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Mia sorella Giuseppina 34

By 30 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
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Mia sorella Giuseppina
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Mia sorella Giuseppina 34.
Dialogo zio/Giuseppina

Pietro era semi sdraiato tranquillo nella sua poltrona dietro alla grande scrivania di mogano quando Giuseppina è entrata. Mentre si muove scompostamente come se si fosse spaventato, l’osserva e ad una prima occhiata le è sembrata decisamente stanca, frustrata, abbattuta.

‘Ummhh… Ciao zio. Se disturbo posso ritornare un’altra volta.’

‘No, no. Vieni, entra.- Le fa cenno con la mano.- Siediti tranquilla, Giuseppina. Non preoccuparti di nulla. Giusto che…- Sistemandosi seduto meglio.- Questo lavoro ultimamente mi succhia l’anima. Mi farai felice comunque se ti siedi e parliamo. Siediti dai.’
Indicandole la poltroncina di fronte.

Giuseppina si è seduta tradendo un poco di disagio. Ha incrociato le mani sul grembo e pur tenendo il busto eretto le spalle erano basse e da come muoveva freneticamente le dita, era chiaro il suo evidente nervosismo.
I seni stavano spingendo verso di lui, due perfetti globi all’interno del tessuto leggero del maglioncino.
Stava guardando verso la targa con la scritta CONSULENTE FINANZIARIO sulla scrivania come se volesse evitare di incrociare lo sguardo. Dopo un rapido sguardo, si è un poco raddrizzata, come per farsi coraggio.

‘Cosa posso fare per voi giovane signora?’ Ammaliandola con il miglior sorriso che potesse darle.

‘Vorrei parlare’ Di alcuni problemi che sto avendo’ Con alcune ragazze della scuola.’

‘Che specie di problemi?’

‘è di un genere non molto importante, solo che… Stanno chiamandomi con nomignoli non proprio piacevoli.’

‘Perché?’
Ha chiesto dolcemente. La voce era profonda e calma, paziente, come le maree che corrodono una montagna.

‘Bene, indovino che’- Le dita si attorcigliano nervosamente.- C’è giusto queste voci che girano’ E le cose stanno ottenendo fastidiose anche fuori dalla scuola.’

‘Le voci possono essere molto dannose. Cosa esattamente dice la gente’ Se non ti da fastidio che lo chiedo?’

Si è spostata sulla poltroncina, accavallando le gambe. Il mento è quasi caduto contro il petto mentre si abbatteva contro lo schienale. è rimasta a soppesare per un lungo attimo, le parole da dirgli.
‘Bene, c’era questa festa.’

‘Mmmm.’

‘Penso di aver bevuto troppo ed ero una specie di… Ubriaca. Non al punto da non ricordare nulla ma solo relativamente alticcia, ma” Lo guarda compassionevole ma viene interrotta.

‘Ma non pensavi che lui si sarebbe vantato a questo proposito con tutti i suoi compagni?’

‘Bene, no. Non ha detto una parola. Ma siamo stati interrotti.’

‘Spiegati.’ Le chiede decisamente interessato.

Ha pensato ancora per qualche secondo.
‘Questa ragazza, Maria, è venuta intromettendosi in mezzo a noi, mentre stavamo finendo.’
Ha arrossito mentre si è ricordata di quello che era accaduto veramente.

‘Che doveva essere piacevole.- Sorridendole e aggiunge.- Presumo.’

‘Bene, non sarebbe stato un affare grande, tranne”

‘Tranne?’

‘Stava venendo nella mia bocca veramente. Oh zio! Credimi, mai”

‘Ora, calma.- Fermandola con un gesto della mano.- Sei abbastanza grande da decidere cosa fare del tuo corpo. Non voglio dire che sei una persona cattiva. Non voglio dire che sei una puttana o una troia o’ Una ahhhh’ Una cagna o qualcosa del genere’ Uh, Uh, Uh”

‘Stai bene, zio?’

