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La ragazza del lago

By 12 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Daniele guardava stupito il tempo fuori’
Era nuvoloso e freddo, insolito per una giornata estiva. Il vento soffiava sulla superficie del lago e ne increspava le onde, una leggera brezza portava con sé l’odore della pioggia che non si fece aspettare’ poche gocce iniziarono a cadere, fini, fitte, toccavano leggere le superfici delle cose bagnandole appena.
Gli alberi si muovevano, ondeggiavano piano portati dal vento e riempivano l’aria col loro odore e con il rumore del proprio fruscio.
Daniele aprì il vetro ed uscì sulla terrazza umida coperta dalle tegole del portico di legno che avvolgeva un lato della casa e appoggiò le mani alla ringhiera gocciolante’ si sporse e la vide’.
Una donna era inginocchiata sulle sponde del lago’ con una mano toccava un cigno che col becco cercava attenzione’ si alzò e si voltò verso lui’ era lì ferma e lo fissava’ snella, longilinea, i lunghi capelli rossi e mossi che le avvolgevano il viso’ le forme sottili e sinuose’ la carnagione pallidissima e gli occhi freddi come il ghiaccio’ intrigante’ inquietante’
Ogni tanto si inclinava verso l’acqua per accarezzare il cigno, lenta si incurvava, come un fuscello piegato dal vento, i capelli le cadevano sul viso e sulle spalle, il suo vestito bianco e umido svolazzava leggero lasciando intravedere la pallida pelle delle gambe’
E lo fissava’ lo fissava ancora’ ferma, irremovibile’ penetrava gli occhi del giovane e leggeva dentro’ il suo sguardo lo chiamava e lui si sentì attirato a lei come dal canto di una sirena.
Scavalcò la ringhiera e tirò indietro i capelli ribelli, strinse la felpa sul petto e corse verso di lei.
Arrivò davanti a lei e la guardò negli occhi’ le mise una mano sul gelido viso e le toccò le guance, era bagnata, fredda come il ghiaccio ma incurante di ciò che la circondava.
La pioggia continuava a cadere leggera sulle loro teste, ignara del fuoco su cui scendeva’ un lungo bacio fu la scintilla.
I sapori degli amanti si mescolavano con gli odori dell’acqua e delle piante.. un bacio strano per lui, irreale come l’atmosfera’ un bacio fresco ma al contempo caldo di passione, dissentante per l’anima’ non ci fu bisogno di parole’ i corpi si sfiorarono, i bacini si stringevano desiderosi di toccarsi e le mani cercavano il piacere che agognavano tra le pieghe dei vestiti che scivolavano via dai loro corpi’ e la pioggia cadeva lieve ancora su di loro’
La fece distendere sull’erba fresca e umida, l’odore della terra si spandeva e la nebbia scendeva leggera verso le rive del lago’ le aprì le gambe piano e iniziò a baciarle le cosce sottili, lisce come pietre levigate, baciò piano il clitoride e iniziò a succhiarlo con sempre più foga’ la ragazza inarcò la schiena’ gemeva, si contorceva, il piacere non le dava tregua, la avvolgeva e non le lasciava il fiato’ succhiava velocemente e con un dito la penetrava strofinandolo sulle morbide pareti della figa finchè non fu presa da un primo orgasmo, forte, violento’ le cosce colavano del suoi umori e della saliva’ era invitante’ ferma, a gambe aperte distesa sull’erba, lo guardava, lo desiderava, lo voleva dentro sé’
Si alzò sul busto e rimase seduta a terra, con le dita sottili sbottonò il pantalone del ragazzo e abbassò la zip’ vide lo slip gonfio, lo scostò e fece uscire il cazzo, duro, eccitato ed eccitante e cominciò ad accarezzarlo, ad adorarlo’ era il suo totem di carne, pronto davanti a lei per darle piacere’
Allungò la punta della lingua e leccò le palle fino a risalire verso il glande e lo prese nella sua bocca calda’ lo guardò in volto e iniziò a succhiarlo forte, la lingua lo leccava vorticosa, gli dava tormento ma anche piacere, le mani giocavano con le palle, dure come castagne, le stringeva, le palpeggiava, le sbatteva verso l’asta del pene, su e giù, senza fermarsi’ lo guardava in volto trasfigurarsi, eccitarsi oltre modo, e godeva del suo godimento’ le sue labbra bianchissime assaporavano il sapore di quella pelle, un sapore forte, che sapeva di sesso e di eccitazione’
Si staccò da lui, lo distese e salì sul suo pene’ spinse fino in fondo, lo fece entrare tutto e iniziò a cavalcarlo’ era una valchiria, algida e indomita, spingeva le sue natiche forte sul sesso di lui, le stoccate si susseguivano veloci e violente come la passione che li avvolgeva.
I gemiti si spargevano nel vento, sempre più intensi, sempre più copiosi, le mani di lui la tenevano forte per i fianchi e la schiacciavano verso le palle con intensa voracità’ non erano più un’uomo e una donna’ erano un fuoco sotto l’acqua scrosciante della pioggia’
Venne’ l’uomo venne in un potente orgasmo, un sussulto gli uscì dalla bocca e un lungo brivido di piacere gli scosse il corpo’ lei abbassò il volto verso lui e lo guardò dolcemente’ si alzò, si diresse verso il lago e lo invitò a seguirla’ poche ore dopo trovarono il suo corpo nudo che galleggiava sulla superficie dell’acqua’ la ninfa del lago aveva mietuto un’altra vittima’.

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