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Una frattura provvidenziale

By 25 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Nicola e Sara erano lì, nella cucina del primo, a preparare la tesina di maturità. Non c’era mai stato un particolare feeling tra di loro.
Lei la classica secchiona, bruttina con il viso infestato dall’acne del quale non si preoccupava minimamente; non si curava nemmeno del vestiario, sempre con tute larghe che la rendevano ancora meno appetibile agli altri ragazzi. Fisicamente la si poteva descrivere come una ragazza mora, capelli nocciola, alta nella media dell’1.65. Altre cose erano praticamente un mistero. Un’altra cosa non la rendeva appetibile ai ragazzi, ovvero il suo brutto carattere che l’aveva sempre portata ai margini della classe.
Lavorare con lei per Nicola era visto come una punizione: e infatti gli insegnanti avevano preso due piccioni con una fava. Lei non era ben voluta praticamente dalla totalità dei compagni, lui, sebbene fosse un ragazzo sveglio e con una capacità di apprendimento fuori dal normale, vivacchiava per la sufficienza. In più si era fatto beccare dagli insegnanti più di una mattina fuori da scuola, in qualche libreria a leggere a scrocco qualche libro. Fisicamente Nicola era alto un metro e novanta, abbastanza ‘grosso’ (giocava a rugby), capelli corti castani e occhi azzurri. Nemmeno lui era nel club dei fighi della classe. Ricco di famiglia, non era mai a corto di soldi, ma degli status symbol non si interessava minimamente. A volte chi lo conosceva non capiva se il suo aver sempre i soldi per gli acquisti fosse dovuto ai genitori o al fatto che era raro vederlo comprare qualcosa che non fosse necessario (e rigorosamente non di marca).
Il lavoro stava procedendo abbastanza bene tutto sommato. L’impatto iniziale era stato tragico. Lui sembrava una persona con un cilicio stretto alla gamba, lei era la solita fontana di aceto, autoritaria come solo un secchione acido può essere, che divideva a modo suo il lavoro. Poi qualcosina era leggermente cambiato. La sorpresa di Sara nell’aver trovato un lettore accanito l’aveva leggermente addolcita, sembrava quasi un essere umano (secondo il pensiero di Nicola) e la discussione sulla parte di italiano e inglese aveva preso un andare di una quasi discussione civile tra due conoscenti. Il che era un gran progresso.
N: ‘Non immaginavo che Tolkien potesse piacerti’
S: ‘Perché? Scrive bene, ha una buona trama ed è molto originale, per i suoi tempi’
N:’Ho una proposta allora: finiamo questa tesina alla svelta così la prossima volta che vieni qui ci guardiamo lo Hobbit in 3D, appena scaricato in HD, una figata’
S:’Buona idea’
N:’Guarda che ci conto!’
Una persona si stava comportando in maniera civile con lei, addiruttura Nicola le sembrava compiaciuto del suo aver accettato. Sara era abbastanza stordita. Di solito, a parte sentirsi insultare dai maschi non sentiva altro. Cominciò a sentire caldo. C’è da dire che la primavera in quel periodo si era fatta desiderare. La temperatura quel giorno si era innalzata in maniera repentina e, aggiunta all’agitazione per quell’invito le aveva fatto venire caldo. Purtroppo si era rotta il polso sinistro una settimana prima e il gesso non le consentiva di spogliarsi della felpa da sola. Ovviamente fino a qualche minuto prima chiedere alla sua palla al piede di aiutarla nell’operazione era una cosa inimmaginabile, ma ora, prendendo più confidenza pensava di poter azzardare la richiesta’
S:’Però ad una condizione: mi aiuti a levarmi la felpa? Ho caldo e con questo coso faccio molta fatica. Anzi l’ultima volta che ci ho provato sono rimasta incastrata per 5 minuti’
Nicola fu preso alla sprovvista. Non gli stava chiedendo di andare a letto con lui (e onestamente non ci teneva minimamente), ma spogliare una ragazza aveva quel non so che di mistico per lui. Non che non ne avesse avute di ragazze, ma per lui era sempre qualcosa di mistico il levare la maglia ad una donna, qualcosa di sensuale. Così cercò di concentrarsi per effettuare un movimento rapido, indolore come se lo facesse a se stesso.
E’ risaputo che a fare le cose di fretta non si fanno bene, e infatti nell’atto di sfilare la felpa venne su tutto.
La sorpresa fu enorme. Sotto quei vestiti si celava un bellissimo corpo, un pancino magro con degli accenni di addominali, aggraziati, sensuali, e due seni perfetti: grandi come due belle mele, alti, sodi, quasi come’ Una botta in testa fortissima
S:’Ma che sei stronzo allora’
Come una scure il gesso di Sara si abbattè sulla testa di Nicola. Non lo aveva fatto apposta. Con la felpa rovesciata davanti alla faccia non vedeva nulla e il desiderio di coprirsi si era abbattuto sulla testa del povero Nicola.
