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Una monella intraprendente 3

By 11 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mara si staccò da suo padre e dalla sua amica, il suo sguardo andò all’orologio appeso alla parete, e si rese conto che si era fatto tardi, si diresse verso il bagno per darsi una rinfrescata, Lucia e suo padre la seguirono con lo sguardo, si lavò velocemente e si vestì, mentre ancora si allacciava la camicetta, li salutò;
-Ciao papà, ci vediamo stasera… Poi ti chiamo Lucia…-
Non si accorse dello sguardo che le aveva lanciato la sua amica.
Attraversò la città di corsa, ma arrivò in ufficio puntuale, era il suo ultimo giorno, non voleva che Franco pensasse che lei non sapeva mantenere un impegno.
Franco era già entrato, la salutò con un sorriso che lei ricambiò, si sedette alla scrivania sollevata.
Mentre era alla scrivania il pensiero di Mara andava ai momenti vissuti poco prima, il ricordo del suo papà che la scopava, mentre Lucia la leccava la faceva bagnare nuovamente, furtivamente faceva scivolare le sue dita a sfiorare le sue mutandine, ogni volta che si sfiorava con le dita, sentiva le sensazioni provate prima ritornarle in mente, Mara sperò che Franco uscisse dal suo ufficio, le sarebbe saltato addosso, per farsi scopare fino a urlare di piacere, purtroppo per lei Franco non si fece vedere.
Cercò di resistere più che poté, poi si chiuse in bagno, la sua mano corse in mezzo alle sue gambe, le sue mutandine erano umide, iniziò a carezzare il suo clitoride, sentiva i suoi umori bagnarle le dita, mosse la mano con più velocità, rimase sorpresa dalla velocità con cui raggiunse l’orgasmo, le gambe le tremarono mentre si abbandonava alle scosse di piacere che la percorrevano, quando finalmente si calmò poté tornare alla scrivania.
Finalmente era l’ora di chiudere, posò gli ultimo fogli nell’armadio, e riordinò la scrivania, le sarebbero mancati quei giorni di lavoro, aspettò che Franco uscisse dal suo ufficio, non dovette aspettare molto.
-Bene Mara, mi dispiacerà non vederti qui la prossima settimana, hai fatto un ottimo lavoro, se mi servirà nuovamente una segretaria spero di poter contare nuovamente su di te. Tieni-
Franco le porse una busta, i suoi primi soldi guadagnati, con gli occhi che le brillavano Mara allungò la mano per prenderla, appena la ebbe in mano, impaziente la aprì, e subito dopo buttò le braccia attorno al collo di Franco, stampandogli un grande bacio sulle labbra;
-Grazie Franco, sei un tesoro-
Quando arrivò a casa sua madre era già arrivata, la salutò e si recò nella sua stanza, voleva mettersi comoda, quando si spogliò osservò la macchia che la sua eccitazione aveva lasciato sulle sue mutandine, sorrise mentre le metteva nella biancheria sporca, si infilò nella doccia lasciando che l’acqua tiepida le lavasse via la stanchezza, quando uscì si sentiva rigenerata, aprì l’armadio per vestirsi, indossò un semplice paio di mutandine bianche, che coprì con una gonna una canotta sui seni nudi completò il suo abbigliamento, appena finì di prepararsi si recò da sua madre.
-Oh Mara, sei qui. Dammi una mano, che tra poco arriva tuo padre…-
Aiutò la madre a preparare la cena e aspettò che suo padre tornasse, finalmente arrivò, aspetto che baciasse sua madre , poi con una vocetta innocente gli chiese;
-Come è andata oggi la giornata, papino?-
I suoi occhi lo fissavano maliziosi, lui la guardò un attimo, la moglie era ancora vicino a lui, si limitò a borbottare un;
-Bene, bene…-
-Vatti a cambiare, così ceniamo-
Mentre sua madre si allontanava, Mara lo seguì in camera da letto, era curiosa di vedere cosa le avrebbe detto il suo papà.
Si fermò sulla porta della stanza, osservò suo padre mentre si spogliava, l’attrazione che provava verso di lui non si era affatto affievolita, anzi, nel vedere il suo corpo si sentiva nuovamente eccitata, entrò avvicinandosi piano, le mani dietro la schiena come una bambina;
-Allora, non mi dici niente?-
Prima che l’uomo potesse rispondere la voce di sua madre li richiamò tutti e due, Mara si rassegnò ad aspettare per poter parlare con suo padre.
Durante la cena provò a stuzzicarlo, strofinando il piede contro la sua gamba, si aspettava che si ritraesse, invece sentì che rispondeva al gioco, fu dura trattenersi mentre si facevano piedino sotto la tavola, e tenere una conversazione con la madre, Mara rabbrividiva ogni volta che il piede di suo padre carezzava la sua gamba, sperava di poter rimanere sola con lui per qualche minuto dopo cena.
