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Racconti EroticiSensazioni

Il colloquio – parte 2

Il grande giorno è arrivato. Oggi a pranzo incontro Alessia. E’ vero, dovrebbe essere solo per un colloquio professionale, ma non posso impedire alla mia mente di vagare e rivangare certi ricordi che scopro essere ancora molto vivi.
La mattinata scivola via abbastanza veloce fra un impegno e l’altro, anche se nei momenti di maggiore tranquillità mi scopro a pensarla.
“Come sarà vestita? Si truccherà? Che profumo avrà?” – e via di seguito. La mente corre e divaga.
Gli ultimi compiti, e poi precisa arriva. La segretaria la accompagna nella sala dove effettueremo il colloquio. Io non la vedo entrare, non voglio togliermi la sorpresa.
La segretaria mi annuncia il suo arrivo e si congeda per la pausa pranzo. Esce, chiude la porta a chiave. Siamo soli.
Lascio il tempo ad Alessia di completare il formulario di iscrizione alla nostra società.
Nel frattempo, mi preparo e la mente corre. Non è una preparazione professionale, ma è istintiva, deriva dai ricordi, che scopro essere ancora molto caldi sotto la cenere del tempo.
Siamo ancora soli. Questa volta siamo a casa sua.
Quando arrivo alla soglia, trovo un biglietto con scritto: Entra e chiudi la porta! Eseguo.
Non si sente assolutamente nulla.
C’è silenzio. Dopo un momento sento che mi chiama. Sto andando verso la camera dove si trova Alessia, ma mi ferma. Mi dice di spogliarmi, e di lasciare unicamente i boxer. Eseguo. Non la vedo ancora.
I boxer testimoniano che sono già pronto. L’uccello infatti fa fatica a non uscire.
Alessia, mi chiede se ho voglia di lei. Le rispondo affermativamente.
Mi dice di entrare in camera e di sdraiarmi sul suo letto. Entro, la luce del giorno è stemperata da tende scure, che permettono di intravedere le figure, ma non di scorgerle chiaramente.
Alessia è in piedi ed indossa qualcosa, forse un accappatoio, ma non ne sono certo.
Si avvicina, ha qualcosa in mano, ma non capisco di cosa si tratti. Si china verso di me, e mi regala un bacio molto passionale: “Ben arrivato. Ti stavo aspettando. È tutta la mattina che mi sto preparando”.
“Davvero?” – le rispondo – “E cosa hai fatto?”
“Che fretta. Aspetta e scoprirai tutto quanto un po’ per volta. Oggi, come promesso, abbiamo tanto tempo. E ti voglio”. – Dicendo questo, mi fa vedere cosa ha in mano.
E’ un nastro nero e me lo cala sugli occhi, dicendomi di fidarmi di lei.
“Ti bendo, perché non voglio ancora che tu mi veda. Lo sai che mi vergogno. Dicendo questo, e per calcare il paradosso di questa frase, si impadronisce del mio cazzo, facendolo uscire dai boxer. Lo impugna, muove lentamente la mano e poi per un attimo si ferma. Mi aspetto di sentire le sue labbra sul mio glande, ed invece nulla.
Dopo un momento di pausa, dice:
“WOW! Hai già tanta voglia di me? E poi sei già bagnato..” –non finisce quasi le parole che sento la sua lingua che titilla la punta. Pochi preamboli e già “subisco” un pompino con i fiocchi. Ottimo inizio direi.
Io rimango steso sul letto. Prima mi aveva detto che non avrei assolutamente dovuto toccarla, che se ci avessi provato, mi avrebbe legato al letto. Eseguo.
Mi godo passivamente la fellatio.
Dopo qualche minuto si ferma. Prima si struscia il glande sul viso, e sui seni. Quest’ultima azione la immagino, perché non posso vedere.
Mi bacia ancora.
“Ti piace quando il mio viso sa di “lui”?” – annuisco. Mi dice che ora vuole che sia io ad occuparmi di lei, ma sottolinea che farà lei ed io non dovrò ancora toccarla. Non ne capisco il motivo ma questa attesa mi eccita ancora di più. Sono curioso, ed ammetto che l’eccitazione ogni tanto non bastava a soddisfare la mia brama di sapere.
Nonostante tutto ho aspettato, non avrei fatto nulla che la potesse disturbare, rinunciando magari ad un pomeriggio intenso di sesso.
Sento che si muove che cambia posizione. Sento le sue gambe di fianco a me. Il contatto mi dice che non è la sua pelle che mi tocca, ma non sono sicuro siano collant, o simili. Alessia non li ha mai indossati durante i nostri amplessi. Sempre nuda, o al massimo scostando gli abiti che le impedivano di farmi entrare in lei.
