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Sabrina tuttofare

By 29 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti!
Sono Sabrina e sono terribilmente porca, sono sposata con Giorgio e insieme condividiamo le nostre trasgressioni senza dubbi e paure e ne godiamo appieno.
Ci piace girare nudi per casa, ci piace la libertà senza nasconderci, questo ci da l’occasione per vedere subito l’eccitazione nell’altro, facciamo l’amore dove capita, dove si accende la passione, in camera ovviamente, in cucina, sul divano, in bagno insomma dapertutto basta godere!
Abbiamo anche un figlio adolescente, ho sempre avuto un desiderio nei suoi confronti, già da quando era piccolo, incesto! una cosa così trasgressiva, così fuori dai normali rapporti ma anche così dolce, nostro figlio, nato dal nostro amore.
Giorgio e io ci siamo sempre detti tutto e rispettati a vicenda, qualsiasi cosa uno dei due voleva provare la proponeva all’altro e se gli andava bene si faceva, altrimenti niente da fare, restava una fantasia, magari da sfogare scrivendo qualche racconto, ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che nostro figlio doveva volerlo, non li avremmo mai imposto niente, e neanche volevamo condizionarlo, doveva volerlo anche lui e farcelo capire.
Anche lui come noi e’ stato abituato a stare nudo in casa, abbiamo fatto e continuiamo a fare l’amore in sua presenza, non si e’ mai scandalizzato o turbato, ne abbiamo parlato insieme, ci ha detto che lo considerava normale e che gli piaceva guardarci, che sentiva l’amore che provavamo l’uno per l’altra.
Fin da piccolino abbiamo risposto con sincerità e onestà alle sue domande, anche a quelle riguardanti il sesso, senza paura nè vergogna, perchè dire bugie? perchè insegnargli a dire la verità e poi mentirgli?
E’ ancora vivo il ricordo di quando con candore mi ha chiesto cosa voleva dire farsi una sega, lo aveva sentito a scuola, ma non aveva capito, con dolcezza gli avevo raccontato che significava toccare in un modo particolare il pisello per raggiungere piacere, mi aveva guardato un pò stranito, dicendomi che non aveva compreso, cosa significa piacere mi chiese, mi resi conto che era un pò difficile da spiegare, quindi gli risposi che se voleva glielo avrei mostrato, mi fece cenno d’assenso con la testa, allora mi adoperai, siccome era nudo, era molto più facile, gli presi delicatamente il pisello con l’indice e il pollice, e iniziai a stimolarlo lentamente, sussurandogli:
-vedi Mario si comincia così piano piano, delicatamente, ricordati di avere sempre le mani pulite però-
-si mamma, e poi?-
-e poi si continua senza fretta, ti piace? cosa senti?-
-si, mi piace molto, e’ bello, sento le tue dita morbide, non fermarti ti prego-
-non ne avevo intenzione tesoro- gli risposi sorridendo
Lentamente iniziò a crescere, lo guardavo rapita, probabilmente era una delle prime erezioni cosapevoli forse la prima in assoluto, ero orgogliosa, il mio bambino stava diventando grande:
-vedi come cresce? quello che stai provando e’ eccitazione,la prima fase del piacere, per questo il pisello si gonfia, uuhh che bello che sta diventando!!!-
-e’ bellissimo mamma, sei molto brava, lo fai anche a papà?-
-certo tesoro, anche a lui piace tanto-
-e a te piace?
-si moltissimo, dà piacere anche a me!-
Aveva raggiunto il massimo dell’erezione, non era niente male per la sua età, lo strinsi con tutta la mano assaporando il calore e la consistenza, inziai a fantasticare su quanto lungo e grosso sarebbe diventato:
-ti piace Mario, vuoi che continui?-
-mi piace sempre di più mamma, non smettere!-
Aveva lo sguardo fisso verso il basso, rapito dalla scoperta, dalla novità e dall’eccitazione, gli accarezzavo la testa, sussurandogli parole dolci, di quanto era bravo, di quanto mi faceva felice, di quanto era cresciuto, dalla punta aveva fatto capolino qualche gocciolina, stava per venire e lo avrebbe fatto nella mia mano, il pensiero mi stava eccittando, avrei voluto toccarmi anchio, condividere con lui, assieme a lui, il suo primo orgasmo:
-vedi come si bagna la punta? tra un pò arriverà la seconda e ultima fase del piacere, quella più bella-
-e cosa succederà?-
-vedrai tesoro, non ti preoccupare-
Subito dopo venne, ricorderò sempre le sue parole:
-Sento qualcosa mamma, caldo, ohhhhhh, che bello! ancora ancora!-
La punta si riempì di liquido biancastro,Mario socchiuse gli occhi e aprì la bocca gemendo e godendosi il momento, continuai a masturbarlo, baciandolo sulle guancie:
-visto tesoro? sei venuto, si dice così quando ti masturbi ed esce il liquido, e’ quello che si chiama sperma-
-davvero? pensavo fosse pipì!-
-no tesoro, quando diventerai più grande, sarà più vischioso e inoltre inizierai a fare degli spruzzi-
-come degli spruzzi?-
-spruzzi amore, schizzi di sperma, quando il pisello e’ dentro la vagina, gli spermatozoi vengono schizzati fuori, così riescono a raggiungere l’ovulo per fecondarlo, ti ricordi che te lo abbiamo già spiegato?
