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Silea

By 15 Novembre 2012Settembre 13th, 2021No Comments

Ero arrivato da lei dopo un lungo viaggio in macchina. Avevo una voglia matta di vederla, accarezzarla, baciarla e morderla. Mi fermai sotto al suo portone e la chiamai al telefono.
Come sempre non rispose subito. Mi mandava in bestia questa cosa, usava il telefonino come se fosse un fermacarte, ma il bello è che le avevo chiesto di dirmi il nome sul campanello ma lei no ‘quando sei li chiama che ti apro’. Non stava iniziando proprio come me l’ero immaginata.
Rirprovai e riprovai a chiamarla, ma evidentemente aveva il silenzioso, quindi mi misi seduto sul gradino dell’ingresso della palazzina e mi misi a leggere. Ogni 5 minuti riprovavo a chiamarla senza successo. Mi diedi un limite, se entro 20 minuti non mi avrebbe risposto, avrei preso la macchina e sarei tornato a casa. La rabbia cresceva dentro di me e non potevo farci niente, cercavo di leggere ma non riuscivo a concentrarmi. Passati altri minuti, arrivò una signora che doveva entrare nell’edificio. Ne approfittai e entrai anch’io, per fortuna il piano lo conoscevo. Suonai alla porta sperando che fosse quella giusta e mi aprì il fratello della sua coinquilina, che evidentemente non mi riconosceva. Le dissi che ero li per lei e mi fece entrare. Salutai velocemente le coinquiline cercando di far calare la rabbia e entrai in camera sua.
Lei era li, davanti al computer e al mio ingresso sorrise accogliendomi con un ‘ma ciao!!’, non aveva idea che avevo aspettato per più di mezzora sotto casa sua. Mi tolsi il giubotto e mi sedetti sul lato del letto. Lei si mise di fianco a me, un po’ stupita e forse domandandosi del perchè mi comportassi in modo così freddo.
ero arrabbiato, ma era un incanto. Indossava un vestito a pezzo unico nero, scollato sul davanti che terminava con una gonnellina che le arrivava appena sopra le ginocchia. Dalla scollatura si vedeva che non portava il reggiseno. In effetti con la sua seconda, si poteva permettere di non portarlo… Le sue tette non erano grosse, ma erano perfette. Erano modellate sulla mia mano. Perfette da accarezzare.
Emanava un leggero odore di sudore visto che eravamo in piena estate e che nel suo appartamento faceva abbastanza caldo, ma invece di darmi fastidio quell’odore mi eccitava ancor di più. Nella mente avevo l’immagine di me che le sollevavo la gonna e la possedevo da dietro, nella vagina per poi passare al culo… Come piaceva a lei.
Ma no, volevo che capisse che non era corretto il modo in cui si era comportata e mi ostinavo a restare arrabbiato.

