Skip to main content

Un San Valentino non ordinario

By 15 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

14 febbraio

Qualcuno dice sia il giorno degli innamorati.
Per me, un semplice studente delle superiori che non ha una ragazza da… diciamo da diciotto anni, &egrave uno schifosissimo venerdì qualsiasi. L’unica cosa strana, &egrave che alla fermata del bus non c’&egrave la solita trafila di facce tristi che vedo tutti i giorni; oggi ci sono soltanto io.
Guardo l’orologio, che segna le sette e dieci: il pullman dovrebbe passare soltanto tra pochi minuti. Poi osservo meglio il quadrante, e mi rendo conto che stando al mio orologio sono le sette e dieci di sera del tredici febbraio; controllo il cellulare (perché il cellulare non tradisce mai), che segna le sette e quarantadue.
Cazzo, &egrave tardi! penso: le lezioni cominciano alle otto in punto, il prossimo pullman &egrave alle sette e cinquantacinque e non sono sicuro di avere voglia di aspettarlo; ma si, quasi quasi me ne torno a casa… i miei sono al lavoro, non torneranno prima delle due, ed essendo maggiorenne posso firmare la giustificazione da solo. In fondo, chi vuoi che faccia caso alla mia assenza?
Così me ne torno indietro, e quando vedo la Mercedes parcheggiata nel cortile di casa quasi mi prende un colpo; che sia… no, impossibile!
Invece la portiera si apre ed esce lui, X; &egrave un cliente di mio padre, anche se lui preferisce definirsi amico.
Figurarsi! Come se mio padre possa considerare amico uno che si scopa sua moglie quando lui non c’&egrave.
Potrei entrare dal cancello sul retro, facendo finta di non averlo visto; potrei anche tornare sui miei passi e andare a prendere il pullman, visto che sono ancora in tempo. Ipotesi da non scartare, potrei rimanere lì impalato sul marciapiedi, ad aspettare che X rientri in auto, metta in moto e se ne vada.
Invece, passo dopo passo, entro dal cancello principale; lui mi nota e aspetta che io lo raggiunga.
“Ciao. Tua madre c’&egrave?” mi chiede, esibendo quel sorriso da protagonista mascellone di telenovelas che me lo rende così odioso.
“No. Venerdì mattina &egrave di turno, lo sai.” rispondo io; e lui lo sa di certo, ma ci ha provato comunque. A volte sta a casa in malattia, mia madre, per farsi una lunga cavalcata sul suo stallone di fiducia.
Oggi non &egrave uno di quei giorni, e tanto basta a spegnere il suo sorriso.
“Pazienza. E tu, hai perso il pullman? Vuoi che ti dia un passaggio?”
Rimango per un attimo a bocca aperta; vuoi vedere che per colpa di questo coglione mi tocca andare a scuola e rinunciare ad una intera mattinata di playstation e porno-net? Che scusa dirgli?
“Come scusa?” mi chiede lui, perplesso anzi sbalordito… ma a me non sembra di aver parlato.
“Ho detto se ti va di salire. Potrei indossare i vestiti di mia madre e mettermi un pò di trucco; come regalo di San Valentino!”
Davvero ho detto questo? Anzi, l’ho detto una volta, e poi l’ho anche ripetuto?
Ormai il danno l’ho fatto, posso solo sperare che lui dica…
“D’accordo!” dice.
Per l’appunto.

