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Gli anni non pongono limiti al sesso

By 26 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Gli anni non pongono limiti al sesso
I prossimi sono 56, vedova, però perché mi mantengo bene con una vita sana e tanto esercizio fisico, camminate e palestra e, devo dire, non mi mancherebbero pretendenti, ma vista la loro età ho scoperto, quel paio di volte che ho ceduto alle loro avances, che non sono all’altezza della situazione e pertanto mi arrangio da sola. Ultimamente, sarà la primavera, mi sembra che il mio livello ormonale sia decisamente aumentato. Faccio sogni erotici e ricorro al mio fido vibratore più del consueto.

Ero stata invitata ad una festa di matrimonio, una riunione all’antica con banchetto e dove anche si ballava, non queste squallide cene in piedi che vanno ora di moda. Ormai era passata mezzanotte e ci eravamo trasferiti nella sala da ballo, la famiglie con bambini avevano già lasciato la festa, anch’io sarei andata via volentieri, ma il mio autista accompagnatore, il fratello dello sposo, sembrava che non volesse lasciare la compagnia. Probabilmente perché era solo, la moglie una top manager era all’estero per lavoro, e lui poteva finalmente dare sfogo alla sua esuberanza, senza imbarazzare l’algida e perfettina signora. Ad un certo punto, Marco, così si chiamava il ragazzo; forse dovrei dire l’uomo visto che ha 32 anni, ma avendolo visto crescere per me e rimasto un ragazzo; vedendomi lì in attesa mi invita a ballare. Non sono mai stata una grande ballerina, ma visto le carlefracci che rotolavano sulla pista mi lasciai convincere. Anche grazie alle abbondanti libagioni, soprattutto di Marco, il nostro volteggiare non aveva niente a che vedere con quello dei ballerini del concerto di Vienna di Capodanno. Lui non era certo un gran cavaliere anzi s’incollava a me e sentivo il mio grosso seno schiacciato al suo petto e non ci volle molto per sentire il suo pacco che strusciava sul mio ventre.
– Sono io che ti faccio quest’effetto o la tua signora ti lascia a bocca asciutta- gli dissi in un orecchio.
– No, No! Sei tu, sapessi quante seghe mi sono fatto quando da ragazzino quando ti vedevo in giardino a prendere il sole.- rispose sorridendomi.
Questa risposta un po’ volgare mise in moto il frullatore dei miei ormoni. Tra di noi non c’erano legami particolari, se non l’amicizia con la sua famiglia, poi la sua cara mogliettina non mi era mai piaciuta, così altezzosa, ti guardava sempre dall’alto in basso e non perdeva occasione per farti notare che lei era di un altro livello sociale.
– Giò vuoi che ti accompagni a casa?- disse guardandomi con una strana aria interrogativa.
In macchina una strano silenzio carico di tensione. Arriviamo di fronte a casa mia e senza dire una parola scende anche lui dalla vettura e mi segue nell’androne. Io lo guardo, lui sorride, io sorrido ed entriamo in casa. Neanche il tempo di chiudere la porta, che ce l’ho addosso, mi abbraccia, mi stringe, mi alza la gonna, mi accarezza il sedere. La mia giacca, la camicetta volano via, il body viene abbassato fino alla cintola e le sue mani sono sul mio seno, grosso e ormai cadente, mi stringe i capezzoli fino a farmi male. In un attimo si abbassa i calzoni ed i boxer e il suo uccello è nelle mie mani, duro e palpitante. Mi spinge verso la poltrona del soggiorno e mi fa sedere sul bracciolo, lui in piedi davanti a me, me lo mette in bocca, mi prende per la testa e lo spinge fino in fondo, non mi fa respirare, ma lui spinge, spinge.
Non mi da tregua, ora mi alza, mi fa girare e piegare in avanti, le mani appoggiate alla poltrona , mi allarga le gambe, slaccia il body e mi abbassa le mutandine; neanche il tempo di dire beh e mi penetra così di un sol colpo, non sono abbastanza lubrificata e mi dà fastidio, cerco di fermarlo ,ma è inutile , continua a scoparmi con furore, con violenza. Per fortuna dura poco, pochi colpi e mi riempie di sperma. Esce da me e sento il suo latte che mi cola, caldo, tra le gambe.
– Scusa, Gio, ma non resistevo più-
Lo guardo sorridendo e gli accarezzo il viso. E’ ridicolo, ancora in giacca e cravatta da cui spunta sotto il suo uccello moscio e impiastricciato.
– Allora, com’era la storia? Ti masturbavi quando mi vedevi in costume?-
– Le seghe che mi son fatto! Certo che tu provocavi’..il costume giallino ‘..che quando ti spruzzavi l’acqua diventava trasparente e si intravedeva tutto il pelo. I calli mi hai fatto venire’.! Poi ti sognavo la notte che facevamo’.-
– Cosa facevamo?-
– Di tutto e di più.-
Mi avvicino, via la giacca, la camicia e la cravatta
– Vieni, rinfreschiamoci un po’ e poi facciamo diventare il sogno realtà’.vuoi?-
– E me lo chiedi? ‘
Quella che doveva essere una rinfrescata si trasforma in una doccia due piazze e poi in camera, sul letto, dove:
– Vieni, baciamela un po’, è tanto che non me la lecca nessuno.-

