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Gemma Capitolo V

By 5 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo V

Lo scandalo che da quella vicenda poteva scoppiare, fu messo a tacere grazie all’opera di mediazione delle famiglie dei due coniugi e del papà di Gemma . Non ci fu l’auspicata riconciliazione tra i giovani: Filippo fu irremovibile nel chiedere l’annullamento del matrimonio ma tutto fu fatto con grande discrezione e, nell’immediato, essi vissero sotto lo stesso tetto, simulando una concordia coniugale che ingannò tutti. Da parte sua il conte mandò Gemma presso alcuni parenti in Francia, con la scusa d’affinare il gallico idioma. L’unico che non ebbe alcuno sconto per il suo comportamento fu Gerardo, costretto a gettare la tonaca alle ortiche dal Vescovo P’. . Sua madre, cameriera a casa Solimene, apprese la notizia dai signori e ne fu sinceramente addolorata. Ella aveva riposto su quel figlio tutte le sue speranze e la condizione sacerdotale era per il giovane, secondo le aspettative della madre, un mezzo di promozione sociale. Gerardo, però, uscì dal seminario con il diploma di maturità che gli consentì, coi buoni uffici del Conte, di entrare in una banca e di farvi carriera. Più tardi si trasferì in una città vicina e si ammogliò.
Marcella, dopo l’annullamento del matrimonio, da parte della Sacra Rota, andò a vivere con una zia, assai versata nelle relazioni pubbliche, che non tardò a farle conoscere un giovane diplomatico. Si sposarono qualche tempo dopo ed ella seguì il marito nelle varie destinazioni all’estero, che il suo lavoro comportava.
Gemma, nel frattempo, era approdata a Nimes presso una cugina del Conte : era questa una donna di gran fascino che aveva sposato un nobile francese, nullafacente perché ricco di famiglia e conduceva vita mondana per gran parte dell’anno, nella sua residenza parigina. A Nimes smaltiva la noia della mondanità , godendo del clima mite della cittadina, nota per essere la :’petite Rome fran’aise’. Zia Augusta, così si chiamava la cugina, non rinunciava, però a tenere salotto anche lì il martedì , nella sua casa di Rue Dorée. Era possibile incontrare nei pomeriggi stabiliti, la migliore società del Gard ed anche personaggi del tout Paris di stanza temporanea in città.
Augusta Solimene maritata de Taxinis, era una bella donna di trentotto anni, molto ben portati , dalla carnagione d’un bianco perlaceo molto luminoso, gli occhi verdi ed una capigliatura castana, raccolta a crocchia sulla nuca. Il nasino dritto ed una bocca dalle labbra carnose, caratterizzavano un volto dall’ovale perfetto che aveva fatto girare la testa a molti giovani blasonati , finch&egrave non si presentò il marchese Roland de Taxinis che, dall’alto dei suoi molti milioni di franchi e forte delle sue sconfinate proprietà in tutta Europa, ebbe ragione d’una pletora di pretendenti. Egli aveva 15 anni di più della moglie, quando la impalmò, Augusta solo diciotto; tale differenza d’età non pesò minimamente sui loro rapporti, peraltro improntati a grande confidenza e complicità. Roland era il classico giovane del midì , molto raffinato nei modi, di bella presenza, colto ed affabile. Aveva capelli scuri, occhi neri, grandi ed espressivi, volto ovale dal mento volitivo, una fronte spaziosa da cui partiva un naso dritto con attaccatura alla greca. La bocca, dalle labbra sottili, ospitava una chiostra di denti bianchissimi che donavano fascino al bel sorriso franco cui spesso aveva fatto ricorso per le molte schermaglie amorose , prima e dopo il matrimonio. Augusta lo ricambiò di pari moneta, tutte le volte ch’ebbe sentore di qualche scappatella. Il Marchese non esercitò alcun tipo di lavoro ma coltivò interessi artistici, nel campo della musica della pittura e della letteratura per certi suoi studi sui poeti della Pléiade pubblicati da Plon, unitamente ad un trattato di numismatica, assai apprezzato tra i cultori. Suonava il pianoforte e l’organo con grande tecnica e spesso si esibiva nei pomeriggi organizzati dalla moglie, con grande successo, soprattutto presso il gentil sesso, complice il fascino romantico che emanavano la sua nervosa figura, magra e ben proporzionata e le sue mani affusolate. Quando Gemma arrivò a Nimes egli era fuori, in Nordafrica, per una battuta di caccia con amici. Zia Augusta l’accolse con grande affetto e volle sistemarla personalmente nella camera degli ospiti più vicina alla sua. Sotto il suo occhio vigile, la governante fece sistemare il bagaglio della giovane nel capiente armadio liberty e nel cassettone che arredavano la stanza ‘rosa’ cosiddetta per la tappezzeria delle pareti. ‘ Credo tu voglia riposare dopo il viaggio’ disse la zia , quando tutto fu a posto. ‘Dopo, quando sarai rinfrancata, converseremo un po’.’ Certo, zia, ‘ rispose Mina che apprezzò molto le premure di cui era fatta oggetto. Augusta la lasciò sola ed ella si abbandonò tra le morbide sponde d’una Bérg&egravere e si appisolò subito.
