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Un Uomo ed una Donna

By 8 Settembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Un uomo ed Una donna

Prologo

Quale &egrave la ‘linea di confine’ che separa l’universo femmine da quello maschile?

La risposta a questa domanda, come a tantissime altre, &egrave altamente complessa ed articolata e sono innumerevoli le persone che si sono addentrate in tali elucubrazioni, che ancora oggi, a parte gli aspetti più ovvi, molte domande non hanno ricevuto risposta oppure ne hanno solo in parte.

Per quanto difficile possa sembrare, una persona diventa ciò che vuole diventare; ma quello che non sa, e lo scoprirà nell’arco del tempo, ciò che vuole diventare viene influenzata da innumerevoli fattori, ambientali, sociali, culturali ed altro ancora.
Un’altra cosa che non sa, nel senso che spesso non se ne rende conto al momento, che il suo futuro viene continuamente stravolto da quelle continue decisioni, piccole e grandi, che, continuamente e costantemente, prende per risolvere ogni problema che la vita gli pone di fronte.
Molte decisioni non hanno e non avranno influenza alcuna, altre a breve termine, altre a lungo termine ed altre per sempre.
Il dramma &egrave che tali decisioni prese nel passato più o meno remoto, vengono dimenticate o rimembrate quando ormai &egrave troppo tardi.
Risultato? Molto semplice, direi: una persona &egrave la sommatoria, nel bene e nel male, di tutto questo, e porta con se odio, amore, emozioni, desideri, ambizioni, traguardi, delusioni, dolori, e quant’altro.
Spesso si &egrave costretti a reprimere dentro di se qualcosa, ma, statene certi, primo o poi tornerà a galla dai meandri più reconditi della memoria, dall’inconscio, da dove volete, perché &egrave inevitabile.
Ricordate il vaso di Pandora?
Più o meno &egrave la stessa cosa, noi siamo il vaso, lo riempiamo di tutto e lo chiudiamo, ma poi, un giorno, il vaso &egrave pieno, e capiterà sicuramente qualcosa, qualcuno apre il vaso o si apre da solo perché non &egrave più in grado di contenere niente.
Da qui possiamo proseguire all’infinito, ma non &egrave questo lo scopo, parlerò solo di un incontro tra un uomo ed una donna, che hanno due retaggi diversi, ma hanno in comune un desiderio: provare quelle emozioni che hanno perso o che non hanno potuto avere.
Non ci saranno nomi, luoghi, riferimenti alcuno, perché non contano: Un uomo ed Una donna!

Un uomo ed Una donna

Atto primo

Overture

Un uomo ed Una donna si conoscono!
Non ha importanza chi, dove, come, quando, perché, che lavoro facciano, &egrave tutto ininfluente: si conoscono.
E’ però importante il fatto che iniziano a comunicare, e così iniziano a ‘giocare’ tra loro, si parlano, e scoprono così, e non conta il perché, di avere delle affinità, di potersi confidare, ma, cosa più saliente, possono parlare liberamente di quello che pensano.
Non parlerò della loro vita, non basterebbe, un’enciclopedia su CD-Rom per raccontarle tutte e due, ma parlerò di un mondo che si sono creati dove loro si possono incontrare e vivere insieme momenti unici, indimenticabili.
In questo mondo esistono solo loro, Lei e Lui, i loro desideri, le loro passioni ‘; ecco, più che loro, i veri protagonisti sono e saranno le loro emozioni, emozioni represse, recondite, emozioni mai potute esternare, ma che tra loro &egrave possibile esternare e vivere.
In quel mondo tutto &egrave possibile per loro, ed anche per te, basta viverlo insieme, immedesimarsi, e lasciarsi travolgere dai sensi, chiudere quella maledetta porta che conduce alla nuda e cruda realtà, ed aprire la porta dei sensi.
Si, i nostri cinque fatidici sensi di cui siamo dotati che sono in grado di trasmettere al nostro cervello tutte quelle emozioni fisiche che la realtà di oggi tende ad annullare, soffocare e sopprimere.
Leggi e capirai!

Capitolo primo

Sono in Norvegia, in una piccola ma splendida casa di legno, costruita quasi sul margine di quelle insenature rocciose che solo li si possono trovare.
Si, proprio così, sono su un fiordo, e dalla piccola veranda, chiusa da una vetrata, possono ammirare il mare sottostante, seguirne le onde che entrano dall’Oceano di un colore blu scuro intenso, possono vedere le nuvole che arrivano e passano più e più volte, possono ammirare il mirabile spettacolo del sole al tramonto, possono stare avvinghiati tra le braccia mentre, di notte, la luce bianca della luna li illumina e si riflette sull’acqua o ammirare la volta del cielo cosparsa di miriade di punti luminosi che brillano, possono sentire il vento che soffia tra le rocce e ulula nel fiordo.
Ma c’&egrave un suono che possono sentire e che non fa parte di questo mondo, un suono composto di due suoni, ritmici, che si amplifica quando si avvicinano: sono i loro cuori, che battono forti, quasi emettessero un richiamo l’uno per l’altra, uno chiama e l’altro risponde.
‘Ehi sono io, dove sei!’
‘Sono qua, vicino a te, intorno a te!’
E nell’abbracciarsi, i loro cuori diventano un tutt’uno e battono più forte, all’unisono.
Il loro battito, così unito e rafforzato, compone una musica decisa, come a voler segnare il territorio.
‘Qua ci siamo noi, e perdete ogni speranza o voi che volete invadere il nostro mondo!’ dice quel battito.
Dentro c’&egrave un camino perennemente acceso, la legna scoppietta allegra, lanciando in giro piccole scintille che si spengono nel piccolo tragitto dal camino al pavimento ed il fuoco &egrave come un faro che illumina quella piccola casa.
Il calore che il fuoco genera, crea come un’oasi in quel ambiente, così intimo, così unico, così loro.
Sono seduti davanti al camino tenendosi per mano in silenzio, mentre sulla piastra stanno abbrustolendo delle salamelle e delle fette di polenta da mangiare.
Le loro dita si stringono, si cercano, si desiderano, ma aspettano il momento giusto, e nell’aria &egrave palpabile il loro desiderio misto all’imbarazzo di essere per la prima volta soli.
Soli loro due, sanno che qualcosa accadrà, deve accadere, non &egrave possibile essere soli e guardarsi solo negli occhi, parlare, chiacchierare, ridere, prendersi in giro.
Ma &egrave la prima volta che accade, e, nonostante non siano più dei ragazzini adolescenti, &egrave come se fosse il loro primo appuntamento, la loro prima volta.
Nell’aria si può respirare il profumo del cibo che cuoce, della legna che brucia, del calore del fuoco, ma sopra tutti questi profumi, c’&egrave un profumo più intenso che aleggia inesorabile come una spada di Damocle sopra di loro: &egrave il profumo del desiderio che i loro corpi emanano.
I feromoni, inodori, emanati dai loro corpi, colpisco le loro narici trasmettendo al cervello un messaggio subliminale, il quale risponde con l’istinto primordiale per potersi unire.
Ma loro sono superiori ai loro istinti e cercano di controllarli ‘.
Il cibo &egrave cotto, e adesso &egrave il momento di dare pace al loro stomaco che urla reclamando qualcosa per ripristinare le riserve energetiche di cui il corpo ha bisogno.
Mangiano appagando finalmente il loro bisogno di cibo, sentendosi come rinati, rigenerati dalle nuove energie appena ingerite.

Capitolo secondo

E’ Mattina? E’ giorno? E’ pomeriggio? E’ sera? E’ notte?
‘ ma ha importanza che ore siano?
No!
Per il semplice fatto che il tempo non esiste, &egrave come se si fosse fermato, non ci sono lancette che indichino il fattore tempo.
Sono loro che decidono il trascorrere del tempo, in che punto del cielo si trovi il sole, come l’ambiente esterno lanci le sue ombre sulla terra intorno a loro.
Possono decidere che un secondo duri un’eternità, come un’ora possa durare un brevissimo istante, il tempo non conta ‘
Sono in piedi davanti al fuoco, le loro mani sono unite e si stringono teneramente come solo due amanti sanno fare, si avvicinano e le loro labbra si sfiorano leggermente cercando un contatto a lungo anelato ma represso da altrettanto lungo tempo.
Tremano, li sento, l’imbarazzo &egrave palpabile, l’aria &egrave carica di elettricità, ma tutto ciò non può più fermare ciò che &egrave appena iniziato.
Un contatto, le loro labbra, che in un nano secondo scarica tutta le tensione accumulata, ma che accende in loro il desiderio, i loro corpi sono scossi da tremori incontrollabili, e per questi scoppiano a ridere, ma li unisce ancora di più.
Si abbracciano, si stringono, si guardano negli occhi e si leggono come due libri aperti, ma non si leggono i profondi segreti, tali sono e tali rimarranno, ma scoprono che il loro istinti primordiali non sono morti, era solo sopito e che avevano bisogno di essere riscoperti.
Le loro bocche si cercano, baciandosi sul viso, sugli occhi, finché non si trovano, le labbra si dischiudono lentamente permettendo alle loro lingue d’incontrarsi.
E nell’incontro, prima timido, si avvolgono l’un l’altra; sembrano che stiano duellando per qualcosa, ma non &egrave così, stanno amandosi, si gustano, carpiscono il sapore e lo gustano.
Un bacio lungo, interminabile, i loro respiri sono profondi, ansimano, con le braccia si stringono così forte quasi a farsi male, ma, in realtà, vogliono fondersi in un unico corpo: un corpo due anime, come due anime prima sperdute e che poi si ritrovano dopo chissà quanto tempo.
Il calore diventa quasi insopportabile ‘
‘Fidati di me, non aver paura, voglio amarti in un modo che nessun uomo ha mai amato una donna, non dovrai fare nulla, chiudere gli occhi e basta.’ le dice Lui.
‘Ho paura, ti prego, non farmi del male!’
‘No, mai e poi mai, non ti farò del male, ma se dovesse esserci qualunque cosa che non vuoi, dimmelo! Ciò che desidero &egrave donarti piacere, fare che tu provi piacere, sarai il mio ‘Oggetto/Soggetto’ del desiderio e non dovrai fare altro che pensare al piacere e nient’altro. Promesso!’
Per tutta risposta Lei lo abbracciò ed appoggiò la testa sul suo petto e poté sentire il suo cuore battere come i tamburi dei popoli indigeni durante le loro feste.
Lei mai poteva immaginare ciò avrebbe provato, ciò che il suo corpo poteva trasmetterle, ‘.
Ciò che forse, prima, poteva solo essere una chimera, adesso si trasformava in realtà e stava capitando a Lei; tante volte aveva sentito altre donne, amiche, che parlavano di certe cose, ma le era sempre sembrata fantascienza oppure si reputava diversa, in un mondo sbagliato che non era il suo.
Dipende dal suo passato? Dal sul background?
Sicuramente da tante cose, ma finalmente si poteva rendere conto che in parte era vero, ma, soprattutto, che &egrave una donna normale.

