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sono la tua puttana

By 31 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi cambiamo i ruoli, abbiamo già giocato così, ma mai seriamente
Lo sai che mi va bene qualunque cosa, che con te non ho tabù.
Ho fatto la puttana tante volte per uomini che credevano di avermi in pugno, mentre in realtà lo facevo solo per appagare me stessa.
Stavolta è diverso, voglio fare contento te’ voglio essere davvero la tua puttana’
Gli accordi sono di trovarci al tuo bar alle 20,20, ma alle 19,50 sono già li. Aspetto in macchina, ma mi permetto di avvisarti che sono arrivata con un sms ‘sono qui mio padrone’ dopo poco mi rispondi ‘ho visto l’auto puttanella, resta li e aspetta. Ti sei vestita come ho chiesto?’ mi guardo un po’, ricontrollo il messaggio in cui mi davi le direttive sull’abbigliamento, gonna, camicetta, scarpe alte. Gonna e camicetta ci sono, le scarpe sono pronta a cambiarle appena verrò da te, guidare con i tacchi non è il massimo della sicurezza. ‘certo padrone, come avevi richiesto’. ‘io ne ho ancora per un po’, intanto levati le mutande e comincia a toccarti, ti voglio già bagnata’ ubbidisco, sfilo le mutandine, cercando di non dare eccessivamente nell’occhio, ma si vede l’auto che ondeggia. Le metto nella borsa, e tenendola sulle gambe (per coprire la mano) comincio a toccarmi. Sono eccitata, mi bagno subito, se continuo vengo’ ma non è quello che hai chiesto ‘padrone mi sto toccando, ma se continuo, vengo’ ‘brava puttana, allora vieniti in mano’ prendo ad accarezzarmi più energicamente, non entro dentro con le dita, anche se vorrei, non mi hai detto di farlo, non voglio disubbidire. Rileggo i messaggini, mi piace quando mi chiami puttana, mi eccita, vengo’ ‘sono venuta padrone, come avevi chiesto’ ho la mano impiastricciata e tengo le gambe serrate per non sporcare ovunque. ‘vieni dentro puttana’.
Cambio le scarpe al volo e scendo dalla macchina. Vicino all’entrata c’è un gruppo di ragazzi di colore, mi guardano mentre mi avvicino. Mi sento in imbarazzo, divento rossa, sento le guance che si scaldano. Mi chino sotto la serranda, spingo la porta ed entro. ‘fammi vedere quanto ti sei bagnata troietta’ mi avvio nella saletta meno in vista, sollevo la gonna e mi piego sul tavolino, per lasciarti la visione della mia figa bagnata che sento colare di umori. Infili due dita dentro e mugolo di piacere, le sfili immediatamente, ti avvicini a me e me le porgi. Le lecco e le prendo in bocca, come fossero un cazzo. Sento il mio sapore su di te, mi piace. Metti l’altra mano sulla mia testa, ho lasciato i capelli sciolti, come volevi tu, affondi nei miei ricci’ mi spingi piano verso di te, dirigendomi il viso, so cosa vuoi, non oppongo nessuna resistenza, anzi, mi avvio da sola’ mi metto in ginocchio, ti slaccio i pantaloni e li abbasso insieme agli slip. Ce l’hai già duro. Lo prendo in mano, lo bacio, lo lecco’ mi dedico alle palle, a cui riservo lo stesso trattamento. Le prendo in bocca e ti guardo da sotto al tuo cazzo. Ti piace quando ti guardo così, con la faccia da porca mentre mi dedico a darti piacere. ‘brava puttana’ le tue parole mi eccitano, prendo il cazzo in bocca e comincio a succhiarlo, lo faccio arrivare fino in gola, poi fuori, tenendo solo la cappella. Con la lingua lo avvolgo e continuo sempre a succhiare, ti guardo ancora, mentre lo tengo in bocca, poi lo sfilo e ti lecco la cappella’ mi piace’ ‘succhia puttana’ mi ecciti ancora di più, divento una furia, comincio a pomparti come si deve, il tuo cazzo scivola dentro e fuori dalla mia bocca, sempre più velocemente. Metti le mani dietro la mia testa, mi tieni ferma, mi scopi tu adesso, mi scopi la bocca. ‘vengo vengo’ e mi riempi la bocca di sborra, che senza esitazione ingoio. Ti lecco ancora il cazzo, lo pulisco ben bene poi lo lascio e rimanendo in ginocchio alzo la testa per guardarti.
