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LA MIA FAMIGLIA 6.

By 9 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

ciao a tutti, sono Massimo! vi ricordate di me e della mia famiglia porcellona? prima di leggere questo racconto, vi consiglio, per chi non l’avesse ancora fatto, di leggere i primi 5 episodi della serie “LA MIA FAMIGLIA”! buona lettura!

mi svegliai verso l’ora di pranzo e, una volta alzatomi, girai per la casa accorgendomi che il resto della famiglia era ancora a letto a dormire; così ne approfittai per uscire a sbrigare delle commissioni.
impiegai circa 5 ore, andando avanti e indietro per la città. sentii squillare il mio cellulare: era mia madre!
-“tesoro, dove ti sei cacciato? sono quasi le 18…lo sai che stasera vengono i nonni e gli zii…”- “cazzo, me ne ero proprio dimenticato…arrivo subito!”- così attaccai e mi incamminai verso casa.
mentre camminavo, pensai a come, ormai, facessi regolare uso di turpiloquio, cosa proibitissima fino a qualche giorno fà; usandolo, mi sentivo più libero e, in certi momenti, era un’ottima valvola di sfogo!
arrivai a casa ed entrai: i nonni materni e gli zii, sempre dalla parte di mia madre, erano già arrivati!
salutai nonno Carlo, un uomo di 69 anni robusto e alto 1.72 cm, capelli ormai bianchi ma occhi scuri e vispi, e nonna Teresa, una donna di 66 anni tenuti perfettamente, alta 1.58 cm, capelli ondulati corti e tinti di rosso, molto robusta e abbronzata, con 2 tettoni di una 7′ sempre in vista, grazie alle magliette scollate e un culone da far paura!
poi mi diressi verso lo zio Alberto, fratello di mia madre già menzionato in precedenza, un uomo 49 enne, alto 1.75 cm, castano e palestrato; fu la volta di mia zia Franca, 40 anni ben portati, alta 1.68 e formosa, non troppo magra n&egrave grassa, insomma, nella media, a parte una 4′ di seno lentigionoso e dei polpacci scolpiti grazie al regolare futting mattutino. &egrave una donna bionda naturale con capelli a caschetto e, come accennato, di pelle chiara e lentiginosa, occhi azzurri e labbra sottili, di origine tedesca.
Alla fine salutai loro figlia, mia cugina Denise, di 16 anni; &egrave alta 1.60, occhi di ghiaccio, capelli lunghi, lisci e biondi: anche lei ha la pelle chiara, ma senza lentigini.
&egrave molto esile, deve ancora formarsi completamente, ed ha 2 tettine da adolescente, una 2′; porta un piercing al naso e ha delle labbra a forma di cuore, che dicono “baciami”!
una volta salutati, ci dirigemmo a tavola, perch&egrave pronta la cena. ci sedemmo e, dopo una preghiera da parte di nonno Carlo, cominciammo a mangiare!

-“ho sentito che vi siete licenziati…come mai? non vi andava bene il lavoro? eppure pagavano abbastanza bene!”- chiese nonno Carlo a mio padre. mio padre cercò le parole adatte per rispondere, al che disse: -“b&egrave, abbiamo trovato un lavoretto che rende molto di più!”- “ah, sì? e di cosa si tratta?”- chiese nonna Teresa.
risposi io per evitare sgradevoli fraintendimenti: -“ci occupiamo di intermediazione di servizi vari”- “&egrave un po’ troppo generica come risposta, non ti pare?”- si intromise zio Alberto. -“servizi atti a soddisfare certe esigenze…”- replicai incerto. -“sì, abbiamo capito che si tratta di servizi…d’altronde anche noi con il nostro lavoro forniamo un servizio ai cittadini! sii più preciso!”- mi interruppe mia zia Franca. -“&egrave vero, non abbiamo capito ancora niente…per caso nascondete qualcosa?”- si aggiunse anche la cuginetta Denise.
guardai mamma e papà e poi Fabrizio e Silvia, incerto su cosa rispondere; mia sorella prese la parola:
-“no, non nascondiamo niente…anzi, vorremmo che foste anche voi partecipi…”- “ma cosa dici?”-intervenne mio fratello impanicato.
dovevamo controllarci, e non era facile dal momento in cui il vino abbondava e anche…la nostra “voglia”…
-“mia figlia sta solamente scherzando!”- aggiunse mio padre. -“no, non sto scherzando! comunque, per farla breve, lavoriamo nel mondo dello spettacolo…più precisamente nel settore pornografico…”- ormai Silvia era partita con l’alcool. -“adesso basta! toglieteli quella bottiglia di vino davanti!”- disse brusco mio padre.
-“vado a prendere il dolce, vieni con me Silvy?”-cambiò discorso mia madre togliendo l’imbarazzo generale.
-“aspettate! vi aiutiamo…”-dissero alzandosi mia zia e mia cugina; così si diressero in cucina.

