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la causa di tutto

By 29 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

E dire che la causa di tutto fu una piattola..!! Ero ancora a scuola quando successe. Mia madre era professoressa di matematica al liceo e mio padre insegnava all’universita’. Lui pero’ c’entra poco. Quel giorno, me lo ricordero’ per sempre, tornai tranquillamente a casa da scuola, aprii la porta e:
“Ste, lascia tutto li, vai in bagno, spogliati e aspettami” urlo’ mia madre dalla cucina.
“Cosa succede”?
“Zitto e vai in bagno”!
Obbediente, ero un bravo ragazzo, feci come mi aveva detto. Lasciai i libri all’entrata e mi infilai in bagno dove mi spogliai restando in mutande. Subito arrivo’ anche lei, tutta agitata, gli occhiali di traverso e spettinata.
“Mamma! Cosa e’ successo”?
“E’ successo che mi ha chiamato la Lina e mi ha detto che a suo figlio hanno trovato le piattole. E lui va nella classe vicino alla tua e usate gli stessi bagni. Forza, levati anche quelle”! e indica le mie mutande.
Non provai nemmeno a protestare e me le tolsi. Lei prese tutti i miei vestiti e li infilo’ nella lavatrice con la temperatura al massimo e del disinfettante.
“Adesso vieni qua”! ordino’.
Mi fece sedere sul cesso e, aiutandosi con una lente di ingrandimento comincio’ as frugarmi, prima tra i capelli, poi sotto le ascelle, la prima peluria sul petto poi giu’ fino al ventre. In piedi sulla tazza mi fece girare guardandomi tra le chiappe e dietro ai testicoli. Si fece una risata nel vedere il mio ano ingrandito dalla lente. Tutto quel frugugnare in quella zona delicata mi stava facendo uno strano effetto. Nonostante la sua presenza mi stava venendo duro. Cominciai ad agitarmi e tratenni il respiro quando mi fece girare di nuovo e il mio cazzo duro la miro’ dritto in faccia. Senza una parola, sempre concentrata alla ricerca delle famose piattole, lo afferro’ con tre dita della sinistra, mantenendo la lente tra pollice e indice ed inizio’ a muoverlo da tutte le parti mentre con la destra mi frugava tra i peli. Tutto questo in pochi secondi. Quando recuperai il fiato e provai a dire qualcosa era troppo tardi. Con un grugnito e quasi cadendo, le spruzzai in faccia il contenuto delle mie palle. Scioccata lascio’ cadere la lente, sempre tenendomi il cazzo stretto in mano, automaticamente seguendo i miei spasmi:
“Stefano! Ma cosa fai….”!
“IO…scusa mamma….io…
“Oh Stefano! Scusami, perdonami! E’ tutta colpa mia…..io non pensavo….”!
SE non fosse stato cosi’ tragico sarebbe stato ridicolo. Mia madre, seduta su di uno sgabello di fronte a me in piedi sul cesso, me lo teneva in mano con la faccia schizzata di sborra, specialmente gli occhiali. Cercai di minimizzare:
“Non ti preoccupare mammina! Non e’ successo niente! Sono cose che capitano…!”
“E no caro mio..Non son cose che capitano! Le mamme non dovrebbero tirar le pippe ai figli..! Oh mio Dio Stefano! Che stupida…come ho fatto a non accorgermene…!!
“Forse ti sei dimenticata come funzionano…..gli uccelli…!
Si fece una sonora risata e si alzo’ togliendosi gli occhiali imbrattati.
“Aspetta un attimo che ti pulisco” disse prendendo un asciugamano.
Lo bagno’ di acqua calda e si puli’ prima il volto e poi incomincio’ a pulirmi.
“Ecco qua’….un secondo e…”
E mi venne di nuovo duro! Questa volta se ne accorse. Se lo senti’ crescere in mano, lo guardo’, si fece rossa in faccia e comincio’ ad ansimare.
“Ste…io…e’ meglio che tu faccia da solo…”!