Capito terzo

Lui la avvolse fra le braccia e la fece adagiare sui cuscini.
Lei aveva paura!
Le sorrise, le accarezzò il viso sfiorandola seguendone i contorni, poi scivolo intorno alle labbra e ne scivolò intorno e saggiandone la morbidezza.
La baciò sulle palpebre, sui capelli, sulle guance, sul nasino, sulle orecchie, sui lobi, poi scese sulla bocca e con la punta della lingua ne seguì i contorni per scivolare, lento ma inesorabile, fra le sue labbra appena dischiuse.
Quella delicatezza fu per Lei come un pugno nello stomaco, faceva fatica a respirare, sentiva il cuore batterle fin dentro il cervello, il suo corpo era tutto un tremito, non riusciva più a controllare i suoi muscoli, sentiva il corpo come se godesse di vita propria.
Dentro di lei si sentiva invadere da un calore diverso, un calore strano, che divampava come un incendio, ma non bruciava, sentiva il ventre gonfiarsi e contrarsi violentemente, sotto il reggiseno sentiva i capezzoli inturgidirsi fin quasi a farle male tanto premevano contro il tessuto.
E più giù? Nella sua intimità? Cosa stava accadendo!?
Si sentiva come ribollire, come nel ventre della caldaia di un treno a vapore; un calore particolare come mai le era capitato in passato.
‘Cosa mi sta accadendo!’ pensava quasi terrorizzata.
‘Ho paura!’ gli disse.
Si fermò, le sorrise affinché Lei potesse rilassarsi un momento.
Ma in Lei quelle sensazioni non si placarono, anzi, quella interruzione ebbe la reazione opposta perché il suo corpo desiderava, reclamava quelle attenzioni mai godute e/o dimenticate.
Era senza forze, non riusciva a compiere un movimento volontario senza che le costasse fatica, ma non per la stanchezza, ma perché era in preda di quell’istinto a lungo represso, e l’unico gesto che riuscì a compiere fu quello di prendergli il viso tra le mani e baciarlo con tutta la passione di cui era capace in quel momento.
Lui capì, capì che era pronta, pronta per essere il suo Oggetto/Soggetto del desiderio e non avrebbe più opposto resistenza alcuna.
In Lui l’eccitazione era prepotente e dolorosa, e doveva combattere con se stesso per non possederla; aveva promesso e non avrebbe mancato alla parola data.
Lei era lì, sdraiata sui cuscini inerme, pronta a tutto, ma il suo cervello era più vigile che mai per ricevere e godere di tutte quelle sensazioni che aveva appena provato e che avrebbe provato di li a dopo.

Capito quarto

La mano di Lui iniziò a scivolare sul suo corpo ‘, Lei chiuse gli occhi, i brividi la percorsero completamente, dal punta dei capelli alle dita dei piedi.
La mano scivolava, lenta ma inesorabile sopra i vestiti, dalle spalle, alle braccia, sul petto, sul ventre, sulle gambe, per poi ritornare su.
Indugiò un attimo quando arrivò sul petto, lo sentiva sollevare sotto il suo palmo, e nello stesso modo poteva vedere e sentire il suo respiro, irregolare ma profondo.
Le sue dita si intrufolarono trai bottoncini della camicetta e con i polpastrelli poté sfiorare la sua pelle.
Lei ansimava estasiata da quel tocco così intimo, ma così delicato.
Slacciò i bottoncini, per iniziare un nuovo gioco, il gioco della scoperta, alla scoperta di quel paradiso sconosciuto.
E dopo averli slacciati tutti le aprì completamente la camicetta, e la ammirò.
Un reggiseno color panna avvolgeva le due piccole colline sul torace separate da un dolce avvallamento interrotto dal tessuto che collegava le due coppe, e quasi nel centro i capezzoli premevano così forte da sotto il tessuto, quasi volerlo lacerare, tanto da delinearne la forma.
Lei teneva le braccia lungo i fianchi, le mani strette a pugno, combattuta tra l’imbarazzo ed il desiderio.
Lui avvicinò il viso sul petto in mezzo ai seni e con le labbra sfiorò la sua pelle con dei baci.
I suoi muscoli si contrassero, sussultò, il suo ventre si alzava e si abbassava aritmicamente ed il suo respiro era irregolare.
Lui, con le dita, iniziò ad esplorarla, leggero, non come il tocco di una piuma, più come se al posto delle dita avesse delle piccole rose ed i morbidi e segosi petali scivolavano su di Lei.
Lui avvertiva, vedeva, quanto fosse il piacere che Lei stesse provando, e dal canto suo, in quel modo, poteva sentire la morbida e leggera peluria sotto le dita.
Con le dita girava intorno al collo e sulle spalle, scendeva sul petto girando intorno al reggiseno seguendone i contorni come a delineare un confine invalicabile, scendeva lungo i fianchi fino al ventre, per poi risalire in mezzo e circumnavigare l’ombelico, risalire ancora sullo stomaco e scivolare più su sotto il collo.
La baciò a lungo, e poi, a più riprese, la riesplorò con la punta della lingua come aveva fatto prima con le dita.
Era forte in Lui il desiderio di possederla, ma non se lo sarebbe permesso, no assolutamente, ‘Ho promesso’ continuava a ripetersi dentro di se ‘Non farò l’amore con Lei, se non fosse stata Lei a dirmi di si, che lo voleva!’.
Lei poteva sentire i suoi pensieri, e gli sorrise dolcemente perché sapeva di potersi fidare.
Lui la sollevò e la liberò dalla camicetta, l’abbracciò a se e si inebriò del profumo della sua pelle, calda e morbida, la accarezzò, tanto che Lei poteva ‘palpare’ il suo desiderio in quell’abbraccio ed in quelle carezze.
Anche in Lei l’eccitazione era fortissima, così alta che qualsiasi parte del suo corpo sembrava stesse gridando di continuare di non fermarsi, e nelle sue parti più intime era altrettanto evidente il desiderio di quelle coccole.
La fece sdraiare di nuovo mentre si baciavano, mentre con la mano scese giù fino al bordo dei jeans.
Fu un attimo e le sue dita sganciarono anche l’ultimo bottone rimasto, sentì la cerniera scorrere verso il basso, e, subito dopo, le dita scivolarono sopra gli slip.
Lui si spostò in ginocchio di fronte a Lei e lentamente iniziò ad abbassare i pantaloni.
Lei lo aiutò sollevando le natiche dai cuscini permettendogli di eliminare un’altra barriera tra se stessa ed il piacere che l’aveva completamente invasa e travolta.
Il tempo non esisteva più, era così dilatato che un secondo poteva sembrare un giorno, una settimana o un anno, non contava nulla, meno di niente.
Le ultime barriere erano il reggiseno e gli slip, lo sapevano entrambi, ma non c’era fretta, il tempo era dalla loro parte, o meglio, ne erano i padroni.
Lui la guardò, i suoi occhi brillavano di desiderio, di lussuria, quanta fatica, quale dolore, ma aveva promesso; anche Lei lo guardava, si rendeva conto di essere li quasi nuda, ancora per poco, davanti a quell’uomo, ma non provava più remore, pudori, vergogna, provava solo desiderio, desiderio di godere dei suoi sensi come mai le era accaduto in passato, e sapeva che così sarebbe stato.
Lui riprese ad accarezzarla, e per Lei, ogni carezza, era come una scarica elettrica che partiva dal punto in cui veniva toccata ed arrivava violenta fino al cervello pervadendo ogni parte del suo corpo facendola sussultare senza provare alcun dolore.
Non sapeva da quanto tempo la stesse sfiorando e toccando, fino a che non si senti ruotare sui cuscini e Lui dietro e sopra di Lei che continuava a sfiorarla, baciarla, e poi con la lingua lo senti partire dalla base del collo e scendere lungo la spina dorsale, giù, giù, giù, fino al bordo degli slip per poi proseguire sulla parte posteriore della coscia destra, dietro il ginocchio, sul polpaccio fino alla caviglia, per poi spostarsi sull’altra gamba e fare il percorso inverso.
Risalire lungo un fianco fino all’ascella, fare il giro lungo tutte le spalle, ridiscendere di nuovo giù.
Lui le fece divaricare le gambe, non capiva perché, finché non senti le sue labbra baciarle l’interno delle cosce.
Lui sentiva il profumo del suo sesso, caldo e dolce, e poteva anche vedere un alone sul cavallo dello slip, segno inequivocabile del suo stato di abbondante eccitazione.
Egoisticamente se ne compiacque, perché stava riuscendo nell’intento.
Risalì di nuovo lungo la schiena e si fermò solo quando raggiunse il fermo del reggiseno.
Fu un attimo, lo sganciò, e lentamente glielo sfilò.
Lei si pervasa da un nuovo piacere, il piacere di essere di nuovo scoperta e Lui lo stava facendo.
Poi scese con le mani lungo i fianchi fino a raggiungere l’ultima barriera rimasta, infilò le dita sotto l’elastico degli slip e lentamente glieli fece scivolare via lungo le gambe.
Per un attimo Lei fu presa da un senso di impotenza, completamente nuda davanti a Lui, ma grazie alla sua dolcezza ed i suoi baci, anche quell’ultimo timore cadde come le foglie spazzate dal vento.