‘brava puttana’ sorrido soddisfatta ‘adesso puoi alzarti’ mi alzo a ti seguo mentre te ne vai dietro al bancone. ‘ti porto a mangiare fuori, contenta puttanaella?’ ‘veramente? Si si sono contenta’ grazie padrone’
Prendi il borsello, spegni le luci e il pc e ci avviamo alla porta. Intanto che chiudi la porta e la serranda mi guardo distrattamente attorno. Con mia grande sorpresa ti dirigi verso la mia auto ‘ma non dovevi portarmi a mangiare fuori?’ ‘si puttanella, ma guidi tu’
Saliamo, metto in moto, ‘dove vado padrone?’ ‘gira a destra’
Dopo pochi minuti di guida nervosa (sono inquieta e agitata) mi metti una mano sulla gamba e senza tanti preamboli, sali fino alla figa che ovviamente è bagnata. Mi guardi sorridendo, sollevi la gonna, lasciando le cosce e la figa esposte. Istintivamente cerco di chiudere le cosce, mi vergogno, chiunque si avvicini alla macchina può vedermi’ ma tu non vuoi, con decisione mi apri le gambe e ficchi due dita nella figa. Un sospiro, un gemito, un scossone’ cerco di tenere saldo il volante. Mi masturbi sempre più violentemente, mi gira la testa, mi sento in balia di te ‘ti prego padrone, fammi accostare, non ce la faccio così, ti prego’ non mi rispondi, tieni il volante con una mano e guardi la strada, mentre con l’altra continui inesorabile a sditalinarmi. Mi sembra di impazzire, godo ‘vengo” lascio il volante, mi aggrappo al tuo braccio e lo stringo mentre colo il mio piacere sul sedile. ‘dai puttana che non posso fare tutto io’ ‘scusa padrone’ recupero lucidità, riprendo il volante, la tua mano si allontana dalle mie cosce, ma non mi ricopri. ‘posso lasciare? Non ci schiantiamo?’ ‘si, tutto ok’ lasci il volante e riacquisto il controllo dell’auto. ‘fai inversione infondo alla strada, abbiamo passato il locale da un po” . Faccio inversione, dopo poco mi dici di accostare. Siamo davanti a una graziosa trattoria, molto caratteristica. Sono emozionata, fin’ora mi hai portata solo da mc donald, mai in un posticino così’ ‘resta li’ scendi e fai il giro dell’auto, mi apri lo sportello, abbasso la gonna per scendere, ma mi fermi e mi dai una pacca sulla coscia ‘non ti ho detto di coprirti, metti fuori una gamba e fammi vedere la figa ben aperta’ ‘ma c’è gente mio padrone” ‘bene, allora puoi passare la serata in macchina’ e fai per richiudere lo sportello ‘no padrone, scusa, ti prego’sposto la gamba sinistra e ruoto il bacino per mostrarti la figa completamente bagnata. ‘sei proprio un lago puttanella’ abbasso lo sguardo.
Mi fai scendere dalla macchina, mi prendi sotto braccio a andiamo all’entrata della trattoria. Chiedi un tavolo per due, e mi fai accomodare tenendomi la sedia, come un perfetto gentiluomo. Sfoglio il menù, cucina casalinga, mi piace’ ‘padrone cosa posso ordinare?’ ‘quello che ti pare, basta mi lasci mangiare in pace’ non capisco cos’ho fatto per meritarmi questa risposta’ mi limito ad abbassare la testa. Quando arrivano a prendere l’ordinazione, lasci ordinare prima me, un filetto alla brace, con patatine e una coca. Tu invece prendi antipasto, primo, secondo, contorno e vino. Mi guardo intorno e dondolo le gambe come una bambina. Ci portano da bere ‘mi porta una cannuccia per favore?’ la coca mi piace così’ ‘vuoi succhiare ancora puttanella?’ non rispondo, ti guardo e ammicco. ‘vieni a succhiare questo allora’ non vedo ma immagino ti sia toccato il pacco ‘appena usciamo ti farò impazzire padrone’ ‘ADESSO’ ‘ma qui?’ mi guardi severo, non ribatto, butto il tovagliolo sotto al tavolo e mi infilo sotto fingendo di cercarlo. Sono a carponi sotto il tavolo, tieni una mano sulla zip dei pantaloni, lo stai tirando fuori. Mi accuccio vicino a te, lo prendo in bocca e comincio a succhiarlo velocemente ‘puttana, devi succhiarlo, non mangirtelo’ rallento il ritmo, ho il cuore in gola, sicuramente qualcuno se ne accorgerà’ che vergogna’ sento dei passi avvicinarsi, è il cameriere con la mia cannuccia ‘prego, per la signorina’ ‘grazie, ma non doveva disturbarsi, ha trovato altro da succhiare’ e sollevando la tovaglia mostri al cameriere cos’ho trovato’ il cameriere mi guarda divertito mentre ti spompino, mi sento morire, ficco il cazzo in gola, voglio soffocare ‘complimenti, decisamente meglio della cannuccia’ resta li impalato a guardarmi. Senza dire niente mi vieni in bocca, e mi riempi di sborra. Mi prendi i capelli ‘no no, fai vedere prima” apro la bocca, ti mostro la lingua ricoperta di sborra ‘ok, così va bene’ richiudo la bocca, mi lasci i capelli e ingoio. Torno sotto il tavolo per prendere il tovagliolo e andare al mio posto, mi muovo con più lentezza possibile, mi vergogno come un cane e quel cameriere non se ne va. Riemergo e mi siedo senza dire una parola. Il cameriere mi guarda fisso, sicuramente è eccitato ‘hai succhiato abbastanza puttanella?’ ‘si padrone’ da un tavolo vicino fanno cenno al cameriere che così finalmente si allontana.
