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La prima volta con il nonno

By 22 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi mi sposo!
Dopo anni di fidanzamento, caratterizzati da alti e bassi, finalmente sono riuscita a coronare il sogno di convolare a nozze con l’uomo che amo: Carlo.
Lui è straordinario. E’ il classico professore erudito, perennemente immerso in pensieri filosofici, ma dietro quella apparente distanza si nasconde una personalità pratica e sensibile.
E’ stato un singolo incallito fino alle soglie dei quarantanni.
Sposandomi, infatti, ha rivoluzionato il suo stile di vita, in modo radicale perché ero una ragazza madre di trentanni, con un figlio adolescente di quattordici anni.

I miei genitori, ancora adesso, ignorano la vera identità del padre, che ho tenuto celato nella mia mente come un mistero sacro.
Loro sono conviti che sia stata l’opera di un compagno di scuola e/o addirittura di una persona adulta che si è approfittato di una ragazzina di quattordici anni. Non è così!

Una sera, mentre mi trovavo in intimità con Carlo, senza che lui me lo avesse chiesto gli ho rivelato il mio segreto. Era un atto dovuto ad un grande uomo, inoltre era giusto che tra noi non ci fossero ombre.

Ora vorrei condividere questo segreto con voi, raccontandovi i fatti così come si sono svolti, senza tralasciare alcun particolare.

Fu un giorno indimenticabile, perché è stato la prima volta che ho fatto l’amore. In un solo istante ho perso la verginità e sono diventata anche madre. Un bel record non c’è che dire!

A quel tempo giocavo ancora con la Barbi, i mie genitori mi avevano regalato l’intera serie, con il caravan, la moto, e la bicicletta. Erano bellissime in quei vestiti colorati ed attillati che esaltavano le forme perfette di un corpo longilineo. A cui molte ragazzine, come me, si ispiravano nei gusti e nell’estetica
Ero una adolescente sensuale. Anche se il corpo si era già trasformato in quello di una donna fatta, la testa era ancora quella di una bambina incantata dai cartoni animati dei manga, che sognava di diventare come Sailor Moon.

Ero una ragazzina spensierata e lungi dai pensieri morbosi e sessuali. Ero talmente ingenua che avevo difficoltà ad immaginare le fattezze del sesso dei maschietti. Avevo le mie amichette e questo mi bastava per essere felice.

In una calda giornata di maggio, che aveva già anticipato l’estate, Maria, l’amica del cuore e compagna di scuola, festeggiava l’anniversario de suoi quattordici anni. Per l’occasione mi vestì con una gonna corta, di colore azzurro, simile a quella di Sailor Moon, camicetta bianca, una lunga coda e stivaletti neri. Mi guardai allo specchio e non fui molto contenta del risultato. Il petto era più grosso di quello di Sailor Moon, per cui la camicetta stringeva sul seno.

Mi presentai con il mio regalo. Le altre amiche erano già arrivate e stavano facendo un baccano del diavolo.
Ci fu il taglio della torta ed il papà di Maria scattò alcune fotografie. La feste vera e proprio cominciò quando iniziammo a fare i giochi di società.
Poiché in casa faceva un caldo infernale, considerato la bella giornata di sole, ci siamo spostati in giardino. Dopo i classici giochi, arrivò il turno del giro della bottiglia.
Non ero molto fortunata, quindi la bottiglia dopo alcuni giri puntò proprio contro di me. Le urla di giubileo delle amiche sottolinearono la cupa rassegnazione a subire la penitenza.

‘Devi fare il gatto!
In coro:

‘Siiiiiiiiiiiiii

Bo! non mi sembrava una penitenza così pesante.

‘Miaooooooo Miaooooooooo!

Maria:

‘E no! Amore! Non vogliamo il miagolio!
‘Cosa devo fare?

Guardò le altre, e sorridendo:

‘Devi gattonare, a quattro zampe, sull’aiuola del giardino e fare due giri intorno all’albero di ciliegie!

In coro:

‘Siiiiiiiiiiiiiii’
‘Vabbè! Se è la volontà di tutte! Lo faccio!

