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Mio zio mi ha dato tutto…

By 23 Agosto 2024No Comments

Mi chiamo Andrea, sono un ragazzo timido, a 18 anni vivo con i miei genitori e da quattro mesi sto con Martina, sto bene con lei, la amo tantissimo. Quest’estate ho deciso di lasciare la scuola, volevo trovarmi un lavoro e iniziare a mettere da parte dei soldi per andare a vivere con Martina. Fu così, che mio padre, un po’ deluso dal fatto che avevo abbandonato gli studi, mi disse che avrebbe parlato con Massimo, che sicuro un lavoro lui me lo avrebbe trovato. Zio Massimo era il fratello di mamma, aveva una ditta e di lavoro ne aveva sempre molto. Io, pur sapendo di essermi rovinato l’estate, ero felice. Finalmente potevo iniziare e gettare le mie basi per la mia nuova vita, la mia e di Martina.
Due giorni dopo, il giovedì, mio padre, mi portò a parlare con Zio Massimo. Lui fu subito disponibile e disse che stava cercando un paio di persone e che era contento che una di queste ero io. Il lunedì successivo, iniziai con il mio nuovo impiego, Massimo, ovviamente non me la sentivo di chiamarlo zio sul posto di lavoro, davanti a tutti, mi aveva detto che ler le prime settimane sarei stato a lavorare con lui, la cosa mi piaceva. Le settimane passavano, ormai in ditta ero quasi un po’ più autonomo, diciamo. Io ero contento. Zio Massimo anche e papà pure.
Finché una sera, poco prima della fine dell’orario, Massimo mi chiamò, chiedendomi se potevo fermarmi un paio d’ore in più perché aveva bisogno per un lavoro. Io dissi contento di si, vista questa richiesta a me, mi faceva intuire che di me si fidava e che comunque, svolgevo bene le mie mansioni.
“Ho già chiamato a casa Andrea, ho avvisato mamma che starai con me un paio d’ore in più, si non preoccuparsi”
Io lo ringraziai e andai verso il bagno per darmi una sciacquata. La ditta era ormai deserta, i macchinari spenti. C’era un silenzio irreale. Eravamo rimasti soltanto io e zio. Massimo mi arrivò alle spalle, mi lanciò una lattina di thè e mi disse che mi aspettava su in ufficio….
Io bevvi la mia lattina in due sorsi, presi la scala e corsi su in ufficio più veloce che potevo.
Entrai e Massimo era seduto alla sua scrivania.
“Vieni, entra, siediti”.
“Devo dire che da quando sei arrivato qui con tuo padre, hai iniziato a fare passi da gigante qui dentro. Sono contento Andrea. Mi sono promesso di aiutarti e mi stai rendendo orgoglioso di te”
“Grazie zio, risposi, mi hai dato una grande opportunità e anch’io mi sono promesso di non sprecarla, io sono in debito con te zio, spero un giorno di poter ricambiare il favore”
“Bravo figliolo. Ora, visto che siamo rimasti solo noi, volevo proporti una cosa, per te sarebbe un piccolo vantaggio, ti porterebbe qualche soldo extra e in qualche modo, ti sdebiteresti con me….”
“Dimmi zio, se posso lo sai che per te, lo faccio più che volentieri”
E da qui, successe quello che mai mi sarei aspettato…..
“Andrea, alzati in piedi e inizia a spogliarti”
Io rimasi impietrito, non riuscivo quasi a muovermi. Avevo capito bene? Mi aveva chiesto di spogliarmi?
Aprì un cassetto, tirò fuori duecento euro e li buttò sul tavolo.
“Questi sono solo l’inizio, se farai quello che ti dico, te ne darò anche di più”
“Zio… Ma io … Ti prego, ho vergogna, cosa mi stai chiedendo?“
“Ma di che ti vergogni? Sai quante volte da piccolo ti ho visto nudo?“
Io ero in una trappola da cui non era facile scappare…. Mi alzai e iniziai a spogliarmi
Mentre mi toglievo i vestiti, vedevo zio seduto alla scrivania che dopo essersi slacciato i pantaloni, si stava masturbando….
Quando rimasi con soltanto i boxer, zio mi disse di fermarmi. Rimasi fermo davanti alla scrivania, in mutande, con le braccia lunghe sui fianchi…
Zio si alzò e venne ad appoggiarsi alla scrivania davanti a me. Aveva il cazzo di fuori, duro ….
Iniziò a passarmi le mani dappertutto, accarezzandomi le spalle, le braccia, i capezzoli. Poi mise una mano sui boxer e mi accarezzò anche lì. Io sospirai, non mi piaceva questa cosa o si? Non riuscivo a capirlo.
