La puntata precedente la trovate qui:
Sara una moglie timida 4
Il mattino ci trova freschi e riposati, tutta l’attività sessuale del giorno prima mi ha stancato ed ho dormito come non facevo da tempo a casa complici anche i bambini.
Apro gli occhi e vedo mio marito che mi fissa con sguardo da triglia, gli sorrido.
“Fantastico ieri sera, ma come è che eri così scatenata?” mi dice come se lui si fosse comportato normalmente.
Non posso certo dirgli che mi sono scopata un animatore e che avrei voluto scoparmene un altro, rovinerebbe tutto. La scopata con lui è stata la migliore che abbiamo mai fatto assieme ma quella col maestro di latino americano, complice anche il fatto che era una trasgressione e le sue misure abbondanti, era stata la migliore di tutta la vita.
Sono combattuta ma intanto devo rispondere a Pietro, mio marito.
Se hai notato ho preparato con cura questa vacanza, l’abbigliamento con mia sorella, la depilazione intima, il tatuaggio che hai gradito. Volevo che fosse una specie di seconda luna di miele e mi sono ispirata a Sonja, te ne ho parlato quella mia collega super maiala che ci racconta sempre le sue scopate del weekend. Mi sembra che non ti sia dispiaciuto come mi sono comportata. Comunque anche tu ti sei comportato diversamente dal solito, le parolacce le sculacciate e la leccata che mi hai dato!”.
“Hai ragione, ho notato quanto sei stata attenta alla preparazione, mi sono anche sentito un po’ stronzo quando ieri pomeriggio sono venuto e ti ho lasciato a secco, il tuo si in risposta alla domanda se eri venuta era chiaramente un no ma mi faceva male per il sole ed ero incazzato con te che avevi voluto farlo ad ogni costo. Per quello che riguarda l’atteggiamento è merito di Francesco, ho visto la moglie che è una vera manza e lui parla di sesso come bere un bicchiere d’acqua, mentre stavamo insieme al pomeriggio con tutte le attività mi ha detto cosa le piace di più e, complice anche il tuo approccio, mi sono lasciato andare. Se ti dà fastidio non lo farò più ma mi sembrava il contrario stanotte”.
“Hai ragione qui però è un’altra atmosfera, siamo rilassati ed il sesso prende il sopravvento. Prendiamoci questi giorni e sfruttiamoli al meglio anche per questo. Facciamo tutto ciò che ci piace chiedendo all’altro senza remore anche per le pratiche più estreme, ci stai?”.
Pietro rispose di sì e per festeggiare scesi sotto le lenzuola e gli presi l’uccello in bocca. Lo trovai già in erezione, i discorsi e le prospettive lo avevano ingrifato.
“Non è necessario che rispondi il tuo compare qua sotto ha già ampiamente detto di sì”
Pietro scoppiò a ridere poi mi spostò facendomi salire sopra di lui ed iniziammo un bel 69.
Dopo pochi minuti Pietro mi disse: “sono in debito con te da ieri sera, avevo detto che ti avrei fatto il culo e non ho mantenuto la parola”. Mentre lo diceva aveva iniziato a mettermi un dito ben insalivato nell’ano. Ne mise un altro poi mi fece scendere ed aprì il cassetto del comodino da cui estrasse un gel lubrificante che mi sparse sul buco e mise sul cazzo.
Ero vergine dietro, non lo avevamo mai fatto però sentivo di voler colmare questa lacuna.
“Non mi chiedere di fare piano, te lo voglio proprio sfondare questo culetto che esibisci con tanta grazia in giro. Ho visto come ti guardano i ragazzi dello staff e voglio essere io il primo a godermi questa primizia”.
Detto questo, dopo avermi fatto mettere a pecora, appoggiò la cappella ma non entrava, per quanto a parole fosse uno spaccone, aveva paura di farmi male. Ci mettemmo allora sul fianco e li, poco alla volta, entrò la cappella e poi tutto il cazzo. Cominciò a stantuffarmi lentamente e la cosa mi piaceva. Intanto mi masturbavo e lui mi strizzava un seno e mi mordeva sul collo.
“Ora sei pronta per essere sbattuta cagna.”
Lo tirò fuori e me lo porse da leccare, ero eccitata e schifata, prendere in bocca un cazzo dopo che è stato nel culo non lo avrei nemmeno immaginato, me lo aveva raccontato Sonja ma lei era la fuoriclasse delle maiale.