N:’Ahia cazzo. Non l’ho fatto apposta! E’ venuto su tutto. E tu non potresti andare in giro con un reggiseno come tutte le ragazze normali?’
S:’Ma fatti un po’ i cazzi tuoi’
La scena era abbastanza ridicola, lei che parlava attraverso la felpa, tirata in avanti a coprirsi il seno, lui con un dolore fortissimo alla testa (nel frattempo aveva pure sbattuto sullo spigolo del tavolo), si sfregava le botte.
N:’Allora facciamo una cosa, adesso tiri su le mani, io mi metto dietro così non te le guardo e vediamo di risolvere la situazione’
L’operazione fu abbastanza complicata, ma alla fine la felpa fu tolta, la maglietta rimessa e la situazione aveva raggiunto la normalità. E Sara era tornata acida.
S:’Torniamo a studiare così posso andarmene a casa. Spero che ti sia goduto lo spettacolo almeno’
Nicola era imbarazzatissimo e non riusciva a togliere gli occhi dal seno di Sara, sebbene la maglietta fosse una T shirt che nulla lasciava intravedere
N:’Ti ho detto che non l’ho fatto apposta’
S:’Non mi sembra che fossi molto intenzionato a rimettere le cose a posto’
In effetti di tempo Nicola ne aveva perso un po’, attimi in realtà ma la visione di quello spettacolo lo aveva turbato, eccitato. Acida, brufolosa, sciatta ma che fisico. Se la parte sotto era anche solo la metà di quella sopra, poteva considerarsi uno dei fisici più belli che avesse mai visto. Anche su certi sito.
N:’Touchè ho esitato’ E allora? Sono un uomo, e certi spettacoli non si vedono tutti i giorni’
S:’Come dire che non hai mai visto una ragazza nuda. Lo so le voci che girano su di te. A fare il giocatore di rugby si scopa evidentemente’
N:’Ma non ti sei mai vista allo specchio?’
S:’Ti sei stupito che ho anche io ho un paio tette?’
N:’Mi sono stupido che hai il più bel paio di tette che abbia mai visto, in realtà se lo vuoi sapere!’

La mossa di Nicola forse era stata azzardata, ma sperava che potesse mettere a tacere la rabbia della ragazza. La cosa di fatto fece calare il silenzio e fece arrossire di colpo Sara. Mai un complimento del genere le era stato fatto. Lei nelle sue tette non ci vedeva un gran che, non erano enormi come quelli che piacciono tanto agli uomini. Poi non si era mai confrontata con altri nudi, non aveva interesse nel cercare di farsi notare degli uomini, pertanto i suoi seni erano sempre stati un ingombrante appendice del suo corpo.
Il discorso venne sviato sulla tesina, l’imbarazzo di entrambi era troppo. Ma fu tutta una finta. Nessuno dei due riusciva a concentrarsi. Lui con lo sguardo perso sulla maglietta di lei aveva quella bellissima immagine in testa, lei era come ubriaca, la testa volava, non pensava ad altro che al complimento (e che complimento) che aveva appena ricevuto.
Ormai studiare non era più fattibile’
Fu Sara a rompere il ghiaccio.
S:’Davvero sono le tette più belle che hai visto?’
Nicola fu colto di sorpresa dalla domanda. Decise di usare un po’ il suo charme per far evolvere la situazione. Voleva rivedere quei seni. Voleva ammirarli. Voleva contemplarli. Li voleva per se. Doveva buttarsi! La buttò sul ridere.
N:’Mmm, boh, non ne sono più così sicuro’.’
S:’E’ la risposta a caldo che conta, carino”
Anche lei era scherzosa, sembravano una vecchia coppia di amici ora. Strana la vita.
N:’Allora, li ho visti 1 secondo, con le braccia alzate, il che favorisce il seno alzato. E poi con la tiga in testa che mi hai dato sto perdendo la memoria’
S:’Cos’è vuoi rivederle adesso? Non ti è bastato?’
N:’Sei tu che mi hai chiesto. Se vuoi un giudizio ufficiale e con la firma del notaio devo rivedere, mi spiace’
Sara non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo. Era con la testa a pallini. E poi voleva sapere se la trovava attraente. In fin dei conti non se la filava mai nessuno, voleva il suo momento di gloria anche lei. Pertanto acconsentì.
