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Valentina, timida provocatrice

By 5 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Età: 19
Situazione: campeggio estivo

Quell’estate Valentina era andata in campeggio con le amiche.
Vista l’eccessiva preoccupazione dei genitori, essendo la loro prima esperienza da sole, aggregato con loro c’era anche il padre di una di esse, a fare da ‘tutore’. Era sposato e godeva di qualche giorno di ferie extra, e inoltre vicino al campeggio abitava un suo amico con la barca ormeggiata nel porto cittadino, per questo non gli pesò troppo far loro da bàlia.
Appena arrivate, le ragazze montarono le tende.
Il caso volle che la tenda di Maurizio (il tutore) finisse per trovarsi davanti a quella di Valentina, che era una tenda grande, dentro cui si poteva stare in piedi. Nonostante lo spazio, preferì starci da sola, per poter sistemare meglio vestiti e oggetti.
Entrando, il suo letto era per il lungo, sulla sinistra, con i “piedi” rivolti verso l’entrata.
Una sera, Valentina tornò tardi, dopo una serata in giro con dei ragazzi conosciuti sul luogo. Le sue amiche stavano già dormendo.
Vedendo Maurizio ancora sveglio (la luce in tenda era accesa) lo chiamò, per chiedergli se poteva svegliarla di mattino presto, dato che aveva il cellulare scarico. Lui acconsentì augurandole la buonanotte. Prima di congedarsi, Valentina gli fece notare che aveva il sonno pesante, e quindi, se necessario, poteva entrare per svegliarla. Proprio per quel motivo, non chiuse l’apertura della tenda con la zip.
Valentina aveva notato in quei giorni come lui la osservasse, intuendo come l’uomo stesse morendo dietro le sue forme. Sapeva, però, che non avrebbe mai potuto fare niente, dato che aveva moglie e la figlia era li con lui.
Le venne voglia di stuzzicarlo.
Si tolse il top e la gonnellina e rimase in intimo a guardarsi allo specchio. Si levò anche il reggiseno, osservandosi un po’ vanitosamente il prorompente seno libero. Era davvero difficile non rimanere affascinati nel guardarlo. Nonostante l’abbondanza delle forme, si manteneva fermo e sodo, forte delle sole 19 primavere che aveva vissuto.
Valentina rimase a rimirarsi, accarezzandosi dolcemente. Si immaginava che faccia avrebbe fatto Maurizio se l’avesse vista dormire in quel modo, mezza nuda, nonostante lei sapesse che lui sarebbe potuto entrare per svegliarla. Del resto, però, non sarebbe stata colpa di Valentina se, dormendo, il lenzuolo le fosse sceso rendendola esposta.
Il brivido che sentì percorrerla al pensiero di tentarlo in quel modo fu chiaro e non ignorabile, prese possesso di lei. Per quanto solitamente indossasse una maglietta lunga fino a metà coscia per coprirsi quando dormiva, quella volta evitò di farlo, e si sdraiò sul materasso ad aria con indosso solo le mutandine nere, con il leggero lenzuolo a coprirla. Per terra lasciò ben visibile il reggiseno. Fece un po’ di fatica a prendere sonno, solleticata dal contatto diretto delle sue mammelle contro il materassino e dalle fantasie sul giorno successivo.
Non si curò di coprirsi troppo, lasciando il lenzuolo malamente appoggiato sul proprio corpo.

Il mattino arrivò presto, e Valentina si svegliò prima del previsto, sentendo Maurizio che usciva dalla sua tenda, probabilmente per andare in bagno.
Mentre dormiva doveva essersi rigirata più volte, di fatti aveva “purtroppo” il lenzuolo sceso a metà schiena, che la copriva fino ai piedi.
Si sentiva eccitata pensando alla reazione di Maurizio. Aveva pensato a lui, durante la notte’agli sguardi che le riservava, a quella morbosa voglia che luccicava nei suoi occhi, e tra i suoi pantaloni, quando le stava vicino. A quella voglia, che vedeva in tutti gli uomini, di leccarla dalla testa ai piedi. Aveva sognato Maurizio non resistere al bisogno di toccarsi, dopo averla vista in quello stato.
Pensare di spingere un uomo adulto addirittura a masturbarsi pensando a lei la faceva eccitare molto’e il brivido provocatorio si fece più intenso di minuto in minuto.

Valentina non lo sentiva arrivare, forse era andato a fare colazione.
L’attesa la stava facendo surriscaldare. Si portò le mani sul pube e si accarezzò timidamente la soffice pesca sopra l’intimo. Era già bagnata. Si eccitò ancora di più, pensando ad una ulteriore mossa, che l’avrebbe resa ancora più provocante, ma la respinse, giudicandola, al momento, eccessiva.
Passarono altri secondi, minuti, in cui la ragazza continuava ad accarezzarsi in mezzo alle cosce, sospirando. L’idea di prima tornò a insinuarsi, tentandola, e stavolta non seppe resistere.
Giocò un po’ con l’orlo delle mutandine, abbassandole quel tanto che bastava per sentire lo sfregamento del proprio dolce frutto caldo contro il materasso. Divaricava e chiudeva le gambe per darsi piacere. L’agitarsi portò le mutandine sempre più in basso, alle ginocchia, e poi ai piedi.
Tentennò ancora un attimo e poi si decise. Fece sfilare le mutandine oltre i piedi, facendole cadere di lato, tra il materasso e la tenda. Adesso era sdraiata completamente nuda. Ed eccitata.
Aspettava impaziente che lui la chiamasse.
Sapendo qual’era la parte del suo fisico che maggiormente desideravano i maschi, si mise a pancia in su, con la testa girata verso la parete della tenda, in modo che lui non si facesse remore a guardarla.
Fece scendere maliziosamente il lenzuolo fino al pube, lasciandolo adagiato sul depilato monte di venere del proprio frutto. La copertina le copriva le gambe, lasciando scoperti solo i piedini. Teneva un braccio disteso lungo il corpo e l’altro sul pancino piatto. Il generoso e sodo seno libero in vista, dolcemente disteso verso i fianchi. I suoi lisci capelli neri si sdraiavano come piccoli tentacoli sulle prominenti colline, arrivando quasi a solleticare i piccoli capezzoli scuri, che impreziosivano come gioielli la sua quarta misura.