Eravamo seduti così, sul bordo del letto a poca distanza l’uno dall’altra, ma senza toccarci. Il mio sguardo si spostava dal suo corpo a dei punti imprecisati della stanza, sapevo che se non fossi rimasto concentrato non sarei riuscito a non saltarle addosso.
Poi la guardai negli occhi. Il suo sguardo mi penetrò fino in fondo all’anima, come faceva sempre. In un attimo i nostri desideri sembrarono mischiarsi e ognuno divenne consapevole di cosa voleva l’altro. Ma ormai il cosa volevamo era diventato una cosa sola, comune a entrambi. Il movimento l’uno verso l’altra fu spontaneo. Tutto il passato non aveva più valore, contava solo il presente. Le nostre labbra si incrociarono a metà strada, mentre i nostri occhi continuavano ad essere puntati gli uni sugli altri.
Poi le lingue si toccarono e incominciò il gioco della passione.
Le nostre mani incominciarono a percorrere ed esplorare ogni centimetro dei nostri corpi, come se non li conoscessero… Quando invece ne conoscevano ogni più piccolo dettaglio.
‘.non volevo toglierle il vestito, volevo mantenere viva la fantasia che avevo avuto all’inizio, così abbassai la scollatura fino a far uscire un seno e incominciai a succhiarlo, baciarlo e morderlo. I suoi gemiti di piacere mi rendevano solo più affamato… Infilai una mano dentro le sue mutandine, sotto la gonna e con due dita la penetrai di colpo. Fu come se si sciogliesse… Mi strinse le spalle con un braccio, affondandomi le unghie nella spalla… Colta da un’improvvisa ondata di piacere.
La feci stendere sul letto continuando a muovere le dita dentro di lei e mi staccai dal suo seno per riprendere a baciare le sue labbra. Mi morse in modo violento, guardandomi negli occhi con aria di sfida e desiderio.
Non resistetti… Portai le mani sui suoi fianchi e alzai il vestito, che con il suo aiuto sfilai in un attimo.
La fantasia morì, lasciando il posto ad una realtà ancora più eccitante.
Volevo vedere il suo corpo, nudo e mio. Mi fermai un istante a contemplarlo. A contemplare la visione di ciò che in quel momento era mio… Feci scivolare la mano sul tatuaggio che aveva sul fianco fino a farla arrivare al seno che strinsi con decisione. Mi piegai, baciandola sulla pancia e scendendo inesorabilmente verso il punto che più di tutto volevo baciare, per farla letteralmente impazzire. A quel punto però lei mi fermò, mi sollevò e senza tanti complimenti mi buttò di schiena sul letto. Era il suo turno.
Si, perchè anche se in quel momento lei era totalmente e inesorabilmente mia, io ero ugualmente inesorabilmente suo. Mi fece togliere la maglietta e con il mio aiuto riuscì a sfilarmi la cintura e i calzoni.
Si buttò sopra di me e mentre con una mano mi massaggiava da sopra i boxer il pene, incominciò la sua danza di baci partendo dal collo. Una danza lenta che passò sul mio torace al mio ventre, salendo quando ormai mi aveva convinto che sarebbe andata la dove volevo che andasse e riscendendo di nuovo per farmi impazzire. A un certo punto non resistetti più e le sussurrai… Ordinai… ‘non resisto più, prendimelo in bocca’. Lei mi guardò con quello sguardo soddisfatto, di chi sa di essere riuscita nel suo compito e sollevandosi, mi tolse l’ultimo indumento che la separava dalla sua meta.
Me lo prese saldamente in mano e si tuffò su di esso affondandolo immediatamente nella sua bocca.
Dio che emozioni! Dopo un’attesa del genere, trovare finalmente le sensazioni volute, cercate e assaporate fino a poco prima, mandava in estasi la mia mente. Mi rilassai completamente mentre lei intervallava baci e leccate in tutta la zona pelvica a ciucciate veloci e profonde. Che diventavano poi lente e prendendo solo la cappella. Mi faceva morire quel trattamento.
A un certo punto le dissi: ‘vacci piano che poi ti voglio scopare’. Non sono un tipo da linguaggio crudo e duro di questo tipo. Ma sapevo che dette da me queste parole l’avrebbero fatta eccitare oltre misura. Infatti dopo avermi scrutato per un istante negli occhi senza proferire un suono, si rituffò e incominciò un pompino con più foga che mai. Era come se le avessi detto ‘adesso fai di tutto per farmi venire’. Infatti da li a poco le dovetti sollevare la testa per farla smettere.
Dio se era infuocata.
Me la tirai addosso e la baciai, con la stessa foga e voglia che utilizzava lei un attimo prima. La tirai finchè non si ritrovò seduta su di me… Le feci alzare leggermente il bacino e le indirizzai il cazzo dentro la sua figa grondante di umori. Scivolò al suo interno come se fosse la cosa più naturale del mondo.
I nostri corpi erano finalemente fusi e a quel punto iniziò la danza…
si intervallavano momenti estremamente dolci e lenti (con le nostre mani che prendevano le une il viso dell’altro per avvicinarlo e baciarlo dolcemente) a momenti di foga, in cui i nostri corpi si distanziavano appena, per trovare la posizione più comoda che mi permettesse di penetrarla più a fondo e più velocemente.
——–
Con le donne che sono stato prima di te, ho sempre avuto il problema di cercare di farle venire prima che venissi io… Di stare attento a cosa potevo e cosa non potevo fare. Di limitare le mie parole per paura della reazione che avrebbero potuto suscitare.
Con te invece, quando scopiamo c’è solo una costante ricerca del piacere. Che è diversa dalla ricerca dell’orgasmo… Scoparti è la cosa più bella che abbia mai vissuto. Perchè non c’era limite a quello che potevo dirti o a quello che potevo farti… Eravamo li per godere l’uno dell’altro. E il godimento dell’altro era il nostro principale motivo di piacere.
——–
Dopo qualche attimo ti dico che voglio mettertelo nel culo… Ti faccio scendere e scivolo fuori di te.
Allungo una mano nel comodino e prendo il lubrificante. Mentre me lo spalmo mi compare un’espressione di estasi dovuta al contatto dellla mia mano sul pene e all’idea di cosa farò di li a poco. Te ridi e mi prendi in giro… Ma fa parte del gioco. Con un sorriso sulle labbra, ti spingo sul letto e ti dico: ‘mo ti faccio vedere io chi si diverte’. Sei sdraiata quasi di fianco, solo il culo è piegato per offrirsi completamente a me.
Punto la cappella sul tuo orifizio e incomincio a spingere. Basta una leggera pressione e scivolo dentro senza la benchè minima fatica.
Chiudo gli occhi e mi abbandono a quella sensazione. Dio quant’è bello.
Lo lascio completamente dentro per pochi istanti, poi incomincio a sfilarlo per iniziare a pomparti.
Come se in qualche modo ti avessi trasmesso l’immensa emozione che sta invadendo il mio corpo, ti giri e guardandomi negli occhi, con la voce più sensuale che abbia mai sentito, mi dici ‘mi fai impazzire quando mi scopi’.
Eccolo, il brivido.
Quel brivido che ti parte dalla punta dei piedi e ti arriva dritto al cervello, passando per tutta la schiena. E’ per questo che sei unica. Nessuna oltre a te mi ha mai fatto provare un’emozione così devastante. Non posso far altro che abbassarmi e cercare la tua bocca da baciare, per trasmetterti quello che mi fai provare.
Anche tu mi fai impazzire mentre ti scopo. Non lo dico, ma cerco di trasmettertelo.