‘Scusa. Questa poltrona’ Ho ottenuto un po’ di’ Un ahhh! Hei! Ooh”

Si è spostato sedendosi meglio mentre la mano sparisce accarezzandosi il piede sotto la scrivania.

‘Sei sicuro che non desideri che ritorni un altra volta?’

‘No, niente sto benissimo. Continua pure, scusami. Che cosa è accaduto dopo che Maria vi ha visto?’

‘Maria, veramente… Mi ha guardata e’ Ed è scoppiata a ridere. Mi sono sentita così umiliata. Il tipo ancora mi schizzava contro la faccia e lei era li, in piedi, che stava ridendo. In ogni modo, alcuni giorni dopo ho notato i ragazzi guardarmi, bisbigliando e indicandomi. Poco dopo, hanno incominciato a chiamarmi’ Succhia cazzi’ Hanno incominciato a chiamarmi così sul pulman. Questo diciamo, così… Cioè, infondo lo fanno tutti. Non vedo che male ci sia!’

L’osserva come le guance le siano diventate rosse. ‘Sono d’accordo con te, Giuseppina. E penso che devi girare questa cosa contro di loro. Credo decisamente che sia la soluzione migliore.’

‘Girarla contro?’

‘Sì! Vedono i loro pettegolezzi e le calunnie che attecchiscono in una giovane signora sensibile e questo alimenta i loro ego. Alimenta il Gossip e il dolore che causano. Si sentono più potenti colpendo qualcun’altra, meno insicura circa le loro proprie vergogne segrete. Devi solo uscirne a testa alta senza andargli contro.’

‘Come fare quello?’

‘Impossessati degli insulti. Ruba le loro chiacchiere. Fa che diventino tue.’

‘Huh? Che cosa significa?’

‘Mi spiego, se stanno chiamandoti troia, rispondi che sei la migliore troia. Goditi il momento. Convivici, non andargli contro. Prenditi la proprietà del titolo e sii la migliore, la più calda, la più brava, la miglior troia sexy che puoi essere.’

La mascella è rimasta aperta, incredula. Gli occhi spalancati in cui il verde delle cornee brillava di vita propria. Il rossore delle gote l’ha fatta assomigliare ad una piccola ragazza.

‘Ora, non voglio dire che devi girare attorno e saltare nel letto con ogni tipo che ti mostri un’erezione. Ti ho solo detto di amare il tuo corpo, amare la tua sensualità, di goderne, di far vedere il meglio di te, anziché cercare di nuotare contro di loro.’

Era silenziosa pensando e soppesando le parole che aveva appena sentito. Ha nuovamente accavallato le gambe cambiando posizione, ha continuato a gesticolare nervosamente con le mani.
‘Stai cercando di dirmi che devo essere solo più sicura e consapevole?’

‘Non solo più sicura, ma deliberatamente ribellandoti contro i campioni artificiali che ti stanno giudicando. Devi mostrarli che sono pieni di merda, quello che sono nella realtà! Tutti degli ipocriti e soprattutto che sei forte e sicura. Sexy e controllata. Quando ti chiameranno ancora pompinara o succhia cazzi, o troia, o qualcos’altro… Ridi e passaci oltre.’

‘Quelle capiranno…- Parlando con un filo di voce come se discutesse con se stessa.- Ribellarsi contro i loro campioni morali artificiali… Sii… Sono pieni di merda!’

‘Sei una donna giovane e molto bella, Giuseppina. Ed a volte la gente si mette sulla difensiva quando sono sfidati da una donna attraente come te. Altri ti vedono come una concorrente, così, non trovano altro modo che provare ad attaccarti da dietro e non trovano di meglio che spettegolare alle tue spalle. Non devi assolutamente ritenerti insicura circa le tue capacità. Resta in piedi e fiera di te. Dimostra che sei forte e sicura. Sexy e libera dai loro vincoli e pregiudizi, e loro si sentiranno più insicuri, perché non riusciranno ad abbatterti.’