S:’Ok, tanto ormai le hai viste, ma guai a te se le tocchi’
Alzò le braccia e si fece sfilare la maglia. Nicola rimase più sbalordito dell’ultima volta. Un seno magnifico, non un accenno di gravità, non una grinza nell’attaccatura bassa. Due capezzoli nocciola, ritti, duri, che sembravano dire leccami, mordimi, succhiami. La sua erezione fu istantanea, da fare male nei pantaloni. Le parole facevano fatica ad uscire
N:’Sei bellissima’
S:’Strano, in realtà tutti mi hanno detto che sono un cesso’
N:’Hai un problema di acne, hai bisogno di un estetista, parrucchiere dei vestiti decenti. Quelle sono cose che si possono sistemare. Ma la base è’ da togliere il fiato’
Sara si avvicinò leggermente. E scoppiò a piangere gettandosi tra le braccia di lui. In fin dei conti, adesso che ci pensava lui non l’aveva mai presa per il culo per il suo aspetto, e appena l’aveva conosciuta meglio l’aveva anche invitata a vedere un film. L’imbarazzo di Nicola fu fortissimo.
N:’Che ho detto di sbagliato ora’
S:’Niente, sono felice. Nessuno mi aveva mai detto una cosa così bella’
N:’Forse perché ti sei sempre chiusa a riccio. Non piangere e rivestiti. Sennò non resisto a non toccarti’ sono pur sempre un uomo’
Sara si staccò dalla spalla di Nicola, lo guardò negli occhi, gli prese le mani e se le portò ai seni. Poi cominciò a baciare goffamente il ragazzo. Non lo aveva mai fatto, stava agendo di istinto e si lasciò guidare da lui. Nicola non si trattenne più e con foga cominciò a carezzare e stringere quei seni, vellutati, dalla pelle morbida e dannatamente sodi. Una sensazione stupenda. Sarebbe stato ore a toccare quei due globi. Ma poi si insinuò una seconda curiosità. E la sua mano andò sul sedere di lei, che si staccò dal bacio, e gli disse sorridendo.
S:’Giusto, devi giudicarmi il sedere. Però sotto non fare cose strane che sono ancora vergine e non intendo spingermi troppo oltre’
N:’ok”
Lentamente, con fare da spogliarellista si calò i pantaloni della tuta. In realtà non fu un gran bello spettacolo, come spogliarellista era negata, ma l’eccitazione era tanta e a Nicola sembrò meglio di quello di un night.
N:’Sulle gambe ci lavorerei un pochino onestamente, ma il culetto è stupendo. Se ti curassi un po’ avresti le flotte di ragazzi che ti girano attorno’
I complimenti si stavano sprecando, Sara non capiva davvero più niente. C’era davvero così tanto in lei? Si ritrovò subito a pensare però che non glie ne importava nulla. Voleva vivere il presente, voleva l’unico ragazzo che era mai stato gentile con lei. Voleva Nicola! Doveva farlo felice, e forse quel ragazzo speciale non sarebbe andato via da lei. Tornò a sedersi sulle sue gambe e ricominciarono a baciarsi. I loro corpi divennero un turbinio di effusioni. Erano eccitatissimi tutti e due.
S:’Non mi sembra giusto che tu sia vestito e io sia in mutande’
Questa giusta affermazione portò anche lui a spogliarsi in mutande.
S:’Neanche tu sei da buttare dai’
L’eccitazione di Sara era salita alle stelle, ripresero a baciarsi e senza quasi staccarsi finirono in camera di lui, sul letto. Lui sdraiato, lei sopra a dominare la scena. Con sopra le mutandine lei cominciò a sfregare la sua passerina sul pene eretto dell’amico. Lui la tirò verso sé e prese a mordicchiarle i capezzoli, sempre più forte, quasi a farle male. Un male misto ad un fortissimo piacere.
S:’Sì, bello, mordi più forte’
Lei accelerò il ritmo fino a scoppiare in un orgasmo fortissimo. Una sensazione magnifica, mai provata. La vista di quella reazione provocò anche a lui un potente orgasmo, che si riversò sulla pancia di lui, visto che gli slip non potevano contenere il suo pene.
N:’Qui è meglio se ti togli’
Dopo essersi puliti rimasero un po’ nel letto abbracciati.
S:’Dove eri prima? Perché non ci siamo scoperti anni fa?’
N:’Tranquilla, ne abbiamo di tempo davanti a noi. Ora non preoccuparti, goditi questo momento. Se dovrà andare avanti lo farà’
S:’Non voglio che finisca tutto oggi’
N:’Ti ricordo che mi hai promesso di venire a vedere lo Hobbit”
Sara scoppiò nuovamente a piangere. Non credeva alle sue parole. Voleva rivederela.
S:’E tutti i film del Signore degli anelli?’
N:’Se vuoi di film ne ho qualche centinaia. Ora però forse è il caso che ci vestiamo, tra non molto tornano i miei’
Sara gli si incollò alla bocca. Fu un bacio un po’ salato dalle lacrime, ma non per questo brutto.