Capitolo quinto

Le sue mani scivolavano sul suo corpo, esplorandola, cercandola, desiderandola e Lei lo poteva sentire, perché anche Lei desiderava tutto ciò.
Lui fece di nuovo voltare e, per la prima volta, poté ammirare il suo corpo nudo nella sua completezza e la baciò sulla bocca, un bacio carico di passione e libido insieme.
Oh mio dio, i suoi seni, erano stupendi.
Due colline morbide, e, nel centro, i capezzoli, stupendi, gonfi e turgidi come due nocciole, di un colore bruno.
Si chinò su uno di essi, le sue labbra erano a pochi centimetri, così vicine che poteva avvertire il calore del suo respiro.
Le labbra avvolsero il capezzolo come un caldo abbraccio, ed iniziò a leccarlo delicatamente con la punta della lingua.
Lei trattenne il respiro, le si inarcò la schiena, era una sensazione bellissima.
Il tocco della lingua le procurava una scarica elettrica violenta che faceva scuotere il suo corpo in modo incontrollato.
Stupendo, le sembrava di volare, si sentiva leggera come una piuma, cullata com’era da quelle attenzioni così intime, così profonde, ed erano tutte solo per Lei.
La sua libido si era finalmente liberata, era eccitata, si eccitata e non provava assolutamente vergogna di questo desiderio, voleva fare l’amore ma sapeva che lui non l’avrebbe fatto se non solo se glielo avesse chiesto espressamente: lo non fece, egoisticamente voleva godere solo Lei di quei momenti.
Sentiva il calore del suo sesso, ‘.
Aveva mai provato un desiderio così forte? Una voglia di essere presa? Di essere posseduta? Si, perché no, di essere penetrata?
Non se lo ricordava, o quanto meno, non lo ricordava in questo modo.
Lui alternava i baci da un seno all’altro, da un capezzolo all’altro, alla sua bocca, agli occhi, mentre con le dita seguiva i contorni di quelle collinette.
Lei sentiva dentro di se aumentare l’eccitazione.
Era come essere immersi nell’acqua di mare mentre ci si lascia cullare dalle onde, prima piccole, onde corte che durano poco, e poi, poco a poco, le onde diventano più lunghe e ti portano più in alto.
Poi la sua mano scese nuovamente, oltrepassò quel confine dapprima dettato dagli slip, le sue dita trovarono il suo centro.
Un prato di morbida peluria castano scuro ricopriva il monte di Venere e proseguiva fino a coprirle la vagina.
Le sue dita s’intrufolarono in quel prato come un esploratore entrava in una foresta amazzonica.
Era calda, morbida, e le sue dita giocavano con la peluria come un bambino gioca con i capelli della madre.
Per Lui era inebriante, perdersi in quella foresta accogliente; con le dita, poi, seguì i contorni fino all’inguine, rendendosi conto di quanto Lei fosse eccitata.
La peluria era umida e lucida degli umori vaginali che il suo ventre aveva prodotto per rendersi pronto ad accogliere l’uomo, ma non sapeva ancora che non lo avrebbe accolto ma avrebbe comunque raggiunto l’apice del piacere.
Le dita lentamente risalirono nel centro fino ad incontrare le grandi labbra.
Com’erano gonfie, dilatate e completamente rese lucide dalle secrezioni, scivolò sulle labbra, prima su una e poi sull’altra, dal basso verso l’alto e viceversa, e poi ancora, poi di nuovo verso l’alto fino ad incontrare la clitoride, anch’essa gonfia e turgida.

Lei seguiva i suoi movimenti, ormai quelle onde la trascinavano con la corrente, i suoi sensi reagivano ad ogni piccolo stimolo anche il più banale, il cuore batteva all’impazzata, dentro il suo ventre sentiva i muscoli vaginali contrarsi, e già quelli le procuravano un piacere indescrivibile, mai provato, desiderava che continuassero all’infinito, che quello stato potesse protrarsi per sempre, in quella specie di oblio, dove il piacere era l’unica cosa che contasse.
Poi Lui la voltò di nuovo, le sue mani scorrevano sul suo corpo coprendo ogni millimetro della sua pelle, scese sulle natiche, le baciò, baci carichi di desiderio, e Lei lo sentiva chiaramente ora.
Le onde, adesso, erano alte ‘
Le fece divaricare le gambe, con la lingua seguì la linea centrale tra le natiche, scese lentamente, insesorabilmente.
Lei non era più in gradi di capire quale parte del suo corpo fosse ‘controllata’ in quel momento, fino a che, ‘OH, NO!’ disse, capì che la sua bocca aveva raggiunto la parte più intima del suo corpo.
Lui si fermò di colpo, ma Lei rimase li ferma, come in attesa di qualcosa che ‘.
‘Vuoi che smetto?’ chiese Lui a filo di voce.
‘Io, ‘. Non, SI! NO, ti prego non ce la faccio più!’
‘Vuoi che smetto?’ chiese di nuovo Lui.
‘Mi piace ” sussurrò Lei.
La sua bocca avvolse, come in un bacio, le grandi labbra vaginali ‘.
‘Mi piace ” sussurrò Lei di nuovo con voce alterata.
La bocca premeva delicatamente, la lingua iniziò una nuova esplorazione, l’esplorazione più intima che mai avrebbe potuto fare con quella donna.
Le piccole labbra vaginali si dischiusero anche loro accogliendo quella particolare penetrazione, dalla vagina le secrezioni sgorgavano come l’acqua sgorga da una piccola sorgente in alta montagna al disgelo della neve.
E Lui sentiva quel sapore dolce e se ne abbeverava come un assetato beve disperatamente l’acqua alla fontanella in un parco in un’afosa giornata estiva.
Poi si spostò, solo un poco, quel tanto che bastava per raggiungere la clitoride, e le sue labbra lo strinse delicatamente, l’onda era troppo alta ormai.
Altre scariche elettriche, più violente, percorsero il suo corpo, l’apice del piacere stava arrivando e se ne rese conto, sull’onda iniziava a formarsi la cresta bianca.
Mentre Lui continuava a baciarla così intimamente, le sue correvano lungo il suo corpo, avvolgeva i suoi seni come in una coppa di champagne, con l’indice ed il pollice, stringeva i capezzoli, non si fermava neanche un attimo, non le lasciava tregua.
Una nuova onda arrivava, forte, che la porto ancora più in alto, più su, più su, se ne accorse e non oppose nessuna resistenza.
Più Lui continuava ad esplorarla, baciarla, toccarla, più quell’onda cresceva.
L’onda si rovescia.
D’un tratto perse ogni contatto con il suo corpo, si senti travolgere, sballottata, le contrazioni vaginali erano violente, non si sentiva più dentro quel corpo, stava volando, era l’onda che si stava rovesciando.
L’orgasmo la travolse, ogni parte di se, ogni muscolo, partecipava attivamente per comunicarle tutto il piacere che provava, ogni lembo di pelle, esterno ed interno, ogni terminazione nervosa stava comunicando solo PIACERE, UN TOTALE PIACERE.

Capitolo sesto

Quando riprese coscienza di se, era sdraiata ancora sui cuscini, Lui era al suo fianco, l’accarezzava, la baciava.
Mai, Lei, era stata così felice, felice di essere stata ‘fatta donna’, se mi passate il termine, come durante quei momenti.
Lei lo abbracciò, lo baciò, non dissero una parola.
In quel momento non servivano parole, servivano solo quei gesti che comunicavano tutto, comunicavano sensazioni, sentimenti, che nessuna parola la mondo poteva descrivere.
Si strinsero in un abbraccio.
Ora le loro anime si sono unite, si sono fuse insieme al di sopra dei loro corpi e brillano come due stelle nell’alta volta del cielo.
Solo loro due, nel loro mondo, e nessun altro.
‘Perdete ogni speranza o voi che entrate ” diceva Dante all’inizio della Divina Commedia all’Inferno.
‘Perdete ogni speranza o voi che entrate ‘, nel nostro mondo!’ dicono loro Un uomo ed Una donna.