La sua lingua sul mio clitoride, due dita che mi scavano dentro, in un amen ho il primo orgasmo. Lo faccio sdraiare e m’impalo sopra, ora si che scivola bene, fino in fondo. Lui asseconda i miei movimenti, dandomi il ritmo, il secondo orgasmo è li dietro l’angolo, eccolo che arriva. Sono io ora sotto, mi alza le gambe ,piegandomele verso il petto, la schiena mi duole, non sono più una giovincella:
– No, aspetta così mi spezzi la schiena.-
– Girati allora.-
Mi metto a quattro zampe, capisco subito che cerca l’altro ingresso:
– Aspetta, aspetta- devo fermarlo un’altra volta.
Rovisto nel comodino alla ricerca del lubrificante, lo conservo insieme al vibratore e così lui scopre il mio segreto, lo prende e ridendo mi chiede:
– Ma non è un po’ sottodimensionato, un po’ piccolo-
Io abbozzo sorridendo, mica gli posso dire che era un regalo di mio marito, quando all’inizio della malattia cominciavano le sue defaillances e che probabilmente aveva preso il suo come misura. Marco mi spalma il gel davanti e dietro, dove con un dito comincia ad allargarmi ed a lubrificarmi. Cerco di rilassarmi in attesa del suo coso che ha altre dimensioni, ma lui ha altri progetti e li attua.
Mi penetra davanti con il vibratore e:
– Fammi vedere come lo usi-
Io allungo un braccio tra le gambe e comincio a masturbarmi, dopo aver provato il suo questo è davvero piccolo. Mentre mi scopo sento che lui mi sta forzando dietro, sfilo il vibratore ma lui:
– Tienilo dentro, continua a fotterti.-
Il doppio non l’avevo mai provato e grosso com’è il suo, nel culo non l’ho mai preso:
– Fai piano, è grosso, troppo gr’.ahiaaaa’.mi stai spaccando.-
– Rilassati, vedrai che entra tutto-

Con un colpo deciso entra completamente in me, mordo il cuscino per non urlare.
– Continua a fotterti, continua a fotterti. ‘
Ed io mi fotto, è una sensazione nuova di completo riempimento, mi piace. Marco dopo essersi accomodato per bene comincia a muoversi in me , prima dolcemente poi via, via con colpi sempre più decisi. Devo lasciare il vibratore ed appoggiarmi con le due braccia per reggere la sua cavalcata. E’ la prima volta che veramente godo ad essere sodomizzata .
– Ti piace vero, godi a prenderlo nel culo? Lo sapevo che eri una gran vaccona a letto.-
E qui mi fa uno scherzo: sto per avere un’orgasmo come mai in vita mia e lui di botto si ferma, lo sento che sta uscendo da me:
– Cosa fai? Continua ti pregooo..continuaaa.-
– Continuo a fare cosa?-
– Continua a scoparmi , sto venendo, inculami, dai ancora.-
– Che vacca che sei, mi preghi d’incularti, che troia.-
– Si sono una vacca, una troia, ma tu continua, voglio godere nel culo.-
Riprende a cavalcarmi, con furia, con violenza, sento i suoi testicoli che sbattono sulle mie natiche, mi fa male il seno, sbattuto avanti ed indietro da quei colpi., ma io sto godendo come non mai e non resisto più ed urlo tutto il mio piacere. Anche lui è al capolinea ed in breve sento un calore che mi riempie il ventre. Mi accascio sul letto come una pelle d’orso davanti al camino, anche Marco è provato e si sdraia al mio fianco. Mi ci vuole un bell’attimo a riprendermi
– Se non mi è venuto un infarto oggi non mi verrà mai più. Fortunata tua moglie.-
Alla parola moglie, lui mi guarda sconsolato scuotendo la testa. Capisco che la signora non è ‘ una vaccona a letto’ come me. Ormai l’incantesimo si è rotto, lui si alza e comincia a raccogliere la su roba sparsa per casa e si riveste, prima di andarsene mi bacia. Solo allora mi rendo conto che è il primo bacio che ci scambiamo:
– Marco, quando vuoi fare ‘di tutto e di più’ sai dove venire.-
Lui mi sorride , mi ribacia e se ne va. Devo andare in bagno a raffreddarmi ho il fuoco tra le gambe, alzandomi mi scappa l’occhio sulla foto del mio povero marito, sono sicura che ha approvato.

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