La notte passo insonne per Sara. Cosa sarebbe successo il giorno dopo? Si sarebbe svegliata da un sogno? Le avrebbe parlato a scuola o si sarebbe vergognato di parlarle in pubblico? Sapeva solo che doveva agire in qualche modo. Ma non sapeva come. Avrebbe dovuto procedere ad un accurato restauro, doveva essere al meglio per lui. Un turbinio di pensieri che, andarono avanti fino alle tre, dopo di che cadde stremata.
Il giorno dopo a scuola era uno zombi, aveva un gran mal di testa, accentuato dall’angoscia per l’incontro con il suo Nicola. Passò minuti, ore ad attenderlo, nei corridoi, non arrivava mai. Poi guardò l’orologio. In effetti erano passati solo 20 minuti, ma alla fine arrivò. Il cuore sembrò impazzire quando fece un cenno di avvicinarsi a lui. Parlava con lei? Cominciò a guardare in basso. Raggiuntala le alzo il viso e la baciò con passione..
N:’Ora non mi parli più? Ti vergogni di me?’
S:’No temevo che non mi volessi parlare in pubblico e che ce l’avessi con qualcun altro’
N:’No, con te stupidina. Vieni a prendere un caffè, hai una faccia da zombie’
S:’Tanto per quella che è”
N:’Se fai così ti mollo subito, intesi? Quella ha solo bisogno di un po’ di attenzioni’ Oggi pomeriggio vieni con me, ho un paio di posti da farti vedere. Mi dai il tuo numero? Ieri mi sono dimenticato di chiedertelo, volevo mandarti la buona notte ieri ma poi”
S:’non ho il cellulare, non ne ho mai avuto bisogno’
N:’Ah sistemiamo anche quello allora’
Arrivò il pomeriggio e si recarono in macchina presso la zona industriale. Entrarono in uno dei capannoni che ospitava una sartoria industriale.
N:’Ora ti rifacciamo il guardaroba, ora chiamo Francesca che ti aiuterà a scegliere qualche vestito’
S:’Non ho soldi putroppo’
N:’E chi te li ha chiesti? Questa azienda è di mio padre confezioniamo vestiti di parecchi generi, non c’è bisogno di pagare’
S:’Non esiste, non voglio sfruttarti in questo modo, io devo pagarteli’
N:’Mmm, facciamo così: ti assumo, ti do il telefono aziendale così risolviamo anche quell’aspetto, detraggo i vestiti dal tuo stipendio, prezzo di costo ovviamente, così siamo tutti felici’
S:’E in cosa consisterebbe il lavoro?’
N:’Ci ho pensato a lungo stanotte di proportelo, ma volevo aspettare per non sembrati un maniaco, ma ora che insisti’. Modella! Con il fisico che ti ritrovi è più un affare per me che per te, fidati”
S:’Io mi vergono a farmi vedere in giro’
N:’Puoi cominciare dai collant, slip e intimo vario, che non hanno sempre un volto. Poi quando sarai pronta anche abiti interi.. Nessuno saprà che sei tu, a parte me’

Dopo mille titubanze Sara accettò il lavoro. La paga non era per niente male, magari sarebbe potuta andare da un parrucchiere, o dall’estetista’ Ma non ne ebbe bisogno, l’azienda di Nicola prevedeva tutte queste cose per le modelle. Già dopo una giornata sotto le mani di Francesca il suo aspetto migliorò di molto.
Nicola passò a prenderla alle 18.
N:’Wow chi è questa bella gnocca?’
In effetti il colpo d’occhio era notevole.. Da dei tacchi di due scarpe in vernice nere(invero tremolanti, 10 centimetri erano una sfida ardua per una che non li aveva mai messi) Si stagliavano due gambe perfette, velate da un paio di collant neri, che venivano nascosti da degli shorts che sembravano voler dire guarda che bel sedere che contengo. Una magliettina aderente nera, semplicissima che apriva uno scollo su due tette premute da un push up, anche loro alquanto invitanti.. I capelli erano stati tagliati in un caschetto che incorniciava un viso molto più pulito di prima, dal quale spiccavano due occhioni da cerbiatta. Poco mancò che Nicola venne da solo nei pantaloni.
S:’Che scemo che sei? Ti piacco’
N:’Direi di si’ disse premendo abbracciando forte la ragazza e premendo la propria eccitazione sulle parti intime di lei’
S:’Mmm, interessante’
N:’Stasera puoi fare tardi? Vieni da me a guardare il film che mi avevi promesso?’