Finalmente finirono di cenare, Mara stava per sedersi accanto a suo padre sul divano, quando sentì il telefono squillare, vide sua madre rispondere;
-Mara, è per te. Lucia…-
-Rispondo in camera mia…-
Mara si precipitò in camera sua, era curiosa di sentire Lucia, chiuse la porta per poter parlare liberamente;
-Ciao Lucia, pensavo ci saremmo viste domani a scuola-
-Ero troppo nervosa dopo quello che abbiamo fatto oggi, ammetterai che non è una cosa di tutti i giorni. Sai Mara, mi hai sorpreso, pensavo che ti piacessero le donne…-
-Perché ti è venuta in mente una cosa del genere?-
-Beh, dopo che siamo finite a letto assieme…-
-Scema. Quello è perché mi piaci, ma mi piacciono anche i cazzi duri…-
Una risata si sentì dall’altro lato del telefono;
-…e poi vederti scopare con mio padre mi ha fatto eccitare da pazzi-
-Io pensavo che ti saresti incazzata, l’ultima cosa che mi sarebbe venuta in mente era che avresti partecipato, pensavo che ce l’avresti avuta con me-
-Eventualmente è mia madre che dovrebbe avercela con te, non io…-
Una nuova risata si sentì dall’altro lato del telefono,
-Ti lascio Mara, mi sa che dovrò farmi un ditalino prima di andare a dormire, ripensare a oggi mi ha fatto eccitare nuovamente…-
-Peccato che tu non sia qui, ci penserei io a dare un po di sollievo alla tua fichetta.-
-Già, è proprio un peccato… Ciao-
Parlare con Lucia l’aveva fatta eccitare, chissà se il suo papà poteva sganciarsi per darle un po’ di sollievo, con questo pensiero si recò nel salone, ma si fermò prima di entrare, sua madre e suo padre erano abbracciati sul divano, e le loro mani si muovevano sui loro corpi, per quella sera niente, si ritirò piano per non disturbarli, che facessero pure i piccioncini;
-Mamma, papà… io vado a dormire-
Ecco pensò, cosi possono stare più tranquilli, per un lungo istante stette a pensare di fermarsi a spiarli, poi decise che era meglio lasciarli soli.
Il giorno dopo Mara si alzò prima, sua madre era già uscita, e lei non doveva andare a scuola, indossò una leggera sottoveste che lasciava vedere il suo corpo in trasparenza, e un paio di pantofoline con il tacco, cosi vestita iniziò a preparare la colazione, il caffè era appena salito, quando suo padre entrò in cucina, lei si avvicinò dandogli un bacio sulle labbra, la sua mano andò a carezzarlo in mezzo alle gambe, fu un po’ delusa nel non trovare il suo cazzo già duro e pronto per lei, ma ricordò i rumori che aveva sentito durante la notte, anche sua madre aveva approfittato a lungo dell’uomo di casa, era meglio lasciarlo riposare;
-Buongiorno papà, siediti e fai colazione, così recuperi le forze…-
L’uomo si sedette senza parlare, il suo sguardo indugiava sulle curve sinuose del corpo di Mara, che la trasparenza del tessuto rendeva quasi eterea, Mara si sedette davanti a lui guardandolo negli occhi, lo sguardo interrogativo;
-Vuoi chiedermi qualcosa, vero?-
-Più che altro una curiosità, come mai Lucia è diventata la tua amante?-
-Tutto qua? E io che mi credevo chissà chè. e successo qualche mese fa…

Con tua madre da un po’ di tempo c’era maretta, mi rimproverava di fare troppo il cascamorto in giro, devo dire che questa volta aveva torto, anche se qualche volta avevo avuto avventure con altre donne, in quel periodo ero solo preso dal lavoro, ma lei non ci credeva.
Quel giorno ci eravamo incontrati la mattina, e avevamo avuto una discussione abbastanza animata, quando lei era ritornata al lavoro ero molto nervoso, invece di tornare in ufficio, rimasi a fare quattro passi, tanto per calmarmi, mi avvicinai verso il parco per raccogliere i pensieri, mentre entravo vidi una ragazza chinata su una fontanella, e ne rimasi colpito, la minigonna di jeans che indossava le fasciava il culo facendolo risaltare, le gambe coperte da un paio di collant neri terminavano in un paio di stivali, nell’insieme era un vero spettacolo, quando si rialzò e si girò riconobbi la tua amica Lucia, lei diventò rossa e balbettò qualche parola di saluto, sul momento non capii come mai aveva quell’aria colpevole, solo dopo qualche secondo realizzai che avrebbe dovuto essere a scuola, evidentemente aveva marinato, e adesso non sapeva come giustificarsi;
-Vedo che oggi non sei andata a scuola, anche Mara è in giro?-
-No, io non avevo voglia di fare il compito oggi, e quindi non sono andata. Per favore, non dica ai miei che mi ha visto-
Nel dirmi queste parole aveva un aria molto tenera, gli occhioni lucidi, ma quello che i aveva colpito era soprattutto il suo seno, quel giorno era strizzato in una maglietta che sembrava renderlo ancora più grande-
-Non preoccuparti, non ho intenzione di dire niente. Ti va di prendere un caffè-
Non avevo nessuna intenzione di sedurla, avevo solo voglia di parlare con qualcuno dopo aver litigato con tua madre, Lucia parve sollevata, e accettò con entusiasmo, finì che passammo la mattinata insieme. Devo dire che si dimostrò un ottima ascoltatrice, e poi la sua allegria era contagiosa, trascorremmo cosi la mattinata.
