzi gettatimi in terra come si fa con una vera cagna.
Il pranzo &egrave una cerimonia lunga e verso le 16,00 finalmente decidono di muoversi. La matrona viene a riprendermi per portarmi fuori. Mi fa reinfilare gli zoccoli e mi conduce in una stalla alle cui pareti sono agganciati tutti i finimenti per un cavallo. Quando mi viene infilato il morso comprendo che i Padroni intendono usarmi come pony-boy. Un corsetto di pelle molto stretto mi stringe il busto evidenziando maggiormente il mio seno che sta crescendo, un plug con una coda mi vene infilato nel culo e 2 campanellini mi vengono nuovamente pinzati ai capezzoli. I paraocchi completano il mio abbigliamento. Condotta per le briglie vengo poi riportata nel piazzale dove vengono consegnate all’ospite che &egrave posizionata accanto alla mia Padrona. Una frusta lunga nell’altra mano. La Signora dando indicazioni alla mia Padrona si posiziona al centro del cortile, e poi facendo schioccare la frusta mi fa capire che devo muovermi. Il movimento, inizialmente al passo, &egrave in circolo guidata dalla lunghezza delle briglie, ma poco a poco mi viene imposto un ritmo sempre più veloce. Lo schiocco della frusta che a volte lambisce i miei fianchi mi impone il ritmo e soprattutto mi si chiede di alzare le ginocchia. Per circa 40min. corro in circolo sudando e ogni volta che rallento una frustata sulle gambe mi sprona a ripartire. Quando finalmente mi fanno rallentare, le mie gambe ed il mio culo sono ben segnati, ma soprattutto sono i piedi che dentro a quegli zoccoli di legno sono pieni di piaghe e vesciche e mi fanno male. Vengo condotta in una stanza da bagno, vengo lavata. I piedi mi vengono disinfettati poi dopo aver finalmente mangiato qualcosa, vengo ricondotta dai miei Padroni. Tutti e sei hanno ormai finito di cenare ed &egrave evidente che adesso hanno voglia di divertirsi con gli schiavi.
Vengo fatto accomodare su una sedia ginecologica, la mia rosetta &egrave bene in vista ed accessibile. ‘pensavi di metterci 6 mesi a rompergli il culo? Vedrai che dopo questa sera dovremmo pensare a farle un intervento per riuchiuderlo.’ Una risata accompagna le sue parole, risata a cui si associano immediatamente i miei Padroni.
Sono spaventato, mentre guardo e controllo ciò che avviene. Ha le braccia completamente rivestite da guanti neri di lattice che arrivano fino alla spalla che vengono ricoperti da tonnellate di gel lubrificante. Ben presto anche il mio buchino viene unto e preparato. Una mano incomincia a farsi strada, 3-4 dita e rapidamente l’intera mano affonda nel mio culo. Seppure spaventato mi offro a questa penetrazione cerco di allargarmi voglio sentirmi pieno, completamente aperto e squartato come vogliono che diventi per i miei Padroni. Ben presto la mano &egrave completamente dentro e si chiude a pugno. Il pugno viene fatto roteare e poi improvvisamente viene estratto, chiuso. Non riesco a non urlare, la membrana mi sembra voglia lacerarsi. Ma il gioco riprende e adesso mi viene reinserita, ma già chiusa a pugno. Spinge senza badare ai miei lamenti ed il gioco si ripete fino a quando il mio buco sembra ormai aperto. E spinge fno a fare entrare il braccio fino al gomito, poi muove la mano dentro di me formando bozzi sulla pancia dove spinge con la mano. Penso sia finita, ma Lei ricomincia a lubrificarsi i guanti e fa colare il gel direttamente dentro il mio buco ormai aperto. Reinserisce la mano e poi spingendo senza fermarsi inizia ad introdurre anche l’altra. Prima un dito, poi un secondo fino ad inserirla completamente. Chiuse e serrate fra loro incomincia a ruotarle. Mi piscio addosso, la pressione sull’uretra mi costringe a liberarmi anche dell’ultimo goccio. Poi prese un andirivieni selvaggio, prima una mano e poi l’altra, in modo che il culo rimanga sempre pieno. Le sento arrivare sempre più in fondo, il rumore del risucchio &egrave inconfondibile e mi fa vergognare mentre un liquido scuro scivola fuori dal mio buco. Ero come sotto l’effetto di una droga. Dolore e piacere mi assalivano ad ondate, il cazzo dentro la gabbietta mi tormentava cercava di inutilmente di rizzarsi. Si ferma, unisce le mani nel mio culo e poi come usando un cric, inizia ad allargarmi il buco. Fa male urlo, imploro di smetterla, credo mi si possa lacerare irrimediabilmente, ma pare che Lei conosca il limite, sappia esattamente dove arrivare. Quando mi lascia, mi rattrappisco in posizione fetale, il respiro &egrave affannato e sono in un bagno di sudore; ma vengo riposizionato sul divaricatore per contemplare l’opera. La rosetta ha ora un colore scuro, infiammato e rimane completamente aperta. Mi guardano e ridono di gusto nel vedermi completamente sfondata. Adesso dovete decidere cosa volete farne, bisognerà tamponare con creme adatte per consentire al culo di richiudersi, ma resterà comunque sfondato e quindi accessibile ad oggetti di qualsiasi dimensione; oppure potete continuare a farle tenere dei plug di grande dimensione e non sarà più in grado di trattenere nulla, le serviranno da tappo. Un’altra risata accompagna quest’ultimo commento, ma questo poiché sarà irrimediabile potete deciderlo anche di farlo in seguito.
Vengo lavato e una crema mi viene spalmata sulla rosetta tumefatta e poi mi viene fatto indossare un pannolone e dei mutandoni contenitivi che mantengono il pannolone in posizione.
Quindi vengo ricondotto alla porcilaia. Camminare &egrave difficile e faticoso, le gambe larghe per il pannolone ma anche per il dolore dovuto alla violenta penetrazione. Nel muovermi spesso si odono rumori dovuti all’aria che fuoriesce dal mio sfintere.
Penso solo a dormire ma la Matrona mi ordina prima di spampinare i 3 maiali e mentre ingoio tutta la loro sborra Lei ride gurdandomi.
La mattina successiva, quando mi viene a prendere mi controlla mi toglie il pannolone e mi controlla il culo. Quattro dita entrano senza alcuna difficoltà ma la penetrazione a secco mi procura un certo dolore. Mi cosparge la rosetta di altra crema ma non mi viene rimesso il pannolone e dopo essermi liberato vengo condotto come il giorno precedente a prendere la cariola nella concimaia. La merda mi arriva fino alle ginocchia, i braccianti hanno infatti ai piedi alti stivali di gomma. Due di quelli che si sono divertiti con me la mattina precedente mi compaiono davanti, ‘non possiamo incularla, ma ha una bocca che &egrave fatta per succhiare cazzi. Vero Troia? Vieni a fare il tuo lavoro. Sono costretto ad inginocchiarmi nel letame, apro la patta e incomincio a succhiare. Un moto di disgusto, non so da quanto non cambia le mutande ed il colore giallo e l’odore d’urina &egrave fortissimo, ma non ho il tempo di pensare ed il conato viene soffocato quando con forza me lo sbatte in gola. Mi sto abituando a bere sborra, mi ritrovo a succhiare almeno 3-4 cazzi al giorno senza distinzione tra umani, cani e ora maiali.
Le ore trascorrono nella normalità della calma data dalla ripetitività del lavoro. Il pomeriggio invece vengo nuovamente bardato. Un busto di cuoio, il morso ed i paraocchi e i campanellini agganciati ai miei capezzoli. Ma oggi vengo agganciata ad un sulki. Sento che qualcuno ci sta salendo, le aste agganciate ai miei fianchi si flettono e mi sento trascinare all’indietro. Quando il conduttore &egrave finalmente salito, sento un leggero colpo sulle briglie accompagnato da una frustata leggera. Incomincio a tirare. Inizialmente non ci muoviamo dal cortile ed il passo &egrave volutamente lento per farmi prendere il ritmo. Quando non ubbidisco ai comandi impartitimi dalle redini un colpo di frusta mi segna le reni. A poco a poco mi viene fatta accelerare l’andatura, fino a richiedermi una vera corsa. La saliva fuoriesce dalla mia bocca stretta dal morso. I piedi, già martoriati il giorno prima, mi fanno male e sento che altre vesciche stanno formandosi. Ma se rallento la frusta immediatamente mi colpisce, ed il dolore &egrave fortissimo. Chi guida vuole vedere fino a che punto arriva la mia obbedienza e la mia sottomissione, così mi conduce nei pressi di una siepe di rovi, mi ferma poi con un colpo di redini mi spinge ad entrarvi. Li vedo li davanti, tutte rami pieni di spine e non mi muovo, ma 1,2,3 colpi di frusta molto forti e chiudendo gli occhi, entro nella siepe. Graffi dolorosi ed anche profondi segnano il mio corpo, ma chi guida il sulki non ha pietà e mi incita ad attraversare quella siepe colpendomi con forza con frustate sulle gambe, sul culo e sui reni. Al mio ritorno strisce di sangue per i graffi o per le frustate segnano il mio corpo, in una ragnatela che sembra un quadro moderno. Belli e dolorosi ma il mio corpo &egrave fatto per questo, sono come una tela sulla quale i miei Padroni possono disegnare i segni del possesso. I miei Padroni aspettano nel cortile, ‘ora &egrave domata questa cavalla ed ubbidirà ad ogni vs.ordine’. Vengo liberato dai finimenti e finalmente posso fare un bagno caldo. Vengono curati e disinfettati i miei piedi sempre più martoriati, e i vari segni sul corpo, vengo nutrita e dissetata e condotta dai Padroni.
Hanno finito di mangiare e si capisce che non aspettavano altro che arrivassi. Bacio i piedi di tutti i presenti e poi vengo condotta nuovamente alla sedia ginecologica. Sono spaventata, un altro trattamento del mio sfintere come quello di ieri e temo di non essere più in grado di trattenere nulla. Mi circondano, mi viene tolta la cintura di castità e uno speculum mi viene inserito nell’ano, viene dilatato e aperto, si avvicinano, mi vengono pinzati i capezzoli. Le clips sono dei coccodrilli con una vite per aumentarne la pressione. La Padrona incomincia a girare la vite, il dolore &egrave pazzesco, cerco di resistere so che i Padroni non vogliono sentirmi urlare o implorare, ma non riesco a trattenermi.’Basta! per favore, Basta!’ La Padrona si ferma, mi guarda. ‘Sai perché sei stata scelta come nostra schiava? ‘Perché non sei maso e a noi piace vederti soffrire e piangere, e se &egrave questo che piace ai tuoi Padroni cosa devi fare?’ Il dolore &egrave pazzesco ‘Stringa ancora Padrona”.Le lacrime scendono lungo le mie guance.
Ancora un paio di giri, ma mi sembra di non avere più i capezzoli. Delle candele compaiono nelle mani della Padrona. La cera calda cola sui miei capezzoli già martoriati. La schiava prende in mano il mio uccello, lo scappella lo sfiora, lo tocca per eccitarmi. Se la cera sui capezzoli era dolorosa quando la sento scorrere sul mio pene scappellato non riusco a non urlare. Ma questo &egrave solo il preludio. Credevo che quello sarebbe stato il massimo del dolore che mi avrebbero fatto provare e che sarei stata in grado di sopportare, ma quando mi cola la cera bollente nello sfintere mantenuto forzatamente aperto dallo speculum, urlo e mi dibatto inerme ed inutilmente trattenuto ai fianchi dagli amici dei Padroni. Il gioco si ripete altre cento volte alternando la punta del pene al mio buco ormai entrambi ustionati. Il gioco dura circa un ora e quando finisce sono in un bagno di sudore. Tremo e piango incapace di muovermi, vengo medicato e poi portato di peso alla porcilaia. La notte &egrave lunga. Non riesco a dormire. Il sonno &egrave tormentato da fitte dolorose e dall’incubo di ciò che ho subito. Urlo e mi dibatto svegliandomi di continuo. Il giorno &egrave quasi una liberazione. Vengo nuovamente medicata. Il mio buco non potrà essere utilizzato per qualche giorno e per evitare problemi mi fanno reindossare i mutandoni elasticizzati ed il pannolone e poi come i 2giorni passati mi dedico a pulire la porcilaia dai liquami. Dopo pranzo ci rimetteremo in auto per tornare a casa. Ho bisogno di riposare di ritrovare un po’ di pace. Il continuo stato di eccitazione a cui sono sottoposto, la frusta, i miei piedi ormai distrutti, il mio culo’. Eppure vorrei restare qui con i miei Padroni.

