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Scherzi della vita

By 30 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un’estate di 10 anni fa, avevo 41 anni ed ero con mia moglie Laura di 38 ed i due figli di 13 e 10 anni all’ Eubea, al Club Med, basato su un albergone tipo palazzo di stile anni ’60 , molte casette, l’arena teatro, la grotta discoteca, campi da tennis, moli per sci d’acqua, ed un bella spiaggia a punta da cui partivamo con dei Laser a vela per fare lezione e anche se non c’era troppo vento, anzi ce n’era poco, si imparava a gestire le vele.

Il team della vela era costituito da un capo vela , 4 ragazzi e due ragazze, i maschi erano bei ventenni due biondi e due bruni, uno di colore, e le ragazze una marocchina bruna, Jaira, assistente al tiro con l’arco, e una francese bionda, Michelle, tutte e due belle di 21 e 22 anni.

Io avevo un ammirazione per Michelle, la francese, che lavorava con bikini ridottissimi che facevano vedere bene il suo corpo abbronzato. Anche la marocchina non lasciava nulla a desiderare.

La mia fantasia galoppava pensando ai molto probabili accoppiamenti di notte tra i G.O.maschi, (Gentils Organizateurs) pur affaticati dalla giornata e quei tocchi di figa giovane.

Ne parlavamo anche tra noi con mia moglie e la cosa giovava anche ai nostri rapporti sessuali, eccitandoci al pensiero che poco lontano dalla nostra capanna c’erano altri che facevano cose.

La simpatia con la mia istruttrice di vela Michelle era reciproca, anche perché io parlo francese e lei poteva esprimersi e spesso mentre lei mi mostrava come cazzare bene il boma o lascare la balumina io mi perdevo nei suoi occhi azzurri e nelle sue efelidi sul naso, per non parlare dei capezzoli che facevano capolino dal bikini, peccato che spesso ci si metteva il salvagente di sicurezza giallo.

Quando mi aiutava a partire era chinata a tenere ferma la barchetta e io sbirciavo i seni giovani e sodi che restavano parzialmente scoperti dal lascarsi del reggiseno verso il basso.

La mia morbosità era anche stuzzicata sia dai furtivi abbracci e toccatine che vedevo fare tra i G.O. maschi e Michelle e sia quando la sera assistevo alle recite e balletti nel teatrino e spesso la vedevo vestita in modo appariscente o sexy, con gran parte di pelle scoperta e indumenti che coprivano a stento il livello pubico coperto dagli slip di un costumino ridotto come si usava già allora.

Un giorno mi prenotai per una gita lungo la costa dell0isola sul barcone turistico. Laura non venne perché soffre di mal di mare.

Io ero sul terrazzino sopra del barcone dove non molti G.M. (gentils membres, i turisti ospiti) si erano sistemati con asciugamani e materassini. Michelle quel giorno aveva il giorno libero e aveva scelto di fare la gita stando distesa al sole,
Parlammo un pò del mare e dell’isola e poi da dove venivamo, lei da Le Mans ,vicino alla Bretagna, e perciò era brava vela, andava sull’oceano.

Quando il barcone si fermò tutti scesero per il bagno ma lei disse che sarebbe rimasta a prendere il sole, perché di bagni già ne faceva troppi.

Io ero interessato al suo corpo steso , con solo il reggiseno del bichini appoggiayo ai capezzoli e il bacino piatto co le creste iliache che tendevano la sottile stoffa facenfo intravedere della peluria bionda

Sarei rimasto solo con lei. Il pisello era in tensione ma eravamo in alto del barcone, visibili a tutti i turisti in acqua cosa volevo fare? Mi tuffai allora anche per rinfrescarmi le idee ma dopo 10 minuti in acqua non potei fare a meno di tornare su ed essendo bagnato facendo finta di nulla stendermi al sole di fianco a lei. Le braccia si sfioravano.

Il sole scaldava i corpi ,la mia mano prese la sua lasciò fare e stemmo un po’ così come fidanzatini. Il desiderio di girarsi e baciarla, toccarle il seno caldo di sole accarezzarla era tremendo e si vedeva che la stoffa del mio costume era tesa.

