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Paolo e le donne di famiglia

By 18 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Paolo, ho 20 anni, e sono l’ultimo rampollo di una famiglia di origini siciliane, i Provenzano. Famiglia tipicamente meridionale, con una forte caratterizzazione femminile, se non proprio matriarcale, per via del fatto che i maschi di casa sono permanentemente assorbiti dai loro impegni e stanno spesso in viaggio di lavoro, per cui la vita familiare è interamente nelle mani delle donne di casa.

La mia famiglia è composta da mio padre Stefano, di 46 anni, mia mamma Serena di 44, mia zia Rosalba 46, mio zio Salvatore di 48 anni, mia nonna Francesca di 66 e sua sorella Angela di 62 anni. Viviamo in un casale appena fuori paese, composta da tre appartamenti; nonna e la sorella, essendo entrambe vedove, vivono con noi per non stare sole.

Come nella tradizione meridionale, le donne della nostra famiglia stanno in casa, del resto possono permettersi di non lavorare godendo di una condizione di agiatezza derivante dalle proprietà di famiglia e dalle relative rendite. Esse hanno una caratteristica che le distingue, un tratto genetico peculiare, forse ereditato dalla mamma della nonna, di origine nordeuropea: hanno uno sviluppo ipertrofico delle ghiandole mammarie, seni forti e prorompenti che peraltro compensano con solidissime prominenze posteriori. Insomma, sono tutte tettone, ma anche un pò culone.
Io sono venuto su come nella bambagia, vezzeggiato e coccolato da questo avvolgente universo femminile. Mi reputo un ragazzo fortunato, anche perché mi ritrovo un bel fisico, che continuo a temprare con la pratica sportiva, e sono considerato un bel fico. Le compagne di università sono assai carine e disponibili con me, ma io non mi concedo molto, non sono mai andato al di là di un po’ di petting e di qualche sveltina, perché la donna che ispira i miei turbamenti e che domina la mia mente ce l’ho in casa: è mia madre.

Mia madre è una bella gnocca, con un corpo sodo ed esuberante che le amiche le invidiano. Lei si cura con molta diligenza, per fronteggiare il sovrappeso frequenta assiduamente la palestra ed i risultati sono più che convincenti, tanto che lei si compiace di mettere in bella mostra le sue bontà con abbigliamento ammiccante, intrigante. Ma, come dicevo, ciò che balza agli occhi è il suo opulento davanzale, una quinta abbondante, due poppe generosissime e un po’ cascanti, che si muovono tutte mentre cammina e che attraggono come una calamita gli occhi dei maschi di ogni età.
E’ dagli albori dell’adolescenza che lei ha incarnato l’oggetto del mio desiderio, alimentato le mie voglie morbose, dominato la mia immaginazione ed i miei sogni, ispirato la mia intensa attività masturbatoria.

Via via mi sono fatto un po’ più audace e mi sono messo a spiarla di nascosto. Mi piaceva sbirciarla mentre, dopo la doccia, usciva dal bagno in accappatoio e lasciava intravedere le tettone e le coscione; e, poi, guardarla dal buco della serratura quando in camera si spogliava, si spalmava la crema sul corpo, sulle favolose tette, sui capezzoli ritti, sulle cosce, sul bassoventre, sul pube rasato, per poi rivestirsi indossando calze a rete, reggicalze, reggiseni troppo piccoli per contenere le sue magnificenze, e poi gonne sopra il ginocchio e top scollatissimi. A guardare tutto quel bendidio non avrebbe resistito nessuno, figuriamoci un ragazzo arrapato come me!
Avevo ormai 18 anni, quando una sera lei era uscita con le amiche ed io ero solo in casa a guardarmi la cassetta di un film sexy degli anni 80, ovviamente con una protagonista che la ricordava fisicamente, Serena Grandi. Pensavo che ne avrebbe avuto per molto, e invece all’improvviso me la vedo rientrare in anticipo, più bella ed attraente di Serena Grandi. Mi dice:
‘Paolino, che vedi di bello in tv?’
‘Niente, mamma, guardo la cassetta di una vecchia commedia’.
Si accomoda vicino a me, anzi si allunga sul divano e prende gusto a seguire il film e a commentare le scene più osè. Sdraiata com’è, le si vedono le attaccature dei reggicalze e, dentro la maglietta semitrasparente, i solchi profondi delle mammellone.
Si accorge che sono eccitato, lo capisce dal mio sguardo languido e dal vistoso ingrossamento della patta dei pantaloni; e, come divertendosi a stuzzicarmi ulteriormente, si mette a sottolineare le forme straboccanti della Serena Grandi comparandole sfacciatamente con le sue. Poi, d’un tratto, mi fa:
‘Vedo, Paolino, che ti piacciono le donne bene in carne ‘ Ma tu una donna nuda dal vivo non l’hai mai vista?’
Sono rosso come un peperone, per l’eccitazione accumulata, per la vergogna di essere sgamato da mia madre e per il disagio di quelle sue parole. Ma lei non aspetta neppure la mia risposta e, balzata in piedi. Ancheggia intonando a mezza voce la colonna sonora di ‘Nove settimane e ”, ed incominciò a fare uno spogliarello sexi.
Si muoveva sinuosamente ed ogni capo che si toglieva lo buttava a terra con fare elegante. Si tolse la maglietta facendola scivolare lungo il suo corpo rimanendo in un reggiseno nero fatto di pizzo finemente lavorato che tratteneva a stento le tette prorompenti della madre, immense nel suo splendore erano compressi dalle coppre dell’indumento ed un meraviglio e profondo solco li separava l’uno dall’altro.
Sembrava proprio una attrice di film hard.
I suoi movimenti erano molto provocatori ed invitanti, il suo muovere i fianchi mi provocava intense emozioni, ogni suo gesto era accompagnato da un sorriso che le illuminava il volto, i suoi occhi neri avevano una luce magica, la sua persona emanava un fluido erotico.
Ero eccitatissimo, lei era quasi ad 1 metro da me ed i miei occhi la fissavano incantati.
Cominciò a slacciare il reggipetto, prima una spallina, cacciando una mammella, poi l’altra. Incredulo, con gli occhi spalancati, con la bava alla bocca e con la verga che si gonfiava fuori proporzione, guardavo quella scena che porto ancora oggi nella mente, dopo tanti anni passati. Quando quelle due mammelle prominenti cominciarono a ballonzolare per aria Paolino penso che erano il piu’ bel paio di tette che avesse mai visto. Dopo cominciò ad abbassare la gonna, ondeggiando le anche per farla scivolare. Si voltò di spalle, man mano che la gonna scivolava, e mi mise in faccia due chiappe carnose e sode, attraversate da un perizoma vertiginoso.
Alla fine dello strip rimase solo con le scarpe a spillo con le mani sulle tette e il piccolo perizoma di tessuto trasparente sotto il quale si disegnava la sua vulva.
Sono senza parole, il respiro si blocca per un tempo indeterminato dinanzi allo spettacolo quasi surreale di quelle cosce statuarie con le calze a rete e di quelle poppe monumentali prominenti e penzolanti.
Sono in estasi, il cazzo mi si impenna ed impazzisce, vengo nelle mutande, mentre lei sghignazzando scappa via in camera sua. Giusto il tempo per riavermi e per rimediare alla meglio all’improvvisa ed incontrollata eiaculazione, e poi mi precipito, come al solito, a posizionarmi dietro la sua porta. La vedo distesa sul letto, completamente nuda che si agita e si tocca intimamente, è chiaro che si masturba. La giustifico: mio padre è assente da casa da una decina di giorni ed è evidente che mamma ha bisogno di sfogarsi in qualche modo.

L’indomani a colazione me la ritrovo davanti seminuda, avvolta in una vestaglia velata che non nasconde nulla della sua mercanzia. Io sono ancora in pigiama, nel servirmi la colazione lei avvicina il suo petto tracimante al mio volto, come volesse farmi bere alla fonte. Poi mi dice, con voce ancora arrochita dal sonno:
‘Paolo, che te n’è parso dello spettacolino di ieri sera?… certo, mamma tua è ormai vecchia, ma credo che ancora si difenda, o no?’
La vicinanza di quelle tette morbide e invitanti e il tono ammiccante della sua domanda mi tolgono il respiro, rispondo quasi balbettando:
‘Mamma, ma che dici?…. sei stata magnifica ‘ stupenda ‘ macchè vecchia! ‘ una donna come te farebbe impazzire qualsiasi uomo!’
E lei, con fare ancora più insinuante:
‘E tu, sei impazzito?’
Sospiro profondamente, ma vinco l’imbarazzo e le confesso:
‘Mamma, mica ti incazzi se ti dico che ‘. insomma ‘. mi sono sfogato due volte”
Lei scoppia a ridere e mi dice, come burlandosi di me:
‘Vuoi dire che ti sei masturbato due volte per me? ‘.. Povero il mio Paolino!’
Abbasso lo sguardo per l’imbarazzo, deglutisco a fatica, lei si avvicina, apre appena un poco la vestaglia e mi schiaccia le sue tettone sulla faccia dicendomi:
‘Ah Paolino, sei ancora il cucciolo di mamma? ‘.’
Il contatto con quel seno meraviglioso mi inebria, chiudo gli occhi, abbandono la testa sul suo petto e sospiro:
‘Mmmm ‘.. che magnificenza, mamma! ‘.. mmmmm ” mi sembra di sognare’.’
Lei mi stringe la testa facendomi quasi affogare in quelle montagne di carne morbida e mi sussurra:
‘Mi sembra di tornare indietro nel tempo, quando eri piccino e ti facevo addormentare così ‘. Non mi dirai che hai ancora bisogno di sentire il calore delle tette di mamma ‘. e magari di ciucciarle, eh?….’
E, mentre lei ride, quasi senza volerlo avvicino la bocca ad un capezzolone e davvero mi metto a suggerlo con voracità. Lei reagisce subito, fingendo di incavolarsi:
‘Ehi ehi ‘. porcellino! ‘. dicevo per dire ‘. mica sei davvero un bambino!? ‘. ‘
Ma non si allontana da me e quindi lascia che io continua a strusciare la mia faccia sulle sue tette e a leccarle vogliosamente. Mi accarezza a testa, poi abbassa una mano verso il mio pacco già ingrossato a dismisura verso e, strizzandomi con forza il cazzo e le palle, con voce maliziosa, continua:
‘Mmmmm ‘.. altro che bambino! ‘.. e qui mica ci vuole il biberon! ‘.’
Tra la morbidezza avvolgente delle tette di mamma spiaccicate sulla mia faccia e la stretta energica delle sue dita intorno al cazzo inalberato smarrisco ogni inibizione, mugolo, deliro:
‘Mmmm ‘.. mamma ‘. non ce la faccio più ” così scoppio!’
A quel punto lei mi tira su e, tenendomi ancora attaccato alle sue mammellone, mi guida piano piano verso la sua camera da letto, sussurrandomi:
‘Su, amore, resisti ancora un po’ ‘. che mamma ora ti dà un po’ di sollievo!’
E che sollievo! Appena in camera, mi scaraventa sul letto, si sfila di scatto la vestaglia e mi si presenta tutta nuda, con i due meloni che, nonostante la loro voluminosità, si tengono mirabilmente su, con due coscione belle rotonde e accoglienti e con lo spacco tumido e sporgente della fica che sembra una bocca che mi parla e mi invita ad accomodarmi.
Poi si piega verso di me e, mentre io lecco ancora una volta le sue mammelle e succhio i suoi capezzoli, mi toglie di dosso il pigiama scoprendo il cazzo che si libra in aria come un pennone.
‘Mmmmm ‘.. bello di mamma!’, esclama, ‘guarda come è imbizzarrito! ‘. povero il mio Paolino! ‘ ti fa male, è vero?’
Non mi fa male, vuole solo esplodere, ma approfitto della sua premura e annuisco, stringendo gli occhi e fingendo dolore:
‘Ahhh ‘. sììììì ” mamma ” non resisto!’
Mamma mi sale sopra e si cala sul cazzo eretto impalandosi. Mi cavalca freneticamente, accompagno il suo movimento spingendo il mio cazzo sino in fondo alla sua fica sbrodolante e afferrando con forza le sue tettone che penzolano proprio dinanzi alla mia faccia:
‘Piano! piano!’, mi dice quasi rimproverandomi, ‘così mi fai male tu!’
Allora mollo le tette e la prendo per i fianchi larghi spingendo come un dannato il mio uccello nel suo antro di fuoco. Due-tre colpi di reni e, con un lungo grugnito, sborro, sborro tutto quello che ho in serbo nella fica che avevo tanto sognato. Lei accelera la sua cavalcata e, dopo una decina di secondi, emette un urlo che quasi mi spaventa e viene anche lei, ricoprendo dei suoi umori il mio cazzo ancora vibrante.
Poi si sfila e si distende al mio fianco per rilassarsi. Ci accarezziamo, ci baciamo con ogni sognanti, poi lei si rialza a mezzo busto, mi scuote e mi dice:
‘Come ti senti, ora, amore di mamma?’
‘Non credo ai miei occhi ‘. mi sembra che sia tutto un sogno!’, le rispondo con gli occhi ancora chiusi.
Si china di nuovo verso di me, appoggiando le sue enormi tette sul mio petto, mi bacia sulla bocca e mi dice in un soffio:
‘Sì, è così, è stato un bel sogno! ‘ e certe volte sognare fa bene’.’

Era già arrivata l’ora di pranzo. Mia mamma si era rivestita con una sottile vestaglia senza niente sotto. A tavola, non riuscivo a staccare gli occhi dalle trasparenze di quella vestaglia, che nulla o quasi celavano delle stupende, voluminose tette. Poche prima erano state mie, ma quasi no me ne convincevo, tutto mi era sembrato un sogno.
Eravamo già al secondo e stavo gustando un bel pezzo di carne alla griglia, con contorno di insalata, quando suona il citofono. Mamma corre a rispondere e, mentre è di spalle, mi delizio ad ammirare il suo favoloso culo: bello, ampio, sodo, prominente. Sospiro e penso che anche quello un giorno sarà mio.

Sento dalla conversazione un po’ concitata che al citofono era mia nonna Francesca, che abita con sua sorella Angela nell’appartamento attiguo al nostro. Chiedeva a mia madre se io ero libero, perché voleva una mano a raccogliere un po’ di ortaggi e sistemarli in cantina. Mamma rispose che avevo quasi finito di mangiare e che sarei arrivato a minuti.

Mia nonna Francesca era un donnone con qualche chilo di troppo; rimasta vedova 6 anni prima, viveva in casa con sua sorella Angela, anche lei vedova da qualche anno. Aveva i capelli rossi corti e vestiva sempre in maniera semplice, con gonne sotto il ginocchio, maglie e camicie di taglio tradizionale, ma indossava reggiseni super rinforzati per impedire che la sua decima misura di tette tracimasse. Era sempre molto affettuosa con me, forse perchè ero l’unico maschio giovane della famiglia, e, perciò, quando mi chiamava, ero sempre più che disponibile.