Mia madre si chiama Cristina, ha trentasei anni ed &egrave dannatamente erotica; fino a sedici anni l’ho sempre considerata semplicemente bella, una donna seria dedita esclusivamente al marito e alla famiglia: la classica adultera insospettabile, che proprio perch&egrave insospettabile non può rinunciare all’amante grezzo e volgare.
Poi, da quel giorno in cui entrai in casa nel preciso momento in cui lui l’aveva fatta sua sotto il lampadario in salotto, avevo smesso di pensare a lei come bella ed ero passato all’aggettivo erotica; d’accordo, non ci avevo dormito per quasi una settimana, non potevo credere di essere il proverbiale figlio di troia. Ma aveva le sue buone ragioni: suo marito, mio padre insomma, &egrave il tipo d’uomo che indurrebbe qualsiasi donna a cercarsi un amante; noioso, preciso, bigotto… non mi vengono altri aggettivi per descriverlo. Voi come descrivereste un uomo il cui massimo concetto di divertimento &egrave il programma politico del lunedì sera?
Solo, non capivo come mai avesse scelto proprio X per tradirlo… ma forse la spiegazione era nel vecchio luogo comune secondo cui “poli opposti si attraggono”; e del resto, non provavo io stesso un senso di eccitazione ad immaginare mia madre concedersi a quel porco? Le sere che loro due si incontravano (perch&egrave io sapevo quando succedeve, spesso ero l’intermediario per i loro appuntamenti) me ne rimanevo per delle ore sdraiato sul letto ad occhi aperti, fissando il soffitto e chiedendomi cosa stesse succedendo a sette chilometri di distanza, nell’appartamento di lui. Da quanto tempo mi girava in testa l’idea di chiedergli di girare un video di una delle loro notti di fuoco per poi vendermelo? Di certo lui non si sarebbe fatto scrupoli… l’unica cosa che mi frenava, era la certezza che, se fossi venuto in possesso di quel nastro, lo avrei mostrato agli amici della chat. Non avrei mai resistito alla tentazione.
Se però avessi avuto quel video, forse avrei saputo come comportarmi… in che modo mia madre fosse in grado di soddisfare quella macchina da sesso; perch&egrave di questo si trattava… era seduto sul mio letto, nudo, con l’erezione che spuntava lunga e virile dalle gambe muscolose. Chissà quante donne doveva aver appagato, con il suo attrezzo. Io sarei stata all’altezza?
Intanto, vedendo la mia immagine riflessa allo specchio, dovevo ammettere che facevo un’impressione mica male… i parenti lontani, quelli che mi vedevano una volta ogni lustro, spesso mi facevano pesare la somiglianza con mia zia Monica, la sorella di mia madre. Capivo solo ora cosa intendessero dire: con il lucidalabbra, i capelli lisciati e la minigonna mozzafiato che lasciava scoperte le gambe avvolte dalle calze a rete, sembravo davvero una ragazza.
“Cosa vogliamo fare?” mi chiese lui, toccandomi le cosce sotto la gonna. Avevo un’erezione, ma non per quel contatto: era la mia immagine riflessa allo specchio ad eccitarmi.
E va bene… quella, e il suo lungo pisello.
“Io…” mormorai, ma lui mi interruppe.
“Facciamo un gioco” disse, allungando la mano ad accendere il mio computer. Per un attimo provai l’impulso di fermarlo: era ciò che facevo sempre quando qualche estraneo provava ad accenderlo: tiravo una scusa e staccavo la spina. Perch&egrave il mio computer, era talmente pieno di pornografia che era impossibile non imbattervisi subito, anche volendola evitare a tutti i costi; ma ovviamente, con lui non sarebbe stato necessario nascondere nulla.
“Com’&egrave questo gioco?” chiesi, curiosa. Non avevo mai fatto giochi erotici (se non da sola) prima d’allora; no, non avevo mai fatto nulla, diciamocelo.
“Fai partire tutti i tuoi video, e inizia a menarmelo! Questo &egrave il gioco, ti piace?”
Ecco perch&egrave mia madre era pazza di lui! Provai a dire qualcosa, un wow forse, ma mi uscì soltanto un verso strozzato; misi la cartella che raccoglieva tutti i miei video porno nella playlist, impostai la riproduzione casuale, e via con il gioco!