Fine primo atto

Lui e Lei, Un Uomo ed Una Donna, non ha importanza che essi siano, può essere chiunque, anche Tu che stai leggendo.
E se leggendo hai vissuto con loro, hai provato quei turbamenti, quelle sensazioni, vuol dire che sei vivo e che, forse, hai la speranza di poter vivere anche tu quanto hai letto.

E’ solo un fiume di parole messe insieme, che comunicano tanto e niente, dipende esclusivamente da TE.
‘Ma &egrave finita la storia?’ Chiederai.
Non lo so.
‘Ma faranno l’amore?’ Insisterai.
Non lo so.

Un uomo ed Una donna

Atto secondo

Overture

Cos’&egrave la sensualità?
Anche qui possiamo trovare un elenco di risposte trite e ritrite dalle maggiori eminenze grigie, sessuologi, psicologi e chi più ne ha più ne metta.
A mio avviso la sensualità può essere, anzi lo &egrave, un gioco di ruolo.
Banale?
No, basta pensare semplicemente al fatto che, sia l’uomo che la donna, desiderano, per se stessi che per il partner, essere l’oggetto del desiderio, essere il tramite per l’eccitazione, essere il centro dell’attenzione, essere ‘.
Si ‘essere’ il centro per dare e ricevere l’apice del piacere.
La complicità &egrave ciò che conta, che ci deve essere in entrambi, tra entrambi, che deve permettere di escludere qualsiasi inibizione, l’unica regola &egrave lo scambio reciproco del piacere, e non ha importanza chi prima, chi dopo, se durante, scoprire l’uno nell’altra cosa più ci, gli, piace e donare/donarsi piacere, nel rispetto reciproco.
In questo gioco non deve e non può entrare assolutamente la violenza, morale e/o fisica, l’obbligo di dire e/o fare qualcosa che non si vuole, ma rispettarsi, non deve esistere sottomissione, ma tutti e due si &egrave parte attiva.
La complicità &egrave un gioco, e, come tutti i giochi di società, ognuno deve attendere il suo turno per poi arrivare a giocare insieme.

Capitolo primo

Sono li sdraiati sui cuscini, abbracciati, i loro cuori battono insieme, lenti, cullati da quel tamburo, in silenzio.
Non c’&egrave bisogno di parole, non esiste vocabolario in grado di sfornare alcun vocabolo che possa descrivere ciò che stanno provando: i loro sentimenti.
Sono li nel loro mondo, senza tempo ne spazio, sono i loro sensi che gli permettono di comunicare.
Lui la bacia, un bacio caldo, avvolgente, un bacio che comunica tutta la sua bramosia, il suo desiderio.
Le sue mani scivolano lente su di Lei, le sue dita la sfiorano, s’intrufolano nei capelli, corrono leggere sulle orecchie e lungo il collo, tremano ‘.
Tremano, perché ha paura di rompere l’incantesimo, quella magia che permette loro di essere li insieme, ha il terrore di dire parole ridicole, inutili, che possano, in qualche modo, infrangere ciò hanno vissuto, che stanno vivendo, come un oggetto raro di cristallo preziosissimo, introvabile, o solo per pochi eletti.
Ma i loro sensi sono un bene che tutti hanno, &egrave vero, ma solo in pochi sono in grado di poterli vivere come loro li stanno vivendo.
Mi richiederete se faranno l’amore, ma neanch’io posso sapere ciò che stanno vivendo, cosa decideranno ‘., sono solo un tramite che vi permetterà di scoprirlo.
Lei &egrave li fra le sue braccia, che si lascia cullare da quelle lunghe ed interminabili attenzioni che le provocano continue sollecitazioni alle terminazioni nervose sparse in ogni micron del sul corpo.
Quelle continue sollecitazioni, quelle costanti ma incostanti scariche elettriche, nonostante l’orgasmo appena provato, continuano a provocarle piacere.
Ad entrambi piace, e Lei glielo comunica rispondendo appassionatamente a suoi baci.
‘Perché mi ami in questo modo!?’ chiede Lei.
‘Amare una donna, per me, non significa solo possederla e farle sentire la mia mascolinità, ma significa anche solo guardarla mentre prova piacere: come con te!’
‘Cosa intendi dire!’
‘Adesso, prima, io ho potuto, nonostante la promessa, sentire completamente il tuo corpo, vederlo, cosciente di essere io il mezzo tramite il quale hai potuto provare ciò che hai provato. Ti ho guardata, ti ho vista levitare, ho sentito quell’onda che arrivava, che ti ha travolta e poi delicatamente ti ha adagiata sulla riva del mare e dopo lambirti mollemente con la risacca. Eri li, sei qui fra le mie braccia, perché mi chiedi come faccio ad amarti così?!’
‘Ti ho promesso che ti avrei amata nel modo più dolce di cui ero capace senza violarti, e l’ho fatto, non voglio entrare nella tua vita e mancarti di rispetto e perdere rispetto. Ti desidero, e lo sai, ma nulla sarà se tu, che tu non voglia!’
Lei era visibilmente turbata.
Quanti uomini l’avevano corteggiata, desiderata, amata?, quanti l’avevamo mai amata così come l’aveva appena amata.
Se Lei gli aveva permesso di ‘giocare’, e così pure Lui, &egrave sicuramente perché entrambi hanno bisogno di qualcosa, di qualcuno, che li faccia sentire importanti, e Lei &egrave importante per Lui, perché con Lei e tramite Lei, Lui &egrave riuscito a comunicarle come la voleva amare.
Anche Lui &egrave importante per Lei, perché Lui la sta amando come Lei avrebbe voluto, vuole essere amata!
Lei &egrave libera di parlargli di tutto perché la ascolta, sono partecipi allo stress l’uno dell’altra, ma non si mancano, e questo a loro permesso di creare e di entrare nel loro mondo segreto.
‘Perdete ogni speranza o voi che entrate qui!’
Lui la strinse a se, così forte che quasi le mancò il respiro.
‘Mi manchi, quando non ti sento, dolce Cucciolo!’

Capitolo secondo

Lei ha mai ‘giocato’ con un uomo?
Probabilmente no!
Non ne avrà avuto il coraggio?
Non ne ha mai avuto il modo?
Non lo so, ma sicuramente, in un attimo, le sono passate le immagini di tutte le volte che ha fatto l’amore, ma mai una volta, forse, ha mai ‘giocato’ nello stesso modo in cui Lui ha ‘giocato’ con Lei!
Cosa avrebbe provato ad essere Lei, in quel momento, a ‘condurre’ il gioco.
Lei lo desiderava, lo desiderava sentire dentro di se, nel sue ventre, già sconvolto dalla passione ‘
‘Ti posso amare come tu hai amato me?’
‘Sono il tuo Oggetto/Soggetto del desiderio!’
‘Non so ‘ cosa ‘. come ‘ fare!’
‘Non aprire quella porta verso la realtà, lasciala chiusa, e permetti ai tuoi sensi di guidarti!’
E così fece.
I loro cuori ripresero a battere forti come tamburi, ma sempre all’unisono.
Lei lo fece sdraiare sui cuscini, si chinò su di Lui e gli accarezzò il viso.
Il suo tocco era leggero come un’ala di farfalla, così morbido, da essere paragonato ad una leggera brezza primaverile.
Si chinò su di Lui, e gli sfiorò le palpebre con le labbra, scese sulle guance, agli angoli della bocca, le dita giocavano arruffandogli i capelli, con la lingua fu Lei, adesso, a gustare il sapore della sua lingua cercata voluttuosamente fra le sue labbra.
Il calore del camino continuava ad alimentare la loro passione, il fuoco continuava a scoppiettare allegramente e giocare con i loro corpi lanciando intorno ombre ridicole.
L’incantesimo non si &egrave spezzato, la magia ancora li avvolge, il tremore delle loro mani non si &egrave spento.
‘Amami!’ Le disse Lui con un sussurro.
Adesso erano le sue mani che indugiavano su di Lui, che ne sentiva la consistenza da sopra i vestiti.
‘Si, piccolo, ti amerò, giocherò con te, come mai ho fatto prima!’
Adesso era Lei a slacciare, con dita frementi di desiderio, i bottoni della sua camicia, a sentire il solletico sui polpastrelli generato dalla peluria del petto, a sfilare la camicia dai jeans ed aprirla completamente.
Era Lei che, con i palmi delle mani, che si appoggiava dolcemente sui suoi pettorali, che vedeva i suoi occhi socchiudersi per gustare quella dolce pressione.
Era Lei che, poteva appoggiandosi sul suo petto, poteva unire fisicamente il suo cuore al proprio.
Era Lei che, così sdraiata, poteva respirare il suo respiro caldo e sentirne l’eccitazione.
E Lui, Lui cosa sentiva: sentiva la freschezza della sua pelle, i suoi seni morbidi sul suo petto, i suoi capezzoli turgidi premere decisi.
La volle abbracciare e cercò la bocca da baciare.
‘NO! Fermo!’ gli disse.
‘Voglio essere io, adesso, a desiderarti.’
Lo baciò, e mentre lo baciava le sue mani gli esploravano il torace, ne saggiava la consistenza, premeva sul ventre, lo stringeva, lo ‘., lo desiderava.
La camicia volo via, e lei, sdraiandosi di nuovo su di Lui, poté assorbire dalla sua pelle tutta la fragranza, il calore, lasciarsi cullare dal suo respiro che la sollevava ritmicamente.
Con dolcissimi baci, gli copriva il volto, il collo, dietro le orecchie, sulle spalle, provocandogli scariche violente di eccitazione provocandogli quasi dolore.
Lei adesso si sdraiò completamente sopra di Lui, ed in questo modo poté sentire dai jeans la sua erezione contro il suo ventre.
Questo la eccitò ancora di più.
Capito terzo