Si svegliò che il sole era ormai tramontato ed ebbe appena il tempo di stiracchiarsi che molto discretamente la governante, bussando alla porta della stanza, le annunciava l’imminenza della cena. Gemma s’affrettò allora a liberarsi dei vestiti da viaggio, lasciandoli sparsi per il pavimento, ad infilarsi nella vasca ed a concedersi una doccia rigenerante, non avendo potuto approntarsi un bel bagno caldo. Dopo, indossò un vestito da sera, abbastanza castigato nel taglio ma dall’ampia scollatura; si passò un po’ di cipria sulle guance, una leggera ombra di rimmel alle ciglia , un filo di rossetto sulle belle labbra carnose e raggiunse la salle à manger giù dabasso. La zia l’attendeva sulla soglia e, vicino a lei un bel ragazzo dai capelli scuri ch’ella presentò a Mina : ‘ Xavi&egraver, questa &egrave la cugina Gemma, che &egrave venuta a stare con noi per qualche tempo. ‘ e poi rivolta alla giovane:’lui &egrave Xavi&egraver , mio figlio. Avete quasi la stessa età, perciò avrete modo di farvi buona compagnia’. Seguì una cena succulenta ma leggera, composta da potage, filét aux h&egraverbes , cr&egravepes à l’ orange flambées au cognac. La giovane trovò tutto delizioso e lodò la bontà dei piatti; nel contempo ebbe modo di conoscere meglio Xavi&egraver. Era questi l’unico figlio della coppia de Taxinis, un ragazzo di circa vent’anni , studente del terzo anno di giurisprudenza alla Sorbona, molto somigliante alla madre da cui aveva ereditato due magnifici occhi verdi, l’ovale del viso ed un nasino impertinente. Dal padre aveva preso le labbra sottili, una splendida dentatura ed il carattere forte e volitivo, nonché uno spiccato senso dell’humor. Egli parlava correntemente quattro lingue: francese, italiano, inglese e spagnolo e si offrì di aiutare Gemma nel rispolverare il francese e l’inglese.
Mina si mostrò assai interessata alla cosa, più per l’avvenenza del maestro che per reale esigenza intellettuale. Nel dopocena, Augusta si esibì al piano in un ‘notturno’ di Chopin ed interpretò, tra gli applausi dei presenti una romanza italiana:’Tu che m’hai preso il cor’, sfoggiando una voce da mezzo-soprano impostata a dovere. Poi, mentre il figlio si dedicava alla lettura dei giornali, ella prese sottobraccio la giovane e la condusse in un angolo appartato del grande salone, dicendo:’facciamo due chiacchiere, tra donne’. ‘Tuo padre mi ha già accennato qualcosa sulle ultime vicende che ti hanno coinvolta, ora, se non ti dispiace, vorrei saperne di più da te. Ti dico subito che con me puoi parlare senza reticenze; per età, conosco la vita ed, inoltre, non mi scandalizzo facilmente. Se credi confida pure in me, posso essere tua madre senza doverti fare la morale per’obblighi di parentela’. Gemma, sulle prime, si mostrò titubante ma poi, complice il sorriso coinvolgente della zia, si lasciò andare ad una confessione quasi completa che occupò il resto della serata. ‘Benedetta ragazza, un minimo di prudenza in più’..e, poi, quell’ultima alzata d’ingegno te la potevi risparmiare! Dire al marito delle leggerezze della moglie &egrave quanto meno’..sconveniente. Comunque, nulla a cui non si possa porre rimedio. Adesso starai con me qualche mese e se lo desideri, potremmo rientrare a Parigi dove ti presenterò ai migliori partiti del tout Paris. Nel frattempo, potrai rispolverare il tuo francese con Xavi&egraver . E’ un ottimo maestro ed anche un buon compagno per escursioni a cavallo, balli e serate teatrali. Qui a Nimes non c’&egrave grande varietà di pi&egraveces ma, a giorni, ci sarà una compagnia parigina che verrà a rappresentare opere di Moli&egravere e di Ra’ine. Vedrai, sarà divertente.’ La giovane si trovò così coinvolta in un entusiasmante programma per i mesi a venire e, intenerita dalla disponibilità della zia, la ringraziò, abbracciandola, con le lacrime agli occhi. Augusta la rassicurò sulla propria discrezione e, vista l’ora, la spedì a letto seguendola, a riposare, essa stessa .

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