‘Valentina’sono le otto e mezza’ sentì la voce di Maurizio chiamarla da fuori. Un brivido la percorse lungo la schiena.
Lei non si mosse, né emise suoni, pregustando la scena.
Lui, preferiva non entrare.
“Vale…dai sveglia…” disse più forte l’uomo. Ma lei ancora non reagì.
Lo costrinse così a entrare, proprio come voleva. Sentì il telo dell’entrata sollevarsi e Maurizio fare il suo ingresso.
‘Valent”.’

Un pesante silenzio imbarazzato piombò nella tenda.

”Porca puttana” lo sentì sussurrare.
Percepiva la sorpresa di Maurizio nell’averla trovata così. Sentiva il suo respiro diventare pesante, e il suo indugio su come comportarsi.
La reazione era quella che si aspettava. L’uomo rimase zitto e immobile, probabilmente con un’erezione crescente che lei non poteva vedere.

Trascorse un tempo infinito.

Lei lo percepiva che lui la stava divorando in ogni parte del corpo, i suoi occhi la stavano mangiando, le sue mani fremevano per poterla toccare. Lei aveva i capezzoli ritti e sensibili.
Poi Valentina si girò sul fianco, verso la parete. Mosse anche i piedi, riuscendo a tirare di poco verso il basso il lenzuolo, che si spostò. Quel tanto che bastava per rivelare alla vista di Maurizio il suo sedere nudo, senza le mutandine.
In quel momento, Maurizio si accorse che lei era completamente nuda.

Lo sentì imprecare sottovoce.

Valentina, godeva silenziosamente, sapendo quanto lui la stesse desiderando in quel momento.
Passò altro tempo, in cui Valentina percepiva l’accaldamento crescerle tra le gambe. Sapeva che Maurizio avrebbe voluto chiudere la tenda, e morire sul suo corpo.

Infine lo sentì schiarirsi la voce, notevolmente imbarazzato.
‘Va..Valentina’sono le otto e mezza’ disse con un tono di voce secco.
Stavolta Valentina rispose bofonchiando, con la voce impastata.
‘Mmm’.? Di già””’.? Ok grazie’ora mi alzo’ emise, girandosi verso di lui con gli occhi semichiusi, dandogli un’occhiata. Di sfuggita.

Fece appena in tempo a notare un rigonfiamento in mezzo alle sue gambe, per poi sentirlo uscire di fretta dalla sua tenda.
I giorni seguenti, lui fece fatica a rivolgerle la parola.

– Età: 24
Situazione: in casa

Era un pomeriggio autunnale, quando Valentina rientrò in casa dopo la lezione all’Università.
I suoi genitori erano ancora al lavoro, come sempre del resto, dato che rincasavano poco prima di cena.
Dopo aver appoggiato il giubbotto e le chiavi in salotto si diresse in camera sua.
Quando aprì la porta, vi trovò suo fratello più piccolo, Giacomo, in compagnia di un amico della scuola.
La loro stanza era piuttosto grande, tanto da poter essere divisa in due spazi distinti (uno per lei e uno per il fratello), separati da una libreria aperta, senza fondo, che permetteva comunque l’uno di intravedere lo spazio dell’altro.
‘Oh, ciao, credevo non ci fosse nessuno in casa’ disse loro, salutandoli.
‘Ciao Va” ricambiò il saluto il fratello, con cui aveva sempre avuto un rapporto da premurosa sorella maggiore. Il suo amico, invece, si limitò ad abbassare timidamente lo sguardo, soggiogato dalla bellezza di Valentina.
‘Che fate? Compiti per scuola o state cazzeggiando?’ chiese loro, avvicinandosi. ‘Ciao Filippo’ disse all’amico timido.
‘Cia-ciao” replicò sommessamente il ragazzo, riuscendo solo ad incrociare velocemente lo sguardo di lei.
‘Bè, non vi disturbo. Gia’, vado in doccia, guarda che forse manca l’acqua al cane’
‘Ah’ok, ma non puoi mettergliela tu?’
‘Non posso’devo prima togliermi questi vestiti che son tutti inzuppati’ rispose al fratello.

Valentina uscì dalla camera e si diresse in bagno.
In un attimo si trovava già sotto il getto bollente della doccia, levandosi di dosso il freddo accumulato in quella giornata quasi invernale.
Sorrise tra sé, ripensando alla timidezza dimostrata da Filippo nel salutarla. Gongolava, avendo constatato l’effetto che esercitava sui ragazzi più giovani.
Chiusa controvoglia l’acqua calda, uscì dalla doccia avvolgendosi attorno ai lunghi capelli neri un asciugamano bianco, mentre andava alla ricerca del suo accappatoio rosa.
Non lo trovò appeso al solito posto, e capì che sua madre doveva averlo messo a lavare, assieme agli altri.
Prese quindi un altro asciugamano per asciugarsi la pelle, mentre metteva a stendere i vestiti umidi e riponeva l’intimo nel bauletto della biancheria da lavare.
Si accorse, però, che nella fretta non si era premunita del ricambio pulito, trovandosi così sprovvista di vestiti da indossare.
Non ebbe quindi altra scelta che coprirsi con l’asciugamano, per poi tornare in cameretta.
Ma una volta annodatolo di lato al generoso seno, Valentina non potè fare a meno di notare quanto questo fosse corto. Le arrivava poco sotto il sedere!
Cercò in bagno altri teli più lunghi, dato che sarebbe dovuta rientrare in stanza dove era presente anche l’amico di suo fratello, e non le sembrava il caso di mostrarsi così scoperta.
La sua ricerca, però, fallì. A quanto pare ne avevano solo di quel modello. Non ci aveva neanche fatto caso prima in quanto solitamente utilizzavano tutti l’accappatoio.
A quel punto non aveva molta scelta. Si strinse il telo attorno al busto, cercando di tenerlo il più basso possibile in modo da essere sicura di avere il sedere coperto. In quel modo, però, non era certo in grado di nascondere completamente il seno, decisamente poco nascosto dall’indumento.
Del resto, preferì stare così, giudicando meno imbarazzante la vista di buona parte delle sue mammelle, piuttosto che del fondoschiena.
Con una punta di imbarazzo, uscì dal bagno e si diresse in cameretta.