Si tolse la maglietta e la buttò ai suoi piedi, mi ordinò di mettermi in ginocchio ..
Io diventai rosso, lui mi mise le mani sulle spalle e fece forza per farmi scendere….
Cedetti, chiusi gli occhi. Sentivo il suo cazzo sulla mia faccia, passava da parte a parta strusciando la cappella. Io avrei voluto scappare
“Dai, da bravo, apri la bocca piano, fammi un pompino”
Io sudavo, era una cosa che non avrei mai fatto e neanche mai pensato di fare. A me piacciono le donne, era una cosa innaturale questa….
“Dai, apri questa bocca, non dirmi che non ti piace il cazzo!”
Mi diede un pizzicotto al capezzolo e d’ istinto la mia bocca si aprì per il dolore. Era fatta, avevo la cappella in bocca. Zio sorrise, cercava di spingere il suo cazzo più in profondità.
Io lo tolsi di bocca e mi girai per respirare.
“Andrea ti prego, mi piaci, non fare così, dai, succhialo!”
Io pensai a mio padre e mia madre, pensai a Martina. I soldi facevano comodo.
“Va bene zio, ma mi devi promettere che nessuno verrà mai a saperlo”
Lui mi disse di stare tranquillo, era il nostro segreto.
Presi in mano il cazzo dello zio, feci scivolare un po’ di saliva dalla bocca sulla cappella e la spalmai con la mano, iniziando a segarlo. Mi avvicinai con la bocca e lo presi di nuovo in bocca, cercando di ferne entrare il più possibile, ma era grosso. Poi non avevo mai fatto un pompino, non sapevo se esistevano tecniche o qualcosa di simile.
Iniziai a prendere un ritmo lento, dentro e fuori dalla bocca. Il cazzo di bagnava sempre di più della mia saliva e questo mi aiutava parecchio. Zio a questo punto, si mise bene in piedi davanti a me, alzandosi dalla scrivania, mi infilò il cazzo in bocca e mi mise una mano dietro la nuca per tenermi ferma la testa. Iniziò ad andare avanti e indietro con colpi forti e veloci. Mi stava scopando la bocca. A tratti mi sembrava di soffocare. Lo sentivo godere e gemere sempre di più, aumentando la velocità. Senza dirmi nulla mi esplose in bocca.
“Bravo ragazzo, ora mandala giù, ingoiala…” E mi spinse leggermente la testa all’indietro senza togliermi il cazzo dalla bocca, per non sputare. Non riuscivo e non volevo farlo, ma ingoiai tutta la sborra di zio. Mi sentivo strano, succhiavo ancora il cazzo dello zio sebbene era venuto, ero eccitato, avevo il cazzo duro.
Zio era soddisfatto, mi fece alzare e mi fece sedere sulla scrivania, mi sfilò i boxer e si attaccò al mio cazzo facendomi un pompino da favola. Mi stava piacendo tantissimo. Era davvero bravo con la bocca. Gli venni in bocca anch’io, non ero riuscito a resistere tanto a quel pompino. Lui ingoiòa mia sborra, leccandosi le labbra. Mi tirò su e mi fece mettere a pecorina sulla scrivania. Iniziò a leccarmi il buchino, con la lingua che sembrava uno scalpello provava a penetrarmi, per poi leccare con foga. Mi stava piacendo anche quello.
Ci rivestimmo, zio mi mise i soldi in tasca, che erano raddoppiati…. Mi disse di non dire nulla di quei soldi, erano un extra solo per me.
Dissi grazie a zio e lui mi baciò con la lingua. Io non mi ritrasse lo baciai con piacere.
Da quella volta, ogni settimana gli “straordinari” con zio divennero un appuntamento fisso, io non vedevo l’ora di spompinare quel cazzo. E Ovviamente, di farmi spompinare da zio Massimo. Inoltre da un po’ di tempo, lo zio aveva iniziato a infilarmi, prima uno, poi due o tre dita nel culo. Continuava a dirmi che appena fossi stato pronto, mi avrebbe scopato per benino. Io all’idea sono impaurito ma anche curioso…
Per il resto la vita fuori dal lavoro andava a gonfie vele. I miei genitori erano contenti e soddisfatti nel vedermi felice, la storia con Martina si era rafforzata, ora potevo portarla fuori a cena, al mare e anche sessualmente era wow, ma il mio segreto con zio era la cosa che mi rendeva più felice. Il sabato di solito non si lavorava in ditta, ma quel sabato Zio Massimo mi chiese lo stesso di lavorare. Io non obbiettai, sapevo che sarebbe stata una mattinata molto positiva.
Arrivai alla ditta entrai, chiusi il portone a chiave e subito salii nell’ufficio dello zio.
