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Il primo uomo non si scorda mai

By 2 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Da quando ho scoperto di essere gay, in fase prepuberale, nelle mie fantasie sessuali, mentre mi masturbavo, mi sono sempre immaginato passivo e travestito. Ho raggiunto gli orgasmi più violenti accompagnato dalla fantasia di essere sbattuto da maschioni forti, maturi, virili e rozzi che mi trattavano da vera femmina porca.
Tuttavia, nonostante avessi accettato tranquillamente la mia omosessualità, il travestimento rimase a lungo tempo relegato nei miei pensieri erotici. Pensavo che non avrei mai avuto il coraggio di espormi davanti a qualcuno conciato da donna, a sculettare, a fare la svampita, la sexy, la maiala, come una vera donna in calore!
A 16 anni cominciai ad assaporare le mie prime esperienze sessuali con gli altri maschietti, da uomo a uomo, (benché io sempre passivo) senza mai far trasparire la mia vera natura femminile, nascondendo al resto del mondo la mia omosessualità e comportandomi nella maniera più maschile possibile, anche verso i miei partner, i quali male avrebbero digerito la mia anima da donna. Ero il classico ‘velato’ che viveva sostanzialmente due vite in parallelo: un comune ragazzo etero a scuola, in famiglia e tra gli amici da un lato e dall’altro una classica vita gay clandestina. La terza vita da travestito rimaneva solida nelle mie fantasie, anche se il mio IO la reprimeva sempre di più giorno dopo giorno.
Quando lasciai Palermo e mi trasferii a Milano all’università, lontano dalla famiglia, feci coming out e finalmente potevo godermi una vita allo scoperto, ma il mio bisogno di essere femmina rimaneva sempre latente e trasalivo ogni qualvolta che per le strade vedevo i trans battere.
Un week end rimasi da solo in casa a Milano e passai il venerdì sera a chattare con un tizio cinquantenne, rivolgendoci le solite domande riguardo le nostre dotazioni, il ruolo sessuale ecc..quando a un certo punto mi chiese se mi travestissi.. Io ebbi quasi un’erezione improvvisa, ma non so perché, preso dal panico, spensi d’impulso il pc, chiudendo improvvisamente quella conversazione. Quella domanda mi sconvolse tantissimo e mi buttai nel letto per rilassarmi e riprendermi. Ma fui così solleticato da quella proposta che cominciai a fremere ed ecco che uscirono le mie solite fantasie da travestito, immaginando un incontro occasionale da chat, in cui mi si presentava davanti un energumeno cinquantenne dotato che prendeva me tutto agghindato da vera troia. Con la coda dell’occhio, proprio mentre facevo scivolare la mano sotto i pantaloni per afferrare il mio membro gonfio per masturbarmi, vidi appeso in balcone, nello stendibiancheria, un sexy completo intimo della mia coinquilina. Eccitato com’ero, uscii fuori e lo afferrai d’impulso, di fretta mi spogliai e lo indossai con foga, quasi che in questo modo la fretta non potesse farmi capire quello che stessi facendo. Fortunatamente la mia coinquilina era abbastanza formosa e la taglia era abbastanza grande, così la velocità con cui indossai quel perizoma trasparente di raso e di pizzo bianco non lo fece strappare. Inoltre grazie al suo seno piccolo, il reggiseno non era troppo spropositato per il mio torace. Mi piombai davanti allo specchio per guardare il risultato di quella pazzia. Appena mi balenò davanti la mia immagine, mi sentii sussultare lo stomaco e mi avvolse una tale eccitazione che mi uscii il cazzo e mi bastò dargli solo due strattoni che sborrai copiosamente come non mai, schizzando e macchiando, ahim&egrave, il perizoma. Mi gettai sul divano esausto osservando quello che avevo indosso e subito un senso di disgusto verso me stesso mi fece rialzare di scatto e spogliare di quella biancheria, con la stessa velocità con cui l’avevo indossata. Ma il periodo refrattario passò subito come sempre e