Una volta dentro non degnò i ragazzi neanche di uno sguardo per farsi notare il meno possibile, e virò verso la parte sinistra della stanza, nella sua zona.
Rimase in piedi di fronte allo specchio, coperta di spalle dalla libreria.
Nel riflesso, vide il proprio debordante seno tenuto a malapena coperto dall’asciugamano (che difatti la stringeva dandole un lieve fastidio). Osservando con più attenzione, però, notò anche qualcos’altro.
Vide, oltre le spalle, Filippo che la osservava aldilà della libreria semivuota, mentre suo fratello, girato, era all’oscuro della situazione.
Fece finta di non essersi accorta del silente guardone. Ma non potè ignorare l’immediato brivido esibizionistico che la attraversò, sorprendendola e surriscaldandola.
Abbozzò un sorrisino contenuto.
La sua idea era quella di afferrare vestiti e biancheria puliti, per poi tornare in bagno a rivestirsi.
Certo, però, che star lì a tornare in bagno, ripassando vicino a ragazzi’ormai era in camera, tanto valeva rimanerci no?

Si sedette sul letto, sempre dando le spalle ai ragazzi, cercando mutandine e reggiseno nel primo cassetto davanti a lei.
Trovò un corredato nero, e lo appoggiò sul lenzuolo.
Nel frattempo, il cellulare di suo fratello suonò impetuoso.
‘Ah’si’ok si si’ sentì Giacomo rispondere.
‘Vale, scendo un attimo che lo zio deve lasciarci delle cose’, le disse. ‘Fil, scendi anche tu?’ chiese all’amico.
‘Ehm’no ti aspetto qui, così vado avanti con la tesina’ gli rispose, mentre rimaneva a fissare lo schermo del pc.
Valentina sentì suo fratello uscire di casa, il che, conoscendo ‘le cose’ dello zio, voleva dire che per un quarto d’ora buono sarebbe rimasto giù, a sistemare scatole e scatole di merce in cantina.
Rimase così in stanza da sola con Filippo.
Il pensiero di stuzzicarlo un po’ si fece sempre più invogliante.
Quando afferrò il barattolo della crema per la pelle, le si presentò l’occasione giusta. Non riusciva ad aprirlo, essendo nuovo. Provò più volte senza successo, e si vide costretta a chiedere un aiuto esterno.
Decise di andare da lui per chiedergli aiuto, prima però doveva fare qualcosa per quell’asciugamano che stringeva troppo il seno, dandole ora davvero fastidio.
Allentò un po’ il nodo, trovando immediato sollievo. Sentiva la schiena più libera, avendo il lembo posteriore dell’asciugamano non più teso, ma cadente verso il basso.
Era, però, costretta a sorreggere la porzione anteriore con la mano, dato che l’allacciatura non era più serrata e il telo sarebbe caduto per terra se non fosse stato sorretto.
Chissà che faccia avrebbe fatto Filippo nel trovarsela davanti così.
Imbarazzata, ma eccitata, Valentina si alzò dal letto, per andare verso il ragazzo.

‘Scusami se ti disturbo’ disse al ragazzo, seduto davanti alla scrivania. Filippo si voltò con la sedia girevole verso di lei.
‘Riesci ad aprirlo? E’ troppo duro’ gli chiese dolcemente Valentina.
Non potè fare a meno di notare l’imbarazzo nel volto e nei movimenti del ragazzo. Era diventato rosso in pochi secondi, e c’era da immaginare il perché.
Valentina si era chinata verso di lui, che era seduto, per porgergli il barattolo.
Da quella posizione, Filippo vedeva il generoso seno di lei trattenuto a stento dall’asciugamano, a pochi centimetri da lui.
‘S-si ci provo’ balbettò lui, girandosi di lato, imbarazzato.
Valentina era percorsa da continui brividi di calore, generati dall’evidente stato di empasse che stava procurando a quel fortunato malcapitato. Sentiva il proprio seno sensibile, cinto dal tessuto soffice del telo e stimolato involontariamente dalla mano che teneva per evitare che cadesse.
Vide Filippo in netta difficoltà.
Così si sedette sulla sedia del fratello, di fianco a lui.
Fingeva nonchalance, mentre teneva le gambe accavallate, sotto le quali la sua fighetta depilata si stava già inumidendo. L’asciugamano era salito a causa della posizione, tanto da lasciarle scoperte quasi del tutto le cosce.
Era molto più esposta di quanto si aspettasse’ma ormai non poteva farci niente.
‘Ecco’ecco qua’ disse Filippo, porgendole il barattolo aperto, e tornando nuovamente a fissare lo schermo del pc, senza avere il coraggio di indugiare su di lei.
Valentina, abbassando lo sguardo per riprendersi l’oggetto, finì inavvertitamente per scorgere, oltre la propria mano, il cavallo del ragazzo.
Indossava una tuta, e il suo pacco gonfio era del tutto evidente.
Si compiacque di aver ottenuto quella reazione.
‘Grazie’cosa studi?’ gli disse, cercando di prolungare il gioco.
‘E”è la mia tesina’mi sto portando avanti” le rispose.
‘Ah, vediamo un po”posso leggere?’ gli chiese.
Senza neanche aspettare la sua risposta, avvicinò la propria sedia alla sua.
Erano ormai affiancati, braccio contro braccio.
L’elettricità statica generata dalla situazione la invadeva, eccitandola di riflesso.
Scorgeva con lo coda dell’occhio lo sguardo del ragazzo, che, dietro gli occhiali, resisteva sempre più malamente alla curiosità di osservarle la scollatura, le gambe scoperte, l’asciugamano allentato che era ad un passo dal lasciarle libera la figa.
Valentina si sentiva mangiare con gli occhi. E le piaceva.
Mentre fingeva di leggere il file di word aperto sullo schermo del pc, lasciava sempre più debole la presa della mano sull’asciugamano, permettendo al proprio seno di scoprirsi voluttuosamente, millimetro dopo millimetro.
Si sporse appositamente in avanti, verso la scrivania, per dare modo a Filippo di osservarla liberamente, di fianco a lei, senza il timore di essere scoperto.
Era ormai arrivata al limite. Sentiva di avere i capezzoli in procinto di vedere la luce.
Filippo faceva il tifo dentro di sé perché l’asciugamano si abbassasse ancora un po’.