La mano &egrave la sinistra; &egrave fredda, così fredda che ha avuto un sobbalzo, quando si &egrave stretta attorno al suo cono. Io sono sobbalzata invece per via del calore sprigionato dal membro; alla lunga, la mia mano ha finito per scaldarsi, forse anche a causa della grande velocità con cui si muove su e giù.
Forse io sarei già venuta, dopo una masturbazione così feroce, e per di più praticata da un’avvenente ragazza in minigonna e collant, davanti ad un monitor che trasmette alcuni dei miglior filmati porno mai visti nella storia dell’umanità; lui &egrave eccitato, ma continua a spronarmi di aumentare l’intensità.

E’ il momento in cui dovrei chinarmi e inghiottire la punta del suo arnese; la mia boccuccia di rosa sta per sperimentare quanto di più bello e al tempo stesso perverso ci possa essere… ah, il primo pompino! Quante ragazzine si sono tormentate, sapendo di doverlo fare al proprio fidanzato!
E io, che ragazza lo sono da poco e per poco, non posso certo essere da meno… sarò all’altezza? Avrà un sapore buono o schifoso? Non &egrave che mi schizzerà giù per la gola, facendomi venire la nausea?
“Che c’&egrave? Vuoi tirarti indietro proprio ora?”
Scuoto la testa, no no, figuriamoci se mi tiro indietro sul più bello! Scherziamo?
Mi abbasso, fino quasi a sfiorare la cappella con il mento, e mi sistemo i capelli dietro le orecchie; da dove cominciare? Ho notato una cosa strana, durante la visione dei video porno: le ragazze con i capelli neri tendono ad afferrare l’asta lateralmente, e a stringerla un pò tra le labbra prima di inghiottire in maniera vera e propria. Le bionde vanno dritte al sodo, spalancano la bocca e accolgono quanta più erezione possibile.
Le rosse tendono a leccare molto l’asta, soffermandosi sul glande… ma basta! Io ho i capelli neri, ma posso fare quello che voglio!
“Perch&egrave non gli dai un bacio, prima?” mi suggerisce lui.
Si, questo lo posso fare. Stringo di nuovo la mano attorno all’asta, ed &egrave buffo come già questo semplice gesto mi richieda tanto coraggio… poi chiudo gli occhi e poso le labbra in maniera veloce, fugace. Non &egrave stato poi tanto male… la pelle era fresca e piacevole. Viene voglia di leccarla e succhiarla.
Poi riapro gli occhi e vedo che l’impronta del rossetto &egrave rimasta sulle mie dita… ho baciato la mia mano! Che sciocchina, ihih!
“Facciamo così” dice allora lui, capendo che siamo ancora in alto mare. “Come ti chiami?”
Lo guardo perplessa; che razza di domanda &egrave? Dubito voglia sentire il mio nome da maschio… forse vuole che io faccia mia madre… Cristina!
“Non sai ancora il tuo nome da ragazza; per questo ti senti così a disagio a fare un pompino. Ma non appena saprai il tuo nome, saprai anche chi sei, e la tua voglia di cazzo avrà la meglio sulle inibizioni da verginella.”
Non ne sono del tutto convinta… allora, decidiamo che nome devo avere!
