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La partenza

By 21 Luglio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono le 10:30. L’aereo parte a mezzogiorno e l’imbarco, come mi ha gentilmente spiegato la ragazza che mi ha dato i biglietti &egrave fra un’ora. E’ un giorno feriale e l’aeroporto &egrave semi deserto.
Ordino un caffé al bar e mi appresto ad una noiosa attesa quando il suono del mio cellulare mi distrae. Il nome di Silvia lampeggia sul display, ‘mi vorrà salutare’ penso. Sapeva che partivo da Milano, avrei voluto arrivare la sera prima e passare una serata con lei, ma impegni di lavoro non me lo hanno permesso, sicuramente ci sarebbe scappata anche una bella scopata, anche se Silvia &egrave un po’ troppo perbenista e con poca fantasia nel sesso per i miei gusti.
‘Ciao Silvia’ Rispondo. ‘Ciao Enrico, dove sei, sono passata in aeroporto, volevo vederti e salutarti’. ‘Sono al Bar’ rispondo con sorpresa. ‘Aspettami che arrivo’ mi dice e chiude.
Ho appena finito il caffé e la vedo arrivare, &egrave bellissima. La osservo mentre ancheggia verso di me. Ha una gonna leggera ed ampia che copre quasi interamente quelle meravigliose gambe che io conosco in ogni centimetro per averle esplorate con le mani e la bocca, sopra indossa una camicetta bianca slacciata quel tanto per lasciare intravedere una scollatura mozzafiato. Ha i capelli lunghi raccolti ed un sorriso raggiante. Improvvisamente ho una visione della nostra ultima scopata e della sua bocca che me lo succhia e mentre si siede accanto a me il mio cazzo &egrave in piena erezione.
Sono le 10:50, mancano quaranta minuti all’imbarco. Lei sorseggia il cappuccino che le ho offerto e parla, parla (come sempre), ma questa volta non l’ascolto, non sento niente di quello che mi dice.
Mentre parla, la mia mente la vede nuda nelle posizioni più contorte mentre la scopo, la inculo (cosa che non abbiamo mai fatto) e mentre glielo metto in bocca.
Sono le 11:00 manca mezzora all’imbarco. Lei sta ancora parlando ed a me mi sta esplodendo il cazzo. Sto completamente perdendo l’uso della ragione, fosse per il mio istinto gli strapperei i vestiti adesso e me la inculerei davanti a tutti, ma un minimo di cervello ed autocontrollo che mi &egrave rimasto me lo impediscono.
Sono le 11:05, guardo l’orologio, mancano 25 minuti all’imbarco. Lei parla, parla ed il mio cazzo pulsa, vuole la sua figa ed il suo culo. Improvvisamente una illuminazione ed una decisione, la devo scopare ora adesso, lei non &egrave il tipo lo so, quando siamo a casa sua scopa solo sul letto e con le luci soffuse, non mi parlerà più, ma chi cazzo se ne frega io la devo scopare ed inculare adesso se no impazzisco.
Passo all’azione, con una scusa banale faccio finta di essermi dimenticato qualcosa in macchina e gli chiedo di accompagnarmi al parcheggio multi piano. La mia macchina &egrave al quinto piano prendiamo l’ascensore e saliamo, arriviamo e faccio finta di prendere qualcosa dal cruscotto, poi quando &egrave ora di scendere la convinco a passare per le scale perché si fa prima, facciamo la prima rampa, l’uccello mi sta scoppiando nei pantaloni.
Sono le 11:15 mancano quindici minuti all’imbarco, siamo sul pianerottolo tra il quinto ed i quarto piano, &egrave perfetto, nessuno prende mai le scale nei parcheggi, &egrave in tappola.
Improvvisamente la afferro e la spingo verso il muro, mi avvicino al suo orecchio e selvaggiamente le dico che la voglio scopare. La mia solita gentilezza &egrave andata a puttane, comandano i miei istinti più bassi ed animaleschi. Lei protesta dice di no, ma la immobilizzo con la faccia contro il muro, si ribella, ma io sono più forte, con una mano le alzo la gonna e con un gesto secco le strappo il perizoma che portava, mi prega di fermarmi, mi urla che sono uno stronzo. Ma io mi sono già slacciato e calato i pantaloni liberando il mio cazzo famelico.