‘Non sembra male, bravo’ gli disse, girandosi verso di lui.
Filippo fu sgamato in pieno. Rialzò prontamente lo sguardo dalla conturbante visione.
‘G-grazie” le rispose.
Ora Valentina era seduta davanti a lui. Aveva ancora le gambe accavallate.
Filippo si abbassò la felpa, cercando di nascondere la propria eccitazione agli occhi della ragazza, senza riuscirvi.
Valentina, curiosa, scorse ancora il cavallo pieno del ragazzo.
‘Anche se non ho capito molto, cosa sono i positroni?’ gli chiese, guadagnando tempo.
Mentre Filippo tentava di spiegare qualcosa di cui lei era assolutamente disinteressata, Valentina decise di spingersi ancora oltre.
Disaccavallò le gambe, lasciandole parallele.
Con il movimento, non solo si trovò ad avere le proprie gambe a contatto di quelle del ragazzo (che erano aperte, a compasso, cingendo all’interno le sue) ma invitava anche maliziosamente Filippo a dare un’occhiata proprio lì in mezzo.
Filippo non si fece attendere troppo. Nonostante il suo tentativo di resistere, i suoi occhi erano incontrollabili, e sbirciavano di continuo tra le gambe di Valentina, divorati dal desiderio di poterle scorgere il sesso sotto l’asciugamano.
La luce diretta dall’alto della lampada della scrivania, però, gettava un’ombra che rendeva difficile intravedere qualcosa.
‘Mmmm, ok. Diciamo che mi fido di quello che dici, non ci ho capito molto’ disse a Filippo, cinguettando, Valentina.
La ragazza, ancora non paga, accavallò nuovamente le gambe e si lasciò scivolare docilmente un poco sulla sedia.
Sentiva l’asciugamano salirle, lasciandole parte del sedere scoperto a contatto con i vimini della sedia.
Girò lo sguardo ancora verso il pc, lasciandosi ammirare da Filippo.
Quest’ultimo approfittò immediatamente dell’occasione.
Dopo aver sentito le gambe di lei strusciarsi contro le proprie in maggior profondità, vide come, in effetti, Valentina si stava lasciando scorrere in una postura di seduta più rilassata.
Adesso l’asciugamano era salito, ed era davvero sul punto di lasciare scoperte le dolci labbra socchiuse del suo frutto proibito.

Fu proprio in quel momento che, accortasene, Valentina si riprese, sedendosi bene.
Non voleva spingersi oltre un certo limite.
Quando si rigirò verso il ragazzo, lo vide bianco in volto, e con il sesso oscenamente eretto sotto la tuta difficilmente nascondibile.
Era sempre contenta di rendere gli uomini dei pupazzi nelle sue mani, dei completi ebeti troppo intimoriti dalla sua bellezza e conturbanza per farsi avanti.
Si alzò per tornare nella sua zona di camera.
‘Scusa, non volevo disturbarti, continua pure’ disse all’inebetito, girandosi per tornare nella sua zona di camera.
Sentì di avere ancora l’asciugamano rialzato, tanto da essere piuttosto sicura di avere mezzo culo scoperto.
Lo lasciò maliziosamente così, permettendo a Filippo di ammirarla.
Raggiunto il letto, si sedette sul bordo vicino alla parete, dando così le spalle al ragazzo, che la stava osservando oltre la libreria. Non aveva ancora finito di provocarlo.
Sentendosi sempre più eccitata, Valentina rimase indecisa per qualche minuto, poi prese coraggio e lo fece.
Lasciò l’asciugamano per afferrare il barattolo di crema con entrambe le mani.
In un attimo, il telo crollò sui suoi fianchi.
Filippo vide la schiena nuda di Valentina. E per poco non venne, capendo che la ragazza, adesso, si trovava con l’abbondante seno scoperto.
Valentina fu percorsa da un altra scarica di adrenalina. Il silenzio che pervadeva la stanza parlava chiaro su quanto Filippo fosse intento a spiarla.
La ragazza prese una noce di crema, e cominciò a spalmarsela sulle braccia, fingendo naturalezza.
Si eccitava pensando a quanto il timido guardone stesse morendo dietro ai suoi movimenti, pregando dentro di sè perchè lei si girasse nella sua direzione.
Un’altra porzione di crema, per collo e spalle.
E un’altra scarica.
Quando cominciò a spalmarsi la crema anche sul seno, Valentina si sentì divampare dall’eccitazione, avvertendo i piccoli capezzoli duri contro le dita.
Accolse le proprie colline tra i palmi delle mani massaggiandole con dovizia.
Le afferrò con forza, generando una palpazione sempre più spinta, roteandole per schiacciarle l’una contro l’altra.
Chiuse gli occhi, facendosi comandare dal piacere.
Poi, decise di fare un piccolo regalino alla sua “vittima”. Roteò il busto lateralmente, fingendo di cercare qualcosa sotto il cuscino.
Quel movimento fu sufficiente per permettere a Filippo di vederle il seno nudo lateralmente.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Valentina sentì il ragazzo alzarsi e andare in bagno. Era evidente il motivo.
La porcellina sorrise tra sè per quanto era riuscita ad eccitare il ragazzino.
Poco dopo suonò il citofono. Era suo fratello.
Andò ad aprirgli, quindi afferrò intimo e vestiti e si rivestì prima che qualcun altro entrasse in stanza.

