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Poker

By 8 Maggio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Il corpo di Bastiano era stato trovato sul ciglio della strada provinciale, dove inizia il viottolo che conduce al monte, con un’ardita e ciottolosa scorciatoia.
Dalla posizione, e da un sommario esame da parte del medico locale, si giunse alla conclusione che doveva essere stato investito e lasciato senza soccorso. La morte era stata istantanea. Così, disse il dottore, per rassicurare la famiglia: il loro caro non aveva sofferto, forse non s’era accorto di nulla.
Sugli abiti non c’erano, però, segni di vernice dell’auto investitrice, né, sul terreno, tracce di frenata. S’intestò una cartella per omicidio colposo e omissione di soccorso, intestata ad ignoti. Sarebbe rimasta per qualche tempo nel Comando Stazione e poi trasmessa al magistrato per l’archiviazione.
Bastiano lasciava la moglie, Maddalena, che aveva sposato quando lei non aveva ancora diciassette anni, e tre figlie, di cui la prima, Bianca, era la più giovane maestrina, supplente, del paese, Grazia stava per diplomarsi, maestra anche lei, mentre per Cristina mancavano ancora due anni per lasciare le magistrali.
Maddalena aveva messo al mondo tre figlie in quattro anni, e poi s’era dedicata alla famiglia.
Quando Cristina aveva iniziato le scuole medie, era stata assunta come ausiliaria a tempo parziale nell’ufficio postale, e spesso abbelliva col suo smagliante sorriso lo sportello che, da quando c’era lei, era più affollato nel pomeriggio che non al mattino.
Bastiano era stato poliziotto, per breve tempo, e poi era divenuto guardiacaccia comunale. Il suo fucile era poco distante da lui, coi colpi in canna, come lui usava, quando lo avevano trovato. Forse tornava da un giro sul crinale, molto battuto, in ogni stagione, da bracconieri in cerca di qualcosa da mangiare.
Dopo il breve funerale, durante il quale Prete Martino aveva tessuto le lodi del defunto e della famiglia, i pochi parenti e i molti amici avevano accompagnato a casa le donne, ed erano andati via. Ora, nella grande cucina, al piano terreno, la vedova e le figlie di Bastiano erano sedute intorno al tavolo, con Pietro, il ragazzo di Bianca, tutti ancora coi soprabiti, in silenzio. Sulla madia, vicino al camino, c’era il cibo portato dalla zia Giusta e da alcuni amici, e due grossi bottiglioni di vino.
Maddalena tirò un lungo sospiro. Si alzò, tolse lo spolverino.
‘Su, ragazze, dobbiamo seguitare come se lui ci fosse ancora. Non possiamo accettare di averlo perduto per sempre quando aveva meno di cinquanta anni. Cristina, per favore, porta nella mia camera questo soprabito, e anche i vostri. Grazia, apparecchia la tavola. Pietro siederà al posto di Bastiano.’
Mangiarono un po’ dell’agnello al forno, con patate, che era nella grande teglia, bevvero del robusto vino rosso, e presto furono tutti invasi dalla stanchezza che la tensione aveva accumulata da qualche giorno.
‘Non voglio lasciarvi sole’ ‘disse Pietro- ‘mi arrangerò qui, sulla panca. Domani non devo andare in ufficio, il Sindaco mi ha concesso due gironi di permesso straordinario. Vorrei una coperta, se ci fosse.’
Le donne si guardarono interrogandosi cogli occhi, senza parlare.
‘Non devi sacrificarti, Pietro,’ ‘rispose Maddalena- ‘il tuo é un pensiero affettuoso e premuroso: non vuoi lasciare sole quelle che, ormai, sono le tue donne. Lo apprezzo molto. Se vuoi restare, però, non devi sistemarti sulla panca. Cristina verrà a dormire con me, tu ti metti nella camera di Bianca, e Bianca va in quella dove di solito dormono Grazia e Cristina. Non é certo questo il momento di parlarne, ma non credo che dobbiate far trascorrere ancora molto tempo prima che tu e Bianca occupiate insieme quella camera. E’ da sempre destinata alla mia prima figlia e al suo sposo. Sempre che tu voglia restare con noi. Adesso, siamo tutti sfiniti. Andiamo a letto. Buona notte.’
E s’avviò verso la scala che conduceva al piano superiore, seguita da Grazia e Cristina.