Raggiunsi le aiuole, mi inginocchia poggiando le mani sul manto erboso. In quella postura, chiaramente, indossando un minigonna cortissima, mettevo in bella mostra le rotondità del culo. Le amiche cominciarono a ridere a crepapelle, ed alcune facevano finta di tirarmi dei calci nel sedere.

‘Forza micione vai più veloce! Ahahahah!

In quegli istanti ebbi una strana sensazione. Avvertivo chiaramente come l’impressione di essere osservata da qualcuno; non erano le mie amiche e nemmeno il papà di Maria, visto che era andato via. Scrutai da pertutto per vedere se riuscivo a scorgere lo sguardo che percepivo sul corpo come delle vibrazioni.
Gli occhi mi caddero su una finestra della casa e vidi le tende che si spostava. In casa c’era qualcuno.
Dopo aver eseguito la penitenza, ci mangiammo l’ennesima fetta di torta al cioccolato e crema. In quella circostanza mi avvicinai a Maria e gli chiesi se in casa oltre a noi ci fossero altre persone.
Dopo aver esitato, emise un forte sospiro e con espressione triste disse:

‘Cosa hai visto?
‘Ho visto le tende di una finestra che si muovevano!
‘Ha si! Forse era mio nonno!
‘Tuo nonno? Non mi hai mai detto di aver un nonno?
‘E’ molto malato! è quasi cieco! E’ il papà della mamma!
‘hoo poverino! Mi dispiace tantissimo! Perché non gli portiamo una fetta di torta?
‘hoo no! La mamma ha detto di non disturbarlo! Lui è tranquillo così!

La festa continuò tra giochi divertenti e scherni esilaranti. Ad un certo punto mi venne mal di pancia. Chiesi a Maria se potevo utilizzare il bagno. Mi disse che si trovava al piano di sopra, la prima porta a sinistra.
Feci le scale lentamente, per timore di disturbare il nonno di Maria. Entrai nel bagno senza chiudere la porte a chiave per non fare rumore.
Dopo aver soddisfatto i bisogni fisiologici, mi guardai attorno e scoprì che mancava la carta igienica. Mi venne il panico. In quel momento mi accorsi che Maria e le altre amiche erano tornate in giardino. Si sentivano le voci e gli schiamazzi delle loro risate. Mi accostai alla finestra, l’aprì sporgendomi sul davanzale. Vidi Maria che correva attorno all’albero di ciliegia inseguita dalla altre. Cercai di fare dei cenni con le mani per attirare la sua attenzione.

Proprio in quel momento ritornò la sensazione di essere osservata da qualcuno. Questa volta avvertivo anche il suo respiro. Si trovava proprio dietro di me.
Il panico e la paura mi inchiodarono a quella finestra. Inoltre fui colta anche da un sensazione di imbarazzo, considerato che avevo le mutandine calate fino alle caviglie. Per cui in quella posizione lo sconosciuto aveva davanti, in bella mostra, il culo e le parti intime.
Furono momenti di terrore, quando sentì la sua voce:

‘Maria! Cosa fai qui! Perché non sei a giocare con le tue amichette?

Restai in silenzio. Era il nonno di Maria, e mi aveva preso per sua nipote.

‘Ha!, ho capito! ti stai nascondendo?

Non finì la frase che le sue mani si posarono sulle chiappe.
Ma che sta facendo? Mi venne nuovamente il panico. Restai bloccata in quella posizione, incapace di reagire. Quel contatto mi diede un sussulto lungo tutta la spina dorsale e la pelle si increspò come se fosse stata colpita da un brivido di freddo.
Le sue dita cominciarono a muoversi massaggiando la cute, con una delicatezza incredibile. Le mani scivolarono lentamente sui fianchi e sulle cosce.

‘Che pelle morbida e delicata che hai! Non è come quella di tua madre!

Le sue parole echeggiavano nel bagno, come se provenissero da un’altra dimensione. Mi sembrava di vivere un incubo. Sto sognando ora mi sveglierò nel mio lettino.

I pensieri furono destati improvvisamente da un’altra circostanza traumatica. Una mano si era ficcata nello scoscio e cominciava a sollecitarmi la figa.

‘Cribbio il tuo pelo! è morbido, sembra velluto! Mmm è anche profumato!

Proprio in quel momento avverto delle sensazioni al basso ventre. Quel contatto mi dava piacere. Il piacere aumentò quando cominciò a penetrarmi con un dito.