_ Età: 26
Situazione: in cameretta

Valentina era ancora seduta sul letto a studiare, quando suo fratello uscì di casa.
Stava preparando l’ultimo esame universitario ed ebbe la necessità di fare una ricerca su google per chiarirsi le idee su un argomento piuttosto ostico.
Preso possesso del pc in comune, aprì Firefox, ma si accorse che in realtà il programma stava già girando. Immediatamente, la finestra nascosta tornò a mostrarsi sullo schermo. Era la pagina di Facebook, che suo fratello si era dimenticato di chiudere.
Stava per fare il log out, quando l’occhio le cadde su una tendina-chat ancora aperta.
”è una tortura vi dico raga avere mia sorella in camera” diceva l’ultima frase.
Valentina non si era mai permessa di curiosare tra le cose di Giacomo.
Sentendosi, però, chiamata in causa, fece un po’ di scrolling, incuriosita.
‘Ahah, che ti passa per la testa?’ Pensò sorridendo tra sé la ragazza.
Cominciò a leggere più o meno a metà conversazione, e fece fatica a credere ciò che aveva scritto suo fratello, che, incalzato dagli amici, si era evidentemente lasciato andare.
Lesse frasi tipo.
”certe volte impazzisco”
‘…l’altro giorno aveva su una camicetta che si vedevano le bocce”
”settimana scorsa ho dovuto accavallare le gambe se no mi sgamava che ce l’avevo a cannone”
‘Ma va, raga, è mia sorella, magari non lo fosse”
Valentina si sentì improvvisamente imbarazzata.
Le era venuto il dubbio che pure Giacomo subisse in qualche modo il suo fascino, ma non si era mai accorta direttamente di niente. Inoltre, credendo di essere la sorella, non pensò certo che lui potesse avere chissà quali pensieri.
Fu quando lesse una delle ultime frasi, però, che divenne rossa, sentendosi quasi in colpa per quello che stava leggendo.
‘Ma fagliela vedere la mazza, vedi poi che non resiste ahah’ gli scriveva un amico.
‘Ha ragione! Mica ti chiamiamo ‘Quercia’ per niente!’ continuava un altro.
E ancora, ‘Fossi in te le riempirei le tette di sborra tutte le sere’.
‘Eeehhh si intanto mi ammazzo di seghe per colpa sua. Comunque dai cazzo basta che mi sto arrapando. Ci vediamo ai parchetti tra mezz’ora’
Valentina rimase sorpresa nello scoprire che lui arrivava addirittura a masturbarsi pensando a lei!
Ridacchiò sommessamente per scacciare l’imbarazzo.
Uscì da Facebook e si rimise a studiare, negando a se stessa di provare comunque una vaga compiacenza.
Tra un capitolo e l’altro, però, faceva capolino nella sua testa la distrazione generata da quella situazione nuova. Non aveva mai avuto alcun tipo di pensiero incestuoso, ovviamente. Giacomo era il suo fratellino, che aveva visto crescere giorno dopo giorno’
Però, forse proprio perché in qualche modo proibito, le si presentava forzatamente in testa una scena, senza che potesse fare nulla per evitare che si palesasse.
Giacomo che si toccava in doccia pensando a lei.
Non potè fare a meno, contro la sua volontà, di immaginarlo con un bel tronco svettare tra le gambe.
Diventò ancora rossa, sentendosi scottare le guance.
‘Ma cosa sto pensando?! Basta!’, si impose.
Scacciò subito quel pensiero ambiguo, abbandonandosi in risatine per stemperare la situazione.
Con un po’ di fatica, riprese a studiare fino a sera.
Quando andò a letto, tornò a ripensare a quanto aveva letto, sorridendo nel buio della cameretta.
Svanito l’imbarazzo e la reticenza iniziale, pensava ora a suo fratello con molta tenerezza.

Un giorno della settimana successiva, tornò a casa da una serata con le amiche sentendo ancora l’ebrezza dell’alcol vorticarle in testa. Aveva bevuto un paio di mojito, che, come sempre, si erano dimostrati più che sufficienti per farla sentire fin troppo allegra ed euforica.
Diede la buonanotte ai suoi genitori, ancora in salotto a vedere un film, e entrò in cameretta.
Trovò Giacomo sdraiato sul letto con indosso solo un paio di boxer bianchi, intento a leggere un libro.
Fino a quel momento non aveva più pensato a ciò che aveva scoperto giorni prima, sommersa da altri pensieri di studio e lavoro.
Complice, però, aver adocchiato il proprio fratellino seminudo, e la lucidità ridotta, il ricordo di ciò di cui era venuta a conoscenza tornò improvviso.
Sorrise nascondendo a se stessa il compiacimento, mentre si sedeva sul letto.
Che carino il mio fratellino’! Ripensò, ormai arresasi a quel misto di imbarazzo e soddisfazione che le provocava sapere di essere oggetto del desiderio di suo fratello.
Le frasi sconce che aveva carpito stavano tornando, accalcandola, senza che potesse farci nulla.
‘Certo che mi ci vuole davvero poco per riuscire a stuzzicargli la fantasia” si trovò a pensare, gongolandosi per le forme sinuose del proprio corpo.
Sapere che lei riuscisse a farlo eccitare così tanto, di avere tutto quel potere, anche su di lui, l’aveva intrigata molto.
Inoltre, a quanto sembrava, le ci voleva davvero poco per aizzarlo e ciò le dava un certo brivido di vanitoso piacere.
Si trovò tentata, quella sera, a fare la porcellina, visto anche che Giacomo indossava solo i boxer e sarebbe riuscita a metterlo in imbarazzo con facilità.

Era leggermente brilla…così alla fine cedette alla tentazione di stuzzicarlo un po’.
Rimase qualche minuto a rimuginare su come avrebbe potuto vestirsi, per andare a letto più provocante del solito.
Solitamente indossava una lunga maglietta a maniche corte, a collo alto, che le arrivava a metà coscia, ma sarebbe stata troppo castigata per quello che aveva in mente.
Andò in bagno per lavarsi e prepararsi.
Indossò un top nero, con spalline fini, molto scollato, e un paio di semplici mutandine bianche.
Si guardò allo specchio. Piegata col busto in avanti, le sue mammelle piene erano molto in vista, strette dal reggiseno.
Si eccitò solo a figurarsi così scoperta di fronte a Giacomo, immaginandolo basito e inelutabilmente ammaliato.
Ma l’ardore la stava spingendo ancora più in là.
”mmmhh e se me lo togliessi, e rimanessi senza’? No dai, è troppo” pensò.
Poi, però, la porcella non resistette alla tentazione e si tolse il reggiseno da sotto il top.
Si osservò ancora. Piegata in avanti era irresistibile. Le sue mammelle sode e invitanti ciondolavano maliziose, scontrandosi dolcemente l’una contro l’altra, definendo una sensualissima linea di mezzo, tanta era l’abbondanza, nonostante il corpo minuto. Le venne voglia di toccare i seducenti meloni e massaggiarli, ma si trattenne, sapendo come poi sarebbe finita, e i suoi erano ancora svegli.
Valentina si morse le labbra.
Era SICURAMENTE troppo così, e, visto l’effetto che sortiva su Giacomo, probabilmente gli sarebbe preso un colpo nel trovarsela davanti in quella mise.
Si trastullò un po’, indecisa se osare tanto.
Più ci pensava, però, più aumentava la curiosità di vedere la sua reazione. Ridacchiando tra sé, lo immaginava che, non so, si mettesse un cuscino tra le gambe, oppure spegnesse la luce per andare a dormire prima del previsto’
L’eccitazione che le dava il rimanere tanto esposta alla fine prevalse.
La diavoletta tentatrice uscì dal bagno, lasciando il reggiseno vicino al lavabo.
Che stronza che sono, pensò ridendo.

