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Francesca e Federica nella crociera proibita

By 7 Ottobre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Personaggi, vittime e perversi

Direttore generale Alfredo Bianchini 65 anni

Filippo nipote 20 anni

Tre uomini d’equipaggio Giuseppe, marinaio di colore. Martin cuoco e Alessandro pilota 

Federico il moroso cornuto

Le giornate successive prima della partenza erano trascorse noiose. Il mio sciocco moroso era sempre eccitato all’idea di partecipare alla crociera dell’ingegner Alfredo Bianchini. Era per lui il suo mitico megadirettore che tutto poteva e naturalmente disporre totalmente dei suoi dipendenti. Anche di lui regalandogli facili promozioni…. Soprattutto se lui, umile servo, si fosse mostrato particolarmente disponibile. Il mio moroso cornuto pensava che al vecchio sarebbe bastato ammirarmi…. E poi quel Filippo, il suo principino ereditario appena ventenne…

Io quindi ero sempre più perplessa ed agitata. Quella crociera che mi avrebbe vista come unica ospite di sesso femminile mi preoccupava e mi rendeva nervosa e molto preoccupata.

Federico, ingenuo e sempre cornuto, non sospettava assolutamente nulla. Riteneva che bastava io fossi un po’ gentile con il vecchio o al massimo gli avessi mostrato qualcosina… Non immaginava che la sua fidanzata avrebbe potuto diventare l’oggetto delle voglie dei due maschietti. Uno vecchio e sicuramente perverso. L’altro giovanissimo e sicuramente sempre in calore e bisognoso di sfogo. Avrebbero voluto senza dubbio qualcosa di più!

Quando mi vedeva sempre più imbronciata all’avvicinarsi della partenza mi invitava ad essere felice di poter partecipare con lui a quella mega crociera su quel panfilo da sogno. Insisteva e mi diceva che tutti i suoi colleghi lo invidiavano. Tutti avrebbero partecipato molto volentieri al suo posto a quella splendida traversata del Mediterraneo. Forse, gli facevo notare, un po’ meno le loro mogli o fidanzate. Ma il mio moroso cornuto fingeva di non capire e di non sapere che molti dei suoi colleghi erano stati in passato molto permissivi con l’ingegnere. Era risaputo infatti che qualche moglie o fidanzata era stata convinta dai loro uomini a partecipare a qualche festicciola privata organizzata dal direttore nella sua mega villa in collina.

In alcune occasioni alcune mogli o qualche giovane morosa aveva dovuto a quel punto acconsentire di esibirsi e partecipare a quel giochino a luci rosse che il vecchio prediligeva. Era infatti trapelata la voce che il vecchio adorava soprattutto costringere le giovani donne ad avere con lui interminabili rapporti orali. Sì, insomma, amava farsi spompinare! E più le femminucce sue prede facevano le bizze ed i capricci e più lui godeva. I mariti ed i fidanzati cornuti per una promozione lasciavano che le loro donne si appartassero nella camera da letto del vecchio per soddisfarlo come lui voleva. E tutte avevano dovuto l’umiliazione di farsi riempire la bocca del suo seme. Quanto ne faceva sempre lui! Lo definiva il suo nettare e per questo era prezioso e .. buono!

Io non riuscivo a togliermi dalla testa questo tarlo e non avevo alcuna intenzione di essere inserita in quella lunga lista di donne che avevano subito quell’oltraggio. No, non volevo bermi la sborra del vecchio! Anche se il mio moroso cornuto avrebbe ottenuto una sicura promozione! Ed in più c’era anche il nipotino… Pure lui avrebbe voluto imitare il vecchio e farmi gustare anche la sua cremina. Per tutte queste cose il vecchio ingegnere ed il suo rampollo avevano tanto insistito con Federico per farmi partecipare alla crociera. Volevano scoprire quanto sarei stata brava a fare loro un pompino! E tutto il resto! Non mi avrebbero risparmiato nulla, i due porci!

Io insomma prevedevo tutto ciò ma non riuscii a dissuadere il mio moroso dal partecipare a quel viaggio che lui considerava di lavoro ma soprattutto non riuscii a non parteciparvi anch’io.

Venne allora il grande giorno. Ci dovemmo recare al circolo privato dove l’enorme panfilo era ormeggiato. A bordo fervevano i preparativi per la ormai prossima partenza dell’imbarcazione. Notai tre energumeni indaffaratissimi nelle ultime pulizie e nello scaricare sotto coperta l’enorme bagaglio dei due uomini che ci ospitavano. Vidi poi caricare a bordo enormi casse di legno piene di bottiglie… Intuii che si sarebbe bevuto in abbondanza nelle serate durante la navigazione…. In un angolo notai la presenza di un enorme cane lupo. Me ne preoccupai perché non sembrava affatto socievole.