Mentre ti bacio comincio finalmente a pompare, ormai non ho più nessun controllo su di me. Ti sto usando per farmi arrivare all’orgasmo. E tu stai facendo lo stesso con me, perchè ormai le nostre emozioni sono mischiate e non c’è più cosa prova l’uno o cosa prova l’alto. Ci siamo solo noi, come essere unico. Un essere che gode nello stesso modo, per le stesse cose.l
Mi riporto in ginocchio e prendendoti per i fianchi affondo sempre di più dentro di te. Ormai manca poco… Lo so… Lo sai. L’orgasmo non è che la culminazione perfetta di questo momento.
Lo sento, sto per venire.. Manca solo qualche spinta. Il mio cazzo incomincia già a gonfiarsi e ad avere delle contrazioni involontarie. Sempre per via della connessione che ormai ci unisce, anche te incominci a gemere e la cosa non mi stupisce affatto. Mi scarico dentro il tuo culo, mentre il tuo orgasmo ti fa stringere il lenzuolo fra le mani. Do ancora qualche colpo, sorridendo al pensiero del casino che avremo siguramente fatto con i nostri gemiti e le nostra urla… Ma non mi importa. Mi sdraio su di te e faccio uscire il mio pene solo per permetterti ti cambiare posizione e abbracciarmi con le braccia e con le gambe. Appoggio la testa ai tuoi dolci seni e mentre le tue mani mi accarezzano dolcemente la schiena, il nostro respiro torna normale.
Non so se è amore. So solo che non riesco ad immaginare niente di più bello.

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