Tornata in camera, Giacomo era nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato.
Sentendo un brivido di eccitazione, andò verso il suo letto.
‘Cosa leggi?’ gli disse, sedendosi sul bordo, di fianco alle sue ginocchia. Il ragazzo era a pancia in su, con le gambe distese per il lungo.
‘Mah, una palla di libro. 7 euro buttati’ le rispose, senza distogliere lo sguardo dalla lettura. Non aveva ancora notato come fosse vestita.
‘Vediamo’ gli disse, rubandogli il libro, per costringerlo ad alzare il viso verso di lei.
‘Ehi!’ reagì lui.
‘Il processo di Kafka’ lesse a voce alta, rimanendo girata di lato rispetto a lui.
Sentì un’altra scarica, adesso che la stava guardando. Però di certo così non poteva vederla bene.
Girò il busto verso di lui.
Appoggiò il libro aperto sulla sua pancia, chinandosi nel contempo su di lui, coi gomiti puntati sul materasso, ai fianchi del ragazzo. Da quella posizione aveva, più o meno involontariamente, sotto gli occhi il cavallo del fratello, poco sotto il libro.
Stava improvvisando, non aveva pensato di farlo apposta a dire il vero.
Giacomo era esterrefatto.
Si trovò davanti a sé, all’improvviso, la generosa scollatura della sorella. Che peraltro indossava solo le mutandine, senza shorts o altro.
”Qualcuno doveva aver calunniato Josef K” cominciò a leggere Valentina, lasciandosi ammirare sotto i suoi occhi.
Giacomo rimase zitto, ovviamente rapito da quella visione inaspettata. Sua sorella con la coppa D in bella vista davanti a lui!

Ma…non ha niente sotto la maglietta!?! Possibile che non si sia accorta che così vedo tutto?? Porca miseria Vale, guarda che bocce che hai…meglio che mi sposti se no qui è un attimo che’

‘Dai, ridammelo” provò a reagire timidamente. Senza successo.
Valentina strinse il libro, facendolo rimanere in quella posizione.
‘Te lo leggo io, rilassati’come quando ti leggevo le fiabe da piccolo’ gli rispose maliziosa, allontanandogli le braccia, che Giacomo fu costretto a tenere piegate sul proprio glabro petto, sopra il libro.
Poi riprese a leggere.
”perché senza che avesse fatto niente di male”
Mentre leggeva, Valentina sentiva lo sguardo fisso di Giacomo sul suo decolletè, così impudentemente in vista.
Intanto, lui avvertiva già il suo amichetto crescere di dimensioni, senza poterci fare nulla.

Cazzo!! Devo farla spostare se no faccio una figura di merda!

Valentina girava le pagine, non facendo mancare un certo ciondolamento del bacino, che portava inevitabilmente le proprie succose mammelle a ondeggiare l’una contro l’altra, tremendamente invitanti e labilmente coperte.
Bastarono pochi minuti perché potesse notare, con malcelata soddisfazione, il tessuto dei boxer del fratello tirarsi.

Che tenero…si sta già eccitando! pensò.

Meditò di spostarsi, per non metterlo troppo in imbarazzo, poi però cedette alla tentazione di rimanere così, per poter osservare la scena.
‘Da-dai Vale’lascia leggo io, vai a letto!’ le disse lui, imbarazzato, che voleva evitare che lei si accorgesse di come lui si stesse attivando per colpa sua.
Cercò di rialzarsi per mettersi a sedere.
”eddai su, non ti lamentare sempre!’stai giù buono’ gli rispose perfida Valentina, spingendogli il petto con una mano, costringendolo a tornare sdraiato.
Giacomo rimase praticamente intrappolato, con lei sopra di lui, senza che si potesse coprire con alcunché, visto che non poteva neanche distendere le braccia per nascondere il pacco.
Per lo meno, tentò di limitare i danni piegando le gambe, cercando, piuttosto invano, di mascherare l’erezione crescente.
Valentina era troppo divertita.
Continuava a leggere e a far debordare le mammelle, stringendosi per far si che si scontrassero l’una contro l’altra, ben sapendo come ciò avrebbe reso una visione ancora più sensuale.
Notò sempre più chiaramente la sagoma del membro del fratello definirsi e ingrossarsi.
La porcellina finse di non accorgersene.
Giacomo, invece, era caduto in un silenzio tombale.
La situazione era, già così, imbarazzate, ma Valentina non aveva intenzione di fermarsi.
Anzi.
Si lasciò andare lateralmente, contro le sue cosce inarcate. Giacomo si oppose, ma si arrese poco a poco, finendo per distendere del tutto le gambe.
Sua sorella, adesso, poteva scorgere con chiarezza, e con bollente soddisfazione, il membro pieno di Giacomo che tendeva oscenamente la stoffa dei boxer.

”Ma l’uomo sorvolò sulla domanda, come se tollerasse la sua apparizione”, continuò a leggere, fingendosi ignara di quanto stesse succedendo, riuscendo davvero a sembrare innocente.

Ma non se ne accorge? Pensò lui, non lo vede?? Cazzo se continua così tra poco’!

Valentina si divertiva troppo, constatando, di fatto, che era tutto vero quello che aveva letto.
Si chinò ancora di più sopra di lui, portando il libro più in alto, verso i di lui pettorali..
Adesso, era quasi sdraiata, pur mantenendo il bacino seduto di fianco a lui.
Mancava davvero poco perché potesse appoggiare il seno sulla sua pancia.
Col movimento, una spallina del top le scese, ma non fece nulla per sistemarla.
A quel punto, Giacomo, poteva vedere il seno pieno della perfida sorella, praticamente del tutto. Quando Valentina muoveva le braccia per girare le pagine, sentiva i suoi capezzoli duri sfiorargli l’ombelico, da sotto la stoffa del top.
Il contatto diretto lo fece trasalire e non poteva fare nulla per contenere l’eccitazione crescente.
Ormai, il membro stava davvero troppo stretto nei boxer.
Nonostante si sforzò in tutti i modi per rilassarsi, il bordino elastico non era sufficientemente stretto per impedire al suo cazzone duro di vincerne la resistenza.
Sentì, chiaramente, che gli era uscito da sopra i boxer.

Cazzo!! Cazzo!!!

Sprofondò in una eccitata vergogna, per quanto lei non fosse in grado di vederlo dato che era chinata su di lui, fortunatamente.