Cedetti anche perché Pietro mi tappò il naso e con l’altra mano spinse la mia testa.
L’eccitazione ebbe il sopravvento ed iniziai a non resistere più, lo succhiavo avidamente.
Pietro se ne accorse, lo tirò fuori e mi disse di mettermi a pecora.
Si mise una ulteriore dose di gel ed il suo cazzo scivolò nel mio culo ormai ben aperto, senza trovare ostacoli. Mi pompò per un paio di minuti, io mi masturbavo. Nel frattempo ci incitavamo a vicenda con un turpiloquio spinto. Io ero vacca, mignotta, zoccola rottainculo pompinara e tanti altri epiteti che non ricordo, ricordo invece benissimo di avergli detto di sfondarmi il culo così avrei potuto prendere cazzi ben più grandi del suo. Non so come mi era uscita questa frase ma gli fece un effetto dirompente. Si attaccò alle mie tette e spinse fino in fondo facendomi quasi male e sborrando con una serie di fiotti abbondanti dento il mio culo. Io venni metà per un orgasmo anale mai provato e metà per la furiosa masturbazione.
Crollammo sul letto e dopo 5 minuti ci guardammo negli occhi.
“Scusa mi disse lui”
“Scusa gli risposi io”
Entrambi avevamo usato l’altro e ci era piaciuto molto ma in termini di rispetto, almeno per quello che era stato il nostro rapporto fino a quel giorno, eravamo in un campo molto nuovo e nessuno dei due sapeva se voleva esplorarlo.
Ci facemmo una doccia prima lui poi io e ci stetti un bel po’ dal culo continuava ad uscire aria che spingeva fuori la sborra che mi aveva riempito.
Finita la doccia andammo a fare colazione, Trovammo Elena e Francesco che ci presero in giro. “Fatto i fuochi artificiali stamattina!”
Avevano la stanza di fianco alla nostra ed evidentemente non ci eravamo contenuti in quanto a volume.
Facemmo una ricca colazione parlando con i nostri nuovi amici poi Pietro e Francesco ci salutarono, avevano una escursione subacquea che sarebbe durata tutta la giornata, non ci sarebbero stati nemmeno a pranzo.
Appena andati via Elena saltò su: “voglio sapere tutto di come è Mauro, forse adesso che si è tolto lo sfizio sarà disponibile un po’ anche per noi donne normali!” e rise.
Le raccontai come era andata, voleva sapere i particolari che non lesinai.
“Ti spiace se ci provo pure io?”
“Ma figurati, è stato un momento di debolezza”.
Ci alzammo ed andammo in piscina, mentre ero stesa sul lettino e leggevo un libro sul mio ebook, Pietro arrivò con due cocktail per Elena e per me.
“Per le regine della piscina!”
Era il cocktail che tanto mi era piaciuto il giorno prima.
Dopo una buona mezz’ora in cui ci eravamo rosolate per bene mi feci una doccia poi mi sedetti al bancone abbarbicata allo sgabello.
Il costume che indossavo era quello un po’ più sgambato e basso in vita così il delfino usciva quasi fino alle pinne posteriori.
“Caspita oggi il delfino è quasi libero!”.
Da lì partì una conversazione piena di doppi sensi, era quasi l’orario del corso di latino americano ed Elena mi salutò per andare a cambiarsi per partecipare. Mi chiese se volevo andare anche io e le risposi che ero un po’ stanca facendole l’occhiolino e che le lasciavo carta bianca.
La cosa non sfuggì a Pietro (che da ora chiamerò Peter per non confonderlo con mio marito.
“Fatto bisboccia ieri sera?”
“Non dirmi che non sai nulla, se lo sai fai il signore e non chiedermelo, se invece sai fai il signore e non ricordamelo”.
Peter scoppiò a ridere poi andò a servire un paio di clienti prima di tornare.
Chiacchierammo molto volentieri fra una interruzione e l’altra, aveva occhi solo per me, e che occhi. Abbronzato con la barba, i suoi occhi chiari erano fantastici. Indossava una canotta da cui uscivano i muscoli non esagerati ma ben definiti. Come il giorno prima mi scoprii a fare pensieri lubrici su di lui.
Era ormai quasi ora di pranzo.