Verso mezzogiorno lei mi disse che doveva avviarsi , perché sarebbe dovuta andare a casa, io mi offrii di accompagnarla, quando la lasciai vicino a casa sua prima di scendere mi diede un bacio veloce sulla guancia.
Non ci pensai più, due giorni dopo lei venne a casa a cercarti, ma tu non c’eri, eri uscita con tua madre, la feci entrare e le chiesi se voleva aspettarti.
-Non vorrei disturbare…-
-Non preoccuparti, anzi mi fai compagnia, sto facendo alcuni lavoretti che rimandavo da tempo-
Infatti era quando stavo aggiungendo alcuni scaffali allo sgabuzzino, Lucia mi seguì in silenzio e si fermo a guardarmi lavorare, come ti ho detto era una compagnia piacevole, mi raccontava alcuni aneddoti divertenti, che mi facevano ridere, fu così che mi diedi una martellata sul dito, mettendomi a imprecare, Lucia si avvicinò premurosa, diventai rosso, perché avevo tirato giù delle imprecazioni pesanti, e temevo di averla imbarazzata, presa la mia mano con le sue, aveva un tocco caldo e delicato, osservò il dito che avevo colpito;
-Non si preoccupi, è solo una cosa superficiale, così dovrebbe passare…-
Fu a quel punto che Lucia fece una cosa che mi colse di sorpresa, avvicinò la mia mano alla sua faccia, infilandosi il dito in bocca, e e iniziando a succhiarlo, il tocco delle sue labbra mi colpì come una frustata, mi accorsi di avere una erezione istantanea, Lucia continuava a succhiare il mio dito facendolo scorrere tra le sue labbra, incrociai il suo sguardo, i suoi occhi esprimevano un chiaro invito, neanche me ne resi conto, e le mie mani erano posati suoi suoi seni, attraverso la stoffa sottile sentivo la consistenza dei suoi capezzoli, Lucia si fermò un attimo sempre succhiando il mio dito, adesso vedevo i suoi occhi brillare, mi sembrava di vedere la mia eccitazione specchiarsi in lei.
Piano feci scivolare le mani sotto la maglietta, feci scavalcare il tessuto del reggiseno, i suoi seni, sembravano ancora più grossi strizzati dal tessuto, adesso Lucia respirava più affannosamente, vedevo le sue guance farsi rosse per l’eccitazione, mi abbassai prendendo in bocca un suo capezzolo, mi piaceva sentirlo sulla lingua, lo sentivo diventare più turgido ad ogni passata di lingua, ogni volta che lo stringevo tra le labbra la sentivo ansimare.
Lucia si era appoggiata al muro, lasciando che io giocassi con il suo seno, feci calare una mano andando a cercare le sue mutandine, lei allargò leggermente le gambe per aiutarmi, le mie dita sentirono il tessuto umido in mezzo alle sue gambe, scansai lo slip, iniziando a carezzare la sua fessura, mentre ancora continuavo a succhiare il suo seno, il suo corpo si contorceva, adesso si era stretta a me, abbracciandomi forte, smisi per un istante, la camera da letto era li accanto, la sollevai e la posai sul letto, la sua gonna era rimasta alzata, vedevo il triangolo dei suoi slip fare capolino, le sfilai gli slip, scoprendo il suo sesso, come ipnotizzato mi chinai in mezzo alle sue gambe iniziando a passare la mia lingua sulla sua fichetta, aveva un sapore delizioso, era molto eccitata, sentivo il suo sapore sulla mia lingua, indugiai sul suo clitoride stringendolo tra le labbra, adesso la sentivo gemere forte, le sue mani si posarono sulla mia testa spingendomi sulla sua fica, aumentai il movimento della lingua finché la sentii contorcere e i suoi umori mi riempirono la bocca, se ne era venuta nella mia bocca.
