Questo racconto è stato scritto da Cristina.
Salve a tutti i nostri lettori, sono Cristina, la compagna di Mauro; molti di voi già mi conoscono per aver letto di me nel racconto “La mia inquilina, una prof universitaria” ed altri che io e Mauro abbiamo scritto insieme.
Questo racconto di fantasia è basato su fatti reali e su un desiderio che avevo da ragazza e che non ho mai realizzato, vuoi per timidezza, vuoi per vergogna.
A voi immaginare dove la realtà si fonde con la fantasia, buona lettura.
Il bacio che ci scambiamo è intenso e dolce allo stesso tempo.
Le mie mani accarezzano il corpo di Franca, ne cercano i punti più sensibili e nascosti e lei sta facendo lo stesso sul mio.
L’acqua tiepida della piscina accarezza i nostri corpi nudi, aumentando il piacere ed il desiderio che ardono dentro di noi.
Eravamo agli inizi degli anni novanta ed io avevo appena compiuto 18 anni e terminato le scuole superiori.
Vivevo con la mia famiglia, padre e madre, in una cittadina della Calabria.
Mio padre dopo aver lavorato diversi anni in Svizzera, dove aveva conosciuto e sposato mia madre, aveva fatto ritorno nel paese d’origine.
Suo fratello, zio Gustavo, era emigrato nel nord Italia e dopo aver lavorato come sensale di terreni agricoli, ne aveva acquistati alcuni con i quali aveva dato il via ad una florida azienda ortofrutticola.
Con i proventi della sua attività aveva acquistato una villetta nell’entroterra della costa romagnola ed in quella villetta trascorrevo, ormai da anni, le mie vacanze estive, insieme a mia cugina, la loro figlia Franca, di qualche mese più grande di me.
Io e Franca eravamo praticamente quasi cresciute assieme, passando sempre le vacanze scolastiche estive alla villetta, da quando eravamo poco più che bambine.
Franca era ed è una bella ragazza, alta quanto me, all’incirca 1,70, un viso molto carino su cui spiccano degli occhi azzurro scuro, lunghi capelli biondi, un corpo slanciato con una bella terza di seno, lunghe gambe affusolate con cosce toniche (pratica da sempre pattinaggio) ed un culetto alto e sodo.
La villetta aveva tre stanze, due per le coppie di nostri genitori ed una per noi due.
Da sempre, quindi, avevamo dormito insieme ed eravamo abituate a vederci seminude o completamente nude, quando uscivamo dalla doccia o ci cambiavamo i vestiti.
Spesso facevamo anche la doccia insieme divertendoci a giocare sotto il getto d’acqua, ma mai andando più in là di qualche carezza sul seno o sul culetto.
La casa era piuttosto distante dal mare e, ne noi due, ne le nostre amicizie del luogo, avevamo la patente, dovevamo, quindi, accontentarci delle volte che mia zia, quando ne aveva voglia, ci accompagnava al mare.
Per alleviare la calura estiva, mio zio aveva acquistato una grande piscina gonfiabile e l’aveva installata in giardino.
Quella piscina era diventata il nostro angolo privato, dove ci rifugiavamo il pomeriggio quando i genitori dormivano.
Lì nell’acqua intiepidita dal sole ci scambiavamo le nostre confidenze, i nostri pensieri segreti, i nostri progetti.
Quell’anno, però, eravamo ormai diventate donne, con i nostri problemi, le nostre pulsioni ed i nostri segreti amori.
Entrambe avevamo conosciuto dei ragazzi del luogo che ci piacevano e con loro avevamo praticato il petting ed avevamo fatto la conoscenza con i membri maschili, ma nessuna delle due era arrivata ad avere un rapporto sessuale completo, solo qualche masturbazione e Franca aveva sperimentato, anche, il rapporto orale.
Il primo mese e mezzo di quel periodo eravamo solo in tre nella casa, mia zia e noi due, in attesa che arrivasse il resto delle famiglie per le ferie d’agosto.
Quella notte di metà luglio faceva un caldo terribile.
Franca ed io eravamo stese nei letti nude, dalla finestra aperta non entrava un filo d’aria e noi ci giravamo e rigiravamo immerse in un bagno di sudore.
-“Che ne dici se andiamo a rinfrescarci un po’ in piscina?” – dice Franca.
-“Mi sembra un’ottima idea” – rispondo.
Saltiamo giù dai letti ed infilati un paio di accappatoi usciamo dalla camera.
Passando davanti alla porta socchiusa di zia, sentiamo un lieve russare, dorme profondamente, evidentemente lei non soffre il caldo.
In giardino non è neanche necessario accendere le luci, una luna quasi piena lo rischiara quasi a giorno.
Gettati gli accappatoi su un lettino, c’immergiamo nude in acqua rabbrividendo un po’ alla differenza di temperatura con i nostri corpi accaldati.
Distese, finalmente, nella frescura dell’acqua, ci rilassiamo sospirando di piacere.
Restiamo per un po’ così a goderci la piacevole sensazione di fresco sulla pelle, poi cominciamo a giocare; ci diamo delle spinte e dei calcetti, ci schizziamo l’acqua sul viso.
Ad un certo punto un mio piede finisce tra le cosce di Franca appoggiato al suo sesso; un po’ per gioco, un po’ per malizia, inizio a strofinare la pianta sulle sue labbra intime.