“Il villaggio è piccolo e la gente non si fa i fatti suoi, in realtà mi sono informato, so che sei sola per pranzo, io ho la pausa fra 10 minuti ti andrebbe di pranzare insieme?”
“Veramente sono già d’accordo con Elena”.
“Avrebbe già dovuto essere indietro, mi sa che la pausa pranzo di Mauro è occupata”.
Ma come pensai, vero che le avevo dato via libera ma speravo di non essere stata una scopata singola. Era inutile illudersi, li al villaggio tutti sanno tutto di tutti e le intenzioni di Elena non erano celate, Mauro mi aveva avuta per cui probabilmente non gli interessavo più.
Ero caduta nella trappola, che avrei fatto per il resto della settimana? La brava moglie o la ragazza cattiva?
Avevo diversi dubbi, fare la brava moglie sarebbe stato meglio una volta tornata a casa ma la cattiva ragazza mi intrigava. Nessuno a casa avrebbe saputo e di solito i cornuti non vengono a sapere. Quante scopate si fanno gli animatori dei villaggi e non tute di ragazze libere.
Aspettai 10 minuti, mandai un messaggio ad Elena ma non arrivò risposta.
“Io vado a mangiare se vuoi venire sei la benvenuta”.
Non mi andava di mangiare da sola per cui accettai l’invito di Peter. Aveva due ore di pausa e mi chiese se mi piaceva il pesce. Risposi di si e lui mi disse di seguirlo.
CI incamminammo per un sentiero che portava fuori dai confini del villaggio, verso una capanna su una spiaggia. Fuori dalla capanna c’era un barbecue ed un uomo che stava arrostendo dei tranci di pesce.
“Ciao Danilo” disse Peter una volta lì mentre io trasalii. Danilo era la coppia di Peter, stessi capelli, un po’ più lunghi, stessi occhi ed una abbronzatura più leggera.
“Ti presento il mio gemello, Danilo!”
“Ciao Danilo, Peter non mi aveva detto di avere un gemello”
“A me invece ieri ha parlato molto di te, di solito non si sbilancia riguardo le ospiti del villaggio ma sembra che tu lo abbia molto colpito”.
La cosa fece crescere la mia autostima, ci stava provando, probabilmente, ma non per avermi come trofeo?
Il pesce era quasi pronto, erano tranci di pescespada che Danilo aveva peso da un amico pescatore poche ore prima, freschissimo, cotto in modo semplice e con un condimento fine di olio capperi e prezzemolo, lo divorai come non avessi mai mangiato del pescespada ma così buono nemmeno lontanamente.
Il tutto fu innaffiato da una bottiglia di vino bianco ed accompagnato da del pane di una forma enorme.
Un mangiare da re pur nella semplicità.
Alla fine del pranzo ero un po’ sbronza, mi resi conto che loro avevano bevuto ben poca della bottiglia. Avevo la ciucca ridarella. Ogni cosa che Danilo o Peter dicevano scoppiavo a ridere.
“Meglio se ti corichi un pochino ed all’ombra” mi disse Danilo, mi appoggiai a lui per entrare nella capanna che era calda ma ventilata per cui ci si stava bene.
Dentro un paio di letti di fortuna, mi stesi su uno dei due e nel giro di pochi minuti mi addormentai.
Quando mi svegliai erano passate tre ore, Peter era tornato al lavoro mentre Danilo era fuori che faceva una nuotata.
Lo guardavo dalla riva, mi tolsi il pareo restando col bikini ed entrai in acqua.
Lo raggiunsi.
“Ben svegliata, mi sa che non lo reggi tanto il vino”
“Decisamente no”
Mentre dormivo avevo fatto un sogno strano, probabilmente frutto di quanto vissuto poco prima. In pratica facevo sesso con i due gemelli insieme. Ricordai uno dei racconti di Sonja e pensai che in effetti non era male l’idea. Quattro mani, due bocche che si dedicano a te e pure due cazzi non era una brutta combinazione per il piacere di una donna. Pensai che ora che non ero più vergine analmente, avrei voluto provare la sensazione di essere presa in contemporanea da due maschi. Se poi i due erano la copia uno dell’altro mi sembrava meno peccaminoso. In pratica era come andare con un solo uomo ma con due cazzi. Mi scoprii bagnata per il sogno.
