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Un Cuscino Speciale

By 30 Ottobre 2016Marzo 5th, 2020No Comments

Mentre sono indaffarata ai fornelli sento il telefono vibrare. È un suo messaggio.

”Ci sono stati dei problemi.
Il treno arriverà con un ritardo di un paio d’ore… mi sa che dovremo rimandare la nostra cenetta. Mi dispiace:(
Ho comunque una voglia matta di vederti, quindi passerò a salutarti!
Claudia”

Lancio il telefono sul divano. Sono allo stesso tempo arrabbiata e delusa. È tutto il pomeriggio che sto davanti ai fornelli per accoglierla con una cenetta da leccarsi i baffi, con tanto di vino abbinato e candele. Avevo programmato ogni cosa e adesso, per colpa di uno stupido ritardo, va tutto all’aria. Dio, quanto odio i trasporti pubblici!

Spengo il forno e recupero il telefono per risponderle.
Mi accascio sul divano sconfortata. Speravo davvero di poter passare una serata tranquilla con lei. Dopo che ha passato ben due settimane via per lavoro, avevo bisogno di ricaricare le batterie. Stiamo insieme da quasi un anno ma non avevamo ancora trascorso un periodo così “lungo” senza poterci vedere.

Decido quanto meno di consolarmi con del buon vino. Mi alzo dal divano per prendere un calice ma poi ci ripenso e opto per l’intera bottiglia. Mi impossesso anche del vassoio con le bruschette, che dovevano essere il nostro antipasto, e mi risiedo sul divano. Telecomando in una mano, bottiglia nell’altra e bruschetta tra i denti, così comincia a trascorrere la mia serata, leggermente diversa da come l’avevo immaginata in principio. I minuti che passano sono scanditi dal calare del livello del vino nella bottiglia.

In queste situazioni Real Time non delude mai, e dopo un programma di cucina e uno sui matrimoni, la bottiglia si è completamente svuotata.

Controllo l’ora. Sono già le undici, e di Claudia neanche l’ombra. Mi alzo per posare il vassoio, ma non appena sono in piedi sento il vino fare il suo effetto. Ok… forse bere un’intera bottiglia di vino con lo stomaco riempito solo da un paio di bruschettine, non è stata un’ottima idea.

Metto la bottiglia vuota e il vassoio nel lavabo e mi dirigo verso la camera da letto per sdraiarmi un po’, sperando almeno così di riuscire a placare la trottola che mi sta girando dentro la testa. Mi lascio cadere di peso sul letto, facendo un bel tonfo, e rimango a fissare il soffitto. Ero certa che questa sera sarei finita a letto mezza ubriaca, ma sinceramente mi aspettavo di farlo in compagnia di qualcuno e, soprattutto, per ben altri motivi.

Rotolo sul letto e afferro il cuscino che mi ritrovo davanti alla faccia. Non succede troppo spesso che Claudia rimanga a dormire da me, ma quando lo fa questo è il suo cuscino. Inspiro a pieni polmoni. Sa di Lei. Lo abbraccio forte e mi lascio pervadere dal suo profumo. Sarà per colpa del vino o perché mi manca da impazzire, ma mi sembra di averla tra le braccia e quest’idea comincia a scaldarmi.

La mia mano si muove da sola. Solleva la maglietta e va ad accarezzare la pancia. Sale sempre di più fino a scoprire completamente un seno. Lo avvolge, cominciando a massaggiarlo e sentendo che pian piano il capezzolo si indurisce e preme contro il palmo. Poi scende, passando per il fianco, graffiandolo leggermente con le unghie e donandomi dei brividi che mi fanno inarcare leggermente la schiena. Stringo forte il cuscino per sentirla ancora più vicina a me.

La mano non accenna minimamente a volersi fermare, e prosegue il suo cammino andando ad infilarsi dentro i pantaloni. Accarezza il pube e, senza troppi convenevoli, infila un dito tra le grandi labbra. Cerca il clitoride e quando lo trova, comincia a coccolarlo solo come lei sa fare.

Mi abbandono alle sensazioni che la mia stessa mano mi dona, affondando la testa nel cuscino e immaginando nella mia mente che quella che mi sta facendo godere, sia in realtà la sua mano. In questo momento desidero solamente un orgasmo liberatorio, per sfogare la frustrazione causata dal fallimento di una serata che doveva essere perfetta. Tolgo i pantaloni e gli slip, che sono solo un intralcio, e mi giro, mettendomi a pacia in giù sopra il cuscino, premendo i seni scoperti contro di esso. Comincio a penetrarmi con due dita mentre muovo il bacino per strofinare il clitoride contro il cuscino. Apro la bocca, respirando affannosamente. Sento l’eccitazione salire e le sensazioni diventare via via più intense.