-ah e’ vero, me ne ero scordato-
-allora com’e’ stato? sono stata brava?-
-e’ stato bellissimo veramente, potrò rifarlo?
-si certo, ora che hai capito-
-e quante volte?-
-quante vuoi, non c’e’ un limite, se ti va fallo! ora vatti a lavare, ricordati la pulizia sempre!
-si certo mamma, grazie grazie ancora-
Lo guardai allontanarsi, poi mi alzai anchio e corsi nell’altro bagno a dare sollievo alla mia intimità, così lucida e bisognosa di attenzioni.
Con il passare degli anni e’ diventato un bel ragazzo, l’episodio non si e’ più presentato, semplicemente faceva da solo senza imbarazzo, poi mi sono accorta delle sue attenzioni, guardava con voglia i miei seni e la mia passerina sempre ben depilata, in mia presenza aveva sempre il pisello diritto, umido, ogni tanto colava, io lo guardavo sorridendo amorevolmente, gli dicevo soltanto:
-hai bisogno di svuotarti tesoro, non fa bene tenere tutto dentro-
Ovviamente non gli ho mai condannato le masturbazioni, anzi l’ho sempre incoraggiato, si sa come sono i maschietti!
In più di un’occasione e’ capitato che lo facesse in mia presenza, l’ho rassicurato che non mi dava fastidio anzi! l’ho osservato venire, con la sua irruenza giovanile, densi fiotti cremosi e così tanti, più di una volta li avrei voluto raccogliere dentro la mia bocca, ma mi sono sempre trattentuta non per vergogna ma per rispetto per lui, se me lo avesse chiesto non avrei esitato a prenderlo per succhiarlo e farlo godere, era diventata una prassi assolutamente normale, se voleva poteva toccarsi e venire dove voleva, sul tavolo, per terra, una volta schizzò sul vetro della porta della veranda, ci mettemmo a osservare i rivoli scendere ridendo assieme.
Naturalmente mio marito era a conoscenza di tutto, una volta successe che rientrando a casa vide nostro figlio masturbarsi sul divano, si spogliò al volo e si sedette affianco a lui, il pisello duro, gli disse con tranquillità:
-posso anchio?-
-certo pà, fai pure-
Io li guardavo toccarsi e loro guardavano me, avrei voluto inginocchiarmi tra loro, toccarmi anchio, e venire magari nel loro stesso istante, farmi annaffiare dal loro nettare, sentirlo bagnare e scivolare sul mio corpo, assaporarne il profumo e assaggiare i loro gusti, ma non volevo interromperli in un momento che era loro.
Fremevo nel vedere i loro sguardi su di me, vogliosi del mio corpo, in particolare nostro figlio, era come ipnotizzato, mi guardava in maniera lussuriosa, forse avrebbe voluto baciarmi, leccarmi o forse semplicemente scoparmi di brutto, ma anchio ero rapita da loro, le loro mani che impugnavano quei bastoni di carne, che pestavano con foga, per accelerare la venuta di un orgasmo liberatorio, a un certo punto Giorgio guardò Matteo dicendogli:
-facciamo una gara, ti va? vediamo chi schizza più lontano-
-va bene pà- rispose ridendo
Passarono pochi minuti, vennero all’unisono, tra grugniti e sospiri, Giorgio soddisfatto mi guardò facendomi l’occhiolino:
-Ti va di fare da giudice?-
-certo, magari-
-Secondo te chi ha vinto?