“Non puoi deciderlo, puttana!” mi rimprovera lui, e quell’appellativo mi fa venire un sobbalzo al cuore. “La ragazza che &egrave in te conosce già il suo nome; aspetta solo che venga pronunciato, per risvegliarsi definitivamente. Tu inizia a menarmelo, mentre io cercherò di chiamarla!”
E ora capisco cosa intende dire… l’ho capito quando mi ha chiamata puttana! E’ stato… eccitante…
“Coraggio, Simona, muovi le mani più velocemente…”
Mi piace essere chiamata Simona… ma non &egrave ancora quello che voglio… no, io non sono una Simona, anche se il modo in cui faccio le seghe sembrerebbe dire il contrario.
‘Dai, Michela! Non vuoi fare felice questo bel cazzone?’
Si, certo che lo voglio… e voglio che lui faccia felice me, che mi faccia sentire una vera femmina! Una vera Michela, forse…
‘Non ci siamo, Vanessa! Devi essere ancora più rapida, più calda! Tua madre mi avrebbe già fatto schizzare in orbita, sai?’
Qualcosa si &egrave mosso dentro di me… inizio a prendere coraggio e stringo anche l’altra mano attorno alla sua lunga asta; &egrave stato il sentirmi chiamare Vanessa, o forse solo il fatto che ha parlato di mia madre?
‘Ehi, adesso si che ci siamo… ma forse dovrei provare con Arianna?’
Mmmh… Arianna mi ispira moltissimo; forse più tardi, se dovrò concedermi tutta, farò bene a tenerlo a mente. Ma ora devo fare il mio primo pompino, e Arianna non &egrave ancora il nome giusto.
‘Che ragazzina difficile! Lasciamo perdere i nomi da zoccola, e proviamo quelli raffinati… va bene, Lavinia?’
No… forse perch&egrave non conosco nessuna ragazza con questo nome, ma Lavinia non mi dice nulla… e inizio a sentire il coraggio che viene meno. Una voce dentro di me mi chiede cosa diavolo sto facendo, e mi ricorda che il mio vero nome &egrave…
‘Noemi? Cosa ne dici di…’
Per un secondo le mie mani si fermano, e quella vocina noiosa che stava cercando di distogliermi dalla mia prima volta da ragazza sparisce; la mia testa si abbassa da sola, la bocca si spalanca senza che sia io a deciderlo. Oddio! Lo sto facendo davvero… sto facendo il mio primo pompino!
E che furia che ho addosso! Sento i miei stessi mugolii, faccio fatica a respirare perché la mia bocca &egrave troppo piccola per accogliere quell’arnese così grosso… quante volte ho assistito a scene simili nei miei video porno, e quante volte ho invidiato l’uomo che non veniva mai inquadrato in volto? E ora mi ritrovavo a far parte della scena… solo che ero la protagonista. Ero Noemi!
‘Brava Noemi! E’ proprio così che devi fare!’ mi incoraggia lui, mettendomi la mano sopra la nuca e facendo palleggiare la mia testa su e giù; sento qualcosa colarmi dagli angoli della bocca, potrebbe essere la mia saliva, o forse qualche prima goccia di sperma che non &egrave riuscito a trattenere. Non mi importa: se vuole venirmi in bocca, va bene così… purché venga il più tardi possibile.
Ho appena cominciato a fare la donna, e voglio godermela ancora a lungo!