Bianca cominciò a sparecchiare, aiutata da Pietro. Poi salirono anche loro. Bianca lo condusse nella sua camera, in fondo al corridoio, e lo sfiorò con un rapido bacio. Lui l’afferrò, la strinse appassionatamente, la bacio focosamente, ricambiato con pari intensità.
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S’era appena infilato sotto le coperte, completamente nudo, perché non aveva con sé il pigiama e non riusciva a riposare con la maglietta, quando sentì aprire lentamente la porta. Apparve Bianca.
‘Scusa, Pietro, devo prendere la camicia da notte.’
Andò al comò, aprì l’ultimo cassetto, e ne trasse una vaporosa camicia rosa, con ricchi ricami.
‘Ciao.’
‘Indossala qui, voglio vedere come ti sta.’
‘Ma… sei matto?’
‘Perché, non ti ho vista in costume da bagno, con quel microscopico due pezzi che mi ha fatto scoppiare di gelosia?’
‘Che, c’entra, eravamo alla spiaggia, e poi ero in parte coperta, invece, per infilare la camicia devo togliere anche il reggiseno.’
‘E i baci che ho dato ai boccioli rosa sulle tue tettine? Via, indossala qui.’
S’era messo a sedere sul letto, e la guardava.
Bianca, lusingata da quelle parole e soprattutto dal tono di esse, cominciò a spogliarsi, volgendogli la schiena. Restò con le mutandine, infilò la camicia, si voltò verso di lui.
‘Ecco. Contento?’
‘Vieni qui, dammi un bacio.’
Gli si avvicinò e si chinò su di lui.
Pietro le prese la mano, aprì la coperta, e l’attirò a se, nel letto. Abbracciandola forte.
‘Pietro, sei proprio matto, ma che fai?’
‘Resta con me, ti desidero pazzamente.’
Prese a baciarla, carezzarla, sempre più audacemente. Poi spense la luce.
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Le nozze furono celebrate nella più stretta intimità, considerando il recente lutto. Ma si doveva fare così, perché Pietro non poteva dormire nella casa della fidanzata.
Si stava giungendo al termine dell’anno scolastico, agli esami di maturità di Grazia.
Il tavolo della cucina, il pomeriggio, dopo il rientro della corriera con la quale Grazia tornava dalla sua scuola, che era in città, diveniva il centro degli studi. Cristina e Grazia studiavano, Bianca aiutava questa e quella. Pietro leggeva il giornale, poi andava alla Posta, a rilevare la suocera. Sulla via del ritorno qualche spesa, quindi la preparazione della cena, il solito rituale della televisione, con lunghe trattative sul programma da vedere e poi ognuno nella propria camera.
A suffragio di Bastiano avrebbero fatto celebrare una messa ogni mese, almeno per il primo, anno. Maddalena lo ricordava anche quando riscuoteva la pensione, che le era stata liquidata con incredibile celerità, grazie anche alle conoscenze di Pietro.
‘Come farei se non avessi te.’
Ripeteva spesso, Maddalena, al genero.
E gli voleva veramente bene, come al figlio maschio che non aveva avuto, e di cui sarebbe stata orgogliosa.
Le cose tra gli sposi sembravano svolgersi bene, e, anche se era troppo presto per dirlo, sembrava che il loro desiderio di avere un bimbo dopo qualche tempo, fosse pienamente rispettato.
Pietro era il centro d’attenzione delle donne di quella casa. Ognuna si prodigava per non fargli mancare nulla, e lui era affettuoso e cortese con tutte.
Quella mattina, Maddalena decise d’accompagnare Grazia che doveva andare presto in città per la prima prova scritta della maturità, Bianca disse che si sarebbe unita a loro per passare al Provveditorato, ed erano da poco trascorse le sei quando uscirono, ad attendere la corriera, lasciando Pietro e Cristina che ancora dormivano, o poltrivano, nei loro letti.
Pietro sentì la voce di Cristina che, da dietro la porta, gli chiedeva,
‘Vuoi il caff&egrave?’
‘Entra.’
In una leggera vestaglia, Cristina apparve con un vassoio sul quale erano poste due tazzine di caff&egrave e la zuccheriera. Restò a guardare il cognato che era seduto sul letto.
‘Vieni qui, Cristina, poggia il vassoio sul comodino, siedi vicino a me. Prendiamolo insieme.’
La ragazza, compunta, eseguì quanto le era stato detto. Restò seduta, con i lembi della vestaglia che lasciano scoperte le belle gambe.