il ricordo di quella masturbazione se, due minuti prima mi inorridiva, adesso ritornava ad essere più eccitante che mai! Ripresi perizoma e reggiseno indossandoli stavolta con calma, rimirando mentre facevo salire lungo le mie cosce quel capo così malizioso e provocante, poi allacciai il reggiseno e andai in cucina a prendere della carta per imbottire al meglio quel petto così spianato. Andai nuovamente allo specchio a guardarmi, ma stavolta senza frenesia alcuna, mi osservavo con tutta calma e mi immaginavo così com’ero avvolta nelle braccia di un uomo possente e riiniziai a masturbarmi e venni un’altra volta. Mi riaccasciai nel divano e sospirando accettai me stessa, convincendomi che mentire a se stessi non serve a nulla, ammisi che ormai la voglia di provare a vivere realmente quella situazione in privato con un uomo diventava troppo forte e che prima o poi l’avrei messa in pratica. Dopodich&egrave, inebriato per quella nuova decisione presi la fotocamera e mi scattai alcune foto nelle posizioni più stuzzicanti. Cominciavo a poco a poco a sentirmi rinato! Felice mi misi a sculettare per casa, a rivolgermi a me stesso al femminile e a pensare al nuovo nome che mi sarei dato: era nata Barbara! Dopo aver raggiunto altri 2 orgasmi, lavai la biancheria e esausta ma appagata andai a letto.
Due giorni dopo da quell’episodio, ancora turbata dalla mia nuova identità, iniziarono le vacanze di Natale e ritornai a Palermo per trascorrere le feste. Una notte rubai la biancheria intima, i vestiti e i trucchi di mia madre e mi chiusi in camera per travestirmi e masturbarmi. Dopo aver preso le sembianze di Barbara, mi collegai in una chat per travestiti e amanti del genere. Numerosi uomini arrapati mi contattarono e, parlando di porcate, alcuni mi chiedevano di esibirmi in cam e io con molta voluttà li accontentavo. Mi sentivo davvero porca, piacente e provocante!
Mi piacevano tanto quelle esibizioni, ma per il momento non avevo alcuna intenzione di mettere in atto quelle mie fantasie così peccaminose. Avevo paura di spingermi oltre quella che fino ad allora era stata solamente una fantasia, ma, negli ultimi tempi, la ‘Barbara’ che era in me voleva a tutti i costi uscire e io lottavo contro me stesso/a per tenerla a bada, perché non mi sentivo pronta a farmi stravolgere la vita da quella presa di coscienza che da anni reprimevo…fino a quando…
In una di quelle esibizioni, mi contattò un uomo di Palermo, ci vedemmo in cam e ci sentimmo al telefono, in cui mi propose di vederci quella stessa notte a casa sua, visto che si trovava da solo. Io appena lo vidi in cam e sentii la sua voce mi esplose dentro una folle eccitazione, in quanto era il mio uomo ideale, proprio il modello delle mie fantasie erotiche! Aveva 47 anni, altezza media, pancetta ma non grasso, tarchiato, spalle larghe, villoso, baffi, barba incolta, dai capelli brizzolati e stempiati, due manone grandi e grosse, dallo sguardo duro e beffardo. In cam si menava un cazzo duro, scuro, lungo e venoso, dalla cappella grossa e violacea. Poi al telefono con quella voce roca, rude e molto virile e con un forte accento palermitano, mi diceva di essere sposato e di essere attratto dalle donne ma di gradire, ogni tanto, anche le belle vacche travestite come me, e che mi avrebbe fatto provare per la prima volta cosa significava essere davvero donna, montata a dovere da una bella minchia siciliana come la sua!
Io, ovviamente, contenni la mia convulsa eccitazione, respingendo la proposta, dicendogli che non mi sentivo ancora pronta a concretizzare la cosa e che, anche volendo, non avevo l’occorrente per travestirmi, visto che quel completino che indossavo nelle mie esibizioni, era giusto una cosetta che avevo preso dal guardaroba di mia madre, ma che non potevo ovviamente usare per andare a letto con un uomo, poiché avevo paura che mia madre si potesse accorgere di qualcosa.