Accelerai la conclusione del pranzo, mi misi una tuta da ginnastica con una maglietta sopra, salutai la mamma con una veloce manata sulle sue chiappe e raggiunsi la nonna nel campo dietro casa. Lavorare fianco a fianco di mia nonna, mentre lei, chinandosi in avanti, esponeva ai miei occhi tutto quel bendidio che le riempiva il petto. Avevo ancora sulle dita la sensazione indicibile provocatami dal toccare e stringere le tettone di mamma, ma al confronto quelle di nonna era ancora più grandi.
A guardare il suo movimento ritmico, il calarsi e rialzarsi di continuo nella raccolta degli ortaggi, il sangue mi saliva alla testa e l’uccello si era subito inalberato, tendendo vistosamente la tuta che indossavo all’altezza dell’inguine.
Penso che a nonna la cosa non fosse sfuggita, difatti lei cominciò a sfottermi un po’ sulle ragazze che conoscevo:
‘Eh, Paolino, chissà come fanno a gara le tue amichette per accaparrarsi un bel giovanotto come te!’
‘Ci credi nonna’, le risposi, ‘che quelle pollastrelle non mi dicono nulla? ‘ sarà perché sono abituato alle belle donne di casa mia, ma le mie amiche non sono di mio gusto’.’
E nonna mi chiese maliziosamente:
‘E quali sono i tuoi gusti?’
Al che, diventato più audace dopo l’avventura mattutina con mamma, le risposi ammiccando:
‘A me piacciono le donne belle piene, abbondanti ‘. mi piacciono le tette grosse”
E nonna, sorridendo e facendo finta di cadere dalle nuvole:
‘Mah, io pensavo che averle grosse fosse un bel problema ‘ non sapevo che era un pregio ‘ se è così, in famiglia siamo fortunate’.’
Ed io, rafforzando il ragionamento:
‘Fortunato sono io che vivo ogni giorno in mezzo a tutto questo bendidio, nonna!’
Continuammo ancora per un bel po’ a scherzare e a stuzzicarci su questi argomenti, e naturalmente la mia eccitazione continuò a crescere a dismisura, il cazzo era diventato di ferro, le palle mi facevano male. Finito il raccolto, ci dirigemmo verso casa, la nonna vanti, io dietro a guardarle famelico il culone che lei dimenava camminando.
Scaricammo la verdura e la sistemammo in cantina, poi nonna mi annunciò:
‘Paolino, che ne dici di venire poi da me a bere un po’ di tè? ‘. Tra un po’ tua madre e zia Angela devono andare ad una festa di beneficienza in paese ‘ se non hai di meglio da fare, perché non vieni a tenere compagnia alla tua nonna? ‘.’
Naturalmente accettai, rientrai in casa, mi feci una doccia veloce e, non appena mamma se ne uscì con zia Angela, mi fiondai a casa della nonna. Mi venne ad aprire che era ancora in accappatoio, anche lei fresca di doccia, mi fece accomodare in salotto e si allontanò per rivestirsi.
La seguii con lo sguardo e notai che non aveva chiuso la porta della sua camera. Mi avvicinai quatto quatto e, parzialmente nascosto dietro lo stipite della porta, assistei ad uno spettacolo incredibile. Nonna Francesca era completamente nuda ed esponeva alla mia vista due tettone monumentali, incredibilmente erette, con due aureole larghe e due capezzoloni ritti come un dito mignolo, una pancia alquanto pronunciata ma non cascante, un culone ampio e possente, due coscione enormi, già imperlate di cellulite, con un folto cespuglio di peli ancora neri sul pube gonfio.
Lei era impegnata a spalmarsi una crema rassodante su tutto il corpo, massaggiandosi energicamente soprattutto le tettone. Trattenni il fiato per non farmi scoprire, ma l’eccitazione era tale che pensai bene di tornare alla chetichella in salotto.
Poco dopo la vidi arrivare vestita con una gonna nera e un maglietta rossa abbottonata sul davanti, con i primi tre bottoni slacciati che dischiudevano il solco vertiginoso delle sue mammellone. I miei occhi guardavano solo lì in mezzo a quelle supertette e lei, civettando, non perdeva occasione per strusciarmele addosso.
Mi servì il tè con i biscottini, poi si sedette al mio fianco per guardare insieme un pò di tv. La mia eccitazione non accennava a scemare, la sua vicinanza, il profumo del suo corpo, mi inebriavano. Ad un tratto, si accomodò vicino a me sfregando ripetutamente le sue ginocchia contro le mie e tirò un sospirone di contenuta sofferenza. Subito le chiesi:
‘Che c’è nonna? Qualcosa che non va?’
‘Oh Paolino, niente ‘ cosa vuoi? L’età è l’età! ‘. Soffro di un male alla schiena ‘. Me la faccio massaggiare da zia Angela, ma ogni tanto mi ritorna’.’
Colsi al volo l’occasione di metterle le mani addosso e mi offrii di aiutarla:
‘Nonna, se vuoi, posso provarci io ad alleviarti il dolore”
‘Oh che carino che sei!’
Fare un massaggio alla nonna: quale occasione migliore per metterle le mani addosso, per accarezzare quel mare di carne morbida, per insinuarmi nelle sue intimità?
La nonna si alza dal divano, mi prende per mano e mi trascina in camera da letto, dove si sfila la maglietta restando in reggiseno di pizzo bianco: un reggiseno che a fatica contiene quelle zinnone debordanti, tanto che aureole e capezzoli tracimano dall’orlo.
A quella vista la mente comincia a vacillare, mentre il cazzo mi si impenna violentemente. Lei, la porcona della nonna, si accorge benissimo della mia eccitazione montante e, per portarmi al punto di non ritorno, si denuda al rallentatore. Prima abbassa una spallina e fa fuoriuscire dalla coppa una parte di tetta, poi l’altra, ed è costretta con entrambe le mani a tener su il suo enorme davanzale; infine, con un sorriso malizioso, mi dice di sganciarle il corpetto da dietro, cosa che faccio con le mani che mi tremano per il turbamento.
Si distende a pancia sotto sul letto, guardo estasiato le sue larghe spalle nude e le chiappone appena coperte dal velo della vestaglia; le tette sono così grandi che, schiacciate sul materasso, fuoriescono di lato. Mi viene spontaneo paragonarle a quelle della mamma. Ma queste sono fuori misura, davvero megagalattiche. L’impatto delle mani su quella pelle morbida mi provoca una scarica elettrica. Trattengo il respiro e comincia a spaziare in lungo e in largo sulle sue terga, lei sospira e mostra di apprezzare:
‘Bravo, Paolino, come sei delicato! ‘ Guarda che puoi farlo anche con più energia, non mi sciupo mica!’, esclama ridendo.
Mi sento autorizzato a smanacciarle di più, ad affondare le dita nelle sue carni, a scendere sui lati sino a pastrugnarle le tettone e più in basso, sul fondoschiena, frizionando con le dita il solco profondo che divide i globi delle chiappe. Continua a sospirare, gemere e ridacchiare, e a incoraggiarmi:
‘Bravo Paolino! ‘. Ah l’avessi saputo, te l’avrei chiesto da tempo di farmi qualche massaggio!’
Che goduria accarezzarle la pelle morbida! Muovevo liberamente le mie mani sulle larghe spalle, piano piano allargai il raggio di azione toccando ripetutamente i lembi delle tettone che debordavano da sotto e scendendo a massaggiare il fondoschiena, i fianchi, le chiappone.
La nonna sospirava di piacere, apprezzando esplicitamente il mio lavoro:
‘Che bravo che sei, Paolino! Molto più bravo di zia Angela!’ l’avessi saputo, te l’avrei chiesto prima’. ma dove hai imparato?’
Incoraggiato dalle sue parole mi feci più deciso e insinuante, feci scorrere le mani nel solco delle chiappe e arrivai a solleticarle il buco del culo. Lei sobbalzò lievemente, ma non disse nulla; lo presi per un assenso e infilai la mano in mezzo alle sue coscione sino a pastrugnarle la ficona, strizzando con le dita il grilletto e le grandi labbra. A quel punto non poteva far finta di nulla e, rabbrividendo per il piacere, esclamò:
‘Paolino ‘. Non ti sembra di esserti spinto troppo in là?’
Decisi di fare lo gnorri e le risposi con aria innocente:
‘Oh scusa nonna, non volevo ‘. è stato più forte di me ‘ ma sai, come faccio a restare indifferente dinanzi a tanta bontà?!’
Lei ribattè subito, inorgoglita e divertita:
‘Paolino, non prendermi in giro ‘. Non mi dirai che una povera vecchia ti può fare un certo effetto’.’
Insistei ad esaltare la magnificenza di quel corpo, che davvero mi aveva mandato in visibilio e che non vedevo l’ora di godere:
‘Nonna, sapessi quanto mi costa tenermi a freno ‘ ‘
E lei, sempre più compiaciuta:
‘E dimmi, dimmi, cos’è che più ti rende tanto fremente?’
‘Tutto, nonna, ma soprattutto le tue tette’.’
‘Le tette?’ ma dici davvero? ‘. Sono troppo grandi ‘. Guarda!’
Detto questo si girò di colpo e si mise supina, esponendo alla mia vista il mare di carne che le riempiva il petto. Le teneva con le mani cercando di contenerle un po’, non le avevo mai viste in tutta la loro magnificenza, ero letteralmente rapito da quei globi traboccanti e dai capezzoloni turgidi che sembravano implorare di essere ciucciati e mordicchiati.
Visto che ero rimasto a bocca aperta e quasi avevo sospeso il respiro, nonna mi scosse sfottendomi:
‘Ehi, ma non hai mai visto una donna nuda?! ‘. Se ti piacciono tanto, puoi toccarle”
Non persi neppure un istante ed allungai le mani adagiandole su quell’immenso davanzale, balbettando:
‘Po’ posso ‘? ‘. Dio, nonna, che splendore!’
‘Puoi, piccolo mio, sì che puoi ‘. ‘
‘E posso anche baciarle?’
‘Quanto sei caro!’ ma certo che sì!’
Mi lanciai sul corpo di mia nonna e affondai la mia faccia in quelle montagne di tenerezza, leccando all’impazzata. La nonna un po’ sospirava di piacere, un po’ rideva, ad un tratto esclamò:
‘Piano, tesoro mio, piano! ‘. Mamma mia che foga! ‘ oh, però, sento qualcosa di duro in mezzo alle gambe ‘ mica ti sei eccitato?’
Sollevai appena la testa da quel paradiso e le risposi respirando forte:
‘Nonna, scusami, ma non resisto ‘ lo vedi anche tu!’
‘Oh Paolino bello, non avrei mai pensato di provocarti tutto questo’. Ma apriti i pantaloni, mettiti più comodo, sennò tra poco esplodi’.’
Ciò detto, mi aiutò a liberarmi di pantaloni, slip e maglietta, si aprì completamente la vestaglia mostrandomi la pancia rotonda, le cosce ampollose e il pube peloso, e aggiunse con fare materno:
‘Vieni, amore ‘. prima che ti venga un colpo ‘. vieni dalla nonna!’
Mi ghermì con una certa decisione e mi attirò dentro di lei. L’abbrancai con tutte le mie forze, ma lei era enorme, avevo l’impressione di sprofondarle dentro. Il mio cazzo era teso all’inverosimile e non appena entrò nella sua caverna ardente gli bastarono pochi affondi per eiaculare subito. Lei mi teneva stretto a sé tirandomi per le natiche e mi incoraggiava oscenamente a pistonarla:
‘Dai, nipotino bello, lo sai che hai un bel pistolino? ‘. Dai, spingi forte, dai un po’ di piacere anche alla nonna ‘ ooohhhh ‘. sììììì ‘.. così va bene ‘.. daiiiii ‘.. vieni, vieni ‘.. scarica tutto nella pancia di nonna!’
Quando sentì che stavo per sborrare, mi cinse le natiche con le sue gambe ed emise una serie di gemiti di goduria, da vecchia porca:
‘Sììììì ‘. cosììììì ‘.. bravoooo!!!! ‘. riempimi del tuo seme, amore ‘. Non fare uscire neppure una goccia!’
Alla fine di quella incredibile chiavata mi sentivo come svuotato. Avevo goduto come non mai, ma anche nonna aveva goduto. Chissà da quanto tempo aspettava un momento così.
Avevamo peso la dimensione del tempo. Ad un tratto lei si ridestò di botto, mi ricordò che mia madre e la zia Angela forse stavano già tornando, mi fece rivestire di corsa e mi rimandò a casa. Ero sfinito, mi misi subito a letto a riposare, aspettando il ritorno della mamma. Il mattino seguente mi svegliai verso le 9.

Appena aperti gli occhi incominciai a sentire un profumo di caffè che veniva dalla cucina. Mi misi addosso un paio di pantaloncini e a torso nudo e scesi per la colazione. Trovai mia mamma in pigiama che stava apparecchiando. Il caffè era pronto e anche le paste ben calde portate qualche minuto prima dalla nonna.

Appena mi vide mi baciò e mi sorrise ‘Ben svegliato amore. Hai riposato bene? Ieri sei stato magnifico, mi hai ridato la giovinezza’Meno male che ci sei tu in casa. Tuo padre non c’è mai, e quando c’è è sempre stanco’
Mentre diceva queste cose io l’accarezzavo infilando le mani nella scollatura della vestaglia e titillandole i capezzoli già ritti e palpandole oscenamente il culo.

Alla fine della colazione mamma mi disse:
‘Paolo, hai visto che bella giornata? Con nonna e zia abbiamo deciso di passarla là fuori in piscina. Dai, mettiamoci in costume che ci aspettano’

Solo all’idea di tutto quel tettame al sole già mi sentii il cazzo venire duro e mia madre se ne rese ben conto visto il bozzo che avevo tra i pantaloni.

‘O Paolino ma sei sempre in tiro’ disse e meccanicamente me lo fece uscire dai pantaloni iniziando a segarlo.

Giocare col mio cazzo le doveva piacere da matti e poco le ci volle per chinarsi in ginocchio, far sbucar fuori le grosse tettone e spararmi una bella sega alla spagnola.

‘O cazzo mamma… Vengo vengo…’.

‘Sborra Paolino sborra bene sulle mie tettone’ rise lei e conciliante si fece una doccia di sborra.

Mentre lei usciva pensai alle tette di mia zia.

Avevo già avuto la conoscenza diretta di quelle della mamma, belle polpose, e di quelle della nonna, enormi, traboccanti. Ardevo dal desiderio di apprezzare anche quelle di zia Angela che valutavo grandi quasi quanto quelle della nonna.

Quando, poco dopo, arrivai nel prato retrostante la casa trovai la nonna e la zia in costume scuro intero già distese al sole sopra due sdraie, mentre mia madre in bikini verde era già in piscina a nuotare.

Che spettacolo di morbide rotondità dinanzi ai miei occhi! Le abbondanze esibite dalla nonna e dalla zia mi provocarono da subito un’erezione che io cercai di nascondere buttandomi in acqua e inscenando una specie di gara con mia madre; ma la vicinanza del suo corpo non poteva che accrescere la mia eccitazione. per cui fui costretto a restare a lungo in acqua prima di poter uscire con il cazzo riportato sotto controllo.