Quando la sentii rilassarsi, iniziai a spogliarla piano, lei mi guardava con un sorridendomi eccitata, si lasciò spogliare, io mi spogliai velocemente, lei mi attirò accanto a se facendomi sdraiare sul letto, incollò le sue labbra alle mie, andando a cercare la mia lingua, era molto brava nel muovere la sua lingua nella mia bocca, poi si staccò iniziando a percorrere il mio corpo con piccoli bacini, la sua mano era scesa a stringere il mio cazzo, che ormai era già duro, e la muoveva piano.
Dopo un tempo che mi parve interminabile le sue labbra iniziarono a percorrere la superficie del mio cazzo, la sua lingua passava leggera, leccandolo per tutta la lunghezza, dopo alcuni passaggi sentii le sue labbra avvolgermi e fece sparire il mio cazzo nella sua bocca, iniziò a pomparmi piano, muovendo la lingua ogni volta che lo tirava fuori, non mi aspettavo tanta maestria da una ragazzina, continuò a giocare con il mio cazzo per un tempo che mi parve infinito, portandomi più volte vicino all’orgasmo e fermandosi un attimo prima, in quei momenti vedevo i suoi occhi brillare, dopo ricominciava a pompare.
Io mi godevo quel fantastico pompino, quando la sentii smettere, era salita sopra di me, la sua mano guidò il mio cazzo fino alla sua fessura, poi si calò piano sedendosi su di me, la sua fica mi sembrava rovente tanto era calda, la sentivo avvolgermi morbida, lei iniziò a muoversi piano cavalcandomi, lasciai che fosse lei a decidere il ritmo, strinsi i suoi seni tra le mie mani carezzandoli, le mie dita indugiavano stringendo i suoi capezzoli, Lucia si muoveva frenetica su di me.
Lucia cominciava a rallentare il ritmo, la feci sdraiare e le fui subito sopra la impalai iniziando a scoparla con forza, lei strinse le sue gambe attorno al mio corpo inarcando il bacino, io continuavo ad affondare dentro la sua fica sempre più bagnata, ad ogni affondo Lucia emetteva un gemito, la cosa mi faceva eccitare, ormai ero vicino a venirmene, aumentai il ritmo dei miei colpi, Lucia mi abbracciò, le sue unghie mi striarono la schiena, con un colpo più forte me ne venni dentro di lei inondandola, subito dopo la sentii inarcare ed emettere un gemito soffocato, anche lei se ne era venuta, mi sfilai da dentro di lei osservandola mentre si rilassava, un rivolo bianco le colava in mezzo alle gambe, io ripresi il controllo giusto in tempo per impedire che macchiasse le lenzuola, sarebbe stata dura spiegarlo a tua madre.
Dopo quella volta abbiamo cominciato ad incontrarci quando potevamo, cercavamo di non farci scoprire da te, lei pensava che avreste litigato…

-Ricordo quella giornata, ti abbiamo trovato che ancora dovevi montare le mensole, ma Lucia non c’era-
-Era andata via dopo aver fatto una doccia. Comunque adesso devo andare, si è fatto tardi..-
I giorni che seguirono per Mara furono particolari, ebbe modo di parlare con Lucia, dapprima aveva temuto che la loro amicizia cessasse, poi si era creata tra di loro una forte complicità avevano scoperto di avere in comune la curiosità verso nuove sensazioni, con l’incoscienza tipica dei giovani esploravano nuovi orizzonti.
L’anno scolastico arrivò alla fine, Lucia e Mara si prepararono assieme me, alternando allo studio piacevoli pause dove i loro corpi venivano visitati dalla lingua dell’altra, un paio di volte coinvolsero Marco, il padre di Mara, che fu ben felice di essere al centro delle loro attenzioni, quando finalmente gli esami finirono entrambe erano state promosse, adesso si schiudevano davanti a loro le sospirate vacanze.
Il padre di Mara sarebbe dovuto andare ad un convegno di lavoro, da tempo aveva preparato il viaggio dove l’avrebbe accompagnato la moglie, mara ancora non aveva fatto programmi, si riprometteva di parlare a Lucia per organizzare qualcosa assieme, ma i progetti subirono un cambiamento improvviso, una sera, quando ormai mancavano due giorni alla partenza, mentre erano a cena la madre di Mara diede loro la notizia;
-Marco, io non potrò accompagnarti, oggi al lavoro mi hanno detto che non mi sarà possibile assentarmi, abbiamo un imprevisto, e dovremo essere tutti presenti, la prossima settimana per noi sarà un vero inferno…-
-Ma avevi chiesto questi giorni di ferie da tempo, ci tenevo che tu venissi con me, sarebbe stata una vacanza solo noi due…-
Le parole del padre lasciavano capire che sarebbe stato più di un viaggio di lavoro per lui è la moglie;
-Lo so, è mi dispiace più di te, ma non posso farci niente. Non credere che mi faccia piacere mandarti da solo-
Il tono era leggermente stizzito, aveva sempre sospettato che il marito approfittasse di quando lei non c’era per farsi qualche avventura.