Si lasciò scivolare al suo fianco e le sue mani iniziarono una lunga discesa verso il basso, arrivando al limite posto dai pantaloni ed indugiò sul suo inguine fino a poter verificare la consistenza della sua eccitazione.
Ormai era decisa.
Quelle onde stavano ritornando e le sentivano, entrambi le sentivano questa volta.
Un’altra barriera venne eliminata, le dita slacciarono il bottone ed abbassò la cerniera per poi sfilargli i jeans facendoli volare e raggiungere gli altri indumenti a tenergli compagnia.
Stavolta fu Lei ad inginocchiarsi di fronte a Lui, fra le sue gambe, accarezzarlo, guardarlo, vedere, toccare, prendere atto di quanto fosse eccitato, di quale fosse stata, fino a quel momento, la forza che aveva dovuto reprimere per rispettare la promessa fattale.
Anche Lei, egoisticamente, ne era compiaciuta, ma era anche felice perché si rese conto di cosa era, ancora, in grado di scatenare in un uomo.
Aveva mai toccato un uomo in quel modo?
Non lo so!
Ma quella porta, verso la realtà, era chiusa, Lei &egrave riuscita ad aprire totalmente la sua porta dei suoi sensi.
Lui fremeva, bramava all’inverosimile sentire le sue mani su di lui, essere ‘giocato’, ed, a parte l’evidente erezione, c’erano anche tutti gli altri muscoli che sussultavano sotto il delicato tocco delle sue mani.
Con movimenti lenti, quasi studiati anche se non era vero, anche gli slip, la definitiva ultima barriera fra loro, furono eliminati ed abbandonati.
Da quel momento fu un crescente, per Lei e per Lui, di sensazioni, di emozioni, di piacere.
Lei tornò a sdraiarsi su di Lui e poté sentire il suo sesso gonfio e turgido, premere direttamente al contatto della pelle del suo ventre, ne avvertì il calore, i sussulti.
Le onde si gonfiavano ancora di più.
Si baciarono di nuovo, si strinsero fortemente, la passione che mettevano nel baciarsi era tale da togliersi il respiro l’un l’altra.
Per Lei erano momenti indimenticabili.
Non stavano facendo l’amore, ma era come se lo stessero facendo, tanto forti erano sensazioni che provavano al solo contatto dei loro corpi, dei loro sessi.
Quelle onde li stavano trasportando, per Lei di nuovo, verso l’alto, su, più su, dove già si stavano formando nuove piccole increspature bianche.
Un vulcano, prima di esplodere, avverte tutti coloro che vivono intorno a lui con dei terremoti più o meno violenti, con crepe che si aprono tra le rocce nella terra.
‘ e Lui era come un vulcano, i segni erano inequivocabili, l’esplosione sarebbe potuta giungere in qualsiasi momento, l’eruzione avrebbe potuto avvenire senza il minimo preavviso, i segnali erano chiari, al di sopra di ogni possibile dubbio.
Ormai niente e nessuno avrebbe potuto arrestare tutto questo.
Lei era una vulcanologa, esaminava il suo vulcano, poteva controllarlo, fino ad un certo punto, ma poteva sicuramente guidare l’esplosione finale e la relativa eruzione.
LEI LO SAPEVA, era Lei che giocava adesso e dettava le sue regole.

Capitolo quarto

Era felice di essere li con Lui in quel mondo.
Poteva sentire, dire, fare tutto in quei momenti senza spazio e senza tempo.
Si sollevò appoggiandosi con le braccia ed accarezzò il suo corpo scivolando su di lui, i seni ed i capezzoli gonfi e turgidi anch’essi, lo sfioravano dappertutto.
A quel contatto i capezzoli s’inturgidirono ancora di più, la pelle era così tesa che da un colore nocciola divenne un rosato come quello delle fragole, e da essi partivano scariche violente che le attraversano tutto il corpo, e tali scariche venivano anche trasmesse ed avvertite da Lui.
Lei scese ancora più giù, fino a lambire il suo sesso, dolcemente lo guidò nella valle segnata dai seni, scese ancora ed i capezzoli gli accarezzarono le cosce.
Aveva davanti agli occhi, a pochi centimetri, il membro, sentiva il calore che emanava, il glande, di un colore rosa porpora, era lucido dalle secrezioni fuori uscite per l’eccitazione.
Le sue labbra si appoggiarono delicatamente sul membro con un leggerissimo bacio.
Inginocchiandosi fra le sue gambe prese ad accarezzargli le cosce, risalendo fino all’inguine, con le dita raccolse dolcemente i testicoli potendone palpare la consistenza, tanto erano pronti a scaricare fuori il loro contenuto.
I suoi tremiti erano tali e paragonabili a suoi di prima, e Lei ne era felice, si era felice perché ne era Lei l’artefice.
Adesso era Lei che poteva vederlo, osservarlo, mentre, sollecitato, lo stava portando al culmine del piacere, era Lei che lo accompagnava sopra quell’onda che prima aveva cullato e poi travolto lei.
Le sue dita avvolsero il suo membro, scivolavano languidamente intorno ad esso, s’intrufolavano nella peluria del pube, a volte quasi a bloccargli il respiro, altre a farlo ansimare, altre ancora a farlo sussultare.
I suoi occhi si riempivano di quanto stava guardando, di solito era Lei che ‘subiva’, più o meno passivamente, di quelle attenzioni, ma adesso no, adesso era lei a procurargli e provare piacere nel donare piacere.
Al tatto delle sue dita lo sentiva sussultare, il suo membro guizzava come se godesse di vita propria, e ne era Lei l’artefice, solo con se le sue mani stava procurando lo stesso piacere di cui prima ne era stata oggetto.
Si rendeva conto, come vulcanologa, che tutto ciò non sarebbe potuto durare a lungo, ma era sua intenzione riuscirci, era sua intenzione portarlo allo stesso apice a cui prima Lei era arrivata, e voleva che ciò avvenisse cercando il più possibile mentre ne era cosciente (cosa, per altro per Lei, non facile).