Mi muovo sempre più velocemente, fino a quando… ecco… ci sono quasi… sto per…

“Non avrei potuto chiedere un’accoglienza migliore!”.

Sobbalzo e mi scappa un urletto ridicolo per lo spavento. Spalanco gli occhi, che fino a un momento prima erano chiusi, e vedo Claudia appoggiata allo stipite della porta, con un sorrisetto di apprezzamento stampato sulla faccia. Cazzo! In preda al piacere come ero non l’ho neanche sentita entrare.

Mi giro di scatto, dandole le spalle e cercando di nascondere la faccia sotto il cuscino. Sento le guance e le orecchie bollenti per l’imbarazzo. Mi ha davvero sorpresa a masturbarmi! Sono consapevole che nella posizione in cui sono ora le mie grazie sono completamente esposte, ma preferisco così piuttosto di dover incrociare il suo sguardo.

Sento il letto abbassarsi e poco dopo una mano mi accarezza il sedere nudo e risale fino alla nuca. Le sue labbra mi sfiorano il collo.

“Che fai? Non mi saluti neanche?”.

Una parte di me vorrebbe saltarle addosso e abbracciarla, ma sono troppo imbarazzata per poter solo immaginare di guardarla negli occhi.

“Bentornata..” boffonchio da sotto il cuscino. La sento ridacchiare, ma poi si sdraia e mi cinge con le braccia da dietro, circondandomi anche con le gambe.

“Solo bentornata? Speravo di esserti mancata un po’ di più.”
Le sue mani mi accarezzano la pancia. Sono calde, morbide, delicate. Si muovono lentamente.

“O forse ti sono mancata più di quel che credo… ti stavi toccando pensando a me?”
Sono felice di avere la testa sotto il cuscino, perchè la mia faccia deve essere diventata rossissima. Sento le sue mani salire, fino ad arrivare ai miei seni. Li avvolgono e cominciano a massaggiarli delicatamente. Per un attimo le sue carezze mi fanno dimenticare dell’imbarazzo. Il mio battito accelera e mi mordo il labbro inferiore.

“Immaginavi che la tua mano fosse la mia, vero?”
Le sue dita cominciano a pizzicarmi i capezzoli. Sta giocando con me, e io non posso fare niente per impedirglielo. Vuoi per l’imbarazzo, vuoi per l’intensità delle sensazioni che raggiungono il mio cervello, non riesco a fare altro che stare lì immobile a subire, incapace di reagire alle sue provocazioni.

“Un momento, ma… questo è il mio cuscino?”.
Merda! Mi ero scordata del cuscino… che, tra l’altro, è forse il dettaglio più imbarazzante di questa situazione.
Le sue mani scendono, accarezzandomi i fianchi.

“Oh, quindi è così che ti diverti quando sei sola… strofini la tua fichetta eccitata contro il mio cuscino.”
Sono in preda ad emozioni contrastanti, da un lato le sue parole mi fanno morire dall’imbarazzo, ma dall’altro riescono ad eccitarmi da impazzire. Le sue mani raggiungono il mio interno coscia e cominciano a sfiorarlo lascivamente. Questo non aiuta…

“Ora capisco perchè quando dormo qui faccio dei sogni così intensi.”
Con un dito mi sfiora appena il clitoride, un tocco quasi impercettibile. Mi sfugge un gemito, e anche se il cuscino è ancora sopra la mia testa, sicuramente lo ha sentito anche lei.
Sento un suo dito farsi strada dentro di me e le sue labbra si avvicinano sempre di più al mio orecchio, sussurandomi:

“È il tuo profumo sul cuscino che accende la mia fantasia.”

Ok, adesso basta. Afferro il cuscino e lo lancio via. Mi giro e, tenedola per le spalle, la sbatto contro il matersso. Mi metto a cavalcioni sopra di lei e senza lasciarle il tempo per ribellarsi, mi chino e la bacio, infilandole la lingua in bocca per farla stare zitta. Quando mi stacco da lei, mi sta guardando con uno sguardo perso, gli occhi grigi spalancati e i capelli scuri tutti scompigliati. Sono riuscita a coglierla di sorpresa.