I tre uomini ci videro e commentarono scambiandosi risolini tra loro. Ero chiaramente io l’oggetto delle ironie che presumetti colorite e molto poco adatte per una signora quale ero io! Ero la futura preda del capo e studiarono subito per bene in maniera sfacciata il mio corpo! Erano tutti e tre enormi e dal fisico esagerato. Non potei notare che uno di loro era di colore.

“Amore… – sussurrai ancora una volta al mio moroso aggrappandomi a lui mostrandogli ancora una volta tutta la mia inquietudine e la necessità di essere protetta – Non sapevo che ci fosse anche l’equipaggio. Uno è di colore…. E quel cagnaccio! Anche lui maschiaccio, scommetto…” “Non ci vedo nulla di strano. La barca è enorme e ci devono essere degli uomini d’equipaggio! – mi rispose con noncuranza il mio lui – Saranno anche al nostro servizio ed al tuo in particolare! Sarai l’unica donna a bordo!” Lo fulminai con uno sguardo! Ma non ottenni nulla!

Fu interrotto dal rombo dal Porsche Carrera che giunse in quell’istante vicino alla passerella dell’imbarco. Al volante c’era un biondino che immaginai fosse Filippo, il nipote prediletto del direttore.

“Buongiorno, Federico! Mi scuso per il ritardo ma dovevo risolvere gli ultimi problemi in azienda con alcuni schiavetti. I soliti imbecilli che mi fanno ritardare le partenze!”

Si avvicinò e rivolse la sua attenzione su di me. “Vedo che è stato ubbidiente! E’ stato difficile convincere la bella Francesca? Si chiama così, vero? E’ proprio una splendida fanciulla!” Si avvicinò a me e spudoratamente mi perlustrò tutta e mi mise a disagio immediatamente! Mi sembrò di essere spogliata da quello sguardo e mi sentii nuda! Non ero indubbiamente molto vestita. Minigonna e canottierina bianca. Tessuto leggero ed appena appena coprente. Anche se indossavo un abbigliamento balneare non volevo proprio mostrar loro la mia biancheria intima.

Evidentemente lo soddisfai e volgarmente lui strizzò l’occhio al nipote che senza nasconderlo contraccambiò imitandolo. Per la prima volta, prima ancora di salire a bordo, riuscirono ad imbarazzarmi a tal punto da farmi sentire già nuda davanti a loro.

Per l’ultima volta piagnucolando e miagolando cercai sottovoce senza farmi sentire di convincere Federico a non farmi salire a bordo e partecipare a quella crociera. “Federico! – gli sussurrai – Ti prego! Non mi piace come mi guardano… Potrei ancora inventarmi una scusa! Una mia fastidiosa indisposizione. O che ho scoperto ieri che sono incinta! Sì, mi hai ingravidata e non posso rischiare un viaggio in barca…. Non farmi salire, ti prego!” “Sei pazza! – borbottò lui pure sottovoce – Sei una bella donna e lui ti ha naturalmente guardata! Cosa c’è di male! Dovresti esserne fiera! Come lo sono io” Lo guardai sconsolata con uno sguardo di commiserazione e mi arresi definitivamente.

Salimmo a bordo. I marinai portarono il nostro bagaglio nelle stanze. Tutto era molto lussuoso. Gli interni erano di pregevole fattura ed ostentavano sfrenata ricchezza. Ma non solo. Non potei non sbigottire quando percorrendo il lungo corridoio sottocoperta vidi appesa alle pareti una lunga serie di foto. Tutte avevano un unico soggetto. Il nudo femminile. Non potei non arrossire passando davanti a quella sfilza di corpi nudi di donne. Di tutte le età ed in tutte le pose… Alcune sorridenti. Altre un po’ imbronciate…. “Hai mai posato per un artista? – mi chiese Filippo che mi seguiva e fingendo di portare un borsone scrutava invece con attenzione il mio lato b – . Tutte queste donne sono state qui come gradite ospiti! Tutte si sono alla fine fatte riprendere da quel grande artista che è mio zio! Alcune non avevano mai posato nude. Ma per contraccambiare all’ospitalità loro cofferta hanno accettato di farlo. Alcune, lo ripeto, per la prima volta e sono state un po’ in difficoltà… Altre no, anzi!” “No! – risposi seccamente – Non mi è mai piaciuto posare! Anche se me l’ahnno proposto… In particolare così! Sì, nuda…”

Mi infastidii subito la strana collocazione delle camere per noi scelta. A prua infatti notai dalla porta aperta l’enorme camera da letto del vecchio. Al centro troneggiava un immenso letto rotondo e le pareti e il soffitto erano tutti ricoperti da vetri finemente ornati. A sinistra dell’alcova dell’ingegnere il piccolo letto alla francese con tanto di baldacchino in quella che sarebbe stata probabilmente la mia camera da letto “Ti piace la tua stanza, Francesca? – me lo confermò ancora Filippo – E’ la camera da letto delle ospiti…” Alla sinistra di quella che sarebbe stata la mia camera da letto intravidi l’enorme letto matrimoniale nella camera che presumetti fosse quella del giovane nipote. Analizzai che avrei dormito da sola e che la mia stanza era proprio in mezzo a quelle dei due maschietti!