Sono le 11:18 mancano dodici minuti all’imbarco. Lei &egrave immobilizzata al muro schiacciata dal mio corpo con il culo all’aria, prendo il mio cazzo e con un colpo deciso glielo infilo nella figa secca e chiusa, lei urla di dolore, mi eccito ancora di più ‘Voglio scoparti come una puttana!’ le urlo in un orecchio ed incomincio a pompare con violenza, qualche secondo e sento che incomincia a bagnarsi anche lei, non si ribella più. ‘Allora ti piace essere scopata come una puttana? Dimmelo che sei solo una troia’ le urlo. E’ fradicia, la sua figa cola da ogni parte e con voce strozzata, mentre la pompo da dietro violentemente e le sue chiappe sbattono come budini contro di me, incomincia a urlare: ‘Si rompimi la figa come ad una troia, scopami sono solo una puttana, la tua puttana’ anche lei ha perso ogni inibizione, anche lei &egrave diventata un animale come me.
Sono le 11:25 mancano cinque minuti all’imbarco. Continuo a pompare come un animale. Poi la sento gemere di piacere ‘Si! Si! Non ti fermare rompimi la figa da troia che ho. Godo! Godo!’. La lascio godere del suo orgasmo poi tolgo il cazzo dalla sua figa, gli voglio rompere anche il culo, Lei riprende a protestare con vigore, ma anche questa volta invano. Non uso nessuna delicatezza, appoggio la capella sul buco del suo culo e spingo con forza senza nessuna delicatezza. Questa volta l’urlo &egrave più forte di dolore vero, me ne frego, non sono in grado di ragionare, e pompo, il suo sfintere mi stringe il cazzo ad ogni affondo lei urla, vedo una piccola lacrima che scende dal suo occhio. ‘Ti rompo il culo, puttana!’ le dico.
Sono le 11:28 due minuti all’imbarco. Le vengo nel culo ormai dilatato e godo, godo in modo animalesco come non avevo mai fatto. La faccio girare ed inginocchiare, lei &egrave stremata senza forze, le infilo il cazzo in bocca e le ordino di pulirlo bene. ‘Una brava troia deve lasciare sempre tutto pulito’. Lei esegue, lo succhia e lo lecca pulendolo dei miei e dei suoi umori.
Sono le 11:30 sono in ritardo per l’imbarco. Mi tiro su i pantaloni e senza neanche salutarla e voltarmi corro giù per le scale. La lascio li, in ginocchio, con la figa ed il culo rotti, seminuda e con in bocca il sapore dei nostri sessi.
Mentre corro all’imbarco, il mio cervello ricomincia a pensare. ‘Cazzo, forse ho esagerato’. Il senso di colpa sale dentro di me, ma non ho tempo per pensarci una voce all’altoparlante chiama l’imbarco per il mio volo ed io penso solo a correre. Arrivo per ultimo, ma in tempo per le procedure di imbarco.
Mi rilasso, riprendo fiato ed il senso di colpa sale. Vorrei tornare indietro e chiederle scusa, spiegarle che i miei istinti hanno preso il sopravvento, ma non posso ho il volo. Dentro di me penso che non rivedrò mai più Silvia.
Sono le 11:40 mi appresto a salire sull’aereo. Mi arriva un sms, lo apro &egrave di Silvia, lo leggo: ‘Sei uno STRONZO ed un BASTARDO. Ho goduto come una TROIA. Firmato La tua puttana Silvia. PS Chiamami quando torni, ti aspetto, la prossima volta però voglio essere anche pagata’
Sorrido, i sensi di colpa mi passano immediatamente, il cazzo mi torna duro e dentro di me penso ‘Quando torno te lo finisco di rompere del tutto il culo Silvia’

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