Mi avvicinai un pò a vedere le striature sul pavimento, nostro figlio, data la giovane età, aveva schizzato più lontano, il primo fiotto era arrivato a quasi due metri da lui, Giorgio invece era stato come una fontanella, davanti a lui si era formata una bella chiazza di sperma fresco.
-mmmh, direi che siete pari! Matteo e’ arrivato più lontano ma tu Giorgio hai fatto veramente un lago-
-si, ma la gara era a chi arrivava più lontano quindi…- obiettò nostro figlio
-hai ragione, ti dichiaro vincitore-
-evvai, ti ho stracciato pà-
-uff, va bene, ma solo perchè ero stanco, ora fila a lavarti-
Appena vidi chiudere la porta del bagno, mi tuffai ai piedi di Giorgio, svelta gli imboccai il pisello che si stava sgonfiando, lo feci entrare tutto nella mia calda e golosa bocca, succhiandolo selvaggiamente con il perverso duplice scopo di pulirlo con la mia lingua e di gustarmi i resti del suo orgasmo, lo sfilai e glielo strizzai, feci uscire l’ultima goccia del suo piacere, mugolando la leccai ingoiandola avida:
-voglio assaggiare quella di Matteo adesso-
-vai tesoro, bevila tutta, penso che ti piacerà-
Abbassai la testa sul pavimento e con la lingua mi misi a raccogliere tutta quella che potevo, era divina, il suo gusto giovane mi faceva girare la testa, mi bagnai alla prima leccata, istintivamente iniziai a toccarmi con foga, e più ne prendevo e più mi toccavo, ormai mi stavo sbattendo velocemente senza ritegno, pulii il pavimento come una brava scolaretta, ero fuori di me dall’eccitazione:
-aaah che buonaaaa, ne voglio ancoraaaaa-
-amore, c’e’ tutta la mia che ti aspetta-
-siiiii, bevo anche tutta la tua, voglio sentirmi saziaaaaa, la voglioooo-
Così dicendo mi tuffai sulla sua, lappando come una cagnetta ingorda, Giorgio si alzò avvicinandosi:
-aspetta che ti aiuto-
Si mise dietro, due dita scivolarono dentro di me, in quel lago che mi trovavo tra le gambe, sentivo i miei umori colare lenti a bagnarmi le cosce, si imposessò del mio clitoride leccandolo con foga, più mi leccava lui più leccavo io, bisognosa di quel nettare:
-daiiii, mi fai venireeee, cosiiii-
-dai vieni, godi-
-siiiii-
Raccolsi le ultime chiazze e le tenni in bocca, aspettando l’orgasmo per ingoiarle, mugugnando come impazzita:
-mhhhhh-
L’orgasmo arrivò potente e squassante, inarcai la schiena, mi strinsi forte il seno e ingoiai, come se quel nettare potesse spegnere il fuoco che ardeva dentro di me, mi sfogai completamente biascicando sottovoce:
-vengooooo-
Poi mi calmai, sudata e tremante, brividi mi percorrevano la schiena, seguiti da ondate di calore, Giorgio mi stava ancora baciando con calma e delicatezza in attesa del mio rilassamento, mi girai verso di lui, lo abbracciai, lo baciai dolcemente:
-ora che l’ho assaggiato, lo voglio sentire dentro amore!-
-sei veramente porca, ti amo! come hai intenzione di fare?-
-pensavo di entrare mentre si fa la doccia, magari con una scusa, poi inventerò qualcosa-
-non dovrai faticare molto mi sa, hai notato come ti guarda? e’ quasi sempre diritto quando ti sta vicino-
-già,impossibile non notarlo, per questo penso sia arrivata l’ora di provare-
-poi mi racconterai tutto vero?-
-ti chiamerò subito dopo averlo fatto, tranquillo-
-ti amo-
-anchio-

Nei giorni seguenti Giorgio e io parlammo molto delle conseguenze di quello che volevo fare, fare l’amore con nostro figlio Mario, ci chiedevamo come l’avrebbe presa, se lo volesse veramente, per essere sicura iniziai a stuzzicarlo, per casa giriamo sempre nudi, quindi non mi fu difficile notare gli effetti delle mie attenzioni su di lui, quando eravamo nella stessa stanza trovavo qualche scusa per aprire bene le gambe e fargli vedere la mia bellezza, lui restava imbambolato alcuni secondi a fissarla ma poi si riprendeva, insistevo dicendogli se gli piaceva quello che vedeva, ma lui imbarazzato faceva finta di non aver sentito e correva in bagno, sciocchino pensavo, lo sa che può toccarsi davanti a me.
