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Racconti erotici di Milù - Storie porno vere e racconti di sesso - Mia Madre e Mr.18 - Racconti Erotici Skip to main content
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Mia Madre e Mr.18

By 18 Gennaio 2025No Comments

Estate 2000.
Come tutti i pomeriggi, io, Michele, Antonio e Francesco ci trovavamo al parchetto dietro casa mia a rincorrere un pallone.
Eravamo tutti 17enni, tranne Francesco, lui aveva compiuto 18 anni da poco, e si sa che a quell’età oltre al calcio esiste un’altra ossessione: il sesso.

Fu proprio lui ad iniziarci al mondo degli “adulti”, e sebbene fosse poco più grande di noi aveva avuto molte esperienze.
Non era bellissimo, ma ci sapeva fare e in più grazie alle sue doti nascoste, tutti lo chiamavano Mr.18.

L’estate passava così, fino a quel pomeriggio, quando tutto cambiò per sempre.

Quel pomeriggio, Antonio ( che era il più scarso) fece un’ entrata assassina in stile Montero al povero Francesco, che cadde e sbattè contro una panchina di ferro.
Ci spaventammo molto.
Francesco rimase per terra dolorante per 5/6 minuti, per poi rialzarsi un po’ impaurito e dolorante.

Decisi di accompagnarlo a casa mia per farlo riprendere.
Così, dopo aver salutato i due amici, ci dirigemmo verso casa.

All’arrivo ci accolse mia madre Antonella,al quale spiegammo la situazione.
Mia madre, essendo medico, trovò subito il modo di tranquillizzare Francesco e di metterlo a proprio agio.
Passò qualche minuto e la situazione migliorò, anche se Francesco ancora un po’ dolorante spingeva per andare in ospedale.

Al che mia madre, capendo la situazione, si prestò a visitarlo.
– Ti do una controllata io, Francesco. Dove ti fa male?-
– Ma no signora Antonella, non serve davvero. Preferisco andare in ospedale.
– A quest’ora non c’è nessuno- insistette mia madre.
Dopo qualche altra domanda e spazientito, intervenni nel dialogo – Gli fa male un testicolo Mà!-
– E che problema c’è? Sono cose naturali, non c’è niente di cui vergognarsi!-aggiunse mia madre che cercava di stemperare l’evidente imbarazzo di Francesco.
– Dai Fra, sennò non ci sbrighiamo più! Io ti avrò visto mille volte durante gli allenamenti, mia madre ti ha visto crescere e in più è un medico. Di cosa devi imbarazzarti?-
Così, dopo qualche minuto si convinse, e sotto invito di mia madre si abbassò pantaloncini e mutande per iniziare la visita.

Il tutto durò qualche minuto, con mia madre che dopo aver indossato gli occhiali ed aver tastato le parti intime del mio amico chiedendo gli eventuali dolori ed i sintomi, nella maniera più professionale possibile concluse sorridendo
– stai tranquillo, è solo una botta causata dall’ematoma. Non hai niente Mr.18!-

Mia madre sapeva di quell’appellativo, ma non lo aveva mai chiamato così prima d’ora nè tantomeno conosceva la motivazione di quel nomignolo.
Perché chiamarlo così ora?

La visita si concluse così, con un clima più disteso e con mia mamma che prescrisse a Francesco una pomata da spalmare due volte al giorno.

Passarono i mesi, e quel giorno mi trovavo in una noiosissima gita scolastico fuori città.
Fortunatamente mi trovavo assieme ad Antonio e Michele, e con loro anche quelle stancanti visite ai musei sembravano divertenti.
Francesco non c’era. Si era ammalato il giorno prima dopo un allenamento sotto la pioggia.

Una chiamata improvvisa al telefono del Prof Ricadi, fece anticipare il rientro, che dalle 17 fu spostato alle 15.
In tutto il viaggio di ritorno tentai in tutti i modi di avvisare i miei dell’imminente rientro, ma mio padre lavorava e mia madre non rispondeva al telefono.
Così, arrivai davanti scuola senza avere il passaggio per casa.
Essendo di strada, il padre di Michele decise di darmi un passaggio e così mi trovai davanti casa.

Arrivato difronte al cancello due cose mi colpirono: 1) la macchina di mia madre era in garage. Perché non rispondeva? Forse le era successo qualcosa? 2) In giardino c’era il motorino di Francesco. Ma no stava male?

Così, pieno di domande e interrogativi, decisi di entrare dalla porta del garage e tutte quelle domande trovarono risposta quando arrivati sotto le scale.
Al primo scalino si sentivano le urla gementi di mia madre e tra un esclamazione ed un’altra mi si gelò il sangue quanto sentì urlare – mi stai spaccando Mr. 18!-

Non volevo crederci.
Continuai a salire i gradini e quelle urla ebbero presto un’immagine.
Mia madre sul tavolo della cucina con le gambe spalancate, mentre Francesco la stava aprendo come una mela.
Sul viso paonazzo di mia madre si leggeva l’eccitazione e la sofferenza causata dai brutali colpi di quei 18 cm.
Francesco la teneva stretta ai fianchi tremanti e continuava imperterrito. Quel bastone di carne entrava ed usciva con una forza ed una velocità mai vista, con mia madre che in tutti i modi cercava di tenersi con le braccia avvinghiata al tavolo e coperta dai colpi di quel toro.
Persi il conto degli orgasmi.

Dopo una decida di minuti cessarono e mia madre si accorse delle mia chiamate.
Dovetti allontanarmi per rispondere.
Non potevo più vederli, ma dalla voce straziata e provata di mia madre capì che avevano iniziato a martellare.

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