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Spiata dallo suocero

By 6 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Faceva un caldo infernale. Giravo per casa quasi nuda. Sopra il reggiseno e le mutandine portavo un leggero grembiule senza maniche che mi arrivava a malapena alle ginocchia.
Ero seduta sul terrazzo e guardavo mia figlia giocare con la sua amica del cuore. La mia vicina uscì e mi chiese se volevamo andare ai giardini.
– Con questo caldo proprio non ne ho voglia –
– Allora lasci venire sua figlia. E’ molto più fresco lassù –
– Va bene, signora Anna e tu Federica fai la brava –
Le guardai allontanarsi verso i giardini e sospirai. Finalmente un poco sola. Mi sistemai sulla sedia a sdraio e mi assopii.
Un leggero colpo di tosse mi svegliò. Aprii un poco gli occhi e vidi mio suocero che mi osservava dalla scala che portava al terrazzo. Abbassai lo sguardo e mi accorsi che avevo aperto le gambe e che il grembiule lasciava intravedere le cosce e le bianche mutande.
Notai che il suo sguardo era fisso sul triangolo bianco fra le mie gambe e provai un certo gusto maligno. Avevo notato che spesso mi lanciava delle occhiate quando portavo quel tipo di grembiule, leggermente stretto per il mio petto abbondante e per i miei fianchi larghi.
Sarà stato il caldo, sarà stato un improvviso senso di perversione, sta di fatto che tenendo sempre gli occhi chiusi, aprii di più le gambe e lo osservai.
Mio suocero si era guardato attorno e poi si era chinato, sedendosi sul gradino e divorando con gli occhi lo spettacolo delle intimità della giovane nuora.
Ora ne scorgevo solo la testa e mi chiedevo cosa stesse facendo. Intanto una voglia incontenibile si apriva la strada nella mia testa.
Volevo vedere fino a che punto avrei potuto spingere il gioco. Con la mano scesi sulle gambe, fingendo di muovermi nel sonno e sollevai il lembo del grembiule, mostrando le mie cosce bianche e rotonde.
Cominciai ad accarezzarmi la pelle, fingendo di sognare. Vidi fra le palpebre socchiuse che mio suocero si era spostato. Nascondendosi dietro la siepe aveva trovato un punto più favorevole e si era avvicinato.
Intanto nel mio lento muovere delle mani avevo scoperto le mutande nel punto in cui passavano sotto le gambe.
Avvertii con le dita che il mio cespuglio era umido e cominciai a gemere debolmente, Il gioco mi stava prendendo la mano e il desiderio cresceva in me.
Attorno tutto era silenzio e un leggero alito di vento venne a lambire il mio triangolo.
Col dito cominciai a solleticare il tessuto spostandolo quel tanto che permetteva al pelo di uscire di fianco.
Ora mi muovevo anche col bacino fingendo un godimento che stava però crescendo. Lentamente spostai la sottile striscia bianca che nascondeva la mia fessura lasciando che mio suocero potesse vedere bene le due grosse labbra, tumide e rosee che spiccavano fra il nero dei peli e il biancore della pelle.
Mi stavo eccitando da sola e sentivo crescere il desiderio di essere accarezzata da altre mani che non fossero le mie.
Avvertivo distintamente il respiro affannoso dell’uomo, sempre nascosto dietro il cespuglio.
Chissà cosa stava pensando? Chissà se lo spettacolo lo eccitava al punto di fare qualche mossa azzardata? Non avevo mai pensato a lui come un possibile amante. Era anziano, magro, dedito al bere e al fumo e mi sembrava che le donne non gli interessassero più di tanto.
La moglie era magrolina e lo comandava a bacchetta e lui quando poteva, fuggiva in montagna per vivere tranquillo. Dai discorsi che faceva però capivo che il tipo di donna che sognava era come me: opulenta, con il seno abbondante e con i fianchi e il sedere larghi.
Spesso quando passava una donna con quelle caratteristiche vedevo che la seguiva con gli occhi e col sorriso sulle labbra.
Ma con me si era sempre comportato bene, anche perché lo avevo sempre trattato correttamente. Solo qualche volta, scherzando lo avevo incoraggiato a cercare altrove quello che la moglie gli negava. Avevo in grande antipatia la madre di mio marito e il pensiero di farle un dispetto si stava lentamente impadronendo della mia volontà.
Ma come fare? Ora ero sul punto di voler portare fino in fondo quello che avevo iniziato per gioco.
Rimanendo sempre sdraiata, scostai le mutande ed inserii un dito nella fessura, spostandomi leggermente dalla sua visuale. Eccitato dallo spettacolo, lo costrinsi a trasferirsi in una posizione meno nascosta, per poter seguire i miei gesti.
Fu a questo punto che aprii gli occhi e lo guardai. Lui si accorse che qualcosa era cambiato e i nostri sguardi si incrociarono.