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Sono in ginocchio, nuda, a casa mia accanto alla ciotola dove sto mangiando. Mi guardo intorno e mi chiedo cosa ci faccio qui. I miei mobili, la mia casa eppure’. Sono costretto a stare in ginocchio, non riesco a sedermi con il plug costantemente infilato su per il culo. Mangio, bevo dalle ciotole come la cagna in cui mi sto trasformando. Uso un pitale per liberarmi. Vorrei stare con i miei Padroni, sono come drogata. Drogata di ‘sottomissione’, vorrei baciare e leccare i loro piedi, succhiare il cazzo del mio Padrone i loro culi. Sono una schiava e mi piace. Questo collare che porto più si stringe e più mi fa stare bene.
Sono perso nei miei pensieri, squilla il cellulare. Sono i miei Padroni. Entro su skype in video chiamata. Vogliono guardare la loro schiava. Mi fanno accendere una sigaretta e mi ordinano di passarla su un capezzolo. Non riesco, l’avvicino e sento già il calore. Ho paura resti la cicatrice, ho paura faccia male. Mentre penso, la voce della Padrona esce dal video:’Cagna &egrave così che obbedisci? Forse non meriti il nostro collare, domani vieni che ti togliamo la gabbietta e ridiamo la libertà al tuo uccellino’
Chino la testa, avvicino la brace al capezzolo, si ritrae, sembra che sappia cosa farò. Con un gesto rapido spengo la sigaretta sulla punta del capezzolo. A stento trattengo un grido. ‘Devi incominciare ad abituarti al calore, sai che presto verrai marchiata come la vacca che sei’.
Grazie Padrona. Ti consigliamo di mangiare molta merda, &egrave ormai passato un mese e da questo we ti useremo come cesso completo. Questa settimana ci vedremo direttamente venerdì sera. Non so come farò a vivere una settimana intera lontano dai miei Padroni sono la mia droga la mia ragione di vita.
Ogni sera in video chiamata mi guardano mentre mi libero e poi finalmente arriva il venerdì. Esco dall’ufficio velocissima, entro nel bar mi cambio e quasi corro per quanto le scarpe me lo consentono.
Quando la porta si apre quasi mi getto sui piedi della Padrona. Mi spoglio immediatamente, indosso il collare e a 4 zampe vado a baciare i piedi e la patta del Padrone per mettermi poi in posizione di attesa. Mi sembra che tu non abbia salutato tutti, dice la Padrona. Il mio sguardo interrogativo la spinge a continuare a parlare. Sei una cagna e ti avevamo detto che avresti avuto 3 Padroni. Non hai baciato il cazzo di Bruto, verrai punita schiava, ma ora provvedi, lo hai già succhiato e preso nel culo ora bacialo come dovrai fare sempre da ora in poi.
Chino il capo ed infilo il capo sotto il ventre di Bruto, guardo il suo cazzo. L’ho già succhiato, ho succhiato quello dei maiali ma mi fa sempre schifo soprattutto se non sono eccitato anche io, ma temo le punizioni. Bacio quella punta rossa e mi rimetto in posizione in attesa degli ordini.
Stasera abbiamo ospiti, esordisce il Padrone, quindi verrai controllata, depilata perfettamente, smalto su mani e piedi dopo che avrai preparato per la cena.
La preparazione &egrave accurata, la depilazione dolorosa. Mi devo mettere uno smalto rosso fuoco, poi mi viene passato un rossetto di uguale colore sulle labbra e sui capezzoli. Prima di applicarmi le clips con il campanello il Padrone mi soppesa la tetta, ‘incominciano a vedersi tra un po’ farai veramente fatica a nasconderle’. Il capezzolo sta diventando più grosso e scuro. Il plug piantato nel culo &egrave piuttosto voluminoso e presenta una coda.
Dall’espressione del viso capisco che i loro amici sono incuriositi, e forse sono qui proprio per vedere la ‘schiava’ e capire cosa significhi avere una schiava. La coda si muove continuamente ad ogni passo ed i Padroni mi chiamano mi fanno chinare, e camminare continuamente per esibirmi, mi descrivono e raccontano del we passato, della mia sottomissione di ciò che mi hanno fatto fare. La cena ha termine, &egrave il momento del gioco.
Sono distesa a 90 gradi, mi vengono bloccate mani e piedi alle 4 gambe del cavalletto, mi viene messa una gag-ball in bocca. ‘siamo in un condominio e le urla verrebbero male interpretate’. La Padrona passa davanti a me ha in mano un affare di colore arancio che non capisco cosa sia. Cerco di capire, sono preoccupato. Giro la testa cercando di seguire i suoi movimenti fino a quando Lei &egrave dietro di me. Il silenzio’ Poi un rumore secco, sembra uno sparo. Il dolore &egrave fortissimo e solo la gag mi impedisce di urlare. ‘Gli spari’ si susseguono rapidi, cerco di muovermi vorrei strappare le catene che mi bloccano. Piango e la bava mi cola dalla bocca. Sembra abbia finito ma &egrave solo una breve pausa, adesso &egrave l’altra chiappa che viene seviziata. Vorrei pregare implorare, la gag me lo impedisce. Li sento ridere, e commentare. Il dolore &egrave incredibile sembra che mi abbiano dato fuoco. La Padrona mi compare davanti, ha il telefono in mano e nell’altra quell’oggetto arancione. Mi fa vedere una foto. ‘Guarda &egrave proprio un opera d’arte’. Sono io, o meglio il mio culo in primo piano sul quale &egrave scritto a grandi lettere ‘SLUT’ con delle graffette. Mi mette sotto il naso quell’attrezzo arancione, ‘E’una spara chiodi usata dai tappezzieri ma direi che funziona benissimo anche per il tuo culo e presto la useremo su quelle belle tettone.’ E ridono tutti di gusto.
Se credevo che il dolore fosse finito mi illudevo. Estrarle una ad una con una pinza &egrave per loro piacevole e per me doloroso quasi quanto lo &egrave stato quando le hanno sparate. Vengo slegata e adesso &egrave il momento di soddisfare i Padroni ed i loro ospiti. E’ evidente l’eccitazione sotto i pantaloni, apro la patta e incomincio a succhiare il cazzo dell’ospite. E’ passato solo un mese da quando ho fatto il mio primo bocchino, e mi piace stare in ginocchio, lecco e succhio le palle, aspetto il getto di sperma ma mi viene afferrata la testa e vengo pompata con violenza. Il cazzo mi arriva in gola un conato di vomito, appena la sborra mi riempie non c’&egrave pausa. Mi viene afferrata nuovamente la testa e riempita la bocca. Sono poi le donne a richiedere la mia attenzione. La serata &egrave ormai finita. la nottata &egrave agitata al pensiero che da domani la mia bocca verrà usata come cesso dai miei Padroni.

E’ ormai giorno e mentre i miei Padroni fanno all’amore, io come ormai &egrave consuetudine lecco il culo del mio Padrone. Vorrei che non finisse più, sono spaventato dal dopo, spero di essere in grado di mangiare la merda, so che se non lo farò la punizione sarà durissima, potrebbero perfino decidere di scollararmi e questo mi terrorizza. Il guinzaglio tira, a 4 zampe seguo la Padrona in bagno dove &egrave stata allestita una sedia speciale. Mi distendo, la base &egrave trasparente in modo che si possa vedere mentre gli escrementi cadranno nella mia bocca e sul mio viso. La Padrona si siede. Prima un getto caldo mi riempie la bocca mentre vedo il buchino contrarsi, una puntina marrone compare. La Padrona mi ordina di appoggiare la bocca alla sua rosetta e di cominciare a mangiare. E’ un mese che lecco merda, ma non riesco ad abituarmi, mi fa schifo e cerco di ingoiare immediatamente, ma subito un altro pezzo mi riempie la bocca. Quando ha finito vengo lasciato li in attesa del Padrone. Vorrei fuggire mi si &egrave già rivoltato lo stomaco ma resto li, il mio animo masochista &egrave felice per ciò che sto facendo per ciò che sto diventando. Felice della mia trasformazione. Grazie per avermi concesso di essere il vs.cesso.

Dopo aver portato a spasso Bruto vestita solo del mio spolverino ci avviamo. Oggi verrò anche inanellata. Nel negozio ci stanno aspettando perché sarà un lavoro lungo. Entro condotta al guinzaglio ed il titolare rivolgendosi ai miei Padroni:’&egrave questa la cagna?’ sa che non c’&egrave ritorno’. Intanto mi toglie l’unico lembo di stoffa che mi protegge e mi controlla.’ Bisogna togliere la CB’. La Padrona apre la cintura ed il mio cazzo finalmente libero si irrigidisce, non godo da 1 mese, ho avuto perdite per l’eccitazione come fossi una donna, ed ora il pensiero di essere inanellato e marchiato mi eccita.
Mi distendo su di un lettino ginecologico ‘stringi forte con i denti’, &egrave un’ asticella di gomma, un getto gelato sul mio lobo sx e in rapida sequenza mi vengono applicati 5 orecchini; poco dopo &egrave la volta del lobo dx.. Da lunedì non so come farò a nascondere ciò che ormai sono.
Lo stesso trattamento viene riservato ai miei 2 capezzoli ‘. Dopo il getto d’aria gelata afferra il capezzolo, lo tira e con un ago pratica il buco, lo allarga con aghi più grandi fino ad infilarci l’anello, uno per ogni capezzolo. Poi capisco perché sono sdraiato su un tavolo ginecologico, con abilità mi infila una anello nel perineo poi altri 2 alla mia rosellina, ‘qui come per le fiche delle donne potrete attaccarci dei bei pesi, vedrete vi darà soddisfazione. Poi dopo una breve pausa, i trattamenti più difficili: viene bloccata la lingua e mi viene forata. ‘vedrete il piacere che può dare una lingua con questa barretta, sia nel leccare una fica che nel succhiare un cazzo’. Non &egrave ancora finita, vengo circonciso per poter inserire un anello anche sulla punta del pene.
Sono ore che sta lavorando, s’interrompe per spiegare come fare le medicazioni, poi saluta rimandando le altre cose a domani.
La sera i Padroni si prendono cura di me come fossi un bambino, mi medicano e disinfettano tutti i fori, vengo esentato da ogni incombenza e vengo lasciato dormire sul tappeto vicino a loro ma senza catena. La lingua &egrave gonfia e tumefatta e dove mi sono stati infilati gli anelli sento la parte dolorante. La mattina seguente mi viene chiesto di preparare la colazione ma null’altro. Mi preparo’. Torneremo al tatoo per completare il lavoro.
Mi spoglio e mi posiziono sul lettino. Ho paura oggi mi verrà forato il pene. Il metodo &egrave analogo a quello usato per gli altri fori il dolore della parte anestetizzata con il freddo &egrave impercettibile. Poi mi viene posato il piede sx su un cuscino e questo strano personaggio incomincia a tatuarmi qualcosa. Va avanti per ore, s’interrompe di tanto in tanto, va a mangiare insieme ai miei Padroni ed io vengo legata e bendata. Poi il lavoro riprende, &egrave solo un leggero formicolio sul collo del piede e lungo la caviglia.
Finito esclama entusiasta, mentre mostra la sua opera ai miei Padroni. Un serpente simbolo del sesso ma anche di schiavitù orna adesso il mio piede, si avvolge con 3 spire attorno alla caviglia per poi scendere sul collo del piede, non nascondo che &egrave molto bello, e sentire che il serpente &egrave simbolo di schiavitù mi eccita.
Così anche questo we &egrave finito, non abbiamo giocato, non sono stato frustato ma adesso sono proprio schiavo e domani’. Come farò in ufficio a giustificare gli anelli alle orecchie?
Sperare che nessuno se ne accorga &egrave impossibile, sarò io a fare finta di averli sempre avuti.

La mattina la preparazione &egrave lunga. Una fascia molto stretta a comprimere il petto in modo che non si veda. Le mie tette stanno crescendo in modo incredibile, tra iniezioni e pasticche posso ormai portare una terza; so che questo rende felici i miei Padroni che potranno divertirsi a martoriarle. Ovviamente le solite operazioni da uomo, ma con una cura molto maggiore perché il mio viso deve essere il più liscio possibile. Infine la vestizione che prevede le autoreggenti. In questi giorni potrò stare un po’ più ‘libero’ visto che ho gli anelli in varie parti del corpo e i buchi si stanno rimarginando.
Sia durante il giorno che la sera, al rientro a casa, i miei Padroni si fanno sentire spesso, vogliono osservare e controllare mentre mi faccio le medicazioni. Visto che non potranno utilizzarmi come amano fare normalmente, ci vedremo direttamente al venerdì sera dopo il lavoro.
Giro per casa completamente nudo su quelle scarpe incredibili chiamate punitive shoes come voglio i miei Padroni. E non &egrave difficile capire come mai, all’inizio i Padroni mi hanno aiutato e sostenuto per farmi imparare a camminare con queste scarpe, ma ora godo del dolore che mi provocano. Avere il pene libero, non più costretto nella gabbietta &egrave una sensazione incredibile una sensazione di liberazione. Dopo un mese circa, si può rizzare senza alcuna sofferenza. Sento di tornare a possedere il mio corpo. Il desiderio di masturbarsi &egrave fortissimo ma so che solo i miei Padroni possono concedermi il piacere.
La consapevolezza che esso non mi appartenga più ritorna. Ho deciso di appartenere di essere schiavo e questo determina la mia trasformazione. Su Skype ci vediamo e parliamo del più e del meno quasi come amici. Gli anelli in questo momento mi garantiscono una certa tranquillità e soprattutto incolumità. Prima di interrompere la comunicazione i Padroni mi fanno sapere che il prossimo We verrò anche marchiata.
La mia gioia &egrave immensa. Il mio annullamento come persona, essere umano si sta quasi completando. Sarò solo ed esclusivamente una schiava. Un semplice pezzo di carne da usare a discrezione dei miei Padroni e per il loro solo esclusivo piacere.

