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In volo

By 27 Settembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

In volo
Qualche tempo fa sono stato in Israele per una fiera, al ritorno il volo per Roma partiva da Tel Aviv, eravamo tutti nervosi, i controlli estenuanti, tutte le valige aperte, alcuni oggetti sequestrati. Anche seduti sull’aereo non va meglio, il posto &egrave stretto, il mio vicino puzza.
La Hostess che ci serve &egrave un po’ maldestra, servendo il caff&egrave ha ustionato una passeggera prendendosi una ramanzina dal suo capo, infatti poco dopo tocca a me: mentre mi sporgo a guardare la gonna di un’altra ragazza vengo colpito violentemente alla testa, &egrave il carrello del duty-free che passa oltre, le scuse sono immediate la hostess si precipita su di me, balbetto nel mio inglese stentato che non &egrave niente, intanto ritraggo la mano dalla testa e la trovo sporca di sangue, mi fa alzare e mi conduce in uno dei separé dove conservano il cibo e le bevande inizia a medicarmi sembra che sia un graffio. Entra un’altra hostess, mentre io mi alzo in piedi discutono sottovoce tra loro, l’ultima arrivata se ne va chiudendo la tenda la seguo con lo sguardo, vedo ancora i suoi piedi oltre l’apertura. Quando mi giro mi trovo la prima ragazza a pochi centimetri dal mio volto mi parla sottovoce il mio inglese come dicevo &egrave scarso ma capisco le parole: reclamo, licenziamento, lavoro e chiede di fare qualcosa in cambio, sono confuso, non ho afferrato tutto ma la sua coscia che si alza tra le mie gambe mi toglie ogni dubbio.
Le sussurro in inglese pronunciato male: “swollow”, lei sussulta approfitto per baciarla con il mio alito pesante afferrandole con violenza il sedere perdiamo l’equilibrio e ci appoggiamo rumorosamente alla scansia metallica la sua collega da davanti alla porta ci ricorda la sua presenza con un sommesso sss…
Lee questo &egrave il nome scritto sul cartellino, si divincola spostando le mie mani che stanno frugando il suo corpo, mi guarda negli occhi ed infine conferma: “ok, swollow”; si gira beve un sorso di caff&egrave caldo e mettendosi un dito davanti alle labbra cerca qualcosa, trova un cuscino e si inginocchia, la vedo deglutire prima di allungare le mani per slacciare la mia cintura, sono dita lunghe e affusolate le unghie sono corte e curate, senza smalto; apre anche tutti i bottoni dei pantaloni prima di fermasi un attimo per alitarsi sulle mani e sfreganrle tra loro mentre mi sorride.
Il mio pene si muove dentro la biancheria, mi vergogno per un momento di essermi lavato solo la mattina prima di lasciare l’albergo, sento che mi cala gli slip poi incomincia e io non riesco più a pensare a niente, la sua bocca &egrave calda si muove gentilmente non ha fretta, trattiene la mia cappella tra le sue labbra morbide in un lungo bacio con lo schiocco vedo la sua testa andare avanti ed indietro, ha i capelli color miele raccolti in una treccia stretta sulla nuca.
Riesco a riprendere il controllo, voglio godermi questo pompino al massimo le metto una mano sul viso per staccarla e le spiego un po a gesti un po’ a parole che voglio vedere i suoi occhi mentre… come si dice in inglese… ma non importa ha capito con un sorriso malizioso alza lo sguardo, i suoi occhi sono nocciola, con un risolino si riavvicina al mio membro lo tiene tra gli incisivi, mentre dentro la sua lingua continua a muoversi, senza allontanare lo sguardo inzia ad alternare momenti in cui mi tocca con lingua ai momenti in cui mi ingoia e succhia, non ho mai sentito una lingua cosi veloce la fa correre dappertutto, sulle mie palle, sotto, fino al perineo, quando con la lingua inizia ad esplorare qualche nuova parte del mio corpo la sua mano mi afferra forte il pene e non lo lascia fino a quando non vedo di nuovo scomparire la mia cappella dentro la sua bocca.
Una discussione oltre la tenda ci richiama alla realta l’altra hostess sta allontanando qualcuno poi mette dentro la testa e prendendo una scatola da uno scaffale dice qualcosa alla collega, &egrave molto imbarazzante la seguo uscire dalla tenda, Lee con una carezza sul volto richiama la mia attenzione, “please came in my mouth” dice poi prende le mie mani e le guida alla sua nuca, afferro al volo la situazione: basta giocare, per farmi concludere vuole abbandonarsi nelle mie mani.
Bene se &egrave questo il gioco, voglio giocarlo fino in fondo.
Le metto una mano dietro la testa e la spingo indietro fino a quando la mia mano non appoggia contro lo stipite, ora non può più rifiutare le mie spinte, l’altra mano gliela metto sotto la gola, la sento deglutire a fatica, rinnovo la presa della sua testolina tra le mie mani poi incomincio a spingere avanti ed indietro.
Quando la sento cominciare a tossire smetto di spingere fino in fondo ma non mi fermo e non lascio la sua testa, intanto l’altra hostess che aspetta dall’altra parte della tenda, preoccupata per i versi della collega si affaccia alla porta: “everything ok?” mi guarda negli occhi poi osserva Lee: ha la faccia arrossata, per lo sforzo una grossa lacrima le scivola lungo una guancia e la treccia dei suoi morbidi capelli si sta sciogliendo tra le mie mani, ma continua stringermi tra le sue labbra, rispondo io per lei “yes very ok”.
Quando mi accorgo che la seconda hostes ha intenzione di rimanere a guardare la fine di questo fantastico pompino le sorrido ma lei non guarda me continua a guardare Lee che mugola tra le mie mani.
Non resisto più ed ora ho anche un pubblico, le spinte si fanno nuovamente profonde nella gola di Lee, fino a quando il mio piacere esplode.
Mi ritiro dalla sua bocca solo dopo avergliela riempita completamente del mio seme, lei ha i segni delle mie dita sul viso e sulla gola ma si può finalmente rilassare quindi timidamente sorride ed io mi ricordo all’improvviso come &egrave cominciato tutto e le sussurro “swallow!”.
Lee si alza, ha le labbra serrate, con uno sguardo rimanda la collega dall’altra parte della tenda, fissandomi negli occhi apre la bocca per farmi vedere cosa conserva, una goccia di sperma le cola fino al mento e finalmente inghiotte. La ragazza &egrave convinta di aver finito, si gira e comincia a rassettarsi, la prendo per quel che resta della treccia e la costringo a tornare davanti a me, non capisce ed &egrave un po’ spaventata, le indico i miei calzoni che lei stessa ha calato qualche mituto prima, ora li rialza, sistemando il mio cazzo dentro gli slip e poi sistemando la camicia e riallacciando i bottoni dei miei pantaloni. Quando finisce le spiego che il volo durerà altre 3 ore, e che tornerò a trovarla per il resto, nonostante il mio inglese capisce e mentre si prende il viso tra le mani io esco diretto al mio posto, ho bisogno di riposare un po’, ma a metà del corridoio mi arresto, a momenti dimenticavo, torno indietro, davanti alla tenda c’&egrave ancora la seconda hostes, appena si gira la stringo con forza in vita e alla nuca e la bacio.

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