Ma lui capì benissimo la situazione e non mollò la presa: cominciò ad usare dei toni più dolci, dicendomi che ero bellissima, che travestita da donna sarei stata una bomba sexy eccezionale, che mi avrebbe trattato con dolcezza o con fermezza quando lo richiedevo, andandoci pian piano e che lui mi avrebbe dato tutto l’occorrente per travestirmi, visto che sua moglie non sarebbe stata in casa per tutta la settimana, e quindi potevo tranquillamente usare la sua biancheria e i suoi trucchi, compresa una parrucca mora che sua moglie acquistò per un carnevale. Mi assicurò che mi avrebbe femminilizzato per bene, che mi sarebbe piaciuto tantissimo e che, in ogni caso, nel momento che avessi voluto far cessare il gioco me ne sarei potuta andare senza problemi. Cominciavo a non capire più nulla: la mia frenetica voglia era incontenibile, cominciavo a staccare a uno a uno i miei freni inibitori, ero preoccupata e un po’ perplessa per quell’incontro così improvviso, ma dentro avevo un calore così accesso che non si sarebbe mai acquietato con una lunga masturbata e una doccia gelata e così mi convinse e accettati.
Facendo attenzione a non svegliare i miei, mi diressi follemente eccitata al luogo dell’appuntamento, febbricitante e col cuore in gola.
Lui aprì la porta con la sigaretta in mano e con indosso solamente un paio di mutande bianche, dove sotto si vedeva benissimo un prestante rigonfiamento un po’ bagnato e io, alla vista di quel pezzo di uomo forte e possente, rimasi imbambolata come una verginella, contemplando quanto fosse ancora più arrapante dal vivo quel bel pezzo di animale.
Mi vide che ero tremante e con aria protettiva mi porse la mano per farmi entrare, chiuse la porta, mi spinse a se e mi abbracciò dolcemente, accarezzandomi la testa, poggiandomela sul suo petto peloso.
– Mia dolce Barbara, ce l’hai fatta ad arrivare.. Vedrai..non te ne pentirai..ci divertiremo tantissimo..
Io mi sentii sciogliere come un ghiacciolo da quelle parole e da quell’aurea protettiva, dolce ma tremendamente sexy, rude e vogliosa che emanava quell’uomo. Tra le sue braccia il suo odore di muschio selvatico improvvisamente colpì le mie narici che andò ad alimentare la mia erezione, che comunque non si era mai acquietata da quando avevo visto il mio uomo in cam.
Non appena percepì che mi ero tranquillizzata, mi prese per mano e mi condusse in camera da letto, dove sul letto vi erano adagiati tutti gli indumenti che mi occorrevano, ossia una guepiere nera di pizzo, degna delle migliori zoccole di playboy, compresa di reggicalze e poi autoreggenti, perizoma di pizzo, parrucca, trucchi, unghia finte rosse. Inoltre, tutto il set per una depilazione accurata. E pure il profumo di sua moglie! Quell’uomo sapeva davvero il fatto suo! Mentre io guardavo con stupore quella biancheria così stuzzicante, mi avvolse da dietro con le sue braccia forti e sussurandomi nell’orecchio, mentre con una mano mi tastava le chiappe, mi disse:
– Tesoro..questo &egrave per te..vuoi essere la mia donna stanotte? Dai prendi tutto e vai in bagno a prepararti..mettici tutto il tempo che ti occorre..io rimango qui ad aspettarti.. Non vedo l’ora di assaporare il tuo bel culetto sodo e accogliente..
Io mi girai, lo guardai, gli toccai il pacco umido e con un sorriso malizioso da troia gli dissi:
– Mio bel stallone..stanotte non sarò la tua donna..sarò la tua umile troia sottomessa..