Alla fine andai a distendermi anch’io al sole sull’erba, ma mia madre mi richiamò subito per pregarmi di spalmarle la crema da sole sulle spalle.

Si distese sul lettino a pancia in giù e si slacciò il reggiseno; mi posizionai dietro di lei e cominciai a massaggiarle le spalle, senza mancare di allungare le mani sulle ridondanze delle tette schiacciate sul lettino e sugli stessi lombi semicoperti dallo slip.

‘Bravo Paolo -esclamava trasognata- hai delle mani veramente delicate!’ io sorridevo pensando che anche le sue non erano male a maneggiarmi l’uccello.

‘Confermo, confermo! -commentò la nonna- ieri mi ha fatto un piccolo massaggio e veramente mi sono sentita rinata!’ all’annuncio mia madre si girò verso di me e mi lanciò uno sguardo tra il sorpreso e l’imbronciato.

Conoscendo la nonna, le erano subito venuto dei sospetti.

Ma fu la zia a intervenire di colpo esclamando: ‘Bene! Bene! Abbiamo un bravo massaggiatore in casa e io me lo sono perso?’.

‘Ma figurati zia è solo uno scherzo ma se vuoi un massaggio basta dirlo’.

‘Più che alla schiena mi servirebbe uno bravo a massaggiare le cosce. Ho sempre dei tira nervi che non ti dico. Tu sei capace?’.

‘Io li faccio bene ovunque’ risi alludendo alle sue poppe.

Angela, aveva 62 anni ma li portava benissimo. La chiamavo zia ma in realtà era la pro zia essendo sorella minore della nonna. Spesso avevo notato che nonostante l’età indossava gonne davvero corte e tacchi davvero alti. Già tempo prima pensando a lei mi ero segato
abbondantemente. Ora, se in quella famiglia tanto dava tanto potevo avere la mia occasione.

‘Allora stasera ti aspetto’ ammiccò la zia.

‘Aspettami’ annuii io con fare molto lascivo.

Ci rosolammo per un po’ al sole, poi la nonna si alzò e rientrò in casa annunciando che avrebbe fatto una doccia ed avrebbe cominciato a preparare in cucina.

Io lo avevo così duro a forza di fissare zia Angela e immaginare cosa avrei potuto farle che decisi di seguirla.

Lei stava insaponando le tettone e la ficona, mi intrufolai in bagno e, prima che la nonna si rendesse conto della mia presenza, ero già nudo col cazzo duro a palparle il culo ed a ciucciarle i capezzoloni.

‘Ma sei matto, Paolino! ‘ la mamma e la zia potrebbero rientrare da un momento all’altro’.

‘Dai nonna che faccio presto. Dai chinati chinati’.

Lei che faceva la preziosa ma doveva avere una gran voglia di cazzo obbedì.
In un attimo le fui dentro.

‘Paolo oddio ma come è duro…’.

‘Si nonna è sempre duro’ le sussurrai io iniziando a pompare.

Da dietro mi afferrai alle sue gonfie tettone e presi a pompare a tutta forza.
Non avevamo molto tempo e mi diedi da fare per sborrare in fretta.

Qualche minuto dopo la nonna rantolava come una vacca il suo orgasmo e io con un fremito le scaricavo il mio nella fica. Le palpai anche abbondantemente le chiappone e sussurrai ‘La prossima volta voglio farti una visita anche lì dietro nonnina’.

‘Paolo sei un maiale lo sai’.

‘Lo so -sorrisi- tu però non hai detto no mi pare’.

Lei si limitò a sorridere. ‘

Proprio mentre uscivo di nuovo all’aria aperta incrociai la mamma che rientrava per aiutare la nonna a preparare il pranzo.
‘Paolino -mi disse mamma- la zia dice che il massaggio lo vuole adesso!’

‘Adesso?’.

‘Dice che ne ha proprio bisogno’.

Obbedii.

Zia Angela era già bella pronta per offrirsi alle mie mani. Si distese a pancia sotto, si abbassò le spalline del costume e lasciò che le sue mammellone rimbalzassero libere sul lettino; io mi misi a cavalcioni sul suo culone e cominciai a palpeggiarla spregiudicatamente. La mia eccitazione era tornata a galoppare e il mio cazzo, benché coperto dallo slip, si era insinuato nello spacco delle sue chiappone.

La zia sospirava ed esternava la sua letizia mostrando di apprezzare la frenesia delle mie mani e la pressione del mio cazzo. Mi resi conto che era una gnoccona desiderabile quanto la nonna, e forse anche di più, dato che aveva una fame arretrata di sesso. Notai che, con un gesto di finta distrazione, ad un certo momento si sollevò e si girò di sbieco verso di me proprio per mostrarmi il bendidio delle sue tette penzolanti, ricoprendole subito dopo con le mani in un gesto comico di tardivo pudore.

‘Non dovevi massaggiarmi le cosce?’ disse sorridendo.

‘Hai ben altro che vorrei massaggiare’ risposi e senza esitare oltre le poggiai le mani sul petto.

‘Che bella donna che sei, zia. E che belle forme che hai!’ le sussurrai mentre giocavo coi suoi grossi capezzoli. ‘Ma che dici, Paolino! Sono vecchia. Mica posso competere con le belle ragazze che ti fanno le fusa!’
‘Vecchia tu? Ma vuoi scherzare? Ti posso assicurare che i miei amici farebbero la fila pur di poter toccare questo bendidio!’
Lei continuava a fingere indifferenza ma ormai le mie mani le stavano sondando le mammella con una voluttuosità inequivocabile.

‘Se non ti vergogni di mostrarti in pubblico con la tua vecchia zia, stasera possiamo andare a ballare alla festa patronale del mio paesino”

Restammo d’accordo così, ci salutammo facendoci l’occhiolino e rientrammo in casa per il pranzo. La tavola era già imbandita, ci accomodammo tutti e quattro. Era un delirio dei sensi mangiare e bere affogato in mezzo alle ubertose montagne di carne che le mie donne appoggiavano sul tavolo.

Non potei fare a meno di sistemarmi il cazzo impaziente che minacciava di fuoriuscire dal costume, tanto più che le tre sembravano fare a gara per eccitarmi a più non posso: la mamma si compiaceva di lasciar abbassare la coppa del reggiseno sino a scoprire buona parte dell’aureola scura di uno dei suoi capezzoli; la nonna aveva indossato una vestaglietta trasparente che metteva in bella mostra le tettone traboccanti e le mutande di pizzo nero con merletti; la zia, per non essere da meno, teneva le gambe larghe e mi lasciava guardare in mezzo alle cosce il ciuffo nero dei peli che debordavano dallo slip.

Verso la fine del pranzo zia Angela annunciò che aveva intenzione di fare un salto in paese per la festa patronale e che mi aveva già invitato ad accompagnarla; la nonna e la mamma si mostrarono dispiaciute per non poterci andare, dato che avevano già preso un appuntamento con delle amiche.

Poi, rivolgendosi a me, la mamma aggiunse:
‘Mi raccomando Paolino, fai il bravo con la zia!’
E lo disse con un tono di ambigua ironia, quasi a volermi mettere in guardia da qualche alzata di testa (mia o della zia, o di tutti e due?

Verso le 18 partiamo. Zia Angela si è vestita in maniera vistosa, sgargiante, come non l’avevo mai vista: maglietta viola, gonna nera, calze a rete, tacchi a spillo, trucco pesante. Già da vestita mi avevo fatto venire il cazzo mezzo duro. Il suo senone gonfiava all’inverosimile la maglietta, la gonna conteneva a fatica i suoi fianchi larghi, i tacchi a spillo esaltavano i suoi polpacci e le sue chiappe. A quella vista deglutii più volte per trattenere la voglia.

Seduta in macchina al mio fianco la zia accavallò subito le gambe, scoprendo il reggicalze e una bella porzione di coscia bianca. Vista da più vicino la maglietta appariva quasi trasparente e lei, lamentandosi per il caldo, ogni tanto slacciava un bottone e schiudeva
la vista del solco vertiginoso delle sue tettone.

Durante il tragitto cominciò a confidarmi le sue cose intime.
Mi raccontò che il suo matrimonio era andato a male perché il porco di suo marito se n’era andato sei anni prima con una puttanella slovena, ma che lei aveva resistito a tanti corteggiatori per non far parlare la gente.
Ora si sentiva contenta di essere accompagnata da me, si sentiva rinata e aveva voglia di divertirsi.

Al paese trovammo una gran baldoria e subito si mettemmo a ballare insieme agli altri. Ballando stretti dentro quella calca, a contatto con le grazie ubertose della zia, il mio arnese era diventato ingovernabile, non riuscivo ad evitare di strusciarglielo sulla
pancia.
Per tutta risposta, lei mi sorrideva compiaciuta: ‘Vedo che sei su di giri. E anche ben messo mi pare…’.

‘Scusa zia, ma è questa atmosfera di festa’.

‘Non ti scusare, caro. Sono cose che fanno piacere alla mia età specie quando si è un po’ in arretrato…’.

Visto che eravamo entrati in argomento affondai il colpo:

‘Zia, te l’ho già detto stamattina. Una bella donna matura come te è mille volte più desiderabile di certe mie colleghe di università.

Per tutta risposta la zia cominciò a stringersi ancora più forte a me, schiacciando il suo voluminoso seno sul mio petto e avvicinando ancora di più il suo bacino al mio cazzo scalpitante. Non so come riuscii a resistere e non sborrare nei pantaloni.
Ma certo a fine serata il cazzo e le palle mi dolevano per la repressione.

Verso le 23 decidemmo di rientrare. Ci rimettemmo in macchina, lei era tutta accaldata, si era sbottonata quasi tutta la maglietta e le due tettone sembravano dover tracimare fuori da un momento all’altro. Si sistemò meglio sul sedile alzandosi la gonna fino quasi al limitare del reggicalze, poi cominciò a strofinare la sua mano sulla mia gamba e a chiedermi con voce flautata: ‘Paolino, ti voglio ringraziare, stasera mi sono tanto divertita. Ma vedo che la mia compagnia non ti è dispiaciuta. Dimmi, tesoro, cosa ti piace di me?’

‘Zia, sei una donna magnifica, attraente. Anzi, se me lo consenti, Arrapante’.

Lei sospirò molto compiaciuta e intensificò il massaggio indiscreto che stava facendo alla mia gamba. Continuai: ‘Se vuoi sapere quello che più mi piace di te, l’avrai capito: le tue
belle tette ‘ favolose!’

‘Se ti piacciono tanto…’ Si aprì completamente la maglietta, prese la mia mano destra e la guidò all’interno facendola annegare in quel mare di carne calda e morbida. Che vertigine! Persi momentaneamente il controllo della guida e dovetti fare una frenata di emergenza per non andare a sbattere. La zia si spaventò e mi disse quasi tremando: “Scusami, tesoro, è colpa mia! ‘.
è meglio che torniamo velocemente a casa e, senza farcene accorgere, saliamo su in mansarda ‘.”

Così facemmo. Parcheggiai nella parte posteriore della casa e, in punta di piedi, salimmo nella mansarda che aveva una entrata indipendente e che di solito riservavamo agli ospiti. Per non farci scoprire non accendemmo neppure la luce, tanto i bagliori esterni illuminavano a sufficienza.

Appena richiusa la porta non resistetti più e mi lanciai addosso alla zia, palpeggiandola dappertutto e tirandole fuori le tette dal reggiseno. Lei ridendo mi disse:

‘Piano piano, Paolino ‘. Datti una calmata ‘. Su, mettiamoci comodi’.

Ciò detto, mi mise a sedere sul divano letto e cominciò a spogliarsi: uno spettacolo che più arrapante non poteva essere. In pochi minuti la maglietta, la gonna, il reggiseno, lo slip caddero l’uno dopo l’altro per terra.
Anch’io mi liberai dei miei vestiti e mi distesi sul divano letto col cazzo che era diventato un palo rovente. Rimasta in calze, reggicalze e tacchi a spillo, la zia si calò sopra di me e cominciò a succhiarmi l’uccello massaggiandomi le palle; poi si tirò un po’ su e fece penzolare le sue gran di tette sulla mia faccia.
Le abbrancai come un lupo famelico e mi misi a ciucciarle rudemente, mordicchiandole.
Si lamentò e mi redarguì:
‘Piano, ti ho detto’ non con i denti ‘. Mi fai male!’
Poi prese con le mani il mio cazzo ingrifato e se lo sistemò proprio nel solco delle tette dando vita ad una spagnola memorabile. Che troia che era la zia! Chi l’avrebbe detto?!
Mi sforzavo di resistere ancora, ma l’impulso di sborrare era fortissimo.
Lei se ne accorse e mi scongiurò:

‘Ti prego, Paolino, resisti un altro po’, lo voglio dentro di me”

Si distese supina a gambe larghe e mi attirò sopra di lei, guidando con la mano il mio cazzo nella sua ficona già sbrodolante. Dio che sensazione, che goduria penetrare in quella tana calda e umida e in quella foresta di peli scuri! Assecondava i miei movimenti muovendo i fianchi in sincronia con le mie spinte. “Godo….. godo gioia! Vieni anche tu insieme a me… non uscire…! Ahh cosi…! La cavalcai freneticamente ancora per un paio di minuti, poi mi lasciai andare ad una megasborrata delirando a denti stretti: ‘Vengo, zia. Troia sei una troia. Ti riempio tutta. Sììììì’. aaahhhh!!!’

Ora si muove quieta, la furia dei sensi si sta lentamente placando e mi bacia dolcemente il viso. “Resta cosi’ per un po’, non uscire… ti voglio sentire dentro di me. Come e stato bello dopo tanti anni sentirlo ancora dentro! A te e piaciuto? Voglio essere la tua amante, sempre disponibile ogni volta che lo vorrai…. il tuo cazzo e ancora duro…, chiavami ancora…. ti prego…. ahh come e bell0…. fammelo sentire dentro amore!” Ripresi a muovermi dentro di lei cavalcandola con forza. “Sei la mia troia e voglio che tu lo sia per sempre… solo per me… zia sto godendo ancora dentro…! “Si paolino, saro’ la tua troia! Lo saro’ solo per te… ogni volta che lo vorrai… piu’ forte…. colpiscimi forte sull’utero…spaccami tutta… ti sento, ti sento! Quanta sborra! Come mi piace… godo ancora! Non lasciarmi…. eccomi amore…. godo con te….!

Dopo esserci rilassati un po’, ci rivestimmo e in punta di piedi come eravamo saliti ridiscendemmo dalla mansarda ed entrammo in casa. Per fortuna la mamma e la nonna erano già a letto e quindi non dovemmo esporci ai loro occhi indagatori.
La zia mi diede un ultimo bacio e mi disse in un orecchio che avere in casa uno stalloncino ben dotato come me era una bella fortuna.

Replicai che la fortuna era la mia ad avere una zia così arrapante e così troia.