Capitolo quinto

Si rese conto che, se avesse così continuato, il vulcano sarebbe esploso, per cui rallentò le sue attenzioni al suo sesso.
Le sue dita lo abbandonarono, se così si può dire, dedicandosi a tutto il resto del suo corpo.
Lui riuscì, per quanto fosse possibile, a riprendere possesso del suo corpo (cosa inutile), perché Lei lo baciava, lo accarezzava, le sue labbra lambivano ogni centimetro della sua pelle, la sua lingua esplorava ogni millimetro del suo corpo, le sue mani lo obbligavano a voltarsi ora sul ventre, ora sulla schiena, scivolava lungo la sua spina dorsale, procurandogli spasmi ai muscoli dorsali tali da perderne ogni controllo, scariche che partivano dal punto su cui si posava fino ad invaderne totalmente il cervello.
Era in balia totale delle sue attenzioni, Lei lo stava conducendo all’apice del piacere, stava innalzando quell’onda fino al punto critico, fino al punto di non ritorno.
Lo rigirò per l’ennesima volta sulla schiena, lo baciò, un bacio carico di sensualità, di passione, di libido, tale era la forza del suo desiderio, una forza, non repressa, non soffocata, ma a lungo non alimentata.
Le sue labbra avvolsero i suoi capezzoli, scivolarono giù lungo i fianchi, sul ventre, per poi tornare ad incontrarsi con il turgore del suo membro.
Nuovi baci delicati dedicò al glande, ne seguirono il contorno, piccoli e delicati morsini diede lungo tutta l’asta fino alla radice sul pube per poi risalire lentamente.
Lui ansimava, sembrava un mantice, dalla sua bocca non uscivano altro che sospiri di piacere, e Lei ne era compiaciuta, il suo petto si sollevava e si abbassava veloce, il ventre si contraeva spasmodicamente, stava cercando di prolungare il più possibile il momento fatidico, ma Lei se ne rese conto.
‘Perché ti opponi?’
‘Lasciami, permettimi, di condurti dove tu prima mi hai accompagnata, guidata, io non ho opposto nessuna resistenza!’
‘Non ti piace?’ chiese provocatoriamente.
‘Mi piace, eccome se mi piace; vorrei non finisse mai!’
La sua voce era profonda, caricata dall’eccitazione.
‘Non finirà!’ rispose Lei.
‘Abbandonati a me, come io mi sono a te abbandonata, come io mi sono da te lasciata guidare, tu il timoniere che porta la barca sul mare, come io la vela che si lascia gonfiare dal vento!’
‘Baciami, ti prego ‘.’ le chiese, e Lei, felice, assentì a quell’unica sua richiesta.
Non ci fu bisogno più di parole ancora, Lui era divenuto quella barca e Lei lo Skipper.
Durante quel bacio, Lei sentiva il suo sesso premere contro il suo ventre, era così forte la voglia di accoglierlo dentro di se, che con il pube iniziò un nuovo gioco.
‘Sei mio!’ gli disse, in quelle due parole era rinchiuso tutto il suo desiderio.
Il bacino roteava lentamente, piccoli movimenti circolari, la sua schiena si sollevò leggermente, quel tanto che bastava affinché le grandi labbra della vagina venissero a contatto con il suo sesso.
Delicatamente, quelle labbra calde e tumide di desiderio, lo lambirono e lo avvolsero.
Lei stessa, a quel contatto, provò uno spasimo, senti i muscoli vaginali contrarsi e dilatarsi incontrollabili, le secrezioni aumentare, di nuovo quel calore divampò dentro di lei.
‘Lo voglio dentro di me!’ urlò, ma dalla sua bocca non uscì una parola.
Si sollevò, inginocchiata su di Lui, e guardò, si osservò, e quello che vide non era altro che se stessa, o meglio, era il suo corpo, perché Lei era di nuovo proiettata fuori, che ‘giocava’ con Lui e, nel donargli piacere, Lei stessa ne era coinvolta attivamente in prima persona.
Con le dita di una mano premette il suo sesso contro la sua vagina, fra le grandi labbra, completamente gonfie e dilatate, con continui movimenti pelvici, percorrendo tutta la lunghezza del pene, dai testicoli al glande.
E quando le grandi labbra lo avvolgevano completamente, Lui poteva sentire i muscoli vaginali quasi volessero risucchiarlo dentro di Lei.
Anche Lei avvertiva quella bramosia, ‘
‘. ma non era ancora il momento!
Quanto poteva mancare ancora all’eruzione, quante scosse di terremoto si sarebbero ancora scatenate prima del momento fatidico!
Lei continuò con quel gioco, la sua clitoride premeva e si strofinava continuamente su di Lui,
Per quanto tempo?
Dei sussulti del ventre, dei guizzi del pene, furono il segnale.
Lui la guardò, trattenne il respiro, Lei gli sorrise ‘Si, piccolo mio, non resistere!’, gli disse continuando con quelle intime carezze.
Il suo corpo tremò, scosso da fremiti, il vulcano esplose ‘.
Dal prepuzio, il liquido caldo uscì copioso, inondandole la mano; uno, due, tre, colate laviche, con la vagina Lei poteva avvertire, come una sonda, le contrazioni violente del pene, mentre quel liquido si riversava fra le sue dita, fra le grandi labbra, sui loro pubi.
Lei cessò con i movimenti del bacino; Lui aprì gli occhi e la guardò, si sorrisero.
‘Sei mio!’ disse Lei ‘
‘Sei mia!’ disse Lui ‘
No, non si erano ancora uniti nella totalità dell’amplesso, ma un fondamento di verità c’era, loro si appartenevano perché erano riusciti ad unirsi come mai prima.
L’eruzione del vulcano, violenta e devastante all’inizio, come era iniziata cessò, le ultime gocce di liquido uscivano lente, il membro lentamente iniziò a scivolare il quella fase di quiescenza prima di una nuova manifestazione.
Ma Lei, Lei lo teneva sotto stretta sorveglianza, la sua vagina avvolgeva il membro non più gonfio e turgido, come solo una madre può avvolgere fra le braccia il suo bambino per proteggerlo.
Lei si chinò su di Lui, Lui si sollevò seduto, con le braccia si cinsero l’un l’altra, in un bacio, un bacio pieno di amore, paghi del piacere donato e ricevuto.
I loro cuori battevano ancora insieme, forti, tum, tum, tum, all’unisono.
Di nuovo i loro corpi era così uniti da essere quasi un tutt’uno, ma le loro anime ‘., le loro anime volavamo alte, loro si unite in un’unica anima, come due aquile unite per la vita volano alte nel cielo azzurro e sotto il sole, e sotto di loro i picchi delle montagne coperte dalle nevi perenni.

Capitolo sesto

Erano esausti, i corpi madidi di sudore, i loro sessi bagnati dai loro orgasmi, ‘
Si sdraiarono sui cuscini.
‘Piccolo mio, ti ho guardato mentre godevi, ed ero il timoniere, ti ho guidato, ho sentito ogni tua pulsazione, ogni momento, ogni attimo, ti giuro, mai ho provato una tale intensità di emozioni come adesso con te!’
‘Dolce cucciolo, mi sono lasciato da te guidare, ho voluto essere l’Oggetto/Soggetto del tuo piacere, per il mio piacere, come te, prima, lo sei stata per me; ho sentito il tuo corpo desiderarmi, il tuo sesso lambirmi, il tuo ventre bramarmi, anch’io, ti giuro, mai ho provato tali sensazioni!’
‘Perdete ogni speranza o voi che entrate nel nostro mondo ‘.’

Fine secondo atto

Solo loro, un Uomo ed Una donna.
Loro due che hanno ritrovato quell’intimità perduta, che nel loro mondo possono tornare a rivivere quelle sensazioni che la realtà ha soggiogato per e con altri piaceri.
I loro sensi assopiti, risvegliati da quell’affinità, che li lega e li unisce.
Non &egrave facile dare ascolto ai propri sensi, come non &egrave facile a loro abbandonarsi, siamo troppo abituati a controllare qualcuno e/o qualcosa, e questo continuo controllo può sopprimere la nostra anima.
Permettetegli di volare libera, lasciate che prenda aria, che respiri, solo così riuscirete a non dimenticare il mondo che ci circonda, la natura e la sua melodia.

Un uomo ed Una donna

Atto terzo

Overture

Ormai questo Uomo e questa Donna non hanno più segreti, loro sono riusciti a ritrovare quella intimità perduta!
Nonostante le paure e gli imbarazzi che li fugava, ha avuto il sopravvento la volontà di essere liberi, si liberi da tabù, inibizioni, quei falsi pudori che li relegava nei loro rispettivi ruoli di donna e di uomo.
Ma adesso basta, entrambi hanno reimparato il significato della complicità.
Non ricordo chi, ma qualcuno ha detto che ‘non ci può essere sesso senza amore’, ma io dico ‘ci può essere amore senza sesso?’.
In ogni caso sono entrambe due verità, ma, per me, ne esiste anche una terza che &egrave parte delle prime due: può esistere sesso senza amore, può esistere amore senza sesso, può esistere il piacere, la gioia, che un Uomo ed una Donna si riconoscano nelle loro affinità e diventano complici, complici, in maniera biunivoca, l’uno dell’altra di amore e sesso!
Forse questo racconto non &egrave la storia di un Uomo e di una Donna, ma &egrave la storia della Complicità che &egrave nata tra Uomo e di una Donna perché entrambi ne sentivano il bisogno, il bisogno dell’importanza della complicità che li può unire.
La Complicità ha una forza incredibile, e loro lo hanno capito!

Capito primo

Sono sdraiati sui cuscini, i loro copri nudi non hanno più segreti.
Entrambi hanno imparato a conoscere e riconoscere ogni millimetro della loro pelle, ogni intimo segreto &egrave stato condiviso.
Ogni imbarazzo, che provavano all’inizio, &egrave stato bruciato come un ceppo di legna arde nel camino.
Ogni tabù, che si era radicato nelle loro menti, si &egrave sciolto come neve al sole.
Non hanno più paura dei loro corpi, adesso sanno come sfiorarsi, come toccarsi, come eccitarsi, come donare provando piacere, come provare piacere ricevendo il piacere dell’altro.
Non si nascondono più dietro false inibizioni.
Hanno capito quanto &egrave meraviglioso eccitarsi nell’eccitare il partner.
Le loro bocche sono unite in un bacio, dolce, caldo, appassionato, e con questo bacio si stanno comunicando quanto sia forte il desiderio di fare l’amore.
Lui desidera sentire il suo ventre, caldo e morbido, intorno al suo membro.
Lei desidera sentire il suo membro, gonfio e duro, che la penetri facendole ancora più appieno quelle sensazioni finora solo stimolate.
Ma ancora prima di tutto ciò, vogliono provare il piacere di eccitarsi eccitandosi, toccarsi, accarezzarsi, sentire insieme quell’onda, che prima li aveva portati all’apice del piacere separatamente, che li solleva di nuovo verso l’alto.
Adesso sanno!
Lui &egrave sdraiato, Lei gli si siede sulle gambe e le sue mani lo accarezzano, sensualità e lussuria sono un tutt’uno, la forza del desiderio, la volontà la coscienza del provare piacere ed eccitazione mentre Lui si eccita fra le sue dita.
Con la bocca lo bacia sugli occhi, sulla bocca, sul petto, le sue mani lo accarezzano dappertutto, scivola sul petto, sul ventre, sui fianchi, sulle cosce, con le dita raccoglie delicatamente i testicoli come a volerne misurare la consistenza.
Poi, come un battito d’ala di farfalla, sale e lambisce il membro non ancora pronto, lo sfiora, lo accarezza.
Sotto quelle intime attenzioni, il ventre di Lui si contrae, il membro ha come dei sussulti.
Lei sta provando un piacere nuovo, può vedere con i proprio occhi e sentire con le proprie dita che quanto sta facendo lo eccita.
Ma ciò che Lei sente dentro di se &egrave ancora più sconvolgente, perché si sta eccitando a sua volta!
Vede i suoi capezzoli gonfiarsi ed inturgidirsi come quel membro, sente i muscoli vaginali che si contraggono ritmicamente, il suo cuore batte forte fino a sentirlo nelle orecchie, le secrezioni aumentano e lentamente colano sulle cosce, può sentire il profumo del suo corpo che si fa più intenso, i loro occhi s’incrociano, si scrutano, e si guardano mentre il loro desiderio cresce.
Il membro inizia a gonfiarsi, lo può sentire nella mano, la consistenza aumenta, il turgore &egrave sempre più evidente, e Lei &egrave contenta perché ne &egrave parte attiva.
Ad ogni movimento della sua mano, può rendersi palesemente conto del piacere che sta procurando, ma &egrave altrettanto vero che anche in lei tra crescendo il desiderio.
Mai aveva eccitato un uomo, come mai si era solo eccitata in questo modo.