Restarono tutti e tre in silenzio per alcuni minuti, fu Mara a rompere il silenzio;
-Papà, perché non porti me?-
Il padre la guardò con uno sguardo stupito, e vide gli occhi di Mara brillare;
-Ma dai tesoro, ti annoieresti…-
-A me sembra una bella idea-
La voce della madre aveva sorpreso Mara, ma subito capì, il suo pensiero, la sua presenza avrebbe dovuto impedire al padre di cercare qualche avventuretta, sorrise dentro di se, avrebbe avuto il suo papà a disposizione tutto per lei;
-Si papà, tanto l’albergo è già stato prenotato e pagato, non ti sarò d’impiccio. Posso farti da segretaria. Che ne dici?-
L’uomo cercò di accennare una protesta, ma lo sguardo della moglie e quello della figlia lo fissavano, una sospettosa della sua ritrosia, l’altra eccitata dalla prospettiva, dovette capitolare ;
-Va bene Mara, ma poi non ti lamentare se ti annoierai-
Mara non rispose, felice si alzò prendendo il telefono, voleva dare la notizia all’amica, i suoi genitori la guardarono sparire sorridendo per il suo entusiasmo.
-Pronto, Lucia?-
-Si sono io, che ti è successo? Mi sembri eccitata-
-Sai il convegno dove doveva andare mio padre? Mia madre non può andare, così ci vado io assieme a lui…-
-Che colpo maialina, potrai stare da sola con Marco, ti invidio, vorrei venire con voi…-
-…e non ti ho detto il meglio, lui aveva prenotato una camera matrimoniale, avremo un bel lettone per noi dove poterci rotolare…-
-Porca, mi stai facendo eccitare, adesso mi toccherà darmi sollievo con le dita, solo al pensiero del cazzo di Marco che ti sfonda mi sento bagnare…-
-Perché non ti tocchi adesso e mi dici cosa stai facendo, io ho già messo la mano nelle mutandine, e mi sto toccando, la mia fichetta è già tutta bagnata…-
-Sei una porca, mi sono infilata dentro un dito e con il pollice mi carezzo il bottoncino… come vorrei che ci fossi tu con la tua lingua a darmi un po’ di sollievo…-
-Si dai racconta…, mi sto infilando dentro un dito anch’io… sentissi come scivola…. sono bagnata come una fontanella… uhmmm…-
-Si.. dimmi cosa gli farai… voglio sentirti mentre me lo dici…-
-Gli prenderò il cazzo in bocca, ma prima lo voglio leccare tutto… voglio avvolgerlo con la lingua, e poi scendere fino alle sue palle, mentre lui sta sdraiato sul letto, questa volta lo voglio sentire fino in fondo alla gola… voglio che se ne venga nella mia bocca, e poi per fargli vedere quanto sono troia, lascerò che il suo sperma mi coli dalla bocca mentre mi passo la lingua sulle labbra…-
Mara smise di parlare, i gemiti che sentiva al telefono la facevano eccitare, rimasero qualche minuto a descriversi le loro sensazioni, mentre le loro dita si muovevano veloci sui loro sessi, un rantolo soffocato le fece capire che Lucia aveva raggiunto l’orgasmo, intensificò il lavoro delle sue dita e venne anche lei stringendo le labbra per non gridare, adesso i loro gemiti si fondevano al telefono;
-Mara, quando torni, devi lasciarmi Marco per qualche ora, voglio farmi sfondare da lui… promettilo…-
-Va bene, cercherò di lasciargli abbastanza forze per soddisfarti. Buonanotte…-
Con le gambe ancora tremanti si alzò per ritornare dai suoi genitori, dei rumori dalla camera da letto attirarono la sua attenzione, appoggiò l’orecchio, e sentì che mamma e papà stavano dandoci dentro, la cosa la rese felice, si diresse in cucina per sparecchiare e lavare i piatti, almeno questo alla mamma lo doveva.
I due giorni che mancavano alla partenza per mara furono interminabili, con la complicità di Lucia aveva comprato alcuni capi in un negozio di intimo, voleva indossarli per quando sarebbe stata da sola con il suo papà, Con Lucia avevano scelto delle cose veramente deliziose, visto che aveva detto che avrebbe fatto la segretaria aveva comprato anche un tailleur, aveva accorciato la gonna in modo che le sue gambe risaltassero ancora di più.
Il giorno della partenza aveva già pronta la sua valigia dal giorno prima, indossò il tailleur per il viaggio, e si fece vedere dai suoi genitori;
-Sembri una donna in carriera, tesoro sei perfetta-
Mara sorrise al commento della madre, suo padre invece, rimase senza parole, prese le valige e si avviarono.