fu al loro ritorno che la serata cambiò “tema”: mia madre tornò con della cioccolata calda, chiudendo l’uscio della cucina alle sue spalle con le altre donne all’interno. nel camminare, si notava che anche lei era alticcia, dato che barcollava pericolosamente, tanto che cadde versando parte del contenuto della teiera sui pantaloni di suo fratello Alberto. -“oh…scusami! son mortificata! aspetta, che ti dò una pulitina!”- e prese a strofinare con un panno umido i pantaloni macchiati di zio Alberto all’altezza della coscia. mia madre, inginocchiata in mezzo alle gambe aperte di Alberto, cominciò a strofinare con insistenza la patta dei pantaloni, così che inevitabilmente si gonfiò. -“attenta a non insistere troppo su quel punto, potrebbe scoppiare qualcosa!”- disse nonna Teresa accorgendosi del rigonfiamento di suo figlio. -“&egrave davvero un peccato tutto questo spreco, mi leccavo i baffi dalla voglia di bere della buona cioccolata calda…adesso come faccio?”-piagnucolò mia madre. – “qui ce n&egrave ancora un po’, se hai tanta voglia, perch&egrave non l’assaggi?”-propose lo zio indicando la patta ancora macchiata; e fu quella la scintilla che fece scattare tutto.
mia madre comiciò a leccare lascivamente la patta di Alberto e prese a roteare il culo per l’eccitazione.
-“mmm, &egrave proprio buona!”- si scostò mia madre leccandosi i le labbra sporche di cioccolata. poi fece scorrere su e giù un dito, raccogliendo la rimanenza, e se lo portò in bocca ciucciandoselo come fosse un cazzo.
-“perch&egrave non l’assaggi con un bel cannolo…&egrave ancora più buono!”- disse lo zio facendosi slacciare i pantaloni da sua sorella. mamma tirò fuori un cazzo niente male. noi tutti eravamo attoniti. mia madre si passò la lingua lungo le labbra come se avesse l’acquolina in bocca. e così cominciò a far scorrere la lingua dalla base al vertice del cazzo di zio Alberto.
proprio in quel momento entrarono in soggiorno mia sorella, zia Franca e mia cugina.
-“ma…amore cosa stai facendo?…e tu…tu…come osi?..”- balbettò zia Franca rivolta a suo marito e a mia madre.
-“papi…ma che…”- anche Denise era scioccata.
mia sorella, invece, colse l’occasione per toccarsi la fregna inarcando leggermente le gambe; poi, con la mano libera, prese a massaggiare, da dietro, i seni di mia zia e a baciarle il collo, sussurrandogli: -“su, avanti…lasciati andare!”- mia zia cominciava a gemere di piacere e, voltandosi bruscamente verso mia sorella, disse: -“siete dei porci bastardi…fatemi vedere cosa sapete fare…!” ed infilò con violenza la lingua nella bocca di mia sorella.
-“ma mami, papi…che fate?”- chiese con voce rotta dall’eccitazione, mia cugina Denise. – “tesoro, vieni da papà…”- la chiamò suo padre mentre ancora mia madre lo spompinava forsennatamente.
mia cugina raggiunse il padre che, a sua volta, le infilò una mano sotto la gonnella, cercando la fighetta di sua figlia. -“ohhh…mi fai godere…sì papino…toccami la patatina…”- gemette Denise.
mio nonno raggiunse mia madre e sua nipote e, calandosi i pantaloni, porse il cazzo alla ragazzina vogliosa. -“prendi in bocca il cazzo di nonno…su, da brava!”- “tesoro, fai finta che sia un lecca lecca, fai godere nonno…”- la incitò sua madre staccandosi momentaneamente dall’appassionato bacio saffico con mia sorella, dopodich&egrave ricomiciarono, spogliandosi a vicenda.