Dopo un attimo, sento che anche l’altra gamba si appoggia di fianco a me. Lo sento dal peso che sposta il letto. Non vedo nulla ed Alessia non dice nulla.
Poi sento un profumo. Profumo di eccitazione, di donna, giovane, vogliosa. Lei lo sa e si diverte a muovere la sua fica, a pochi centimetri dal mio naso e dalla mia bocca.
“La senti? Sai che ha voglia di cure? Tira fuori la lingua!” – Eseguo. Dopo un attimo la mia lingua entra in contatto con la sua clitoride. Se la stuzzica, facendola scorrere.
“Ora lecca!” – eseguo.
Si avvicina alla mia bocca quel tanto che basta per permettere alla mia lingua di effettuare un buon e prolungato massaggio.
Si sposta e dopo un attimo mi avvicina la sua fessura. Gronda di umori. Ha un buon sapore. Una mano mi arpiona il membro e lo muove su e giù. Aumento il ritmo.
Alessia comincia a gemere, aumentando il ritmo dei suoi movimenti e dei suoi gemiti. Sento un suo dito che si muove vicino alla mia lingua e capisco che la mia porcellina ha voglia di godere.
Dopo un momento sento un prolungato sì uscire dalla sua bocca. Contemporaneamente i movimenti della sua mano si fermano ed Alessia si appoggia bene alla mia bocca, che nel frattempo vorace accoglie il prodotto della mia amante. Succhi, umori. Mi riempio le narici, la bocca e lo sfregamento me ne lascia tracce sul viso.
Nell’acme dell’eccitazione sento qualche cosa di nuovo, di diverso, ma non riesco a capire bene cosa sia in realtà che mi dà questa sensazione.
Alessia si stende di fianco a me. Mi bacia. Mi odora, sente il risultato della sua eccitazione.
“Scusa” – mi dice – “ho fatto l’egoista. Ma non ne potevo più. Mi sono toccata per tutta la mattina, senza mai arrivare all’orgasmo. Non vedevo l’ora arrivassi.” – Un attimo di pausa e poi aggiunge: “Comunque avrai mezzo di rifarti” – sorride e mi bacia nuovamente.
Siamo stesi, l’una di fianco all’altro. Non la posso vedere. Mi toglie la benda, e la luce fioca, mi permette di non dover sbattere gli occhi per abituarmi. Mi guarda negli occhi.
“Ti è piaciuto?” – le chiedo. Non risponde. Impugna ancora una volta il mio cazzo, che ora è un po’ meno duro. Saggia il sacco dei coglioni e mi risponde:
“Si, ottimo aperitivo, ma fra poco arriviamo al piatto forte”. Mi bacia.
Mi fa chiudere gli occhi e si alza. Sparisce per un attimo dalla camera e torna con qualcosa da bere.
Si sdraia ancora vicino a me, e finalmente mi permette di accarezzarla.
La guardo negli occhi e la bacio. Intanto le mie mani corrono sul suo corpo. Mi rendo conto che ha il reggiseno. Scendo lungo i fianchi e mi rendo conto che indossa una guépière, ed uno slip di pizzo. Tutto, riesco a scorgere, nero.
Indugio sulle colline del suo culo e le infilo la lingua in bocca con maggiore insistenza.
La mia voglia, ancora insoddisfatta si fa sentire. Ho voglia di prenderla virilmente, di possederla, di farla mia. Lei capisce e mi asseconda. Tocco il suo fiore dagli slip, infilando la mano nel solco dei suoi glutei. E’ calda e umida.
La giro facendola sdraiare, e scendo dalla sua bocca verso il seno ancora contenuto nel reggiseno.
Non c’è molta luce, ma mi rendo conto che il reggiseno è trasparente sulle coppe. Riesco a vedere le areole dei capezzoli. Sono generose, chiare con in mezzo un bottone abbastanza grosso. E’ bello succhiarlo, ci puoi giocare bene con la lingua. Con una mano tolgo il seno dal suo alloggio e prendo a succhiarlo con foga. Lei mi prende per i capelli facendomi capire di gradire queste attenzioni. Intanto la mano scende sul suo monte di venere. Si infila sotto lo slip e… non sento più i peli come sono abituato. Ne sento pochi e corti. Lei capisce mi guarda e sorride.
“Da oggi voglio che mi guardi, e per questo voglio essere diversa dal solito.” Le mie dita scendono e mi accorgo, nuova sorpresa, che sotto è completamente depilata e mi spiego la sensazione nuova che ho provato durante il suo orgasmo precedente.