La settimana &egrave lunghissima, ormai vivo nell’attesa, godo della mia umiliazione della mia vergogna; godo nell’ essere usata e quando non sono con i miei Padroni mi sembra di non ‘vivere’.
Quando si apre la porta mi getto in ginocchio ai piedi della Padrona e li bacio con passione, poi eseguo tutto il cerimoniale, il bacio alla sua farfalla. Mi spoglio ed allo stesso modo bacio i piedi del Padrone e la sua patta e poi il cazzo di Bruto. Si anche lui. La mia trasformazione si sta ormai completando, sono una cagna.
‘Ispezione’, mi dispongo in posizione mettendomi a 90 gradi con le braccia incrociate dietro la schiena. Le mani della Padrona mi ispezionano, mi frugano senza ritegno e controllano gli anelli. Ormai i buchi sono cicatrizzati. ‘Possiamo frustarla’. ‘La segneremo per bene’ risponde il Padrone, voglio vederLa piangere ed implorare questa troia, sono quasi 2 settimane che non possiamo batterla e divertirci come vorremmo. Queste parole mi spaventano. Mi vengono uniti i polsi e vengo appesa al soffitto. Il corpo si tende, sono in punta di piedi e questo &egrave il modo in cui si può fare più male. I muscoli i tendini, ogni parte del corpo &egrave sottoposta alla tensione dovuta alla posizione. Ad ogni colpo il corpo ruota nel tentativo inutile di proteggersi. Mi vengono agganciati 2 coccodrilli con dei pesi ai capezzoli. Non riesco a trattenere una smorfia di dolore. Mi viene mostrato un nerbo di bue, incomincio a tremare. Non capisco cosa ho fatto, non so perché, anche se in fondo non ci deve essere un motivo reale per frustarmi. Avverto il fischio e lo spostamento dell’aria. Non riesco a trattenermi ed un flusso caldo mi scende lungo le cosce e si raccoglie ai miei piedi. Mi sto pisciando addosso. La vergogna si mischia alla paura.
Il primo colpo mi toglie il respiro. L’urlo mi esce incontenibile, non sembra neanche la mia voce. Il corpo si inarca quasi perdo l’appoggio e cadrei se non fossi incatenata al soffitto. I colpi si susseguono uno dopo l’altro. Piango, imploro ed urlo sempre più forte. Inutilmente cerco di sottrarmi ai colpi successivi. Una breve pausa nella quale i Padroni si avvicinano ad ammirare la ragnatela dei segni prodotti. Strisce di sangue e segni violacei percorrono il mio corpo sui glutei, sulle reni, sulla schiena e sui seni. Ad ogni colpo il mio corpo ruota senza controllo ed i pesi ballano imponendomi nuovo dolore e sofferenza.
Vorrei svenire, farmi avvolgere dall’oblio, nella pausa invece assimilo il dolore che si amplifica. Una sedia viene trascinata e vengo costretta ad inginocchiarmi. Il corpo finalmente rilassato &egrave attraversato da fitte di dolore. Le caviglie mi vengono bloccate, l’alluce legato in modo da distendere la pianta del piede. Il colpo arriva improvviso. Con la bacchetta piccola ma molto flessibile mi vengono assestati 20 colpi per ogni piede. La pianta diventa incandescente e di un colore rosso-violaceo. Non sono più in grado di stare in piedi, vengo trascinata in ginocchio a 4 zampe. Un bastone mi viene fissato alle caviglie costringendomi a tenere le gambe divaricate. La faccia al suolo sulle scarpe del mio Padrone e la mia rosetta ben visibile e a disposizione. Solo una pausa per posizionarmi nel modo corretto. ‘Non muoverti cagna’. Poi il dolore &egrave come una lama. Il colpo &egrave forte e preciso sul mio buco. Uno, due, tre colpi in rapida sequenza. Il Padrone sta ora usando un gatto a 9 code, con piccoli nodi lungo le stringhe di cuoio. Non credo sia possibile resistere ancora al dolore, piango ed urlo, Imploro pietà e perdono per qualsiasi cosa io abbia fatto o non fatto. La dignità il mio orgoglio non esistono più. Eppure’ questo dolore mi consente di espiare, di ripulire la mia anima dai sensi di colpa, dalla vergogna per il piacere che inevitabilmente provo quando vengo umiliata/o quando mi dono ai miei Padroni.
Poi finalmente tutto ha fine. Lacrime scorrono sulle mie guance, il sapore del sale sulle mie labbra. Il sudore bagna il mio corpo. Mi trascino felice di ‘appartenere’ ai piedi del mio Padrone e li bacio, e ringrazio. Lui mi afferra per i capelli e mi tira su portando la mia bocca all’altezza del suo cazzo che &egrave duro e pulsante. Non mi permette di succhiare, me lo pianta in gola ed incomincia a fottermi la bocca con violenza. Fatico a respirare e quando lo sento contrarsi &egrave una liberazione. Finalmente mi viene in bocca. Bevo ed ingoio tutto come ormai ho imparato a fare. Poi &egrave il momento della Padrona. Con fatica mi trascino ai suoi piedi, le caviglie ancora legate. Bacio quei piedi magnifici e ringrazio per il tempo che mi dedicano, per il dolore che mi fanno provare per avermi fatto comprendere cosa sono veramente. Poi la mia lingua incomincia a scorrere sul suo sesso completamente fradicio d’umori. Bacio e lecco quella fica che amo e sento il suo corpo rilassarsi. Sento il suo ventre arcuarsi e la sua mano spingere la mia testa verso il suo sesso mentre la lecco, la bacio e succhio il suo clito. Una serie di urli mi fa capire che &egrave venuta. Anche io vorrei masturbarmi, il mio cazzo &egrave duro e ben visibile. La Padrona ripresasi dal suo orgasmo mi ordina di segarmi ma senza venire. Il gioco si ripete ben 5 volte ed ogni volta &egrave più difficile trattenersi.
L’ultima volta temo proprio di non farcela. E’ deprimente arrivare ad un passo, sentire la mano che si bagna e quindi essere costretti ad interrompere.
Il gioco &egrave finito. Forse giocheremo domani, oppure stasera, ma adesso &egrave ora di cena. La Padrona mi afferra il cazzo, lo tira facendolo passare in mezzo alle cosce e poi fissa con un lucchetto l’anello posto sulla punta con quello fissato nel perineo. Il mio sesso &egrave ora posizionato in mezzo alle cosce e così resterà per sempre. Ogni tentativo di erezione sarà dolorosissimo e impossibile. Bloccato in questa posizione mi obbliga a pisciare unicamente stando seduta, proprio come una donna.
La sera si parla solo di domani e del marchio. I Padroni discutono ancora dove sarebbe meglio farlo, perché sia più visibile.
Finita la cena invece inizia l’addestramento di Bruto. Deve imparare a chiedere alla sua ‘cagna’ come deve soddisfarlo. Mi metto a 4 zampe, la mia posizione. Bruto viene spinto con il muso verso il mio inguine ed intanto gli ordinano ‘succhia’. ‘Bruto vuole che lo succhi’. Mentre ripetono a Bruto che &egrave stato bravo, io mi infilo sotto la sua pancia. Devo abituarmi in fretta, &egrave solo un cazzo, uno dei molti che succhierò. Lo guardo e poi lo prendo immediatamente in bocca ed incomincio a succhiare, ci sto prendendo gusto. Ha ragione il Padrone quando dice che sono una vera cagna e che sono nata per tutto questo. Lo sento ingrossare nella mia bocca mentre lo succhio cercando di sbrigarmi. Il getto &egrave improvviso e mi riempie la bocca, faccio fatica ad ingoiare tutto, poi rapidi colpi di lingua e lo pulisco. Penso sia finita, invece spingono Bruto verso il mio culo ‘culo’ ordina il Padrone. ‘Bruto vuole incularti cagna’. Con la bocca torno a farlo ingrossare, appena pronto mi metto in posizione. I Padroni lo aiutano mentre gli dicono bravo. Il mio culo non &egrave lubrificato, cerco di aiutare quel cazzo di dimensioni considerevoli ad entrare. Quando incomincia a montarmi un grido di dolore ma inevitabilmente incomincio a godere, sento il mio cazzo, costretto in quella posizione impossibile, che vorrebbe rizzarsi. Il dolore diviene piacere. La vergogna per ciò che sto provando’..
E’ ormai giorno, la notte &egrave stata popolata da incubi, ho dormito poco e male. Ho paura del marchio, eppure quando mi guardo ad uno specchio non posso fare a meno di ammirare quel corpo che non riconosco neanche più. Sono ormai abituata a stare nuda, non mi imbarazzano più gli sguardi dei loro amici. Mi piace la mia trasformazione, sono belle le rotondità che stanno assumendo le mie forme, le dimensioni dei miei seni grossi con dei capezzoli sensibilissimi grandi e marroni su cui svettano 2 anelli grossi. Il collare, la cavigliera e il tatuaggio nell’altro piede.
Vengo condotta in bagno, prendo posizione la mia bocca esattamente sotto il culo della Padrona. Sono combattuta dal piacere dell’umiliazione e dal disgusto che cerco di nascondere quando la bocca si riempie. Rapida ingoio il primo pezzo di merda senza masticare. La Padrona evacua un pezzo alla volta per consentirmi di ingoiare. ‘voglio vedere che l’assapori, masticalo ed ingoia solo quando te lo dico io. Ora apri la bocca e fammi vedere’ Il disgusto &egrave al massimo, sento il sapore amaro tornarmi su dallo stomaco mentre mastico ed apro la bocca ormai completamente marrone ed impastata dalla merda della mia Padrona. ‘Brava, ormai ti piace, potremmo darti da mangiare solo questo’. La sua risata felice &egrave per me una gioia. Sono il loro cesso e ne sono felice.
Un plug di grosse dimensioni mi viene piantato nel culo e bloccato con l’aiuto dei 2 anelli che pendono dal mio ano. Indosso una microgonna. Si vedono benissimo i capezzoli e gli anelli sulla stoffa tesa elasticizzata del top che indosso e che lascia scoperte le spalle.
Arriviamo nel negozio del Tatoo. Mi Farà anche il marchio dopo avermi inanellata e tatuata. Mi spoglio e rimango completamente nuda dinnanzi a lui. Mi palpa i capezzoli, li stringe e li torce facendomi male. Mi fa girare così ammira i disegni lasciatimi dalla frusta sul culo e sulla schiena. Una mano sulla nuca mi spinge in aventi facendomi chinare a 90 gradi. Il primo piano il mio pene bloccato in mezzo alle cosce ed il plug piantato nel culo, anch’esso bloccato. Mi guarda, &egrave contento del suo lavoro, le sue mani scorrono sulle mie chiappe, accarezzano i segni e le strisce. Da un braciere già acceso prende un ferro già rosso incandescente, e mentre fa vedere il marchio con le 2 iniziali alte 5cm dice: ‘Vi consiglio di marchiarla sulla spalla. Se le fate indossare abiti che lasciano libere le spalle il marchio sarà sempre ben visibile, e poi con la frusta rischiate di rovinarlo’. I Padroni si scambiano un occhiata e poi assentiscono.
Il ferro viene lasciato all’interno del braciere. Mi vengono messe delle polsiere, mi sdraio di pancia su una specie di lettino, i polsi vengono bloccati al lettino. Una cinghia di cuoio mi viene fatta passare appena al disotto delle ascelle e agganciata anch’essa al lettino. La parte alta del mio corpo &egrave completamente immobilizzata, solo la testa può muoversi. Una ball gag mi viene infilata in bocca.
Il dolore &egrave pazzesco. Lo sfrigolio e l’odore della carne che brucia. Non resisto ulteriormente. Gli occhi sembra mi vogliano uscire dalle orbite, lacrime sgorgano irrefrenabili ed il grido &egrave soffocato solo dalla palla. Svengo e non so quanto tempo trascorra da quando vengo nuovamente risvegliata. Un torpore mi avvolge, il braccio e la spalla sono intorpiditi dal dolore. Una crema antibiotica viene stesa uniformemente sul marchio appena impresso. Vengo fatta rialzare, mi aiutano a rivestirmi e sorreggendomi mi conducono all’auto.
Puoi ancora fermare tutto mi dicono i Padroni, se deciderai che non vuoi essere marchiata ti vestirai e andrai via. Uscirai da qui per non tornare mai più. Sarai nuovamente libera.
Sono la vostra schiava e farò ogni cosa mi verrà ordinato. Sono orgogliosa e felice di essere marchiata. Le parole mi escono naturali. Una ball gag mi viene infilata in bocca.