Mentre il suo viso avvampava per la sorpresa io finsi spudoratamente di non avere nessuna vergogna e sorrisi.
Notai il cambiamento repentino nel suo sguardo. Dal terrore di essere stato scoperto, passò ad uno stadio intermedio d’incertezza per poi finire in un cupido sguardo di desiderio nel rendersi conto della straordinaria possibilità che gli veniva offerta così inaspettatamente: la giovane nuora si offriva al suo sguardo!
Lo vidi respirare a fatica mentre con gli occhi sbarrati mi osservava alzarmi lentamente sempre fissandolo e dirigermi verso la porta del terrazzo.
Entrai con il fiato sospeso e mi recai in cucina. Per alcuni minuti non sentii nessun rumore, poi, un passo indeciso risuonò nell’ingresso e il capo di mio suocero si profilò sulla porta. Aveva il viso congestionato dall’emozione, ma la curiosità aveva avuto il sopravvento su di lui.
Era chiaro che non credeva ancora alla realtà di quanto aveva visto e se ne voleva accertare. Senza aprire bocca, aprii lentamente il grembiule cominciando a sbottonarlo e me lo tolsi fingendo di non averlo visto.
Mi avvicinai al lavandino, mi abbassai le bretelline della maglia scoprendo così le mie grandi mammelle bianche e slacciai il reggiseno, lasciandole dondolare davanti a me. Poi presi una spugna e cominciai a sciacquarmi. Il silenzio era totale.
Mio suocero non respirava quasi ed io volevo interrompere quell’attesa.
Chiamai a raccolta il mio coraggio e mormorai senza voltarmi
– Mi può aiutare a lavarmi?  .  dissi porgendo la spugna.
Sentii una specie di singulto, poi, la mano tremante dell’anziano spettatore prese la spugna e si avvicinò. Evitai di guardarlo e mi girai di schiena. Lui cominciò a massaggiarmi dalle spalle fino alla cintola.
Sentivo il suo respiro leggermente faticoso e la cosa mi eccitò. Ormai ero in ballo! Poi, mi girai verso di lui, mostrandogli a pochi centimetri le mie grandi e belle mammelle.  Lui trasalì, poi cominciò a passare la spugna sui globi e sui grandi capezzoli. Io chiusi gli occhi e sospirai.
– Per favore, mi asciughi – dissi porgendogli un asciugamano.
Lui tossì poi passò il tessuto sui miei seni. Gli presi la mano che aveva libera e la portai su una mammella. Il contatto con la pelle liscia e vellutata del mio corpo lo fece fremere. Gli tolsi dalle mani l’asciugamano e gli misi le braccia al collo.
Sentii che stava tremando. Mi avvicinai ai suoi orecchi e gli mormorai
– Vuole continuare? –
Lui annuì solo con la testa, senza parlare. Senza guardarlo portai una mano fra le sue gambe e mi trovai fra le mani un notevole rigonfiamento, sintomo di un pene duro e di dimensioni ragguardevoli.
– E’ più dotato di suo figlio! – pensai meravigliata e vogliosa di vedere come fosse.
Appena lo toccai il vecchio ebbe un fremito e un sospiro. Rimaneva però indeciso sul da farsi. Fui io allora a prendere l’iniziativa. Mi abbassai le mutande, e gli rimisi in mano la spugna.
– Finisca, per favore, poi… – lasciai il discorso in sospeso.
Lui, tremando scese fra le mie gambe e passò leggermente la spugna nelle mie parti intime. Lo lasciai fare un poco poi gli tolsi la spugna e gli sussurrai
– Mi vuole asciugare? O preferisce farlo con le mani? –
Sentii le sue mani scendere bramose nella fessura, accarezzare le grandi labbra e cercare qualcosa all’interno. Avvertì il clito rigonfio di desiderio e cominciò a stimolarlo mentre il suo respiro diventava sempre più agitato.
Finalmente avevo delle mani estranee nel mio sesso e mi abbandonai alle carezze con voluttà. Chissà se aveva mai leccato una donna?
Chissà come si era comportato con sua moglie da giovane! Ero curiosa e presa dal desiderio. Mi muovevo sotto le sue carezze accompagnandolo nei gesti. Ormai si era lasciato andare e diventava sempre più intraprendente.
– Che cosa vuole farmi che le piacerebbe? – gli chiesi aprendogli i pantaloni e cercando il suo membro che sentivo spingere con forza.
– Posso dirlo?- mi rispose agitato. Erano le sue prime parole.
– Cosa le piacerebbe farmi? – ripetei.
– Vorrei leccarti tutta – rispose facendomi felice.
– Andiamo- gli dissi prendendolo per la mano – andiamo di sopra, presto! Saremo più tranquilli –
Io mi avviai, così nuda, davanti a lui salendo le scale. Lui mi mise una mano nel canalino del sedere bramoso di cominciare questa nuova e incredibile avventura ed io gli presi in mano il pene trascinandolo dietro di me….

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