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sorpresa

By 27 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

NON SO COME DIRTELO

Non so come dirtelo: di Guido il benzinaio. Che quando facevi il pieno alla macchina, lui lo faceva a me, nell’officina.

Non so come dirtelo: di Mustafà il venditore ambulante. Un amore fugace consumato in piedi nei bagni della stazione. Un amore lungo, grosso, che mi violò ovunque potessi essere violata e che accolsi con tutto la dolcezza di cui ero capace. Cercavo solo di ‘accogliere gli immigrati’ come mi dicevi sempre tu. Io ti prendo sempre in parola. Ho cercato di rendere il più piacevole possibile il suo soggiorno in Italia ‘ non trovi che sia stata in fin dei conti altruista?

Non so come dirtelo: di quella sera in cui mi amasti dietro e ti meravigliasti della facilità con cui entrasti. Ti ricordi di Francesco? C’era qualcosa di grande tra di noi. E non ho saputo resistere e nell’intimità ho scoperto proprio lì dietro quanto era grande il suo amore per me. Pensi che mi diverta alle tue spalle? Veramente era lui che si divertiva dietro alle mie’

Non so come dirtelo: di Ivano il signore anziano nostro vicino di casa. Gli ho risollevato l’animo, e non solo quello, con la bocca e con le mani. Era molto che non riusciva a ergersi con le sue forze: l’ho aiutato più che ho potuto ‘ e da come buttava fuori credo di esserci riuscita.

Non so come dirtelo: di Lorenzo, il tuo capo. Mi ha pompata e montata come una cavalla. Ho lasciato che abusasse del mio corpo. Che mi umiliasse in ogni buco. Frequentemente. Molto frequentemente. Sono stata sua a lungo ‘ e a fondo. Anche nell’ufficio a fianco del tuo, mentre ignaro ti chiedevi a cosa fossero dovuti i colpi e i rumori decisi che sentivi dall’altra parte. Non erano certo lavori di ristrutturazione. La promozione &egrave stata ben accetta vero amore?

Non so come dirtelo: di Marco, il barista. Mi offriva da bere sempre. E quando ho accettato mi ha offerto una bevanda molto gustosa ogni volta che tu prendevi il caff&egrave. Era bianca ma non era latte. Era cremosa ma non era ripieno per pasticcini. La degustavo nel retrobottega direttamente alla fonte. Era così squisita che non riuscivo a farne a meno e mi protendevo per non perderne nemmeno una goccia.

Non so come dirtelo: dei tuoi amici del bar. Da quando me li hai presentati tra me e loro &egrave nata una amicizia intima, molto intima. Non riesci a capire perché da quando ho iniziato a frequentarli li hai visti tutti quanti prendere regolarmente dei ricostituenti? Io una risposta ce l’avrei’

Non so come dirtelo: di quella riunione di condominio in cui tutti votarono contro la tua proposta. Eri così scoraggiato! E per farti felice ti consigliai di fare quella bella gita al lago di un giorno intero, lasciandomi a casa tutta soletta perché mi sentivo stanca. Ti promisi che sarei andata io alla riunione condominiale di quel giorno senza di te. Ti ricordi che il giorno dopo il tuo ritorno tutti avevano cambiato opinione e ti appoggiarono senza alcun problema nella tua proposta?

Non so come dirtelo: &egrave ora di smettere di nascondersi dietro a un dito ‘ anche se era qualcosa di più grande di un dito’ e non solo uno. Non eri tu che dicevi sempre che ‘un po’ per ciascuno non fa male a nessuno?’.

Sono passati alcuni mesi da allora e non c’&egrave più alcun dubbio: sono incinta.

Scrivetemi in tanti a giorgiasupersexy@yahoo.it

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