Le ha sorriso ed ha sentito un brivido piacevole percorrergli attraverso la schiena. Era così graziosa, pensava.

‘Penso che una parte di me lo ha sempre saputo. Io giusto… Quando stanno attaccandomi… Mi piace parlare con te, vai sempre diritto al lato logico delle cose.’

‘Un qualche giorno, ogni donna sarà forte, sicura di se, sicura della sua sessualità, non importa per come è evidente. Qualche giorno i campioni artificiali crolleranno e tutto sarà permesso di essere ciò che si desidera di essere, fare ciò che gli stereotipi vogliono farci sembrare, liberi e felici dalle costrizioni. Prima che verrà quel giorno, dovrai lottare a lungo ed essere paziente, Giuseppina. Dovrai ribellarti. Devi alzarti in piedi e ribellarti contro le loro regole.’

‘Dove dovrei cominciare?’ Ha chiesto, appoggiando il mento nuovamente contro il petto ancora con le guance arrossate. Gli occhi sono rimasti fissi nei suoi. Ha sorriso.

C’era un certo tipo di suggerimento nel suo sguardo fisso, perso nel suo. Ha pensato ad un dolce sottile invito, ricordando come le era stato proposto solo qualche giorno addietro. ‘Inizia dovunque lo desideri. Vestiti in modo sexi e provocante. Se qualcuno dice qualche cosa, ricordarti sempre di quanto ti piace divertirti con il tuo ragazzo… Con il tuo amante’ Dare e ricevere le gioie più intime. Lo possiedi. è tuo… La tua gioia… Non lasciare che qualcuno te lo rubi. Sii forte.’

‘Mmmhhh!- Incapace di parlare, resta immobile con la bocca aperta.- Ma, la, io… Fare qualche cosa con chiunque… Come, oggi… Provando appena?’ Immobile l’osserva e vede come le sorride, guardandola e fissandola a lungo. Lentamente i suoi occhi l’hanno resa calda e desiderosa.

‘Sei molto bella, Giuseppina. Sono sicuro che potrai trovare quanti ragazzi vuoi per divertirti o per amare ed essere amata.’

‘Ma cosa se desidero qualcuno in particolare?’ Si morde il labbro inferiore, dopo che la lingua ha saettato alcuni istanti.

Ora stava parlando lentamente giocherellando con la scollatura fra i seni e rendendolo molto nervoso. ‘Allora, spetta a te ad uscire e realizzare i tuoi desideri. Puoi fare qualsiasi cosa che ti venga in mente di fare. Ho fiducia nelle tue capacità.’

‘Si… Rendi il fatto di essere me stessa cosi positivo… Non ho mai pensato a tutto quello comunque.’

C’era un silenzio teso. Ha sembrato lottare con un certo dibattito interno. Pensava di sapere quali fossero i suoi pensieri e non poteva ritardare oltre, ha dovuto interrompere il treno dei pensieri. ‘Ora prosegui dritta per la tua strada. Vai avanti Giuseppina. Hai ottenuto di pensare per fare una certa esplorazione, una certa prova. Ma se hai delle difficoltà o ulteriori problemi, ritorna e parleremo un poco più a lungo.’
Ha preso dal cassetto un biglietto da visita. Con il suo nome, il suo titolo di studio, i suoi numeri personali e glielo ha passato.

‘Va bene…’

‘Ricordati sempre, sei forte, sexy, sicura, desiderabile e ami esserlo… Sii una ribelle.’

‘Giusto.’

Si è alzata lentamente, voltandosi dopo un paio di passi che aveva fatto verso la porta.

‘Mi sento in grado di farlo… Non lascerò più nessuno farlo… Sputarmi in faccia… Certamente d’ora in poi… Non lascerò abbattermi da questi pettegolezzi.’

