Passarono i giorni e con essi i mesi ed arrivò il momento che Giada dovette ripartire per il Brasile per fare il controllo post operatorio.
I miei affari, intanto, procedevano molto bene ed estesi la mia rete di vendita in un’altra regione e, in più, presi un altro agente che si occupasse soltanto della capitale.
Il soggiorno di Giada durò solo quindici giorni e quando andai a prenderla all’aeroporto era raggiante, niente a che vedere con l’espressione che aveva la volta precedente.
Quando mi vede, lascia il bagaglio, e mi corre incontro, mi getta le braccia al collo felice e mi bacia sulla bocca.
-“Da come sei allegra, deduco che tutto è andato bene” – le dico, quando finalmente riesco a parlare.
-“Benissimo!!!” – mi sussurra all’orecchio – “I punti interni si sono riassorbiti e la mia “fighetta” è perfetta; ma ora andiamo, poi ti racconto tutto”.
Quando siamo a casa mi racconta di come sono andate le cose compreso il fatto che i medici, l’hanno fatta godere con un dildo per provare la sensibilità della sua nuova vagina.
-“E come è stato?” – domando curioso.
-“Bellissimo!!! Ho avuto un bell’orgasmo, più cerebrale che fisico, perché mi sono sentita finalmente donna, completamente”.
-“Benissimo sono contento per te”.
-“E tu cosa hai fatto in questi giorni?” – mi chiede.
Le racconto di come vanno e di come sono contento dei miei affari.
-“Bene, stasera festeggiamo, andiamo a cena ed offro io” – dice alla fine.
La sera cenammo in un bellissimo e lussuoso ristorante sulle colline attorno alla città.
Al ritorno eravamo allegri e leggermente alticci.
Quando rientriamo, lei si gira e mi abbraccia baciandomi.
La sua lingua guizza veloce e gioca con la mia; la stringo a me e l’accarezzo, dai capelli fino ad arrivare alle natiche sode, che stringo fra le mani.
-“Ora finiamo per bene la serata.” mi sussurra sulle labbra – “I medici mi hanno detto che posso riprendere la mia vita sessuale anche subito, senza problemi”.
Si stacca da me, si allontana, mette le mani dietro la schiena ed abbassa la zip del vestito; lo lascia scivolare dalle spalle e cadere a terra, rimanendo col reggiseno ed un minuscolo perizoma neri e trasparenti e le scarpe dal tacco alto.
-“Ora non devo più nascondere nulla e posso mettere perizomi ridottissimi” – dice togliendosi il reggiseno e mettendosi in posa per mostrarsi in tutta la sua bellezza femminile.
La guardo ammirato mentre ancheggiando si riavvicina, mi mette le braccia al collo e mi bacia con passione.
La stringo alla vita, la sollevo tra le braccia e mi avvio verso la sua camera da letto,mentre continuiamo a baciarci.
La depongo sul letto ed inizio a spogliarmi.
-“Sbrigati sto morendo dalla voglia” – dice adagiandosi languidamente.
Quando sono nudo mi stendo su di lei e riprendo a baciarla; dalle labbra scendo al collo e più giù, lentamente arrivo ai seni che hanno i capezzoli turgidi.
Ne prendo uno tra le labbra e lo succhio delicatamente, poi passo all’altro, strappandole gridolini di piacere.
-“Oohh… Cosììì… È da tempo che non provo più il piacere che mi stai dando”.
Continuo il mio percorso verso il basso baciandole il ventre e lasciando una scia di saliva sulla sua pelle, per arrivare all’inguine, ancora coperto dal sottile perizoma.
Prendo il tessuto tra i denti e lo faccio scendere lungo le gambe fino ai piedi; glielo tolgo e, dopo averle tolto le scarpe, le bacio i piedi, poi risalgo verso il pube, mentre lei allarga le gambe a mostrarmi la sua intimità.
Quando arrivo poggio le labbra sulle sue intime immergendo la lingua tra esse.