Esausto mi ritirai in camera e mi addormentai veramente contento per quella nuova, fenomenale chiavata che non sarebbe certo stata l’ultima. Una volta scesi dalla mansarda, la zia rientrò in casa sua, io in casa mia. Entrato in casa, mi diressi subito verso la mia camera, che era attigua a quella di mamma; passando davanti alla sua camera, vidi una luce soffusa uscire dalla sua stanza, mi fermai un attimo, la sentivo lamentarsi.

Avvicinandomi alla porta che era socchiusa, sbirciai dentro e la vidi distesa sul letto che si masturbava con una mano la figa e con l’altra si pastrugnava le tettone, invocando il mio nome a bassa voce:

“Paolono mio, dove sei? ‘.. ah quanto mi hai fatto godere col tuo pistolone! ‘.. aahhh sììììì ‘. vieni, vieni ‘.. fammelo sentire dentro la fica’.. aaahhhh”

Uno spettacolo inatteso quanto travolgente: mia madre si masturbava invocando che la chiavassi!
Il mio cazzo balzò subito verso l’alto, mi diventò subito duro e non resistei all’istinto di carezzarmelo e di tirarmelo.

Ma non riuscii a restare fermo e silente nell’ombra.
Nel masturbarmi feci un piccolo rumore, mia madre si bloccò d’un tratto e si girò subito verso la porta:
“Sei tu Paolino? ‘. ”
Scoperto, mi affacciai un po’ imbarazzato sulla porta cercando di giustificarmi:

“Scusa mamma, stavo rientrando proprio ora ‘. non mi aspettavo di assistere ad uno spettacolo così bello ‘. manon volevo interromperti sul più bello ‘ ti prego, continua!”

Mamma non cercò neppure di trovare una scusa, anzi mi invitò esplicitamente ad entrare in gioco:

“Tesoro di mamma, mi era venuta voglia di te e mi stavo toccando ‘. ma entra, vieni, diamoci sollievo insieme!”

Entrai e mi distesi sul divanetto ai piedi del letto e ripresi a masturbarmi di gran lena guardando le nudità oscenamente esposte da mia madre.

“Bello, Paolino…. ti piace tua mamma? Dimmelo che ti piace'”
“Si che mi piaci, mamma’ vedi quanto me l’hai fatto imbizzarrire!”
“Vieni più vicino, amore ‘. non vedi quanto ti desidero!”

A quell’invito non ci vidi più, mi fiondai sul corpo caldo di mia madre, ficcai il mio viso tra le sue cosce e mi lanciai a leccarle famelicamente la fica, succhiando e gustando in bocca i suoi umori, mentre con le mani le toccavo le tettone e le tormentavo i capezzoli.

“Sì, Paolo, leccamela tutta, fammi sentire la tua lingua’. oh sì maialone, lecca tesoro … oddio che bello … sìììì, così … succhia il grilletto di mamma tua ‘. mhhhh quanto sei bravo!”

La mamma smaniava, non le bastava la mia lingua, voleva il mio cazzo:

“Vieni amore di mamma, entrami dentro’. non vedi che non ce la faccio più?”

Mi risollevai, indirizzai il mio bastone verso quella tana infuocata e la penetrai in profondità, pistonando come un forsennato.
Lei godeva come una vacca e gridava parole da troia:

“Ah come mi fai godere!…. sìììì, sono una troia ‘.voglio essere la tua troiaaa!…… sìììì… continua amore…. piu’ forte ‘.. chiavami…. amore ‘ rompimi ‘. fammelo sentire tutto dentro… sfondami tuttaaa!”

Continuai a stantuffare come un dannato fino a quando lei cominciò a sbrodolare.
A quel punto estrassi il cazzo dalla fica e, grondante di umori, glielo piazzai in mezzo alle sue belle tettone.
Il cazzo andava su e giù e, quando andava su lei se lo leccava con la lingua.
Alla fine l’eccitazione diventò incontenibile e, con un urlo liberatorio, sborrai tra quelle montagne di carne, inondandole tutte di sperma.

“Come sborri bene, amore … oooooh, sìììì … sborra ancora Paolino…riempimi le tette di sborra…… ah quanta sborra che hai …mi fai impazzire … ”

Lei tutta contenta se lo spalmò su tutto il corpo, come fosse una crema di bellezza, poi mi abbracciò e cademmo insieme nel sonno più profondo.

Quando mi svegliai lei era già in piedi e mi preparava la colazione.
In cucina la trovai ancora seminuda, con una vestaglietta che copriva quasi nulla; mi avvicinai e le palpeggiai le chiappe.
Lei mi sorrise e fece finta di sgridarmi:

“Ehi porcellino ‘ non ti basta ancora tutto quello che hai fatto stanotte? ‘ dai, su, fai colazione e poi fai un salto da zia Rosalba che ha bisogno del tuo aiuto’.”
Chiesi subito incuriosito:
“Eche posso fare io per zia Rosalba?”
“Sai il marito è un buono a nulla, si ubriaca di continuo e non riesce neppure a risolvergli i piccoli problemi casalinghi ‘. sono settimane che l’impianto di illuminazione della cantina si è bloccato e lei non ci può scendere la sera'”

Zia Rosalba era due anni più grande di mamma, ma molti le consideravano sorelle gemelle, dato che si somigliavano parecchio sia nell’aspetto, sia nelle forme voluminose, sia nel modo di vestirsi.
Non frequentavo la sua casa per non imbattermi nello zio Giacomo, suo marito, uomo collerico e manesco, ma non nascondo che il corpo opulento della zia non mi era indifferente.
Ci andai subito dopo la colazione sapendo che, a quell’ora, sicuramente il marito non era in casa.

Suonai il campanello e sentii che la zia mi diceva di attendere un attimo.
Poco dopo venne ad aprirmi, usciva proprio allora dalla doccia, era avvolta in un accappatoio rosa che, per quanto allacciato in vita, non nascondeva la straordinaria abbondanza delle sue mammellone, tratto tipico di tutta la famiglia.

Mi accomodai sul suo divano, mi offrì un caffè, si scusò con me per essersi fatta trovare così, ma sottolineò che, con quel caldo, non bastavano due docce al giorno.

Le chiesi dello zio e lì lei si rabbuiò subito:

“Non me ne parlare, ti prego ‘.. è un buono a nulla’. in casa è come se non ci fosse ‘. quando si ritira la sera è quasi sempre ubriaco ‘. e il letto lo conosce solo per dormire come un ghiro’ ”

Il riferimento al letto determinò subito una reazione nel mio inguine, anche perché nel frattempo l’accappatoio cominciò ad aprirsi ed a scoprire, di sotto, le sue belle coscione sode e, di sopra, il solco vertiginoso delle sue morbide tettone.

Cominciavo a sudare per l’eccitazione crescente, quando lei si è alzata e mi ha invitato a scendere con lei in cantina per mettere mano all’illuminazione.

Scendemmo insieme al piano sottostante, io presi la scala e salii a verificare lo stato delle lampadine.
Lei teneva ferma la scala, io dall’alto scrutavo il suo favoloso decolté.

Sistemai per bene le lampadine, ma mi mantenevo in un equilibrio molto precario, a momenti non cascavo giù abbagliato da quello che vedevo.
Lei si accorse del mio turbamento e fece il gesto di coprirsi il petto scusandosi:

“Scusa Paolo, non volevo distrarti ‘”

Sospirai profondamente e le risposi subito abbozzando un sorriso:

“Ma no zia, perché ti scusi? ‘. hai un davanzale che è uno spettacolo ‘ scusami tu se lo guardo con insistenza ‘ ma sai, ho un debole per le tette femminili ‘.”

Sorrise anche lei, visibilmente compiaciuta, mi aiutò a scendere dalla scala, poi mi disse:

“Non so come ringraziarti, nipotino mio…”

Appena finito di sistemare l’impianto di illuminazione in cantina, la zia mi disse che aveva in programma di andare al mare per rilassarsi al sole e mi chiese se avevo voglia di accompagnarla….la sola idea di vederla in costume mi attizzava, come potevo rifiutare un invito del genere?

Zia si preparò, mi accompagnò a casa dove io presi costume e accappatoio e si fermò a chiacchierare con la mamma, tessendo le mie lodi per come ero stato bravo.
Mamma ne fu contenta e mi raccomandò di fare il bravo anche al mare in compagnia della zia.

Arrivati in spiaggia, sistemammo gli asciugamani ad un paio di metri dal mare.
Notai, proprio accanto a noi, un gruppo di ragazze della mia eta’ e mi soffermai in particolare su una che metteva in mostra due bellissime tette, sode e prominenti come non mai.
Non riuscivo a staccare gli occhi da quel seno portentoso, la zia se ne accorse e sospirò:

“Beata giovinezza! Guarda come si tengono su!”

Mi resi conto che quasi mi ero dimenticato della zia e mi affrettai a precisare:

“Macché dici, zia, molto meglio le tue’. quelle sono sicuramente rifatte!”
La zia scoppiò in una fragorosa risata e mi chiese:
“Com’e’ che sei esperto di queste cose?”
Le risposi sicuro:
“Per forza, con tutte le tette che mi girano intorno in casa!”
Zia rise di nuovo, poi si sollevò e si diresse verso il mare, offrendo alla mia vista il panorama arrapante del suo bel culone.

Restò in acqua una decina di minuti, poi la vidi tornare a riva con il costume intriso d’acqua che evidenziava tutte le pieghe delle sue più intime nudità.
Si distese al mio fianco e mi pregò di spalmarle la crema solare.

Che corpo meraviglioso!
Le tettone trasbordavano dalle coppe ed il suo culo era monumentale.
Mentre le massaggiavo le spalle e le cosce, il fratellino mi si era svegliato e scalpitavo.

Lei lo adocchiò e mi chiese ironicamente:
“Ehi, ti vedo piuttosto nervoso là sotto ‘. Chi è che ti fa questo effetto?”
“E me lo chiedi, zia? ‘. Ad accarezzare questo magnifico corpo, manco un gay resterebbe indifferente!”
Sorrise compiaciuta e si lasciò manipolare in lungo e in largo il suo bel corpo.

Arrivati alle 13 andammo via, lei mi invitò a pranzo a casa sua.
Durante il tragitto in macchina, non potevo staccare gli occhi dallo spettacolare spacco che divideva le sue tettone, tanto che lei mi richiamò affettuosamente:

“Tesoro, è meglio se guardi la strada””
“Scusa zia, ma la tua bellezza mi sta ubriacando’.”
“Oh quanto sei galante, nipotino mai! E’ da tanto che non ricevevo tanti complimenti! Ti meriti un premio per tutte le tue attenzioni.”

Non sapevo che il premio lo avrei riscosso così presto.

Appena entrati in casa, mi abbracciò forte schiacciando le sue forme opulente contro di me, mi mise subito la lingua in bocca e si strinse a me come una cagna in calore.

Si libera del copricostume e del costume e offre i suoi globi d’alabastro ai miei occhi.
“Avanti Paolino, toccale. So che le desideri. E’ tutto il giorno che tieni gli occhi fissi nella mia scollature!”
“Ma zia cosa dici? Non è vero!”
“Non venire a raccontare storie a me, caro figliolo. Ho notato il tuo sguardo allupato.
E’ tutto il giorno che i tuoi occhi sono dentro la mia scollatura!

“Scusami è che le tue tette per me sono un’ossessione, come quelle di tutta la nostra famiglia! Non riesco proprio a togliermele dalla testa! Sono così grosse… davvero enormi…”

“Non devi scusarti amore di zia e normale alla tua età essere eccitato davanti ad un bel seno”.

“Tocca le mie tette amore di zia”.

Bravo, così, soffermati sui capezzoli, stringili tra le dita”.
“Zia, mi sto eccitando come un toro!
“Perchè lo sei, tesoro, un dolcissimo torello! Mi piace il tocco delle tue mani, mi fa bagnare la figa. Baciami un po’, ora, mentre mi accarezzi le poppe. Avanti, infilami la lingua in bocca… mmmmmmmmm…..”
“Mmmm….”

Siccome eravamo entrambi sudati, mi suggerì di fare doccia insieme.

Sotto la doccia catturò con la bocca il mio cazzo scalpitante e mi fece un pompino memorabile in seguito iniziò una lenta e deliziosa spagnola con le sue morbide tettone

‘Con questo cazzone sai che spagnola che ti faccio’

Il cazzo appariva e spariva dentro le sue tette enormi, vedevo la cappella sempre più grossa, sotto quei colpi di seno e appena le arrivava vicino la bocca se lo metteva in gola…

“Guarda come si muovono queste tettone grosse e morbide”

“Tu desideri una bella spagnola fra queste morbide tette ed io voglio tutta la tua sborra nel mio corpo”

Aveva i capezzoli turgidi pronti da leccare, dritti, induriti dall’eccitazione estrema ed intanto la guardavo giocare con le sue tettone sul mio cazzo.
Il loro calore e la loro morbidezza mi mandarono immediatamente in estasi.

‘Hai un bel cazzo, mi hai fatto bagnare come una troia non mi capitava da mesi. Che porco che sei! Dai! Dai! Sborrami sulle tette! Dai!’ e non riuscendo più a resistere, svuotai il mio cazzo spruzzando il mio seme sulle sue tettone. E lei, piena di sperma e di bagnoschiuma, si deliziava ad accarezzarsi oscenamente le tette e la fica.

La voglia di scopare era tanta e usciti dal box doccia andammo in camera da letto dove lei si distese sul letto a mia completa disposizione.

“Avanti, che aspetti, non volevi allagarmi anche la figa” e così dicendo spalancò oscenamente le cosce, vogliosa di sentire la mia lingua dentro la sua intimità.

Mi misi a carponi davanti alla sua figona e la mia lingua dava dei piccoli colpi al suo grilletto, poi lo mordevo con le labbra, per poi assaporarglielo con la lingua e con la lingua tesa le detti una lunga leccata

“Oh dio come lecchi bene… siii… .leccala tutta.. dai… fammi godere… daiiiiii’.

La leccai come un pazzo per dieci minuti, senza staccarmi mentre lei si agitava e si toccava le enormi tettone; poi la sentiì irrigidirsi

‘Ahhh… oh mio dio… siii… ohhh… mi sa che… ..non smettere.. sto per venire… come sei bravo.. dai, fammi venire… dai, leccami la fica’ ed io ‘si, si… dai, vienimi in bocca… dai, fammi bere il tuo orgasmo’ mentre le presi in bocca il clitoride, succhiandolo, le ho messo le dita dentro e la feci un ditalino con leccate e slinguazzate.

“Dai sto venendo, aarr…siiiiii…vengoooooo…’ ed esplose in un lungo orgasmo nella mia bocca.
‘Cazzo, sembra una fontana’ pensai, e lei ‘ahhh..ahhh..sei veramente uno spettacolo..dai ciucciamela, continuaaa’.

Il tutto durò alcuni secondì, poi lei si rilasso, esausta e soddisfatta ed io mi alzai ed andai a baciarla, con la mia bocca fradicia degli umori della sua fica, per farla assaggiare il sapore della sua figa.

Io arrapatissimo continuavo a palparle quelle tettone ed il mio cazzo non ne poteva più, indirizzai la mia cappella vogliosa verso la sua caverna entrando senza nessuna resistenza.