Mi lasciò la mano e si girò sulla schiena, con una manovra di mantenimento del reggiseno sui piccoli seni, peraltro scarsamente attenta , per cui loro , i seni , mi sorrisero.

Col viso girato verso di me, disse che ero simpatico, mi raccontò che si sentiva sola, il suo ragazzo era via come marinaio su un nave da guerra.

Le chiesi ‘da quando?’ erano partito 6 mesi prima e si erano visti solo a Pasqua, tre mesi prima di allora.

Io pensai che una ragazza cos’ bella non poteva restare troppo senza sesso al club, le chiesi se aveva un flirt con qualche G.O., disse nulla di importante, a volte mi domandano di far l’amore e io lo faccio, diverte anche me, ma non ho amore, i miei amici non mi fanno jouir..godere..loro vengono , io no.

Con la mia mentalità un po’ ristretta mi stupii e mi allupai..’come?’ mi domandavo, vuoi scopare? così e basta? Mi vedevo quei bei ragazzi G.O. che se la sbattevano quando volevano, solo dopo scoprii che non era del tutto vero.

Per la nostra generazione scopare era un qualcosa di importante di difficile, si faceva la corte, si baciava, si toccava piano piano. Accidenti, abbiamo sbagliato tutto ! Bastava chiedere! E il fidanzato sulla nave che direbbe? Boh!

Stavo per dire ‘ehm un quarantenne..magari dura di più’ e cose del genere ma mi trattenni perché stavano tornando i compagni di viaggio e non volevo farmi vedere in quella posa intima, così a malincuore mi misi a sedere e mi accontentai di guardarle i capelli biondi le spalle abbronzate e le chiappette che uscivano dal perizoma.

La navigazione fu senza storia e trovai Laura sul moletto che mi attendeva, non salutai neppure Michelle nella confusione, Laura diceva era bella la spiaggia? Ti sei divertito? Io dissi ok ho preso tanto sole andiamo a riposarci un po’ nella casetta.

Ovviamente dopo che ci mettemmo comodi ci abbracciammo caldi di sole e facemmo l’amore e lei disse che pisello lungo e duro oggi.. sarà il mare e io mentre scopavo Laura avevo negli occhi il pancino e le chiappette di Michelle..la feci godere molto e anch’io provai un orgasmo doppio.

Mi chiesi fuggevolmente se ero un traditore mi ma dissi ‘un giorno ne parleremo, ma intanto anche lei ha goduto delle mie fantasie e siamo pari, anche se ho questa leggera infatuazione che non porta da nessuna parte’.

Invece ero tormentato dalla visone di Michelle di giorno, ero attivissimo alla vela, portavo l’albero, mettevo le scotte dalla casa della vela, aiutavo gli altri, andavo con i miei figli ma l’occhi correva sempre a quei capelli biondi e a quel corpo sinuoso. E quando si smetteva per il pranzo ei i G.O. si cambiavano nella casa della vela mi ingelosivo sentendo frasi o allusioni sessuali tra loro e Michelle. Poi ero ossessionato da quel ‘se me lo chiedono” un cosa che io avrei pagato a fare, lei la dava via così, casualmente, se glielo chiedevano’e poi c’erano anche dei fessi che NON glielo chiedevano, era ovvio, sennò sarebbe stata sempre dietro a scopare con la cinquantina dei GO del Club.!

Mi distrassi con Laura e i ragazzi, uno faceva sci d’acqua e l’altro tutti gli sport disponibili, e la mia ossessione si attenuò un po’, anche se la sera la vedevo fare il teatrino e restavo ammaliato. Seppi dopo di una sbandatina una di mia moglie con Javier, l’istruttore di arco, quello che sembrava stesse con Jaira, ma questa è un’altra storia’

L’ultima sera dissi a mia moglie che volevo finire in bellezza andando alla discoteca, Lei disse ‘sei pazzo, domani dobbiamo partire…io non vengo, vado a dormire…vai pure tu, tanto vedrai che ci sono solo ragazzini…cosa vai a fare, comunque fai pure’.