Zio appena mi vide, si tolse la maglietta e io io mi spoglia di conseguenza. Mi avvicinai a lui e ci baciammo come due innamorati.
“Dai, sali sulla scrivania”. Io subito mi misi a cagnolino offrendogli il culo. Iniziò a leccarmelo e a infilare due dita, poi prese un tubetto di lubrificante, mi unse per bene e mi scopò un po’ con le dita. Ad un certo punto, sentii entrare qualcosa che non erano le dita, un po’ più grosso e affusolato. Emisi un timido grido perché mi fece un po’ male, ma lo zio giocava con quell’oggetto tirandolo fuori e rimettendolo dentro, il dolore piano piano si affievolì. Io avevo il cazzo che stava per esplodere. Mi lasciò dentro quell’oggetto e mi fece mettere giù a succhiargli il cazzo..
“Bravo, così, succhialo tutto. Come sei bravo ed ubbidiente ormai. Succhiami anche le palle Andrea …”
Ormai il cazzo dello zio in bocca era una cosa che non mi poteva più mancare. Lo adoravo. Mi piaceva il sapore, sentirlo ingrossarsi nella mia bocca, sentirlo pulsare quando stava per esplodere la sua sborra nella mia bocca ….
“Ora rimettiti sulla scrivania, da bravo. È arrivato il giorno in cui ti scoperò come una cagna”
Ancora una volta obbedii, anche se avevo un po’ di timore per il dolore che avrei sentito.
Zio mi unse ancora con il lubrificante e si unse anche la punta del suo cazzo. Mi mise bene in posizione e mi rassicurò:
“Ora te lo infilerò nel culo, ti farà male sicuramente, non ti irrigidire, vedrai che dopo poco ti piacerà”
Io ero impaurito ma eccitato allo stesso tempo.
Sentii la punta del cazzo tra le chiappe e subito dopo un dolore che pensai mi avesse aperto in due. Urlai per il dolore, mi scesero le lacrime per il male, zio che mi diceva di resistere, ma più lo spingeva in profondità più io mi sentivo lacerare.
“È tutto dentro, rilassati, il peggio è passato”
E iniziò a pompare dolcemente, avanti e indietro. Io stringevo le mani al bordo della scrivania, un dolore così forte e intenso non lo avevo mai provato. Zio piano piano aumentò il ritmo. Io allo stesso tempo mi sentivo più rilassato, il dolore lentamente stava diminuendo.
Di colpo si fermò, mi fece alzare e girare, sdraiato sulla scrivania, alzai le gambe, le appoggiai alle sue spalle e con un colpo ben deciso, mi ritrovai quel cazzo nel culo. Urlai ancora appena entrò, poi sentivo che mi stava piacendo. Lo zio prese a scoparmi con un ritmo più veloce, il mio cazzo era duro come una pietra. Zio cominciò a segarmi mentre mi scopava. In poco tempo arrivai, la mia sborra riempí la mano dello zio e la mia pancia. Zio tirò un urlo di piacere e mi esplose una sborrata calda nel culo. La sentii mentre schizzava, tanta, calda ….. Zio mi baciò. Io avevo il culo in fiamme, la sborra stava iniziando a colarmi fuori, corsi in bagno…. Quando uscii vidi zio seduto alla scrivania, mi tese una mano, io mi avvicinai.
“Mai avrei immaginato che saresti stato così bravo Andrea. Benedico il giorno che il cielo ti ha mandato”. Io sorrisi e lo ringraziai, dicendogli che anch’io ero felice da quel giorno e per dimostrarglielo, scesi di nuovo in ginocchio e presi in bocca il suo cazzo. Iniziai a spompinarlo e subito diventò dritto e duro. Lo zio sorrideva e gemeva, io con in bocca il suo cazzo, che sputavo e succhiavo, non capivo più niente. Mi venne in bocca, ingoiai e ripulii la sua cappella con la lingua. Mi alzai e lo baciai. Lui si chinò in avanti e iniziò a farmi un pompino. Le gambe mi tremavano, mi mise un dito nel culo mentre succhiava. Esplosi anch’io nella sua bocca. Poi si lasciò cadere all’indietro esausto sulla sedia, io saltai sulle sue gambe e lo abbracciai. Restammo così un bel po’, ascoltando l’uno il respiro dell’altro. A volte penso se non mi fossi ritirato dalla scuola e se mio padre non avesse chiesto una mano allo zio per me. Grazie a lui, col tempo avevo sempre il mio lavoro, avevo una casa dove convivevo con Martina e anche se meno frequenti, avevo ancora rapporti con mio zio. Ora potevo dirlo, che mio zio Massimo, nella vita mi aveva dato tutto.

Cucciolodolce

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