‘Dai sbattimi forte….ahhhh…..si….che bello, fammi sentire il tuo cazzo …ohhhh.. …siii’

“Siii…. siiii, continua così ti prego!!! Fammelo sentire tutto dentro e spingi forte, dai sbattimi i coglioni nella figa, dai….. uhhhhhhhhh sei uno stallone”

Alla fine l’eccitazione diventò incontenibile e, con un urlo liberatorio, sborrai tra quelle montagne di carne, inondandole tutte di sperma.

“Come sborri bene, amore … oooooh, sìììì … riempimi tutta….riempi le tettone della zia che a te piacciono tanto”.

Lei tutta contenta se lo spalmò su tutto il corpo, come fosse una crema di bellezza, poi mi abbracciò e cademmo insieme nel sonno più profondo.

Restammo a letto per non so quanto tempo; poi, verso il tramonto, mi disse che era tardi e che presto sarebbe rientrato mio zio.
Mi rivestii prontamente, ci salutammo con un lunghissimo lingua contro lingua e tornai a casa. Dopo aver lasciato la casa della zia, mi diressi a casa mia, avendo preventivamente avvisato mia madre sul mio arrivo.
Passando sotto la finestra di casa della nonna, sentii degli strani rumori provenire da dentro casa.
Senza farmi notare da nessuno, mi avvicinai alla finestra della camera da letto e, buttando l’occhio dentro, assistetti ad uno spettacolo meraviglioso.

Mia nonna Francesca era nuda sul letto con le gambe aperte e sua sorella, anch’essa nuda, le stava depilando la figa.
Mia nonna aveva tutta la figa piena di schiuma e zia Angela maneggiava con attenzione una lametta.
Una scena inattesa ma immediatamente eccitante, che mi fece diventare subito il mio uccello di marmo.
Ma le sorprese non finivano lì.

Appena finita la depilazione, zia Angela pulì con una tovaglietta le intimità di mia nonna e, subito dopo, si chinò in mezzo alle gambe della nonna e incominciò a leccare vigorosamente le grandi labbra della figona, pastrugnandole con forza le tettone.
Sapevo che erano due porcone, ma vederle all’opera superava ogni mia fantasia.
La nonna ansimava di piacere, la zia la faceva eccitare ancora di più con un linguaggio osceno:

‘Dì la verità, troia, la mia lingua non ti basta, vero? ‘. Ti pacerebbe avere un bel cazzo che ti sfonda, eh? ‘. magari quello del nostro nipotino …’
Per tutta risposta la nonna aggiunse:
‘Sì, sì’.. il cazzo di Paolino mi manca ‘.. ah se fosse qui! ‘. Ti assicuro che, quando mi cavalca, mi fa sentire una cagna in calore!’

Mi pareva evidente che le due troione non era la prima volta che si davano sollievo insieme; ma sentire che parlavano di me e del mio fratellino mi eccitò sino alla follia.

Il bello fu che, una volta che la nonna raggiunse l’orgasmo, toccò alla zia di farsi depilare; e, mentre la nonna usava la lametta, la zia si toccava le tettone e si leccava da sola i capezzoli.
Alla fine la nonna restituì alla sorella lo stesso trattamento e, chinatasi tra le sue coscione, inserì la sua lingua nella figona già sbrodolante e la succhiò come una forsennata, mentre zia Angela godeva e ululava come una invasata, invocando il mio nome ed il mio cazzo.

‘O si quel fantastico cazzo duro che mi pompava fino in gola. O si
Paolino, Paolino…. Infilami il braccio come se fosse il suo cazzo’.
‘Sei proprio una puttana a farti tuo nipote…’ mormorò la nonna
mentre già le aveva messo dentro 3 dita.
‘Siii Siii Soono una puttana… Scopami, scopami da puttana’.
‘To godi vacca!’ esclamò la nonna quasi facendole male per quanto la
masturbava con vigore.

I miei pantaloni stavano scoppiando, non ce la facevo a trattenermi, stavo proprio in quel momento per mettermi dentro una mano e cominciare a tirarmelo, quando sentii un’altra mano raggiungere prima il mio cazzo.

‘Guarda, guarda quelle due puttane cosa ti combinano!’

Era mia mamma, che si era affacciata e mi aveva sorpreso a sbirciare dalla finestra.

‘Ti piacerebbe essere in mezzo a quelle due maialone, vero?’

Intanto aveva schiacciato le sue tettone contro il mio braccio ed io sentivo tutto quel candido e voluminoso corpo addosso.

Farfugliando le risposi:
‘Macchè dici, mamma!?….’
‘So quello che dico’.. pensi che non sappia cosa avete combinato in questi giorni?’

Ma diceva queste cose senza essere incazzata, con un tono di maliziosa complicità.

‘Dai, rientriamo in casa, che la cena è pronta’ ed anche il dopocena!’

Cenammo scambiandoci sorrisini allusivi e sguardi di intesa, poi ci accomodammo sul divano e lei mi incitò a parlare dei miei amplessi con le due troione che stavo spiando.

Le confessai che quei giorni erano stati per me indimenticabili, avevo soddisfatto tutte le mie fantasie sessuali con le donne che più amavo, per le quali avevo consumato ettolitri di sborra a masturbarmi.

Mamma mi sorrise e mi disse che anche per lei erano stati giorni magnifici, chissà da quanti anni non scopava così bene e con tanta frequenza, ed era strafelice di avere in casa un cazzo così efficiente a disposizione.

Anche stasera era infoiata.
E difatti si mise a cavalcioni sulle mie ginocchia, si aprì la maglietta e mi mise la testa in mezzo alle sue morbide e candide tettone sbattendomele in faccia:

‘Dimmi Paolino, ti piacciono? O preferisci quelle della nonna o della zia?’
Sghignazzai:
‘Certo che è una bella gara! Avete tutte delle tette da sogno’.. ma le tue, mamma, sono le più belle, sono più imponenti, più sode!’

Lei gradì molto il mio giudizio, fece uscire il mio uccello dai pantaloni, si sollevò e si impalò sul mio cazzo svettante, e cominciò a cavalcarmi, sfrenandosi e gorgogliando di piacere, fino a che la sentii gridare e, subito dopo, ricoprire il mio cazzo dai suoi umori.

Quindi scese dalle mie gambe, si inginocchiò, avvolse il mio cazzo proprio nel solco delle sue tettone e mi praticò una spagnola favolosa, spremendomelo bene fino a farmi eruttare come un torrente. Quando il mio seme ebbe finito di inondarla, si spalmò tutto ed esclamò:

‘Ah che bella giornata, amore mio’ ma domani è il tuo compleanno e ti ho preparato un regalo che nemmeno immagini!….’

Volevo saperne di più, ma lei mi disse che non dovevo essere impaziente.

Quindi mi portò a letto e ci addormentammo abbracciati.

Il mattino seguente mi svegliai tardi ed in casa non c’era nessuno, ma sul tavolo c’era un biglietto di auguri con sopra scritto:

‘Auguri Paolino, ti attende un meraviglioso regalo, vieni a prenderlo a casa della nonna’. Mi vestii in fretta in tuta e maglietta e corsi a casa della nonna, dove trovai sedute al tavolo della sala mia nonna Francesca, mia zia Angela, mia zia Rosalba e mia mamma Serena che spettegolavano su vicende del paese.

Appena mi videro entrare si zittirono, mia nonna mi disse di accomodarmi al tavolo.’
Avevano pensato di farmi un regalo ed erano sicure che a me sarebbe piaciuto.’
A quel punto prese la parola zia Rosalba e mi spiegò che avevano organizzato per me un piccolo gioco, uno strip-poker: ogni volta che una persona perdeva doveva togliersi qualcosa.

‘Siccome questa gran vacc… cioè signora -mormorò mia zia indicando
la nonna- pensa di averla calda solo lei abbiamo deciso di fare una
specie di gara’.
‘Un giochino’ arrossì mia madre ancora un po’ titubante.
‘In pratica vogliamo vedere chi di noi te lo fa rizzare di più’ spiegò la nonna.
‘Che poi sarà una bella gara visto che quella trave mi pare sempre
durissima’ aggiunse la zia.
‘Sissi sempre bella dura’ annuì la nonna.
‘Orgasmo garantito’ ridacchiò la zia.
‘Dai contenetevi in fondo è sempre mio figlio’ arrossì la mamma.
‘Parli proprio tu che ti sei vantata prima di esserti fatti 5 orgasmi
di fila’ la sbefeggiò la zia.
‘Mica è colpa mia se sono multi orgasmica’.
‘E neanche mia se sei troia’ aggiunse la nonna.
‘Allora che aspettate’ dissi io che ormai solo all’idea lo avevo già
duro come il marmo.’

Dissi che volevo il privilegio di essere spettatore attivo: ogni qualvolta
ognuna perdeva, doveva venire dinanzi a me e togliersi il capo
inscenando una danza voluttuosa; e io dovevo stabilire chi era più
seducente tra di loro.
L’andamento del gioco era affidato ad un mazzo di carte.’

La prima a perdere tra le quattro donne fu la mamma.’
Indossava una gonna nera e una maglietta verde; si avvicinò a me e si sedette con il suo culo di spalle sul mio cazzo, che già al primo contatto era già sull’attenti; muoveva le chiappe come un’assatanata, poi si girò verso di me e mi baciò in bocca; poi si tolse con studiata lentezza la maglietta, scoprendo a poco a poco il reggiseno nero, quindi lo buttò sulla poltrona e iniziò a massaggiarsi le sue tettone.

‘Senti che bombe Paolino! Belle sode e gonfie mica come quelle pere molli della nonna’.
‘Siii mamma hai delle perone incredibili mi fai venire’.
‘Visto vecchie ciabatte chi è la migliore’ ammiccò la mamma a nonna e zia con un piglio di vanità.
Dopo un minuto tornò al tavolo, lasciando con il cazzo che voleva uscire facendo un buco nelle mutande e nei pantaloni.

Ora era il turno di un’altra.
La seconda a perdere fu la nonna. Si alzò dal tavolo e disse a sua figlia, in tono di sfida, che avrebbe fatto vedere chi era la più brava.’
Ma, a sorpresa, non aveva il reggiseno; infatti si presentò davanti a me con la sua maglia nera e iniziò a schiacciare la maglia sulle tette, massaggiandole energicamente e facendo vedere i capezzoli che iniziavano a indurirsi. Mentre faceva questo, si rivolgeva a me dicendomi:

‘Ti sembrano sgonfie queste due mongolfiere bello della nonna?’
‘Nooo sei sexy nonna lo sai che mi arrapi lo sai’.
‘Visto gallina vecchia fa buon brodo e fa anche cazzi duri’ ridacchiò
lei.’
Mi venne vicino, alzò la maglia e ‘mi rovesciò sulla fascia l’immensità della carne bianca e morbida che aveva sul petto, quasi a soffocarmi:
”Ti piace, eh, affogare in questo mare?… dai, su, baciale, succhiale, mordile, se vuoi’.’
‘O nonna le tue tette sono così immense… Si mamma le ha belle sode
ma le tue sono un mare… Un mare di tettame. Ti ador, le adoro’.

Non contenta di avermi stravolto con questo divino strofinamento di tette, mi mise in faccia la sua figona, coperta dalle mutande, incitandomi:

‘Su, dai, odora la figa della nonna ‘ senti che odore!’
‘O nonna ma sai di sborra’.
‘Vuoi berla… Vuoi brindare con la sbroda della nonna bella calda…’.
Si tolse le mutande e la sua grigia ficona era tutta un lago.
‘Forza Paolino bevi la medicina della nonna che ti fa il pisellone bello duro’.

La mia eccitazione era al massimo e non ce la feci a resistere oltre e sborrai nei pantaloni.

La donna sorrise con aria trionfante, ma proprio sul più bello la porcona si tirò indietro e tornò al tavolo, raccogliendo il plauso delle altre donne.’

Sentii mia madre dire:
‘Mamma, sei sempre la più porca di tutte ‘ con te non possiamo competere!’
E zia Rosalba aggiunse:
‘Sì, è proprio così’. Non c’è partita! ‘. Basta con questa gara, festeggiamo Paolino tutte insieme!’
Ecco, quello era il regalo che avevano preparato! Le quattro donne si liberarono dei loro vestiti e rimasero tutte nude davanti a me.
Avevo davanti otto tettone, le più belle tettone della mia vita,
fantastiche, monumentali, polpose, quelle della nonna e della prozia
un poco cadenti ma con grandi aureole, quelle di zia e mamma un pò
meno voluminose ma più rotonde.

‘Certo che te le ho fatte davvero bene’ disse la nonna palpando i seni
a mia madre.
‘Si mamma belle come le tue’ rispose lei iniziando a accarezzarle i capezzoli.
‘E di queste cosa dite’ fece mia zia ‘Guardate che capezzoli duri come
chiodi potete attaccarci un quadro’
‘Un quadro di PiCazzo’ ridacchiò mia madre mentre la zia gliele
metteva accanto alla bocca in attesa che gliele succhiasse.
Erano l’una più arrapante dell’altra.’

Mia zia Angela venne davanti a
me e mi disse che aveva voglia di sentire i miei baci come i giorni
scorsi.

‘Nessuno mi ha mai baciato come te Paolo. Baciami come sai fare e dopo
ti darò tutto quel che vuoi. Tutto’

Mi baciò mettendomi la lingua dentro mentre io massaggiava le sue magnifiche tettone che avevo davanti, poi si abbassò, tirò fuori il
mio cazzo già in tiro e iniziò un delizioso pompino.

Angela leccò l’asta varie volte, affondò la bocca sul mio cazzo facendolo sparire fra le sue calde labbra.

Sentivo tutto il calore della sua accogliente bocca mentre iniziava a tirami un pompino da favola.

“Zia, mi fai impazzireeeee, sei la miglior succhiatrice che il mio cazzo abbia mai visto”

Era delicata alternando leccate da urlo a movimenti delle labbra.’
‘Allontanò le sue infuocate labbra dal mio pene e si dedicò a succhiarmi le palle: prima una alla volta, poi entrambe.’
Le teneva ferme con la bocca e con la punta della lingua le massaggiava.’

Mentre zia Angela spompinava il mio cazzo, Zia Rosalba aveva voglia che le leccassi la figa come il giorno prima; ‘infatti salì sui braccioli della poltrona e sbattè il suo pelo sulla
mia bocca invitandomi a leccarla.’

“Fammi sentire la tua lingua dentro amore….. Senti come sono bagnata…. Assapora gli umori della zia che ha tanta voglia di sentire il tuo splendido cazzo dentro questa caverna!”

Nel frattempo mamma e nonna
lesbicavano fra loro, massaggiandosi e sbaciucchiandosi le tette a vicenda fino a quando le vidi distese sul tappeto della sala in un bel 69 da urlo con sbrodolamenti di figa a vicenda.

‘Toglietevi troiette che al toro spetta prima la vacca’ e senza dar spazio alle altre la nonna si parò di fronte a me pronta a farselo infilare tutto.