Restammo a mollo per un’ora abbondante chiacchierando, scherzando e, per quel che mi riguarda, facendo anche pensieri non proprio pudici. Su quella spiaggia, racchiusa da rocce da entrambe le parti, non si era vista anima viva. Qualche barca un po’ più al largo ma nessuno che avesse voglia di avvicinarsi a riva.
Erano passate le 17 e fra poco sarebbe tornato mio marito, uscimmo e Danilo mi riaccompagnò lungo il sentiero fino ai confini del residence.
“Non ti accompagno oltre altrimenti pettegoli come sono chissà che film si fanno gli animatori. Potresti avere dei problemi a respingerli tutti” mi disse ridendo.
Lo salutai ringraziandolo e mi venne naturale baciarlo sulla guancia ma in quel momento lui stava girando la testa per cui le nostre labbra si sfiorarono e sentii un brivido come una scossa che dalla passera mi saliva fino al cervello.
Danilo da vero signore fece finta di nulla, mi salutò con la mano, si girò e tornò indietro.
Ero tutta bagnata, con una voglia di scopare e non avevo colto l’occasione. La sera stanco o meno che fosse mio marito Pietro lo avrei disfatto.
Tornai appena in tempo per vedere la barca delle immersioni che tornava, pensai allora di andare verso il molo. La barca era un peschereccio riadattato, a prua un paio di ospiti con l’istruttore, non vedevo Pietro e Francesco, in quel mentre arrivò anche Elena, un po’ scarruffata che si stava sistemando.
La guardai e capii che aveva ottenuto, almeno in parte, quello che aveva voluto da Mauro che mi aveva dimenticato velocemente. Era un chiaro segnale, se mai ce ne fosse stato bisogno, della promiscuità dei villaggi turistici. Elena mi si affiancò e mi disse:
“Non vedo Francesco e Pietro”. Stava finendo la frase che da sottocoperta spuntarono i due seguiti da un paio di ragazze su 25 anni molto abbronzate e toniche.
“Mi sa che non mi sono divertita solo io oggi” disse ridacchiando Elena.
“Dai tu te ne sei andata con Peter e non sei certo a credito con tuo marito disse strizzandomi l’occhio”.
Pur senza alcun contatto l’atteggiamento dei nostri due mariti nei confronti delle giovani donne era molto complice.
Quando scesero dalla barca Pietro fu sorpreso di vedermi lì.
“Ma che bella sorpresa” gli uscì dalla bocca.
Fui lesta a trovare la battuta: “Non ci presentate le vostre amiche?”
Francesco che non era imbarazzato come Pietro essendo in sintonia con Elena rispose per lui: “certo eccole sono Manola e Beatrice. Sono due simpatiche ragazze di Bologna che sono qui da una settimana e resteranno per un’altra ancora. Le abbiamo conosciute oggi durante il corso di immersione, sono molto esperte, hanno già diversi brevetti ed aiutano l’istruttore ma secondo noi sono molto meglio”.
Calcò la voce sul “meglio” con un doppio senso trasparente.
Le due ragazze per nulla intimidite dal mio tono si presentarono e ci salutarono lasciandoci con un “ci vediamo in giro”.
Visto che avevamo le stanze confinanti facemmo la strada con Elena e Francesco, mi trattenni dallo sputare veleno perché mi sentivo un po’ in colpa. Però cominciai a fare 2+2, io mi ero trasformata sessualmente ma anche Pietro aveva fatto lo stesso, non ci eravamo dati risposte. C’erano ancora 4 giorni e li potevamo vivere serenamente chiudendo gli occhi od avrei potuto seguirlo ovunque marcandolo stretto perdendo peraltro la mia libertà e non rilassandomi.
Pensai che se mi aveva cornificato non era certo lo stargli appiccicata che gli avrebe fatto cambiare idea come d’altra parte era per me.
Entrati in camera però la gelosia ebbe il sopravvento.
“Chi delle due Manola o Bea?”
“Non capisco” fece lo gnorri Pietro.
“Ripeto la domanda, chi delle due e voglio una risposta. Si vede che eravate come dire, intimi ma non sono riuscita a capire quale delle due ti sei scopato tu e quale Francesco”.
“E’ un grosso equivoco, si c’è complicità perché siamo andati sott’acqua insieme ed in certi momenti devi affidarti completamente a chi ti sta vicino, non c’è stato nulla e poi anche volendo come avremmo fatto?”
“Ti voglio credere, io oggi ho passato una giornata tranquilla ma ho mangiato un pesce eccezionale”, gli raccontai tutto, ovviamente evitando i miei turbamenti.