Con sua grande sorpresa Federico fu quindi relegato in una piccola stanzetta a poppa con un piccolo letto singolo appoggiato alla parete che la divideva dal camerone dell’equipaggio.

Federico ed io capimmo insomma subito che il vecchio ci voleva divisi. Io avrei dormito da sola a prua. Il mio moroso, pure da solo, a poppa. Vicino ai tre maschiacci dell’equipaggio. Io invece in mezzo tra la garconniere del vecchio e la camera da letto del giovanotto. 

Federico finse indifferenza. Io provai sorpresa e fastidio e non riuscii a nascondere una smorfia di incredulità. Il vecchio e il nipote ammiccarono tra loro soddisfatti per le mancate proteste del mio moroso.

Ma le sorprese non erano finite. La mia stanza aveva la parete di fronte al letto dove avrei dormito caratterizzata da un’enorme finestrone che fungeva da oblò vista mare. La vetrata, era assolutamente trasparente ed appena appena di un tenue color rosa. Di tendaggi neanche l’ombra! Il finestrone dava sul mare ma pure sullo stretto passaggio laterale dell’imbarcazione che collegava all’esterno la prua alla poppa.

Il letto presentava solo un lenzuolo coprimaterasso di una leggerissima seta che lo rivestiva. Come l’enorme cuscino. Tutto rosa con pizzi. Mancava però il lenzuolo che avrebbe dovuto coprirmi mentre dormivo. Non ne capii il motivo ma non me ne preoccupai. Faceva caldo…. Come non mi preoccupai molto dalla presenza di due piccole porticine alle due pareti laterali della stanza che evidentemente collegavano la mia camera da letto a quelle dei due vicini. Stranamente erano prive di maniglia e serratura e presentavano solo un cordoncino rosso.

Anche di questo non mi preoccupai eccessivamente. Lì ero indubbiamente completamente in balia dei due vicini ed ormai non potevo scappare… Capii ancora però che il mio moroso mi aveva cacciata in un brutto guaio!

Il vascello prese presto il largo e quasi subito ci ritrovammo in alto mare. La giornata era splendida ed invogliava a catturare quel sole così caldo ed invitante. 

“Ci aspetta una lunga navigazione in alto mare! – ci informò l’ingegnere – Ho dato ordine ad Alessandro, il nostro pilota, di puntare al largo con i motori al massimo. Non voglio vedere sulla nostra rotta nessuna imbarcazione nel raggio di due miglia! Ci tengo alla mia privacy ed a quella delle mie ospiti. Puoi approfittare dello splendido sole per iniziare ad abbronzarti come credi. In pieno relax e senza l’ansia di eventuali occhi indiscreti. A parte i presenti, che sono però abituati alle belle donne… Alessandro, il pilota, Martin il cuoco e Giovanni il marinaio di colore sono molto discreti e completamente al tuo servizio. Per qualsiasi necessità. Martin, il cuoco, ci preparerà intanto adesso il pranzo. Tu, Francesca, non ami stare al sole?” “Sì, sì… – risposi senza esitazioni – Adoro stare al sole e farmi scaldare dai suoi raggi!”

Notai che il vecchio aveva volutamente ignorato il mio uomo. Guardai allora Federico per convincere anche lui a prendere il sole e non lasciarmi così subito da sola. Lui acconsentì e scese giù in stanza per naturalmente mettersi il suo costumino. Io lo imitai ma mi scappò da ridere quando lo vidi scomparire giù per la scaletta..

Avevo infatti ben inteso le parole dell’ingegnere. Il suo continuo accennare al relax, alla privacy e alla discrezione degli uomini dell’equipaggio era stato un chiaro messaggio per me. Non dovevo crearmi nessun problema e dovevo anzi da subito mostrarmi il più possibile disinvolta e senza alcun imbarazzo. Mi aveva fatto intendere di non preoccuparmi troppo della presenza maschile a bordo. Potevo prendere il sole anche nuda, insomma! Se lo avessi voluto….

Per una attimo quando rientrai nella mia stanza color confetto sottocoperta pensai di dare il primo dispiacere al mio moroso. Se lo sarebbe meritato. Lo sciocco! Gli avrei procurato un coccolone se mi fossi presentata a prendere il sole tutta nuda. E facendomi spalmare l’olio abbronzante da Giuseppe, il marinaio di colore! Mi era stato detto che l’uomo era a mia completa disposizione! Sorrisi e pensai che per il momento era meglio scegliere un costume adatto alla circostanza. Un bikini piccolo ma non eccessivamente provocante. Troppi uomini attorno! E non avevo ancora intenzione di risvegliare certi istinti dei maschietti che ben conoscevo.