Fece allontanare sua sorella Angela e si impalò da sola sul mio cazzo
che entrò senza difficoltà in quella caverna depilata il giorno prima.
Che sensazione indicibile la mia faccia sul suo seno e il mio cazzo
dentro la sua figa!

“Paolo è bellissimo… ..hai un cazzo magnifico..come farei senza di te… ..amore sono tuaa… ahhhh… mi arriva in pancia… ..fottimi dai… fotti la tua nonnina……non senti che ha bisogno di un uomo… ..ahhhh ‘si… ..si… .scopami… amore”

Nel frattempo la zia Rosalba si era accoppiata con zia Angela, mentre la mamma dava colpi di lingua al mio cazzo da dietro il culo della madre.
Era davvero troppo, non resistetti più e venni come una fontana dentro
la figa della nonna inondandola e riempiendola tutta.’
Lo sperma usciva da dentro e avvolgeva l’asta del mio idrante, e mamma leccava tutto quel mix di umori di entrambi.’

Poi anche lei volle la sua dose di cazzo e, distendendosi sul tappeto, volle essere impalata.’

‘Pompa Paolino pompa tutto nella fica della mamma…. Più forte, infilaci anche i coglioni, scopami, scopami tutta’.

Mentre la chiavavo, nonna si portò la figa sopra la faccia di mamma e porse le sue tettone alla mia bocca ed alla mia lingua.

“Siiii, sfondami … sbatti forte … oddiomio che colpi … spacca la fica alla tua mammina … siiii, cosiiii …. mi fai sborrare … dai, mi fai venireee … godooo …”

Ma anche la zia e la prozia avevano voglia del mio cazzo; mi si avvicinarono e diedero vita ad una spagnola a quattro tette
imparagonabile.

“Che splendida mazza che hai nipotino, sempre in tiro, guarda come sparisce dentro queste montagne di carne!”

Facevano su e giù, con una coordinazione sorprendente, cambiando di bocca in bocca la mia cappella che sbrodolava gocce di sperma.
Probabilmente non era la prima volta che lo facevano, sembravano ben allenate.

Infine, si misero con le loro fighe sul mio cazzo e iniziarono a
segarmi con le grandi labbra delle loro fighe.

“Senti come sono gonfie le nostre fighe maialone che sei, non vediamo il momento che il tuo cazzo ci penetri dentro!”

Ad un certo punto, su invito di zia Rosalba, si misero una sopra altra e io avevo a disposizione due fiche a tiro di cazzo; infatti uscivo da una ed entravo nell’altra:

“Diomio … dai Paolino, sbattimi … sbatti il tuo cazzone nella mia fica … dai, fammelo sentire … ho la fica che brucia … sbattimi, dai, sfogati … chiava la zia Angela!”

“Diomio … dai Paolino, sbattimi … sbatti il tuo cazzone nella mia fica … dai, fammelo sentire … ho la fica che brucia … sbatti forte la zia, dai, sfogati … chiavaci con forza … facci sentire anche le palle dentro…..”

“Siiii, sfondami … sbatti forte … oddiomio che colpi … spacca la fica alla ziona… siiii, cosiiii …. mi fai sborrare … dai, mi fai venireee … godooo …”‘

Non resistetti a molto a quella scena così tanto eccitante:

“Siii…..vengo……ahhhhh…..tenete troie tutto il mio sperma sulle vostre bagnatissime fighe”

Alla fine ero davvero svuotato ed esausto e mi adagiai sul divano e mi lasciai andare ad un sonno ristoratore, sotto gli occhi pieni di amore e di voglia delle quattro troie più adorabili che avessi mai conosciuto.

Che straordinario intreccio, che famiglia di troie, di mucche da monta! ‘E che compleanno! Indimenticabile, irripetibile! Le giornate trascorrevano felicemente in mezzo alle mie quattro donne di casa.
Dovevo dividermi a turno, per soddisfarle tutte, con il mio immenso piacere.
La più infoiata era sempre nonna Francesca che mi faceva estasiare con i suoi magnifici pompini e le sue magnifiche spagnole, la più porca tra tutte e quattro senza dubbio.

Un giorno zia Angela, la sorella di nonna Francesca, mi disse se ero disposto ad accompagnarla in merceria.
Giorni prima aveva ordinate dei reggiseni su misura per tutte le donne della famiglia e doveva ritirarli.
Io accettai volentieri e andai a casa sua mezz’oretta prima del previsto per non essere in ritardo.

La porta di casa era semi aperta e la zia era da sola dato che la nonna era andate nei campi.
Entrando la vidi seduta sul divano che si stava mettendo le calze autoreggenti nere e aveva addosso solo le mutandine nere con le sue magnifiche tettone libere di essere guardate dal sottoscritto

“Ciao Paolino, sei già qui?” disse zia.
“Sì zia, ero libero e son venuto prima, non volevo far attendere la mia dama di oggi” risposi.
“Che galante che sei mio cavaliere! Sai che oggi ancora non mi hai dato nessuna razione di cazzo e, dato che siamo in anticipo, possiamo passare il tempo in maniera piacevole”

Si mise le mani sotto le tette, le sollevò appena e mi invitò a succhiarle:

“Vieni caro, vieni a leccare le tette della zia, divertiti a succhiare i capezzoli che alla zia piace tanto”

Zia aveva voglia di cazzo e io non potevo tirarmi indietro.
Mentre io massaggiavo e leccavo le sue tette lei apri i miei pantaloni e inizio a farmi una sega fino a quando si tolse le mutandine e mi invito a penetrarla con foga.

“Vieni amore dentro la figa della tua zia preferita, ho tanta voglia di sentirti dentro oggi”

La penetrai con forza pompandola con colpi lenti e delicati alternati a colpi secchi e rudi facendola sussultare ad ogni colpo.
Le sue tette sobbalzavano sul suo petto ad ogni colpo.

“Ahhhh’ sììììì, zia ” che bello sfondarti la fica! ‘. sìììì ‘. sto per venireee!”
“Sì, bello di zia, sìììì ‘.. anche io sto per venireeeee! … dai, dai, sborraaaa ‘..”
“Ooohhh’ sììììììì ” vengooooo ‘. sììììì ‘.. vengooooo!!!”
“Sìììì ‘.. dai ‘. dammi tutto il tuo sperma ” sììììì ‘.. aaahhh ‘. il mio nipotino!!!!”

Non appena finii di scaricarle dentro il mio seme, si asciugò con un asciugamano lo sperma che usciva dalla sua fuga e ci rivestimmo per andare al negozio.

La accompagnai in macchina dato che il negozio era in paese e distava qualche chilometro da casa nostra.

Arrivati in negozio davanti a noi c’era una cliente coetanee della zia che mi sembrava di conoscere senza identificare esattamente la persona. Una donna oltre la sessantina che stava acquistando anche lei dei reggiseni rinforzati come la zia.
La mia immaginazione, vedendo le sue immense tette attraverso la sua scollatura, salì subito in cielo.

Ad un tratto si girò, riconobbe la zia e si mise a parlare con lei, dicendo che era da molto che non veniva a casa sua a prendere un te pomeridiano.
La signora in causa era Giovanna, compagna di giochi sia della nonna che della zia, che ogni tanto si riunivano per ricordare i bei momenti passati.

La cosa che più mi fece piacere fu che Giovanna non staccava mai gli occhi da me scrutandomi in ogni angolo del mio corpo, mentre io dovevo sforzarmi di non guardarla perché altrimenti i miei occhi sarebbe andato a cadere nel profondo solco del suo prorompente seno.
Zia accettò volentieri l’invito della sua amica dicendo che non avevamo nessun impegno impegni in programma.

Perciò, uscimmo dalla merceria e ci dirigemmo a piedi a casa di Giovanna, che distava pochi isolati dalla merceria.
La casa era arredata con gusto e molto accogliente.
Giovanna ci invitò a sederci sul divano annunciandoci che ci avrebbe preparato subito il tè.

Mentre era da in cucina zia Angela mi chiedeva se Giovanna mi piaceva, dato che anche lei era giunonica come tutte le donne della nostra famiglia.
Le risposi che, nonostante l’eta’, Giovanna era ben messa e soprattutto aveva delle tette grandi come piacevano a me.
Zia mi toccò il cazzo, che nel frattempo si stava svegliando a questi discorsi, e mi disse che mi avrebbe fatto un regalo questo pomeriggio, anzi un doppio regalo.

Dopo pochi istanti arrivò Giovanna con un vassoio e tre tazze di tè caldo.
Si era cambiata e adesso era vestita con una maglietta a fiori con sotto il reggiseno e ai piedi aveva dei sandali estivi.

“Scusatemi, ma con questo caldo mi sono messa in libertà!”, esclamò Giovanna.
“Non si resiste a queste calde temperature, hai fatto bene Giovanna!”, rispose la zia.

Giovanna si era seduta nella poltrona di fronte a me e ogni tanto allargava le gambe facendomi vedere le sue coscione carnose.

“Sai Giovanna, meno male che c’è la merceria qui vicino, se no dove andrebbero a cercare i reggiseni le donne in carne come noi?!….’

“Sì Angela, è proprio così. Anche voi a casa vostra avete tutte il problema dei reggiseni fuori misura’. Oggi ho dovuto prenderne un paio anche per mia figlia e mia nipote, che hanno lo stesso problema’.’

‘Bel problema!’, pensai tra me e me, mentre a quei discorsi il cazzo mi si cominciava ad ingrossare.

“Ah sì, mi ricordo bene di Maria, e mi ricordo come la invidiavano le compagne”, disse zia Angela.
“E dovresti vedere anche sua figlia Martina ‘. Ha 20 anni e sta crescendo bene, con due tette grandi così!”, disse Giovanna ridacchiando e sollevando con le mani i suoi grandi meloni.

“Giacchè ci siamo, Angela, perché non mi dai una mano a provarli questi reggiseni?’, chiese Giovanna.

Le due donne si trasferirono in camera da letto.
Zia mi fece l’occhiolino e, entrando in camera, lasciò volutamente la porta semi aperta in modo che io potessi sbirciare dentro.
Giovanna si tolse la maglia che aveva addosso e mise in mostra le sue voluminose tettone contenute a fatica dal suo reggiseno.

“Oh che magnificenza!, disse subito la zia soppesando con le mani le tettone dell’amica.
“Eh, ma neanche tu e Francesca scherzate quanto a ghiandole mammarie! ‘, replicò ridendo Giovanna che ricambiò il complimento mettendosi a palpare il davanzale della zia.

Zia Angela slacciò il bianco reggiseno a Giovanna e le sue voluminose zinne si adagiarono su una pancia poco pronunciata. Aveva grandi aureole e lunghi capezzoli, come non avevo mai viste nelle donne della mia famiglia.

Giovanna si provò prima i tre reggiseni che aveva comprato uno dopo l’altro, ma ad un tratto, girandosi, si accorse che io sbirciavo fuori della porta:

“Guarda guarda quel maialino come ci spia!”
Al che la zia aggiunse ridendo:
‘Dai, Paolino, entra ‘ lo sapevamo che stavi lì a spiare e a toccarti!’
Arrossii e, quasi balbettando, risposi:
‘Ma che dici zia? ‘. Sì, guardavo, ma senza cattive intenzioni ‘ sai bene che a me le tette grosse mi sono sempre piaciute’
Al che zia subito replicò:
‘Allora ti piacciono le tette della Giovanna. Dì la verità, ti piacciono più le sue o quelle della zia?’

Le due donne si misero a sghignazzare sollevandosi entrambe le tette con le mani. Io respirai forte e poi risposi:

“Per giudicare devo vederle entrambe nude’. Perché non ti spogli anche tu zia? ‘. Dai, mettiamo a confronto le vostre tette!’

La zia non si fece pregare, in un istante si tolse la maglia, fece cadere il reggiseno per terra e mise in mostra il suo magnifico seno.
Era un po’ meno voluminoso di quello di Giovanna ma più sodo.

“Allora caro Paolino, quali sono più belle per il tuo gusto?”, mi chiese la zia esponendo con una certa fierezza la sia mercanzia.
“Mmmmm ‘. ‘, risposi titubante, ‘è una sfida difficile, impossibile’.. sono le une più belle delle altre ‘.. quello che posso dire che più le guardo più il cazzo mi scoppia nei pantaloni’

A quel punto Giovanna osservò:
“Hai capito che bel maialino abbiamo davanti, cara Angela? ‘. Si mette a guardare due donne di una certa età e si eccita come un riccio!’
“Ma che età ed età!’, risposi netto, ‘Siete due donne magnifiche, mi state eccitando alla follia!’

Allora la zia, rivolgendosi all’amica, disse sghignazzando:

“Che ne dici Giovanna, lo facciamo sfogare il mio povero nipotino? ‘. Non vorrei riportarlo da sua madre con tutti i pantaloni e le mutande bagnate’.”

Giovanna non aspettava altro, dichiarò subito con entusiasmo:

“Ma sì, certo ‘. Del resto per me questo è un periodo di astinenza, da un po’ di tempo sono costretta a sfogare le mie voglia da sola’.’

Zia Angela mi si avvicinò e mi tolse pantaloni, mutande e maglietta lasciandomi nudo.

“Uahhhuuu che bel cazzo che hai Paolino!….” , esclamò Giovanna, ‘Tu farai la felicità di tante donne!’

“Vieni Giovanna’, la invitò la zia, ‘su, godiamocelo tutto e facciamolo felice il caro nipotino!”

In un istante entrambe si spogliarono completamente rimanendo con le sole calze autoreggenti.
Si piombarono sul mio cazzo e iniziarono a spolparmi alternativamente mandandomi in delirio.
Ad un certo punto, mentre zia Angela lo metteva in bocca facendoselo entrare tutto in gola fino alle palle, Giovanna si alzò e iniziò a massaggiarsi le tette di fronte a me.

“Ti piacciono Paolino? Perché non le tocchi?”

Mi fiondai su quelle tettone iniziando un dolce massaggio e passando poi a leccare le grandi aureole fino a quando mi misi a ciucciare quei grandi capezzoli.

“Oh come sei delicato, amore!…mi stai facendo bagnare tutta….. continua così…..che nostalgia che avevo!….sìììì …sei bravissimo, tesoro”

Nel frattempo zia Angela si staccò dal mio cazzo e iniziò a leccare la fica bagnatissima di Giovanna, che cominciò a delirare:

“Sìììììì….che piacere immenso che mi state dando….voglio il tuo cazzo dentro stallone….ho tanta voglia di cazzo”

Giovanna parlava e straparlava, non sapeva più quello che diceva.
Si adagiò su una poltrona e aprendo le gambe mi invitò a penetrarla:

“Guarda come ti invoca questa fica bollente!… dai, su, non farla aspettare troppo a sfondarla con la tua mazza!’

Mi avvicinai a lei e, puntando il mio cazzo tra le sue grandi labbra, la penetrai delicatamente; la sua fica bagnatissima lo accolse senza fatica.

“Sìììì’.. sfondami tutta….che bello!…fammelo sentire tutto dentro….sfonda la fica della Giovanna….fammelo sentire fino allo stomaco…. sì, anche i coglioni, fammeli entrare dentro….. dai, spaccami come una vacca…”

“Guarda questa vacca che voglia arretrata di cazzo che aveva”, disse zia Angela adagiandosi su un altra poltrona e iniziando a masturbarsi delicatamente la fica.