Dopodicch&egrave presi la roba e mi chiusi in bagno. Ci misi un bel po’ per depilarmi e truccarmi per bene, ma ogni tanto gli urlavo ‘ Tesoro arrivo subito..ho quasi fatto.. – -Non preoccuparti bedda..mettici tutto il tempo che vuoi..abbiamo ancora tutta la notte..- E sentivo che dalla sua camera provenivano i gemiti di un film porno che nel frattempo il bel maiale aveva messo su. Quando terminai l’opera, vidi riflessa nello specchio una bellissima donnona dai riccioli mori e dalle labbra carnose, con un paio d’occhi a gatto molto intriganti, poich&egrave trasmettevano quell’aria da bambina innocente, che &egrave anche un po’ cattiva e maliziosa. Le curve sensuali scendevano fino a delineare un sederino solcato da un perizoma che metteva in bella vista delle belle chiappe sode, lisce e bianche, sorrette da un vertiginoso stacco di gambe vellutate. Ero eccitatissima e avevo il cazzo che mi scoppiava sotto il perizoma!
Diedi due spruzzi di quel profumo da donna e uscii dal bagno, recandomi in camera da letto dove lui mi aspettava disteso sul letto, spippava una sigaretta e con una mano si massaggiava il pacco, con fare molto maschio, mentre si gustava la visione di quel film porno.
Io entrai in camera e, senza dire nulla, mi appoggiai alla parete accarezzandomi le gambe, sempre con un sorrisetto malizioso e lo sguardo felino di una vera professionista di bordello. Lui distolse lo sguardo dal film e mi fissò sgranando gli occhi e spalancando quasi la bocca. Cominciò a insalivarsi le labbra secche dall’eccitazione e con gli occhi di fuoco e il cazzo che vistosamente gli scoppiava dalle mutande, spense la sigaretta nel posacenere e si diresse verso di me con movimenti lenti, un po’ meccanici e rozzi, come quelli di un cacciatore che ha appena avvistato una succulenta preda e fa attenzione a non farla scappare. Non disse nulla. Mi prese per mano guardandomi con uno sguardo duro e deciso e mi chiese di inginocchiarmi davanti a lui. Tenendomi la testa con una mano, con l’altra si abbassò gli slip, facendo balzar fuori quel pitone gonfio e nodoso, dall’aroma di cazzo davvero intensa.
– Eccolo..Mia bedda puttanazza….Sucalo! E’ tuo..te lo sei meritato..
Io avida, mi avventai sul suo uccello, accarezzandolo, baciandolo, dando intense leccate ai suoi coglioni gonfi e pelosi, e poi, succhiando con romboanti scroscii la sua cappella già abbondantemente bagnata, finch&egrave non potei più trattenermi e con golosa voracità, cominciai a pomparlo, affondandomelo tutto in gola. Quasi soffocavo per quanto era grosso e lungo, ma cercavo di allargare quanto più possibile la gola per potermi gustare ogni centimetro di quella bontà della natura. Mentre lo spampinavo e lo menavo, con una mano massaggiavo il suo ventre peloso, fino a toccare il suo torace possente da toro infoiato. Ogni tanto lo estraevo per poter prendere fiato, ma lui subito mi teneva per il capo e mi rispingeva in gola quel massiccio cazzo di marmo.
– Suchi meglio di una fimmina! sii…sii…continua pompinara…sei un gran bel frocione.. Ti piace vestirti da fimmina…eh? si..lo sento che ti piace la mia bedda minchia sborrosa..mmmm…siii…continua..suca..ahhh…..

Quelle scurrili parole in siciliano mi infoiavano sempre di più e pompavo sempre più forte come una forsennata. Lui era troppo eccitato, lo sentivo mugolare, il suo respiro si faceva sempre più intenso, il suo cazzo si faceva sempre più duro e bollente, finquando emise un urlo cavernicolo dicendo ‘Troia..vengoooo..ingoia..ahhh..- ed esplose dentro la mia bocca un fiume di sborra bollente, che in parte riuscii a ingoiare e che in parte mi sbrodolava dalla bocca e mi colava lungo il mento. La mia bocca era tutta sbavata di sborra e rossetto.