“Sai sorprendermi” – le dico. Lei fa una smorfia, apre le gambe, e fa in modo che le mie dita entrino in lei. “Fammi tua, voglio godere” – dice. “Cosa vuoi fare?” – mentre glielo chiedo ho iniziato a toglierle lo slip.
Lei mi guarda, assapora il momento in cui le osservo la fica depilata in gran parte e mi risponde: “Scopami!”
Non l’ho mai sentita parlare così, nel senso che non mi ha mai incitato così chiaramente. Più che le parole è il tono che mi colpisce. Eseguo. Non mi lascio scappare l’occasione. Le punto il cazzo dentro, e la prendo tutta in un colpo.
Lei apre la bocca, per un attimo rimane in silenzio, poi: “Dai, scopami. Fammi tua. Voglio venire, voglio sentire la tua sborra dentro di me. Fammi sentire il tuo cazzo fino in gola.” – un attimo di pausa, qualche gemito e: “Sono la tua troia, voglio esserlo. Trattami come se lo fossi. Con me puoi fare tutto.”.
Mi muovo dentro di lei. Il mio cazzo duro, entra ed esce. Io sono davanti a lei in ginocchio mentre la scopo, e osservo il mio membro che entra ed esce da lei. Dopo aver avuto l’opportunità di guardarla senza alcuna ritrosia, non mi lascio sfuggire l’occasione.
Lei mi osserva ed invece di coprirsi come ha sempre fatto, si apre ancora di più. “Montami, voglio mettermi a pecorina. Sbattimi. Detto questo mi fa uscire, si posiziona con il viso rivolto allo specchio, mi guarda attraverso di esso: “Cosa aspetti? Monta la tua puttana!” Il mio uccello si avvicina alla sua fessura, aperta. Si avvicina, ed in questo movimento vedo l’anello che non ho mai posseduto. Per il momento, le infilo il cazzo ancora nella fica e la prendo per i fianchi, dando ritmo alla mia cavalcata. Alessia gradisce, e continua a gemere e ad incitarmi.
“Ti piaccio?”
“Si molto. Mi ecciti.”
“Ti piace guardarmi?”
“Molto!”
Ti piace sentirmi parlare così?”
“Molto! Un po’ sono sorpreso, ma in positivo. Mi eccita questa tua nuova veste.” Intanto che la monto, la accarezzo, le prendo entrambi i seni in mano, le divarico i glutei e mi fermo a guardare quell’anellino invitante. Mi bagno le dita, e glielo accarezzo dolcemente. Non so che reazione possa avere.
Alessia, sente, mi guarda attraverso lo specchio e mi dice:
”Aspettavo che spostassi lì la tua attenzione.” – sono sempre più sorpreso di come è esplicita. “Me lo vuoi mettere nel culo?” – io annuisco.
“Scopami bene, e continua a farmi perdere così la testa, che lo avrai presto.” – ed intanto accentua i movimenti dei suoi fianchi.
Il mio cazzo duro si muove dentro di lei. Alessia aumenta i gemiti, quando capisce che il mio cazzo si è ingrossato perché sta per esplodere, e continua ad incitarmi.
Le riverso tutta la sborra accumulata. Un orgasmo che mi sembra non finire mai. Si prolunga, Alessia continua a muoversi per spremermi fino all’ultima goccia di seme. Si lascia cadere ed io la seguo. Sono sdraiato su di lei e dentro di lei.
Mi fa uscire e mi fa appoggiare a lei. La accarezzo con dolcezza. Si solleva, mi guarda e mi parla. Ora che l’eccitazione è venuta un po’ meno, mi guarda negli occhi per capire la mia reazione.
“Non voglio che tu pensi male di me. Tutto quello che ho fatto mi è costato molta fatica. Sai che non sono così. È solo che con te mi trovo bene, ed ho voglia di lasciarmi andare. Sto bene fisicamente con te, e voglio godere di questo piacere.”
La osservo un momento. Le sorrido, e le dico che non deve preoccuparsi. Quello che è avvenuto e che lei ha fatto è stato molto bello ed eccitante. Ma soprattutto apprezzo questo suo mettersi in gioco e cercare di darmi di più.
Capisce che le sto parlando con il cuore. Non siamo innamorati, ma c’è molto rispetto.
Si avvicina e mi sussurra: “ Se saprai essere sempre così, ti darò ancora molto cose…”
Il mio colloquio aspetta.
Entro nella sala e lei è lì.
Rimango senza fiato a vederla
continua…
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