Cenammo insieme alle 8 e dale 9 alle 11 facemmo i preparativi per la partenza. Eravamo dispiaciuti di lasciare quel bel posto e io con la mia fissazione amorosa per Michelle, ancora di più’ faceva caldo, quella sera, stanchi e sudati, mia moglie disse facciamo la doccia e andammo insieme nelle docce comuni, lei lì non so perché era eccitata e volle fare l’amore e a me piacque e lao feci pensando che mia moglie fosse Michelle, tanto sotto la doccia si l’aspetto che l’odore era dissimulato, e poi i gemiti femminili per l’orgasmo pensavo fossero analoghi’solo che lei mi parlava in italiano, dicendo scopami, fammi godere’seppi dopo che lei pensava all’istruttore di arco’comunque io ero un po’ fissato, lo ammetto’comunque poi tornammo alla casetta , lei andò a letto e io mi stesi un attimo per riprendermi in attesa della mezzanotte, quando sarei andato in discoteca.

Il buio mi avvolse e pensai di andare in discoteca’pensai che aveva ragione mia moglie, non era posto per me, in effetti erano tutti teen, e c’erano bellissimi ragazzi e ragazze, si agitavano, cosce, tette, simulazioni di sesso, un confusione, un rumore lancinante, bevetti un coca col rhum, poi stavo per tornare alla casetta, quando incrociai lo sguardo della donna che passava davanti a noi assieme alla marocchina Jaira e un’altra ragazza, fu una cosa fulminea, ci guardammo negli occhi, lei mi sorrise e mi fece ‘Ciao!- senza però fermarsi, imbarazzato accennai un sorriso e forse le feci l’occhiolino, ero talmente colpito dai suoi occhi azzurri che non ricordo bene, mi ripresi e quasi scocciato, feci finta di nulla ma continuavo a pensare a quella donna, si era cambiata e indossava un abito a fiori estivo, leggero, con le spalle scoperte e indossava un paio di scarpe aperte tipo sandali, con un tacco sottile ma non molto alto che comunque slanciava delle belle gambe tornite fino al ginocchio, poi la gonna del vestito svolazzante le dava un aria leggiadra’ero imbambolato da quella donna.
La grotta che fungeva da locale era grande e m’incamminai nella direzione in cui la vidi andare, ma nella confusione l’avevo già persa di vista, ma dopo un po’ la rividi che ballava scatenata con l’amica, come da copione, lo doveva fare per contratto G.O., ma si vedeva che le piaceva .