S:’Non so se posso’
N:’Dai che è sabato! I miei sono via tutto il week end, nessuno che ci rompe’
Dopo una breve telefonata le fu accordato il permesso anche di rimanere fuori per la notte. In realtà aveva mentito sulla compagnia, ma in fin dei conti i genitori, credendo che fosse un amica, le spalancarono tutte le porte, sperando che la figlia finalmente si potesse fare delle amicizie.
S:’Però devo prendere anche un pigiama’
N:’Non ti servirà’
Arrivati a casa di Nicola cenarono bevendo anche qualche bicchiere di vino, rendendo Sara ancora più disinibita della volta precedente. Ad un certo punto esclamo:
S:’Scusami ma devo togliermi tutto qua sotto. Mi hanno fatto la ceretta alla passerina e qui è tutto in fiamme’. Vedi’
Così facendo sbattè le parti intime davanti a Nicola, che di rimando cominciò a baciare la fighetta della ragazza. Sara ridendo disse al ragazzo che era un maniaco, ma non appena si staccò scusandosi lei lo rimproverò di essersi fermato.
N:’Che ne dici di un bagno caldo?’
Si spostarono nel bagno personale dei genitori, dove c’era una vasca idromassaggio enorme. Entrarono subito, aspettando che l’acqua raggiungesse il livello ottimale. Ad un certo punto le chiese di affacciarsi al bordo della vasca per poterle contemplare meglio il fodoschiena. E lì cominciò a baciare e mordere il culetto. Sara era molto divertita dalla cosa, quando complice l’alcool, complice la situazione cominciò a leccarle il buchetto posteriore.
S:’Mmm, che bello, ma cosa mi stai facendo non hai schifo?’
N:’Stiamo facendo il bagno no? Se non sei pulita ora..’
S:’Ok, però ora voglio concederti me stessa. Però non farmi male, non l’ho mai fatto’
Nicola non aspettava altro e cominciò a penetrarla. Inizialmente ci fu del dolore, ma la pazienza di lui pagò bene. Non ci volle molto perché arrivasse al limite, quindi uscì.
S:’Aspetta, mi spiace che tu non possa venire in maniera decente. Vieni nella mia bocca’
Questo fece ancora di più eccitare Nicola che per poco non venne all’istante. Cominciò a succhiare quel pene che, ora che lo prendeva in bocca, si rendeva conto di essere di dimensioni notevoli. Non lo aveva mai fatto, ma vista l’eccitazione Nicola venne subito. La sensazione non fu delle migliori, ma per non deludere il ragazzo (che comunque era già contentissimo così) ingoiò tutto lo sperma.
N:’Non mi dire che hai ingoiato!?’
S:’Sì non dovevo’
N:’No no, non eri obbligata, ma non ti immagini quanto si eccitante per un ragazzo. C’è solo un problema, io sono eccitato di nuovo e non posso entrarti lì davanti, è troppo pericoloso. In futuro dovremmo studiare un’altra situazione’
S:’Ma non c’è una soluzione? Io lo farei ancora’
N:’No, non ho preservativi in casa purtroppo. Non sono il latin lover che si dice. E l’altra soluzione non te la propongo nemmeno’
S:’Altra soluzione?’
Nicola si imbarazzò parecchio a parlare del sesso anale a Sara, che sembrò più incuriosita che spaventata, sempre comunque sotto l’effetto dell’alcool. E poi quando lui era uscito aveva quasi cominciato a sentire piacere, quindi era decisa ad avere almeno un orgasmo come quello del giorno prima, ora che sapeva cos’era.
S:’Quando me lo leccavi era bello, se pensi di poterlo fare senza farmi male possiamo provare, se mi fa male te lo dico dai. Ti voglio troppo sentire dentro di me, voglio che tu mi faccia godere’
Si spostarono in camera da letto per essere più comodi, dopo di che lui prese dal cassetto la vaselina che teneva nel cassetto, tiratane fuori un po’ cominciò ad ungere il buchetto di lei e a leccarle in contemporanea la fighetta. Il piacere montò nella testa di Sara e cominciò a venire. Dal canto suo, incitato dai gemiti di piacere di lei Nicola inserì prima uno poi due, fino ad arrivare a tre dita nel buchino di Sara che quasi faceva fatica a respirare dall’eccitazione. A quel punto venne in momento di Nicola di entrare. La penetrazione fu facilitata enormemente dalla grande quantità di lubrificante usato.
S:’Cazzo che bello. Ma sei dentro tutto? E’ bellissimo, ti sento nel culo, nella figa e nel cervello’
Incitato dal linguaggio senza controllo di lei lui cominciò a pompare, era una cosa fuori dal tempo, andava avanti e avanti, era appena venuto quindi la resistenza era aumentata considerevolmente. Ad un certo punto lei cominciò toccarsi il clitoride e inserire delle dita dentro la vagina. Fu troppo per entrambi. Quasi contemporaneamente scoppiarono entrambi in un orgasmo devastante.