Il dolore &egrave pazzesco. Lo sfrigolio e l’odore della carne che brucia. Non resisto ulteriormente. Gli occhi sembra mi vogliano uscire dalle orbite, lacrime sgorgano irrefrenabili ed il grido &egrave soffocato solo dalla palla. Svengo e non so quanto tempo trascorra da quando vengo nuovamente risvegliata. Un torpore mi avvolge, il braccio e la spalla sono intorpiditi dal dolore. Una crema antibiotica viene stesa uniformemente sul marchio appena impresso. Vengo fatta rialzare, mi aiutano a rivestirmi e sorreggendomi mi conducono all’auto. E’ tutto finito, da oggi appartengo completamente ai miei Padroni.

I Padroni sono molto premurosi con me, mi hanno consigliato di prendermi l’intera settimana sarebbe difficile trovare abiti da mettere sopra il marchio e mi consigliano di tornare a casa, controllarmi e medicarmi.
In ginocchio ai loro piedi, mentre mi stanno ordinando di andare, chiedo il permesso di parlare. Incuriositi mi consentono di parlare:’Padroni, sono la vs. schiava e quando torno a casa mi sento inutile ed incompleta, sono viva solo quando sono ai vs. piedi, quando vengo usata. Vi imploro quindi di farmi diventare la vs. cagna, la vs. serva in un 24/7, in questi giorni posso recuperare i miei abiti dal mio alloggio e trasferirmi qui da voi. Non avrete più problemi di casa sporca, di preparare un pranzo, di stirare e pulire. Potrete usarmi non solo nei Week-end, ma sempre! Per il vs piacere e quello dei vs. amici.
Vi prego, Padroni’.

‘A cuccia cagna, mentre i tuoi Padroni decidono’. Parlano a bassa voce ma &egrave evidente che sono contenti di potermi usare. ‘Va bene zoccola, abbiamo deciso che vivrai qui con noi, trattata da quella cagna che sei, i Week-end diventeranno il tuo quotidiano.’

Sono felice. Mi avvicino a baciare i piedi dei Padroni per ringraziare. ‘Bene, dice la Padrona, visto che resterai a vivere qui possiamo romperti quel culo come ho sempre desiderato, muoviti e aspettaci sulla poltrona ginecologica’.
Sono spaventata e felice, ho visto le dimensioni di alcuni cunei e sono impressionanti, ma anche questo &egrave parte della mia trasformazione.
Mi posiziono come una donna offrendo la mia rosetta. Il Padrone prima mi sgancia il pene dall’anello posizionato sull’ano e me lo cinge con un bracciale di Kaly per riagganciarlo immediatamente dopo. ‘So che ti piacerà cagna così soffrirai almeno un po” La Padrona indossa i guanti, e si cosparge di gel ed inizia a penetrarmi. Il mio cazzo in erezione, costretto in una posizione innaturale e cinto da punte incomincia a farmi male. Prima una mano che entra ed esce, poi due chiuse a pugno. Ormai il mio culo incomincia ad abituarsi. Ma poi &egrave il momento dei cunei. Ricoperto interamente di gel, la Padrona incomincia a spingermi dentro un oggetto che solo fino ad un mese prima mi avrebbe completamente lacerato. Il cazzo fa sempre più male. Con le mani cerco di agevolare l’entrata allargandomi il buco, mentre la Padrona mi ordina di spingere e/o rilasciare. Sento il mio buco aprirsi in modo innaturale. La Padrona continua a spingere e si appoggia con tutto il suo peso al cuneo che a poco a poco sento farsi strada dentro di me. Fa male, vorrei implorare ma allo stesso tempo sono orgogliosa di come mi sto trasformando per il piacere dei miei Padroni. Quando &egrave finalmente entrato, inizia un veloce su e giù e quando sembra che il mio culo si sia abituato, prende un secondo cuneo più grande. Prima me lo mostra ridendo, e poi il gioco ricomincia. E quando penso che ormai non potrà inserirne uno più grande vengo inesorabilmente smentito. Finalmente si ferma, aggancia la base agli anelli del mio culo in modo che non esca e non entri. ‘sono 15cm di diametro e 25 di lunghezza’ commenta guardando il Padrone, e ridendo si baciano. Il mio culo &egrave attraversato da contrazioni incontrollate dei muscoli che cercano inutilmente di espellere questa mostruosità. Ma anche il mio cazzo &egrave assalito da fitte dolorose per la posizione in cui &egrave costretto e per le punte aguzze che lo trafiggono.
Ringrazia zoccola! Scendo con difficoltà aiutata dai Padroni dalla poltrona, e mi inginocchio ringraziando. Mi sarebbe comunque impossibile stare in piedi sui tacchi.
Vengo condotta alla mia cuccia e qui messa a catena. Non trovo una posizione, i muscoli del culo continuano a contrarsi. Mi sembra di essere impalata, il cuneo bloccato mi sembra si pianti sempre più. Passa circa un ora ed i Padroni vengono a prelevarmi, c’&egrave da preparare e servire la cena. Mi sembra impossibile alzarmi, ma un paio di colpi di snake mi spingono ad obbedire. Guardandomi camminare i Padroni si mettono a ridere. Cerco di tenere le gambe larghe ma i tacchi mi portano a stringerle così barcollo e assumo una postura ridicola.
Quando finalmente posso stendermi nella mia cuccia ai piedi del letto dei Padroni, &egrave solo parzialmente una tregua. Il culo dilatato all’inverosimile e il palo che sembra mi sfondi lo sfintere non mi consentono di trovare una posizione né di dormire. Non credo sia mai possibile abituarsi a queste dimensioni eppure sulle mensole vicino alla poltrona ginecologica c’erano cunei di dimensioni ancora maggiori

Domenica mattina, la mia bocca &egrave ormai il loro unico cesso.
Dopo aver preparato la colazione e averla servita a tavola mi viene concesso di svuotarmi. Mi fanno mettere a quattro zampe per sfilarmi il cuneo, che estraggono con enorme lentezza. Mi sembra di tornare libera, mi sembra di tornare a possedere il mio corpo. I commenti sul mio culo che inevitabilmente resta aperto mi fanno vergognare.
Il cuneo mi viene avvicinato alle labbra, so cosa devo fare, incomincio a leccare con piccoli tocchi della lingua come piace al Padrone, intenta unicamente a dare piacere. So di essere diventata una vera cagna e ne sono felice.
Finalmente posso urinare e defecare nel mio pitale ed infine pulirmi con la mano come mi &egrave stato insegnato.
Dopo essermi completamente svuotata il cuneo viene rimesso al suo posto, nel mio culo.
E’ l’ora di portare a spasso Bruto. Un top aderente e semitrasparente così che si vedano in rilievo i capezzoli e gli anelli. La micro gonna che a mala pena copre le mie intimità. Spero di non cadere dai tacchi dato che la mia andatura &egrave barcollante a causa del cuneo. Bruto sembra comprendere le mie difficoltà e non strattona mai fino a quando lo tengo a guinzaglio, e si scatena solo quando posso finalmente liberarlo nel parco.

I giorni passano nella routine. Mercoledì sera ‘cammina cagna fatti guardare’. Un ordine della Padrona, che poi commenta con il Padrone:’direi che ormai possiamo metterne uno più grosso, guarda come cammina disinvolta’. Le parole mi terrorizzano, quanto ancora potranno aprirmi e sfondarmi. Non ho il tempo di pensare, il Padrone mi ordina di preparami sulla poltrona ginecologica.
Il gioco si ripete. Spingono e forzano aprendomi ancora di più, infilando pali enormi che sembra mi arrivino in gola. Li ruotano lentamente provocandomi fitte di dolore e di piacere. Il piacere dato unicamente dalla sottomissione. ‘Non può entrare nulla che sia più grosso di questo’ dico, e quando invece mi svuotano il culo e prendono un cuneo ancora più grosso solo una parola esce dalla mia bocca: ‘Sfondatemi sono solo il vostro buco, unicamente un cesso da usare’ Sembra impossibile il mio culo sembra non possa dilatarsi ulteriormente, mi allargo con le mani per aiutare l’introduzione. Il sudore dei miei Padroni scorre sul mio corpo e si mischia al mio. Incredibilmente un millimetro alla volta il cuneo entra. Quando solo la base resta all’esterno viene fissato agli anelli del mio ano. I Padroni mi aiutano a scendere dalla poltrona e mi consentono un po’ di riposo.
Dopo la difficile nottata al mattino riprendono tutte le mie attività quotidiane. Porto a spasso Bruto. Preparo la colazione e offro la mia bocca come latrina.
Quando i Padroni escono mi appresto a fare le pulizie, in ginocchio lo straccio fra le mani con il culo pieno.
La sera capisco che sarà movimentata. Mi preparano:smalto sulle unghie delle mani e dei piedi, mi truccano gli occhi e le labbra in modo pesante, da puttana, poi anche le aureole dei seni divengono rosso fuoco, un plug in acciaio, che sembra un gioiello sostituisce il cuneo enorme, la sensazione improvvisamente &egrave di vuoto. Scorgo nelle mani della Padrona uno scintillio metallico. Sono i 2 coccodrilli – uno per ciascun capezzolo. Gemetti, anticipando la forte stretta e quel penetrante brivido di dolore erotico.
La Padrona me li attacca velocemente e dolcemente. 2 piombi per 200gr di peso vengono agganciati ad ogni coccodrillo. Mi piace quando vengo torturata ai capezzoli, soffro ma mi piace e il pene s’irrigidisce cercando di assumere la posizione eretta, ma agganciato in mezzo alle cosce e compresso nel bracciale di kali &egrave solo un altro dolore.
Appena tutti e due sono fissati, una profonda parte di me si contrae convulsamente. Sono sul punto di piangere. Dentro di me la mia voce trema, il mio respiro &egrave affannoso. Le sue mani mi accarezzano e poi tirano i morsetti mentre mi sussurra, “Poveri, poveri capezzoli, ti fanno male, non &egrave vero? Ma almeno per un pò dovranno farti male: Forse la frusta ti può aiutare a dimenticare quanto ti facciano male”. Si mise dietro di me, con in mano la frusta.
La pesante bull sibilò nell’aria, arrivando ripetutamente sulle spalle, sulle cosce e sulle natiche. Ad ogni colpo mi giravo, mi stiravo, gemevo. Poi si fermò un momento, ruotò i morsetti di novanta gradi dalla precedente posizione E riprese a frustarmi.
Presto fui sul punto di chiedere “Pietà”. Ma Lei non smise, anzi continuò più forte di prima.
Iniziai a piangere. Un pianto vero: singhiozzando. Le lacrime scendevano lungo il mio viso. Ma tuttavia non volevo chiedere pietà. Speravo che finisse presto, ma ne avevo bisogno. Dopotutto gli appartenevo e solo Lei poteva decidere quando
I Padroni mi conoscono bene e ridono della mia sofferenza.
I segni questa sera saranno il mio unico abito e sono fiera di ogni lacrima che ho versata di ogni cicatrice, del mio marchio, del mio collare, per nulla al mondo ne potrei più fare a meno.
All’arrivo di ogni ospite mi inginocchio bacio i piedi e la patta in segno di obbedienza e sottomissione, quando finalmente sono tutti arrivati i Padroni offrono uno spettacolo.