”dal fatto che, si, sono accusato, ma non riesco a trovare la minima colpa”
Valentina continuava a leggere, con voce morbida e suadente, senza lasciar trapelare il minimo indizio sulla sua intenzionale maliziosità.
Si chiedeva a che punto fosse la di lui eccitazione. Immaginando, al massimo, che ci fosse una bella tenda dietro di lei.
La curiosità era troppa, e volle dare una sbirciatina.
Si inarcò leggermente, per cercare di scorgere qualcosa con la parte bassa dell’occhio.
Abbassò le pupille e’
Quello che intravide, non se lo aspettava di certo.

Ma’oddio!! Gli è uscito dai boxer?!? Dev’essere bello grosso allora…!

Una incontenibile vampata di calore la percorse tutta, mentre cercava di mantenere l’aplomb per non fargli capire che se ne fosse accorta.
Diede altre occhiate più o meno fuggevoli, e ormai non aveva più dubbi.
Si stupì, piacevolmente, di quanto fosse dotato il fratellino.

“Mi sa che sto un po’ esagerando…”, si disse, non aspettandosi una situazione così piccante.
Si sentì davvero stronza. Ma anche soddisfatta.
‘Chissà quante seghe ti farai dopo stasera’, pensò la porcellina, mentre continuava a leggere, imperterrita.
Era sicura che suo fratello, ora, fosse arrossito e silenzioso perchè non gli aveva dato modo di nasconderle ciò che succedeva lì sotto.

Intanto, sentiva contro il suo bacino il tessuto dei boxer del fratello’la grattavano, dandole un lieve fastidio, comunque sopportabile.
In quel momento, le venne un’idea davvero perfida.
Nonostante la giudicò inizialmente eccessiva, più passavano i secondi più la tentazione divenne forte.
Con quello che aveva in mente di fare, avrebbe causato in Giacomo ulteriore imbarazzo, dato che si sarebbe trovato ancora più esposto vicino a lei.
‘Uff, Già, i tuoi boxer mi fanno il solletico’ gli disse, trovando una scusa.
Lo guardò in faccia, costringendolo ad alzare lo sguardo dalla scollatura. Venne sgamato in pieno.
‘Li’li ho presi da poco” provò a difendersi lui.
Valentina rimase con lo sguardo di fronte a sè, evitando di abbassarlo perché sapeva che “lui” era ben visibile, e doveva continuare a fingere di non aver notato niente.
Abbassò la mano destra, trovando l’orlo laterale dei suoi boxer, stando ben lontana dalla parte centrale, dove altrimenti avrebbe incontrato il pene eretto.
Tastò l’elastico dell’intimo tra pollice e indice.
‘Senti qua com’è ruvido, è proprio cucito male. Vedi a prendere le robe dai cinesi” lo apostrofò, cercando una scusa.
Fingendo di voler solo accertarsi della qualità della stoffa, Valentina ne approfittò per far scendere i boxer.
Si sentì tremendamente maiala.
In un attimo, l’intimo di Giacomo si trovò a metà coscia, lasciando del tutto libero il suo cazzone pieno, sotto e dietro di lei.

Ma che fa?!? Ma non capisce che così me lo lascia tutto di fuori?!?

Con una mossa agile, Valentina cambiò posizione. Alzò anche lei le gambe sul materasso, stendendole di fianco a quelle del fratello, pur mantenendo il busto nella stessa posizione di prima (onde evitare di vedere l’eccitazione di Giacomo, dato che doveva continuare a fingersi di non essersi accorta di nulla).
Decisa a stuzzicarlo senza soluzione di continuità, Valentina si lasciò scendere ancora, finendo per appoggiare il generoso seno contro il petto del fratello, poco sopra l’asta sdraiata del suo sesso.
Riprese a leggere, ridendo dentro di sé, accaldata da quel nuovo sfacciato contatto.

Povero cucciolo. Adesso starà scoppiando….

‘Certo, disse l’ispettore, ma non so che senso possa avere, a meno che non debba”
Continuò la lettura lei.
Prese a strusciare le gambe contro la coscia destra del fratello, fingendo che fosse una reazione del fastidio che le provocava il contatto col tessuto dei boxer.
Riuscì, giocandoci, a farglieli scendere ancora, tanto da portarli quasi al ginocchio.
“Porca puttana…!” Pensò Giacomo, del tutto ignaro che sua sorella stesse facendo tutto volontariamente per metterlo in imbarazzo.
Del resto Valentina fingeva bene.
”che fastidio’.!’ Continuò a lamentarsi, nella pause tra un paragrafo e l’altro.
Era il momento di fargli lo scherzetto che aveva in mente.
Si sentì eccitata nell’attesa di pronunciare la frase successiva. E di fare la mossa successiva.
”Senti” gli disse, spalmando con convinzione le tettone sul suo petto, ”ti spiace se”
Ebbe un attimo di tentennamento.
”ti spiace se te li tolgo? Tanto non ti guardo niente’mi fanno il solletico”
Giacomo ebbe un colpo, nel sentire quella richiesta. Sarebbe rimasto completamente nudo vicino a lei!
Provò a ribattere.
“Beh…se….”
Ma non ebbe il tempo di finire la frase.
Valentina aveva già mosso la gamba, trovando sotto il piede i boxer di Giacomo.
Nonostante la sua attenzione, con quel movimento, finì inavvertitamente, ma chiaramente, per sfiorargli proprio il cazzone duro con la propria coscia.
“Mmmmmhhh ma è durissimo!” Notò con soddisfazione la stronzetta, sentendo una striscia umida sulla pelle della coscia.
Per non far venire sospetti a Giacomo, fu solo questione di un secondo.
La ragazza ritrasse con imbarazzo la gamba, distendendola per trascinare verso il basso i boxer.
Con un movimento deciso, vi riuscì.
Li abbassò quel tanto che bastava per far loro scollinare anche i piedi, e con un colpo di caviglia li fece cadere sul pavimento.
Che stronza che sono! Pensò.
Poi riprese la lettura.

A quel punto, Valentina si riteneva soddisfatta e pensò che fosse arrivato il momento di lasciare in pace il povero Giacomo.
Lo aveva provocato già abbondantemente, tanto che avrebbe avuto materiale per masturbarsi per settimane, se non mesi.
Lo aveva tentato, lo aveva fatto eccitare oltremodo, era addirittura riuscita a spogliarlo lasciandolo esposto vicino a lei, senza che lui sospettasse niente.
La sua testa le diceva di alzarsi per andare a dormire nel suo letto, ma la diavoletta che era in lei le sospirava di rimanere lì.
‘Magari potrei stare qui un attimino, giusto per permettergli di farsi passare l’erezione. E poi andare a letto. Così evito di metterlo troppo in imbarazzo” si disse, cercando una motivazione valida.