-“Sììì carooo… Leccami per bene… Inumidiscimi bene, perché, purtroppo, non ho secrezioni vaginali, ma tu riempila di saliva e poi prendimi”.
È vero, mi rendo conto che nonostante l’eccitazione la sua vagina non si bagna; mi metto d’impegno e le riverso una buona dose di salive all’interno.
-“Vieni, ora, prendimi, non ne posso più” – dice prendendomi la testa ed attirandomi verso l’alto.
Mette una mano tra i nostri corpi ed afferra il membro rigido, se lo passa tra le labbra intime e lo posiziona all’ingresso della vagina.
-“Vieni, ora, possiedimi, fammi sentire, finalmente, un cazzo vero” – fa con voce rauca di desiderio.
Spingo, un po’ timoroso, per paura di farle male, ma l’asta scivola facilmente all’interno ed è avvolto da una morbida guaina di velluto.
Sorpreso di come sia accogliente la sua figa rimango qualche secondo fermo, piantato a fondo, godendomi quella sensazione.
Inizio a muovermi con affondi lenti, ma lei mi allaccia le gambe alla vita offrendosi completamente.
-“Più forteee… Sbattimi… Fammi sentire la tua potenzaaa” – mi urla nell’orecchio, abbracciandomi forte.
Accelero i movimenti e mi rendo conto che posso scivolare agevolmente dentro e fuori da quella guaina calda che mi avvolge.
-“Eccooo… Sììì… Cosììì… Ora non ti fermare, sto per godereee…”
Sento che mi stringe forte con le gambe e le braccia ed il suo corpo inizia a fremere.
-“Oraa… Oraaa… Vengooo… Godooo…” – urla piantandomi le unghie nella schiena.
Le contrazioni della vagina durante il suo orgasmo travolgono anche me ed irrigidendomi nel suo ventre mi lascio andare, inondandola di sperma.
-“Ooohhh come ti sentooo… Com’è caldooo…”
Restiamo strettamente allacciati, mentre, lentamente, il piacere scema.
-“È stato bellissimo.” – dice abbassando le gambe – Il mio primo vero orgasmo da donna. Ti voglio bene”.
Sollevo il viso dal suo collo e la guardo; ha le lacrime agli occhi.
-“Che c’è? Hai dolore?” – chiedo preoccupato.
-“Macché, sto benissimo.” – dice ridendo – “Sono lacrime di gioia, non credevo di poter godere così intensamente”.
Non rispondo, ma le lecco le lacrime dagli occhi, baciandoglieli.
Siamo entrambi contenti ed appagati ed abbracciati ci addormentiamo.
L’indomani mattina mi svegliai per primo e mi soffermai a guardare il suo viso disteso nel sonno; restai ad ammirarla diversi secondi, sorpreso di vedere quanto era bella quella donna che era nata come uomo.
Mi alzai senza svegliarla, andai in bagno e dopo una veloce doccia e toilette, mi vestii e scesi al forno sotto casa per comprare dei cornetti caldi.
Mentre ero in cucina a preparare il caffè, mi sentii abbracciare da dietro e baciare sul collo.
-“Buongiorno, caro” – mi sussurra all’orecchio.
-“Buongiorno” – dico voltandomi e lei mi bacia facendomi sentire il sapore muschiato della saliva della notte.
Ha indossato una leggera tunichetta ed è a piedi nudi, per questo non l’ho sentita entrare.
-“Dai facciamo colazione. Sono sceso a prendere dei cornetti caldi, tu siediti,” – la invito – “stamane faccio io”.
-“Sei un tesoro” – fa sorridendo.
Fatta colazione la saluto per andare ad occuparmi dei miei affari.
-“Ho una bella notizia” – le dico sorridendo, la sera rientrando.
-“Cosa?”
-“Oggi mi ha chiamato l’agente immobiliare che avevo incaricato di trovarmi un alloggio, mi ha trovato un appartamento che fa al caso mio, l’ho visitato oggi pomeriggio, è perfetto, in più non è molto lontano da qui, nello stesso quartiere”.