Quando rimasi in mutandine e reggiseno capii il motivo di quella enorme vetrata che fungeva da oblò. Chiunque fosse passato sul corridoio esterno si sarebbe potuto gustare lo spogliarello della bella ospite. L’oblò enorme non proteggeva proprio la mia intimità. E soprattutto non l’avrebbe fatto neanche di notte! Pensai infatti all’unico baby-doll che mi ero portato… Cortissimo e trasparentissimo! E per giunta rosa! Analizzai che del resto io amavo dormire nuda e raramente con il solo baby-doll! E con quella vetrata! Il vecchio avrebbe voluto per bene insomma vedere la sua ospite e scoprire come dorme! E non solo lui, probabilmente. Il pensiero andò anche agli uomini dell’equipaggio… Preferii rinviare la soluzione del problema a quando sarei andata a nanna!

Mi spogliai velocizzando al massimo la svestizione. Mi sfilai lo slip e mi sganciai il reggiseno impegnandomi in buffe operazioni di contorsionismo. A fatica tentai goffamente di coprirmi il sesso e le mammelle! Rimasi però egualmente per qualche istante nuda quando per quanto velocissima mi infilai lo slip del costume e mi agganciami il reggiseno. Per fortuna nessuno passo per il corridoio in quei momenti… Mi avrebbero vista nuda!

Mi ripresentai sul ponte con il mio bel costumino bianco e mi lasciai andare sul bel lettino che il solerte marinaio di colore mi aveva già preparato. E quando giunse Federico ci offrì da bere un intruglio che lui definì la specialità di Martin. Questi, oltre ad essere l’ottimo cuoco che avrei tra poco scoperto era una bravissimo creatore di cocktail. Era indubbiamente buono ma per me devastante. L’altissimo grado alcolico mi annebbiò subito le idee e mi fece sprofondare nel sonno. Al risveglio ci furono delle sorprese. No, quello che accadde non l’avevo proprio previsto!

Federico dormiva ancora rannicchiato. Con i suoi calzoncini del costume un poco abbassatisi nel sonno. Nulla in confronto a quello a cui mi capitò ad assistere!

Seguendo quelle che presumetti fossero le direttive del capo Giuseppe si era completamente denudato Sì, era proprio nudo! Con totale indifferenza l’uomo continuava nelle sue operazioni non curandosi minimamente della mia presenza, unica donna a bordo. Il bell’uomo di colore esibiva un corpo semplicemente statuario. Non potei non notare l’enorme dimensione del suo uccello. Era a riposo e sembrava una proboscide. Notai che era circonciso poiché l’enorme glande era tutto scoperto e non faticai ad immaginarlo come si fosse mostrato in piena erezione. Giuseppe era un modello! Proprio nudo e si offriva alla bella ospite! Non potei non spalancare gli occhi nel vedere le dimensioni del suo uccellone. Lui se me accorse e sorrise compiaciuto per la mia espressione del volto. Ero indubbiamente meravigliata ma pure molto imbarazzata! Ma ero anche una donna e la vista di quell’uccellone….

Cercai di mostrare indifferenza e mi girai per tentare di abbronzare anche la schiena. Ma un primo brividino di piacere mi percorse tutta… Ero turbata! Da parecchio tempo non vedevo un bel cazzone! Se quella era stata l’accoglienza per l’ospite… Non osavo pensare a cosa mi sarebbe stato offerto in futuro. Era da parecchio che mi vedevo solo quello del mio moroso, piccolino e… timido! Mi slacciai sulla schiena il gancetto del reggiseno… Va bene la riservatezza, però…. E mi riaddormentai!

Continua

Tutti i commenti e giudizio saranno ben graditi. Mikimarkfc@libero.it

Un gong suonato con energia mi svegliò. “Il pranzo è pronto! – sentii gridare in uno stentato italiano – I signori sono invitati ad accomodarsi….” Era Martin, il cuoco, che ci invitava ad assaporare le sue delizie… Era fasciato sotto da un asciugamanino che gli fungeva da gonnellino di tipo hawaiano. Identico a quello che aveva indossato pure Giuseppe. Mi drizzai sul lettino e ricordando che mi ero levata il reggiseno mi sollevai coprendomi con attenzione il seno….

