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Libertà

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Dedicato a quelle donne costrette alla prostituzione da uomini senza scrupoli

”’mi hai rubato quello che più mi era caro, la voglia di essere donna, madre, moglie, mi hai asciugato la voglia di amare, mi hai allontanato dalle mie origini e dalla mia famiglia, mi hai usata e venduta, mi hai voluta sempre disponibile come fossi una bambola”’..ma adesso basta, &egrave finita.

Quando ti ho conosciuto avevo solo 18 anni, mi hai promesso una famiglia, ero felice, poco dopo hai iniziato a darmi schiaffi se non facevo l’amore come volevi tu, eri un animale, lo facevi solo per sfogarti, iniziavo a portare sulla mia pelle bianca i segni di quelle cinghiate, non volevo essere sodomizzata, provavo un dolore atroce e urlavo, sfogavo la mia rabbia urlando, mi sono ribellata quando mi bloccavi con le tue mani forti la nuca, non respiravo e conati di vomito salivano sentendo il tuo liquido colarmi in gola, poi mi hai fatto veder una cassetta registrata”’era mia sorella più piccola, picchiata e nuda, piangeva, chiedeva aiuto, implorava di fare tutto quello che mi chiedevi”’bastardo, sei solo un lurido bastardo”.

Un animale, una preda, una schiava, ero un essere senza anima nelle tue mani, ordinavi ed io dovevo eseguire, amore comandato e mai vissuto con il cuore, le tue mani solo strumenti di dolore sulla mia pelle, lividi, macchie scure che dovevo nascondere, non ti importava se soffrivo, le mie lacrime strisce di rimmel sul mio viso, ridevi nel mio dolore, ti piaceva penetrarmi con violenza, senza prepararmi, dicevi che il dolore in amore &egrave piacere”ma di quale piacere può godere la carne che si lacera, gocce di sangue sulle lenzuola, l’unico liquido che rimaneva da quel rapporto animale.

Mi hai venduta solo per la tua avidità quando mi portavi in quelle vie semibuie vestita di quasi niente, truccata come un circo, dicendomi di essere ‘brava’ con i tuoi amici, mi dicevi che non valevo nient’altro, che se volevo avere un letto e mangiare dovevo solo prostituirmi, denaro fatto di vergogna, ed io mi vergognavo, morivo in quel buio, dentro quelle auto troppo strette, solo sesso venduto, strappato con violenza da chi non sa amare, ed io sentivo dolore alle mie parti intime che si laceravano, si dilatavano, disgusto e amarezza nel mio cuore, ed ogni volta mi dicevi che sarebbe stata l’ultima, ma poi la sera dopo, stesso posto, stesso angolo e stessa sofferenza. Non avevano importanza le mie lacrime, mi sputavi addosso la tua arroganza e la tua malvagità.

Clienti, questo era il nome dei tuoi amici, giovani e vecchi bacucchi con la bava alla bocca come cani rabbiosi, uomini avidi di piacere rubato, comprato con pochi spiccioli, uomini convinti di conquistare attimi di tenerezza soltanto tenendomi stretta e imprigionata con le loro mani luride e sporche di violenza pretendendo dalle mie labbra parole dolci per i loro orgasmi”’.ma adesso basta, &egrave finita.

Hai sbagliato dicendo ‘ tu non potrai mai ribellarti’, ti sei steso sopra il mio corpo e con un grugnito mi sei entrato dentro, la tua pistola sopra il comodino, la mia mano si &egrave fatta ladra, un attimo di paura, poi un colpo come un tuono, i tuoi occhi si sono fatti fantasmi, ti lasci andare senza più muoverti’.adesso &egrave il tuo sangue a bagnare le lenzuola, hai finito di sporcarmi la vita, brutto figlio di puttana”.

”..guardo il soffitto della cella dove sono stata rinchiusa, anche questa &egrave libertà”..

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