Vedo il suo viso rabbuiarsi e perdere il sorriso.
-“Perché, te ne vuoi andare?”
-“Che vuoi dire? Lo sai che devo trovarmi una sistemazione, ne abbiamo sempre parlato”.
-“È vero, ma, ormai, mi sono abituata a te, ad averti vicino; non stai bene qui con me?”
-“Con te sto benissimo.” – le dico avvicinandomi e prendendole il viso tra le mani – “Ma non posso continuare ad approfittare della tua ospitalità, non sarebbe giusto”.
-“Se è giusto o no lascialo decidere a me; sono io che ti ho detto di venire qui” – ribatte.
-“È vero, ma eravamo daccordo che sarebbe stata una cosa temporanea”.
-“Insomma, vuoi proprio lasciarmi sola, proprio ora” –dice guardandomi e due lacrime le compaiono agli angoli degli occhi.
-“Non piangere, ti prego.” – le dico abbracciandola e lei affonda il viso nella mia spalla – Facciamo così: io l’appartamento lo prendo in affitto, ma rimango con te, almeno fino a quando non ti sarai abituata all’idea che devo vivere da solo”.
-“Daccordo, se non c’è altra soluzione” – fa sollevando lo sguardo lucido.
Continuammo a vivere assieme ed io usai, in quel periodo, l’appartamento come ufficio, lasciando l’altro che avevo.
Giada si comportò come una brava donna di casa, cambiando completamente le sue abitudini.
Intanto aveva smesso la sua attività di escort, lasciando, anche, l’appartamentino che utilizzava per i suoi incontri; insomma, cercò di farmi sentire come se lì, da lei, fosse la mia casa, la mia famiglia.
Devo dire che questo suo cambiamento mi stupì e mi fece piacere; naturalmente durante quel periodo facemmo ancora sesso e lei si donò sempre con ardore e passione, soddisfacendomi in ogni modo.
Poi arrivò il giorno in cui io decisi che era ora di andarmene e così, tra le sue lacrime, feci i miei bagagli e mi trasferii nel mio nuovo appartamento.
Continuammo a vederci, ma lei non era più la stessa: era fredda, distaccata, come se volesse dimenticare quello che c’era stato tra noi e questo suo atteggiamento mi addolorava.
Seppi che aveva, anche, ripreso la sua attività di escort e questo mi sorprese ancora di più.
Passò quasi un anno, mi gettai a capofitto nel lavoro e debbo dire che ebbi un discreto successo che mi permise di vivere agiatamente.
Ebbi, anche, un paio di avventure, ma ne rimasi insoddisfatto; mi mancava l’affetto, il calore che mi dava Giada e come si donava a me quasi con amore.
Poi un giorno, stanco e amareggiato dalla situazione, la chiamai.
-“Ciao, come stai?” – attacco.
-“Io bene e tu?”
-“Bene, ho bisogno di parlarti; posso invitarti a cena?”
-“No, se dobbiamo parlare è meglio che stiamo in un ambiente intimo. Vieni da me, preparo io qualcosa per cena”.
-“Ok, porto il vino”.
-“Daccordo ma lo berrai solo tu, io voglio restare lucida”.
Quando arrivo mi fa accomodare in cucina mentre lei continua a trafficare per preparare la cena; mentre si muove leggiadra attorno a me, la guardo affascinato.
Indossa un corto vestito bianco a mezza coscia ed ha le gambe inguainate in calze sempre bianche, con sandali alti anch’essi bianchi, sembra quasi un infermiera, ma l’effetto generale su di lei è molto bello e sexy.
Mangiamo seduti di fronte, quasi in silenzio, scambiando solo qualche frase di circostanza, poi ci sediamo, in sala, sul divano, affiancati ma non vicini.
-“Allora, di cosa mi devi parlare” – mi chiede, senza preamboli.