Allora insistetti, mi esibivo in pose sensuali e facevo la faccia da porca, aspettavano la sua erezione, poi gli andavo vicino, mi strusciavo contro di lui, lo accarezzavo di sfuggita, e lui ancora non riusciva a sciogliersi, scappava sempre in bagno, finch&egrave un giorno mi decisi, se lo volevo dovevo fare tutto io, mi misi d’accordo con Giorgio, uscì con una scusa, pronto a tornare appena lo avessi chiamato sul cellulare, Mario era uscito a correre, appena rientrato si sarebbe fatto una doccia, a quel punto sarei entrata anch’io con una scusa.
Andò come da programma, sentì lo scroscio dell’acqua e dopo un minuto entrai in bagno, il nostro box doccia e’ bello grande, ci si può stare comodamente in due:
-Mario, devo uscire, mi faccio una doccia veloce, non ti disturba vero?-
-no tranquilla, entra-
Detto, fatto, osservavo il suo corpo giovane, me lo stavo mangiando con gli occhi, con la scusa di aiutarlo a insaponarsi, potei far scorrere le mie mani su di lui, il pisello reagì immediatamente, esibendo una prepotente erezione, scesi con il sapone sul suo torace, giù verso la pancia, e ancora più in basso, su quel pene durissimo che stava puntando verso di me, glielo presi in mano insaponandolo, Mario mugolò un attimo poi mi guardò stranito:
-mamma! Che stai facendo?-
-ti insapono, questo vuoi tenerlo sporco?-
-no, però mi imbarazzi-
-veramente? Non pensavo, anzi….-
Mollai la presa, non volevo forzarlo, però gli chiesi dolcemente:
-ti va di aiutarmi? Mi insaponi tu?
-va bene- rispose intimidito
Mi girai, iniziò dalle spalle, schiena, scese sul sedere, si abbassò per arrivare alle gambe, a quel punto mi girai, la mia passerina davanti ai suoi occhi, si fermò a fissarla inebetito, dopo un po’ gli accarezzai la testa:
-anche davanti tesoro-
Lo tirai su, gli sorrisi, ricambiò, riprese il sapone, iniziò dal collo, poi scese lentamente, si fermò un attimo al contatto con i seni:
-non ti fermare proprio adesso, sei bravissimo- facendogli la faccia languida
Scese a prenderli in mano, non li stava solo insaponando ma toccando con piacere, lo vedevo dal suo sguardo, allora scesi anch’io con la mano, sulle palle sode e ricche di prezioso nettare, iniziavo a eccitarmi di brutto, lo ripresi in mano, tenendolo delicatamente, gli mormorai all’orecchio:
-Mario anche più in basso c’e’ qualcosa da lavare-
Scese sulla pancia lentamente, si avvicinò al mio fiore, si fermò di nuovo, con l’altra mano lo portai sopra di esso:
-anche lei va lavata non credi?-
Con la mia mano sopra la sua gli feci assaporare la mia morbida intimità, le labbra, il clitoride che spuntava, continuavo ad accarezzarlo mentre ci guardavamo, ora anche il suo sguardo era acceso dalla passione, lo baciai, prima solo con le labbra piano piano, reagiva e ricambiava, le bocche si aprirono e le lingue iniziarono la danza, iniziai a segarlo deciso, lui mi toccava con passione, un po’ goffo e inesperto, ma mi stavo eccitando da paura, schiacciai i seni sul suo torace, i capezzoli duri spinti sul suo corpo, lo accarezzavo tirandolo a me, con il timore che si staccasse, continuammo per non so quanto tempo, poi mi guardò con occhi dolci:
-oh mamma!-
-shhhh- gli risposi baciandolo
Scesi a baciare il petto, i suoi capezzoli, stuzzicandoli con la lingua, Mario mi accarezzava le spalle, i capelli, guardandomi, scesi ancora, leccai l’ombelico, saettando la lingua dentro,ora avevo il suo pisello a portata di lingua, lo baciai teneramente sulla punta, una, due, tantissime volte.