Volle che lo tenessi ancora in bocca e che continuassi a pompare e così feci. Lo leccavo, me lo sbattevo in bocca e spalmavo col suo cazzo mezzo duro, in viso, tutta la sborra esplosa nelle labbra, fino a che, passarono circa 3 minuti, e gli venne di nuovo duro come un bastone di legno!
Mi prese la mano e mi sollevò da terra, mi prese in braccio e mi butto nel letto mettendomi a pancia in su e sollevandomi le gambe. Col suo membro dritto davanti a me, mi teneva dalle caviglie e poi faceva scendere le sue mani lungo le mie gambe, ricoperte dalla velatura delle autoreggenti, accarezzandole e poi si accasciò sopra di me strofinando il suo cazzo di marmo sopra il mio che ormai era da troppo tempo in tiro e che dunque sbalzò fuori dal perizoma. Mentre faceva su e giù sopra di me, mi baciava selvaggiamente il collo, come un leone che sbrana la sua preda. I suoi baffi strofinati sul mio collo mi davano una sublime sensazione, mentre sentivo il suo dolce fiato che sapeva di tabacco, mista all’odore del suo sperma che permaneva nella mie narici. Mi baciava sempre più infoiato il collo, mentre nell’orecchio mi sussurrava quanto fossi femmina, che io ero la sua femmina, che mi avrebbe trombato sempre ogni volta che lui avrebbe voluto e che io avrei ubbidito come una docile serva. Restammo così una decina di minuti, mentre mi baciava e farfugliava quelle parole in siciliano, continuando ad andare su e giù, quasi come a volere simulare una penetrazione alla missionaria con una donna. Io con le unghia laccate di rosso, mi aggrappavo alla sua schiena ansimando e tastando quelle spalle larghe e possenti e mi sentivo totalmente braccata e in suo possesso, ancor di più quando mi prese per i polsi e, continuandomi a schiacciare restando sempre sopra il mio corpo, portò le mie mani dietro la mia testa, continuando a leccarmi il collo, massaggiandomi ‘le tettine’ e offuscando la mia mente col suo calore e i suoi odori da maschio selvaggio.
Poi si alzò e, mi spinse le gambe indietro, affinch&egrave potesse portare il mio culo in direzione del suo cazzo. Si sputò sulla mano insalivando il suo membro già umidiccio e poi sollevò il mio culo, sputando dritto al mio buchino. Appoggiò la sua cappella sul mio ano e io ebbi un sussulto. Sentivo che spingeva pian piano e dolcemente si faceva largo, sdillabrando il mio buchino e io sentivo i tipici dolori lancinanti della prima spinta, ma cercavo di spingere quanto più possibile, per far si che quel bellissimo e durissimo pezzo di carne si facesse strada tra i miei sfinteri. Urlavo e ansimavo in un misto di dolore e piacere.. finquando vidi che il suo pube toccò le mie chiappe. Mi sentivo pienissima. Lui mi guardò con aria infoiata accennando a un mezzo sorriso malizioso e dolce e, senza sfilare il cazzo dal mio culo si accasciò nuovamente sopra di me baciandomi sta volta in bocca. Dopo aver infilato la sua lingua quasi fino in gola togliendomi il respiro, si rialzò sempre restandomi dentro, e cominciò a pomparmi il culo pian piano, uscendo e rientrando con movimenti ritmici che si facevano sempre più veloci. Cominciò a stantuffare il mio culo sempre più forte, sbattendo il suo pube sulle mie chiappe e tenendomi sempre dalle caviglie, mentre il mio cazzetto sbatteva a destra a sinistra a causa delle sempre più veloci spinte. I suoi gemiti da animale infoiato, si mescolavano al mio ansimare flebile come quello di una donna, al rumore del pube che sbatte violentemente nelle chiappe e al cigolio del letto. Io ero completamente aperta, come non mai, grazie alla rilassatezza e, dunque, al forte piacere che mi trasmetteva quell’uomo, tanto che, improvvisamente, sentivo una goduria che cresceva sempre di più, delle contrazioni che provenivano dalla prostata sempre più intense e levai delle urla da agnellino sacrificato che presero il posto del flebile ansimare. Cominciai a sentire il mio cazzo indurirsi come non mai da cui, senza toccarmi, cominciarono a fuoriuscire degli altissimi schizzi di sborra, che si riversarono sulla mia guepiere, sul perizoma e sul reggicalze. Contemporaneamente le mie contrazioni anali orgasmiche stringevano il cazzo del mio uomo, che lo resero ancora più animale e mentre sborravo cominciò a urlare in siciliano:
– Si troia…sborra..sii…lo sento che ti piace brutta vacca..