Capitolo secondo

Il palmo della sua mano che prima poteva accogliere, come in un nido, il suo membro a riposo, adesso lo poteva solo avvolgere tanto era gonfio e turgido.
Lo toccava con desiderio, poteva guardarlo in tutto il suo splendore, poteva accarezzarlo sapendo che tra poco lo avrebbe accolto dentro di lei e lo avrebbe sentito mentre lentamente il glande le avrebbe aperto le grandi labbra e si sarebbe fatto strada fra le sue carni morbide e calde, e lo avrebbe avvolto completamente come prima lo aveva fatto con la mano.
Lei si spostò in avanti, si sollevò e con la mano guidò il pene all’ingresso vaginale.
Avvertì come una scossa quando il glande la aprì!
Stupendo, meraviglio, fantastico, ‘
Il suo bacino, con piccoli movimenti circolari e verticali, scese giù facendole ancora di più aumentare le sue secrezioni facilitandone la penetrazione.
Ormai il pube di Lei era a diretto contatto con quello di Lui, era come se fossero indissolubilmente uniti.
La gioia che provavano era al di sopra di qualsiasi descrizione immaginabile, l’eccitazione era altissima per entrambi.
Lui con le mani la poteva accarezzare, scivolava sul viso, sulle guance, sul petto, sui seni, con i palmi delle mani sentiva i capezzoli premere quasi fossero dei chiodi, sul ventre, sulle cosce, sulle natiche.
Poi si sollevò seduto, lei incrociò le sue gambe dietro la sua schiena e si abbracciarono, le loro bocche si unirono in un bacio, le loro lingue si attorcigliavano fra loro nella foga del bacio.
Con la lingua lui scivolò lungo il collo, dietro le orecchie, sulle spalle, piccoli morsini accentuarono ancora di più la sua eccitazione.
Ormai era prossima all’orgasmo, lo sentiva crescere prepotente dentro di lei, in tutto il suo corpo, ma non ne aveva più paura, anzi, lo aspettava, lo voleva accogliere con tutta se stessa.
Il suo ventre era sconvolto dalle contrazioni dei muscoli, intanto con il bacino si muoveva ritmicamente sul suo membro che si era gonfiato ancora di più.
Con movimenti ondulatori, come al ritmo delle onde del mare, si sollevava e scendeva ed ogni volta che Lui riaffondava dentro di Lei, nuovo scariche di piacere invadevano il suo corpo arrivando fino al cervello e sconvolgendola piacevolmente.
L’orgasmo era prossimo, quell’onda di marea era così cresciuta da arrivare al culmine.
Lei non smise di assolutamente di muoversi su di Lui, anzi accentuò i movimenti, ma sempre con dolcezza.
‘Amore mio sto godendo, &egrave bellissimo! Oh si, il mio Piccolo, quanto mi piace ‘!’
‘Dolce Cucciolo, voglio guardati mentre raggiungi l’orgasmo, mentre godi ‘!’
‘Piccolo ‘, godo, oh si ‘ godo ‘ &egrave ‘ BELLOO ‘!’
‘Non fermarti amore mio, non fermarti continua voglio vederti ‘, vederti ancora ‘!’
” che bello, sento i tuoi muscoli che me lo avvolgono, me lo stringono, che ”
‘Non ti lascio, lo voglio sentire dentro di me il più possibile!’
Lei non si fermò, continuò quei movimenti con il bacino, si baciarono di nuovo, baci pieni, carichi di passione.
Passione che finalmente aveva trovato un modo per essere espressa.
Lui con le mani la toccava dappertutto, le stringeva, no, le palpava i seni, le stuzzicava i capezzoli, facendole ancora di più aumentare l’eccitazione per portarla verso un nuovo orgasmo.
Poi le mani scesero sulle natiche e stringendole ne seguì i movimenti.
Il pene scivolava dentro di lei senza alcuna fatica tanto era bagnata, tanto bagnata che aveva inondato anche Lui.
Non &egrave facile descrivere ciò che stavano provando, bisogna provarlo per capire.
Stava per godere di nuovo.
” amore, sto godendo di nuovo ‘, ti prego voglio sentirti godere con me, in me, ti voglio, come mai mi &egrave capitato prima ‘!’
” non fermarti amore mio, anch’io non resisto più!’
Lei accentuò i suoi movimenti.
‘ ‘ dai Piccolo mio, &egrave fantastico, ti prego ‘, godo ancora ‘ si, si , si, dai, si, si, SIII, GODO ”
Anche era al limite.
” Cucciolo, sto per godere con te, continua ti prego ”
”Si vengo anch’io amore dolce, si, dai, SI, SI, VENGO, ‘!’
L’orgasmo li travolse assieme questa volta.
Lei poté sentire il suo orgasmo, sentì il suo liquido inondarla, mai una sensazione come quella le era potuta essere più piacevole come in quel momento.
Lei premette il suo bacino contro il suo, i muscoli vaginali si strinsero sul pene, e così facendo poté sentire meglio le contrazioni del membro mentre eiaculava dentro di lei.
‘ ‘ amore mio, mia calda, dolce, tenera, Cucciolo, &egrave bellissimo, &egrave stupendo, &egrave fantastico, &egrave ‘, non come altro descriverlo ‘!’
‘ ‘ piccolo mio, sei tu meraviglioso, fantastico, mi hai fatta godere tantissimo, davvero ‘ !’
Non trovavano le parole, anche perché non c’era bisogno di parole, i loro baci, le loro carezze, quella totale unione diceva tutto.
La felicità era nei loro cuori, nei loro occhi, erano felici nel loro mondo dove niente e nessuno poteva interferire con la loro voglia di amarsi, di coccolarsi, come solo loro avevano imparato insieme.

Capito terzo

Le loro bocche erano costantemente unite in baci carichi di passione.
Le loro mani scorrevano languide e lascive, si toccavano si accarezzavano senza mai fermarsi.
Il tempo continuava a passare, ma sembrava che non scorresse mai, e loro erano sempre là insieme nel loro mondo.
Lui prese a baciarle tutto il corpo, la lingua la leccava ovunque, le labbra avvolgevano i capezzoli turgidi all’inverosimile succhiandoli, con la mano scivolava sulle gambe, sulle cosce, per poi correre nelle sue parti più intime.
Il sesso di Lei era completamente bagnato dagli umori vaginali misti al suo sperma, e Lui lo raccolse fra le dita e glielo spalmò sul pube facendole luccicare la morbida peluria.
Le lasciò i seni per scendere sul ventre, con la lingua seguì i contorni delle costole, scese sul fianco dandole dei piccoli morsini al ventre.
Questi morsini accentuò ancora più forte la sua libido, dal profondo del suo ventre sentiva di nuovo gli spasmi violenti dell’eccitazione e del desiderio amplificati dalle sue dita che la esploravano intimamente.
La sua lingua proseguì al centro del ventre circumnavigando l’ombelico fino a caderci dentro come in un piccolo vortice.
Lei ansimava felice, il suo respiro profondo, di nuovo la voglia di fare l’amore si era impossessata di lei.
Lui abbandonò il ventre e scese ancora più giù arrivando sul pube e baciandone i contorni.
Si spostò mettendosi di fronte a lei, dolcemente le divaricò le gambe, i loro sguardi s’incrociarono.
‘Ho sete amore mio! Voglio bere il tuo piacere, voglio assaporare il succo dei nostri orgasmi!’
Ad entrambi luccicarono gli occhi ‘
Lui si abbassò ed avvicinò la bocca alla sua vulva, Lei era talmente eccitata che le grandi labbra erano completamente dischiuse tanto che si potevano vedere le rosee piccole labbra luccicare.
Lei sentì il calore del suo respiro, e nell’istante in cui le sue labbra si appoggiarono sul suo sesso, ebbe una scarica, il ventre ebbe come uno spasmo.
Avvertì come un bacio profondo, sentì la lingua che affondava in lei, senti le sue labbra che le avvolgevano la clitoride, tutte quelle emozioni la portarono nuovamente sulla cresta dell’onda.
Lui si abbeverava dal suo sesso, come un assetato beve dell’acqua appena trova un’oasi nel deserto.
‘Godi ancora amore mio, mi piace il tuo succo, sentire sulla lingua il tuo sapore, vedere le gocce del tuo orgasmo colare lente affinché io possa raccoglierle.’
‘ ‘. &egrave bellissimo ‘ ti prego continua, non ti fermare ‘ ‘
Lui continuò inesorabile, la voleva.
L’orgasmo non tardò ad arrivare tanto era ancora e di nuovo eccitata.
‘ ‘ si adesso piccolo mio, dissetati ”
E così fece, con la lingua raccolse tutto quel nettare che il ventre del suo Cucciolo gli elargiva e continuò fino a che più nessuna goccia fuori uscì.
Poi Lui le si avvicinò, l’abbracciò e la baciò.
Ormai la passione e la lussuria si erano impadroniti dei loro cuori, nulla più si risparmiavano, tanto che Lei poté gustare l’insieme dei loro sapori facendola ancora inebriare ed eccitare.
Lei lo rigirò sui cuscini ‘Sei mio, amore mio Piccolo, ti voglio, ti desidero, voglio ancora sentirmi totalmente tua!’
Le sue mani correvano frementi sul suo corpo, la bocca lo baciava dappertutto, la voglia di lui era forte tanto quanto il desiderio di averlo di nuovo dentro il suo ventre.
Ogni suo muscolo vibrava come una corda di violino.
Le sue labbra si schiusero per accogliere il suo membro semi addormentato, con le dita abbassò la pelle intorno, ancora lucida, scoprendogli il glande.
Con la lingua gli diede dei piccoli assaggi, poi sempre più decisi, fino ad accarezzarlo completamente.
Lentamente la bocca gli si avvolse intorno, come una coperta, per tenerlo caldo continuando a coccolarlo con la lingua.
Proseguì con dei piccoli movimenti del capo, su e giù, scivolando intorno al suo sesso come fosse la sua vagina.
Il piacere che entrambi provavano era immenso, l’eccitazione lo stava di nuovo prendendo.
Lei sentiva il membro riprendere il turgore, il calore che emana le scaldava le labbra.
Non so se Lei aveva mai eccitato un uomo così, ma il calore che sentiva crescere sempre più prepotente fra le cosce era indescrivibile, sentiva le contrazioni del pene fra le labbra ogni volta che la lingua scivolava sul glande che si trasmettevano contemporaneamente al cervello ed un attimo dopo nell’addome fino all’interno del suo sesso.
Il membro, lentamente ma inesorabilmente, sotto quelle sue dolcissime e piacevolissime attenzioni riacquistò totale turgore.
L’eccitazione di lei era di nuovo alle stelle, i muscoli tesi allo spasimo.
‘Mio dolce Cucciolo ”
‘Dimmi Piccolo mio ”
‘Adesso voglio essere io a possederti, voglio essere io a farti provare piacere, a farti godere ”
‘Si! Anch’io lo voglio, voglio sentirti di nuovo dentro di me, voglio essere posseduta da te, voglio sentirti mentre mi fai godere di nuovo! Fammi tua Piccolo amore mio!’