Io la fissavo mentre ballava in modo sensuale e quando alzò lo sguardo e mi vide, sorrise di nuovo poi allungò le mani in avanti e mi fece cenno di avvicinarmi continuando a fissarmi e sorridere, come in un sogno mi feci largo tra i ragazzi che si dimenavano sulla pista e mi avvicinai a lei fino a guardarla negli occhi, agitandomi davanti lei che si muoveva sinuosa col culetto che ammirai ancora meglio quando si girò di schiena e piano piano mi si avvicinò fino a strusciarsi su di me.
La cosa mi fece impazzire e ogni volta che si strusciava doveva sentirla sempre meglio, alla terza volta le presi le mani e le accompagnai fino a cingerle i fianchi, poi mi avvicinai all’orecchio e dissi: – ‘ma femme est a coucher’dans la case’mia moglie è nella casetta ‘a dormire..’ al che lei girò lo sguardo e mi sorrise, poi si avvicinò al mio orecchio e complice forse qualche cocktail di troppo, disse:’ que t’emporte d’elle, maintenant ? la vie c’est maintenant’che t’importa di lei ora? La vita è adesso” cosa che era un chiaro invito ad osare di più, ma io sudavo, ero in difficoltà per il fatto che in qualsiasi momento ‘mia moglie teoricamente avrebbe potuto venire lì o peggio qualche amico dei miei figlio o peggio qualcuno dei suoi amici avrebbero potuto vedermi o i miei stessi figli che avessero trasgredito al prassi di non andare in discoteca la sera prima della partenza’ ma Michelle continuava a ballare e a provocarmi con sguardi ammiccanti e movimenti sexy, anche io continuavo a ballare inebetito e la sua amica marocchina si gustava la scena divertita, poi vidi che bisbigliavano tra loro , sentii solo ‘..alors dis lui’allora diglelo”
Vidi Jaira , la spledida marocchina del tiro con l’arco che dimenandosi a ritmo giusto venne vicino a me e mi disse all’orecchio, a voce alta perché sentissi bene: ‘ ta femme qu’est a coucher peut etre qu’ets a coucher avec Javier! ‘
Javier ! l’istruttore di arco’ebbi un momento di smarrimento, ma come era a dormire, dovevamo partire’ma se diceva così voleva dire che’l’adrenalina mi decise a prendere in mano la situazione e mentre jaira se na andava in un gruppetto di ragazzi che la mangiavano con gli occhi, mi fu chiaro che era un potente invito che solu un tonto poteva non capire, poi avrei appurato la cosa tra mi amoglie e Javier..ma ora non potevo certo perdere l’occasione, non potevo uscire dal locale, qualunque cosa sarebbe successa con quella donna doveva succedere lì, ora o mai più, così avvicinai Michelle e le dissi all’orecchio ”vien avec moi.. ..seguimi!’ e mi allontanai verso il giardino senza più voltarmi, ‘tento il tutto per tutto’ pensai, se mi segue vediamo, altrimenti erano solo smorfie di una femmina brilla in calore. Mi sedetti fuori su un tronco, l’aria fresca della notte mi raffreddò il sudore e dalla calca vidi sbucare Michelle. Il cuore ebbe un extrasistole’Si avvicinò sorridente e mi sussurrò : me voici, marin!, qu’est ce que on va faire? -Eccomi, marinaio!, e che facciamo? ”

Mi alzai e senza dire una parola la presi per mano e la guidai nella macchia, la feci appoggiare al tronco di un grosso albero e la baciai con passione, irrefrenabile. Subito lei, più pratica cominciò a sbottonarmi la camicia poi si avventò con la bocca sul mio collo e poi scese verso il petto leccandomi e mordendomi i capezzoli.

La cosa mi fece letteralmente perdere la testa e così dopo che le avevo già messo le mani sotto la gonna per sentire le sue gambe vellutate, salì sul culetto a cercare di sfilarle le mutandine ma non ci riuscii e così, preso da un desiderio selvaggio le strappai l’elastico del perizoma. Sarà stato colpa dell’alcool o forse dell’audacia disinibita di questa donna o forse ancora del gusto del pericolo di essere beccato, fatto sta che mi era montata un’eccitazione animalesca che non riuscivo a contenere.

Allo strappo delle mutandine lei non fece una piega ed iniziò a sbottonarmi la cintura e poi la patta dei jeans, infilando la mano nei boxer e me lo tirò fuori e, in questa posizione il seno sporgeva in modo prorompente anche se la ragazzina non aveva certo i seni troppo grandi, ma vedendo i capezzoli che sforzavano il reggiseno sotto il vestitino nero’per questo persi del tutto la ragione e in un men che non si dica, la girai verso di me e inizia a baciarla sulle labbra mettendo le mano fra i capelli biondi. Lei intese il gesto che doveva conoscere bene, coi G.O. e subito si abbasso su un ginocchio e iniziò a spompinarmi con foga il mio pisello che faceva male da quanto era duro. Ero sconvolto, attaccato all’albero con nelle mani le sue mutandine e lei in ginocchio che me lo stava letteralmente ingoiando, ma non volevo venirle in gola, l’istinto mi diceva che questa donna la volevo scopare, la dovevo scopare! In un ultimo barlume di lucidità la sollevai con la forza, la feci girare ed appoggiare al tronco , le bloccai le mani agitate e la girai di schiena, sollevai la gonna del vestito e la penetrai con forza da dietro, e, una volta dentro si calmò, fece un sospiro di godimento e disse: -Ahhhh, oui, oui, maintenant, maintenant’je suis toute pour toi..la miche est toute baignee prenne moi dedans’ si adesso adesso..sono tutta per te’ce l’ho tutta bagnata’prendimi dentro.. adesso scopami!- .