E ora capisco come mai mia madre sia così attratta da quest’uomo: ho ancora in bocca il sapore del suo seme, e anche qualche rimasuglio di liquido bianco sulle labbra, eppure il suo pene &egrave ancora lì, lungo e duro, e non sembra aver voglia di sgonfiarsi. E’ già pronto per ricominciare… anzi, per iniziare, visto che fino ad ora per lui dev’essere stato solo un piccolo giochetto erotico da niente!
‘In che posizione vuoi metterti?’ mi chiede seccamente. Niente “te la senti?” o nemmeno un semplice “mi dai anche il culo?”. Non ha bisogno di chiedere… mi vuole far sua, e lo farà; il fatto che mi permetta di scegliere il modo &egrave soltanto una concessione.
Ma diciamoci la verità: se me lo avesse chiesto, avrei rifiutato? Mai!
‘In che posizione? Beh, non lo so…’ dico io, con la voce tremante. Cosa dicono le ragazze di solito? Che a quattro zampe &egrave più eccitante ma anche dolorosa per le verginelle?
‘Se non ne hai idea, facciamo così…’ dice lui, e fa ripartire i filmati erotici sul mio computer.

Neanche a farlo apposta, il primo filmato a partire &egrave quello di una bella biondina che fa uno spogliarello; lo conosco a memoria, &egrave uno dei miei preferiti e spesso lo faccio partire per primo, come antipasto… mi metto in piedi sopra di lui, ed eseguo gli stessi movimenti della ragazza, con la stessa espressione maliziosa; ma per due volte mi sento molto sciocca e scoppio a ridere. Non importa, lui non ci fa caso, o forse questa mia timidezza lo eccita di più; e non fa caso nemmeno al fatto che i miei movimenti non siano aggraziati quanto quelli della ragazza del video.
Migliorerò penso, mentre con un movimento del bacino lascio scivolare la gonna giù fino alle caviglie. Questo significa che non sarà soltanto un’avventura? Ci saranno altre volte?
La ragazza nel video si &egrave già tolta tutti i suoi indumenti, che poi erano soltanto una minigonna e una maglietta bianca; io ho addosso ancora il reggiseno imbottito, le mutandine e ovviamente le calze a rete… non so perch&egrave, ma ho la sensazione che se dovessi toglierli smetterei immediatamente di fare la ragazza! E’ un pensiero che mi preoccupa.
E’ partito un altro video intanto, uno di quei noiosi clip dove la ragazza nuda si presenta alla telecamera, dicendo quanto &egrave stata pagata per girare le scene seguenti.
Lui ne approfitta e mi dice in modo molto serio: ‘Hai capito come funziona il gioco, vero? Dovrai fare esattamente quello che succede nella scena: non potrai tirarti indietro!’
Ho un sussulto… se non sbaglio c’era qualcosa di parecchio atroce, tra quei filmati: ‘E se mi tiro indietro?’ gli chiedo.
‘Ti violenterò. Credo che godrai lo stesso, comunque!’
Lo credo anch’io. Ad ogni modo, non credo che mi tirerò indietro.

I primi quattro sono filmati di pompini: per i cinque minuti circa di durata di questo quattro video, mi inginocchio tra le sue gambe e mi chino nuovamente a succhiarglielo, stavolta con un briciolo di esperienza in più.
Vado un pò più piano, ma riesco a respirare meglio e quindi me lo godo anche di più; con la coda dell’occhio cerco di guardare verso lo specchio per vedere la mia immagine riflessa ma non ci riesco… e forse &egrave meglio così, perch&egrave sarei potuta venire all’istante vedendomi!
Nel quarto filmato, quello più lungo, la ragazza &egrave sdraiata e quindi io assumo la stessa posizione; alterna succhiate a momenti in cui si limita a masturbare il suo uomo poggiando la lingua sulla punta del cazzo. Ad un certo punto lui le viene addosso, e lei smette immediatamente; io sono più fortunata, il mio uomo non ha di questi problemi, e poi io non sono così schizzinosa!
Poi inizia un filmato in cui una ragazza &egrave seduta, circondata da cinque uomini che si masturbano e le imbiancano volto e capelli; la ragazza tiene occhi e bocca ben chiusi, e non sembra particolarmente assetata di quel prezioso liquido.
‘Faccio partire il prossimo?’ gli chiedo, ma lui mi blocca il polso nella sua mano forte e virile.
‘No. Quando c’&egrave qualcosa che non possiamo fare, tipo una orgia o una cosa tra lesbiche, tu ti limiti a menarmelo. Va bene?’
E certo che va bene, purché non stacchi le mie mani dal suo pisello!