-“Devo parlarti di noi due. Mi manchi Giada, mi manca la tua presenza quando torno a casa, mi manca l’allegria che avevi quando c’incontravamo, mi manca il tuo corpo caldo accanto al mio quando dormo. Se tu vuoi, vorrei tornare a vivere con te”.
Faccio il discorso tutto d’un fiato e, poi, mi lascio andare contro la spalliera guardandola negli occhi, aspettando la sua risposta.
Anche lei mi fissa negli occhi pensando a quanto ho detto.
Lentamente, quasi titubante, allunga una mano e la poggia sulla mia coscia, stringendomela.
-“Anche tu mi manchi Manuel, da quando te ne sei andato e come se una parte di me si fosse staccata. Non passa giorno che io non ti pensi, che non ripensi ai meravigliosi momenti passati assieme, prima e dopo.” – fa una pausa, come indecisa – “Io credo di amarti Manuel”.
A quella frase mi sposto verso di lei, colmando la distanza che ci divide, le prendo il viso tra le mani ed appoggio le labbra alle sue.
Lei le schiude, calde ed arrendevoli, e le nostre lingue s’incontrano, prima timidamente, poi con sempre maggior passione; è un bacio lungo e colmo di amore in cui ci trasmettiamo tutto ciò che proviamo l’uno per l’altra.
Le mie mani vagano sul suo corpo, accarezzandolo, le sbottono il vestito e catturo un seno con la mano, stringendo tra le dita il capezzolo turgido, mi abbasso e prendo a succhiarlo.
Gemendo di piacere, lei mi mette le mani alle spalle e mi spinge a sdraiarmi sul divano.
Si china e slaccia la cintura, abbassa la zip dei jeans e li tira giù portandosi dietro anche i boxer; il mio cazzo scatta rigido verso l’alto e lei ne prende al volo la punta tra le labbra.
Comincia a farmi un pompino da favola, ingoiandolo fino a farsi toccare il fondo della gola ed aspirandolo, con le guance incavate, come un’idrovora.
Dopo un po’ di questo trattamento sento la sborra salire prepotentemente dai testicoli, non faccio in tempo ad avvisarla che un primo getto le allaga la bocca, seguito, subito dopo, da altri.
Non ne lascia uscire neanche una goccia, ingoiando tutto senza staccarsi.
Quando sente che smetto di venire, me lo ripulisce per bene con la lingua senza lasciare neanche una traccia di sborra.
Finito di lucidarmelo, si alza ed in piedi davanti a me, con gesti languidi, inizia a spogliarsi.
Lascia scendere il vestito ai piedi rimanendo con il perizoma e le calze bianche sostenute dal reggicalze.
Si siede sulla poltrona davanti al divano e con lentezza fa scendere il perizoma, poi, sempre languidamente, si toglie prima una, poi l’altra calza, rimettendo, però, i sandali ai piedi e quando è nuda, si alza tendendomi la mano, mi fa alzare e mi trascina nella camera da letto.
-“Spogliati,” – mi dice lasciandosi andare sul letto – “vieni, fammi sentire quanto mi desideri e quanto mi vuoi”.
Velocemente mi libero dei vestiti e mi sdraio a fianco a lei.
-“Ora ti rimetto in sesto e poi mi devi fare all’amore per tutta la notte” – fa stendendosi sulle mie gambe ed impugnando il membro barzotto.
Non ci vuole molto affinché la sua abile lingua e le sue labbra voraci me lo rimettano in tiro.
Quando lo sente bello duro, si sdraia a cosce aperte accanto a me, offrendosi.
-“Prendimi, prendimi Manuel, ti voglio dentro” – m’invita.
Mi piazzo tra le sue cosce ed avvicino il cazzo alla sua figa pronta a ricevermi.
-”Aaahhh… Sììì… Cosììì… Bello duro…” – mugola quando glielo spingo dentro fino in fondo – “Dai cosììì… Scopami per bene…”
Accelero il ritmo degli affondi e lei inizia a gemere.