Mi mise in mano l’asciugamano e scappo’. Finalmente scesi dal cesso e finii di ripulirmi. Poi mi diressi verso la mia stanza. Passando di fromte alla sua camera sentii dei gemiti. La porta era leggermente socchiusa, spinsi un tantino e guardai dentro e sentii come un forte colpo allo stomaco. Sdraiata sul letto, la gonna arrotolata sui fianchi, gli occhi chiusi e digrignando i denti si strava sbattendo due dita tra le gambe mentre con l’altra mano si sfregava tra i peli. Come in trance, lo sguardo fisso sulle sue mani, spinsi la porta ed entrai avvicinandomi lentamente al letto. Mi era tornato instantaneamente duro e me lo toccavo lentamente. Ora potevo vedere le due dita che si infilava con forza e velocemente nella fica. Apri’ gli occhi e mi guardo’. Fu come se il tempo si fosse fermato. Trattenni il respiro, la mia mano si muoveva al ritmo della sua. Mi sorrise e ricominciai a respirare.
“Vieni qui” disse senza smettere, solo rallentando.”Avvicinati”!
Rassicurato dal suo sorriso mi portai al suo fianco. Lei mi prese una mano e me la porto’ a toccare la sua fica, nel punto dove si stava sfregando.
“Dai Ste, toccami qui…bravo”! mentre continuava a sbattersi con due dita lascio’ la mia mano e comincio’ ad accarezzarmi le palle e il solco del sedere, fino a strofinarmi il buchetto contratto.
“Si Ste..dai che godiamo assieme..si,bravo….cosi..”
Sentivo la punta dura del suo grilletto sotto le mie dita e la sfregai, aumentando il ritmo della mia sega, pochi secondi e le sborravo sulla pancia.
“Oh mamma! Ecco…oh si….ecco…!”
“Anch’io..! Godo anch’io…! Si caro…si….godoooo!
Spompato mi sedetti accanto a lei. Ripendemmo fiato e lei si alzo’ sempre tenendo su la gonna.
“Guarda come mi hai conciata! Vieni che andiamo a lavarci!” sorrideva.
E mentre mi alzavo per seguirla lei raccolse con un dito la gocciolina che era apparsa sulla mia cappella e se la porto’ alle labbra succhiandola poi mi diede un bacetto sulla guancia e uno schiaffetto sul culo.
“Dai forza, andiamo…muoviti..”!
La seguii in bagno guardandole il culo. Non avrei mai immaginato che mia madre avesse un culo cosi bello. Negli ultimi anni non l’avevo mai vista nuda, salvo in costume. In piu’ era sempre vestita seriamente, coi capelli raccolti e gli occhiali. La tipica professoressa di matematica. Invece, a quarantun anni, era ancora in forma. Snella con appena un po’ di pancetta e un bel culo rotondo e sodo. Si spoglio’ del tutto invitandomi a seguirla nella vasca. Anche le tette mi ero dimenticato. Due belle tette bianche e lisce che cominciavano ad abbassarsi ma erano ancora consistenti, due capezzoloni scuri e duri su due piccole aoreole grinzose.
“Tieni, baciamele” disse porgendomi i seni con le mani. Le afferrai e le mordicchia tutte, succhiandole i capezzoli duri e facendola gemere.
“Ti ricordi quando me le succhiavi”? “Ti piacciono ancora?”
Mugolai senza rispondere mentre il mio cazzo cominciava a dar nuovamente segni di vita. Mi spinse di fronte a lei togliendomi letteralmente le tette di bocca.
“Ti piaccio?” mi chiese.
“Sei bellissima, mamma!” allungai di nuovo le mani verso le tette che mi attiravano enormemente. Ma lei si scosto’ e fece un giro su se stessa.
“Cosa ti piace di piu’?”
“Mammina, hai un culo bellissimo! Non me lo ricordavo cosi’!”
Lei rise girandosi e appoggiandosi al muro con le mani, il culo spinto verso di me, divaricando le gambe. A quello spettacolo mi venne nuovamente durissimo. Ansimavo un tantino. La sua voce si fece piu’ roca.
“Dai, insaponami! Cosa aspetti?” e spinse acora un po di piu’ il culo in fuori.
Arrapatissimo presi la saponetta e cominciai ad insaponarla, incitato dalla sua voce che mi diceva continuamente:
“Si, bravo…cosi’..si, anche li’…ecco…si…ancora un po…bravo…!”