‘Ti amo’ disse Nicola stravolto e in estasi della più bella scopata della sua vita. Le aveva concesso i tre traguardi tutti in una sera, e ora la voleva per se, solo per se, sempre per se.
‘Ti amo anche io, mio salvatore’ rispose subito Sara, baciando il suo uomo che l’aveva trascinata via da una vita solitaria e di emarginazione, oltre ad averla fatta diventare tre volte donna nella stessa serata. Una lacrima di felicità, anche questa volta, andò a salare il bacio.
Il risveglio per Sara fu agrodolce. Dolce perché fu causato dai baci sul collo di Nicola, ma ‘agro’ perché si sentiva uno straccio. Oltre alle gambe e l’inguine in fiamme causato dalla ceretta del giorno prima, aveva la testa che le scoppiava e il culetto in fiamme. Ecco perché non era una pratica tanto diffusa.
‘Ben svegliato angelo mio, dormito bene?’ ‘Sì ma era meglio se continuavo a dormire, sono tutta un dolore. E’ stato bellissimo ieri, ma ora ho il culetto che brucia da morire’.
Nicola si sentì un verme, visto che la sera prima si era approfittato della situazione ‘Non eri preparata e io ho voluto farlo lo stesso, scusami’ ‘Perché scusarti? Sono stata io ad insistere. Ed è stato veramente bello. Spero solo che in futuro non faccia così male”
‘Per quello no, ma devi allenarlo, gradualmente, con calma’ Comunque cambiamo discorso. Non ti ho svegliato alle 7 perché sono sadico, devo andare alla partita e mi sembrava brutto farti svegliare da sola’.
Nicola spiegò un po’ tutto quello che Sara avrebbe potuto fare in sua assenza. Dopo colazione quindi accese il PC per fare delle ricerche su internet, ma notò subito con disappunto che sullo sfondo del desktop c’erano in sequenza una quarantina di immagini di pornostar, tutte in pose molto provocanti. La gelosia le montò rapidamente, ed anche una certa incazzatura. Anche se a mente fredda le veniva da pensare che erano solo 3 giorni che si frequentavano, e che magari nel frattempo nemmeno aveva acceso il PC, quelle foto dovevano sparire. Pertanto indossò un completino di lingerie che aveva preso il giorno prima al lavoro (non sapeva chi poteva accendere quel pc, di fatto), scattò un paio di foto e soddisfatta le sostituì al ragazzo. Notata la cosa, Nicola le avrebbe risposto che in effetti un po’ di restyling serviva quel pc e che avrebbe dovuto mettere una password.. Sara aveva recepito il messaggio.
Il resto del tempo fino al sabato successivo passò, sebbene con una maggiore felicità dei due, in maniera abbastanza anonima, dal punto di vista della coppia. Lei comunque ci teneva ad uscire con un buon voto e lui, per compiacere lei, si era messo sotto a studiare seriamente. L’unica cosa nuova era che ora Sara andava a scuola vestita un po’ meglio, anche se non provocante, e suscitava reazioni contrastanti: parecchia ammirazione nei maschietti, invidia rabbiosa nelle femmine.
Arrivò quindi il sabato successivo.
Nicola propose un giretto in centro, con annesso parco, ma prima portò Sara ad uno dei ‘suoi’ negozi per farla cambiare d’abito. Voleva che per il pomeriggio tutti si girassero a guardare la sua ragazza, perché in fondo aveva notato che la cosa anche a lei piaceva.
Appena uscita dal camerino Sara era stupenda, un paio di sandali a tacco medio (in fondo bisognava camminare) ed un vestitino rosa shocking molto fasciante. Notò comunque che qualcosa stonava. ‘Guarda che lì l’intimo non ci va’ si vede e fa brutti segni’ ‘Ma dopo sembro una poco di buono e tutti si mi fisseranno’ ‘E che problema c’è, lascia che guardino’ ‘Poi tu ti arrabbi’ ‘Finchè sei solo mia e nessuno ti tocca io sono solo orgoglioso che ti guardino’. Rincuorata dalla cosa tornò nel camerino e ne uscì poco dopo. Il vestito le fasciava le curve in modo divino e, guardandoci attentamente, si poteva intravedere la forma del capezzolo sotto il vestito ‘Usciamo di qua sennò ti violento’ disse Nicola scherzoso, ma neanche troppo.
Come previsto il giro fu costellato da maschietti, e anche qualche femminuccia, che la fissavano morbosamente. Lei all’inizio piena di vergogna a poco a pogo si inorgoglì e fece notare al ragazzo che aveva ormai perso il conto delle persone che l’avevano guardata sbavando. E la cosa la stava eccitando da morire.
