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Racconti Erotici

Due corpi uniti non sempre fanno un amore

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

L’assenza dello spazzolino da denti.

L’assenza dell’odore del dopobarba sul tuo collo, frutto dei suoi baci.

L’assenza delle tracce di rossetto sul colletto della sua camicia, simbolo del bacio prima d’uscire la mattina per andare a lavoro.

L’assenza della tavoletta del bagno lasciata alzata.

L’assenza del suo pigiama stropicciato gettato sotto il guanciale.

L’assenza del suo cambio di vestiti nel tuo armadio.

L’assenza del calzino spaiato dimenticato sotto il letto.

L’assenza del suo pettine.

L’assenza dell’odore del profumo nel bagno. Un profumo forte, acre, pungente. Il suo.

L’assenza di due tazze per la colazione. L’assenza dei suoi biscotti proteici.

L’assenza dei suoi pesi, in cui inciampavi sempre, in salotto.

L’assenza del vestito da sposa nell’armadio, con quella classica macchia di spumante ingiallita nel tempo, delle bomboniere prenotate, scelte, con la scatoletta argentata con dentro i confetti bianchi. E non ritirate. Lasciate li’ al negozio per i prossimi futuri sposi felici.

L’assenza dell’ultimo confetto lasciato, dell’ultima bomboniera rimasta ancora da regalare alla zia che non vedi da tempo.

L’assenza delle partecipazioni con i vostri nomi incisi.

L’assenza della data del matrimonio.

L’assenza di lui. Nel tuo cuore.

Quattro mesi prima del matrimonio. La camera da letto matrimoniale scelta insieme, il lettino da ragazza single non e’ sufficiente per due persone, quante pagine di catalogo patinate sfogliate insieme per scegliere il colore dell’armadio e dei comodini. Ma lui rimandava la visita al negozio, temporeggiava perche’ scegliere i mobili non e’ importante per un uomo. Si sposa la donna, e’ lei protagonista d’amore, lui e’ solo il contorno, e’ solo l’uomo che le sara’ accanto.

Gli uomini sono come li vogliono le donne. E Sonia voleva lui. Voleva Marco accanto a lei. Un ragazzo alto, carnagione olivastra, il viso da bambinone, occhi scuri, profondi, capelli neri, taciturno, fisico asciutto, un sorriso timido ma scanzonato. Voleva Marco per creare una famiglia. Voleva Marco per avere un figlio. Un figlio loro. Si erano conosciuti in palestra. Lei andava li’ per scaricarsi dall’ufficio, lui per tonificare il corpo. Attrazione dei corpi. Immediata. Ma Sonia aveva gia’ amato, sofferto, come tutti. Sonia non voleva innamorarsi di nuovo. Era ancora troppo poco il tempo trascorso dall’ultima storia per lasciarsi andare di nuovo.

Piccoli sguardi, lui che si offre per aiutarla a sistemare i pesi sull’attrezzo, lui che cerca di attaccare bottone, lui che si informa dalle altre ragazze se Sonia e’ libera. Libero il corpo, ma chiuso il cuore all’amore. Marco le ha ridato fiducia nell’amore, piccoli commenti sul suo carattere, piccoli sfioramenti casuali, un leggero soffio sul collo, una mano che le scompiglia i capelli per scherzo, un abbraccio per farle il solletico, battute tra un esercizio e l’altro. Sonia ha ricominciato a mangiare. A rifiorire. Una nuova storia insieme.

Quattro mesi prima del matrimonio. La Chiesa prenotata, una piccola chiesetta sulla Via Appia, tra antichi sarcofagi e odore di cera delle candele colate a terra, con il sole che penetra dalle antiche vetrate colorate con scene della Bibbia. La stanchezza di una futura sposa per fare in modo che tutto vada per il meglio. Gli occhi cerchiati d’amore. Felici.

Quattro mesi prima del matrimonio. La convivenza per Marco non sarebbe stata un problema, l’amava, diceva di amarla e dopo l’avrebbe sposata, ma il lavoro incerto non gli assicurava una rendita sufficiente per sposarsi. Ma le vacanze insieme l’avrebbero sempre potute fare, al mare o in montagna. In fondo si amavano. E avevano amici in comune.

Quattro mesi prima del matrimonio. .

Per telefono. Poche parole. Macigni.. La testa che gira, incapace di comprendere, la voce strozzata che non riesce a proferir parola.

Non e’ facile amare. Non bisogna credere di sentirsi amati. E’ solo l’illusione della vita che vorremmo vedere. Due corpi uniti non sempre fanno un amore. Due corpi che si sfiorano, che si amano, che si toccano, si baciano, si stringono, si annusano, si respirano, si compiacciono del piacere, non sempre fanno una storia. Un fiore reciso sa di morte, puzza di acqua stagnante, viene spruzzato con coloranti per farlo sembrare vivo, cosi’ un amore non puo’ essere costruito da solo, non puo’ essere concimato solo nei sogni, vissuto solo con il corpo.

E’ autunno ora. Non importa che ora sia. Non importa quanta luce filtri dalle finestre. Non importa se fuori piove o c’e’ il sole. Le foglie cadono insieme alle lacrime di Sonia.

Quattro mesi dal matrimonio. Il vestito da sposa provato piu’ volte, un bianco avorio vestito lungo, stretto, fasciante, per evidenziare le forme di Sonia, piccoli ricami lungo le curve del corpo, sul corpetto scollato, piccoli ricami dietro la schiena, una scia di ricami fino allo strascico. Bianco. Ora il vestito e’ li’ appeso nel negozio. La caparra versata servira’ per il vestito della sorella quando decidera’ di sposarsi a fine anno. Ma sara’ un altro vestito, un altro amore, un’altra vita, un altro matrimonio. Non sara’ il suo. Quel vestito non sara’ mai di Sonia.

Quattro mesi prima del matrimonio. L’assenza del sentimento. Quattro mesi prima del matrimonio. L’assenza del desiderio. Sarebbe stato meglio se le avesse confessato di essersi innamorato di un’altra, ma cosi’ come se quattro anni di fidanzamento si potessero cancellare con una sola frase, stanno a significare che forse non l’ha mai amata, non l’ha mai sentita sua. La sua donna. Le parole non sempre fanno un amore.

Quattro mesi prima del matrimonio.

L’assenza di lui.

Scritto il 16/1/2001

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