Per arrivare alle tette che penzolavano sotto di lei, mi dovetti avvicinare. Il contatto del mio cazzo duro contro la sua pelle bellente fu come una forte scossa elettrica. Mi apoggiai, il mio cazzo che si sfregava contro le sue chiappe, afferrai le tette con le mani insaponate, stringendole i capezzoli duri, sfrefgandoli e rigirandoli tra le dita.
” Si Ste….bravo…mmmmmm…cosi,si….e questo cos’e’? chiese portando una mano dietro e afferrandomi l’uccello.
“E’ di nuovo duro Ste! Dai, cosa aspetti……spingi….!!” Cosi’ dicendo, appoggio’ la punta all’entrata della sua fica, grondante e bollente.
“Ooooh! Si! Ste…..Ste…mi stai chiavando Ste!….Si..scopami..Ste..si,scopami..spingi Ste,..piu’ forte, si svelto…Ste! Ste…! Dai Ste!”
Aggrappato alle sue tette la scopai sempre piu’ rapido, seguendo le sue indicazioni, spingendo a fondo, con forza sempre piu’ veloce. Ansavo, la bocca aperta, asciutta, non riuscivo a dire una parola.
“Dai Ste…dai..si,dai…forza Ste…godo …oh si…godo..! Sto godendo Ste…ecco, ecco…siiii…sto venendo…godo Ste…bambino mio…godo….godoooooo..!!
Tremava, si sbatteva scossa da tremori tanto violenti che, se non fossi stato ancorato alle sue tette, mi avrebbero disarcionato….Poi , improvvisamente si affloscio’ come se avesse perso tutte le forze. Uscii da lei che subito si rigiro’ e, in ginocchio di fronte a me, mi afferro’ con entrambe le mani e, con mio grandissimo piacere e stupore, se lo mise in bocca. Me lo succhiava con avidita’, muovendo contemporaneamente una mano in una sega velocissima mentre con l’altra mi massaggiava le palle spingendo un dito contro il mio buchetto, cercando di forzarlo. Sentti l’orgasmo avvicinarsi, tutto il mio essere era concentrato nella cappella, tra le sue labbra. Mi rilassai un tantino e il suo dito mi trapano’ lo sfintere. Fu l’ultima goccia. Con un ruggito le scaricai tutto in bocca.
“Aaaaghh..!! Mammaaaaaa…ecco..ecco…siiiiiiiii…”!
Si bevve tutto, senza perderne una goccia, succhiando fino a quando non la respinsi. Allora si rialzo’, sorridendo, sempre massaggiandomi le palle, leccandosi le labbra e mi bacio’. La sua lingua in bocca, il sapore nuovo, dolce e aspro allo stesso tempo, della mia sborra, mi diedero un nuovo brivido di piacere. Fu un bacio lunghissimo.
“Mio Dio Stefano…cosa abbiamo fatto…!” disse guardandomi negli occhi. “Io non so cosa mi ha preso…io…perdonami caro….perdonami..!!”
Le appoggiai le mani sulle spalle, sempre guardandola negli occhi.
“Mammina..!” dissi dolcemente, baciandola nuovamente sulle labbra.”E’ stata una cosa meravigliosa…pensa..d’ora in poi avremo sempre questo ricordo bellissimo..!!”
“Ste, non ho mai goduto cosi’ in vita mia, neanche qund’ero una ragazza.. Come potro’ guardarti e non pensare ad oggi, non desiderti nuovamente..?”
“Saro’ sempre con te ma! E ti faro’ godere tutte le volte che vorrai.!”
Mi diede una strizzatina all palle.
“Meglio che usciamo di qua Ste..o tuo padre ci trovera’ ancora ingroppati!”
“Guarda come mi hai ridotto le tette..! Speriamo non mi vengano i lividi..!”
Le impronte rosse delle mie dita le erano rimaste impresse sule tette bianche. Non mi ero reso conto di averla stretta cosi’ forte. Finimmo di sciacquarci e ritornammo alla vita di tutti i giorni. Una vita che non sarebbe piu’ stata normale. Da quel giorno…….
Ma questa e’ un’altra storia. Se volete ve la raccontero’. Fatemi sapere se vi e’ piaciuto questo racconto. Scrivetemi a thorex56@hotmail.com
Aspetto le vostre critiche e consigli.

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