Iniziai a leccarlo lentamente con la punta della lingua sulla cappella violacea, era buonissimo, il pensiero di fare un pompino al mio ragazzo mi stava facendo pulsare la fighetta, d’istinto una mano scese e iniziai a tirarmela, mentre con l’altra accarezzavo le palle, presi n bocca la punta succhiandola con le labbra facendo scorrere la lingua, i rumori della fellatio erano interrotti dai sospiri e i gemiti di Mario, alzai gli occhi, aveva la faccia rossa dalla passione e lo sguardo stralunato, le mani sulla mia testa forse nel timore che mi staccassi, guardandolo lo accolsi ancora di più nella mia calda e famelica bocca, percepivo la durezza del suo membro mentre lo succhiavo amorevolmente, non sapevo quanto sarebbe resistito e adesso lo volevo dentro di me, desideravo il suo cazzo entrare lì dove tanti anni prima era uscito.
Mi staccai da lui, la mia fighetta era bagnata e pronta ad accoglierlo:
-vieni, andiamo in camera-
Tenendo il suo pisello nella mano lo trascinai sul letto, mi distesi allargando più che potevo le gambe, guidai il suo cazzo dentro di me, sentii la vagina aprirsi e accoglierlo, una sola parola mentre lo abbracciavo e stringevo le mie gambe su di lui:
-scopami!-
Iniziò a spingere dentro di me, un po’ frenetico, ma era la sua prima volta e di più con me, sua madre, ma sentire il suo pisello nella pancia mi stava facendo impazzire, era eccitata e bagnata come non mai, con la gambe lo tenevo stretto a me e lo assecondavo nei movimenti, una mano sul suo culo e l’altra sulla testa, Mario spingeva a fondo più che poteva, mentre ci baciavamo avidi alternava succhiotti sui miei seni a baci profondi, ero molto felice, ora che il ghiaccio era rotto fantasticavo su tutto quello che potevamo fare assieme, io e lui e mio marito ovviamente.
L’orgasmo arrivò improvviso e liberatorio, lo strinsi a me ancora più forte mentre lo baciai con passione, il mio corpo si irrigidì e in quel momento anche Mario si fermò il suo cazzo piantato dentro di me, mi gustai le sensazioni baciandolo dolcemente, poi lo incitai a continuare:
-Dai sfogati, vieni anche tu, riempimi, riempi la figa della tua mamma-
Ricominciò il movimento e dopo un paio di minuti venne, copiosi getti mi invasero il ventre, sentire la sua sborra calda invadermi l’utero mi fece raggiungere un altro breve orgasmo, ci guardammo sudati e stanchi, gli sguardi stralunati dagli orgasmi, si sfilò da me:
-vieni che ti pulisco-
Lo feci sdraiare, mentre baciandolo scendevo verso il suo sesso, lo presi in mano e con delicatezza gli spremetti le ultime gocce che furono subito catturate dalla mia lingua, buonissimo il suo sapore, lo presi in bocca succhiando e leccando dolcemente catturando e bevendo quel nettare, continuai a baciarlo per alcuni minuti, poi mi distesi al suo fianco abbracciandolo, appoggiò la testa sul mio seno dandogli dei piccoli bacetti amorevoli, mentre io scesi con la mano sulla mia intimità, mi piantai le dita dentro alla ricerca di quel sublime nettare, succhiandole golosa:
-&egrave stato bellissimo, lo faremo ancora mamma?
-oh si tesoro, prima di quanto credi, ora chiamo tuo padre-
Mario impallidì di colpo e dovetti spiegargli la situazione per tranquillizzarlo, cinque minuti dopo Giorgio arrivò a casa, mentre si avvicinava alla camera sentimmo i vestiti cadere, si presentò nudo con il pisello teso e pronto:
-Siete fantastici-
Si avvicinò a me con il chiaro intento di possedermi ma lo fermai, avevo un’altra idea in mente:
-leccala, ti prego-
-come vuoi amore-
Aprii le gambe mettendo in bella mostra la fighetta lucente, ero di nuovo eccitata per la presenza di mio marito che completava questo triangolo incestuoso, Giorgio si mise d’impegno per farmi godere, sapeva come leccare e farmi venire, Mario osservava il padre:
-me la farai leccare anche a me?-
-certo tesoro, noi tre faremo ogni cosa assieme, ti faremo provare le gioie del sesso, tranquillo non avere fretta-
Venni di nuovo, baciando mio figlio mentre la lingua di mio marito mi faceva impazzire di piacere, si distese al mio fianco baciandomi:
-sei bellissima Sabrina-
Avevo i miei due maschietti affianco a me, ero felice e orgogliosa, mi accorsi che il nostro piccolo era di nuovo in tiro, beata gioventù, gli presi entrambi nelle mani saggiandone la durezza e la grandezza, erano due magnifici piselli, quasi uguali, ma quello di nostro figlio sarebbe potuto crescere ancora un po’, gli masturbavo delicatamente mentre li baciavo a turno, poi li fece alzare e mi inginocchiai, li volevo assaggiare entrambi, iniziai con quello di Giorgio, aveva la cappella umida risucchiai golosa il liquidi preseminale:
-Sabrina sei fantastica, che bocca stupenda, dai succhialo tutto così da brava-
Lo ingoiai e iniziai a pomparlo mentre muovevo veloce la lingua, la sua mano sulla testa mi incitava a continuare, poi presi quello di Mario, di nuovo buonissimo, gli riservai lo stesso trattamento:
-oh sei fantastica mamma, non fermarti continua-
-&egrave brava la mamma vero figliolo?-
-oh si papà e’ stupenda, sei davvero un uomo fortunato-
-siamo vorrai dire, adesso te la gusterai anche tu-
E giù a ridere entrambi.
