La settimana dopo tornammo nel club.
Dopo meno di quindici minuti che eravamo al banco del bar per bere una cosa, ci spostammo per dare un’occhiata in giro; verso la fine del corridoio percorso in parte una settimana fa, trapelava una luce, ci dirigemmo là.
A differenza della penombra dove avevamo consumato la precedente esperienza, quest’altra stanza era completamente invasa di luce, abbagliante del bianco di pareti, pavimento e i pochi arredi consistenti di un divano, due poltrone, un grande pouf, anche questi bianchi, e un tavolo sul quale erano appoggiati alcuni oggetti.
Appena entrati le due donne che erano sedute sul divano si alzarono e i vennero incontro; Capelli castani lunghi entrambe, tacchi alti, ma non quelle scarpacce da troia da sito porno di infima categoria, delle belle scarpe con un tacco 12, calze auto reggenti, body nero borchiato che comprimeva i due busti e faceva risaltare i seni che a stento contenevano. Due donne molto belle, truccate in maniera sobria, perché senza la necessità di doversi mascherare daa puttana che staziona sulla Via Aurelia.
“Ma chi abbiamo qui, una bella coppietta…”
“Non fate i timidi spostiamoci qui al centro” le due donne presero per mano Francesca, che nel suo vestito lungo nero non sfigurava affatto, anzi, sembrava di casa insieme alle altre due fighe.
“Non mi sembra di conoscervi, vero Mary?”
“Credo di non averli mai visti, benvenuti, io sono Mary e lei è Kate, cosa vi ha portato qui?”
“Lui…” disse Francesca, come a voler scaricare la responsabilità su di me.
“Ci ha portati qui la curiosità” risposi io
“Senti senti, e di cosa siete curiosi, cosa vi piace… sentiamo”
“Ci piace tutto e abbiamo fatto quasi tutto, vero tesoro?” Francesca annuì soltanto, forse turbata perché Kate iniziò a girarle intorno per ammirarla, carezzandole le spalle, scostandole i capelli per scoprire il collo, facendo scivolare una mano sui fianchi…
Quella sera, nell’eventualità che mi fossi dovuto buttare nel mezzo a tre fighe contemporaneamente (e Dio solo sa quanto lo avrei voluto!) per precauzione mi ero preso una compressa da 25 mg di sildenafil; fino ad allora non avevo mai avuto problemi di erezione e durata, ma magari per tenere testa a tre fighe, con una di queste, Francesca, alla quale il cazzo piaceva da morire in tutti i modi, la precauzione poteva essere utile.
“Ci manca giusto qualcosina e così ho pensato che avreste potuto dare una mano alla nostra Francesca, per spingersi ancora un po’ più in là”
“Siiii la cosa potrebbe interessarci, vero Mary?”
“Si Kate, molto interessante. Sei davvero bella Francesca, sai?” e anche Mary si unì al girotondo.
“Tu siediti, lasciaci fare”
“Facci fare amicizia con Francesca”
“Giochiamo Francesca?” Mary le si avvicino per baciarle una guancia, poi si spostò sul collo e baciò ancora trattenendosi con le labbra. Kate che le stava dietro, le mise le mani sui fianchi e iniziò a muoverle sul culo per saggiarne la consistenza. Francesca si irrigidì ed ebbe un moto come per allontanarsi.
“Non fare così tesoro, ora sei qui e dobbiamo diventare amiche, altrimenti ci tocca usare le maniere forti…” a queste parole Francesca ebbe un brivido che non avrebbe mai sospettato di poter sentire: l’idea di essere dominata da due donne le si accese nella testa, ma la razionalità la bloccava ancora.
“Non voglio…” pronunciò timidamente a voce bassa
“Oh ma non ha importanza quello che vuoi o non vuoi, qui comandiamo noi” Kate le prese le braccia da dietro come per immobilizzarla, Mary le prese il viso con una mano stringendolo per tenerle la testa ferma e la baciò sula bocca. Francesca fece per scansarsi, ma la donna la prese per i capelli. Cambiò il tono repentinamente
“Non mi sono spiegata stronza, qui comandiamo noi, tu non conti un cazzo” la prese per la gola stringendo e di nuovo la baciò. Francesca questa volta non si sottrasse ma tenne la bocca chiusa così Mary le leccò prima le labbra, poi il mento e le guance, come per volerla assaggiare.
Nel frattempo mi ero accomodato su una delle poltrone, con l’uccello, complice la chimica, già bello ritto più del consueto, ma ancora dentro i pantaloni.
Le due donne quasi trascinarono Francesca fino a sedersi sull’altra poltrona e appena fu seduta le alzarono il vestito a scoprirle le cosce e il ventre, indossava un perizoma di pizzo nero.
“Guarda che belle gambe che ha” e le diede uno sculaccione sulla coscia
“Aprile” Francesca non ubbidì e allora Kate da dietro la tenne ferma sula poltrona, che non potesse provare ad alzarsi (ma chissà se avrebbe voluto…) al contempo Mary, con delle cinghie che erano fissate ai braccioli e alle gambe della poltrona, le legò le mani e piedi; adesso era impotente nel fare qualunque movimento.
Kate da dietro le fece scivolare le mani sul seno per toccarlo da sopra il vestito, lo impastava stringendo e andando a cercare i capezzoli che, mi accorsi anch’io da qualche metro di distanza, erano diventati duri tendendo la stoffa. Mary le carezzava le cosce.
”Sentiamo se le piace come la trattiamo” con le dita scostò il perizoma e le insinuò tra le labbra.
“Ahhh si che le piace, senti come si sta bagnando questa puttanella, perché sei una puttana, vero Francesca? È una puttana, vero?” rivolta a me…



Ho letto il tuo raccondo e nn ho resisitito ma mi sono unito all'orgia prima della fine :P sul discorso…
Ciao, questo racconto in questi due capitoli e' gia' una promessa ...sara' bellissimo perche' lo e' gia' quindi mi aspetto…
La storia è interessante, la continui?
Scenario molto interessante, spero che il racconto continui. Sarebbe bello che Laura, dopo aver mostrato il suo buchino, fosse un…
Raccontino spiccio...direi che nel giro di poche settimane la prof finirà farsi fare di tutto da tutti gli alunni della…