Giunti al parco il pensiero di lei fu soltanto quello di trovare un posticino dove poter appartarsi con il ragazzo. Dal canto suo Nicola dovette fare spesso ricorso al suo self control per non andare in giro con un erezione perenne. La sua ragazza era uno splendore quel giorno, contenta, sorridente, armoniosa nel suo abitino. Non poteva chiedere di meglio. L’arrivo al parco fu per lui una liberazione quando finalmente trovò una panchina in una zona tranquilla lontana da occhi indiscreti.
Subito Sarà salì a cavalcioni sul suo uomo e cominciò a baciarlo con estrema passione. Se prima i capezzoli potevano solo intravedersi ora si distingueva nettamente l’intera areola al di sotto dei tessuto. Il movimento poi del vestito e il conseguente strofinio regalavano alla ragazza delle vere e proprie scosse di piacere. Ad un certo punto fu lei, in trance, a esortare Nicola di tirarlo fuori. Non senza difficoltà Nicola obbedì e, dopo cinque minuti di movimenti furtivi, si infilò il preservativo.
La penetrazione fu per Sara liberatoria. Sentire quel cazzone di notevoli dimensioni dentro di lei fu bellissimo, molto più bello dell’ultima volta. Non essere più vergine aveva i suoi considerevoli vantaggi. Non fu l’amplesso più emozionante di sempre, dovevano far piano perché erano pur sempre in un luogo pubblico, ma anche la lentezza dei movimenti e il piacere che saliva piano piano avevano il loro perché. Fu però molto romantico e molto intimo. Vuoi per preservativo vuoi per la lentezza anche Nicola riusciva a tenere il ritmo senza sosta. In realtà non disse mai a Sara che aveva preso preservativi ritardanti, ma l’eccitazione che riusciva a darle Sara era talmente forte che aveva il terrore sempre di finire troppo presto. Doveva ancora abituarsi a lei. Da un lato sperava di riuscirci presto, dall’altro era troppo bella quella situazione.
Fu Sara, intraprendente come non mai, a cercare di rendere la cosa un po’ più piccante. Si sfilò il pene di Nicola e se lo puntò dritto nel buchetto posteriore ‘Amore fermati, cosa stai facendo’ le sussurò in un orecchio ‘Voglio finire in bellezza’ ‘Guarda che non ce la facciamo. L’altro giorno avevo usato la vaselina e ti ho fatto male. Ora farebbe solo male, sia a te che a me. Devi prima allenarlo il culetto’ ‘Uffa’ e così facendo se lo rimise davanti, e cominciò a pompare con forza, non curante del fatto che da un momento all’altro potesse passare qualcuno. Imbarazzato ma eccitato al tempo stesso da morire, Nicola venne in poco tempo. Entrambi contenti si ricomposero in fretta e terminarono la serata sotto casa di lei, dove a malincuore.
Sara rimase comunque con in testa un pensiero’ Doveva dare di più al suo uomo, doveva ‘allenarsi”
Sara quella mattina era raggiante. Quando Nicola arrivò a scuola per il suo caffè con Sara la ragazza gli saltò con parecchio entusiasmo al collo. ‘Ciao amore, sento che sei più di buon umore del solito stamattina’ ‘Sì, anche perché ho una sorpresa per te oggi pomeriggio, sempre che tu mi voglia a studiare con te’ ‘Mmm, studiare onestamente no, per il passare il pomeriggio insieme non ne vedo l’ora’ ‘Poche storie che manca poco alla fine dell’anno. Prima studiamo e poi sorpresa ok?’. Nicola notò che per tutto il giorno la ragazza era a dir poco elettrica, sembrava non stesse più nella pelle di mostrarle quella sorpresa, sembrava quasi eccitata dall’idea.
Il pomeriggio lo studio stava sempre diventando più difficile, pertanto andarono nella camera di lui. Di corsa Sara andò a gettarsi sul letto, seguito prontamente da lei. Quando Nicola sembrò diventare più intraprendente fu lei a prendere le redini del gioco ‘Leccamela’ Nicola non se lo fece ripetere due volte e, una volta arrivato alla zona calda notò qualcosa di strano. ‘Eccoti la sorpresa!’. Dal culetto di Sara spuntava una sbarretta di silicone rosa, segno che quel buchino era già occupato da un buttplug. ‘Ma sei veramente una maialina, come mai? E soprattutto dove lo hai comprato?’ ‘Sì sono una maialina, ma ora direi che è pronto perché tu finalmente mi ci metta il tuo cazzone dentro senza far più storie’ Se prima faceva fatica ad essere contenuto nei pantaloni il cazzone in questione ora se possibile era diventato ancora più duro. Nicola aprì il cassetto per estrarre un preservativo, ma anche qua Sara aveva una sorpresa ‘Quelli non servono più, ho cominciato la pillola ieri’ ‘Sì ma se non lo metto mi sa che vengo subito, mi stai eccitando troppo’ ‘Vorrà dire che lo faremo più volte, ora leccamela però, in fin dei conti non hai ancora ubbidito’. Detto fatto, Nicola si tuffo sulla fighetta depilata di Sara e cominciò a leccare con foga.
