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Racconti di Dominazione

12 – In giro per negozi. (Punti di vista)

By 29 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Usciamo per negozi. Ti faccio indossare un vestito estivo di quelli dove posso non farti mettere nulla sotto,
di quelli che si abbottonano sul davanti, anche lungo va bene ma devi tenerlo sbottonato fin sopra al ginocchio,
diciamo un 15-20 cm sopra al ginocchio.
Si va coi mezzi pubblici, così sedendoti le tue splendide gambe si scoprono dando la possibilità ad altri di poterti ammirare.
Andiamo a comprere delle scarpe, di quelle che ti rimangono il piede nudo e ti fasciano le caviglie.
Scelgo delle magnifiche scarpe per te, chiamo il commesso per darti una mano a calzarle.
Mentre sei seduta lo spacco della gonna sale fino all’inguine, l’eccitato commesso ti fa calzare le scarpe e cerca di sbirciare tra le le tue cosce nude,
sta cercando di carpire il colore del pelo della tua figa.
Mentre sono dietro di lui, tu con lo suargdo mi cerchi, un mio cenno e tu docilemte allarghi leggermente le gambe per far godere del tuo fiore chi ti è davanti,
fiore che hai scrupolosamente rasato lasciando giusto una piccola strisciolina di riccioli neri come da me ordinato.
Tu diligentemente ubbidisci e mostri le labbra già bagnate dal tuo succo lasciando estasiato il fortunato commesso che si ritrovera la tua passera profumata a pochi
centimetri dalla faccia.
Dopo alcuni secondi, sempre dietro mio ordine, chiudi le gambe e via con un’altro paio di scarpe fin quasi a far impazzire il povero commesso.
Andiamo via cercando un nuovo negozio, e principalmente un nuovo commesso, per ripeter il giochino.
Il succo del tuo piacere inizia, oramai, a colare lungo le tue sode cosce, usciamo dall’ultimo negozio e,
in un portone di un palazzo isolato, che scopriamo deserto, ti scopo, fregandomene se qualcuno ci vede.
Tu fai sesso con foga, cerchi però, di non fare il minimo rumore e prestando attenzione a non farti scoprire.
ti scopo così, in piedi alzando semplicemente il vestito. Un amplesso carico di impeto, il sudore che
Dopo aver scopato usciamo dal portone e ti lasciao con uno splendido bacio ma prima di andar via ti ordino “Tu, adesso torni a casa da
tuo marito e scopi con lui senza farti prima una doccia, si dovrà sentire il mio odore addosso a te”. Finalmente dopo tante mail ci incontriamo, appuntamento in centro, sono emozionantissima, le gambe mi tremano, ti riconosco, mi
avvicino e chiedo “Sei tu?”; tu mi rispondi “Laura?” ti sorrido, mi dai la mano e mi tiri a te per un bacio sulla guancia, sento il tuo odore e con esso un brivido lungo la
schiena.
Mi accompagni subito in un negozio, chiami la commessa, lei ti vede, mi da uno sguardo e va via per ritornare poco dopo con un lungo vestito nero, con
un’ampia scollatura ed una serie di bottoni sul davanti.
Lo da a te dicendoti “questo dovrebbe andarle bene” e va via, tu prendi il vestito e mi sussurri “ora vai in camerino ti spogli completamente ed indossi questo”
ti guardo stupita e chiedo “in che senso?”, non dici nulla, mi fissi soltanto, il tuo sguardo che mi fa gelare il sangue.
Mi dici “hai capito bene, ti spogli…” aggiungi scandendo le lettere, “c o m p l e t a m e n t e” e poi “le tue
mutandine ed il tuo reggiseno li devi dare a me”.
Timorosa, prendo il vestito ed eseguo gli ordini, vado in camerino mi spoglio ed indosso il vestito,
sembra fatto su misura, sul seno stringe abbastanza, tanto da fare un effetto push-up, aderente sui fianchi ed un po largo
sotto, mi piace, molto.
L’unica nota strana, per me, è sentirmi nuda sotto, ma i patti erano chiari se accettavo di uscire dovevo ubbidire a tutte le
sue richieste ed ormai lo conoscevo (virtualmente) da tanto che potevo fidarmi.
Esco da camerino, tu sei seduto proprio di fronte, mi ordini di girare su me stessa, sento i suoi occhi su di me, sul mio seno, e poi sui miei
fianchi, sulle gambe, sul sedere.
A giro completato mi chiedi di avvicinarmi a te, tu sempre seduto, faccio due passi e sono tra le tue gambe.
Mi dici che il vestito è perfetto solo che è troppo abbottonato ed inizi a sbottonare da basso verso l’alto.
Superi il ginocchio e continui a sbottonare fino ad arrivare a metà coscia, ora è come indossare una minigonna.
Finisci di sbottonarmi il vestito e dici “ora devo controllare se hai fatto quello che ti avevo chiesto” e la tua mano
s’insinua su tra le mie gambe fino a toccare il mio sesso.
Sorridi con aria compiaciuta e mi fai un complimento che mi fa arrossire dicendomi anche che per ora non ti sto deludendo,
ti alzi, mi prendi sotto braccio e ci avviamo.
Saliamo su un tram e mi fai sedere, la gonna cade di lato scoprendo tutte le gambe, sento gli occhi di tutti gli uomini intorno addosso ed anche
quello indignato di qualche donna.
Qualche fermata e si scende, entriamo in un negozio di scarpe, scegli le scarpe, dei sandaletti neri modello “schiava”,
mi fai sedere su una poltroncina ed il commesso, un bel ragazzo giovane, non più di venticinque anni, s’inginocchia di fronte a me per farmele
provare, siamo entrambi imbarazzati. Ho le gambe chiuse anche se il megaspacco le mette quasi tutte in mostra, lui visibilmente eccitato per la
scena che ha davanti.
Ti guardo e mi fai cenno di allargare la gambe, eseguo, il commesso resta interdetto, il profumo della mia eccitazione lo
stordise, faccio finta di niente parlando con te e richiudo le gambe dopo qualche secondo.
Con una scusa, dico che le scarpe non vanno bene, il ragazzo si alza, e va a prendere un altro modello simile per farmelo provare.
Andiamo avanti così per un po, poi quando la mia eccitazione è evidente così come quella del ragazzo me ne fai scegliere un paio ed andiamo.
Fuori dal negozio è oramai buio, facciamo due passi, entriamo in un bar per un caffè, io ho perso quasi tutti i freni inibitori, inizio a provocarti
appoggiandomi ad uno sgabello e puntare un ginocchio sulla tua patta, tu mi guardi nella scollatura, i capezzoli ritti per l’eccitazione, paghi i caffè ed usciamo.
Altri due passi e all’incrocio con una vicolo secondario mi prendi sotto braccio e mi conduci dentro fino al primo portone di un palazzo.
Mi blocchi in un angolo e mi dai un lungo e passionale bacio, mente fai questo mi tiri su la gonna, ti sbottoni i pantaloni e mi prendi, mentre sono
tua mi baci lungo il collo, mi palpi dovunque, io quasi urlo di piacere ma non posso farmi sentire.
Dopo aver calmato i sensi, ci ricomponiamo ed usciamo dal portone, tu mi ordini di tornare a casa e senza lavarmi fare l’amore con mio
marito aggiungendo che mi avresti chiamato nei prossimi giorni per un altro appuntamento.

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