‘Visto come &egrave cambiata dopo poco più di un mese? Guardatele il seno, punture e ormoni ormai &egrave una 5, e vogliamo arrivare ad un ottava’ e giù a ridere. ‘Già ora &egrave possibile appenderla per le tette. Lunedì andrà a dare le sue dimissioni non &egrave più possibile nascondere la sua trasformazione. A causa delle scarpe che indossa 24 ore al giorno e che non può togliere neanche di notte, ballet-shoes o punitiv-shoes, chiamatele come volete, il tendine d’achille sarà presto atrofizzato poiché il piede &egrave sempre costretto in quella posizione. Adesso in ginocchio cagna, fai vedere ai nostri amici quanto sei sfondata’.
Il Padrone si avvicina e sfila il plug. E’ ricoperto della mia merda.
‘Cagna schifosa! Lo sai che il tuo culo deve essere sempre pulito sia dentro che fuori! Adesso puliscilo’.Lo avvicina alla mia bocca. Leccate lente partendo dalla base e poi lo imbocco fino a renderlo lucido.
Mi fanno mettere a pecorina, la faccia sul pavimento, mi infila un plug che gonfia in modo mostruoso, mi sebra che le pareti si stiano lacerando nonostante sia già sfondata, e ci attacca una sacca. ‘3lt di acqua e sapone per lavarti per bene cagna, e vediamo se non impari’. L’acqua incomincia ad entrare lentamente mi sento riempire, lo stomaco incomincia a dilatarsi, crampi fortissimi causati dal sapone ma anche dalla grande quantità d’acqua. Ci vuole circa 1 ora perché la sacca si svuoti. Intanto i Padroni ed i loro amici parlano e mangiano.
La Padrona stacca la cannula e blocca il rubinetto posto sul plug. ‘Resterai piena per 15 minuti poi potrai liberarti’ e torna a sedersi a tavola. Il tempo sembra non passare mai, la pendola appesa al muro gira con una lentezza incredibile, i 15minuti, però diventano 20, i Padroni sembra non si siano accorti del passare del tempo, ed io rimango a contorcermi mentre le lacrime rigano il mio volto. Più volte vedo alzarsi la Padrona e spero che venga da me, ma Lei si reca in cucina per tornare a sedersi.
Quasi non sento l’ordine di andarmi a svuotare nel cruogiolo posto nell’angolo, sono in un bagno di sudore e quasi intorpidita dal dolore. A 4 zampe mi accuccio sul vaso che uso quotidianamente, ed incurante della gente che mi guarda mi libero rapidamente. Solo dopo essermi liberata, la vergogna prende il sopravvento. Con la mano mi pulisco il culo, la passo più volte sulla mia rosetta per poi leccarla, quando credo sia ormai pulito, affondo le 4 dita nel buco sfondato e le infilo in bocca succhiandole e leccandole.
‘Visto &egrave come una bestia, non potendo usare la lingua usa le mani. E’ bastato poco più di un mese a trasformarla in una cagna Possiamo farne ciò che vogliamo, il suo corpo ci appartiene. Ha imparato a soddisfarci di culo di bocca, con le mani sia a noi che a Bruto. Da una settimana la usiamo come cesso per ogni nostra esigenza.