La testa di Sara ora era un turbinio di sensazioni magnifiche. Le piaceva quando il suo ragazzo la leccava, ma avere qualcosa nel culetto in quegli istanti era proprio qualcosa di magnifico ‘Ora entra sdraiati, ci penso io’. Il cuore dei due ragazzi cominciò a pompare come un martello, sia Nicola che Sara si sentivano prossimi ad un infarto e ci fu un pochino di delusione quando Sarà si diresse il cazzo del proprio fidanzato davanti. Sperava che le concedesse subito il buco preparato con tanta dedizione’
Una volta che però Sarà arrivò a fondo la sorpresa fu enorme, la presenza di qualcosa che occupava il sedere della ragazza rendeva la penetrazione fenomenale. Era stretta ma comunque estremamente accogliente. Bastarono pochi movimenti di lei a farlo venire ‘Eravamo tanto eccitati amore mio? Non preoccuparti, ora che ti ho dentro non ti faccio mica uscire’. Non ci fu un minimo segno di cedimento e Sara ricominciò a muoversi su e giù.
Nicola dal canto suo aveva davanti una visione paradisiaca: le tette di Sara ondeggiavano davanti al suo naso, il viso di lei in estasi era veramente grazioso. Non certo una bellezza da prima pagina, ma armonioso delicato anche quando pervaso dal piacere. In questa situazione di beatitudine lui sarebbe rimasto per ore. Afferrò entrambi i seni nelle mani e cominciò a giocare con i capezzoli, dopo di che prese un seno in bocca e cominciò a leccarlo e mordicchiarlo, sempre più forte, come aveva capito piaceva anche a lei.
Sara sentiva di essere arrivata al limite, quindi tolse il plug dal sedere e si impalò lentamente il buco appena liberato. Cominciò a non capire più nulla. Decise quindi di cambiare posizione per poter più liberamente accedere al clitoride. Non vi era alcun dolore nella penetrazione solo un piacere infinito, amplificato anche dal suo masturbarsi davanti. In men che non si dica arrivò un orgasmo potentissimo che quasi le fece venire le convulsioni. Nicola, vedendo gli spasimi di lei venne anche lui in pochissimo tempo, inondando il culo della ragazza.
Stremati si guardarono e si baciarono dolcemente per alcuni minuiti.
‘Grazie piccola, ma toglimi una curiosità, quando è che te lo sei messo? Non ricordo di averti visto andare in bagno’ ‘Stamattima prima di uscire di casa’ A Nicola mancò poco che venisse un infarto. ‘Te lo sei tenuto tutta la mattina a scuola?’ ‘Sì e devo dire che mi ha eccitato tantissimo’ ‘Mi correggo non sei una maialina, sei una gran porca’ ‘Sono la tua gran porca, anzi sono la tua geisha’
Nicola rimase un po’ pensieroso, si alzò e andò a frugare nell’armadio e dopo una leggera ricerca si girò con in mano un ovulo e nell’altra un telecomandino. ‘Lo avevo comprato qualche giorno fa, ma non osavo chiederti di usarlo. Ma visto che vuoi essere la mia geisha, ora ti chiedo di usarlo’ Con un sorrisetto malizioso Sara prese in mano l’ovulo e lo rimirò per bene, Nicola prese a far vibrare l’ovetto e gli occhi di Sara si illuminavano. Il gioco la intrigava parecchio, godere essere in mezzo a tutti non era stato male la mattina, sapere che lui potesse a sua discrezione decidere del suo piacere con un click era veramente il massimo. ‘Facciamo così, io lo metto, ma tu promettimi di non farlo partire durante le verifiche o le interrogazioni, sarebbe troppo’ ‘Lo so che tu ci tieni ai bei voti, tu sarai anche la mia schiavetta ora, ma ti amo troppo per farti qualcosa che possa darti problemi’ Sara si finse subito arrabbiata ‘Schiavetta???? Mmm, mi piace’ E cosa dovrei fare ora padroncino?’ ‘Mettiti l’ovetto dentro, stasera ceni con i miei’
Sara fu notevolmente sorpresa dalla richiesta di Nicola, ma subito dopo fu lei a soprendere lui, mentre si inseriva l’ovulo ‘Padroncino, posso rimettermi il tappo nel culetto?’. Nicola ebbe un’immediata erezione ‘Dopo amore mio. Ora devi aiutarmi a farlo tornare giù’ e so io il modo”

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