‘Sai che sei proprio una bella bambina, Cristina?’
E la guardava, compiaciuto, soffermandosi sulla manifesta sodezza del seno, sulle dorate cosce ben tornite.
‘Altro che bambina, mamma alla mia età stava per sposarsi.’
‘E tu, vuoi sposarti?’
‘Non lo so, dovrei trovare l’uomo giusto.’
Pietro le mise la mano sulla gamba, carezzandola. Lei rimase con la tazzina in mano, poi la posò sul vassoio. La mano seguitava, come distrattamente, a insinuarsi sempre più insistente.
L’uomo proseguì, quasi con curiosità. Si fermò e la guardò negli occhi.
‘Ma tu non porti…?’
‘Perché, servono?’
‘Non le porti mai?’
‘Non quando sono inutili.’
Pietro era eccitatissimo, non riusciva a ritirare la mano.
‘Vuoi venire vicino a me?’
Cristina tremava, il suo volto era arrossato, le narici frementi, la voce roca.
‘Non l’ho mai fatto, Pietro.’
‘Vuoi farlo con me?’
Lei annuì, senza parlare.
‘Sei sicura?’
Seguitò ad annuire, con maggiore decisione.
Lui s’alzò, andò nel bagno e prese un grosso asciugamano che mise sul letto. Cristina era rimasta immobile. Impietrita. Lasciò che le abbassasse la vestaglia dalle spalle, si alzò quando lui le prese la mano, lasciò cadere a terra vestaglia e camicia, restò nella sua acerba e abbagliante nudità. Lui la prese in braccio, la depose sul letto e cominciò a baciarla, lentamente, espertamente, sentendone i sussulti, i fremiti, il ricambiare i baci, le carezze, sempre meno timidamente, sempre più impazientemente bramosa, e vide che si mordeva appena il labbro inferiore mentre la penetrava con delicatezza.
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Decisero che per festeggiare la maturità brillantemente conseguita da Grazia, sarebbero andati al mare, anche per non dar adito alle critiche di alcuni paesani che avrebbero voluto bandire ogni occasione di gioia dalla famiglia di Maddalena, dopo la morte di Bastiano.
Riuscirono a trovare un paio di camere in un albergo di santa Maria, e si avviarono di buon mattino, per evitare il caldo e per trovare, possibilmente, la strada meno trafficata.
Dal monte al mare, sull’auto di Pietro, acquistata in occasione delle nozze.
Mentre sistemava la sacca nel portabagagli, Cristina trovò il modo per dirgli che lo aspettava sempre, e per chiedergli se lo avesse deluso. Lui la rassicurò, le dette una fugace carezza, e le promise che presto sarebbero stati insieme.
In auto, Bianca fece sedere la madre accanto a Pietro, e lei prese posto, dietro, con le sorelle.
Maddalena indossava una vestaglia prendisole, a fiori, di colore morbido, e degli zoccoli azzurri come il foulard che, attorcigliato, tratteneva i lunghi capelli nerissimi. Quando, seduta accanto a Pietro, s’abbassò per mettere la piccola borsa sotto il sedile, l’abito le scoprì completamente le gambe, fino all’inguine, e Pietro fece conoscenza dell’ancora attraente ed eccitante piccolo seno della suocera e dei turgidi capezzoli violacei. Alla donna non sfuggì lo sguardo concupiscente del giovane, e gli sorrise, tutt’altro che imbarazzata, senza curare di coprirsi le gambe, né di togliere la mano sinistra dalla leva del cambio, sulla quale spesso Pietro teneva la sua, e le cui nocche le trasmettevano una piacevole sensazione.
Pietro guidava e guardava spesso nello specchietto per vedere cosa facesse la moglie e se si fosse accorta di quella continua carezza. Bianca era appisolata, così pure le altre ragazze.
La strada era abbastanza lunga, e giunsero a Santa Maria dopo oltre due ore.
‘Ho bisogno d’una robusta colazione’ ‘disse Maddalena- ‘sono affamata come una lupa. Consegnamo i bagagli e andiamo al bar.’
Pietro le aprì lo sportello, lei lo ringraziò, sorridendo, e, nello scendere, gli si buttò quasi addosso. Strofinandosi a lui. O forse era solo la sua esaltazione, pensò l’uomo.