Finisco. Tengo lo sguardo basso per l’umiliazione e la vergogna. A 4 zampe mi avvicino al panchetto dove troneggia il cuneo che dovrò piantarmi nello sfintere. Lo spettacolo non dovrà essere troppo rapido, gli amici dei miei Padroni sono qui per divertirsi.
Mi posiziono in modo che il mio buco aperto e slabbrato sia ben visibile. Una mano chiusa a cuneo vi entra. Mi sto fistando, la infilo fino al polso, la ruoto, la estraggo e poi la reinfilo. Intanto prendo in bocca il cuneo per leccarlo e prepararlo per l’intrusione. Ne afferro la base e gradualmente incomincio ad inserirlo. Spingo e poi lo estraggo, per tornare a spingere poco dopo. Guadagno pochi cm ogni volta. Lo appoggio sul panchetto e mi appoggio lasciandomi quasi cadere ed inserendolo sempre più profondamente. Quando mi sento piena, mi riposiziono a 4 zampe per consentire ai miei Padroni di fissarlo agli anelli.
‘Sfilati le scarpe e distenditi a pancia sotto. Verrai punita anche sotto i piedi, dopo 50 colpi di canna per piede vedrai che non scorderai più che devi essere sempre pulita ‘. Una serie di spilli sembrano venire conficcati nel mio piede quando provo a muoverlo, ma Lei me lo afferra e me lo blocca fissandolo in una ‘maschera’ che termina poco prima delle dita, che vengono così forzate all’indietro distendendo la pianta e rendendola disponibile ai colpi che verranno. La mano passa e accarezza il tallone e poi la curva del plantare. ‘Ma non dovresti anche avere cura dei tuoi piedi? Come mai la pelle &egrave così dura? Bestia che non sei altro, vedrai che non succederà più.’ La Padrona scompare per qualche minuto, quando rientra nel salone ha in mano un ferro da stiro. ‘ogni 6 settimane ripeteremo il trattamento e dovrai essere tu a ricordartene. Per i prossimi giorni non potrai stare in piedi, ma per una cagna non &egrave un problema, poi la pelle vecchia sarà sostituita da pelle giovane e morbida così che potremo torturare i tuoi piedi in qualsiasi modo’.
Una gag-ball mi viene allacciata dietro la nuca, poi il dolore mi travolge. La piastra rovente del ferro passa inesorabile su tutta la pianta del piede. Più volte sul tallone, ma anche nell’arco plantare dove la pelle &egrave più morbida. Svengo, un grido si smorza in gola mentre la saliva cola ai lati della bocca.
Sono trascorsi circa 5gg. dal trattamento ai miei piedi, ed in questo periodo ho vissuto a 4 zampe non essendo in grado di alzarmi. Nei giorni passati i piedi sono stati avvolti in garze e cosparsi di creme antibiotiche ed emulsionanti. Il dolore era continuo, sembrava di avere 1000 spilli ma finalmente oggi, guardandoli mi accorgo che la Padrona aveva ragione. La pelle si sta sfogliando completamente ed il piede assume una colorazione rosata quasi come quella di un bimbo. La pelle al tatto &egrave morbida e delicata. Sono felice ed orgogliosa della loro ‘rinascita’, ora possono essere frustati e seviziati come amano fare i miei Padroni, e soprattutto sono contenta nel ascoltare i loro commenti compiaciuti mentre li osservano.
Già oggi pensano di potersi divertire. Il Padrone &egrave da qualche tempo che lavora in cantina a qualche attrezzatura utile al loro divertimento e quindi sicuramente causa della mia sofferenza. Un misto di paura e di piacere per ciò che mi attende. E’ qui che voglio stare, sono diventato uno schiavo’. Anzi una schiava. Porto con orgoglio il mio marchio, il tatuaggio e gli anelli, desidero che la gente veda il mio collare i segni della frusta. Sono diventata una cagna e nell’umiliazione e nella vergogna, nella mia sottomissione e nell’obbedienza sono consapevole di esistere. Nel piacere che si può trarre dall’usare il mio corpo sia sessualmente che infliggendomi dolore.
Resto in ginocchio, completamente nuda, mi agganciano un guinzaglio e mi conducono in cantina.
Non si preoccupano che qualcuno possa vederci.
Sembra un trapezio, anche se piuttosto basso, quello che si presenta ai miei occhi. Ma quella che dovrebbe essere la sbarra a cui afferrarsi &egrave triangolare e con lo spigolo rivolto verso l’alto. Lungo tutta la superficie sono state fissate delle puntine con la testa incollata sulla sbarra e le punte verso l’esterno. Tutto intorno il pavimento &egrave cosparso di puntine. Mi viene sfilato il cuneo dal culo, vengo fatta alzare in piedi, i polsi vengono fissati all’anello del collare, ed allo stesso anello viene fissata una catena agganciata al soffitto. ‘Metti i piedi su quei supporti’mi ordina il Padrone. Sono 2 piccolissimi supporti posti su i 2 lati della sbarra, che mi consentono di non mettere i piedi sulle puntine e di essere abbastanza alta rispetto alla sbarra stessa. Sono costretta su questi piccoli appoggi a stare in punta di piedi perché la superficie &egrave molto piccola.
Appena sono in posizione, il Padrone fa salire la sbarra che così si viene a trovare proprio in mezzo alle mie gambe. ‘Adesso scendi e poggia i piedi sul tappeto di puntine cagna’. Accompagna l’ordine con l’uso di un pungolo elettrico, di quelli usati per i maiali.
La mia reazione &egrave scomposta, perdo l’equilibrio cadendo e solo la catena agganciata al collare mi impedisce di rovinare completamente sulla sbarra. Alcune puntine a causa del peso e del movimento improvviso penetrano nei piedi. Mi siedo con violenza sulla sbarra e il mio cazzo costretto e bloccato fra le mie gambe, la mie cosce il mio culo, la carne morbida e delicata vengono trafitte e graffiate dalle puntine incollate sulla sbarra. Urlo cercando immediatamente di rimettermi in piedi senza che i miei piedi trovino un punto d’appoggio. Le puntine sono ovunque e l’altezza della sbarra mi costringe a stare in punta di piedi, aumentando la pressione su quell’unico punto d’appoggio se non voglio sedermi sulle puntine fissate ad essa. Mi sembra di aver trovato un po’ di stabilità anche se alcune puntine si sono ficcate profondamente sotto i piedi, che hanno iniziato a sanguinare. Sto così, ferma in un equilibrio precario. Incapace di stabilire per quanto tempo sarò in grado di resistere, per quanto i miei polpacci riusciranno a sostenere il peso del mio corpo. Cerco di controllare il respiro e di riassumere un ritmo regolare. Quando credo di esserci riuscita, la Padrona si avvicina e tocca con il pungolo sotto la pianta di un piede. Istintivamente reagisco e mi sposto appoggiando l’intera pianta così che molte puntine penetrano anche in altre parti del piede. Riappoggio nuovamente il mio corpo sulla sbarra così che altre penetrino nelle mie intimità. Urlo ma subito cerco di riacquistare l’equilibrio ed una posizione meno dolorosa. La Padrona inizia ad usare il pungolo in rapida successione sotto le piante dei piedi, oppure sui piedi stessi, costringendomi a camminare. Non so quante puntine mi abbiano lacerato le piante dei piedi, le lacrime iniziano a scorrere copiose e senza sosta. Per circa mezz’ora si protrae il gioco e quando finisce, i miei piedi sanguinano ma anche l’interno delle mie cosce, il mio uccello ed il mio culo. Non so quante volte sfinita mi sono comunque appoggiata alla sbarra ormai incurante del dolore.
Abbassano la sbarra e mi trascinano fuori dal tappeto di puntine. Molte sono profondamente ficcate nei miei piedi ed inginocchiarsi e ringraziare i Padroni non &egrave solo un gesto di sottomissione, ma anche un atto necessario per alleviare il dolore ai miei piedi.
Eppure bacio i loro piedi, ringrazio consapevole che le mie lacrime sono state il loro piacere. La Padrona afferra la mia nuca e mi ordina di leccarla. Viene immediatamente. Anche il Padrone mi sbatte in gola il suo cazzo e mi fotte con violenza lasciando poi colare il suo seme sui miei piedi. ‘crema emolliente, meglio della nivea’.
Condotta nuovamente a guinzaglio rientriamo in casa. ‘Bene! Ormai possiamo rimettere le scarpe, i tuoi piedi sono ormai guariti. Ricordaci fra 5 settimane che dovremo rifare il trattamento del ferro per mantenerli sempre morbidi; intanto riprendiamo anche la tua educazione da cagna. Da oggi i tuoi bisogni corporali li farai con Bruto mentre lo porti a spasso. La mattina ti verrà tolto il cuneo in modo da poter liberare gli intestini, al rientro ti pulirai anche internamente e poi ti verrà reinserito. Dobbiamo ricominciare anche l’educazione di Bruto, in modo che comprenda come chiedere anche la soddisfazione del suo piacere, usando la tua bocca o il tuo culo ‘
Sempre più in basso…..Francesco ha chiesto ai Padroni di portarmi al cinema. Francesco &egrave un amico dei miei Padroni, un vero porco che si &egrave divertito molto con me qualche sera fa a cena
Sono agitata, spero sia un bel film ma la cosa mi sorprende, sono schiavo anzi, ormai da tempo posso definirmi schiava, quindi dubito che andare al cinema possa risultare piacevole per me.
Vengo condotta, anzi trascinata a guinzaglio al cinema. Sono quasi le 17,00. E’ un cinema porno con grandi tabelloni e titoli inequivocabili. Al nostro arrivo la porta &egrave chiusa ed il Padrone chiama al cellulare Francesco che ci viene ad aprire immediatamente. “Bene, siete puntuali, stavo controllando lo stato dei bagni che ieri non ho fatto pulire ed &egrave veramente schifoso” Una risata chiude il commento. Quando entriamo l’odore di urina e di merda ci costringe a chiudere il naso. Sembra di entrare in un pozzo nero e che la gente non si preoccupi di usare le turche o il pavimento. “Cerchiamo di sistemare questo cesso e di uscire in fretta, non ci si sta qui dentro”. Mi guarda e mi controlla. “Perfetta! i suoi zoccoli infilati di punta si riempiranno di ogni cosa. Quei leggings 70den quasi trasparenti sono perfetti e spero che la scritta che le ho fatto fare su quel top,(io indosso un top aderentissimo sul quale c’&egrave scritto qualcosa), chiarisca qual’&egrave il suo uso. Riflesso nello specchio, anche se al contrario riesco a leggere:”sono un cesso, usami”. Solo adesso ho capito cosa significava andare al cinema. “Togliti gli zoccoli cagna ed infilali nel buco della latrina, in modo che quando pisciano si riempiano”. Scalzo sono costretto a camminare in quel lago giallo di piscio vecchio e stantio per infilare ogni zoccolo nei buchi delle due turche. La prima turca, la più sporca, dove pezzi di merda sono rimasti nel canale di scolo ma sparsi ovunque &egrave rimasta vuota. Mi bloccano le mani dietro la schiena, legano le caviglie. “adesso accomodati pure”. A piccoli passi entro, l’odore &egrave impossibile, così come &egrave impossibile evitare di sporcarsi. Mi inginocchio in mezzo a quello schifo, sento che sto per vomitare. “Se vomiti ti faccio pulire tutto con la lingua” mi dice il Padrone. Cercando di non toccare nulla e con un fazzoletto sul naso s’avvicina e aggancia una catena collegando le mani alle caviglie. Un’altra catena viene agganciata dal collare ad un gancio nel muro. I miei piedi finiscono direttamente nel buco della turca.
“Andiamo tra pochi minuti il cinema apre al pubblico, alle 18,00 inizia il primo spettacolo, e tu cagna, quando pisciano apri la bocca e bevine il più possibile. ”
Quasi scappano dall’odore e dallo sporco, mentre io rimango inginocchiata nella turca senza potermi muovere.
Non ho idea di quanto tempo sia trascorso, l’odore non lo sento neanche più, mi sono abituata, quando vedo entrare un uomo sui 40, che prima mi guarda e passa alla seconda turca, poi torna indietro, mi guarda, sorride, s’avvicina apre la patta e incomincia a pisciarmi in faccia. “Bevi cesso”.
Da quel momento molti altri entrano, le ore trascorrono lente. Qualcuno utilizza le turche vicine, tutti cercano di uscire rapidamente, in pochi tirano lo scarico. Per molti sono uno sborratoio, vengono si segano e mi sborrano direttamente in faccia, nei capelli. Il mio top vincerebbe sicuramente al concorso Miss maglietta bagnata, &egrave completamente zuppo e trasparente, solo la scritta continua ad essere ben visibile.
Le ginocchia mi fanno male, ma a causa delle catene non mi &egrave possibile cambiare posizione.
E’ molto tardi quando vedo tornare Francesco. Mi guarda ed incomincia a pisciare anche lui. “Apri la bocca cagna”. Mi sgancia da muro e poi mi trascina fuori dalla turca. In mano ha una grossa Bull. “Spogliati!” Mettermi in piedi per spogliarmi &egrave doloroso, le ginocchia costrette per ore nella stessa posizione non ne vogliono sapere ed &egrave un colpo di frusta che mi induce ad alzarmi velocemente. Rapidamente mi sfilo il top, completamente bagnato. Non so dove metterlo, mi guardo intorno “lascialo in terra”. Con un piccolo calcio allontano da me i leggings. Resto completamente nuda con la sola cintura di castità, ed il grosso plug sempre infilato nel culo. “Dobbiamo fare le pulizie” mi dice Francesco e mi da una serie di stracci e dei detersivi. “Forza inizia con gli specchi e con i lavandini”. Controlla continuamente il mio operato riprendendomi continuamente se pensa che qualcosa non sia stato fatto bene. “Muoviti zoccola, sei troppo lenta”. Quando finisco le cose poste in alto, mi afferra per i capelli e mi trascina a terra. Un secchio ed uno straccio, a 4 zampe inizio a pulire il pavimento.
Il tempo scorre “muoviti troia, non vorrei restare qui tutta la notte”.
Rimangono solo le latrine sporche di ogni cosa. “Per quelle userai i tuoi leggings ed il tuo top, lo straccio ormai &egrave troppo sporco; prima però devi recuperare i tuoi zoccoli. Prendi quello”, Mi indica quale recuperare. “Adesso non lo svuotare, vai a recuperare anche l’altro”. Capisco perch&egrave nessuno usava più l’altra turca. Il mio zoccolo &egrave immerso nella merda e anche il canale di scolo ne &egrave pieno. “Prendi la merda che vedi nello scolo e mettila nello zoccolo che hai in mano, così inizi anche a fare un po’ di pulizia.” Ad un mio accenno di sbandamento, non sapendo come fare per eseguire la sua richiesta, una frustata accompagna il suo ordine “prendila con le mani ed infilala dentro”. Con uno strano comportamento, cercando quasi di non sporcarmi entro nella turca in punta di piedi, poi chiudo gli occhi mentre con la mano prendo la merda e la metto nello zoccolo che tengo nell’altra mano. Ripeto questa operazione fino a quando Lui mi dice che può bastare ed il canale di scolo &egrave praticamente libero. A questo punto recuperato l’altro zoccolo li calzo, ci infilo lentamente i piedi. La merda fuoriesce lateralmente mentre sento che le dita affondano in questa melma schifosa. Con un calcio mi allunga i leggings “rimettiti in ginocchio e pulisci, struscia per bene cagna”. I leggings, il top entrambi già zuppi e lerci non riescono più ad asciugare e pulire, riesco solo a togliere i ristagni di urina e a togliere la merda. La ceramica torna bianca. a quel punto Francesco mi fa uscire, rovescia litri di disinfettante e poi attaccato un tubo ad un rubinetto pulisce definitivamente con getti di pompa.
Io sono in piedi da un lato, nelle mani il top ed i leggings, inebetita mi chiedo come potrò uscire e tornare a casa. Sembra mi legga nella mente. “Rivestiti cagna!”. Guardo i 2 stracci che ho in mano e penso che non &egrave possibile reindossarli, che nessuno potrebbe farlo. “Cosa aspetti, devo frustarti?”. Getto i leggings in terra e mi infilo il top. E’ bagnato di piscio e sporco di merda, lo stomaco si rivolta. Sfilo i piedi dagli zoccoli completamenti immersi nella merda. “Attenta a non sporcare, o ti faccio pulire con la lingua”. Un piede per volta col timore di perdere l’equilibrio e quindi di essere costretto a posarlo in terra, oppure che un po’ di merda cada in terra. Lentamente riesco a vestirmi. quando sono pronta mi fa uscire e mi ordina di andare a casa.
Le strade sono deserte a quest’ora, e l’unica persona che incontro s’allontana immediatamente sentendo l’odore disgustoso che aleggia intorno a me.
Suono il campanello e la voce della Padrona non si fa attendere: “Vai all’ingresso dei garage, il Padrone ti sta venendo a prendere”.
Vedo la luce lampeggiante gialla che segnala l’apertura e quando scendo il Padrone mi sta aspettando. “Quanto puzzi!, Non avrai mica pensato di poter venire in casa in queste condizioni Troia”. Mi conduce alla cantina, sta diventando la mia stanza. Non mi permette di spogliarmi n&egrave di lavarmi. Mi aggancia la catena al collo ed al gancio nel muro talmente in basso che non mi &egrave possibile alzarmi, posso solo stare in ginocchio. Blocca i polsi al collo e mi lascia sola.
Non ho dormito molto, le emozioni della sera, mi sento sporca umiliata, eccitata e non sento girare la chiave nella porta. Il Padrone poggia in terra una ciotola :”Hai 10min.per mangiare e bere tutto”. Esce chiudendo nuovamente la porta dietro di se. Mi posiziono in ginocchio e guardo. Forse speravo…. ma in realtà conoscevo già la risposta. Sono il loro cesso e immersa in un liquido giallognolo che sta diventando più scuro, c’&egrave la merda dei miei Padroni. Non mi sono ancora abituata a mangiarla, ma quando mi trovo sotto di loro e ne prendo un pezzo per volta riesco a non pensarci, ora guardare dentro a questa ciotola mi da il voltastomaco. Chiudo gli occhi e cerco di non pensare, so che se il Padrone dovesse tornare e vedere che io non ho finito, la punizione sarebbe molto severa.
La chiave gira nuovamente. E’ il panico, sono già trascorsi i 10min oppure….. Non importa, i Padroni sono qui, mi guardano:”Sei una bestia inutile e troppo lenta, dopo verrai punita severamente. Perch&egrave non hai ancora finito e perch&egrave ieri sera ci hai fatto aspettare troppo. Francesco ha detto che sei stata lentissima a pulire i cessi del cinema”.
Il pensiero corre a ciò che mi faranno. Cerco di essere il più veloce possibile nel pulire la ciotola. Non riesco neanche ad alzare la testa, la ciotola adesso &egrave pulitissima. Un getto di acqua fredda mi colpisce, il Padrone maneggia una pompa e direziona il suo getto su di me. Mi lancia una spugna e del sapone. “Togliti quegli stracci”. Tolgo finalmente gli zoccoli e mi sfilo il top ed i pantacollant. Passo il sapone, la Padrona s’avvicina e con la parte abrasiva della spugna mi gratta via lo sporco. L’acqua gelata e la spugna, la pelle diventa rossa e fa male, quando chiudono l’acqua &egrave un sollievo anche se batto i denti dal freddo.
Solo ora vedo che nelle mani della Padrona c’&egrave il nerbo di bue, la sola vista mi spaventa.