‘hummm! Sei stretta! La figa di tua madre è molto larga!

Quel paragone con la madre di Maria mi fece capire che il vecchio aveva rapporti incestuosi con la propria figlia e ora stava iniziando con la nipote.

Ad un certo punto avverto il suo respiro sul culo, le folate d’aria calda mi colpivano la pelle. Le sue grosse mani mi afferrarono dai fianchi spostandomi verso di lui e facendomi inarcare la schiena.
Mentre mi appoggiavo con i gomiti sul davanzale delle finestra sentì qualcosa che si muoveva in mezzo alla chiappe, sul buco del culo. Il movimento era veloce. Dovetti chiudere gli occhi per l’intenso godimento che mi provocava. Dopo alcuni istanti:

‘Ora ti lecco anche la fichetta! Ti piace?

Ero talmente rapita da quel sconvolgimento di sensi che risposi di si.

Infatti, non appena percepì la sua lingua tra le labbra della figa iniziai a gemere dal godimento. Man mano che la punta si faceva strada nella vulva vaginale emettevo dei singulti che aleggiavano nel bagno come dei lamenti cacofonici.

‘Sei tutta bagnata! Bene questo faciliterà la scopata! Vedrai! ti piacerà!

Risposi di si perché, all’epoca, non avevo capito il significato di quella frase.
Per alcuni istanti non percepì più nulla, nonostante avvertissi dei rumori dietro di me, come se il vecchietto si stesse agitando.
Ad un tratto, sentì qualcosa di caldo tra le cosce. Subito dopo, quella cosa dura e calda la percepì in mezzo ai glutei, che si muoveva accarezzandomi la figa.

Proprio in quel momento sento anche le dita della sua mano che cominciano a frizionare la vulva vaginale, dopo un po’ quel coso caldo e duro comincia spingere contro le labbra della figa.

Improvvisamente, mentre provavo piacere per quel nuovo contatto, percepisco una sensazione insolita, sento quel coso che entra violentemente dentro di me, il dolore è allucinante, mordo la manica della camicia e d’istinto stringo i glutei come se volessi respingerlo; poi iniziò a muoversi velocemente e la sofferenza diminuì lasciando il posta ad una sensazione di piacere immenso.

‘Cristo quanto sei strettaaaa! Mmmm ti piace veroo?

Tremavo come un fuscello in piena tormenta, non era paura ma il piacere provocato da quel coso dentro di me, che mi faceva vibrare il corpo. Il nonno di Maria stava facendo qualcosa che dava al corpo emozioni inaudite, che non avevo ancora provato.

Le sue mani si erano aggrappati ai fianchi mentre quel coso si muoveva dentro di me penetrandomi profondamente.
Ogni affondo provocava un piacere incredibile. Ogni tanto rallentava il ritmo facendomi temere che smettesse, poi invece riprendeva nuovamente, con maggiore impeto e forza.

‘Ti piacee vero?
‘Siiii!
‘Lo sapevo che eri una troietta! Proprio come tua madre!

Mi chiamava troia, puttana e altre parole che all’epoca non sapevo cosa volessero significare.
In quei momenti mi sembravano dolci parole, appropriati a quegli attimi di piacere assoluto.
Cominciai a pensare che quello che stava facendo il nonno di Maria fosse un piacevole atto di amore verso la nipote per renderla felice, così iniziai a partecipare al rapporto muovendo il bacino verso di lui, facendogli capire che il suo gesto affettuoso era gradito.

‘Bene! Vedo che cominci ad apprezzare la scopata! Ahahahh! Ora sbottonati la camicetta e fammi toccare le tette!

Facile a dirsi, perché le sue spinte possenti rendevano difficoltoso ogni movimento. Comunque riuscì a sbottonare la camicetta, nello stesso istante le sua grosse mani afferrarono il reggiseno mettendo a nudo le tette.

Subito dopo sento una pressione sul seno; le grosse mani si erano chiuse a coppa sulle tette stringendole forti, fino a farmi male.
Tuttavia il dolore non mi creò alcun disagio perché si mescolava con il piacere immenso che stavo provando al basso ventre, in un perfetta sintesi idilliaca di emozioni intense, e stimoli continui dei sensi, che mandavano in estasi il mio cervello.