Non sono più felice come prima, sono umiliata, mi vergogno’ mi fai sentire veramente una puttana’ il resto della serata procede tranquillo, il cameriere viene spesso a chiedere se va tutto bene, noi mangiamo tranquilli, il silenzio è rotto solo dalle tue affermazioni sul cibo.
Mi sento crescere dentro un misto di rabbia ed eccitazione’ ti odio per la vergogna che mi hai fatto provare, ma al tempo stesso mi sento sempre più attratta da tutto questo.
Finito di mangiare ti fai portare nuovamente il menù per scegliere il dolce ‘anche la signorina vuole il dessert?’ mi chiede il cameriere in tono provocatorio. Io ti guardo come a chiedere il permesso ‘rispondi’ ‘no grazie’ dico con un filo di voce ‘bene, allora puoi pagare la tua parte del conto, portatela in bagno e divertiti’ non posso credere alle mie orecchie, mi stai svendendo per una cazzo di bistecca”prego signorina, da questa parte” mi fa gesto con la mano, sono arrabbiatissima’ adesso ti faccio vedere io cosa fa la tua puttana, lo faccio godere come un porco, alla facciaccia tua! Senza fiatare mi alzo e lo seguo, lanciandoti il tovagliolo e tu ridi. Mi porta nel bagno del personale e chiude a chiave ‘adesso succhia anche questo puttana’ e dicendo questo si slaccia i pantaloni. Mi accomodo in ginocchio davanti a lui ‘no puttana, in piedi’ eseguo, mi alzo e mi piego a 90 per arrivare al suo cazzo. Da questa posizione vede il mio culo riflesso nello specchio. Comincio a succhiarlo e lui mi fa capire chiaramente che gli piace ‘sei proprio brava puttana’. Mi tira per i capelli e mi fa allontanare. ‘visto che ti piace andartene in giro senza mutande, adesso ti castigo io’ una vampata di rabbia, colpa tua’ mi spinge verso il lavandino, appoggio le mani, apro ben bene le gambe. Mi mette due dita nella figa, che è fradicia e me le passa sul buco del culo ‘no il culo no, per favore’ ‘zitta puttana’ e mi infila entrambe le dita nel culo. Mi fa male e ti maledico ancora una volta ‘senti come entrano bene’ hai il culetto sfondato puttanella” toglie le dita e punta la cappella sul mio buchetto, una spinta’ dentro, senza aspettare che mi rilassi, comincia a pompare. Mi scopa come un animale, sono arrabbiata, mi guardo nello specchio, non posso fare a meno di godere, ma sono arrabbiata. Dopo un paio di spinte particolarmente profonde si ferma e mi riempie il culo di sborra ‘brava puttana, ora vattene’ si sfila e aspetta che mi sposti per lavarsi le mani e il cazzo nel lavandino. Esco dal bagno e torno al tavolo da te, dove stai gustando una fetta di torta. Sento la sborra colarmi tra le gambe e mi fa male il culo. ‘hai pagato puttana?’ ‘si padrone” evito di sedermi ‘ti prego andiamo’ ho le lacrime per il dolore, la rabbia e l’umiliazione; ti alzi, con una lentezza estrema. Ti avvicini al banco e chiedi il conto ‘per i signori è già stato pagato tutto’ mi guardi, abbasso la testa, sento fischiare, mi volto e il mio stupratore mi sorride beffardo.
‘brava puttanella adesso mi racconti’.’

……….poi vedremo che succede martedì………

contattatemi pure per commenti e consigli
sarasaratravian@hotmail.it

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