Ma con sorpresa il Padrone non sembra interessarsi alla frusta, mi prende per i capelli e mi fa girare più volte su me stessa.Nello specchio posto su di una parete vedo riflesso il mio corpo. Sembra passato un secolo e sono così diversa dall’umile schiavo che ha firmato il contratto pochi mesi fa. Di quello schiavo ormai ben poco resta. Eppure mi piace ciò che vedo, sono come mi vogliono i miei Padroni. Le cure di ormoni hanno modificato le mie forme rendendole morbide e femminili, le mie mammelle, grazie anche alle punture ed ai trattamenti ricevuti sono grosse ed imbarazzanti. “Finalmente possiamo provare la carrucola, le tue tette ormai sono abbastanza grosse. Ma le gonfierei anche le labbra, così che sia evidente che &egrave una succhia cazzi”. Aggiunge la Padrona. Una fune di nailon piuttosto spessa di colore rosso mi viene avvolta intorno alla tetta. Con una serie di ganci e pappagalli strani incomincia a stringere la corda. La tetta, stretta alla base diventa dura, s’allunga e assume un colore rosso scuro. Lo stesso trattamento viene riservato all’altra mammella. Una carrucola che pende dal soffitto viene agganciata alle funi strette intorno ai seni. I polsi mi vengono bloccati al collare. Il Padrone attiva una leva ed incomincia a tirare verso l’alto la carrucola. I seni mi fanno male, cerco di seguire fino a quando i miei piedi toccano terra, poi mi trovo completamente sollevata di almeno 20cm dal terreno. Appesa per i seni. Il dolore &egrave pazzesco, sembra vogliano strapparsi, diventano violacei. A questo punto iniziano i colpi col nerbo di bue, sono forti e cadenzati e le mie reazioni scomposte incidono ulteriormente sui miei seni già doloranti e martoriati. Conto, piango, imploro ma i colpi si succedono ai colpi fino a 50. Finalmente il Padrone si ferma. “starai appesa li per 2h” con queste parole i Padroni mi lasciano sola.Il tempo quando si &egrave soli senza alcun riferimento si allunga in modo esponenziale. Il dolore penetra la mente ed incominci a pensare che non puoi farcela, che vorresti che tutto finisse in quel momento, ma quando i Padroni tornano e ti staccano ti inginocchi e baci i loro piedi e ringrazi felice per aver superato anche questa prova, felice di essere qui, di essere schiavo e di avere 2 Padroni. Ricordi con angoscia quando desideravi essere schiavo, rispondevi ad annunci ai quali non ottenevi risposta ed ogni volta era una delusione. Sai di essere nato per tutto questo. Quando vengono allentate le funi il dolore del sangue che finalmente riprende a circolare regolarmente &egrave sostituito da quello dei colpi che vengono dati con un frustino per cavalli direttamente sull’aureole dei capezzoli ingrossate dai continui trattamenti praticati con il tiracapezzoli Sono fiera e felice di essere la loro schiava ed aspetto con ansia quando anche Bruto imparerà ad usarmi da cagna quale sono
I Padroni mi fanno rialzare, il culo viene nuovamente riempito da un plug di grandi dimensioni, ai piedi rimetto le scarpe che mi costringono a stare in punta di piedi e come vestito, solo una maglia appena un po’ lunga.Il guinzaglio mi viene riagganciato e finalmente pronta vengo ricondotta in casa Sono almeno 3 notti che non riesco a dormire, i miei pensieri sono sempre focalizzati all’oggi, dovrò ricordare ai miei Padroni che sono ormai trascorse le 6 settimane e che bisogna trattare i miei piedi con il ferro da stiro. Il solo pensiero mi angoscia, ho paura, il dolore &egrave inimmaginabile. Vorrei poter non pensare. Vorrei che questa sevizia sia solo un incubo e non la mia vita reale. Vorrei non ricordarglielo illudendomi che forse possano dimenticarsene, ma sono consapevole che sarei punito molto severamente e che &egrave mio dovere soffrire se per loro questo si trasforma in piacere. Già domenica scorsa, i Padroni levandomi le scarpe per praticarmi una dolorosa bastinado mi hanno chiesto quanto mancasse al termine delle 6 settimane, poi controllando la pianta dei miei piedi già indurita e screpolata volevano anticipare il trattamento. Stamane, come prima cosa quando li andrò a svegliare, dovrò ricordargli che &egrave scaduto il tempo, che oggi dovranno essere trattati i miei piedi con il ferro per renderli morbidi e delicati come quelli di un bimbo.
Un lampo di piacere negli occhi della Padrona quando a testa china, in ginocchio dinnanzi a loro faccio la comunicazione. So che la mia assoluta sottomissione li rende felici, so che rivedono la scena e sono impazienti di vedermi urlare ed implorare. La giornata, le ore sembra trascorrano con una lentezza impietosa, ogni gesto &egrave un rituale consolidato. Mi usano in bagno; porto a spasso Bruto; cucino e servo il pranzo stazionando ai loro piedi attento ad ogni cenno, a soddisfare ogni loro voglia o desiderio; li ripulisco dopo il loro piacere. Vorrei che il tempo a questo punto si fermasse. Controllo l’orologio sul comodino della Padrona, tra poco si sveglieranno e sarà l’inizio, mi assopisco appena, sono stanco dopo 3 notti insonni. ‘Cagna’ &egrave la voce della mia Padrona che mi riporta immediatamente alla realtà. Mi aggancia il guinzaglio quasi temesse che potrei scappare, ed &egrave quello che vorrei che le mie gambe facessero, ma invece la seguo obbediente fino alla poltrona ginecologica su cui mi stendo, incapace di reagire, quasi come un automa.
Da un lato, stamane ho preparato le garze e le creme che verranno usate dopo per medicarmi. Mi sfilano le scarpe e l’odore dei miei piedi, costretti per giorni, all’interno di queste calzature non &egrave certo profumo. Con delicatezza ed estrema gentilezza mi lavano i piedi, sento il tocco delicato delle loro mani scorrere sulla pianta facendomi quasi il solletico. E’ solo una parentesi prima di riprendere i preparativi.
Vengo bloccato completamente, corde mi passano sul petto, il collare viene agganciato in modo che non possa muovere la testa, polsiere e cavigliere vengono bloccate alla struttura immobilizzandomi, le dita dei piedi vengono legate e bloccate stirandole all’indietro, in modo da non permettere alla pianta del piede di spostarsi o accartocciarsi nell’inconscio desiderio di sottrarsi alla piastra bollente del ferro. Una ball-gag mi viene fissata alla bocca. Ha due finalità: evitare che mi possa mordere la lingua e non fare sentire le mie urla nel palazzo.
Il ferro nel frattempo di lato si sta scaldando, lo sento sbuffare quando un soffio di vapore esce autonomamente. Vorrei non guardare, ma il mio sguardo &egrave come calamitato su quanto succede intorno, nello spiare i gesti dei miei Padroni. L’urlo &egrave soffocato dalla Ball-gag, quando la piastra giunge a contatto con la pianta del piede. Non riesco a trattenermi e mi piscio addosso. Sbatto la testa da ogni lato, stringo i pugni; le unghie quasi mi penetrano nella mano, sono gli unici movimenti che riesco a compiere, inutilmente vorrei togliere i piedi ma quelli sono bloccati. Lacrime mi scendono lungo il volto, la bava cola dalla bocca. Quando svengo la Padrona immediatamente mi mette sotto il naso una boccetta d’aceto per farmi riprendere. Breve &egrave la pausa, solo il tempo di trasferire la piastra sulla pianta dell’altro piede. Imploro inutilmente, solo versi e parole incomprensibili escono dalla mia bocca. Un tempo che sembra infinito, poi sento un tocco delicato delle mani dei miei Padroni. Carezze delicate, le dita della Padrona sfiorano i miei piedi seviziati e martoriati. ‘Sono poco segnati, voglio vedere delle belle vesciche’ dice la Padrona. Il ferro torna quindi a scorrere sotto i miei piedi. Il dolore &egrave pazzesco la pianta già segnata &egrave ora più sensibile. Quando le mani dei Padroni incominciano a massaggiare i miei piedi spalmando la crema sono troppo intronato per capire che &egrave tutto finito. Mi slegano e sganciano il collare e le polsiere. Uno strano gambale mi viene bloccato appena sotto il ginocchio e alla caviglia, mi costringe il piede come se stessi sempre in punta di piedi. La Padrona mi dice:’Non vogliamo che si perda tutto il lavoro fatto fino ad oggi per fare atrofizzare il nervo d’achille’. Mi tolgono la gag e con delicatezza mi afferrano e mi posano in terra, quindi: ‘vieni qui a ringraziare la tua Padrona’. Bacio i suoi piedi, Lei si sdraia sulla poltrona e si apre la vestaglia, sotto &egrave nuda e fra le cosce &egrave un lago. Quando mi avvicino per leccarLa mi afferra la nuca e mi strofina il volto, quasi mi soffoca. Lecco senza fermarmi fino a quando non la sento godere e mi squirta in viso. E’il turno del Padrone, anche Lui &egrave eccitatissimo e appena mi avvicino mi fotte in bocca con violenza e quando viene mi sborra in faccia.
I giorni passano e non essendo in grado di stare in piedi, non posso assolvere ai miei normali compiti quotidiani di serva, come lavare, stirare, fare le pulizie, cucinare, servire i Padroni e portare a spasso Bruto. Ho la sola funzione di ‘cesso’, e vengo regolarmente usato da Bruto che ha ormai imparato che sono una cagna. Per aumentare la mia sottomissione e per farmi entrare sempre più nel mio ruolo, dormo nella cuccia insieme al mio Padrone: Bruto. Ogni sera, al loro rientro, i Padroni sono costretti a cucinare, apparecchiare e sparecchiare, portare a spasso Bruto; mentre il loro schiavo/a può essere utilizzato solo per pulire i pavimenti ed i sanitari del bagno, tutte operazioni che posso svolgere stando in ginocchio come sono abituato a fare. Il loro nervosismo aumenta di sera in sera e lo sfogano su di me. Sento la chiave girare nella toppa, con Bruto mi avvicino alla porta e da Cagna annuso e bacio le scarpe dei Padroni. Chissà cosa succederà stasera? Come sempre la Padrona controlla se ho pulito bene il bagno. L’attesa, il timore di cosa mi faranno, stasera sembrano molto nervosi ed il tempo passa con una lentezza esasperante, mentre sotto il tavolo mi dedico ai loro piedi leccando e massaggiando nella speranza che si rilassino. Ma l’attesa finisce e mentre i Padroni sparecchiano mi viene ordinato di andare a prendere il gatto, quello cattivo con le stringhe ed i nodi. Mi posiziono in ginocchio, la testa inclinata in avanti e lo sguardo basso, tenendo sulle palme delle mani la frusta che porgo ai Padroni. Mi viene allacciata la gag dietro la nuca; questo mi spaventa significa che piangerò e urlerò.
Ai miei Padroni piace vedermi piangere, sentirmi implorare o urlare di dolore
Controllano i miei piedi, dopo avermi tolto le fasce, mi sostengono sotto le ascelle mentre mi tirano su e mi agganciano i polsi ai ganci sul soffitto. Rimango in punta di piedi in attesa del primo colpo.
C’&egrave forza in quel primo colpo, e tutta la rabbia di chi per vari giorni ha dovuto fare tutto da solo senza poter usufruire del proprio schiavo. Sobbalzo provo inutilmente a schivare i colpi spostandomi e appoggiando il peso del mio corpo prima su un piede e poi sull’altro; alzando una gamba e cercando così di coprirmi, girandomi. Ma il dolore mi costringe nuovamente a spostarmi e a rendere così disponibile un’altra parte del mio corpo. Striature rosse incominciano a disegnare strane figure sulla mia pelle bianca. Lacrime scendono dalle mie guance mentre la bava mi cola dalla bocca. La Padrona si avvicina, mi guarda e lecca le mie lacrime, poi guardandomi:’mi piace vederti soffrire, umiliarti ma ormai con te abbiamo quasi finito. Il Padrone riprende a frustarmi, il suono del campanello interrompe momentaneamente il supplizio. Una bella ragazza entra a quattro zampe nella stanza, seguendo la Padrona che &egrave andata ad aprire la porta. E’ completamente nuda. Il Padrone riprende a frustarmi con maggior forza e dalle striature fuoriescono gocce di sangue. ‘Vedi come sarai trattata, guarda come gli abbiamo ridotto il buco del culo, completamente slabbrato e sfondato. Come Questa cagna avrai seni enormi e verrai ferrata e marchiata. Questa cagna era un uomo, ora &egrave solo uno sgorbio, il nostro cesso. &egrave sceso ai livelli più bassi e forse tu scenderai più in basso ancora di questo verme. Se sei qui vuol dire che hai già deciso.’ Smettono di frustarmi adesso l’attenzione &egrave tutta su di lei. Sono geloso, dividerò i miei Padroni con quest’altra schiava che sarà sicuramente la preferita, io ho già ormai toccato il fondo.Da tempo ho compreso che la libertà che tutti cercano per me &egrave una parola senza senso, che la mia vita &egrave questa, amo essere piegato, umiliato, sottomesso, amo dare piacere ai miei Padroni, amo quando mi offrono ai loro amici. ‘Leggerai e firmerai il contratto di schiavitù’ dice il Padrone. Vengo liberato e crollo a terra. La frusta accompagna l’ordine del Padrone. ‘Vai a prendere il contratto per questa schiava’. Con fatica a quattro zampe vado a prendere il contratto che poco più di un anno fa ho firmato anche io.E’ come un dejavu, mentre la Padrona mi spinge la testa quasi a soffocarmi, la lecco e desidero quel nettare e lo succhio mentre mi impiastriccia il viso ed il suo odore di femmina mi inebria, sentire in sottofondo la voce della schiava che legge una dopo l’altro le regole, mi sembra quasi di risentirmi e di rivedermi. La serata finisce presto. Io nella mia cuccia con Bruto, mentre lei a leccare baciare i piedi dei Padroni.
La sera prima di andare a dormire i Padroni mi fanno rimettere le mie scarpe. Domani forse tornerà tutto normale e lei scomparirà. E’ stato solo un sogno.
E’ arrivato il sabato. E’ sera e già da questa mattina io e la nuova schiava stiamo preparando per la serata, ci saranno una decina di ospiti, amici dei nostri Padroni, e mi dicono che sarà una serata speciale. Porto a spasso Bruto e quando rientro, la schiava mi aspetta per prepararmi. La Padrona ha deciso come dovrò essere presentato agli ospiti. Dei coccodrilli con un peso da 500gr mi vengono pinzati ai capezzoli ed altrettanto viene fatto sulle labbra della mia rosetta, mentre il cazzo viene inguainato in un bracciale di Kali Quindi rinchiuso in uno sgabuzzino, mi inginocchio alleviando il peso dei pesi agganciati al mio culo e aspetto qualsiasi ordine mi verrà impartito.
Il campanello suona più volte ed &egrave sempre la schiava che accoglie gli ospiti, poi inizia l’aperitivo e la cena ed io rimango in ginocchio cercando di capire dai suoni se avranno bisogno di me. La gelosia mi rode lentamente il fegato. Il dolore dei coccodrilli diventa parte di me e mi sto quasi addormentando quando si apre la porta della stanza e la schiava mi fa alzare, afferra il mio guinzaglio e mi trascina in sala. Nudo e offerto alla vista ed alle mani di chiunque come la cagna che sono mi sto eccitando, ma il dolore &egrave atroce, cerco con la mente di pensare ad altro perché le punte aguzze si stanno piantando nel mio cazzo che si ingrossa. E’ inutile sono una cagna e mi piace essere usato ed umiliato. I pesi dondolano sul mio petto e fra le mie gambe, costringendomi a camminare a gambe larghe. Cerco di muovermi a passetti corti e lenti per diminuire il dolore dei coccodrilli che trafiggono i miei capezzoli e le labbra del mio ano letteralmente aperto. Con una mano sulla nuca la schiava mi fa mettere a 90 su un cavalletto, così che il mio buco &egrave completamente offerto alla vista degli ospiti ed i pesi continuano ad esercitare la loro funzione.
La Padrona allora fa partire un proiettore ed incomincia a raccontare la mia storia, facendo vedere come mi hanno sfondato; Il Padrone durante questa spiegazione mi si avvicina e afferrando gli anelli posti sulla mia rosetta mi apre, così che tutti possano vedere quanto si dilata; nel frattempo scorrono le immagini dei cunei e della loro crescente dimensione fino ad arrivare a quello che mi hanno tolto solo un paio d’ore prima, che la schiava ha ripulito e ora consegna nelle mani degli ospiti. Un’ esclamazione d’incredulità accompagna la sua entrata. Le dimensioni sono spaventose: 18cm di diametro per 30cm in lunghezza. Ma il Padrone si premura di dire che si può fare di meglio, posso essere aperto ancora più di così.
Intanto continuano a scorrere le immagini della mia ‘educazione’. E’ una vera cagna, dice la Padrona. La sua bocca &egrave uno sborratoio, ama succhiare cazzi ed &egrave nel suo DNA, meglio di una puttana bolognese. La sua lingua &egrave fatta per pulire culi sporchi o piedi puzzolenti o per dare piacere ad una donna. Nelle immagini che seguono, sono circondato da uomini e donne con cazzi e strap-on enormi che si alternano riempendomi continuamente i buchi.
Quando si allontanano lasciandomi solo, la telecamera si allontana. Sono solo, accasciato in un lago di piscio e sborra. Poi ancora altre immagini. Solo in una cosa abbiamo faticato, si rifiutava di comprendere che i suoi buchi sono a nostro uso e consumo come meglio riteniamo giusto, e che doveva essere felice che noi usassimo la sua bocca da cesso. Nessun problema ad usarla come pisciatoio, ma invece si &egrave rifiutato/a, ha vomitato quando le abbiamo imposto anche questo, le abbiamo fatto mangiare la nostra merda. E’ stata la frusta a convincerlo/a, anche successivamente quando, pur non rifiutandosi, aveva dei conati di vomito. Ha imparato, ed ora &egrave felice che si usi la sua bocca sa benissimo che deve essere felice quando i suoi Padroni la usano, in qualsiasi modo per il loro piacere. La nostra merda &egrave la sua colazione, che noi le diamo ogni mattina, e rimane digiuna fino a sera quando noi rientriamo e quando può mangiare i nostri avanzi. Altre immagini. Sono a quattro zampe dinnanzi alla mia ciotola. Zoom ed il contenuto &egrave subito in primo piano: merda e piscio. Poi la mia testa che si tuffa in quel mangia e bevi per riapparire poco più tardi, con il viso sporco e la ciotola vuota. Le parole del ringraziamento si perdono nelle descrizioni che vengono dopo.
Una volta a settimana invece la spalmiamo completamente perché quella &egrave la crema giusta per uno schiavo di ‘merda’. Serve ad ammorbidirgli la pelle e poi si abitua all’odore e impara quale sia il suo posto.
Le immagini di quanto descritto dalla Padrona scorrono sulla parete bianca. La mia lingua che esce e bacia e lecca la mano dei Padroni mentre mi spalmano la loro merda non lasciando scoperta nessuna parte del mio corpo, dalla testa, al viso fino ai piedi. Resterò così per molte ore fino a quando mi verrà dato il permesso di pulirmi, normalmente usando una spugna bagnata in una bacinella di piscio. Il liquido che ben presto diventa scuro &egrave l’unica cosa che posso bere nelle ore successive fino a quando non &egrave finito. La mia Padrona continua a descrivere le mie caratteristiche. Non &egrave maso e questa sua caratteristica &egrave forse la migliore di tutte, vederlo/a piangere, urlare ed implorare. La schiava porge il gatto, quello cattivo al Padrone. La Padrona mi pone una mano sotto il mento, mi fissa negli occhi: ‘chiedi al Padrone che ti frusti e conta,cagna ‘.
Paura e desiderio di essere l’oggetto, semplice animaletto che si dibatte e soffre per loro, chiedo al Padrone di essere frustato. Il primo colpo, arriva preciso sulla rosetta aperta e dilatata dai pesi. Solo la concentrazione necessaria a contare mi trattiene dal gridare anche se i numeri sono quasi urlati, mentre la voce si smorza in gola, i denti affondano nel mio braccio per trattenere le urla ad ogni colpo successivo. Non posso implorare farei sfigurare i miei Padroni, devo essere felice di ogni segno di ogni goccia di sangue che uscirà. Dopo 20 colpi, come ha iniziato si ferma, non ho udito le parole che la mia Padrona ha detto nel frattempo. Mi sembrava di vivere in una bolla, dove i rumori sono tutti attutiti e le uniche cose erano il suono della frusta che vibrava nell’aria.
Altre immagini, ed il dolore cresce per il mio cazzo che si indurisce sempre più dentro al bracciale di Kaly. Il video si interrompe, cala il silenzio e a poco a poco gli ospiti mi sono tutti intorno e toccano i miei segni, una donna mi sbatte la sua fica bagnata in faccia e mi ordina di leccare mentre sento una mano farsi strada nel mio ano. Qualcuno tira i pesi facendomi piangere di dolore. Non mi &egrave chiaro cosa stia succedendo fino a quando una mano afferra il mio guinzaglio e mi strattona dicendomi:’ora sei mio’ e mi fa inginocchiare accanto a Lei. La serata continua ma sono altri schiavi ad essere usati. E’ tardi quando vengo nuovamente strattonato, mi tolgono finalmente i coccodrilli ed i pesi, mi fanno indossare la mia vestaglietta e vengo trascinato via.