-“Dai… Sììì… Non ti fermareee… fammi sentire quanto mi vuoiii… quanto mi amiii…”
Continuo a scoparla ed anche se sono già venuto devo trattenermi per non godere subito dentro quella figa morbida che mi avvolge e mi massaggia come un guanto di velluto.
-“Ora, oraaa… Sto venendooo… Sììì… Godooo…” – urla mentre il suo corpo inizia ad agitarsi e si tende sotto gli stimoli dell’orgasmo, il volto stravolto dal piacere.
Le lascio godere il suo piacere come prima lei ha fatto con me; quando si rilassa resto dentro di lei, ancora duro.
-“Aauuff… Come mi hai fatto godere, è stato fantastico” – fa con voce flebile.
-“Oh, ma tu non hai goduto!!!” – esclama quando si accorge del mio stato.
-“No, ma è stato bellissimo vederti godere” – le dico convinto.
-“Sì, ma ora voglio soddisfare anche te. Come mi vuoi?”.
-“Ti voglio come vuoi tu, è sempre troppo bello”.
Scivola via da sotto e si mette in ginocchio a cosce aperte accanto a me, offrendomi la vista eccitante della figa ancora aperta e del culo.
-“Vieni, prendimi così, ti voglio sentire di nuovo dentro” – m’invita.
-“Cazzo.” – penso – Stasera è proprio scatenata!!!”
Mi piazzo dietro di lei e tenendola per i fianchi avvicino il cazzo alla figa.
-”Aaahhh… Sììì… Cosììì… Ancoraaa… Che bellooo…” – sospira quando glielo affondo dentro.
Prendo a scoparla con vigore sbattendo il pube contro le sue natiche che tengo aperte con le mani e che vibrano ad ogni affondo, il buchetto al centro sembra contrarsi in sintonia.
A quella vista un’idea mi passa per la testa.
Faccio colare un po’ di saliva in mezzo al solco e con il pollice la spalmo tra quelle natiche sode e su quel forellino grinzoso accarezzandolo, poi, con la punta del dito, provo a forzarlo e come per incanto la prima falange viene risucchiata dentro.
-“Uuuhhh…” – reagisce con un ululato alla penetrazione anale, ma non si ritrae.
Continuo a scoparla ed affondo sempre più il dito in quell’antro caldo e stretto, facendole provare il piacere della doppia penetrazione.
Sento il suo corpo che comincia a tremare; ormai so che questo è il preludio al suo orgasmo.
-“Ooohhh sììì… Ora non… ti fermare… Sto venendooo… Godo ancoraaa…” – urla con il corpo scosso dai tremori del piacere.
Ed io non mi fermo, continuo a scoparla davanti e dietro, finché e lei che, ansimando, si stacca e si lascia andare in avanti sul letto, lasciandomi col cazzo dritto svettante in aria.
-“Aauuff.” – sospira girandosi di schiena – “Che goduta!!!”
Ma io sento ancora il bisogno di godere, di godere in lei, ed il vederla così, distesa e lasciva, aumenta ancora di più la mia eccitazione.
Mi avvicino, le prendo una caviglia e me la metto su una spalla, spalancandole le cosce e la figa.
Mi chino col cazzo in mano e con un solo affondo glielo faccio scomparire dentro.
-“Ehi.” – esclama sorpresa – “Stasera non ti fermi mai!!!”
-“Colpa tua, che mi hai fatto venire prima” – ribatto mentre prendo a scoparla con foga.
-“Ooohhh… Guarda che… Ooohhh… non mi dispiace… Ooohhh…”
Ci vuole poco perché ricominci a tremare e parte per un altro orgasmo.
-“Ooohhh… Mi stai facendo… Godere di nuovooo…”.
Mentre il piacere la sommerge, tolgo il cazzo dalla figa e lo appoggio al buchetto posteriore e senza darle tempo di pensare do una spinta; l’orifizio è così lubrificato e morbido, che il glande e parte del tronco, penetrano con facilità.