Lei non si oppone, anzi, allarga ancora di più le gambe per accogliere meglio la carezza.
Rimango un po’ sorpresa della sua reazione, ma poi, convinta che tra noi due non ci sono tabù, continuo a massaggiare il suo sesso con la pianta, per, poi, passare a carezzarlo con le dita.
-“Ooohhh…” – è il sospiro di soddisfazione di Franca – “Continua non ti fermare”.
Seppur con i piedi, è la prima volta che tocco il sesso di una donna, ma un po’per la curiosità di vedere le reazioni di Franca, un po’ perché mi fa piacere sentire le sue labbra morbide sotto le dita, continuo ad accarezzarla.
Poi è lei a prendere l’iniziativa; si alza, viene verso di me, si distende sul mio corpo e poggia le labbra sulle mie.
Sorpresa, dischiudo le labbra, come avevo imparato a fare con il mio ragazzo ed accolgo la sua lingua.
Il bacio c’infiamma entrambe scatenando le nostre pulsioni giovanili, le nostre mani sembrano dotate di vita propria mentre vagano accarezzando i nostri corpi sospesi, quasi senza peso, nell’acqua.
Le mie mani circondano i suoi seni procaci e ne stuzzicano i capezzoli induriti, lei con una mano mi carezza dietro la testa, con l’altra scende ad accarezzare un fianco, poi scivola giù sulla coscia, si sposta sul pube e si ferma a contatto del mio sesso.
-“Aaahhh…” – è il gemito involontario che esce dalle mie labbra a quel contatto.
Un suo dito separa le mie labbra intime e trova il bottoncino rigido.
-“Ooohhh… Ma che fai!!!” – esclamo.
-“Sssttt… Rilassati, lasciami fare” – mi sussurra sulle labbra.
Il suo dito carezza dolcemente la mia clitoride ed una vampata di caldo mi pervade il corpo nonostante l’acqua fresca che mi circonda, ma il calore viene dall’interno.
Le sue sapienti carezze mi portano ben presto al culmine del piacere.
-“Aaahhh…” – grido. reclinando la testa sul bordo. quando l’orgasmo mi prende e lei mi chiude la bocca con le labbra.
Mentre, lentamente, le onde del piacere scemano, Franca mi bacia con dolcezza le labbra, il collo, il seno.
-“Vieni.” – mi dice sollevandosi dall’acqua e prendendomi per mano – “Torniamo dentro”.
Ancora mezza stordita dall’orgasmo la seguo docilmente; non recuperiamo neanche gli accappatoi ed entriamo in casa nude.
La zia dorme ancora profondamente e noi ci dirigiamo alla nostra camera.
Quando siamo dentro, Franca si gira e mi abbraccia forte premendo i suoi seni contro i miei e mi bacia quasi selvaggiamente.
-“Vieni” – dice portandomi verso il letto, dove mi fa sdraiare di schiena con le gambe fuori dal bordo.
Mi apre le gambe e si china tra le cosce.
Sento il suo alito caldo che riscalda il mio sesso e, poi, la sua lingua morbida che si fa strada tra le labbra intime.
-“Aaahhh…” – gemo – “Ferma… Non possiamo,,,” – ma la frase si blocca mentre sono sommersa dal piacere che mi sta donando.
Quando sono quasi sul punto di partire per un altro orgasmo, si ferma, sale sul letto e si mette su di me in posizione capovolta, offrendomi il suo sesso davanti al viso.
-“Fallo anche tu” – mi sussurra.
Resto interdetta dalla sua richiesta, ma lei abbassa il bacino e mi mette la sua fighetta sul naso.
Dopo un attimo d’indecisione esco la lingua e la passo sulle sue labbra che hanno un odore ed un sapore penetrante, ma che non mi dispiace.
Un suo dito mi penetra, mentre le sue labbra continuano a succhiare il bottoncino ed io, per emulazione, faccio la stessa cosa a lei.
In breve arriviamo alle soglie dell’orgasmo; il mio corpo inizia a tremare negli spasmi del piacere e sento il suo agitarsi sopra di me.
Mentre le ondate del piacere ci sommergono, un piccolo getto di liquido esce dal suo sesso e mi bagna il viso.
Quando, lentamente, ci calmiamo, lei si sdraia accanto a me e mi bacia il collo.
-“È stato bellissimo!!!” – mi sussurra nell’orecchio.
-“Anche per me” – rispondo con un fil di voce.
Ci addormentiamo così, abbracciate.
Ora che ci eravamo conosciute anche intimamente, non avevamo più remore ad accarezzarci o a baciarci quando eravamo fuori della vista di altri.
La notte dormivamo nello stesso letto, abbracciate, dopo esserci date piacere reciproco, o andavamo di nascosto nella piscina per fare i nostri giochi erotici nell’acqua.
Quella fu la più bella estate passata nella villetta di famiglia, ma anche l’ultima.
Negli anni successivi gl’impegni dell’università, che frequentavamo in città diverse e lontane tra loro, non ci permisero più di combinare le vacanze assieme e, poi, crescendo i nostri interessi andarono in altre direzioni.
Ma quella prima esperienza saffica è rimasta impressa nella mia memoria ed, ancora oggi, quando ci ripenso, un brivido di piacere mi attraversa il corpo.
I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...