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Doveva capitare

By 30 Dicembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Doveva capitare di parlarne, in questa specie di diario improvvisato, doveva giungere un momento diverso, e forse a prepararlo non sono certi annunci, certi centri massaggi che si incontrano camminando per strada e magari viene voglia di entrare, no: forse a prepararlo &egrave la mancanza di coraggio, o di voglia di mettersi in gioco, non saper andare oltre un tremito delle mani alla cassa di un supermercato. Così qualche sito, uno guarda certi annunci e non ci va subito, ma poi un bel viso, una bella scritta, una voglia di lasciarsi andare senza subire giudizi, come se fuori tutti fossero pronti a giudicare. Insomma ci sono andato, lei aveva una voce molto dolce al telefono, queste cose poi nascono sempre quasi per caso, ho chiamato più di una volta prima di trovarla, arrivato all’indirizzo sono prima andato al bar, una donna cinese il tablet acceso al bancone, sta chiacchierando con una connazionale, sono insieme dietro il bancone forse sono sorelle, sorride vedendomi, ‘un caff&egrave grazie’ e poi sfoglio un giornale, non so neanche se convenga andarci . Qui al bar ci sono stato ancora, altre volte al telefono mi hanno dato questo indirizzo e poi arrivando non trovavo il civico giusto, era estate e avevo finito per andare in una gelateria vicina, bellissima con gelati tra i più buoni della città. Invece adesso &egrave così freddo che uscendo dal bar devo stringermi il giaccone addosso, la chiamo e mi dice che si libera in dieci minuti, e adesso?. C’&egrave un supermercato, ci vado quasi spaventato, felice di essere in un luogo così normale: meglio se non mi richiama mi dico, meglio fuggire e un’altra parte di me dice di no, basta scappare ogni volta che ho voglia di fare l’amore, lo so che pago ma non &egrave un motivo per sentirmi sempre sporco. Il coraggio della fragilità, penso impedendomi di uscire di corsa e salire sul primo autobus, la cosa ridicola &egrave che sono quasi le sei di sera, dovrei comprare qualcosa per cena e sono in un supermercato, sto quasi tremando all’idea di vedere una donna per farci sesso e al tempo stesso mi sentirei vile a fare la spesa senza più aspettare la sua chiamata. Chi sono i clienti di questo supermercato, magari alcuni sono clienti anche della prostituta, io non sono né sposato né fidanzato, non tradisco andandoci ma forse loro pur essendo padri di famiglia, loro che hanno il coraggio di provarci ad avere una vita normale, che non scappano né come mariti né come clienti, sono meno colpevoli di me.
Esco dopo dieci minuti, non ce la faccio più a girare per le corsie senza comprare niente, lascio passare qualche autobus aspetto la chiamata, non si può scappare sempre. ‘Tesoro sono alla scala C, ti apro tu sali i gradini’, adesso non posso più trarmi indietro, non ho capito il piano esatto ma so che non c’&egrave bisogno di saperlo. Infatti al secondo pianerottolo una porta si apre a metà appena ci passo davanti, entro e lei &egrave dietro la porta, nella parte interna in modo che nessun, senza entrare in casa, possa vederla. &egrave davvero bella, la foto non corrisponde al suo viso, succede sempre così, però &egrave molto bella, &egrave bionda e sorride, ‘sei timido?’ chiede dopo mezzo minuto di convenevoli, abbozzo un sorriso, chiede 100 Euro, altri 150 quando chiedo di baciarla in bocca. Mi fa usare un collutorio, mi sento quasi dal dentista ridiamo insieme mentre faccio gli sciacqui, ho già pagato e sono già quasi nudo. Ecco cosa vuol dire mettersi in gioco, mezzo nudo in una casa, con una sconosciuta, a fare degli sciacqui e a chiedere un abbraccio. ‘Possiamo fare il massaggio prima, così mi rilasso un po”, ‘come preferisci’, sorride, mi dice che viene dal Portogallo ed &egrave sempre in viaggio. Mi sdraio a pancia in giù, ‘relax’ sussurra iniziando a sfiorarmi la schiena, sotto &egrave nuda ma non si &egrave tolta del tutto la maglietta aperta sul seno. Il massaggio mi piace perché basta stare immobili, non bisogna dimostrare niente, solo abbandonarsi e forse era questo che cerco davvero, ‘non sei rilassato’, ride dopo un po’ sentendo i muscoli ancora tesi, però lei &egrave lì, vicino a me, così morbida, così tenera, si sta prendendo cura di me. Mi dice di girarmi, mi bacia il petto, le gambe, qualche bacio sulla bocca, un bacio vero penso, quando saprò dare un bacio vero: ma &egrave un bacio anche questo, le sento le sue labbra che toccano le mie, le incontrano, e ogni volta che stacca il suo viso la vedo sorridere con dolcezza. Lentamente sto conoscendo le sue mani, sto iniziando ad accettare l’idea di essere con lei, a fidarmi di lei. Mentre mette il preservativo sul mio sesso sussurra un ‘piano’ mentre abbassa il viso, ‘dimmi quando vuoi che mi fermi’, ha capito che rischio di venire in fretta. Sento la sua lingua sul frenulo, senza fretta, poi il suo viso si abbassa lentamente, in realtà essere teso mi aiuta, non riesco a rilassarmi del tutto e in questo modo posso non venire. ‘Sei carico?’, sorride quando le chiedo di mettersi sopra di me, ‘sto iniziando’, sorrido anch’io, ci muoviamo insieme, un ritmo regolare e calzante ma il cazzo non &egrave al massimo, non finisce di maturare la sua voglia. Le chiedo di riprenderlo in bocca, sorride, lo riprende, la man intanto si appoggia morbida, calda, sui genitali, sto respirando in modo più netto, come liberato a poco a poco dalle mie paure. Sento un variare di sensibilità sulla punta, sta salendo il ritmo, anche lei se ne accorge e di nuovo si mette su di me. Adesso ogni affondo ha una sua forza, una sua compattezza, la punta del sesso diventa più inquieta, ipersensibile e mi piace che sia così. &egrave come un ferro caldo che si arroventa man mano che i colpi si susseguono, troppo teso per esplodere davvero sento di colpo un fiorire insostenibile di questa tensione, lei continua a salire e scendere su di me e io sono a ritmo con lei, l’orgasmo &egrave questo moltiplicarsi smisurato della tensione fisica, &egrave il mio sospiro sorridente guardandola negli occhi.

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