“Finalmente hai finito di parlare!”. Mi tolgo velocemente la maglietta, l’ultimo indumento che mi è rismasto, e cerco nuovamente le sue labbra. Questa volta la bacio con calma e dolcezza. Il mio tentativo di zittirla è andato a buon fine, quindi ora posso finalmente godermi la mia Claudia. Avvolgo il suo labbro inferiore con le mie, e lo succhio delicatamente. Presto lei ritorna in se, e ricambia il bacio con la stessa dolcezza.

“Mi sei mancata.” Riesco a sussurrarle tra un bacio e l’altro.
“Lo avevo intuito…” Perchè deve ogni volta rovinare tutto con il suo dannatissimo sarcasmo? Le mordo il labbro per ammonirla e si lascia sfuggire un lamento.

Mi stacco dal bacio e mi tengo a pochi centimetri dal suo viso. Lei ha gli occhi chiusi e allunga il collo per cercarmi, ma io mi tengo fuori portata. Voglio fargliela pagare per tutte le provocazioni di poco fa. Torno su di lei e punto il suo orecchio, che so essere il suo punto debole. Afferro il lobo fra i denti e comincio a giocarci, mordicchiandolo, succhiandolo, leccanolo. Di tanto in tanto le soffio delicatamente dentro all’orecchio e mi diverto nel sentirla dimenarsi sotto di me. Percorro tutto il contorno con la lingua e continuo questa tortura fino a quando non la sento implorarmi di smetterla.

Le do una tregua e passo al collo. Ho deciso quale sarà la sua punizione. Poso le labbra sulla sua pelle e comincio a succhiare. Lei capisce immediatamente le mie intenzioni e cominicia a protestare urlandomi di non farlo. Io non le do ascolto e mi stacco solo dopo diversi secondi, ammirando il rossore che è già comparso sul suo collo. Sorrido soddisfatta e cerco i suoi occhi.

“Così impari a provocarmi.”. So benissimo che non sopporta i succhiotti, ma se l’è andata a cercare. Non ho voglia di sentire le sue lamentele, così la bacio, visto che ho appurato che questo è il metodo migliore per zittirla. Sto per staccarmi ma sento le sue mani scorrermi sulla schiena. Mi accarezzano le spalle, scendono solleticandomi la parte laterale del seno e i fianchi e arrivano fino alle natiche. Le afferrano con forza saggiandone la consistenza. Mi godo le sue carezze, ma sono colta alla sprovvista quando sento le sue dita ripercorrere in salita lo stesso identico percorso… ma stavolta usando le unghie. Mi inarco rilasciando un gemito, ma così facendo il mio seno finisce giusto sopra la sua faccia. La sua bocca si impadronisce di un mio capezzolo e comincia a succhiarlo con forza. Le sue mani continuano a scorrere sulla mia schiena, alternando carezze e graffi, e avvicinandosi sempre più pericolosamente al mio sesso, ansioso di ricevere attenzioni. Comincio a perdere il controllo, in preda a queste sensazioni contrastanti, così intense… ma non posso dargliela vinta tanto facilmente.

Faccio appello al mio ultimo barlume di lucidità e riesco ad afferrarle i polsi, bloccandoglieli sopra alla testa.
Rimaniamo a fissarci, entrambe con il fiatone. Sono riuscita a renderla indifesa e, mentre con una mano le tengo le braccia ferme, con l’altra le accarezzo una guancia, scostandole una ciocca di capelli. Le sfioro le labbra con un dito e lentamente comincio a scendere. Il dito passa per il collo, tra i seni, sulla pancia, le solleva la gonna e… mi blocco. Perchè non indossa niente sotto?

Lei capisce il mio sguardo interrogativo e risponde alla mia domanda senza che io debba chiedere nulla. “In realtà, prima sono rimasta ad osservarti per un po’… eri così sexy… e… bhe… mi sono eccitata anche io…”.
Sento il mio battito accelerare di botto. Le guancie e le orecchie mi si incendiano. Probabilmente Claudia si aspetta che esploda in un impeto di collera… ma la verità è un’altra. L’idea che lei sia rimasta per chissà quanto tempo appoggiata allo stipite della porta, ad osservarmi mentre mi dimenavo da sola sul letto, e, incapacie di resistere, abbia cominciato a darsi piacere, mi eccita da impazzire.