Così coperta mi alzai e sorridendo raggiunsi la mia stanza sottocoperta. Non volevo sedermi a tavola in bikini. Continuavo però ad essere un po’ sù di giri e ritenni di non volermi mostrare troppo timida. Indossai uno dei tanti parei che avevo messo nella mia valigia. Era effettivamente un po’ trasparente e poiché avevo tralasciato il reggiseno si intravedevano un po’ i miei seni. Ma solo un po’… Dopo quello che Giuseppe mi aveva mostrato prima…

Risalì sul ponte e mi accomodai al tavolo imbandito dove già mi aspettavano il vecchio ingegner Alfredo, il nipote Filippo e il mio moroso. Fui fatta accomodare tra l’ingegnere e il nipote. Notai subito degli sguardi di apprezzamento del mio abbigliamento. Gli uomini dell’equipaggio, tutti e tre coperti da quegli strani asciugamanini, iniziarono a volteggiare attorno al tavolo preoccupandosi in particolare di riempire continuamente il mio bicchiere del vino. Fui invitata dall’ingegnere ad assaggiare prima l’aperitivo che ci aveva preparato Martin. Lo bevetti forse troppo velocemente per il tasso alcolico che presentava. Mi sentii subito molto accaldata ed un po’ euforica.

Il pranzo, in cui abbondavano soprattutto i crostacei che ben sapevo avevano effetti afrodisiaci, proseguì in una atmosfera molto allegra e spensierata. Non mancarono apprezzamenti sulla mia persona, sul mio abbigliamento e, alla fine, si mostrarono ben soddisfatti di quello che avevo concesso loro di vedere. Le loro parole, se da una parte mi infastidirono un po’ e mi crearono un po’ di imbarazzo, dall’altra mi fecero un certo piacere. Ero sempre una donna e mi piaceva essere ammirata ed apprezzata!

Federico, mezzo ubriaco, rideva compiaciuto per gli apprezzamenti che la sua morosa riceveva. Io feci finta di niente e quindi riduzzai allegramente. Feci pure finta di non vedere che il vecchio zio Alfredo e il nipote continuavano a scambiarsi occhiatine di intesa e di apprezzamento nei miei confronti.

Non riuscii invece a non farmi scappare un sorrisetto malizioso quando vidi l’ingegnere mostrarmi un notevole rigonfiamento nei calzoncini da bagno quando lui si alzò da tavola per andare a prendere il super alcolico che avrebbe voluto far bere l’ospite come digestivo. Vidi ed arrossii violentemente. Ancor più quando il nipote notò il mio imbarazzo. Io abbassai il capo in silenzio. E fu allora che scoprì che anche il giovane nipote non riusciva a nascondere sotto il suo piccolo costume lo stesso problema che anche il suo pene iniziava ad avere. Insomma, i due ce l’avevano entrambi duro! Eccome!Erano tutti e due gonfi e presumevo dalle notevoli dimensioni!

L’ingegnere mi si avvicinò e mi versò il digestivo nel bicchiere. “Bevi, Francesca, bevi… – mi invitò con decisione – E’ dolce… Ti piacerà…” “Mi vuole ubriacare? – gli chiesi facendo l’ingenua – Non tengo l’alcol! Ho già bevuto tanto vino… Come il mio moroso… Lo volete proprio ubriaco…”

Effettivamente Federico stava già sonnecchiando e Martin lo sollevò quasi di peso. E lo portò sottocoperta nella sua cameretta. Federico non oppose alcuna resistenza. Anzi, mostrandosi grato per quell’aiuto si fece accompagnare…

Io osservai tutta la scena e non feci commenti. Bevetti il digestivo e mi sentii stranamente euforica e… tanto felice. Ero seduta al tavolo ed avevo ai miei lati due uomini che mostravano tutta la loro… agitazione! Inoltre altri tre bei maschietti seminudi mi gironzolavano attorno scrutandomi e studiando la misura dei mi seni che intravedevano sotto il pareo troppo trasparente. Non ero stata proprio affatto prudente nella scelta di quel costume…

“Torno a prendere il sole! È troppo bello qui… – sospirai alzandomi – E sono anche un po’ ubriaca! Colpa di tutto quel vino che voi due mi avete fatto bere. Siete soddisfatti, vero?” “Vai pure a distenderti, Francesca! Fra un po’ ti seguirò! – rispose subito l’ingegnere – E penso che ci seguirà anche Filippo. Mi dispiace che il tuo moroso stia già dormendo… “

Lo guardai mostrandomi ben conscia della falsità e della ipocrisia di quelle parole. Non risposi ed allargare le braccia in segno di rassegnazione. Prima di sdraiarmi mi sfilai il copricostume. Esibì così per la prima volta le mie tette agli uomini presenti. Confesso che mi piacque un po’ mostrarmi così dopo tutto quello che loro avevano esibito. Ed i capezzoli turgidi in mezzo alle grandi mie areole tradirono il mio piacere nel farlo! Mi sdraiai così con il seno baciato dal sole. E mi intrigava indubbiamente essere ammirata da tutti i maschietti presenti. Si rivelò così per la prima volta il mio ingenuo esibizionismo e mi piacque insomma provocarli un po’… Presto ne dovetti pagare le conseguenze!