-“Ooohhh… Che fai?” – esclama sorpresa, quasi fosse la prima volta che faccia sesso anale.
Non rispondo e do un’altra spinta affondando completamente in quel budello stretto e caldissimo.
Le prendo l’altra gamba e la sollevo sulla spalla; così è completamente disponibile ai miei affondi.
Inizio ad incularla lentamente, uscendo quasi completamente e rientrando fino in fondo.
Lei non parla più, ha la testa rovesciata all’indietro, mentre continuo a scavarle dentro, poi, ad un tratto, ricomincia a tremare ed a gemere.
-“Sììì… Dai porco continuaaa… Daiii… Ooohhh…”
Gasato dalle sue parole, prendo ad incularla con foga.
Quando vedo che rovescia gli occhi ed inizia ad agitarsi, cambio metodo; lo estraggo dal culo e glielo pianto nella figa, un paio di affondi e cambio di nuovo buco.
-“Ooohhh… Mi stai facendo morireee… Bastaaa…” – urla a quel trattamento.
Non l’ascolto e continuo ad alternarmi tra culo e figa.
Lei urla e si dimena preda di un orgasmo continuo ed ad un tratto un getto di pipì schizza fuori dalla figa bagnandomi il ventre.
Anch’io sono al limite, glielo rimetto nel culo e ruggendo le riempio l’intestino di caldo sperma.
Finito di godere mi lascio andare di fianco a lei.
Quando estraggo il cazzo, un rumore liquido, come di risucchio, le esce dal foro beante.
Lei si mette una mano dietro ad evitare la fuoriuscita degli umori e mi guarda con lo sguardo appannato.
-“Mi hai fatto morire.” – mormora – “Mi hai distrutta”.
Non replico, ma la bacio appassionatamente.
Quando riprende un po’ le forze, si alza e si reca in bagno.
È notte fonda quando ci sdraiamo abbracciati e cadiamo in un sonno ristoratore.
Quello fu l’inizio della nostra convivenza.
Ritornai a vivere da lei e, dopo qualche tempo, decidemmo che in quella città troppa gente era al corrente del suo passato e della sua attività, così trasferii la sede della mia società in un’altra città e lì iniziammo una nuova vita.
Giada, approfittando del fatto che a trentasei anni aveva ancora un corpo tonico ed atletico, seguì dei corsi e, poi, prese a lavorare in una palestra come personal trainer.
La mia società andava a gonfie vele ed avevo esteso la rete di vendite a quasi tutta la penisola; quindi la nostra vita procedeva nel migliore dei modi e ci amavamo ogni giorno di più.
E Diana? Qualcuno si chiederà che fine abbia fatto.
Qualche anno prima, il giovane commercialista al quale avevo lasciato lo studio di Milano e che ne era diventato titolare, mi fece sapere che il Cavalier C. aveva lasciato perdere Diana a favore di una più giovane squinzietta e che lei era stata relegata a compiti secondari nell’azienda.
Dopo qualche tempo, non potendo sopportare di non essere più la prima donna, aveva dato le dimissioni ed era tornata alla sua città a lavorare nello studio di suo padre.
Qui finisco di raccontare le storie della mia vita, che, da allora, procedette e procede felicemente con Giada.
Cari lettori, m’interessano i vostri pareri, commenti e suggerimenti, scrivetemi pure a manuelferrero751@gmail.com



Ho letto il tuo raccondo e nn ho resisitito ma mi sono unito all'orgia prima della fine :P sul discorso…
Ciao, questo racconto in questi due capitoli e' gia' una promessa ...sara' bellissimo perche' lo e' gia' quindi mi aspetto…
La storia è interessante, la continui?
Scenario molto interessante, spero che il racconto continui. Sarebbe bello che Laura, dopo aver mostrato il suo buchino, fosse un…
Raccontino spiccio...direi che nel giro di poche settimane la prof finirà farsi fare di tutto da tutti gli alunni della…