Dopo la colazione, Maddalena propose di andare al mare, poco distante, di farsi assegnare una cabina, un paio d’ombrelloni, delle sdraie…
Bianca era accaldata.
‘Mamma, quanta fretta. Andiamo a darci una rinfrescata, e poi ci penseremo.’
‘Vorrei andarci adesso, cara. Pietro, mi accompagni?’
Bianca sembrava infastidita.
‘Andateci voi, io vado a riposare. E voi, ragazze? Andate al mare per paura che le onde scappino?’
Le sorelle decisero di salire nella loro camera, che avrebbero diviso con la madre.
Maddalena prese per mano il genero e s’avviò verso lo stabilimento balneare. Chiese che le aprissero un ombrellone, e di mostrarle la cabina, la migliore, se possibile.
Era una cabina in muratura, con un tavolo, due sedie, un lettino per prendere il sole, e, in un angolo, la doccia.
‘Facciamo subito un bagno, Pietro. Hai il costume?’
‘Ho i boxer, ma non sono adatti.’
‘Arrangiati con quelli.’
‘E tu, hai il costume?’
‘Si, nella borsa. Svestiamoci.’
Pietro tolse la camiciola, e i pantaloni, sedette sullo sgabello.
Maddalena restò col seno scoperto, tolse le mutandine del prendisole, si voltò così, con occhi di fuoco, verso Pietro, gli andò incontro, lo fece alzare e gli calò i boxer, dai quali esplose l’eccitazione prepotente, senza alcun indugio gli si mise a cavalcioni, ingoiandolo in sé, col grembo palpitante, avido, la testa indietro, gli occhi socchiusi, in una cavalcata che finì in un rantolo di piacere senza fine. Restò ansante, poi si alzò e lo trascinò sul lettino, seguitando a solleticarlo, a carezzarlo, baciarlo, eccitarlo, per farsi ancora possedere, come una furia della natura, coi lunghi capelli neri che le s’impastavano sulla pelle madida di sudore. Ancora il suo lungo e sordo mugolare, e giacque sfinita.
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Pietro era perplesso. Quella donna, aveva mostrato una esuberanza inimmaginabile. Forse perché era stata costretta a un’astinenza troppo lunga per lei, ma la sua travolgente sessualità l’aveva sorpreso, affascinato, conquistato, soggiogato. Era un vulcano di passione, un crogiolo di voluttà, fonte d’indescrivibile ebbrezza, di sconosciuta estasi. Non poteva e non doveva restare un episodio isolato. Era stato completamente accolto, ingoiato, e poi cullato, dissetato, saziato, elevato alla più alta vetta del godimento, liberato da ogni pensiero, assorbito, divorato, assimilato nella carne di lei. Un corpo solo.
Dopo essersi dissetato a quella fonte, tutto il resto gli sarebbe sembrato un’incolore pozza stagnante.
Quella sera, mentre le insistenze di Bianca l’avevano spinto a ballare con Maddalena, glielo aveva detto.
‘M’hai stregato, sei più incantatrice di Circe.’
‘Ed io non ti cambierei con Ulisse.’
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Erano tornati alla vita di tutti i giorni.
Grazia gli aveva chiesto di farle visitare gli uffici comunali, per avere un’idea del lavoro che vi si svolgeva.
Pensava di prepararsi per il concorso di Segretaria comunale. Stabilirono che lui ne avrebbe informato il Sindaco e quando gli uffici erano chiusi al pubblico, un sabato, l’avrebbe condotta in municipio.
Pietro cominciava a temere qualche irreparabile conseguenza per il suo comportamento. S’era lasciato prendere da un vortice che poteva farlo definitivamente affondare.
Maddalena, the lustful widow, Cristina the nice young cunt, Bianca, the official puss.
Pensando a loro in Inglese gli sembrava mitigare l’equivocità della situazione, ma le cose avevano preso uno strano andazzo. In effetti, era proprio così: Maddalena, la vedova bramosa; Cristina la deliziosa fichetta; Bianca, la gnocca ufficiale’
Bianca era deliziosamente esigente, ed era l’unica, del resto, a poter vantare precisi diritti sul marito. Le altre due rivelavano passioni che per Maddalena poco o nulla avevano a che fare con l’amore, mentre Cristina chiedeva solo di appagare anche sessualmente la sua illimitata adorazione.
Lui e Grazia erano seduti sul comodo divano, nella stanza del Sindaco. Le aveva spiegato i vari compiti del Segretario comunale, e mostrato i vari uffici in cui si articolava un comune di media grandezza.