Lei ha una station, apre il portellone posteriore. ‘Togliti lo spolverino e mettitici sopra cagna, non vorrai sporcarmi la macchina’, e aggancia il guinzaglio ad un gancio. Sono nuda e mentre la macchina si avvia, gli occhi della gente. Sguardi scandalizzati delle donne, ed eccitati degli uomini che vedono il mio grande seno senza sapere che fra le gambe ho’.. ormai praticamente solo un foruncolo dopo l’uso intensivo degli estrogeni che mi hanno ridotto i testicoli ed il pene a dimensioni microscopiche. Il viaggio dura circa un ora Quando l’auto si ferma nel cortile si accendono le luci. Ci viene incontro la matrona che apre il portellone posteriore, mentre la Signora se ne va.
‘Scendi cagna, ci sei già stata qui anche se per pochi giorni mentre ora ci resterai a lungo. Ti dico quindi le regole che dovrai rispettare. Durante il giorno sai bene quali sono i tuoi compiti, la Signora ti ha preso per questo, nessuno voleva spalare e stare in mezzo al letame di porci e vacche. Ovviamene dovrai soddisfare con i tuoi buchi chiunque lo desideri e se non sarai abbastanza aperta o disponibile verrai frustata. La notte o comunque quando non verrai utilizzata dai Padroni come cavallo da tiro o per soddisfare qualsiasi loro desiderio, starai in quel box come la cagna che sei. Come vedi ci sono 4 ciotole, non sei sola. Ti &egrave vietato fare i bisogni e se il cane con cui condividi il box li farà dovrai pulire e se invece sarai tu a farli sarai severamente punita;tu potrai farli solo quando verrò a prenderti per farteli fare come una cagna. Adesso poi togliti quelle scarpe, sono di pelle e le rovineresti, le userai solo in occasioni speciali, la Signora te ne ha fatto fare un paio simile ma completamente di legno. Delle ballet shoes’ zoccoli in legno, tanto ormai il tendine d’achille &egrave completamente atrofizzato e sarebbe un peccato se non impossibile credo farti recuperare il movimento del piede’ . Idosso questi zoccoli speciali, sono duri e capisco che saranno una vera tortura. Appena indossati, la Matrona mi ordina di mettermi a 4 zampe e strattonando il guinzaglio mi conduce al mio box. La notte non riesco a dormire, non entro nella casetta dove dorme un grosso mastino napoletano che appena entro nella gabbia mi si avvicina e mi annusa la rosetta. Lascio fare, non mi ribello so che potrebbe divorarmi e poi so che sono stata messa in questo box per ovvi motivi. Quando alla mattina la matrona viene ad aprire il box e mi fa uscire nuda camminando sempre a 4 zampe il cortile &egrave pieno di persone, soprattutto uomini. ‘Forza svuotati cagna’ e mentre lo dice il sibilo del frustino che tiene in mano taglia l’aria. Da tempo ho perso la mia intimità ma nonostante tutto continuo a vergognarmi quando sono costretta a fare i miei bisogni in pubblico. Appena ho finito, come mi &egrave stato insegnato mi pulisco con la mano che poi lecco accuratamente. Quando sono accanto alla Signora, Lei dice:’Da oggi sei di mia proprietà. I tuoi vecchi padroni ti hanno sostituito, come puoi immaginare. Mi serviva una schiava per soddisfare i miei lavoranti e che lavorasse 7 gg su 7. Il sabato e la domenica i lavori saranno di più ovviamente, visto che il personale &egrave ridotto oppure proprio non c’&egrave. Durante il giorno voglio che il tuo culo sia sempre pieno, gli operai sanno che devono liberarlo prima di usarlo’. La matrona tira fuori un fallo di dimensioni estreme che non avevo visto e mi dice:’Apriti cagna’. Cerco di succhiarlo ma &egrave enorme, ci sputo sopra cercando di bagnarlo il più possibile, chino la testa fino a terra e spingo fino a farlo entrare completamente. Il dolore &egrave forte anche se sono già aperta, ma inevitabilmente dal mio cazzettino cola un liquido vischioso e bianco. Mi sto eccitando per il piacere dell’umiliazione e della vergogna. Vengo fatta alzare in piedi, mi viene consegnato una specie di saio che però lascia completamente scoperto il culo che in questo modo può essere usato e colpito da chiunque. Spingo la cariola che utilizzerò per trasportare il letame dalle varie stalle e dalla porcilaia, sono in posizione eretta da pochi minuti e i piedi i questi zoccoli mi stanno già facendo male. Entro nella porcilaia, non ricordavo’ Il puzzo &egrave incredibile mi viene quasi da vomitare. Riempio la cariola e la vado a svuotare nel letamaio. Vado e poi torno. Il sole incomincia a scaldare ed il sudore mi cola dal viso, dalle ascelle e lo sento scorrere lungo il corpo. Passa un bracciante, prendo coraggio, lo fermo e gli chiedo dove posso trovare da bere. Il suo sguardo’le parole che seguono mi gelano. ‘Ho giusto bisogno di pisciare cagna e secondo me anche i miei amici ne avranno bisogno, sono già più di 2 ore che lavoriamo. Inginocchiati troia, qui in mezzo alla merda e vedi di non perderne neanche una goccia. Dopo dirò ai miei amici che possono venire qui a svuotarsi. Aprimi la patta e datti da fare’.
Mi inginocchio e gli apro i pantaloni tirando fuori un cazzo di dimensioni discrete, apro la bocca e incomincio a bere. Sono accaldata e stanca, mettermi in ginocchio anche se in mezzo a questo schifoso liquame da sollievo ai miei piedi. Cerco di bere rapidamente ma quasi mi sento male a causa del calore e della fatica. Il liquido caldo e acido mi cola dalla bocca non mi riesce di ingoiare tutto il getto &egrave troppo veloce. Quando il flusso finisce mi afferra la testa, so già cosa vuole. Gli pulirò il cazzo anche dalle ultime gocce e poi inizierò a fargli un pompino. Me lo pianta fino in gola, mi fotte la bocca con violenza. Lo sento vibrare prima di venire e quando il getto mi riempie la bocca ingoio come so e mi piace fare. Quindi lo ripulisco per bene, lo rinfilo nelle mutande e chiudo la cerniera. ‘Aspetta cagna, non ti muovere ora verranno gli altri’. Dopo il terzo ho lo stomaco pieno di piscio e sborra e non ne posso più ma sembra che tutti debbano pisciare. Uno grande e grosso si avvicina e mi fa alzare e girare. Mi sdraia praticamene nella cariola piena di merda e mi stappa il culo, quindi infila un cazzo di grosse dimensioni e solo il fatto che ormai sono praticamente sfondata gli consente di entrare senza farmi urlare. Sento un flusso caldo che incomincia a riempirmi. ‘I buchi sono 2 mi dice, ed &egrave un peccato non utilizzarli entrambi’. Quando finisce mi ritappa il culo e poi mi fare in ginocchio per essere ripulito. La giornata &egrave eterna, sono stremata. Sono stata usata ancora innumerevoli volte. Ho lo stomaco pieno di sborra e di piscio. Camminare con questi zoccoli, non sento neanche più le gambe, le braccia e i piedi sento che sono pieni di piaghe. Puzzo di sudore, di piscio sborra e merda, e quando la matrona mi viene a prendere per la pausa pranzo mi inginocchio con gioia baciandole i piedi augurandomi di poter restare ferma senza fare nulla e riposarmi. Vedo alzarsi la frusta ed un colpo molto forte mi segna il culo. ‘Alzati cagna, &egrave l’ora del pranzo e c’&egrave da dare da mangiare agli animali mentre gli uomini mangiano, poi tornerai qui perché sicuramente molti avranno bisogno di pisciare così forse ti laveranno; puzzi più di una scrofa e non &egrave possibile starti vicino’.
Quando arriva la sera e i braccianti mi salutano ridendo ‘a domani cagna’.
Sono sfinita crollo in terra, non ho la forza neanche di muovermi nonostante le frustate che dovrebbero indurmi a farlo. La matrona mi strappa di dosso il sacco e mi lava con il getto di una pompa. L’acqua fredda mi restituisce un po’ di energia, quella sufficiente a trascinarmi fino alla cuccia. Sono troppo stanca non riesco neanche ad avere paura di quel gigantesco mastino, che invece mi si avvicina e prende a leccarmi i segni lasciati dalla frusta.

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