La ragazza &egrave sdraiata sul letto, e il suo uomo le tiene le gambe larghe, mentre con colpi secchi e decisi la penetra, facendole sballonzolare avanti e indietro i seni; a giudicare dall’espressione di godimento della femmina, questa &egrave quella che si dice una sbattuta coi fiocchi!
Lui si alza e va a mettersi a bordo letto; io, timorosa, consapevole di ciò che sta per succedere, mi sdraio a pancia in su, e alzo le gambe tenendole bene larghe. Lui me le solleva ulteriormente, in modo che le mie caviglie poggino sulle sue spalle, poi infila le mani sotto la mia minigonna e va ad afferrare l’elastico delle mutandine… la fa sfilare piano piano, inesorabilmente.
Io sollevo la gonna, e con una mano mi copro lì; sono una ragazza adesso, quindi meglio nascondere ciò che le ragazze non dovrebbero avere, e anche se lui non mi dice niente capisco che era quello che voleva.
Mentre la punta del suo pene si insinua lentamente dentro di me, allungo la mano libera ad afferrare il cuscino e a stringerlo… provo a trattenere le grida, ma il dolore &egrave via via più intenso. Sembra quasi giocare a rincorrersi con il piacere.
Quando &egrave entrato a fondo dentro di me, il video &egrave ormai finito da un pezzo, e ne &egrave cominciato uno in cui una famosa pornostar si concede a quattro zampe; spero solo che non voglia cambiare posizione ora, perché anche così mi sento come se potessi spaccarmi in due da un momento all’altro.
Poi inizia a muoversi avanti e indietro, dolcemente; grido per quasi tutto il primo minuto… vorrei pregarlo, supplicarlo di smettere, che posso fargli di quelle cose con la bocca che nemmeno si immagina. Ma non riesco a pronunciare alcuna parola.
Mi mette una mano sul reggiseno, tenendomi schiacciata a terra, e non so perché ma le cose migliorano… il dolore sta via via scemando, mentre aumenta il piacere; non solo fisico, ma anche e soprattutto mentale, causato dalla consapevolezza di essere una ragazzina alle prime armi che si concede ad un uomo esperto e rozzo. Il rumore del suo bacino che sbatte contro i miei glutei va a tempo con i miei gemiti di piacere, in una sinfonia da orgasmo; chissà da quanto tempo la mano con cui mi coprivo si &egrave stretta attorno al mio pene?
I gemiti diventano gridolini striduli, mentre provo a muovere anch’io il bacino per aumentare il mio e il suo piacere (ma soprattutto il mio, lo ammetto); poi un dolore, breve ma acuto, e mi accorgo che &egrave uscito dal mio corpo.
Il tempo di prendere un respiro, e mi metto a quattro zampe, senza nemmeno rendermi conto di quanto doloroso sia ogni minimo movimento adesso che ho il culo aperto in due; ma lui mi indica lo schermo senza parlare, e io guardo: &egrave la seconda parte del filmato da cui &egrave cominciata la nostra galoppata: la ragazza ora &egrave inginocchiata al bordo del letto, e l’uomo sta spargendo il frutto del loro amore sui suoi capelli.
La ragazza &egrave disgustata, e tira schiaffi alla coscia dell’uomo, che però va avanti imperterrito.
Allora &egrave questo che provano le ragazze quando un uomo fa cilecca penso; probabilmente a sproposito, visto che da quasi due ore il suo cazzo &egrave a contatto con una (ex) verginella curiosa e birichina come me, senza un attimo di tregua.
Allora mi inginocchio, e scaccio via la sua mano dal cazzo, per afferrarlo io stessa; chiudo bene occhi e bocca, dirigo la punta di quello splendido oggetto di piacere verso il mio viso, e dopo qualche minuto sento la prima ondata schiantarsi contro il mio viso.
E’ solo una piccola avvisaglia: subito dopo vengono sei schizzi molto potenti e molto caldi, seguiti da un altro paio più deboli, che finiscono sulle mie calze a rete e poi sul pavimento.
Poi più niente: passo di nuovo la lingua sul suo cazzone, che ormai però sta perdendo forza; nemmeno i miei disperati tentativi di rianimarlo con un infuocato rapporto orale sortiscono effetto.
Chissà se anche mia madre &egrave così, quando tutto &egrave finito?.
“Succederà ancora?” gli chiedo, e arrossisco quando mi rendo conto di essere disperatamente desiderosa di rifarlo.
“Migliorerai ” mi dice lui, anche se non capisco il perch&egrave. “Nelle mie mani diventerai sempre più donna, sempre più simile a tua madre!”

Leave a Reply