La madre li accompagnò fino all’aeroporto, e poi li lasciò soli, per Mara iniziava la sua avventura.
Nel camminare Mara attirava gli sguardi degli uomini presenti, il tessuto della sua gonna evidenziava il suo magnifico culetto, mentre lei camminava a braccetto del padre;
-Allora papà, non hai detto niente del mio vestito, come ti sembra?-
-Mara, tu finirai col farmi avere un infarto, quel vestito ti sta benissimo-
Mara piroettò su se stessa per farsi ammirare;
-Davvero trovi che mi stia bene? Peccato che tu non possa dimostrarmelo adesso…-
Scuotendo la testa il padre si avviò verso il banco dell’accettazione, dopo qualche ora erano già in volo.
Quando arrivarono all’albergo Mara era già eccitata, il tempo di entrare nella stanza che già aveva stretto tra le braccia il suo papà incollando la bocca alla sua, lui rispose massaggiando la sua lingua, sterro un lunghissimo istante a massaggiarsi le lingue, le mani di Mara corsero alla cinta dei pantaloni cercando di slacciarli, ma proprio allora ebbe una delusione;
-No Mara, adesso non posso, avevo già preso appuntamento con alcuni colleghi, e devo scendere subito, starò via alcune ore..-
Si staccò da lei prendendo una cartella e si avviò verso la porta, Mara restò a guardarlo delusa, avrebbe voluto restare in camera ed essere stretta tra le sue braccia, per la delusione si buttò sul letto, dovere rimase immobile per alcuni minuti.
Quando ebbe smaltita la delusione, si alzò, aveva tutta la sera per godersi il suo uomo, aveva detto che sarebbe tornato tra un paio di ore, ne avrebbe approfittato per rendersi irresistibile, si diresse verso il bagno e riempì la vasca con l’acqua, dove versò alcuni sali, poi lasciò che il calore dell’acqua l’avvolgesse.
Il bagno ebbe l’effetto di rilassarla, quando uscì dalla vasca si sentiva riposata, si diresse verso la sua valigia per prendere la biancheria che aveva comprato, la stese sul letto guardandola prima di indossarla, prese le calze che aveva scelto e le indossò piano sistemando con cura il bordo ricamato, quando finì stese le gambe guardando il risultato, lo slip che indossò lo aveva scelto Lucia, era nero con dei fiori ricamati che lasciavano intravedere la sua rada peluria, il reggiseno richiamava gli stessi motivi degli slip, per ultimo indossò una sottoveste di seta che le arrivava appena sotto il culetto, si guardò allo specchio studiando il risultato, si sentiva irresistibile, raccolse i capelli biondi sulla testa così non le avrebbero dato fastidio, poi passò un volo di trucco sulle palpebre facendo risaltare il blu dei suoi occhi, rossetto che aveva comprato per l’occasione rese le sue labbra più lucide, poi indossò un paio di scarpe lucide con il tacco a spillo, adesso era perfetta, voleva vedere la faccia del suo papino quando l’avrebbe vista.
Mara si era sdraiata sul letto, ma la noia dell’attesa l’aveva fatta addormentare, fu svegliata dal rumore della porta che si chiudeva, scattò in piedi si diresse verso l’ingresso per fare una sorpresa al suo papà, ma quando lo vide la sorpresa la ebbe lei.
Suo padre era assieme a Franco, l’amico di famiglia per cui aveva lavorato una settimana, e con cui aveva avuto una rovente ora di sesso.