Lui fece lo stesso prima di infilarsi nella doccia.
Lo seguii e cominciai a strofinarmi addosso a lui stuzzicandolo e ritraendomi, il gioco mi piaceva un sacco ma ad un certo punto Pietro si stufò, mi sbatté contro la parete dalla vasca king size e mi bloccò contro il muro cacciandomi la lingua in bocca per un bacio che mi lasciò senza fiato.
“La mia mogliettina gelosa che mi provoca, adesso ti do una grossa porzione di cazzo visto che oggi sei rimasta a secco tutto il giorno”.
Mi bagnai all’istante, mi piaceva essere un po’ maltrattata e lo scoprivo in quella vacanza dopo tanti anni che stavo con mio marito. Mi sollevò di peso, sempre tenendomi appiccicata al muro e mi calò sul suo uccello cominciando poi a pomparmi con movimenti lenti e profondi. Cominciò a salirmi un calore dentro e lui se ne accorse.
“Ti piace farti sbattere nella doccia mia piccola maialina!”.
Dopo 5 minuti che ansimavo e mentre mi mancava poco a venire uscì da me, mi fece girare con le mani contro la parete facendomi mettere a pecorina quindi appoggiò il suo uccello umido dell’acqua e dei nostri umori e con un colpo secco mi penetrò fino in fondo.
Sentii al tempo stesso un po’ di dolore e tanto piacere contemporaneamente
“Fai ancora la gelosa tesoro?” Lo tirò fuori fino alla cappella e giù un altro colpo come il precedente. Stavolta mi fece meno male e lui replicò: “Vedo che comincia a piacerti, adesso ti sbatterò come un tappetino, ti voglio sentire urlare ed implorarmi di non smettere”.
Non mi aveva mai scopata così, da dove usciva questo modo di trattarmi? Forse dallo stare con Francesco?
Non ebbi il tempo di completare il pensiero che un’altra botta mi fece sobbalzare.
Nel frattempo Pietro si era attaccato alle mie tette e mi stava strizzando i capezzoli drittissimi per l’eccitazione, mi facevano male e davano piacere.
“Allora fammi sentire la tua bella vocina da cagna in calore che mi implora di non smettere!”.
Se me lo avesse tirato fuori avrei dovuto masturbarmi furiosamente decisi che valeva la pena giocare quel gioco.
“Si fottimi bel cazzone, lo voglio tutto dentro fino in fondo, datti da fare per soddisfare la tua porcona”.
Avevo attinto al repertorio che la mia collega Sonja sciorinava nel raccontarci le sue avventure del sabato sera.
Francesco sembrò gradire perché aumentò il ritmo e venne proprio mentre anche io raggiungevo l’orgasmo. E gambe tremarono ad entrami e ci sorreggemmo a vicenda in mezzo agli spruzzi della doccia. Ci fermammo un attimo girandoci una verso l’altra ed abbracciandoci stretti poi cominciammo a lavarci a vicenda senza proferire verbo.
Terminata la doccia ed indossati gli accappatoi ci sdraiammo sul letto e ci addormentammo.
Fummo risvegliati dal mio telefono, era Elena che chiamava.
“Siete ancora vivi o vi siete uccisi? Abbiamo sentito delle urla e poi il silenzio più assoluto” disse ridacchiando ben conscia che le urla erano quelle associate ad un intenso rapporto sessuale.
“Va bene se ci vediamo fuori dalla porta fra 10 minuti?” mi chiese.
Guardai Pietro che stava emergendo dal sonno e sentenzia che ci voleva almeno il doppio e che se volevano andare li avremmo raggiunti al tavolo.
Elena optò per questa seconda soluzione.
Finii di svegliare mio marito e, mentre mi vestivo per la cena ed il dopo cena scegliendo con cura un outfit molto sexy, pensai alla giornata che mi aveva lasciata vogliosa, a mio marito che mi aveva trattata come una zoccola trovata in giro, al modo in cui mi aveva scopato ed alle due evidenti bocchivendole con cui aveva fatto le immersioni. Ero quasi sicura che c’entrassero in questa sua trasformazione.
Secondo i miei calcoli mi aveva messo due volte le corna, non so se con la stessa o con due diverse, non importava, gli avrei reso la pariglia dopo avergli controllato il telefono.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…