‘Allora, Cristina, che te ne pare?’
‘E’ un lavoro interessante, ma pieno di responsabilità, e credo che il concorso sia abbastanza difficile.’
‘Come tutti i concorsi. Bisogna studiare e presentarsi ben preparati. Io ho un libro in cui ci sono i vari argomenti oggetto di prova in precedenti concorsi, e uno svolgimento ottimale per ogni argomento. Te lo darò, così potrai renderti conto delle paventate difficoltà. Io, logicamente, sono a tua disposizione.’
‘Per te é stato facile, data la tua preparazione universitaria.’
‘Tu, comincia a fare il concorso per addetta di segreteria.’
‘Questa é una buona idea. Mi aiuterai?’
Lo guardò con un’aria strana, quasi di sfida.’
‘Certo.’
‘Lo so, tu aiuti tutte a risolvere i loro problemi, a riempire i loro vuoti.’
‘Tutte chi? Di quali problemi e vuoti parli?’
‘Via, Pietro, tu sei tanto gentleman che neghi l’evidenza.’
‘Vuoi spiegarti, per favore?’
‘Vuoi negare che sei sempre gentilmente disposto in filling up women’s vacancies? A riempire i vuoti femminili? O sarebbe più esatto dire in pumping up? Pomparle? O preferisci essere considerato colui che ha caro ‘plene infundere viduam et virgunculam aperire’? Penetrare la vedova e aprire la ragazzina? Scegli tu’!’
‘Dimentica il mio atteggiamento, come dici tu, da gentleman, e tira fuori il rospo.’
‘Cosa credi, che mi siano sfuggite le manovre tra te, Maddalena e Cristina?’
‘Quali manovre?’
‘Quelle tipiche del gallo del pollaio, del Sultano dell’harem. Solo che le vostre sono ipocrite e ridicole.’
‘Io sarei il gallo del pollaio?’
‘Perché, non ti scopi quasi tutte le gallinelle, da quella che potrebbe fare buon brodo a quella quasi implume?’
‘Meglio che non ti risponda.’
‘E che vorresti rispondere?’
‘Sei pungente, sarcastica. Da te, così bella, così rispondente al tuo nome, Grazia, non mi sarei aspettato un attacco del genere.’
‘Non sono aspra, sono incazzata nera.’
Si avvicinò a lei, le mise il braccio sulle spalle.
‘Vediamo se riesco a farti passare la collera, perché tu sei quella alla quale mi sento più vicino, e sei l’ultima persona che vorrei far irritare.’
La baciò lievemente sulla guancia.
Lei reagì debolmente.
‘Lasciamo stare, Pietro, non recitare.’
‘Si vede proprio che non mi hai mai degnato d’uno sguardo, che le tue attenzioni erano meramente meccanicistiche, senza il minimo affetto.’
‘Che dici? Ti voglio bene, lo sai. Tutto quello che faccio per te, anche se é molto poco, é spontaneo e sentito.’
‘Allora, perché mi tratti male?’
Lei rimase in silenzio, con la testa appoggiata sulla spalla del giovane. Si lasciò stringere ancora più a lui. Sentì la mano di Pietro salire lentamente sulla blusa leggera, le dita sbottonarla delicatamente e intrufolarsi nel reggiseno, stringerle appena i capezzoli eretti, prima l’uno, poi l’altro. Accolse, tremante, le labbra di lui sulle sue che si dischiusero frementi, e ricambiò ardentemente il lungo bacio, mentre dai suoi occhi colavano, copiose, grosse lacrime.
Pietro le infilò la mano sotto la gonna.
‘No, Pietro, no.’
Lui seguitò, sentì dapprima stringersi e poi allargarsi le gambe. Con un gesto deciso strappò le leggere mutandine.
‘No, Pietro, non devi, non puoi. Sono vergine.’
Lui seguitò imperterrito.
La sollevò delicatamente, se la mise a cavalcioni, estrasse il suo grosso pene e con lentezza studiata la penetrò, superando delicatamente la tenue sottile prova della sua purezza. Lunghi. Sapienti movimenti, che suscitarono sussulti sempre più lascivi del grembo che lo accoglieva.