Passarono pochi minuti e il vecchio ingegner Alfredo si adagiò sul lettino vicinissimo al mio. Ne sentii l’odore. Di uomo non proprio giovanissimo e pure un po’ alticcio! Pochi secondi e senza dir nulla si levò i calzoncini. “Ma ingegnere! – sospirai sommessamente immediatamente io – La prego! Non faccia così… Mi mette in imbarazzo! Non sono abituata a certe cose!” Lui sorrise ed iniziò a spalmarsi in abbondanza l’olio abbronzante. “Non mi dirai mica che non hai mai visto un uomo nudo! Oltre al tuo moroso, naturalmente…”

Rimasi sbalordita e senza parole glielo guardai per qualche istante provocandogli un indubbio piacere. Ce l’aveva veramente grande, l’ingegnere. Enorme! Un po’ ricurvo e con delle grosse venature in rilievo. Il glande, violaceo, era altrettanto grande. Avrebbe potuto riempire la bocca di una donna! Le palle, poi, erano rotondissimi, pelose e piuttosto rugose. Ma, soprattutto, mi accorsi che erano tanto, tanto gonfie! Anzi, gonfissime! E in quell’istante mentre ero impegnata per la prima volta in quella contemplazione del sesso di un uomo maturo, si avvicinò anche il nipotino.

“Posso vero zio… – lo sentì chiedere sarcastico – Posso fare anch’io compagnia alla Francesca?” Naturalmente non attese risposta ed anche lui si distese sul lettino prendisole accanto al mio sul lato opposto di quello dello zio. Ero in mezzo ai due uomini! Ed anche lui impiegò un attimo nello sfilarsi il piccolissimo slip e nel mostrarmi il suo uccello che già dava segni di evidente insofferenza. Anche lui ce l’aveva molto grande e la dimensione del suo glande era preoccupante. Io sospirai di nuovo ed emisi un piccolo gemito. “Ma uffa! Cosa fate? – brontolai – Non sono abituata a queste situazioni, io… Non mi va quello che state facendo… Sono in difficoltà… Sono imbarazzata… Comportatevi bene… Per favore! Il mio moroso è giù, ubriaco fradicio! Ed io sono rimasta sola… Uffa!”

I due uomini non risposero e continuarono a coprirsi di olio solare. Mi ritrovai così distesa con il solo slippino addosso e due uomini completamente nudi accanto a me. E tutti e due molto presto mi mostrarono quanto apprezzassero le mie tette! I loro uccelli si rizzarono e i due maschiacci non fecero nulla per nasconderlo. Anzi! Filippo senza alcun ritegno cominciò ad accarezzarselo. Poi se lo impugnò e cominciò a farsi una sega. Davanti a me! “Ti dà fastidio? – mi chiese subito ansimando un po’ – Ti piace guardare?” “Ma uffa! – risposi allora stizzita – Cosa vuoi fare? Che domande mi fai! Se anche mi piacesse guardare, non sono sola, qui… E vicino c’è anche il mio moroso!”

“Va bene, va bene, tesoro… Io ho pazienza e aspetterò il momento giusto. Come lo aspetta mio zio… Vero zio?” “Certo! – rispose il vecchio – Con le donne bisogna aver pazienza. Soprattutto se queste sono giovani e belle!”

A quelle parole mi sentii la preda predestinata. Come avevo già sospettato tutti e due mi avrebbero voluto. Non si sarebbero proprio preoccupati del mio moroso. Federico aveva avuto solo il compito di portarmi lì a bordo. Mi sentivo braccata ed immaginavo benissimo cosa i due volessero da me!

“Prendi la pillola, bambina? – mi chiese sfrontato l’ingegner Alfredo – O al tuo moroso metti il cappuccetto? Tu certamente sei fertilissima e sarebbe facilissimo fecondarti…” “O lo fai venire come e dove vuoi tu? – insistette il nipotino che aveva ripreso a masturbarsi davanti a me senza ritegno – Non hai paura di farti ingravidare da quel cornuto?”

Di fronte a quelle parole mi sentii umiliata ed ammutolii. Pensai alla scatoletta di preservativi che il mio Federico teneva sempre con sé quando ero in pausa pillola. Come lo ero in quei giorni!

“Sei un porco e ti piace mettermi in difficoltà! – sibilai poi girandomi verso Filippo – Sei un esibizionista e ti piace che io ti guardi, vero?” “Sì, tantissimo! Dai, guardami… Guardami mentre mi sego!”