-Ma Franco cosa fai qui?-
La domanda rimase nell’aria, Franco e suo padre avevano gli occhi fissi sulla sua figura, entrambi arrossirono, sia pure per motivi diversi, suo padre per essere stato scoperto, Franco perché ancora ricordava il caldo corpo di Mara;
-Ma cosa fai vestita così?-, il tono di suo padre era solo sorpreso;
-Volevo farti una sorpresa…-
Mara troncò la frase, si rese conto di avere già detto troppo, cercò di rimediare cambiando discorso;
-Vi prendo qualcosa da bere…-
Si diresse verso il frigobar, gli occhi dei due la seguirono, quando si abbassò il suo culetto fece bella mostra di se, diviso in due dalla stoffa degli slip, quando si girò per porgere loro da bere distolsero lo sguardo, come se fossero stai colti in fallo, Mara porse loro da bere tenendo gli occhi bassi, ma quando fu vicino il suo sguardo poté osservare il gonfiore in mezzo alle loro gambe, fu come se una scossa di energia l’avesse pervasa, capì che li aveva in pugno, quello che credeva essere un grande guaio stava prendendo una piega inaspettata;
-Ecco i vostri bicchieri, come mai sei qui Franco?-
La sua voce era diventata più suadente, non c’era più traccia dell’imbarazzo iniziale, il suo viso aveva assunto quell’aria da ragazzina ingenua che usava quando voleva ottenere qualcosa;
-Sono qui per il convegno… avevo accompagnato tuo padre e volevo farti un saluto…-
-Si… mi ha detto che avrebbe avuto piacere di salutarti…-
Il tono dei due uomini era incerto, Mara aveva nuovamente il controllo della situazione;
-Ma non restate in piedi sedetevi..-
Quasi li spinse sul divanetto della stanza, i due uomini si sedettero, lei come niente fosse, rimase davanti a loro, dandogli modo di osservare il suo corpo;
-Allora papà, non mi hai detto se ti piace come sono vestita…-
L’uomo arrossì, sua figlia cercava chiaramente di sedurlo davanti al suo amico, non c’erano dubbi sul rapporto tra lui e Mara, cercò di balbettare qualcosa, ma non ci riuscì, allora Mara rivolse le sue attenzioni a Franco,
-E tu Franco, ti piace il mio completino?-
Anche Franco stentò a parlare, diventando rosso, non avrebbe voluto dire all’amico di essere stato con la figlia, i due si fissarono, consci di avere entrambi qualcosa da nascondere, e quel qualcosa era il rapporto con Mara.
Mara continuò a fissarli sorridendo, non era più un sorriso malizioso, era diventato più sensuale, voleva portare l’eccitazione dei due uomini al massimo, così che non potessero tirarsi indietro;
-fatemi sedere…-
Senza aspettare risposta si incastrò tra i due uomini, le sue mani si posarono in mezzo alle loro gambe, carezzandoli piano;
-Vedo che il mio completino vi piace, sento qualcosa di molto consistente qua…-
Senza aspettare risposta accentò la sua carezza in mezzo alle gambe di Franco, e si girò a cercare le labbra di suo padre, questi lasciò che la lingua di Mara entrasse nella sua bocca, quando la sentì muovere cercando la sua rispose a quel bacio proibito, le loro lingue si inseguivano intrecciandosi, la mano che carezzava Franco si muoveva con più enfasi, mara lasciò la bocca di suo padre porgendo le sue labbra all’altro uomo, come un affamato Franco cercò la sua lingua succhiandola con foga, la sua mano si posò sulla sua nuca stringendola a se quasi rapendola.
Mara sentì le mani del suo paparino insinuarsi sotto la corta sottoveste carezzando il suo corpo, il tocco del suo amore proibito la fece rabbrividire per l’eccitazione, le sue mani si mossero sui pantaloni dei due uomini armeggiando con le chiusure , in breve riuscì a tirare fuori i loro cazzi già duri stringendoli nelle sue mani.
Mara si stacco dai due uomini lasciandoli seduti con il cazzo duro;
-Fatemi vedere quanto vi piaccio..-
iniziò a muoversi piano, lasciando scivolare le spalline della sottoveste, con un movimento lento la fece scivolare ai suoi piedi, piano continuò ad abbassare la spallina del reggiseno, quando il suo seno stava per apparire si fermò;
-Ditemi se vi piaccio…-
-Tesoro, hai un corpo stupendo..-
-Si sei fantastica, non vedi come siamo eccitati..-
-Spogliati, fatti vedere…-
Mara guardava compiaciuta i due uomini che si segavano davanti a lei, il reggiseno finì per terra con la sottoveste, con movimenti lenti sfilò gli slip, mostrando la peluria del suo sesso, quando fu nuda si esibì in uno spettacolo da film porno, allargando le labbra della su fichetta, e mostrandosi oscenamente aperta.
Le mani dei due uomini si posarono sulle sue gambe iniziando a carezzarla, il suo papà iniziò a leccarla in mezzo alle gambe, ad ogni colpo di lingua sentiva l’eccitazione crescere, voleva venirsene nella sua bocca, Franco si mise dietro di lei iniziando a leccarla da dietro, le sue mani si posarono sulle teste dei due uomini premendoli contro di se, le loro lingue si muovevano sul suo corpo, mentre le loro mani la accarezzavano, Mara si sciolse in un primo orgasmo, lasciando che suo padre lambisse i suoi umori.
-Sedetevi…-
La voce di Mara era roca per l’orgasmo appena avuto, le sue guance rosse, i due uomini obbedirono, lei si inginocchiò davanti a loro, le sue mani strinsero i loro cazzi duri carezzandoli, Mara si chino verso il cazzo di suo padre iniziando a leccarlo, iniziò a passare la sua lingua per tutta la lunghezza dell’asta, bagnando i pantaloni con la saliva, ad ogni passata di lingua sentiva suo padre gemere di piacere, con una mossa rapida ingoiò l’asta facendosela scorrere tra le labbra, e muovendo veloce la testa, dopo alcuni sue giù si dedicò al cazzo di Franco regalandogli lo stesso trattamento, continuò in quel doppio pompino a lungo, sentendo le loro asta farsi sempre più dure nella sua bocca.
