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Un incontro casuale

By 13 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ una giornata ventosa ma non fredda, sono appena uscita da un ufficio e mi avvio verso un bar dove potermi sedere e rispondere alle mail che mi sono arrivate nell’ultima ora.
‘Scusa ma sei Olga?’ dice una voce al mio fianco. Alzo gli occhi e mi trovo di fronte a lui, un poco invecchiato; sono passati 5 o 6 anni da quella settimana a Riccione, conosciuti, scopati come disperati e poi salutati senza più rivederci. Ci eravamo scambiati i numero di telefono, ma lui viveva nelle Marche e io a Torino.
‘Ciao Sandro! Ma che ci fai qui? Dai, infiliamoci in quel bar e raccontami tutto’
Così, visto che io non avevo nulla di importante da fare e lui stava per ripartire in auto per casa, ci siamo raccontate le vicende di questi ultimi anni.
Lui si &egrave laureato e sposato, vive sempre nelle Marche, lavora in uno studio di commercialisti come associato, io gli racconto le mie vicende, non tutte, ma l’essenziale.
‘Eri bella ma adesso sei splendida! Mi fai venire in mente ricordi che ormai erano sopiti, mai avrei pensato di incontrarti nuovamente’. I ricordi tornano in mente anche a me, anzi, mi sono balzati davanti agli occhi appena l’ho riconosciuto: un fisico notevole, simpaticissimo, un cazzo notevole usato con esperienza malgrado la giovane età.
‘Anche tu non sei peggiorato’ gli dico ridendo ‘ magari hai pure una bella moglie’ frase stupida ma in quel momento mi era sorta una gelosia improvvisa: chi era sua moglie, come l’aveva conosciuta, scopava bene, gli dava tutte le soddisfazioni che io gli avevo dato in quella settimana? Ma che idee sceme!
Lui tira fuori dalla tracolla un tablet già acceso e mi mostra la foto della moglie, una bruna in costume da bagno, belle curve, il seno non grande, un viso simpatico e una bocca che da noi si dice ‘da pompini’; certo una bella donna, non raffinata, la solita gelosia mi ha fatto pensare che l’avesse tirata su in qualche privé dove faceva la puttana.
‘Bel tipo, e me ne intendo, lo sai che sono diventata bisex?’
‘Ma dai! Una amante del cazzo come te? Cosa ti &egrave successo?’ Gli ho raccontato la mia storia, l’incontro con Paola e la mia iniziazione.
‘Cazzo Olga, me lo fai venire duro! Non ho mai fatto sesso con due donne e non so cosa darei per vedere due che scopano dal vivo e non nei soliti video porno’
‘Mi spiace che la mia amica sia al lavoro, altrimenti potevi provare l’ebbrezza di entrambe le cose’
Ma sei scema? Cosa vai a dire? Olga, ti sei messa su una china pericolosa, mi dice la parte sana del mio cervello. Evidentemente &egrave l’altra parte che ha il sopravvento ‘E’ brava a letto tua moglie?’
‘Si, ma adesso forse c’&egrave un poco di stanchezza. Certo con te &egrave stata una favola!’
‘ Allora vieni, vediamo se sono sempre una favola’ .. ho superato tutti i limiti di decenza!
Mio marito &egrave a Losanna e la casa &egrave libera. Nei 10 minuti del percorso la cosa più sexy &egrave stata la vistosa esposizione delle mie gambe e una sua carezza all’interno della coscia.
Considerando che ho fatto la puttana fino a quel momento, tanto vale che prosegua: entriamo, vado diritta in camera e comincio a spogliarmi. Voglio che mi veda nuda il più velocemente possibile, ma non so il perché. Anche lui si spoglia, ma più lentamente, forse frastornato da quanto sono spudorata. Resto in tanga e lui in boxer, mi giro lentamente ‘Ti vado sempre bene?’ ‘Sei una figa paurosa’, ok, facciamo la tara, gli piaccio ancora. Mi avvicino e gli abbasso i boxer per prendere in mano il cazzo, &egrave sempre un pisello notevole. Comincio a segarlo mentre ci baciamo, mi abbassa il tanga e, continuando a segarlo, appoggio la punta del pene al mio clitoride: le altezze sono giuste.