Capito quarto

Lui fece sdraiare sui cuscini, il ventre appoggiato sul altri cuscini ancora per tenerle sollevato il bacino.
Lui le si mise dietro, con le mani le accarezzò tutta la schiena scendendo fino alle natiche, la baciò dappertutto, con la lingua partì dalla nuca e, seguendo la spina dorsale, scese giù, giù, giù, giù, fino alla riga che segnavano le natiche.
Con le mani le aprì e la lingua proseguì il percorso seguendo la morbida carne rosata fino all’ingresso della vagina.
Baci profondamente intimi le fecero inarcare la schiena, con le mani strinse i cuscini tanto era il piacere che provava.
Le dita le accarezzarono la vulva e piano piano, con una dolcezza tale da farle quasi provare dolore, entrarono dentro di lei accarezzandola dall’interno.
Il suo membro era gonfio e duro, pulsava bramoso di trovare pace solo quando avrebbe potuto ritrovare il suo nido.
Lui la eccitò all’inverosimile con le dita, poi ‘
Poi accostò la punta del suo membro verso la vulva, vi si appoggiò dolcemente, e, nell’istante in cui Lei lo sentì, scosse profonde la sconvolsero come un terremoto dell’ottava scala Percalli oltrepassando i limiti.
I muscoli vaginali iniziarono a contrarsi violentemente per il piacere e la gioia ‘
Lui le si appoggiò contro, le grandi labbra, già aperte, si divaricarono ancora di più, le piccole labbra, a loro volta, si dischiusero pronte ad accoglierlo, il glande, turgido, iniziò nuovamente l’avanzata verso il suo ventre scomparendo dentro di Lei.
Lei ascoltò la penetrazione trepidante, lo accoglieva come solo una donna, in quei momenti, può accogliere un uomo, lo sentì entrare dentro il suo ventre, si senti aprire e, contemporaneamente, provò quella sensazione di completezza, come se fino ad allora le fosse mancato qualcosa.
Ma non le era mancato il sesso nudo e crudo in se stesso, ciò che le mancava era un uomo che la ascoltasse, che la capisse, che la sapesse Suonare, come un chitarrista pizzica le corde del suo strumento ricavandone melodie uniche.
Lui si soffermava ogni tanto permettendole così di poter appieno di quelle sensazioni, di accarezzarla e di baciarla sulla schiena e sui fianchi.
Il tempo non era più misurabile, dimenticato, inutile, ‘
Le onde li sollevavano e li trascinavano come fuscelli nella corrente della marea, ‘
Il bacino di Lui era contro le natiche di Lei, il suo pene totalmente avvolto dalla vagina, erano di nuovo profondamente ed intimamente uniti, due corpi un’anima, un corpo due anime.
‘Sei mia!’
‘Sei mio!’
Le loro voci erano un sussurro, ma nel loro mondo sembravano due urla, come un leone ruggisce come per dire ‘Questo &egrave il mio territorio!’, questo mondo era il loro territorio, in assoluto e nessuno poteva interferire!
Lei iniziò a muoversi dentro di Lei, avanti ed indietro, lentamente, Lei era talmente eccitata che il pene scivolava senza la minima fatica, ed ogni volta che si spingeva più in profondità del suo ventre, nuove scosse violente la sconvolgevano.
Lei accentuò le sue sensazioni con piccoli movimenti del bacino ogni volta che Lui usciva per poi riaffondare dentro.
Presero insieme il ritmo, Lui entrava ed usciva, e con le mani le stringeva le natiche, gliele accarezzava, entrambi seguivano un ritmo simbiotico donandosi, l’un l’altra, un piacere che nessuna parola contenuta in un vocabolario può descrivere, ma solo un immenso, grande piacere e gioia di essere insieme.
Quell’onda era di nuovo là con loro, li sollevava, li portava così in alto, da potersi confondere con il cielo tanto stavano volando.
L’orgasmo la travolse, ma Lei si lasciò trasportare, non oppose resistenza alcuna, mentre Lui continuava la sua penetrazione.
Per Lui ci sarebbe voluto ancor un po’ prima di raggiungere l’apice del piacere dopo i due precedenti orgasmi, ed entrambi lo sapevano.
Lei godeva, godeva come più si ricordava, dal suo sesso le gocce del suo piacere scendevano lente e copiose lungo le cosce, Lui entrava ed usciva continuamente dentro di Lei, sentiva i muscoli vaginali avvolgerlo, stringersi sul suo membro, li sentiva dilatarsi ogni volta affondava dentro di Lei accentuando quelle scariche che avvertiva dal glande, lungo il pene, nel ventre fino al cervello.
Anche per Lui non c’erano parole per descrivere ciò che provava, piacere, riduttivo come aggettivo, un’intensa sensazione di piacere.
Complicità, gioia, lussuria, passione, erano un tutt’uno ormai e loro ne stavano raccogliendo i frutti.
Lei stringeva forte i cuscini, Lui la cingeva per i fianchi, loro stavano godendo, ‘
Quanto tempo fosse trascorso, non era misurabile, ma adesso l’onda li trasportò ancora più in alto, su in alto, finché ‘.., finché l’onda non si rovesciò travolgendoli.
Il culmine, l’apice del piacere, l’orgasmo totale per entrambi, travolse tutti i loro muscoli, Lei lo accolse completamente fino all’ultimo micron della vagina, il suo membro era totalmente affondato nel suo ventre, guizzi convulsi del pene le significarono la sua eiaculazione che si riversava dentro di Lei, poté sentire il suo liquido caldo spandersi violentemente premendo contro le pareti vaginali e miscelarsi con le sue secrezioni.
Non riuscivano a dire una parola, erano i loro corpi a dire tutto.
Lui si appoggiò sulla sua schiena baciandole le spalle e la nuca.
Rimase dentro di Lei finché poté, finché il suo sesso rimaneva turgido, entrambi volevano ancora godere, Lei della sua penetrazione, Lui di quel ventre dolce e caldo che lo avvolgeva.

Capitolo quinto

Esausti si sdraiarono sui cuscini l’una affianco dell’altro, abbracciati le loro bocche unite in un unico interminabile bacio, si tenevano per mano, e, adesso, godevano di quel piacere di essere solo insieme appagati di quell’unione, paghi di essersi trovati, conosciuti ed uniti.
Non avevano più forze per riuscire a muovere alcun muscolo, non ne sentivano il bisogno, adesso, ciò che volevano, e stringersi in un tenero abbraccio.
Stretti stretti, si lasciarono cullare dalle piccole onde di risacca sulla riva del mare dopo un maroso.
‘Ti amo, mia calda, dolce, tenera, Cucciola!’
‘Ti amo, Piccolo mio!’
Il fuoco scoppiettava, incurante di tutto e di tutti, i loro occhi si chiusero ed insieme scivolarono in un sonno profondo ristoratore.

Se prima erano due anime perse, ora, più che mai, sono e saranno due anime che si sono ritrovate ed insieme potranno farsi, darsi forza reciproca, perché adesso sanno che la loro unione non potrà essere indiscussa da chicchessia, potranno contare su di loro insieme, sulla propria capacità di amarsi e di donarsi amore.

LORO SONO COMPLICI!

Voi lo siete? Sapete onestamente rispondere a questa semplice domanda? A me non interessa saperlo; scopritelo e ‘, bh&egrave poi decidete voi cosa fare.

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