mi guardai intorno, e mia accorsi che mio fratello e mio padre avevano calato la maglietta di nonna fino a sotto i seni, e si erano posizionati uno da un lato, l’altro all’opposto, per ciucciargli un capezzolo a testa. erano davvero enormi! come enormi erano le 2 areole. -“Massimo, vieni a leccarmi la figa..son tutta bagnata, la nonna!”- così la raggiunsi, mi misi a gattoni, quasi sotto al tavolo, le sollevai la gonna e cominciai a leccarla dalla stoffa della mutanda ormai unta e bisunta dei suoi umori; poi gliela scostai, ed infilai la lingua nel figone peloso ed allagato, impiastricciandomi tutto il viso. la nonna godeva senza ritegno, emettendo quasi dei grugniti!
mia madre si staccò da suo fratello e si rivolse a suo padre, dicendo: “su, papà…violentami un’altra volta! ricordi quando avevo 15 anni? ho goduto come una matta!…”- nonno disse, alzando mia madre con forza e scagliandola a gambe larghe sulla tavola da cucina: -“ti apro in due, troia che non sei altro…e tu, Denise, ciuccia le palle di nonno mentre scopo questa cagna”- e così prese a scopare con forza mia madre, mentre mia cugina, inginocchiata sotto al tavolo, leccava e ciucciava le palle del nonno e, dopo un po’, di suo padre, che si aggiunse al fianco di nonno per mordere i capezzoli di mia madre.
mia sorella e zia Franca erano per terra, ormai tutte nude, in un languido 69, mentre mio padre e mio fratello, avevan piegato nonna a 90 gradi sul tavolo, di fronte a mia madre e, mentre mio padre la inculava, mio fratello, a sua volta, inculava suo padre. mia madre e nonna, che le era con il volto e i tettoni sopra il suo volto, si scambiavano delle vere e proprie leccate di lingua e, ad un certo punto, cominciarono a sputarsi addosso, centrandosi, alle volte, in bocca e ingoiando tutto.
la casa era pervasa da continui gemiti, urla volgari e rumori lascivi. e il bello stava nel fatto che eravamo tutti in famiglia! cominciammo a godere: mio fratello nel culo di papà, mio padre in quello di nonna, mio zio in faccia alla figlia, mio nonno nella figa di mia madre. io, in disparte a godermi lo spettacolo tirandomi una sega, venni sulla mia mano che porsi a nonna che, come una baldracca, leccò e ciucciò, dito per dito! mia cugina Denise, si avvicinò a sua madre, ancora in 69 con mia sorella, si chinò e si fece leccare il viso dalla mammina che venne assieme a mia sorella proprio in quell’istante, imbrattandosi il viso e facendosi, così, ricambiare il favore da sua figlia.
ci fermammo tutti, un attimo di silenzio. eravamo sudati e la stanza era pervasa da un forte odore di umori, quali sperma e, appunto, sudore. ci guardammo, e la prima a parlare fu mia nonna:- “cazzo, che porci che siamo!”- e scoppiammo tutti a ridere.
ci ricomponemmo e, nel congedarci, ci ripromettemmo di trovarci in campagna, nella fattoria di nonno e nonna.
la serata finì, ottimamente, direi! andai a coricarmi soddisfatto e più che mai eccitato per il prossimo perverso incontro con i famigliari! alla prossima!!!

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