Incitato così iniziai a pompare con forza, per agevolarmi e sentirlo meglio lei abbracciò l’albero, nel frattempo nelle mie mani avevo sui seni e le strizzavo i capezzoli duri, perché strano, con tutte le scopate che doveva aver fatto quell’estate o nella vita, con me godeva tantissimo e stava quasi per venire e cominciava a lanciare dei gridolini acuti che rischiavamo di farci sentire, e dato che avevo ancora in una mano le sue mutandine, gliele misi in bocca e le feci mordere il piccolo pezzo di tessuto, ma quando fui dentro abbastanza al punto del suo godimento, le sputò ed iniziò ad ansimare dal piacere, nel frattempo con le dita della mano sinistra la penetravo dietro e con le dita della mano destra massaggiavo il clito davanti. Lei venne con un grido soffocato e sentii anche altro liquido caldo tra le dita, sussurrai ‘Michelle’ je t’aime’ ‘ e lei ‘je t’aime moi aussi !’ poi poco dopo la riempii venendo anch’io in maniera sublime.

Sentii che lei poi , ma non lei’insomma una bocca mi spompinava e beveva quello che usciva, ma era buio, non c’era l’albero, non ero in piedi’Michelle non c’era’ non era possibile, era caldo, ero a letto, le mani di mia moglie continuavano ad agitare il mio pisello che stava eiaculando’ ero confuso, poi sentii la sua voce’stava dicendo” sii sii ‘Michelle..eh..quella troia della vela! ‘sei un ‘un’ porco, è una ragazzina, ‘ridicolo! Je t’aime’parli nel sonno pure in francese’comunque te l’ha fatto tirare tanto che quando l’ho visto non ho potuto fare ameno di succhiartelo’spero di aver fatto bene’un risveglio carino no?.’

Nooo’era stato un sogno! Tanta era la passione che il sogno era stato tanto realistico’da farmi credere che fosse vero”che ore sono ? ‘ dissi ancora sconvolto..’ sono le due, disse mia moglie’non ti ho svegliato quando ti sei addormentato prima di andare in discoteca, tanto o non volevo che ci andassi’ho fatto male?’

‘io triste dissi ‘no, no’è stato meglio…così’non so se in discoteca mi sarei divertito…mah” poteva accadere quello che ho sognato ? forse si o forse no’ero ancora sotto shock’non molto lucido.. ‘mi venne in mente una cosa’ non potevo aver troppo tatto in quel momento dissi ‘ grazie del pompino, mi è piaciuto’grazie’ senti’ senti ma tu sei andata a letto con Javier?’

Lei fece due occhi stupiti tanto grandi che li vidi nella penombra’sorpresa…non ebbe il tempo di pensare’rimase senza fiato ‘disse ‘ ma chi te l’ha detto ?’

Io mi accasciai nel letto’ tutti i miei scrupoli.. e poi.. lei’. Dissi’ è un storia lunga” e lei ‘ si anche la mia ‘ Dissi, ‘ora dormiamo .. ce le racconteremo a casa”.
Il mattino seguente con un dolore fortissimo al cuore partii dal Club.
Rivedendo il vialetto che portava alla grotta discoteca dove avevo sognato di avere Michelle, mi venne da piangere perche’ sapevo che non avrei mai più avuto un’occasione di fare l’amore con lei, e cosi’ fu.
Laura mi vedeva un po’ triste e disse ‘ dai , ci torneremo, ti sei divertito cos’ tanto?’
Non volevo dirle la vera ragione del mio turbamento, non rivedere forse mai più quell’angelo bisognoso di amore. Lei non poteva capire i miei pensieri disse,ma con un filo di intuito e gelosia fu perfida e disse ‘sai’anch’io lascio qualcuno che mi piaceva’.sai, quel maestro di arco’a casa ti racconto.’
I ragazzi guardavano dal finestrino dell’aereo l’Eubea che si allontanava, con i suoi misteri, chissà quanti, chissà di chi’

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