Grazia era in evidente estasi, ebbra di piacere, voluttà, e andò sempre più dimenandosi, con un lungo gemito che le sfuggiva dalle labbra socchiuse. Un lungo, roco Pietroooooo, testimoniò il suo orgasmo così a lungo sognato. Subito dopo seguito da un ancor più delirante Ahhhhhhhhhh, quando per la prima volta nella vita la sua vagina fu inondata dal fiotto che si sparse in lei come balsamo rilassante.
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Quel modus vivendi andava avanti con la complicità e l’omertà di tutti: tutti sapevano, ma fingevano di ignorare, e soprattutto non se ne parlava, mai. Perfino Bianca, non affrontò mai l’argomento col marito, e forse era perfino contenta che la madre e le sorelle potessero godere un po’ dei ‘dividendi’ che quel prestante e vigoroso giovane dispensava loro, convinta che il ‘capitale’ non ne soffriva e pur sempre restava di sua totale appartenenza.
Quelle donne avevano comportamenti, come dire, amorosi, ma sarebbe più esatto definirli sessuali, molto diversi tra loro.
Bianca, in fondo la ‘padrona’, era esigente e ardente.
Maddalena, impetuosa, impulsiva, travolgente, piena di pretese, avida, insaziabile, senza inibizioni, desiderosa di sempre nuove esperienze licenziose.
Caterina, era in continua adorazione, tenera, dolce, romantica, sognante, a volte malinconica. Lo ringraziava con le labbra, con gli occhi, col cuore, con tutta sé stessa.
Grazie, era la più razionale, pratica. Le piaceva fare sesso. Era sensuale, appagante e appagata. Generosa, desiderosa di dare ma anche pretendeva ricevere.
Quei ‘dividendi’, però, a loro volta andavano fruttificando’.
Bianca dette alla luce un vispo maschietto, Carlo’ accolto gioiosamente dai genitori, dalla giovanissima nonna, dalle zie, ma’
Senza accennare ai motivi, una sera, dopo cena, si convenne che sarebbe stato bene andarsene lontani, sempre tutti insieme, naturalmente, dove nessuno li conosceva.
Furono sfacciatamente fortunati.
Un capoluogo nel nord occidentale, accolse la domanda di Pietro per l’Ufficio legale della Provincia. La scuola della stessa città attendeva Bianca, dopo l’assenza per maternità. Maddalena ebbe facilmente il trasferimento in quella Direzione Postale. La segreteria comunale era lieta di avvalersi dell’esperienza, sia pur breve, di Grazia, e a Cristina veniva offerto un contratto di formazione e lavoro da una importante industria meccanica del luogo.
Si affrettarono a partire, quasi alla chetichella, lasciando in giro, a parenti e amici, lettere vaghe e generiche nelle quali si dimenticava, però, quasi per distrazione, di indicare il nuovo indirizzo.
Il grosso autotreno ingoiò le loro cose, andò al più vicino porto, si imbarcò sul traghetto, sbarcò a Genova e dopo ancora qualche ora raggiunse la nuova destinazione.
La casa era accogliente, vasta, luminosa, con un piccolo giardino e un ampio solarium. Una villetta, in periferia, abbastanza civettuola. Ognuno avrebbe avuto il proprio angolo, al piano superiore, con i relativi servizi, e le parti comuni, cucina, tinello, soggiorno, salottino, intorno al vasto ingresso, avrebbero favorito, quando si voleva, l’incontro di tutti.
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La mamma successiva fu Maddalena.
Ormai si era nella nuova sede.
Quirino, figlio della madre di Bianca, cio&egrave della nonna-madre, veniva a far compagnia alle sorelle, Bianca, Cristina e Grazia, e a Carlo, anche lui, per altri versi, fratello e contestualmente cugino. Le sorelle della madre, inoltre, erano sue zie ma nel contempo madri dei suoi fratelli-cugini’
Un vero garbuglio.
In casa era tutto un dedicarsi ai piccoli, alle puerpere e alle’ altre gravide.
Si, perché poi fu la volta di Grazia, col suo piccolo Franco, e quindi di Cristina. Che dette alla luce Paolo.
Questi i nuovi arrivi.
Almeno per il momento, perché il re del gineceo, era tutt’altro che inoperoso.
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Pietro era in giardino.
All’ombra le carrozzine di Carlo, Quirino, Franco, Paolo.
Maddalena era la mamma di turno, coadiuvata dalla baby sitter.
Lui leggeva il giornale.
Quello era il suo poker: Cuori’ Quadri’ Fiori’ Picche’
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