‘Uhhmmm che sonno cavoli” disse sottovoce a Giacomo, chiudendo il libro, che stava ancora appoggiato sul suo petto.
Senza averne davvero cognizione di causa, appoggiò d’istinto la testa sui suoi pettorali.
Socchiuse le palpebre.
‘Dai Già, spegni la luce che chiudo gli occhi un attimo” gli sussurrò amorevolmente.
Giacomo rimase colpito da quella richiesta. Voleva che se ne andasse, altrochè!
Stava per obiettare qualcosa, quando pensò che, invece, rimanendo al buio sarebbe stato più facile per lui evitare che lei si accorgesse della sua mazza in tiro.
Magari sarebbe stato in grado di girarsi e coprirsi col lenzuolo, mettendo fine a quella situazione imbarazzante, finalmente. Anche perché, se lei si fosse alzata ora, avrebbe visto sicuramente la sua eccitazione.
Non potè, però, esimersi dal replicare.
‘Pe’perché non vai a letto se sei stanca’ le disse, sentendo ora ancora di più le sue tettone, e i suoi capezzoli duri, schiacciate su di lui.
‘Mmmhh dai, solo un attimo, poi vado’ replicò la porcellina, che si strusciava su di lui per scaldarsi.
Giacomo si arrese.
Spense l’abat-jour, e la semi-oscurità calò nella stanza, illuminata solo dai lampioni esterni.

Valentina rimase tranquilla per un po’, quindi ricominciò a stuzzicarlo.
Onde impedirgli qualunque movimento, lo abbracciò portando il braccio sulla sua spalla.
Mentre si sdraiò ancora più su di lui, fece una mossa da vera porca.
Spostò la sua gamba tra quelle del fratello, pericolosamente vicina al cazzone duro.

Altro che nasconderle tutto, porca troia! Così è peggio di prima!! Pensò allarmato Giacomo.

Valentina sentiva suo fratello rigido. Povero cucciolo non sapeva che fare!
Fece trascorrere qualche minuto in cui stette immobile.
‘Mmmmmhhh’ gemette nel dormiveglia, mentre si avvinghiava a lui ancora più stretta.
Quindi fece avanzare la gamba, tanto da arrivare ad avvertire i peletti pubici del pacco del fratello. Mancava davvero poco perché lei gli strofinasse la coscia sul suo bastone rigido.
OH FIGA, OH FIGA MO’ SE NE ACCORGE!!! Pensò Giacomo.
”Va’Vale” provò a fermarla in qualche modo.
Lei però non rispose, fingendo di dormire.
Sentì Giacomo sussurrare un, ”cazzo’ma dorme già’!?!’.
Ridendo tra sé, Valentina rimase così ancora per un pezzo, tenendo Giacomo in allarme per la pericolosa vicinanza della sua gamba.
Poi, si spinse oltre.
Non riuscendo più a resistere alla tentazione, finse altri movimenti nel sonno.
‘Mmmmmhhhh’ mugugnò.
E fece scorrere ulteriormente la gamba.
Le bastò poco per sentire contro la coscia i testicoli e la base dell’asta del cazzone di Giacomo.

Mmmmhhh eccolo qua’! Pensò con una punta di eccitazione, mentre si strusciava come una gattina in calore.
Dopotutto, anche se era suo fratello, si trattava pur sempre di sentire il contatto di un uccello duro.
E a lei non dispiacevano di certo, gli uccelli duri.

Giacomo imprecò sottovoce. Provò a divincolarsi, ma lei gli rimase appiccicata.
Valentina era decisa a fare davvero la stronza, approfittando della situazione ambigua che si era creata.
Inoltre, arrivata a quel punto, era curiosa di conoscere la dotazione del fratellino, che era solo riuscita a intravedere prima.
Fece scorrere maliziosamente la gamba, sentendo sbattere progressivamente contro la coscia un arnese di dimensioni ragguardevoli.

Però’! Ha proprio un bell’attrezzo il mio fratellino! Notò con crescente soddisfazione.

Sentiva la cappella scoperta e turgida bagnarle la pelle e, sotto di essa, il tronco rigido del cazzo, sormontato da vene che pulsavano dall’eccitazione.
Nonostante avesse intenzione di sentire velocemente il contatto, non riuscì a resistere alla tentazione di indugiarvi, gustandosi sensualmente il contatto.
Godeva segretamente, sapendo quanto stesse facendo eccitare Giacomo, protetta dal fatto che lui credesse che si fosse addormentata e che stesse muovendosi nel sonno.
Giacomo si arrese alla situazione, senza più cercare di divincolarsi. Anzi, a quel punto voleva che lei continuasse con la gamba a strusciargli il pene eretto, godendo silenziosamente di quel contatto.

Valentina non si fece troppo pregare, in quel senso.
Nonostante si trattasse di suo fratello, l’eccitazione era ormai incontrollabile, e non potè fare a meno di trovare piacere sentendo il contatto di un bel cazzone duro contro la gamba.
Lo sfregamento, dapprima molto timido, divenne man mano più vigoroso.
La sua gamba si muoveva maliziosamente nel buio della stanza, stimolando con dolcezza il grosso pene, facendo scorrere la pelle dell’asta su e giù.

Dopo altri 15 minuti così, però, decise che era ora di lasciarlo in pace. Aveva fatto anche troppo.
Inoltre, temeva che non sarebbe stata più capace di contenersi di lì a poco, e sarebbe finita davvero col fargli una sega.
Giudicò la cosa eccessiva, alla fine voleva solo stuzzicarlo.
Un po’ a malincuore si ricompose, lasciando Giacomo respirare.
Riportò le gambe parallele e finse di riprendersi dal sonno.
‘Mmmmhh credo di essermi addormentata, sono proprio stanca’ disse al fratello.
‘Vado a letto, buonanotte’ gli disse, girandosi per alzarsi.
All’istante, Giacomo si coprì col lenzuolo.
Valentina andò verso il suo letto, si sdraiò e cercò di prendere sonno, pensando soddisfatta a quanto provocante fosse stata quella sera.
Dopo una buona mezzora, sentì suo fratello alzarsi.
Per andare in bagno.

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