‘è stupendo, Giuseppina. Hai i miei numeri, se avrai altri problemi, chiamami.’

‘Chiamerò, va bene… Allora ti chiamerò.’
Ed è andata chiudendo la porta.

Pietro ha sospirato profondamente, sentendo come se una tonnellata di tensione nervosa lasciasse la stanza con lei. Era un mix di agitazione, ansia ed eccitazione. Era una bella ragazza, ma cosa sarebbe successo se avesse voluto sperimentare qualcosa che le aveva suggerito nello studio con lui. Come poteva giustificare la presenza di lei sotto la scrivania intenta a succhiargli dolcemente il cazzo.
‘Stò per godere, Marzia.’

Lei ha accelerato il movimento della testa lungo il cazzo durissimo mentre lui si è aggrappato ai braccioli della sedia.

Ha trattenuto il respiro e ha sussultato irrigidendosi tutto mentre la calda e cremosa sborra eruttava direttamente nella sua bocca.

Ha continuato ad andare avanti e indietro ancora per qualche secondo per poi fermarsi con la sola cappella trattenuta strettamente dalle labbra. Sentiva le pulsazioni dello sperma che le stavano riempiendo la bocca ed era soddisfatta e felice per il piacere che lei stessa stava provando.
Ingoiato un paio di volte per aver la bocca nuovamente libera, ha continuato ad andare su e giù lungo il cazzo.

Le sensazioni erano tanto forti che ha dovuto afferrarla per i capelli per farla fermare. Il piacere intenso lo stava facendo gemere e oltre la porta, c’erano molte persone intende ad andare avanti con il lavoro di tutti i giorni.

‘Whoa!’ Respirando pesantemente.- Non è l’unica volta che mi hai fatto godere ma mai così fortemente!’

Ha agitato la testa senza mai abbandonare il cazzo è ha succhiato più forte. Si è sentito come se lei volesse aspirare le palle dal cazzo e presa per i capelli, la tirata in modo che abbandonasse il cazzo. Quando la bocca ha lasciato andare la cappella, entrambi hanno gemuto di piacere voluttuoso.

‘Sei sempre la più brava. Mi stupisci sempre per quanto sei affamata di sperma.’

Ha annuito col capo, roteando la lingua sulle labbra. I suoi occhi erano raggianti. Si è piegata nuovamente in avanti e ha imboccato ancora la cappella violacea.

L’ha allontanata dolorosamente sentendo come il cazzo sbatta sonoramente contro la pancia. ‘No! Aspetta!’ Allontanandosi al contempo con la poltrona.

La bella donna è caduta sul tappeto, leccandosi le labbra e mugolando. Ha aperto il cassetto della scrivania ed ha estratto un piccolo vibratore in lattice.

‘Ha proposito, è tempo che parli con Giuseppina. Sta incominciando ad essere una donna forte e sicura. Ha bisogno che si confidi con sua madre in modo da non entrare in conflitto con le altre ragazze. Devi mettere da parte il tuo amor proprio e aprirvi come due buone amiche.’

‘Sì, cognatino.’

‘Siete uguali tu e lei.’

‘Non certo come tua moglie.’ Mentre sorride voluttuosamente passandosi la lingua sulle labbra.

Si è inginocchiato a terra fra le gambe di lei e ha infilato il cazzo ancora barzotto nella figa calda e umida. è entrato di colpo, facendola sospirare e gemere di piacere. Si è discostato e ha inserito il vibratore in lei. Dopo averlo fatto andare avanti e indietro per qualche secondo l’ha estratto e spinto all’interno del piccolo stretto e squisito buco del sedere. Come lo ha infilato quasi tutto dentro, lo ha acceso e ha guidato nuovamente il cazzo in lei spingendo profondamente.

‘Tutto di te è stupendo.’

‘Sii…’ In un lungo gemito di piacere presa com’era da entrambe le parti.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it ‘ mail e msg nelle poche volte che sono collegato.

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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