Quel mascalzone iniziò ad aumentare il ritmo della sega. E mi stava indubbiamente intrigando. Lui era indubbiamente un bel ragazzo e molto ben fornito! In silenzio abbassai lo sguardo e guardai lì. Era lungo e duro e la cappella già viola. Stava già per venire. Lo eccitava evidentemente a dismisura vedermi mentre lo guardavo. “Ma lo fai così con tutte? – gli chiesi mostrandomi offesa – Uffa!” “Oh sì! Ma la prossima volta me la farai tu! – quasi urlò lui – Sono sicuro che sei bravissima a fare le seghe! Come pure i pompini!”

Ne sei sicuro? – gli risposi rabbiosamente e gli mostrai la lingua – Certe cose le faccio solo al mio uomo!”. “Chi? Il tuo moroso cornuto? – mi stroncò subito lui – Non dirmi che non hai segato altri uomini! O succhiato altri uccelli!” “Non sono una puttanella, io! – risposi offesa – Non faccio certe cose…”

Lui come risposta catturò con forza con una mano la mia nuca. Non voleva che io scappassi e che allontanassi il mio sguardo dal suo pene già impazzito dal piacere. “Lasciami! – gli urlai – Non voglio così! Ma non scappo… Non l’ho ancora fatto… Non l’hai capito?”

Dopo avere sentito queste parole iniziò a gemere e sussultare. “Oh sì, brava! Così ti voglio! Allora adesso guardami! Sto per venire… Vengo! Guarda, guarda! Eccola! È la mia sborra!”

Lo guardai e socchiusi gli occhi. Gli bastò. Emise un lunghissimo lamento ed iniziò a sussultare. Lo sentii rantolare. Poi, eccola, la sborrata! Il primo spruzzo, enorme e violento, si adagiò sul cuscino del suo lettino. Il secondo sul suo mento. Poi volutamente si girò di lato, indirizzò la sua sborrata su di me e in particolare sul mio seno scoperto. Colpito ed abbondantemente sporcato. Io strillai senza troppa convinzione! Lui allora continuò a farsela addosso. Sul torace e sul ventre. Mi sentii avvolta dalla puzza dello sperma! Lui non finiva mai di spruzzare. Quanta sborra fece! Per un istante pensai alle due goccioline che di solito faceva il mio moroso.

“Ti è piaciuto vedermi sborrare? – mi chiese allora ansimando – Dimmelo, dai!” “Sì, sì… – risposi con un filo di voce – Ma guadda come mi hai anche sporcata! Guarda qui cosa mi hai combinato! Se lo sapesse il mio moroso!” Gli mostrai il seno e il capezzolo pieni del suo sperma. Era stato uno dei suoi sborroni più violenti e prepotenti! Aveva voluto umiliarmi coprendomi del suo seme!

Soddisfatto, vero? – gli chiesi ancora sbuffando – Questo non lo volevo! Ma non farmi più queste cose! Non sono abituata!” E mi girai dall’altra parte. Mi ritrovai davanti l’uccellaccio del vecchio che per fortuna dormiva profondamente e non si era accorto di nulla. Socchiusi anch’io gli occhi per cercare di rilassarmi e dormire. Avevo avuto delle emozioni molto forti. E non solo! Mi sentivo addosso l’odore del seme del giovane uomo che me l’aveva appena spruzzato addosso!

Sapevo benissimo che quella era stata solo la prima gran sborrata che avrei visto in quella crociera! E non era stata del mio moroso! Proprio no! Ero sicura che probabilmente molto presto ce me sarebbero state delle altre per me. Con tutti quei maschiacci a bordo! E non riuscii a non bagnarmi un po’ nelle mutandine a quel pensiero. Ma non volevo che qualcuno se ne accorgesse! Per questo poi mi girai sul pancino e cercai di appisolarmi. Come i due maschiacci ai due lati del mio lettino. Erano troppo vicini i tre lettini prendisole. Mi sembrava d’essere a letto con due uomini in un letto matrimoniale enorme. E uno dei due maschi aveva già goduto in abbondanza davanti ai miei occhi spalancati. Si era divertito e si era sfogato! E… svuotato! Per il momento, per fortuna, si era accontentato così…

“Ciao amore! Ti sei addormentata prendendo il sole… – mi sentii sussurrare circa un’ora dopo – Sei rimasta sola…” Sollevai leggermente il capo e con gli occhi assonnati volsi lo sguardo verso il mio moroso che, ritto in piedi, mi osservava sorridendo. Pensai bene di non raccontare quello che mi aveva combinato Filippo. Ma mi sentivo ancora addosso sul seno lo sperma ormai seccatosi di lui. Per precauzione per nascondere le tracce del suo liquido seminale che avevo ancora addosso, mi sollevai e mi girai verso di Federico coprendomi le mammelle con un braccio. No, non potevo mostrare a Federico le mie tette ancora sporche di sborra di un altro uomo!

“O sì, Federico! – mentii – Ero rimasta sola! I due uomini avevano bevuto entrambi abbastanza e si erano ritirati nelle rispettive stanze. Sono rimasta sola e ne ho approfittato per prendere un po’ il sole in libertà. Come vedi… Solo così, da sola, mi sono permessa un po’ il topless!”