Anche io cominciai a lasciarmi andare e, mentre la chiavavo, la trattavo da troia:

“Ti piace, porcona, come ti spacco la fica? …..eccoti che ti rompo tutta…. hai una caverna in mezzo alle cosce… chissà quanti cazzi hai preso nella tua vita, troiona…..”

Alla fine Giovanna si adagiò sfinita sul divano rilassandosi tutta, mentre io tiravo fuori il cazzo ancora in tiro dalla sua fica che sbrodolava.

A quel punto la zia Angela mi reclamò:

“Vieni Paolino mio, mica ti sei dimenticato della zia? Non vedi che questa fica non ce la fa più ad aspettare?’

Mi avvicinai a lei e, dopo averla baciata in bocca e aver strizzato le sue tette, la penetrai con forza, cominciando a pompare la sua fica violentemente.

“Tieni troia…..ti spacco tutta…..anche oggi hai la tua razione di cazzo, vacca….”

“Sìììì così…..spaccami tutta….più forte… cosìììì …. sì, voglio essere la tua troia preferita …..sììì dai…. aaahhh” godoooo”

Sfilai il mio cazzo dalla sua intimità e lo misi in mezzo alle sue tette.

Sapeva cosa volevo fare, strinse le sue mammelle avvolgendo il mio cazzo e iniziò a far su e giù sulla mia asta.

Non riuscii a resistere troppo tempo e venni sul suo enorme seno, inondandolo con grandi schizzi di sperma.

Lei si massaggiò tutto sul suo seno come una crema di bellezza soddisfatta più che mai.

Giovanna allora disse alla zia:
“Mi auguro che questi incontri si possano ripetere, cara Angela’.. avendo a disposizione una stallone così, è giusto sfruttarlo, non ti pare?”

E la zia, facendomi l’occhiolino, rispose:
“Certamente cara Giovanna, non ti preoccupare’ ora che ha conosciuto la troiona che sei, vedrai che Paolino verrà a trovarti spesso’.”

Proprio mentre parlavano di queste cose, squillò il telefono, era la figlia della Giovanna che stava arrivando con sua nipote.

Ci rivestimmo in tutta fretta, giusto in tempo per accogliere le due donne. Erano due meravigliose creature, madre e figlia si somigliavano molto ed entrambe avevano corpi statuari, con seni abbastanza pronunciati.

“Ciao mamma, hai compagnia oggi?” chiese la figlia rivolgendosi a Giovanna.
“Accomodatevi ragazze, questa è Angela con suo nipotino, sono venuti a prendere un tè a casa mia e stavano per andare via’..”
“Ciao Silvia, come la va?” disse zia Angela.
“Bene ‘. Non ci vediamo da tanto tempo ‘. Questa è mia figlia Martina’
“Che bella figliola che hai cresciuto! Silvia, complimenti!….. E questo è mio nipote Paolo, il figlio di Susanna”-
“Che bel ragazzo! fai i complimenti a Susanna e salutamela appena arrivi a casa”

Mentre loro parlavano il mio sguardo era avvolto dalla splendida Martina, poteva avere poco più della mia età, bionda naturale, fisico asciutto, era stupenda.

Mi stavo innamorando al primi sguardo.
Ci salutammo ed andammo via. Mentre eravamo sulla via del ritorno, la zia si accorse che ero con la testa confusa e mi disse:

‘Ho visto come te la guardavi Martina! ‘. Sei proprio un porcellino! ‘ con tutte le donne che hai in casa, non la smetti mai di eccitarti!’
Aveva ragione, ma la mia mente (e il mio cazzo) già volava con l’immaginazione e già avvertiva il piacere di posarsi sulla morbidezza delle carni di mamma e figlia. Arrivato a casa trovai mamma che aveva finito di preparare la cena, una bella bistecca di vitello con contorno di insalata mista.

Mentre cenavamo mia mamma mi chiese:

“Paolino, com’è andata la giornata con la zia? Come mai avete fatto così tardi?”

“In merceria abbiamo incontrato la sua amica Giovanna che ci ha invitato a prendere un te’ da lei!”

“E cosa mi racconti di bello?”

“Sai mamma, a casa di Giovanna ho conosciuto una magnifica ragazza della mia eta’, si chiama Martina, e’ la figlia della signora Silvia!”

“Oh Silvia! è da qualche anno che non viene a trovarci, si è trasferita a Roma per lavoro, so che si e’ anche sposata con un imprenditore’.. mi farebbe piacere rivederla!”

Mentre parlavamo e cenavo notai che mamma era andata dal parrucchiere nel pomeriggio, era piu’ bella del solito.

Finita la cena mi distesi in poltrona e feci un po’ di zapping tra i canali tv. Mamma andò in camera per mettersi in libertà, dopo poco riapparve.

Era uno schianto.

Indossava una gu’piere bianca che faceva fatica a contenere le sue tette, calze e reggicalze, mutandine anch’esse bianche e ai piedi aveva due ciabatte bianche.

Ero tanto abbagliato che non spiccicavo parola.

Lei mi si avvicinò e cominciò ad accarezzarsi il corpo, con movenze da spogliarellista, poi cominciò a darsi morsetti sulle labbra, infine appoggiò un piede proprio sulla mia patta che andava ingrossandosi.

Si slacciò uno dopo l’altro i lacci del bustino scoprendo le tettone nella loro maestosità e morbidezza con i capezzoli rosei, già durissimi.

“So quello che ti piace, mio piccolo porcellino!”

Dicendo ciò stringeva tra loro le sue tettone e giocava con i duri capezzoli portandoseli alla bocca per ciucciarseli da sola.

Una scena eccitante più che mai.

“Mamma, vestita così faresti impazzire anche una statua di marmo, sei magnifica, vieni qua, dammi le tue tette”

Si avvicinò e mi porse i capezzoli delle sue zinne per ciucciarli.

“Sìììì …amore…. fai pianooooo…. ohhhhh. …… mi fai impazzire…… sono tutta bagnata tesoro…..”

Sentendo ciò avvicinai la mia mano e la inserii dentro le sue mutandine e, scostandole, misi due dita dentro.

Era fradicia, un lago di umori.

“Ohhh che bello ….. Sìììì più forteeeeee… Sto impazzendo…… Continua così…….sto per venire, amore…… Sììììì….. Godoooo …… Vengooooo…..”

Si lasciò andare, ma dopo appena un paio di minuti si riprese e mi aprì la patta dei pantaloni:

“Amore, sei stato fantastico, adesso tocca a me farti godere!”

E dicendo ciò impalò il mio cazzo nella sua fica bagnata.
Andava su a ritmi costanti, ed a ogni suo movimento le tettone salivano e scendevano sulla mia faccia.

Con le mani le stringeva sul mio visi facendomi una spagnola alla testa.

“Mamma sei fantastica, mi stai facendo impazzire…..sei una cavalla da monta…..”

“Godi anche te amore….vieni…. Ho preso la pillola e voglio sentirti venire dentro, stalloncino mio….. cosiii…. dai, sfondami tutta….lo sento fino all’ intestino…”

“Sìììì mamma…….sto per venireeee…. che bello…..godoooo…..vengo……”

“Che bello amore …..vengo anche io…… sììììì….. Che bello amore, venire insieme a te!….”

Mi diede un bacio profondo in bocca e andò a farsi una doccia lasciandomi lì quasi svenuto dopo l’abbondante eiaculazione.

Dormii tutta la notte come un ghiro.

Quando mi svegliai mi feci una doccia rilassante.

Poi, appena vestito, mi avviai verso la cucina, ma sentii che in sala da pranzo avevamo ospiti.

Mi avvicinai e vidi mia madre che parlava con Silvia e sua figlia Martina, erano venute a trovare mia mamma.

Mentre loro parlavano, io accompagnai Martina a conoscere la casa, ne approfittai per invitarla ad andare in discoteca la sera.

All’ora convenuta andai a prenderla in auto.

Appena la vidi restai sbalordito per la sua bellezza.

Era vestita in pantaloni e maglietta bianca con un tacco non troppo alto, i capelli biondi lasciati liberi di coprirle le spalle, occhi azzurri coloriti di verde e un lieve rossetto rosso alle labbra.

La compagnia di una così bella ragazza mi rendeva felice e fiero, sapevo che a vedermi gli amici sarebbero crepati di invidia.

In discoteca ci siamo divertiti moltissimo.

Non mancavo di guardarla nelle sue meravigliose forme e di strofinarmi a loro ogni volta che capitava.

Quando ci sedemmo per bere qualcosa, cominciò a confidarsi.

Mi raccontò che era single da pochi giorni, il ragazzo le aveva fatto le corna con una sua amica.

Si sentiva tanto sola in quell’istante e aveva voglia di conforto.

Lo capii dal fatto che cominciò anche lei a strusciarsi addosso, a schiacciare le sue tettone sul mio braccio.

E così, senza dirci nulla, cominciammo a toccarci disinvoltamente, a toccarci nelle parti intime.

Aveva due tette sode e grosse, due consistenze carnose mai viste ad una ragazza della sua eta’.

Il mio cazzo stava per esplodere al suo tocco felino.

“Andiamo via di qui Paolo, ho tanta voglia di rimanere da sola insieme a te!”

Andammo via subito e in macchina ci appartammo in una via secondaria dietro un bischetto in modo che nessuno ci vedesse.

Appena fermati ci baciammo come due forsennati, intrecciando le lingue e scambiandoci la saliva.

Poi lei si avventò sui miei pantaloni e fece uscire il mio cazzo in mezza erezione.

Iniziò a massaggiarlo lentamente mentre io toglievo la sua maglietta scoprendo il reggiseno bianco.

Vennero fuori due tette sode e dure con aureole gigantesche e capezzoli nella norma già in tiro per l’eccitazione.

“Che dici Paolo, ho le tette troppo grosse?’

“Sono meravigliose Martina, fantastiche e belle sode. Come ha fatto il tuo ragazzo a lasciarti per un’altra?”

“Lascia stare quell’ idiota! ‘ non lo voglio sentire neppure nominare! ‘. Pensiamo a noi e godiamocela, alla faccia di quello stronzo!’

Era incazzata Silvia e piena di voglia.

Si abbassò con la testa sul mio cazzo e lo fece scivolare tutto nella sua bocca facendomi un pompino da favola.

Nel frattempo io le slacciai i pantaloni e penetrai la sua umida figa facendole un ditalino, insomma, ci masturbavamo a vicenda.

“Sei magnifica Martina, sei bravissima, non ho mai avuto un pompino così…..continua…..”

Faceva scivolare dentro la bocca il mio cazzo delicatamente, leccava con grande maestria la cappella con la sua lingua, stringeva delicatamente le palle.

Non resistei molto a quel piacere.

“Oh sì, che bello!…. sto per venire…..godoooo”

Sbottai dentro la sua bocca e lei da vera puttana bevve tutta sua sborra.

Avevo voglia di assaggiare la sua figa bagnata.

Spostai il suo sedile indietro e mi misi davanti a lei.

Tolsi via i pantaloni e le mutandine e vidi davanti ai miei occhi due magnifiche labbra chiare senza nessun pelo.

Avvicinai la mia bocca su quella magnifica fica e iniziai a leccarla delicatamente.

“Aahh…. come lecchi bene…..sei un artista…..ci sai proprio fare con la lingua, sai come far godere una donna…. sììììì…..continua……sto per venire”

Mi fermai di leccarla e la penetrai con il mio cazzo ancora eretto.

Fece fatica ad entrare, la sua figa era ancora stretta per le dimensioni del mio cazzo.

“Sìììì, Paolo, dammelo tutto!…. che magnifico cazzo che hai, lo voglio tuttoooooo!!! sfondami la ficaaaaaa!!!…. oooohhoooo aaahhhaaaa godoooooo, voglio il tuo cazzoooooo!!!”

Alla fine esplose in un delirio di desiderio:

“Aaaaaahhhhhhh” sborrroooooo” aaaahhhh’.. sìììììì’.. godooooooo!!!!”

Fu una serata favolosa.

Alla fine la riportai a casa e ci demmo appuntamento per l’indomani pomeriggio per fare una puntata al mare.

Mi addormentai felice, con l’idea che Silvia era la ragazza che sognavo, la mia fidanzata ideale.
Il giorno dopo mi svegliai, a casa non c’era nessuno perche mamma e zia erano andate al mercato cittadino.

Allora uscii e andai a trovare la nonna che stava armeggiando in cucina.

Fu felice di vedermi arrivare.

“Ciao Paolino, che fai di bello questa mattina?”

“Non avendo impegni ed essendo da solo a casa, ho pensato di venir a trovare la mia nonnina preferita!”

“Come sei gentile questa mattina, tesoruccio mio!”, e dicendo ciò mi diede un bel bacio in bocca.

Poi aggiunse: “Ieri ho avuto problemi con lo scarico del lavandino, riesci a vedere cosa è successo, per favore?”

Mi abbassai sotto il lavandino della cucina e diede un’occhiata.

Una volta smontata la tubatura, vidi che si era intasato lo snodo sotto il lavello e bastava smontarlo e pulirlo per far andare tutto come prima.

Mentre ero disteso sulla schiena, apprestandomi a ultimare il lavoretto, nonna si avvicinò al lavandino, si mise a cavalcioni sopra le mie gambe e aprì l’acqua.

Che spettacolo! Sotto era senza mutandine e la sua figa emanava un odore acre.

“Grazie Paolino, quanto sei bravo! adesso il lavandino è sistemato!”

Risposi subito, malizioso:
“Sì, nonnina, ma mi sa che qui c’è qualcos’altro che perde’.”

Avvicinai una mano alla sua morbida coscia e la feci risalire fino alla sua figa.

Lei senza dir nulla allargò le cosce per favorire il lavoro delle mie dita sulle sue grandi labbra.

“Ohhh!… non fai a tempo di sbirciare un po’ di figa che subito ti fiondi dentro, eh Paolino!”

“Sai bene che con te scoperei dalla mattina alla sera senza mai fermarmi, nonnina!”

A questo punto la nonna si alzò la veste e si abbassò in modo che io potessi penetrarla con la lingua, mentre con le mani fece uscire il mio cazzo dai pantaloni e diede avvio ad una bellissima sega.

“Dai, maialino, metti tutta la tua proboscide dentro la mia caverna….. fammela sentire tutta dentro…. cosìììì….. continua…. sìììììììì …..sìììììì …. mmm’ come lecchi bene, tesoro!”

Il mio cazzo stava assumendo dimensioni pazzesche grazie alla sua magnifica manipolazione.

Saliva e scendeva a ritmi costanti e ogni tanto passava la mano sulle sue labbra e poi, bagnate, le ripassava sulla mia cappella.

“Amore, voglio il tuo cazzo dentro la mia figa che sta per scoppiare!”

Dicendo ciò si tolse la veste e scoprì le sue maestose tettone che erano senza reggiseno.

Si spostò indietro con il busto e mise il mio cazzo dentro la sua fuga impalandosi.