‘Belle e sode! Quelle di tua madre sono flaccide! Ahahahah! Mmma tooo tooo mmmm

All’improvviso avverto un cambiamento. Il suo coso era diventato più duro e penetrava più in profondità.
Quel movimento concitato comincio a provocarmi delle strane reazione. Sentivo la vagina che pulsava al ritmo impazzito del cuore. Ogni spasmo mi provocava un godimento talmente forte che temetti di svenire.
Gli orgasmi si ripetevano senza soluzioni di continuità e per questo sarei rimasta li per l’eternità.
Ad un tratto il nonno cominciò a muoversi con maggiore frenesia, poi, dopo alcuni affondi profondi, si appoggiò sulla schiena; con la le labbra della bocca incollate al collo; quindi mentre stringeva il seno, il suo corpo cominciò a tremare come se fosse percosso da brividi di freddo; nello stesso istante avverto una sensazione di caldo che si diffonde nella cavità vaginale.
Poi il suo respiro diventa spasmodico e le parole incomprensibili.

Hooooooooo! Mmmmmmmmm,. Grfffffffff!

Quell’accanimento aveva coinvolto anche me, perché le ginocchia stavano quasi cedendo a causa delle forti sensazioni che stavano sconvolgendo il basso ventre; sarei caduta a terra se non fossi stata aggrappata alle sue braccia robuste.

Al termine di quella sfuriata si bloccò, non si mosse più, per alcuni secondi restò fermo, avvinghiato alla mia schiena.
Successivamente lo sento allontanarsi da me mentre il suo coso si sfila dalla figa.
Infine sento il rumore secco della porta che sbatte, quindi un silenzio assoluto.

Rimango ancora nella posizione in cui lui mi aveva lascito. Dopo alcuni secondi capisco che il nonno non c’era più; per cui mi volto lentamente, sempre con la paura di incontrare il suo sguardo.
Non c’era più, era scomparso misteriosamente, così come era comparso.

Mi tirai su le mutande e corsi via, raggiungendo le amiche. Maria mi guardò stranamente e poi disse:

‘Alessia ma che ti è successo? Hai la camicetta sbottonata!
‘Ha! Avevo caldo!
‘ahahah! Pensa se ti avesse visto il nonno!
‘Tuo nonno? già!

Non so se Maria fosse a conoscenza che sua madre e suo nonno erano amanti. La guardai, gli sorrisi e tra me pensai, con un pizzico di gelosia, che forse un giorno suo nonno ci avrebbe provato anche con lei, era il suo destino.

Tornai a casa e corsi immediatamente in bagno a lavarmi. Mentre mi facevo il bidet, accarezzandomi la figa, non potei fare a meno di pensare a quello che era successo. Mi eccitai a tal punto da penetrarmi con le dita.
Ripresi la solita vita spensierata, ed iniziai a trascurare le bambole. Il nonno di Maria mi aveva fatto diventare una donna, così decisi di comportarmi come tale.
Intanto le mestruazioni si erano interrotte. La cosa non mi preoccupava affatto perchè era già successo in passato. Ma cinque mesi dopo quell’episodio mi accorsi che il ventre si era gonfiato in modo innaturale. La mamma capì subito di cosa si trattava. Infatti la visita ginecologica confermò le sue paure: ero incita.
La legge non permetteva l’aborto e così dovetti portare termine la gestazione.
Nonostante le forti pressioni subite da genitori e parenti, e anche dai carabinieri, non rivelai a nessuno quello che era successo tra me ed il nonno di Maria. Lo consideravo un episodio magico, bellissimo e degno di lasciarlo nella mia mente come un segreto sacro.
Alla fine tutti accettarono la situazione dei fatti e la mia vita tornò nuovamente ad essere serena.
Il nonno di Maria morì l’anno successivo. Alcuni mesi primi Maria mi aveva confidato di aver fatto l’amore con una persona speciale. Lei partorì otto mesi dopo la nascita di Luca.

Ancora adesso, quando incontro un persona anziana la mente ritorna in quel bagno. E devo dire che quasi sempre mi eccito, ed il ricordo di quei momenti di assoluto piacere mi fanno bagnare come una porca.

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