“Mi sembra che qui ci sia molta libertà! – aggiunse il mio tonto moroso – I marinai dell’equipaggio e Giuseppe in particolare te l’hanno dimostrato per bene, mi sembra…” “Indubbiamente! – replicai mostrandomi un poco infastidita – Proprio una bella esibizione. Esclusiva per me, visto che sono l’unica donna a bordo…” “Beh, non sei più una ragazzina e certe cose le avevi previste anche tu!” “Sì, sì… – aggiunsi mostrandomi ancor più infastidita – Ma non in questo modo! E per questo ti avevo pregato di non farmi partecipare a questa strana crociera!”

Mentre recitavo la fidanzata imbarazzata per quello che l’uomo dell’equipaggio mi aveva mostrato rividi contemporaneamente gli enormi spruzzi di sperma che Filippo mi aveva offerto di ammirare dopo il nudo integrale del bel marinaio! E di quanta roba il giovane uomo era stato capace di produrre! In mio onore!

“Ma adesso ho bisogno di farmi una bella doccia, tesoro! – aggiunsi alzandomi dal lettino e sistemandomi il reggiseno dopo essermi ben guardata attorno – Tra un’ora dobbiamo essere a cena ed io, vista la folta presenza maschile, dovrò essere carina…” “Certo, amore, lo sai bene che sono geloso ma pure mi piace che gli altri uomini apprezzino la mia donna. E poi, pure lo sai bene, lui è il mio mega direttore e mi faresti felice se tu fossi un po’ carina con lui…”

“E con il suo nipotino? – aggiunsi io con noncuranza – Anche con lui devo essere carina?” “Ma Francesca! È un ragazzino…” Abbassai il capo e pensai che se lui fosse capace di eiaculare solo la metà di quello che si era dimostrato invece di fare il ragazzino… Sorrisi e mi diressi verso le scalette che portavano sottocoperta. “Passi a prendermi tu, vero? – gli chiesi – Verso le otto?” “Certo, amore! Sei la mia fidanzata… Devi essere bella, stasera! Anzi bellissima!”

Unica donna in mezzo a tanti maschiacci… – mormorai – Lo sai, vero, amore?” “Sì, tesoro e per questo dovrai essere bellissima… Potresti indossare quel vestitino che ti ho regalato per il tuo compleanno….” “Quello nero? – gli chiesi un po’ dubbiosa – L’ho indossato solo in qualche occasione particolare e solo per te!” “Questa è un’occasione speciale per me. E voglio che tutti vedano come è bella la mia fidanzata!”

Ma Federico, mi costringi a mostrarmi quasi nuda, così! – protestai sommessamente – Il vestitino è in seta leggerissima e molto trasparente! La gonna è cortissima e sopra il vestitino consiste sopra in due bretellone allacciate solo dietro il collom E mi coprono appena un po’ i seni ed i capezzoli! Mostro praticamente le tette! E dietro la schiena è completamente nuda fino a giù e lascio intravedere persino un pochino del mio culetto. E l’elastichino del tanga. Almeno quello posso metterlo, vero? Ma uffa! Sono proprio tremendamente sexy, così!”

Certo, Francesca, quello puoi metterlo! – aggiunse lui ridacchiando – A dopo, tesoro!”

Rimasi sola e piuttosto perplessa. Mi aspettava una situazione molto particolare ed indubbiamente molto scabrosa. Unica donna tra parecchi uomini e con un fidanzato stupido e cornuto a cui piaceva evidentemente esibirmi. Non immaginava forse cosa mi sarebbe potuto capitare dopo aver provocato in quel modo tutti quei maschiacci. Il vecchio, il giovane nipote che si era già un po’ divertito con me e pure i tre uomini dell’equipaggio!

Ma io, forse sbagliando, esaudii anche quel desiderio di Federico. Esibizionismo e curiosità mi spinsero a presentarmi a cena vestita proprio come voleva lui. Quando Federico mi venne a prendere in camera non riuscì a trattenere dei commenti molto, molto… audaci e persino un po’ volgari. “Sei stupenda! – quasi urlò vedendomi agghindata come lui voleva – Li farai impazzire!” “Lo so, tesoro! Ma perché devo fare questo? – lo interrogai per l’ennesima volta molto preoccupata – Ti piace proprio tanto mostrare la tua fidanzata così, seminuda?” “Sì, Francesca! – replicò subito lui quasi ansimando – Voglio che tutti sappiano quanto è bella la mia morosa!” A quelle parole pensai a quello che mi aveva combinato il ragazzino poco prima… Se quelle erano le premesse!”

Continua

Tutti i commenti e giudizio saranno ben graditi. Mikimarkfc@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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