E così dicendo emise un ultimo urlo liberatorio che gli fece scaricare altro abbondante sperma dentro il mio culo, che cominciò a sbrodolare dal mio ano, colandomi lungo le chiappe.
Si accasciò accanto a me, mi strinse con le sue possenti braccia da dietro, mi strinse le guancie, girò il mio volto e ci abbandonammo ad un lungo bacio.. dopidich&egrave io mi misi come una gattina che fa le fusa appoggiata sul suo petto villoso e ci addormentammo mentre io gli baciavo il petto e lui mi accarezzava.
La mattina seguente, mi svegliai prima di lui e, dopo aver fatto una doccia, mi truccai nuovamente, indossai una sottanina nera di pizzo di sua moglie, reggicalze e autoreggenti, senza indossare le mutandine e andai in cucina a preparargli la colazione. Mi sentivo una vera mogliettina! Una vera donna! Mentre preparavo, sculettavo e canticchiavo come una femminuccia. Poi lui si svegliò e venne in cucina con i suoi slip bianchi, camminando mezzo addormentato, in maniera rozza e sistemandosi le parti basse da vero macho. Vide com’ero conciata e la tavola apparecchiata. Rimase un attimo di sasso, ma poi disse:
– tesoro..di prima mattina mattina sei splendida!
Si avvicinò da dietro, mise una mano sotto la sottanina e vedendo che ero senza mutande cominciò a sussurarmi all’orecchio quanto fossi puttana e senza aggiungere altro mi divaricò le gambe, si abbassò gli slip e mi scopò nuovamente, aggrappandosi al mio ventre per dare le giuste spinte. Dopo essersi scaricato nuovamente dentro il mio culo, andò in bagno si ripulì e tornò seduto a tavola per fare colazione. Io mi stavo per sedere a mangiare ma lui mi fermò subito:
– Le puttane come te..non mangiano..si nutrono solo di cazzo! intesi?! mentre io mangio..tu vieni sotto il tavolo e mi fai il pompino mattutino..
Allora io ormai docile e sottomessa, ormai completamente plagiata e abbandonata a lui, senza farmelo ripetere, mi infilai sotto il tavolo e lo spompinavo, pian piano senza fretta, leccando il suo pisello sempre in tiro, mentre lui mi accarezzava la testa e mangiava come se nulla fosse…..
Nei giorni seguenti, per tutta la settimana che sua moglie non fu in casa, io passai le mie giornate a casa sua, anche in sua assenza, per servirlo e riverirlo come la sua donna serva, umile, dolce e sottomessa e lui a trattarmi come il suo oggetto del desiderio, dosando con perfetto equilibrio dolcezza e fermezza, sempre rigorosamente vestita con biancheria femminile sexy, per essere sempre piacente agli occhi del mio uomo. Con lui imparai a essere completamente femmina, a modulare la voce più bianca possibile, e muovermi con grazia come una vera lady.
Per non destare sospetto ai miei genitori, tornavo a casa mia ogni giorno a pranzo e la notte per dormire, inventando mille scuse per le mie prolungate assenze. Poi passò quella settimana e io tornai a Milano, dove cominciai a fare tantissime altre esperienze da travestito in privato, ma continuammo a sentirci spesso e, ancora oggi, ogni volta che torno a Palermo ci vediamo ancora..dove consumiamo le nostre passioni nei luoghi e nei modi sempre più insoliti..

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