I miei occhi rimangono incollati ai suoi e, senza alcun preavviso, la penetro con forza con due dita. Lei getta la testa all’indietro e rilascia un gemito fortissimo. Comicio a scoparla con tutto l’ardore che ho in corpo e ben presto le dita diventano tre. Claudia si lascia andare, continuando a farsi scappare dei versi e degli urletti che sono musica per le mie orecchie. Cerca di sostenere il mio sguardo, che non si è staccato dal suo per neanche un istante, ma spesso il piacere è così intenso da costringerla a chiudere gli occhi. Con il pollice cerco il suo clitoride ma non appena lo raggiungo la sento esplodere. Si inarca e io blocco il suo urlo baciandola con la stesso ardore che si è impadronito delle mie mani. L’orgasmo è sconquassante e io continuo a muovere le dita per farlo durare il più a lungo possibile. Dopo istatanti interminabili sento i suoi muscoli rilassarsi e la vedo accasciarsi sul materasso, con gli occhi chiusi e la bocca spalancata. Resto dentro di lei ancora per un po’, godendomi le contrazioni dei sui muscoli attorno alle mie dita.

Quando le estraggo la sento sussultare. Passo l’indice lungo lo spacco, raccogliendo i suoi succhi, e lo porto davanti alla sua bocca. Non c’è bisogno di dire nulla. Apre le labbra e comincia a succhiare il mio dito, avvolgendolo con la lingua e gustandosi il suo stesso nettare. Io rimango ad osservarla imbambolata, provando un moto di invidia per il mio dito, che può permettersi di entrare dentro di lei con tanta facilità.

Claudia apre gli occhi, incrociando il mio sguardo, e continua il suo lavoro di lingua rendendolo ancora più spinto. Io non resisto. Faccio per togliere la mano, ma lei mi afferra il polso e continua imperterrita, andando a succhiare anche un secondo dito, senza mai distogliere lo sguardo. Io resto a fissarla, come ipnotizzata, e sento degli strani movimenti al basso ventre, che non fa altro che reclamare quanto gli è stato negato poco fa a causa dell’interruzione.

Ho la guardia abbassata e lei ne approfitta immediatamente. Basta una leggera spinta per ribaltare la situazione e ritrovarmi sdraiata sul materasso con Claudia a cavalcioni sopra di me. Sui suoi occhi si è accesa una strana luce. Con dei movimenti molto sensuali si sfila il vestito e il reggiseno, regalandomi uno spogliarello coi fiocchi. Sento il desiderio impellente di baciarla, così sollevo il busto, facendo leva sugli addominali, ma con una piccola spinta lei mi rimanda con la testa sul cuscino. Continua la sua danza, passandosi lascivamente le mani sui seni e sui fianchi, e facendo aumentare il mio desiderio. Dopo poco si china venendo verso di me. Io non aspettavo altro, così allungo il collo per cercare le sue labbra, ma lei ignora la mia richiesta tenendosi fuori portata. In compenso una sua mano raggiunge il mio seno e comincia a stimolarlo. Le sue labbra sono vicinissime alle mie, ma ancora troppo distanti per soddisfare questo mio desiderio. Le vedo allontanarsi, mentre scendono, sfiorando il collo, il seno, la pancia e arrivando fino al ventre.

Sento di avere un lago tra le gambe, e non aspetto altro che lei ci si tuffi, ma anche questa volta mi tiene in bilico, prendendo tempo e andando a stuzzicare l’inguine. Lo riempie di baci e leggeri morsi facendomi impazzire. Io mi inarco sempre di più, spingendo il mio sesso ormai fradico verso di lei, quasi implorandola di concedergli le sue attenzioni. Finalmente cede. Le sue labbra si posano sul mio clitoride, cominciando ad alternare risucchi e lappate. Mi lascio sfuggire un gemito liberatorio e faccio scorrere le mani fra i suoi capelli, spingendola contro di me. Non ci vuole molto per portarmi all’apice. Ho accumulato talmente tanta eccitazione che non riesco più a trattenermi. All’ennesimo risucchio sento il tanto agognato orgasmo avvolgermi e regalarmi una moltitudine di sensazioni. Claudia però non accenna a fermarsi, facendomi esplodere per una seconda volta e una terza.

Mi accascio esausta sul materasso e vengo presto consolata dalle sue labbra, che accorrono a donarmi il bacio che poco prima mi avevano negato. Continuiamo a baciarci e a coccolarci a lungo, per poi rimanere l’una fra le braccia dell’altra, felici ed appagate.

“Rimani qui a dormire, vero?”.

Claudia sghignazza, e con il suo solito sarcasmo mi risponde:
“Mi sembra ovvio, con un cuscino così profumato come potrei rifiutare!”.

Fine.

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