“Sìììì …. Tutto dentro…. Cosìììì … mi mancava tanto il tuo cazzo amore…. chiava la tua nonnina…. falla sentire sempre più donna….. cosìììì…. più forte…..”

Le sue tettone ballonzolavano su e giù come due palloncini, era uno spettacolo celestiale.

Si abbassò il busto portandole sulla mia faccia.

Avevo quell’enorme peso di morbidezza in faccia che mi entusiasmava da matti.

Si dimenava a destra e a sinistra schiaffeggiandomi con le sue tettone.

“Eccotele porcellone!….. le hai sempre desiderate e adesso sono qui, alla tua portata….. ”

Le presi insieme e le schiacciai l’una con altra, feci avvicinare i due capezzoli e assestavo freneticamente colpi di lingua passando da uno all’altro.

“Così mi fai impazzire….. fai piano, amore…. cosììì… ancoraaa… continua… sto per venire…. sììììì….. godoooo….. ahhhh…..”

Nel mentre diceva ciò, io pompavo nella sua figa sempre più forte, quasi a volerle far male.

“Ecco troia….. ti rompo tuttaaaa …. prendilo tutto…. fino a riempirti l’intestino…. cosìììì … hai una caverna…. sìììì …. sto per venire…..”

Appena dissi così si alzò e si impossessò del mio cazzo con la bocca.

Venni subito inondandole la gola.

Si alzò e fece uscire dalla bocca la calda sborra sulle tette, massaggiandosele come a spalmare una crema di bellezza.

Erano già le 11 e da lì a poco avevo l’appuntamento con Martina per andare al mare.

Andai a casa e mi cambiai facendomi prima una rinfrescante doccia.

Presi la macchina e andai a casa di Martina che era già pronta sul ciglio della porta con un copricostume a fiori e una borsa mare a colori.

In macchina mi disse che era felice di stare con me, perché si sentiva protetta e a proprio agio, era felice che ci stessimo frequentando perché ero un bravo ragazzo.

Arrivati in spiaggia decidemmo di andare in uno stabilimento balneare, dato che a lei la sabbia le dava fastidio.

Prendemmo due sdraio e un ombrellone vicino al mare.

Appena si tolse il copricostume mi apparve un corpo statuario coperto solo dai due pezzi del giallo costume che si intonava a perfezione con la sua abbronzatura.

Un reggiseno non troppo grande che faceva vedere buona parte del suo abbondante seno.

Prima di far un bagno facemmo una passeggiata sul bagnasciuga e, parlando del programma degli studi dell’universita’, notavo tutti gli occhi degli uomini della spiaggia verso di noi che commentavano il bellissimo corpo di Martina.

Faceva molto caldo e decidemmo di entrare in acqua a far un bel bagno.

In acqua facemmo una gara di nuoto e io riuscii a vincere per poco.

Finita la gara, per premio mi diede un bacio in bocca come fossi il suo fidanzato.

A quel contatto il mio uccello iniziò a indurirsi e lei, accortasi di tutto, abbassò la mano e lo tastò con insistenza.

“Mi sa che qualcuno si sta svegliando, Paolino!”

“Non potrebbe far altrimenti davanti ad una musa come te, Martina!”

“Ti faccio questo strano effetto, caro? Ti piaccio così tanto?”

“Tra tutte le ragazze che ho avuto fino ad ora, tu sei quella piu’ bella e desiderabile!”

“Ti meriti proprio un premio, mio dolce e galante seduttore!”

Uscimmo dall’acqua e ci dirigemmo in una cabina spogliatoio dello stabilimento balneare.

Chiudemmo la cabina e, appena dentro, lei slacciò il reggiseno denudando il suo magnifico seno.

“Eccotelo finalmente, mio caro, sono tutte per te queste montagne!”

Mise le mani sotto le tette e le porse alle mie labbra affinché le baciasse.

Mi misi a leccare delicatamente le aureole, giocavo con la lingua attorno i capezzoli, mentre con le mai stringevo quei due coni sodissimi.

“Mi stai facendo bagnare tutta, Paolo, ci sai proprio fare con la lingua'”

Le tolsi gli slip e infilai due dita dentro, era bagnatissima.

“Mi stai facendo morire……cosììì ….più forte….. ho voglia del tuo cazzo….. sì, voglio essere sfondata…..voglio essere la tua troia…..”

Mi abbassai il costume, lei alzò una gamba poggiandola sulla sedia di plastica che c’era dentro la cabina in modo che io la penetravo con facilità.

Mi massaggiò il cazzo già bello in tiro ed io lo misi dentro la sua calda figa.

“Sììììì ….cosìììììì …….spingimelo dentro…….ancora……lo voglio tutto…. anche le palle dentro…… sei magnifico……cosììììì …..sto per venire…… godoooo…..”

Tirai fuori il cazzo dalla sua figa e lei, vedendo che era bagnato dei suoi umori, si abbassò davanti al mio cazzo, se lo portò pian piano vicino alle labbra baciandolo con dolcezza.

Sentii la sua bella bocca calda e umida avvolgersi attorno al mio membro e muoversi su e giù per godere del mio piacere.

“Dio, che bello! come ce l’hai duro! ‘. mmmhhh… slurp… che buon sapore che hai! …..Fatti slinguare, così, mmmhhh… così … mmmmhhhh…..”

Sentivo la sua lingua che mi slinguettava la cappella, poi piano piano andava su e giù, dopo strinse la cappella tra le labbra succhiando e aspirando, io godevo come non mai cercando di trattenermi per non venire subito.

“Te l’hanno mai fatto un pompino così? ……. ti piace, vero?…… dove vuoi sborrare, in bocca o sulle tette? …….dai dimmelo………”

Allora le ho preso tutte e due le zinne e gliele ho cominciato a strizzare.

Che bellezza! Ma in quella condizione potevo durare molto poco.

“Sto venendooo!”

Lei, con mia sorpresa, si è avvicinata un po’ di più e ha poggiato la mia cappella in mezzo alle sue zinne continuando a masturbarmi e dicendomi:

“Lavamele tu con la tua sborra, mio caro!”

A quel punto non ce l’ho fatta più, le ho strizzato le tette l’una contro l’altra per farmi fare una bella spagnola e le ho riversato in mezzo alle tettone una quantità enorme di sborra.

‘Che bellezza!’, ha esclamato subito dopo, cominciando a spalmarsi la mai crema sul suo enorme petto.

Poi si è avvicinata e mi ha dato un grande bacio.

“Voglio che tu sia mio per tutta la vita!… Ci stai, Paolo?”

Quelle parole mi riempirono di felicità.

Non potevo chieder di piu’ alla vita.

Avere una ragazza del genere era il sogno di chiunque della mia eta’: un sogni che per me si stava avverando.
Avere per ragazza una bellezza come Martina era il sogno di tutti, il mio si stava avverando.

Ci vestimmo, uscimmo dalla cabina e andammo via dalla spiaggia dirigendoci verso casa sua.

Aveva in mente di dire già a mamma che aveva trovato un nuovo fidanzato e che quel ragazzo ero io.

Entrando in casa sentimmo dei strani rumori provenire dalla amerà da letto.

Ci avvicinammo alla porta e con nostra grande sorpresa vedemmo una scena allucinante per i nostri occhi.

Le nostre rispettive madri entrami nude sul letto che si massaggiavano a vicenda le tette.

‘Ti ricordi quando eravamo conteggiatissime sei nostri amici Silvia?’

‘I ragazzi non stacciano gli occhi dai nostri seni e noi eravamo orgogliosi di questo. Eravamo anche l’invidia delle nostre compagne mia ara Serena!’

‘Hai ancora due tette bellissime amore!’

La mamma di Martina, mia futura suocera, massaggiava delicatamente le tette di mia mamma.
Stringeva quei due meloni uno contro l’altro fino a quando porto un capezzolo verso la sua bocca, e inizio con la sua lingua a tintellare il turgido capezzolo.

Era una scena non aspettavamo in nessun modo di vedere.

‘Guarda queste due troie cosa stanno facendo Martina!’

‘Io mi sto bagnando di nuovo amore, vedo che qualcuno qui sotto si sta di nuovo svegliando!’ e dicendo ciò inizio a tastare da sopra i pantaloncini il mio cazzo.

Mia mamma si era distesa e Silvia adesso stava con la testa nel mezzo le sue gambe leccando la sua figa con delicatezza.

‘Silviaaaa’.. come sei diventata esperta’. come mi sei mancataaaa’.. continua cosiiii” mi fai impazzire’.. più in fondo” liii’. sto per venireeee” ahhhhhhh” godooooo”.’

Non godevo così da molto tempo, essere leccata da una donna e specialmente da te Silvia mi fa un effetto devastante sui miei ormoni.

‘Da alcuni anni ho una nuova allieva e con lei mi diletto a stuzzicarci a vicenda quando possiamo. Sai mio marito e sempre fuori e per non farle le corna preferisco tradirlo con una donna che ho la fortuna di avere in casa sempre a mia disposizione!’

Non potevo credere a quello che la mamma di Martina stava dicendo a mia mamma. Martina era la sua compagna di giochi e loro lesbicavano a vicenda?

‘Cos’e’ questa storia Martina? Mi devi delle spiegazioni?’

‘Amore mi piace fare sesso non solo insieme ad un uomo ma anche con le donne e specialmente con mia mamma. Lei mi ha istruita a tutto cioè posso confessarti che e una sensazione meravigliosa!’

‘Anche io devo confessarti una cosa mia piccola. Anche io vado a letto con le donne della mia famiglia. Amo le loro tettone e sono contentissimo di ciò!’

‘Mia zia mi aveva raccontato tutto mio maialone! Sapeva tutto e sapevo anche prima di tastarlo con le mani la consistenza della enorme mazza che avevi in mezzo alle gambe!’

Fece uscire il cazzo dai pantaloncini e se lo mise in bocca iniziando un pompino.

Le frattempo le parti sul letto si erano invertite. Adesso era Silvia a state sotto e mia mamma a leccarle sua figa.

Ero su eccitato. La mia ragazza lesbica con sua mamma, io scopo mia mamma, perché non se un bel quartetto senza inibizioni?

Mentre Martina metteva in bocca il mio cazzo alzai la voce di un paio di toni per farmi sentire anche dalle due troie sul letto.

‘Si amore sei magnifica’.. che bocca calda che hai” uahoooo’.. ‘

‘Cosa sta succedendo li fuori? Mi sa che non siamo soli cara amica!’

Sentendoci chiamati mi apprestai ad aprire la porta della camera in maniera da far vedere a loro Martina con il mio cazzo in bocca.

‘Guarda li quei due maialini’.. puttana di figlia’. non vedivi l’ora di farti il tuo amichetto il prima possibile? Non puoi resistere ad un cazzo di quelle dimensioni?’

‘Guarda chi parla? Baldracca che sei! Parla la santarellina che sta lesbicando con la sua vecchia amica come una matta!’

Mia mamma volle pacare quella discussione invitandoci ad entrare.
Ci avvicinammo a loro e ci sedemmo sul letto anche noi.
Non c’era motivo di esserci piu inibizioni adesso.
I nostri segreti erano stati svelati.

‘Guarda che bel cazzo che ha il mio bambino Silvietta? Un meraviglioso cazzo che fa la felicita’ di tutte le donne!’

Inizio a massaggiarlo lentamente.

Martina e sua mamma si baciavano a vicenda.

‘Vieni amore voglio sentirti dentro, e da un paio di giorni che non soddisfi la tua mammina! Ho tanta nostalgia del tuo pistolone!’

Penetrai mamma con tanto amore.

‘Sii amore’.. che belloooo’. spingi piu dentro” fai entrare anche le palle’. spingi forte” di piuuuuu’.. così’..’

Nel mentre Martina si era staccata dalla mamma e mi leccava con la lingua il culo mentre sua mamma aveva messo la sua figa in bocca a mamma ed io avevo le sue tette a portata di mano.

‘Mettomo la lingua dentro troiona che sei’. ti piace farti chiavare da tuo figlio’. Senti come gode la puttana’..fai godere anche me con la tua lingua’.’

‘Ecco le mie tette Paolino’.so che ti piacciono le tette grosse e le mie non sono meno di quelle di mamma e mia figlia!’

Le mi porse i suoi capezzolo e mentre stantuffo va mamma misi i suoi lunghi capezzoli in bocca a ciucciarli.

‘Siii vengo figliolo’.. Cosiiii’. che belloooo’ cosiiii” piu forte’..adessoooo’.. Sto per venire”godooooo’.’

Mia mamma venne di nuovo e si distese sul letto esausta.
Adesso era il turno di far assaggiate il mio cazzo alla mia futura suocera, volevo sentire come era la sua figa.

‘Adesso tocca a te Silvia! Vieni che ti faccio sentire una dea!’

Si distese al posto di mamma e apri le gambe. Avevo davanti la sua splendida figa depilata e bella rosea.

‘Vieni dentro Paolino’.. fammi sentire il tuo cazzo’.’

Appoggia la mia cappella sulle sue grandi labbra e la penetrai con tutta calma.

‘Ohhhh che bello’. quanto e lungo e grosso’. mi squassi tutta’. piano’. hai un trapano al posto del cazzo’.ohhhh’.. che bello’..’

Le sue tettone ballavano su e giù mentre Martina assisteva alla nostra scopata masturbandosi nella poltrona vicina.

‘Che mamma troiona che ho’.. sta godendo da matti mentre si chiava il mio ragazzo’.. rompila tutta quella puttana mio Paolino’.. falla godere come non mai che quello cornuto di nostro nanna pensa solo agli affari e a nulla altro’

‘Siiii sto per venire’.. così’. piu forte’. che bello’. godoooo’..’

Mia suocera era sfinita e si distese sul letto come morta.

‘Vieni amore da me adesso che ho voglia di sentire ancora il tuo cazzo dentro’. lascia stare queste due puttane e vieni dalla tua ragazza che ama tanto il tuo bel cazzo!’

Penetrai Martina ancora una volta. Aveva la figa piu stretta delle due troie precedenti.

‘Si amore’. che belloooo’. cosiii’. godiamo insieme’.. vienimi dentro’. voglio rimanere incinta da te’.. Su vieni’. Ti voglio per sempreeee’. cosiii’..’

‘Siiii Martina’. prendilo tutto’. sentilo tutto dentro’.. come e stretta per il mio cazzo la tua figa amore’. prendilo tutto’. cosiiii’. che bello’ vengoooo’. cosiiii’.. ohhhh’. Ahhhhh’. che bello’.’

‘Siii’.. vengo anche io’.. che bello venire insieme’.. cosiiii’.ahhhhh godooooo’..’

Dopo questa fantastica giornata ero piu che soddisfatto.
Avevo scopato altre due splendide fighe e avevo trovata una compagna splendidamente bella e Troia.
I miei genitori e i componenti delle due famiglie erano contenti di questo matrimonio.

Dopo 3 mesi ci sposammo. Ci trasferimmo anche noi a Roma dove trovai lavoro nella ditta del cornuto di mio suocero. Al nono mese nasce la figlia di quella fantastica giornata di sesso” Daniela!

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