Mentre si dedicava a succhiare il cazzo di franco suo padre si era velocemente spogliato, portandosi dietro di lei, un urletto di piacere accompagnò l’ingresso del cazzo duro nella sua fichetta bagnata, sentiva quel palo caldo farsi strada dentro di lei affondando con forza, Mara si attaccò al cazzo di franco succhiandolo con foga, un grande piacere si faceva strada dentro di lei, sapere che suo padre godeva del suo corpo la mandava in estasi, strinse le gambe cercando di sentire ancora di più il cazzo che le scorreva dentro, i colpi dentro di lei aumentarono di intensità, facendola sciogliere in un altro orgasmo.
Mara si trovò sdraiata sul grande letto della stanza, adesso Franco era su di lei, lo sentì strofinare il suo cazzo duro sulla vagina, esitando prima di affondare dentro con un colpo secco, gli umori che colavano lo fecero entrare senza difficoltà, Mara avrebbe voluto gridare, ma il cazzo di suo padre occupò la sua bocca, i suoi occhi cercarono il suo sguardo, poi iniziò a succhiare, il sapore della sua fica si sommava al sapore della cazzo, i colpi che riceveva da Franco la facevano sussultare, l’eccitazione che provava non accennava a scemare, ma anzi, sentiva che aumentava senza sosta, la sua lingua si muoveva frenetica attorno al cazzo che aveva in bocca, sentiva l’asta sussultare ad ogni tocco di lingua, serrava le labbra sull’asta lasciando che scorresse fin quasi alla gola.
Franco continuava a scoparla con grandi colpi di reni, il cazzo che la penetrava le sembrava rovente, forse era la sua vagina ad aumentare il suo calore.
I due uomini si cambiarono nuovamente di posto, Mara si ritrovò a succhiare il cazzo di franco, si aspettava che suo padre la penetrasse nuovamente, invece sentì la sua lingua andare a leccare il suo buchino, il tocco della lingua le diede una scarica elettrica, sentiva la lingua insalivarla, e un dito si fece strada nel suo culetto iniziando a muoversi, Marta dimenò il bacino, le sensazioni che provava le impedivano di restare ferma, suo padre la insalivò a lungo, poi si si mise tra le sue gambe, sempre succhiando il cazzo di Franco, Mara gli rivolse uno sguardo eccitato, quando sentì il cazzo sul suo culetto cercò di rilassare i muscoli, suo padre si muoveva piano, cercando di entrale dentro, dopo qualche tentativo Mara sentì il suo culo cedere, si attaccò forte al cazzo che succhiava, mentre il cazzo nel suo culo si muoveva in un lento entra ed esci guadagnando spazio ad ogni colpo, una miriade di sensazioni si accavallavano nella testa di Mara, finalmente sentì il corpo di suo padre aderire al suo, le sembrava di avere la pancia piena, con una mano cercò quella di suo padre stringendola, poi sentì il palo che la penetrava muoversi dentro di lei, ad ogni movimento le sembrava di venire svuotata per poi essere nuovamente riempita, avrebbe voluto che Lucia fosse lì, per dedicarsi alla sua fichetta, la sua mano si portò in mezzo alle gambe iniziando a strofinare freneticamente il clitoride.
Adesso sensazioni di piacere si fondevano nella sua testa, le sembrava che il suo corpo fosse teso soltanto a godere, un getto caldo le colpi la gola facendola quasi soffocare, franco non aveva resistito, vedere l’amico che inculava la figlia lo aveva portato all’orgasmo, Mara dotte tirare fuori dalla bocca il suo cazzo per non soffocare, gli schizzi che seguirono la colpirono sul viso, mentre lei gemeva sotto i colpi che riceveva nel culo, la sua bocca fu nuovamente occupata dal cazzo di Franco, le succhiò avidamente lasciando che perdesse consistenza nella sua bocca la sua lingua leccò avidamente i resti di quella spruzzata.
Nel vedere il suo comportamento il padre aumento il ritmo dei suoi colpi, scaricandosi nel suo intestino, a Mara quel getto sembrò bollente, sapere di essere stata riempita dal padre, la fece venire nuovamente, inarcò la schiena buttandosi sul letto, mentre il cazzo che la penetrava usciva da dentro di lei.
Quando si fu ripresa un filo bianco scendeva dal suo culo fino a macchiare le calze che ancora indossava, i due uomini la fissavano ancora ansanti, Mara stampò un bacio sulle labbra del suo papà;
-Grazie, è stato meraviglioso-

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