Ora li volevo assieme, li presi e li portai alla bocca sforzando un po’ per farli entrare, mentre la lingua saettava veloce, fantastica sensazione, i piselli dei miei due ometti forzarmi la bocca, i loro sapori mischiati assieme, gli succhiai rumorosamente ancora un po’ a turno, poi mi alzai, lo sguardo serio:
-vi voglio adesso, tutti e due, i vostri cazzi nei miei buchi-
Feci stendere Mario supino, mi impalai sul suo membro giovane e fremente, mi girai verso Giorgio:
-preparami il buchetto e poi scopami-
Iniziai una lenta cavalcata per dare la possibilità a mio marito di lavorarmi per bene, ero abituata a prenderlo spesso anche dietro ma adoravo sentire le sue dita allargarmi lentamente.
Mario si attaccò ai miei capezzoli succhiando voracemente, io mugolavo in preda alla libidine, presto avrei avuto i buchi pieni di cazzo, dopo un paio di minuti ero pronta, i bottoncini duri e eretti come chiodi lavorati dalla bocca del piccolo, la fighetta grondava copiosa umori, emettendo lo sciacquettio tipico, avvisai Giorgio di entrare:
-Dai, sono pronta, infilalo dentro, fammi il culo, voglio godere dei vostri meravigliosi cazzi-
Appena senti la cappella premere sul buchino mi fermai e mi rilassai, Mario mi teneva le chiappe aperte mentre il padre entrava con il suo bastone, lentamente facendomi assaporare ogni centimetro di carne.
Lento ma risoluto infilò la sua verga nel mio sedere:
-ahhhh, sono piena, piena dei vostri cazzi, scopatemi, fatemi godere!-
Iniziarono a muoversi dentro di me, prendendo un ritmo che mi stava facendo impazzire, ero stretta tra i loro corpi, a turno le loro lingue saettavano nella mia bocca, mentre assieme mi strizzavano i seni, torturandomi i capezzoli, entrambi i buchetti pulsavano per l’intensità del rapporto, non so quanti orgasmi si scatenarono più che altro fu una sensazione di perenne estasi, non so quanto durò ma so che godetti tantissimo, avrei voluto continuare così all’infinito, ma tutti i bei giochi durano pochi, fu Mario il primo a cedere:
-mamma mamma, la tua figa mi fa sborrare, e’ fantastica, non resisto più-
-vieni presto, ti voglio assaggiare, svuotati nella mia bocca-
Il piccolo si alzò appena in tempo, presi il suo pisello, e iniziò a schizzare, di nuovo cremosi fiotti riempirono la mia cavità orale, succhiai il più possibile tenendo il suo seme, volevo gustarli assieme, bere lo sperma dei miei due ometti.
Giorgio dotato di più resistenza mi stava ancora lavorando il culetto mentre mugolavo con la bocca piena di sborra di mio figlio, poi fu il suo turno:
-Dai Sabrina, apri la bocca che te la riempio!-
Ubbidiente mi girai, una mano scese sulla fighetta per darmi ulteriore piacere, mentre una poderosa sborrata mi riempiva la bocca, mulinai la lingua per mischiare per bene i sapori, poi deglutii, i caldi rivoli scendendo nello stomaco mi procurarono l’ennesimo orgasmo, mentre urlavo il mio piacere, i miei due ometti si avvicinarono con i loro piselli rilassati, li succhiai ripulendoli per bene:
-vi sono piaciuta?-
-sei una vera porca mamma-
-una vera troia vorrai dire- commentò Giorgio e giù a ridere.

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