Ogni colpo di sega si ripercuote sul clito e comincio ad eccitarmi. Le sue mani scorrono sulla schiena, una mi strizza un seno, l’altra piano piano scende verso il sedere, lo accarezza, si insinua nel taglio delle chiappe, cerca il buchino, ci gioca. Mi stacco dalle sue labbra e scendo con la lingua sul collo, sui suoi capezzoli che di colpo si inturgidiscono, sul suo ventre. Ormai sono inginocchiata avanti a lui, continuo a segare il cazzo anche quando ci arrivo con la bocca, l’appoggio alle labbra, già &egrave salato e bagna leggermente. Comincio a leccargli la cappella, la infilo in bocca, sempre segandolo, l’altra mano a toccarmi la figa ben lubrificata, lui ansima. La mia lingua e la mia bocca lo lavorano a lungo; la mano che prima toccava la figa, adesso accarezza le sue palle, le succhio una ad una mentre torno a segarlo, lo prendo in bocca tutto, fino in fondo, resisto ai conati e lo voglio più in fondo, ancora di più, fino a quando le palle premono contro il mio mento, allento l’affondo facendo strisciare la cappella lungo l’interno della guancia, poi, mentre esce dalla bocca, una serie si velocissime slinguate alla cappella, lui si inarca, &egrave troppo vicino all’orgasmo.
Mi rialzo, mi stendo sul letto, allargo le gambe e lo aspetto, la figa &egrave bagnatissima e lo invita.
Il suo cazzo entra accompagnato dalla mia mano, lui comincia a sbattermi e io a roteare il bacino per sentirlo al massimo. E’ molto abile a far sentire il cazzo al clito, ormai del tutto esteso e scappucciato. Mentre scopa come un forsennato mi strizza i seni e io ho il primo orgasmo, allagando ancora di più la mia figa; penso che mi senta poco tanto sono lubrificata. Lo allontano leggermente e metto le mie gambe sulle sue spalle, velocemente bagno la mano con i miei umori e la passo sul buchino, prendo il cazzo bagnatissimo e lo appoggio contro. La sua spinta &egrave violenta ma non dolorosa, la mia mano lo indirizza con precisione ed entra riempiendomi di piacere. Le sue palle sbattono contro le mie chiappe con un rumore ritmico ed eccitante, il mio culo lo accoglie e sento che lievemente lo stringe, mi dedico alla figa e in breve arriva il secondo orgasmo, infilo due dita dentro e arriva il terzo. Sento che lui &egrave ancora vicino all’orgasmo e porto le gambe alla vita aiutandolo a spingere più velocemente; mi inonda con una serie di schizzi, mi sposto e lo faccio uscire, mi rigiro e prendo in bocca l’ultimo residuo di sperma succhiandogli la cappella.
Si allunga sul letto sperando in un riposo, ma io non sono di questa idea. Gli salgo sopra e comincio a strusciare i seni sul suo cazzo abbandonato sul ventre, premo leggermente e il cazzo scorre fra i seni mentre lo guardo senza nascondere la mia eccitazione. La sua eccitazione appare evidente in poco tempo: alcuni minuti di pompino e poi mi siedo sopra di lui e infilo in cazzo in figa cominciando a muovermi, lievemente piegata in avanti in modo che il cazzo scorra sul clito.
Mi interessa solo venire ancora e sfruttare un così bell’arnese. Lui ha smesso di dirmi sconcezze, forse non crede a quello che gli sta capitando: non sono più la ragazzina porcellina ma sottomessa di allora. Adesso comando io il gioco, lo comando come piace a me e lui &egrave il piacevole oggetto. I miei orgasmi rendono sempre più allagata la mia figa e penso che anche le sue palle siano a mollo; con delicatezza le infilo nella figa, una ad una e resto ferma. Lui adesso si muove, con circospezione ed io mi sollevo, le palle e il cazzo si sfilano con un ‘plop’, lui sobbalza, forse gli ho fatto male? Rimedio subito: prendo il bocca quell’oggetto che sa di figa, accarezzo le sue palle intrise dei miei umori, gioco e penetro il suo sedere con un dito, scopandolo. Il pompino dura poco, non può resistere e mi riempie la bocca, ingoio con piacere il suo seme, ne cerco altro strizzando e succhiando, mi supplica di smettere. Mi accoscio sulle sue gambe, con le mie ben divaricate e mi sditalino guardandolo negli occhi, &egrave incredulo. Il mio piacere &egrave costantemente al limite, accentuato dalla sensazione dello sperma suo che cola fuori dal mio ano, dal sapore che mi &egrave rimasto in bocca, dalla vista del suo cazzo ormai moscio fra il peli intrisi di me. E vengo, mi avvicino alla sua bocca e lui aspira e lecca il miele lattiginoso della mia figa. ‘Sei diventata un demonio, con te verrei all’inferno’ .. sarà ma intanto ti ho portato in paradiso.
Lo lascio sul letto inebetito, prendo il suo iPad e mi scatto un selfie davanti allo specchio lungo, nuda; un ricordo visivo per lui, forse inutile, perché queste ore rimarranno per sempre nella sua mente.

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